Preci, borgo medievale nel parco dei Monti Sibillini

Delizioso tour eno-gastronomico-culturale nell’Umbria più celebrata ma anche in quella a torto definita “minore”

Sentite il bisogno di “staccare-la-spina” alla grande? Fate come noi.
Partiamo di buon mattino e puntiamo il muso della macchina in direzione Nord, la nostra meta è Preci, borgo medievale immerso nel parco naturale dei Monti Sibillini.
Io e la mia compagna Tamara siamo appena tornati da un tour lungo 15 giorni nella Provenza ed attraverso la Camargue ci ha portato fino a Carcassonne, così abbiamo deciso di regalarci alcuni giorni di completo relax al fresco.
Scegliamo di andare a Preci a trovare quiete, frescura e, da buongustai, a degustare ottimi menù gourmet.
E così lasciata Roma prendiamo la Roma-Firenze, usciamo ad Orte e prendiamo la superstrada E 45 che ci porterà a Terni, poi la strada Valnerina fino a Preci.

Itinerario

1° giorno
Preci è un comune piccolo suddiviso in due borghi, Preci Alto e Preci Basso, completamente circondato dalla verde Valnerina, senza il minimo segno di traffico o caos cittadino e si trova ad un'altezza di quasi 600 metri, quindi aria sopraffina.
Andiamo a dormire all’Hotel Agli Scacchi: situato a Preci Alto, è ricavato da un vecchio edificio cinquecentesco appartenente alla prestigiosa famiglia Scacchi, celebri chirurghi di fama europea del XVI e XVII secolo.
L'intervento di restauro ha conservato le principali caratteristiche architettoniche della casa patrizia e quindi ambienti spaziosi, collocati su piani sfalsati, giardino esterno e gradevole piscina dove prendere il sole, leggere i giornali e consumare un aperitivo, nel giardino esterno c’è anche uno spazioso patio dove gustare la cucina locale preparata dai proprietari.
Ci sistemiamo in camera e già aprendo la finestra ci gustiamo la veduta: una cartolina con vista sulla Valnerina, tutto intorno un susseguirsi di piccole valli e verdi colline.
Ma già è ora di pranzo e ci aspettano le fettuccine fatte in casa al tartufo.
Nel pomeriggio relax completo e passeggiata nel borgo di Preci Alto, interamente ricostruito a seguito del terremoto del settembre del 1997; il borgo appare come una location di un film, tutto è stato ricostruito riproducendo nel minimo dettaglio l’architettura di un tempo, ora come allora.
Dovete pensare a un borgo dove le strade sono in realtà lunghe, piccole scalinate in granito (all’interno del borgo è impossibile circolare in auto che si lascia in appositi parcheggi) che sfociano in altrettante piccole e graziose piazze, i palazzotti d’epoca, tutti finemente restaurati, hanno ancora ben visibili gli stemmi delle famiglie del tempo che fu.
E dato che il borgo alto sorge sulla vette di una collina di 600 metri lo sguardo verso il panorama è a 360°. Semplicemente splendido.
Qui a Preci si digerisce in fretta e quindi aperitivo a bordo piscina, ottima cena, stavolta è il turno di una bella trota salmonata al gratin, e tutti a nanna.

