Era da tempo che la curiosità di vivere un documentario in prima persona si faceva sempre più viva dentro me, e, considerando che la passione per la natura non è mai a venuta a mancare, mi sono chiesto perché non organizzare un viaggio diverso, alternativo, per addentrarmi dentro quegli ambienti sconfinati della savana che fino allora avevo potuto osservare solo dal tubo catodico.
La mia ragazza, Anna, non si fa ripetere tante volte la mia proposta, così in poco tempo decidiamo di organizzare un safari in Tanzania, accompagnato da un po’ di mare a Zanzibar.
Durante la raccolta delle informazioni veniamo a sapere che nell’isola di Mafia, poco distante dalle coste della Tanzania, è possibile vedere gli squali balena presso le sue coste tra dicembre e febbraio. Considerando che il nostro viaggio si sarebbe svolto a gennaio e che era da tempo che inseguivamo il sogno di nuotare con lo squalo balena, non esitiamo nemmeno un istante per integrare il viaggio!
Così 3 mesi prima della partenza organizziamo tutto, il viaggio si svolgerà inizialmente nella savana dei parchi del nord della Tanzania, precisamente nel cratere del Ngorongoro e nel Serengeti dedicheremmo 4 giorni, poi seguiranno 5 giorni nell’isola di Mafia e infine 4 giorni a Zanzibar nella località di Jambiani a Sud-Est.
Purtroppo abbiamo dovuto limitare il tempo da dedicare al safari per questioni economiche. Ci siamo appoggiati all’agenzia “Riftsafari”di Arusha, i proprietari sono 2 italiani molto disponibili e professionali, che hanno dimostrando subito di avere una consolidata esperienza.
Il safari lo prenotiamo esclusivamente per noi due, vogliamo essere liberi, cercando di personalizzarcelo a seconda delle opportunità che si prospetteranno.
Vogliamo che sia un’esperienza unica.
A Mafia prenotiamo al Big Blu diving lodge, proprietario un italiano, che possiede 3 piccoli bungalow per i subacquei.
A Zanzibar saremo diretti al Kipepeo a Jambiani, una località a Sud-Est caratterizzata da un bellissimo mare e da una pace assoluta lontano dai grandi resort.
Per quanto riguarda i voli ci da una mano l’agenzia Riftsafari prenotando sia il volo internazionale sia quelli interni per i vari spostamenti.Arriva il giorno della partenza, si parte da Roma con l’Ethiopia Airlines, con scalo ad Addis Abeba e fermata a Mombasa. Un po’ scomodo ma conveniente economicamente.
Arrivati ad Arusha presso l’aeroporto Kilimangiaro troviamo Max, colui che sarà la nostra guida per i prossimi 4 giorni.
Con un aggressivo fuori strada Land Cruiser, decisamente confortevole al suo interno, ci porta da Claudia e Massimiliano, proprietari dell’agenzia, i quali ci faranno un breve breefing su quello che ci attende.
Cartina alla mano, Claudia ci illustra i parchi, troviamo subito un punto d’intesa sulle zone da visitare, le quali coincidevano esattamente con quella che avevo individuato io durante la raccolta delle info, ad eccezione di Ndutu, zona meridionale del Serengeti dove ci spiega che le recenti piogge l’hanno resa impraticabile anche ai più temerari.
Conclusi i dovuti saluti e ringraziamenti ci avviamo con Max verso il primo lodge, il Manyara Wildlife Lodge, dove trascorreremo la prima notte. Durante il tragitto osserviamo sotto un diluvio universale le abitazioni nella periferia di Arusha, avvolte da torrenti formatisi in pochi istanti, notiamo mercanti sulla strada che vengono letteralmente travolti da un’incredibile quantità d’acqua, e quasi indifferenti, continuano a presidiare la loro piccola attività.
Arrivati nel confortevole lodge ci ristoriamo con una buona cena e ci corichiamo presto per recuperare la stanchezza.
Al mattino seguente partiamo alle 8.30 per Ngorongoro, a cui dedicheremo tutta la giornata. Costituito da un cratere avente un diametro di circa 20 km, ha un’altezza di 1700 mt fino a 2400 mt sulle sue sommità.
