Ebbi per la prima volta notizie di Tiscali, quando non era ancora un'operatore di telefonia, dalle pagine di un numero monografico sulla Sardegna di Bell'Italia del 1993. Un articolo dal titolo "L'invisibile meraviglia" aveva inizio con la relazione del senatore Ettore Pais, che riferì la propria visita di Tiscali sulla "Rivista d'Italia" del febbraio 1911. All'epoca lo stupore al cospetto di questo villaggio nuragico all'interno di una voragine naturale della Barbagia, accessibile solo da una stretta spaccatura che nei secoli ne costituì la difesa dalle invasioni, fu enorme: l'insediamento era prossoché intatto, con gli edifici ben mantenuti, ceramiche, utensili e suppellettili ritrovati interi.
Oggi, l'opera dei ripetuti saccheggi dei tombaroli iniziati negli anni Trenta alla ricerca di fantomatici tesori mai trovati ha trasformato Tiscali in cumuli di macerie e al visitatore rimane la suggestione di un luogo unico in posizione incredibile.
Alla lettura dell'articolo fece seguito il desiderio di visitare quella testimonianza di una civiltà misteriosa risalente a oltre 2500 anni fa. Dovevano passare quindici anni, ma finalmente il momento è arrivato!Durante il nostro soggiorno di settembre 2008 in Sardegna abbiamo voluto visitare il villaggio nuragico di Tiscali; quindi, dopo tanti giorni di mare, armati di scarponi e zaino (indispensabili) siamo partiti alla volta della valle del Lanaitto.
Percorrendo da nord a sud la superstrada n. 131 d.c.n. (diramazione centrale nuorese), uscita Lula - Dorgali, dopo circa 15 Km bivio per Oliena fino al bivio con indicazione Sorgente Su Gologone.
Il sito di questa sorgente carsica merita anche una visita poiché ha un suo fascino particolare: lo specchio d'acqua blu che si perde nella spaccatura della roccia, circondato da alberi, roccioni e una piccola chiesetta crea un ambiente suggestivo.
Qui bisogna pernottare per poter partire l'indomani alla volta di Tiscali.
Esistono due possibilità:
1^ - Hotel SU GOLOGONE, 4 stelle molto bello, ci ha chiesto 188 Euro a persona, mezza pensione.
2^ - Azienda Agrituristica GUTHIDDAI, 60 Euro a persona, mezza pensione. Noi abbiamo scelto questa soluzione e vi possiamo garantire di essere stati ottimamente: un ambiente veramente bello, pulito dove tutto è genuino e sardo (cell. 3492672159).
Non avendo alcuna documentazione su Tiscali abbiamo chiesto alla proprietaria dell'agriturismo e ad alcuni giovani che vi erano già stati; dalle loro descrizioni sembrava tutto molto semplice e non ritenevano opportuno contattare una guida.
NON E' PROPRIO COSI'. Se volete essere tranquilli e non avete esperienza di montagna, assumete una guida.
A grandi linee questo è l' itinerario: bisogna entrare nella valle del Lanaitto seguendo per circa 15 minuti una strada asfaltata poi per 20 una sterrata ma buona (noi l'abbiamo percorsa con una Wolkswagen Lupo) tenendo sempre, ai bivi, la strada di sinistra fino all'arrivo su una radura dove non è più possibile andare oltre.
Adesso a piedi per una stradina in salita molto pietrosa e segnalata in alcuni tratti a volte da frecce rosse a volte da segni blu. Percorrerla per circa 30/40 minuti facendo poi attenzione ad una deviazione sulla sinistra segnalata da un "ometto" di pietre e da segni blu. Adesso è sentiero di montagna in alcuni tratti abbastanza ripido; dopo circa 20 minuti avrete una parete di roccia sulla sinistra, fate molta attenzione poichè vedrete una spaccatura profonda diversi metri ma larga solo uno (per passare ho dovuto togliermi lo zaino), questa fessura è segnata con bolli blu.
Dopo questo passaggio chiave dovete seguire le tracce di sentiero (roccia levigata, arbusti tagliati, segni blu e rossi) per circa 20 minuti tenendo sempre la cima del monte sulla destra fino alla meta.
L'ingresso al sito archeologico è a pagamento (5 Euro) ma sarete accompagnati, per un tratto, da una guida che vi illustrerà tutte le caratteristiche, sia per quanto riguarda i resti del villaggio sia per alcune piante che vi crescono.
Il ritorno si effettua dalla stessa via di salita.
Esiste un percorso alternativo in partenza da Dorgali, ma pare sia meno affascinante.
In conclusione, vorrei ribadire due cose importanti:
1. usate calzature adatte alla montagna: inaudito, una ragazza calzava ciabatte infradito, un'altra aveva scarpette da mare.
2. portate acqua poichè lungo il percorso non se ne trova.
Per Marina e me questa esperienza è stata appagante della fatica fatta (salita e caldo) e dello stress per la mancanza di indicazioni (è molto facile perdersi, pare sia successo diverse volte). Buona visita.