Subito “dietro” Genova: Turchino e Faiallo!

La Liguria che non ti aspetti…

L’occasione di incontrarsi con un caro amico, Leandro, per parlare di Ci Sono Stato e dei mille progetti che gli ruotano intorno si è ben presto trasformata in un pretesto per accrescere la nostra conoscenza della Liguria, precisamente dei dintorni di Genova.
Ne siamo usciti con un quadro sorprendente, quanto più lontano dallo stereotipo ligure: sono bastati pochi chilometri per scoprire un paesaggio entusiasmante, quadri d’alta montagna a soli 1000 metri d’altezza, col mare lì sotto e “Zena” che fa l’occhiolino tra le nubi.
Eppure la Liguria è anche e soprattutto questo: terra di mare, sì, ma quasi strappata dal mare alla montagna; l’entroterra ha una sua dimensione particolare e va conosciuto e vissuto.
La nostra meta, giusto un tocca e fuggi di una giornata, sono stati i passi del Turchino e del Faiallo; se il nome del Turchino è in qualche modo noto ai più, il Faiallo è, almeno per noi, assolutamente sconosciuto e davvero meritorio di essere visto.Da Genova Voltri abbiamo imboccato la strada che attraverso l’abitato di Mele porta al passo del Turchino; una salita di circa 12 chilometri che porta a quota 532 metri.
Dobbiamo dire che il passo del Turchino, favoleggiato come luogo mitico nel nostro immaginario, forse perché un tempo era determinante per l’esito della Milano – Sanremo, non offre alcuna particolare attrattiva; la strada sale attraverso boschi, i sacri testi del ciclismo riportano che “la pendenza è costante e può essere affrontata con il 21 - 23”: c’è da porre un po’ d’attenzione ai “centauri” che affrontano questa strada, molto apprezzata da motociclisti a volte invero un po’ spericolati.
Subito dopo il Turchino si incontra la deviazione per Cappelletta di Masone; a 642 metri di altezza, è un gruppo di case tradizionali e prima dell’avvento del turismo di massa era una delle tante località dell’entroterra ligure meta di scampagnate e villeggiatura estiva dei genovesi. La Chiesetta, risalente ai primi del Seicento e dedicata al Santissimo Nome di Maria, fu edificata nel luogo in cui trovò salvezza da una banda di briganti un contadino di nome Macciò (è uno dei cognomi più comuni della zona di Masone - Rossiglione - Campoligure), evento ritenuto miracoloso. La devozione popolare aumentò dopo la vittoria dei Genovesi sui Savoiardi nel 1625 e alla fine della pestilenza del 1657 dalla quale Masone rimase indenne.
Oggi il luogo spicca per la sua amenità e per la pace che ispira, immerso tra dolci verdi declivi; se vogliamo nulla di eccezionale, ma un bellissimo ambiente dove magari cercare un po’ di frescura fuggendo da Genova nei giorni estivi.
Sempre nei pressi del Turchino, già sulla strada che porta al passo del Faiallo, si trova il Sacrario dei martiri del Turchino; durante la Guerra di liberazione il luogo fu teatro di intensa attività da parte dei partigiani e, di conseguenza, di rappresaglia da parte delle truppe naziste: il 19/5/1944 vennero trucidati 59 detenuti politici prelevati dal carcere genovese di Marassi.
La strada che porta al passo del Faiallo è molto panoramica e costruita tutta “in costa”.
Il lato della strada del Faiallo che prospetta il mare è molto dirupato ed è solcato da torrenti quali il Cerusa, il Leira e il Lerone. Essendo caratterizzati da una forte caduta d’acqua, le rive erano l’ideale per l’impianto di cartiere: per un verso l’acqua serviva per l’immersione degli stracci nelle vasche di pietra denominate “pille”, per l’altro muoveva la ruota idraulica che tramite l’albero a camme azionava le mazze che li pestavano per trasformarli in poltiglia. Successive operazioni portavano alla produzione di carte di differenti qualità. Documenti del 1424 già parlano della presenza di cartiere nell’entroterra di Voltri, in località quali Fado, Mele, Acquasanta. L’industria andò in crisi irreversibile a fine Ottocento con l’ampliamento dei mercati e l’avvento di tecnologie più moderne. Oggi sono ancora presenti gli edifici, alcuni riconvertiti e altri in rovina; all’esterno di alcuni, talvolta ormai sepolte nella vegetazione, si possono ancora scorgere le pille.
