Provenza: les Calanques e Porquerolle

Lo spettacolo della Costa Azzurra in dicembre, lontano dai clamori del turismo mondano

Un bianco abbagliante, punteggiato di verde e solo mitigato dal rosa dell’erica, si tuffa in un blu profondo dalle sfumature caraibiche o meglio “corse”. Questo è il tema dominante di quattro giorni trascorsi sui sentieri delle Calanques della Provenza meridionale, là dove la Costa Azzurra si sveste dell’abito da sera ed indossa i panni più riservati, ma non meno importanti, di ambienti silenziosi e frequentati da chi ama vivere nella natura, severa nei percorsi, ma dolce nell’insieme.8 - 11 dicembre 2011
Il primo giorno è caratterizzato dal Mistral (Maestrale) che con le sue folate ci consiglia di invertire il programma iniziale (era prevista la visita all’Isola di Porquerolle). Ci dirigiamo quindi verso la Sainte Baume, cioè un imponente massiccio di calcare bianco che si distende in verticale per tutti suoi 1194 mt. dalla pianura sottostante.
Secondo la leggenda, in un’ampia grotta si rifugiò Maria Maddalena dopo lo sbarco sulla costa vicino a Marsiglia. Qui la portarono gli angeli e vi trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita, in eremitaggio.
La grande grotta (purtroppo contenente statue ottocentesche) è affiancata da un convento passato sotto il controllo di diversi ordini monastici dal 415 d.c. ad oggi. Sconsacrato durante la Rivoluzione Francese è ora custodito dall’ordine dei Domenicani.
È suggestivo in quanto dal basso sembra incollato direttamente sulla parete rocciosa, apparentemente senza vie di accesso.
In realtà due diversi sentieri lo raggiungono, uno riservato ai Re più agevole, ed uno riversato ai “poveretti” più ripido e sconnesso. Noi naturalmente percorriamo il secondo e non perché non siamo dei Reali, ma perché paesaggisticamente migliore, con visuali che spaziano fino alla costa dopo aver attraversato d’un balzo la pianura dolcemente ondulata e ben coltivata.
Attraversiamo quindi la Sacra Foresta e dopo la doverosa visita a Grotta e Convento, proseguiamo il nostro sentiero che costeggia il bastione roccioso, fino a raggiungere la cima che si presenta piatta (tipo la nostra Pietra, ma di sola roccia) con vista a 360° dalle Alpi Marittime ad un mare che in controluce sembra una colata di oro puro. Su uno sperone di roccia a strapiombo ed esattamente perpendicolare alla Sainte Boume, sorge “Le Saint Pilon” cioè una piccola Cappelletta, senza alcun valore artistico, ma solo religioso, dedicata alla Maddalena, dove pare che gli Angeli la portassero nei giorni immediatamente precedenti la sua morte. Il forte vento ci costringe a camminare con molta cautela e a volte ad attaccarci a qualche altra persona, per prudenza riprendiamo il sentiero di discesa e questa volta facciamo i nobili e percorriamo la Strada dei Re.