Appena percorriamo il tracciato sterrato vaniamo subito accolti per strada da due leoncini che si nascondono nella rigogliosa vegetazione, scattano le prime foto ai famosi felini e poi via verso la sommità del cratere per poi scendere al suo interno.
La giornata si presenta nuvolosa ma comunque non oscura il fascino dell’intero cratere che si pone dinnanzi a noi, un’immensa pianura con lo splendido lago salato Magadi e tanti tanti animali che brucano le verdi praterie, che spettacolo!
Appena entriamo dentro il cratere iniziamo il percorso in prossimità del lago, ci sono zebre, gnu, gazzelle, poco più avanti notiamo tre grossi leoni maschi sdraiati vicino al bordo della strada, increduli iniziamo a fotografare i grossi felini con la tinteggiatura dello sfondo da volatili rosa sulle acque del lago, i fenicotteri!
La mattina prosegue continuando ad avvistare iene, bufali, elefanti e poi finalmente avvistiamo un rinoceronte, anzi due! E’ la madre con il suo piccolo! E’ straordinario notare la premurosità della madre, sempre guardinga e attenta nello scrutare eventuali pericoli, non lo perde mai di vista ed è quasi sempre irrequieta.
Ci fermiamo a pranzo in un’area pic nic, dove consumiamo il nostro pranzo al sacco che ci aveva preparato il lodge. Max ci avverte di non uscire con cibo in mano, in cielo notiamo grossi falchi, ci spiega che si fondano in picchiata per rubare il cibo dalle mani dei turisti. Poco dopo notiamo un turista che, incauto, scende dal fuori strada e in pochi istanti viene derubato da un provvidenziale falco che gli piomba addosso alle spalle appropriarsi del suo boccone!
Spaventato e forse incredulo di quanto accaduto si precipita dentro la jeep! Una scena comica!
La giornata prosegue percorrendo le strade sterrate e spesso molto accidentate e rese difficoltose dal fango creatosi nei giorni di pioggia. Max ci racconta che quest’anno la stagione è anomala, anziché essere i mesi delle piccole piogge è arrivata in anticipo la stagione umida con forti piogge. Notiamo infatti una flora con colori intensi e rigogliosi, segno evidente dell’abbondanza di acqua che il cielo a regalato a questa terra meravigliosa.
Il pomeriggio ci regala tanti altri avvistamenti, a fine della giornata scorgiamo sotto la pioggia nei pressi di un piccolo torrente una leonessa, che cerca riparo tra le piante.
La giornata volge al termine, imbocchiamo il percorso del ritorno che scala il crinale interno del cratere, il nostro land cruiser pilotato dal buon Max ce la mette tutta per portarci a destinazione, la strada è molto infangata e piena di pietre, a cui si aggiunge una ripida salita costituita da numerosi tornanti, mi volto indietro e osservo per gli ultimi istanti l’interno del cratere, uno spettacolo creato da madre natura dove palpita una natura incontaminata, segnata solo dalla strada che con il suo colore rosso intenso contrasta la verdeggiante flora come in una stupefacente tavolozza di colori!
Ristoro e riposto sulla vetta del cratere, al Ngorongoro Wildlife Lodge, con una vista spettacolare sul cratere.
Il mattino seguente ci alziamo entusiasti per intraprendere il lungo percorso verso il serengeti, ci separano 2 ore di viaggio, percorriamo zone incredibilmente affascinanti, sembra che ci troviamo in un altro pianeta. Attraversiamo torrenti, zone ciottolose alternate a quelle verdeggianti con flora alta e bassa, una di queste caratterizzata da acacie basse fino al bordo della strada notiamo spuntare dei colli lunghi… sono le giraffe! Proprio a pochi passi da noi!
Percorriamo gli ultimi km del Ngorongoro, costituito da bassi vallate dove troviamo mandrie di gnu e zebre, molti brucano, altrettanti ci attraversano la strada migrando verso le pianure del serengeti! Fermiamo il fuoristrada per goderci uno spettacolo che osserviamo a bocca aperta, è talmente tanta la meraviglia che le parole non bastano per descriverla, bisogna viverla!