La strada è panoramicissima e l’occhio spazia dal mare ai monti; a farci compagnia la sagoma inconfondibile del Bric del Dente (1107 metri) singolare e bella vetta che può essere raggiunta con 40’ di erto sentiero a partenza dalla strada.
La zona del passo è caratterizzata da bei prati intervallati da ampie faggete; alcune aree sono attrezzate per pranzi al sacco e pic-nic.
Il passo del Faiallo costituisce una tappa della splendida Alta Via dei Monti Liguri, che va da La Spezia a Ventimiglia, (400 km. circa), un piacere per chi ama panorami mozzafiato e splendide ed inconsuete visioni.
Qui il clima è mutevole e la presenza dello spartiacque così a ridosso del mare crea le condizioni climatiche favorevoli all’insorgere di un inconsueto quanto spettacolare fenomeno: il “gaigo” cioè la nebbia, così denominata nella zona del crinale Passo del Faiallo (m. 1050) – Monte Reixa (x pronunciata come il francese J, in genovese reixa sta per radice, m. 1182) – Monte Beigua (m. 1287).
Anche nelle giornate più limpide, d’improvviso, la nebbia inizia a salire dal basso verso il crinale e porta con sé visioni da fiaba, creando di volta in volta scenari ovattati e singolari: attenzione perché spesso a questo fenomeno si accompagna un repentino calo della temperatura anche di diversi gradi!Anche qui siamo stati spiazzati: cancellate d’un colpo le aspettative che avevamo e rimpiazzate con un qualcosa di “diverso” dall’atteso, ma non per questo meno gustoso.
Chiariamo subito una cosa: la cucina è “di terra”, di montagna; i vini (ti aspetteresti i classici bianchi liguri) è più facile che arrivino, rossi e corposi, dal vicino Piemonte, ad accompagnare una cucina sostanziosa, schietta e sincera.
Ecco così gli antipasti a base di salumi, i ravioli, davvero squisiti (a me hanno ricordato in qualche maniera i tortelli versiliesi), le pappardelle al sugo di lepre, i tagliolini ai funghi… ma il basilico, il pesto? Eccolo, ad accompagnare però delle insolite lasagne, dal gusto veramente ottimo.
Tra i secondi piatti un impareggiabile cinghiale accompagnato da polenta e cima alla genovese.
Abbiamo pranzato presso la trattoria “Adriana” (Tel. 010/926022) a Cappelletta di Masone, una trattoria molto alla buona, con un ragionevolissimo rapporto qualità – prezzo.Faiallo proviene dal latino Fagus, faggio, con la desinenza finale –allo, che indica una grande quantità. Il nome si riferisce ai circostanti boschi di faggi. In documenti ottocenteschi il Passo del Faiallo è citato come “Cian de toe” (piano delle tavole) perché sulla radura erano accatastati i tronchi degli alberi tagliati. Dal passo venivano trainati lungo le mulattiere che scendono al mare per essere smistati ai cantieri navali; sul tratto di sentiero tra il Faiallo e il Passo della Gava (m. 752) in certi punti sono ancora visibili i solchi prodotti sui massi del selciato dai numerosi passaggi.

4 commenti in “Subito “dietro” Genova: Turchino e Faiallo!
  1. Avatar commento
    sole
    26/11/2007 21:33

    Sono una Masonese, Grazie è molto ben descritto...e.. ciangio è un pò di parte.. battere Adriana è un pò dura.... ciao

  2. Avatar commento
    ciangio
    04/09/2007 23:36

    Anch'io sono un Masonese,il racconto è interessante ma se andavi alla trattoria che è vicino alla chiesetta ,mangiavi meglio ciao

  3. Avatar commento
    Chiara
    23/06/2004 16:46

    Sono una masonese ed adoro la zona della Cappelletta e del Faiallo...

  4. Avatar commento
    Cedad
    08/06/2004 18:03

    Interessante e ben presentato. Grazie

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