Il secondo giorno finalmente LES CALANQUES!
Dai sobborghi di Marsiglia partiamo a piedi, le mete di oggi saranno les Calanques de Sormiou, Morgiou e Sugiton con arrivo all’Università di Luminy.
Les Calanques non sono, come pensavo, le falesie rocciose che si tuffano in mare, ma i fiordi che nel corso dei millenni l’acqua ha scavato erodendo la roccia di calcare relativamente tenero. Il nostro percorso inizia immerso in una distesa di erica fiorita nelle tonalità del rosa, bianco ed amaranto, tutti i colori sono resi più violenti dal bianco del calcare che cattura e riflette la luce solare. Capisco perché in piena estate questi sentieri rimangono chiusi agli escursionisti, oltre al notevole pericolo degli incendi, deve essere allucinante camminare sotto il sole a picco in mezzo a questo candido lenzuolo di pietra.
Tutti i percorsi di questi quattro giorni saranno un continuo saliscendi con dislivelli vari (oggi saremo graziati con circa 600 mt. in salita e relativa discesa). Si scende al livello del mare nelle piccole spiagge che chiudono il fiordo, poi si sale sulla cresta della falesia e mentre un fiordo ci saluta con le sue acque che la roccia bianca, disgregata in fine sabbia, sfuma in mille diverse tonalità di azzurro, ecco che subito ne compare un altro ancora più bello ed invitante.
Il sentiero sale molto e molto in fretta, ma ne vale la pena, lo sguardo è costantemente catturato da tutto ciò che ci circonda, isole che prima erano nascoste alla nostra vista compaiono improvvisamente mano a mano si sale; emergono dal profondo blu e si confondono tra mare e cielo e con la luce solare che cambia, sembra che si allontanino diventando diafane presenze sull’orizzonte.
Sulla cresta, tra i fiordi di Morgiou e Sugiton, compare davanti a noi un apparente isola punta estrema della falesia. Mentre ci avviciniamo al punto più alto, vediamo che si tratta in realtà di una penisola o meglio un piccolo promontorio sul quale si scorgono i resti di una fortificazione militare che andiamo a visitare dopo una ripidissima discesa che ci porta alla base del promontorio.
Sugiton con il suo piccolo nucleo di case, il suo porticciolo ricco di imbarcazioni, ci attende con una meritata sosta in una delle sue calette ed una intrepida bagnante osa sfidare le acque, per nulla calde, per una nuotata fuori stagione.
Si riparte su un sentiero a mezza costa in direzione Luminy, ma per non farci mancare nulla, dobbiamo prima superare un passaggio roccioso con catene, mentre alle nostre spalle la Grande Candelle, un alto pilastro di calcare che precipita in mare, si mostra in tutta la sua svettante bellezza, promettendoci una splendida giornata per l’indomani.
Luminy è raggiunta, ma la giornata non è terminata e vedendo gli autobus metropolitani che attendono nell’area parcheggio, si decide in un gruppetto di andare a vagabondare per la parte vecchia di Marsiglia, dove arriviamo mentre il tramonto fa arrossire il cielo e tinge di indaco il vecchio porto.
Le luci si accendono sulle viuzze antiche e sulle piccole piazzette addobbate per l’imminente Natale, mentre noi, curiosi come bambini, nel cercare un negozietto non per turisti, arriviamo in un complesso molto bello: Hospice de la Charité. Si tratta di una grossa struttura un tempo dedicata a ricovero (come indica il nome) completamente restaurata dopo la guerra ed ora adibita a luogo di cultura.