Tutto a pochi metri da noi, fino a l’altro giorno solo in tv vedevo determinate scene e mai avrei pensato di poter assistere in prima persona!
A metà mattinata arriviamo all’ingresso del famoso Serengeti, la mecca dei safari, il luogo più rappresentativo della savana.
Un brivido percorre la nostra schiena, siamo proprio dentro ad un documentario!
Lì sono già arrivati altrettanti erbivori che pascolano in questa pianura sconfinata, centinaia di migliaia di animali, un tappeto fino all’orizzonte, apparentemente senza fine!
Quant’è grandiosa la natura!
Imbocchiamo la strada per la zona di Gol Kopjes, zona meridionale del serengeti, disseminata da questi erbivori, ci facciamo largo tra questi stupendi animali, poco dopo troviamo al ridosso della strada due leoni maschi che pisolano sotto i caldi raggi solari, attorno al loro un cerchio immaginario di qualche centinaio di metri li divide dagli erbivori, la distanza di sicurezza che questi ultimi mantengono!
La savana in questa zona è punteggiata qua e la da grossi massi granitici dove riusciamo a scorgere due splendidi ghepardi e una leonessa.
A pranzo parcheggiamo sotto un'acacia al ridosso di questi enormi massi granitici, qui abbiamo fatto i primi passi "felpati" fuori dalla jeep... eravamo a casa del leone ed una certa soggezione era d’obbligo, come se stessimo sondando un nuovo luogo in una terra sconosciuta e insidiosa da un lato ed estremamente affascinante ed accogliente dall’altro. Si dice che l’Africa sia la terra madre che ha dato origine alla specie umana, noi in quel momento nonostante potesse spuntare un predatore all’improvviso da qualsiasi parte (e con tutti i diritti) ci siamo sentiti davvero a nostro agio, quasi abbracciati da questa natura incontaminata. Sono emozioni forti che ti rimangono dentro, ogni giorno il mio pensiero è rivolto a quel paese lontano, al fascino di quella natura ancora non intaccata dall’uomo, dove le pianure sembrano non avere una fine, percorrere km e km e continuare a vedere solo natura!
Il pomeriggio prosegue meravigliosamente, scorgiamo una mamma ghepardo con i suoi due cuccioli, avvoltoi, aquile, una piccola tartaruga di terra, e il famoso (per averlo visto più volte nei documentari) scarabeo con la pallina di sterco di elefante che la fa roteare per trasportarla.
Abbiamo trascorso solo un giorno al serengeti e ci sentiamo decisamente appagati ma restiamo ancora assetati d’avventura!
Ci dirigiamo nella zona centrale denominata Seronera, troviamo un piccolo lago dove vi sono ippopotami immersi e giraffe che si abbeverano. Proseguiamo fino ad arrivare al Seronera Wildlife Lodge dove trascorriamo la notte.
Il giorno si parte prima dell’alba per tentare di avvistare gli ippopotami fuori dall’acqua e il leopardo. L’ippopotamo lo vediamo ma del leopardo nessuna traccia.
Torniamo al lodge per la colazione e poi via si riparte per il territorio Seronera, oggi missione leopardo!
Qui non vi sono tutti gli erbivori che abbiamo visto a Gol Kopjes, Max ci spiega che due settimane prima li avremmo trovati tutti qui. Qui notiamo iene, bufali, tante giraffe, una leonessa, facoceri con i cuccioli, gazzelle, dic dic, impala, facciamo tappa all’Ippo Pool dove il fiume Orangi crea due grandi pozze d’acqua dove risiede una grande quantità di ippopotami, da queste parti notiamo anche qualche piccolo coccodrillo.
Proseguiamo tornando verso il lodge e finalmente avvistiamo lui, il leopardo! E’ ai piedi di un’acacia tra una fitta erba, si intravede appena, poi si alza… ma con lui c’è qualcos’altro… una preda appena catturata! Assomiglia ad una gazzella, le prende e la porta sulla sommità della chioma dell’acacia!