2° giorno
Preci offre dintorni assai gradevoli da visitare, tutti molto vicini tra loro.
Dopo aver passato la mattinata in piscina e gustato il pranzo, decidiamo di andare a Norcia, lungo la strada ci fermiamo a visitare l’abbazia di Sant’Eutizio, dove si radicò la vocazione monastica di San Benedetto.
Il complesso dell’abbazia si affaccia su due cortili, il primo, più ampio, nel quale domina la chiesa è meravigliosamente ingentilito da due splendide bifore trecentesche.
Nel secondo cortile, ad ornamento di una fontana, è stata posta una transenna in pietra, scolpita a losanghe, riferibile del ‘700 e appartenente alla antica chiesa dedicata alla Vergine.
Molto suggestive sono le grotte dove si ritirarono S. Eutizio e S. Fiorenzo, scavate nello sperone roccioso che sovrasta, a picco, l’abbazia e sulla cui sommità venne poi eretto il campanile.
Appena qualche chilometro più avanti, proseguendo in direzione di Norcia, presso la località Campi, ci fermiamo alla chiesa di S. Salvatore che troviamo eccezionalmente aperta, infatti la stanno preparando per un matrimonio che avverrà il giorno dopo.
La chiesa è una delle più significative architettoniche del territorio, con la sua facciata a timpano nella quale spiccano due portali d’ingresso e due rosoni finemente lavorati, l’interno è per metà completamente bianca, l’altra è completamente affrescata.
Altra piccola deviazione a ci arrampichiamo su per la montagna per arrivare al castello di Campi o Campi vecchio, antico borgo arroccato che merita una visita per apprezzare l’attento restauro e la sorprendente vista che si gode da lassù.
Arriviamo finalmente a Norcia, circondata dalla mura di cinte integre, all’interno delle quali si snodano stradine (è isola pedonale) che ospitano le famose “norcinerie” dove si trovano prodotti d’eccellenza come il prosciutto, i salumi di ogni tipo (compresi i famosi coglioni di mulo), i formaggi, il ciauscolo, l’olio pregiato per non parlare dei vini - su tutti il Rosso di Montefalco - ed il prezioso tartufo nero, vera specialità locale, da non confondere con lo scorsone che è un tartufo estivo, meno pregiato ma sempre ottimo.
Le stradine portano alla piazza principale ed intorno alla statua dedicata al Santo Patrono, fanno da cornice: la Castellina sede del Museo Civico e Diocesano, il Palazzo Comunale, la Basilica di S. Benedetto nella cui cripta sono conservati i resti di un antico edificio romano identificato dalla tradizione con la casa paterna dei Santi gemelli Benedetto e Scolastica ed il Portico delle Misure costruito intorno alla metà del 1500 come mercato al coperto dei cereali.
Inevitabile non comprare prodotti locali che ri-gustati a Roma ci riporteranno con la mente qui.
Con tutti quegli odori e quei sapori gustati all’interno delle norcinerie, non vediamo l’ora di sederci a tavola e gustarci la nostra cena al fresco sotto il patio, si aprono le danze con delle pappardelle al cinghiale…

3° giorno
Spoleto città medioevale, dove è frequente che un palazzo abbia il prospetto anteriore in una via ed quello posteriore in un’altra (es. Palazzo Comunale, Palazzo della Signoria, Palazzo Rosari-Spada) o che la stessa casa abbia per i piani bassi e per quelli alti ingressi a strade diverse o in diversi piani.
Salendo si arriva al Duomo, bellissimo in stile romanico ricco di rosoni, nicchie, mosaici, affreschi e diverse cappelle. Nell’ampio spazio della piazza in estate vi si può assistere a vari concerti (rinomata anche per il famoso “ Festival dei due Mondi “).
Vi è una tortuosa salita a senso unico che collega Piazza Garibaldi al centro storico. Punto focale della città la Rocca di Albornoz che fu sede dei governatori papali ed il Ponte delle Torri, complesso monumentale di rara bellezza e forte impatto visivo.

4° giorno
La lettura dei giornali di buon mattino a bordo piscina e con i piedi a “mollo” è obbligatoria, solita fettuccina al tartufo e nel pomeriggio ci aspetta Visso, che raggiungiamo con la strada Valnerina che si snoda attraverso le Gole omonime, un incantevole centro montano che sorge proprio sul confine tra l’Umbria e le Marche.
Le imponenti mura, i balconi medievali, i portali in pietra arricchiti di motti latini e stemmi di famiglia, fanno da cornice ad una bella piazzetta dove troviamo che si svolge un mercatino dell’antiquariato.
E si riparte per Roma,riposati ed un po’ acculturati.

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