Il terzo giorno ci attende la tappa più tosta. Il nostro pullman ci porterà fino a Cassis da dove partiremo per attraversare la splendida zona che va dalla Calanque di Port Miou, Port Pin, Calanque di En Vau, la Falaise de Devenson con la Grande Candelle ed arrivare infine ancora a Luminy.
Saranno circa 16-17 Km con circa 1000 mt. di dislivello tra panorami aerei da sballo, con lunghe discese a livello del mare ed altrettante risalite a livello cresta. Se è possibile qui les Calanques sono ancora più belle, perché le pareti rocciose sono un susseguirsi di guglie, pinnacoli e buffe formazioni erose dal vento, mentre lo sguardo si perde nel panorama ad ampio respiro offerto dalla costa in tutto il suo insieme.
Partiamo da Cassis, località nella quale si respira aria di vacanze da VIP, con tanto di villa sull’alto della costa e posto barca nella fine del fiordo sotto casa. Attraversiamo un bel bosco di vegetazione mediterranea ed un tratto di bassa falesia con i caratteristici pini domestici i cui tronchi si protendono verso il mare addomesticati dal vento. Poi come sempre si sale e le tracce di presenza umana scompaiono (per fortuna non i segni del sentiero) per lasciare il posto ai silenzi della natura. La brezza marina ci accompagna in una splendida giornata limpida e presto il nostro abbigliamento si alleggerisce fino a diventare quasi estivo.
L’allegria accompagna il gruppo e quando scendiamo alla spiaggia che sembrava così lontana dall’alto della falesia, si vede chi ha il fisico: ben due nostri baldi compagni di viaggio si tuffano nelle chiare, “fresche”, non troppo dolci acque per una rinvigorente nuotata.
Si risale ed ora si fa sul serio, ci attende la Grande Candelle ed il lungo percorso di avvicinamento. E’ inutile dire che ad ogni tratto di cresta percorsa si presentano angoli panoramici da fotografare, ma, come sempre accade, le foto più belle saranno quelle che rimarranno nella nostra memoria, gli scatti per quanto belli serviranno a rispolverare i ricordi, i profumi, le sensazioni che abbiamo vissuto.
L’immenso candelone sembra così vicino, ma non si arriva mai, poi finalmente compare il pianoro che sta ai piedi del roccione e mente appoggiamo gli zaini per una meritata sosta, il pilastro nero contornato dalla luce solare mostra delle piccole figurine che a strapiombo sul mare lo stanno scalando con la lentezza ed il rispetto dovuti.
Sotto di noi si riaffaccia la spiaggia e il complesso di case e barche di Sugiton, già raggiunto ieri, che nella luce del tramonto assumono una colorazione languida e dolce.
Non contenti di quanto già fatto, compresa la discesa su ghiaione lungo un pendio molto ripido, si decide di salire al Belvedere per goderci un tramonto indimenticabile.
Continuo a fotografare il mutare dei colori, mentre il sole si abbassa sull’orizzonte, fino ad immergersi completamente nel mare che si trasforma in una lastra di rame fuso, mi aspetto da un momento all’altro il famoso Raggio Verde, ma mi accontento di questa suggestione ed emozione che solo certi luoghi sono capaci di suscitare.
Nel silenzio di un sentiero ormai avvolto nel buio ed ancora con gli occhi pieni dei caldi colori di questo magico tramonto, raggiungiamo la nostra meta e ci prepariamo per l’ultima avventura.
Ci attende l’Isola di Porquerolle. Tante volte ho sentito pronunciare questo nome come sinonimo di isola mediterranea molto bella e dalle caratteristiche quasi tropicali, per cui mi incuriosisce ancor di più vederla nella versione più vera, cioè senza l’assalto della massa dei turisti estivi.
Si parte da Hyères (del cui arcipelago fa parte l’isola di Porquerolle) e con pochi minuti di traghetto si raggiunge l’isola.
Va detto subito che entriamo in una zona di completo rispetto naturale, su tutta l’isola non si può fumare e soprattutto non è consentito raccogliere alcun che della vegetazione locale sottoposta stretto vincolo.
Il paesino che ci accoglie ha l’aria sonnolenta di chi si sta riposando dopo un’intensa attività fisica. Ma se la fauna umana è scarsa, la flora è un tripudio di colori e di forme. Sembra strano nei primi giorni di dicembre trovare tante varietà di fiori dai colori sgargianti, bignonie con sfumature lilla, altri tipi di cui non conosco il nome, ovviamente bouganville ovunque, poi ci si addentra nella foresta che ricopre l’isola e qui il corbezzolo la fa da padrone formando in alcuni tratti delle vere e proprie siepi. Visto che il Natale è vicino, anche la natura ha preparato il proprio albero che al posto dei balocchi colorati ha i variopinti e succulenti frutti contornati dai delicatissimi fiori bianchi della nuova prossima stagione. Compare una piccola isola apparentemente non raggiungibile, ma con l’ingegnosità dei nostri compagni di viaggio ecco un improvvisato ponte che ci porta su questo spuntone di roccia rossa e corrugata che si protende in mare, con un’atmosfera da isola abbandonata. Non oso immaginare che ressa ci sarà in estate.
Raggiungiamo quindi la spiaggia più bella dell’isola, chiamata la Spiaggia d’Argento per la sua sabbia bianca ora quasi ricoperta di posidonia portata dalle mareggiate. Mi piace molto. Forte il contrasto tra le strisce di colore formate dal verde intenso della foresta che finisce quasi in mare, il bianco della sabbia ed il colore azzurro sfumato di un mare pulito ed invitante.
Lungo tutto il percorso vediamo diversi aspetti dell’isola, i tratti coltivati a vite ed i cavalli che ci parlano di vita vissuta tutto l’anno, magnifici angoli di coste scoscese di roccia ricoperta dalla vegetazione che si tuffano a picco sul mare e la zona più dedicata al turismo con le case che attendono la prossima stagione balneare.
Purtroppo il traghetto deve ripartire ed anche la nostra bella escursione in terra di Francia volge al termine.

Siamo stati graziati da quattro giorni di tempo ottimo che ci ha permesso di vivere serenamente questi luoghi nel periodo, a mio parere, migliore dell’anno. La compagnia, come sempre, è stata ottima, anzi direi perfetta, quindi, con una punta di nostalgia, chiudiamo questo capitolo, apriamo una nuova pagina ed arrivederci alla prossima uscita.

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