Uno spettacolo unico! Persino la nostra guida rimane sorpresa, non gli era mai capitato di vedere un leopardo che portasse la preda in cima all’albero!
Che sfacciata fortuna! E che spettacolo questa Tanzania!
A pranzo torniamo al lodge, siamo ancora entusiasti di quanto appena visto, riguardiamo mille volte le foto, siamo davvero contenti!
Il pomeriggio ci spostiamo verso la zona di Moru Kopjes, famosa per la presenza di felini.
E’ un luogo ancor più isolato, sembra proprio che qui l’uomo non ci ha mai messo piede, mette quasi un po’ di soggezione, sono sensazioni che si imprimono nella nostra mente e il nostro cuore sembra battere più forte!
Facciamo tappa al lago Magadi, un lago salato dove notiamo un grosso teschio di ippopotamo.
Proseguendo nel difficoltoso percorso molto infangato riusciamo ad vedere qualche leonessa.
La notte la trascorriamo ancora al Serone Wildlife Lodge, il giorno dopo a fine mattinata ci attende il volo per l’isola di Mafia, il safari volge al termine.
Il mattino dopo di buon ora usciamo, percorriamo la zone del Seronera per scovare gli elefanti che qui al serengeti si son fatti desiderare. Troviamo bufali, giraffe, sciacalli, e tanti altri animali ma dell’elefante nemmeno l’ombra. Notiamo però il loro passaggio, quasi devastante, ci sono zone dove si notano alberi di piccole e medie dimensioni letteralmente rasi al suolo, morti, con i rami spezzati. E’ il segno del passaggio di un branco di elefanti che durante i loro pasti non fanno complimenti abbattendo centinai di alberi. Impressionante!
Il destino ci regala anche la visione di una strisca che attraversa la strada, sono formiche, ci fermiamo per osservarle da vicino. Notiamo che creano un tunnel semicircolare realizzato con loro stesse, Max le chiama formiche soldato, le quali proteggono quelle “nobili” e quelle più giovani che scorrono al loro interno. Incredibile ma vero!
La mattinata si conclude con l’avvistamento di un branco di leoni con qualche leoncino, dopodiché via verso l’aeroporto del Seronera.
Ringraziamo la gentilezza e la professionalità di Max, dobbiamo a lui tutta la fortuna che abbiamo avuto nel scovare tutto quanto possibile, inclusi i famosi big five.
Guardo Anna, un po’ triste, e le chiedo: “Ma cosa ci andiamo a fare al mare?”
L’entusiasmo e le sensazioni che ci aveva trasmesso il safari aveva messo in ombra il seguito della nostra vacanza dedicata al mare.
Atterrati a Mafia notiamo subito che si tratta di un’isola molto selvaggia, non esistono strade asfaltate, le case sono quasi tutte interamente con telaio di bastoni tamponate con terra, qui constatiamo quando siano distanti dal nostro modo di vivere.
Raggiungiamo il Big Blu diving, che dispone di tre bungalow sulla costa sud-est, nella Cole Bay. Il lodge si presenta subito molto più spartano di quello che immaginavamo, l’igiene nei pasti viene un po’ a mancare, non vi è elettricità se non grazie ad un generatore elettrico che solo alla sera rimane acceso per circa 3-4 ore.
Mafia risente notevolmente delle maree, pertanto buona parte della giornata risulta impraticabile la balneazione, nonostante tutto non vi sono molte condizioni invitanti per la balneazione nelle ore di alta marea, l’acqua non è del tutto limpida e il fondale è un misto di sabbia-fangosa. La spiaggia lascia desiderare, l’unico punto carino è di fronte al Mafia Island Lodge, a 100 mt dal nostro.
Qui avremo 5 giorni, li dedichiamo tutti alle immersioni e alle escursioni dedicate allo squalo balena e all’isola di Mange. Il Big Bluè un Diving organizzatissimo grazie alla leadership di Mario ed alle gentilissime guide Mattia e Nicola che ci accompagnano ogni giorno alla scoperta di meravigliosi fondali.
L’isola infatti è indicata quasi esclusivamente per coloro che praticano la subacquea, la visibilità non è eccezionale ma comunque non mancano bellissimi incontri con pesci napoleone, grosse cernie, carangidi, molti pesci pagliaccio, pesci scorpione, pesci angelo, pesci farfalla, murene, aragoste, pesci palla e tanti altri con il fondale ricoperto di coralli di tantissime specie.
L’escursione dello squalo balena è davvero bella ed entusiasmante per chi, come noi, rincorreva il sogno di nuotarci a fianco! Ne abbiamo visti tre, l’esemplare più grosso sarà stato sui 5 mt. La ricerca dello squalo va fatta di fronte al paese di Kilindoni, nella costa sud-ovest, dove tra dicembre e febbraio si radunano per nutrirsi del plancton, peccato che la visibilità e la trasparenza dell’acqua in questa zona lasci un po’ desiderare.
Un’escursione da non perdere è quella di Mange, un banco di sabbia in mezzo al mare dove poter praticare snorkeling, immersioni o dedicarsi al totale relax crogiolandosi al sole. E’ un posto da sogno!
In quest’isola non vi è nulla da fare, il tempo sembra non passare mai, i ritmi non sono lenti ma fermi a tal punto che 5 giorni ci sembrano 10! Probabilmente ne bastavano meno!
Si riparte per l’ultima tappa, Zanzibar, destinazione costa sud-est dove le informazione raccolte ci parlavano di pace assoluta e bellissime sfumature del mare. Infatti riscontriamo quanto letto, si tratta di un piccolo villaggio dove i grandi resort sono assenti, vi sono solo piccoli lodge.
Noi abbiamo prenotato al Kipepeo, che però ci ha lasciato parecchio delusi. Proprietario un italiano, assente… eravamo gli unici clienti, il manager era un ragazzino di appena 21 anni. Il black out che si è verificato il mese precedente sulla corrente elettrica in tutta Zanzibar persiste ancora, fortunatamente il lodge è dotato di un generatore elettrico precario che accendevano qualche ora di sera.
Dagli accordi in sede di prenotazione e dalle informazioni prese sui tanti forum ci aspettavamo un piccolo Lodge a gestione italiana, la realtà ci ha mostrato un graziosissimo lodge dove di italiano non c’era nemmeno l’ombra. Come avevamo letto di altri posti quando il proprietario, o chi per lui, è assente molte cose possono non funzionare come dovrebbero, ed è stato proprio così.
Abbiamo fatto la famosa escursione Blu safari, sicuramente un’escursione da cui ci aspettavamo di più. Si tratta di un tour in barca presso un banco di sabbia dove si sosta, pieno di altra gente, e poi si fa tappa in un’isola dove si mangia pesce e frutta. Non crediamo che questa escursione meriti un nome così bello!
A Jambiani abbiamo trovato carino la Villa de Coco, un altro lodge ben più organizzato ed attrezzato, gestito da italiani. Altro lodge interessante è stato il Blu Oyster, proprietà tedesca, ma si presenta molto carino e curato, in cui abbiamo apprezzato il pranzo.
Zanzibar per una serie di motivi non ci ha entusiasmato, tra disguidi e imprevisti con il Kipepeo, l’escursione tanto conclamata ma rivelatasi scadente, le maree non permettono la tranquilla balneazione, se poi a tutto questo ci mettiamo che provenivamo da uno spettacolare safari… bè anche questo è stato complice nel mettere in ombra tutto il resto!
Per concludere vorrei spendere altre due parole a quello che ci ha senza dubbio scalfito l’anima, il Safari. Il nostro modesto consiglio è di impostare la vacanza prevalentemente sul safari, si tratta di un’esperienza senza precedenti, è stata capace di cancellare la sfrenata voglia di mare che da sempre risiede dentro di noi.
Oggi posso affermare che è stata la più grandiosa esperienza di viaggio di tutta la mia vita!
Spesso penso a quanto vissuto quasi per miraggio sembra che mi appaia davanti quella pianura infinita, ricca di una vita forte, rigogliosa, palpitante, il vero cuore d’Africa!
Grazie Tanzania!
Riccardo e Anna