L'esperienza negli gli stati del New England è stata per quanto mi riguarda qualcosa più di una vacanza; sono solito interiorizzare i viaggi e faccio sempre fatica ad uscirne del tutto, ma quella volta ho avvicinato un mondo occidentale diverso, forse passato, forse il migliore futuro, non so, il fatto è che mi ha davvero colpito. Non sto parlando del classico "Mollo tutto, vado ai Caraibi e porto i turisti in barca", oppure "Apro una pasticceria a Banff" (già pensato) o "Che bello fare il ranger in Australia", ma semplicemente di uno stile di vita che ormai ci siamo lasciati alla spalle, uno stile che ci dà meno stress, meno velocità, la nostra bella casetta di legno (perché no´), le persone che ti salutano per strada, la via principale del paese con i giardini ben curati, uno store con una porta cigolante e i bambini che tornano a casa da soli per strada. Stereotipi ´ Forse, io però li chiamerei con un altro nome: Country Style.
Per quei pochissimi che a questo punto non mi avranno mandato a quel paese, lascio la retorica e provo a spiegarmi un po' meglio attraverso il ricordo di quelle giornate, ahimè piuttosto lontane.
Innanzitutto, la stagione. Il periodo migliore per questo angolo d'America è sicuramente l'autunno, che più che mai si merita l'appellativo di Fall Season; tra settembre e ottobre è particolarmente evidente in queste zone il fenomeno del Foliage, ovvero la colorazione autunnale delle foglie che assumono tonalità strabilianti. L'effetto è quello di un paesaggio incantevole, gli alberi sono esplosioni di giallo, rosso, arancione, e le colline tavolozze di colori vivissimi; il fenomeno è divenuto molto importante, soprattutto dal punto di vista turistico, tanto che addirittura alla radio vengono trasmessi notiziari giornalieri per fornire i consigli sulle zone da visitare a seconda del tipo di albero al top della colorazione.
In valigia
Dipende chiaramente dalla stagione, da tenere conto che le temperature sono un po' più fredde del Nord Italia e i fenomeni atmosferici sempre più incisivi e sconvolgenti rispetto ai nostri.
Vorrei, invece, portare una precisazione a proposito del New England.
Questa zona è molto diversa dal resto degli Stati Uniti. Diversa perché qui non troviamo gli spazi infiniti dei parchi e della costa dell'Ovest, né l'immensità delle pianure degli stati del Centro, né le megalopoli americanissime della East Coast; non troviamo mirabolanti insegne luminose, folla sui marciapiedi, hotel futuristici o chiassosi parchi di divertimento.
Nel New England troviamo una sorta di Europa sviluppata in modo differente dall'originale, quasi come due rami della stessa specie; certo, qui la storia si ferma a 300 anni fa, ma ritroviamo molto attaccamento alla tradizione e una ferma volontà di non cedere ad una modernizzazione selvaggia. Siamo abituati al nesso logico America = grande, in tutto. Questa, invece, è un'America delle piccole cose, della quiete rurale, dei montanari e dei pescatori, dei negozietti di Antiques e di quelli con le cassette di mele rosse ben lucidate e della bancarelle dove si vendono le zucche per Halloween, dove le persone, non so come, sembrano avere il tempo di essere cortesi e di scambiare due parole.
I New Englanders (si dirà così´), soprattutto quelli delle città della costa, mi è sembrato siano attenti a questi particolari che li rendono diversi dal resto dei compatrioti, che anzi guardano con una punta di superiorità. Negli anni seguenti alla mia vacanza, parlando con un amico di Boston, questa sensazione mi è stata confermata: anzi, da vero bostoniano, questi mi diceva di provare un po' di vergogna per l'immagine che degli Stati Uniti si ha all'estero e quasi chiedeva scusa per le mode, a suo dire negative, che noi abbiamo importato (ad esempio il Mc Donalds', tanto per non fare nomi).
Quindi, un consiglio: io mi sono innamorato del New England, ma per i miti americani, rivolgersi altrove !
Dove alloggiare
Contrariamente al solito, in questa vacanza abbiamo scelto di "trattarci bene" e abbiamo prenotato nelle romantiche country inn del New England. A posteriori, anche sulla base dell'esperienza di altri viaggi, credo che la soluzione migliore nel Nord America siano i motel, soprattutto per chi viaggia in famiglia, considerati la più che accettabile sistemazione ed il notevole risparmio di costi (in alberghi del livello di quelli da noi frequentati in questa vacanza, una camera doppia parte circa dai 150 dollari).
D'altro canto, un viaggio in cui il calore dell'accoglienza e lo spirito vagamente retrò occupano tanta importanza, mal si combina con la spersonalizzazione dei motels: meglio allora, una volta tanto, togliersi la soddisfazione di qualche piccolo lusso come possono essere le country inns e cercare anzi di ritagliare qualche ora nella giornata per viverne appieno la splendida accoglienza.
Con la speranza di poter essere d'aiuto, elenco le strutture da noi frequentate.
Non ricordo esattamente il nome dell'albergo in cui abbiamo alloggiato a Chatam e non ne trovo il sito internet: mi pare si chiami Chatam Town Country Inn (risalendo la strada principale si trova sulla sinistra prima della biblioteca), è una casa in legno bianca, di un elegante finto-consunto, improntata sul mare e piena di oggetti che ne parlano.
Sempre nel Massachusets, a Williamstown, abbiamo pernottato alla The Williams Inn, lussuosa residenza di campagna con tanto di colonne bianche all'ingresso. Lo stile qui è decisamente più elegante; memorabile il bagno mattutino prima di colazione nella piscina sotterranea, da soli, accompagnati da una musichetta New Age.
Giunti nel Vermont, la scelta è caduta su un classico grande resort di montagna, proprio come quelli che si vedono nei film americani la Mountain Top Inn che, come dice il nome, si trova in cima ad una montagna a Chittenden, nel cuore della Green Mountain National Forest. L'atmosfera è veramente magica: abbiamo cenato davanti ad un grande camino acceso, abbiamo tranquillamente riposato in una sala adibita al relax sotto caldissime copertone country, ci siamo rilassati in una bellissima passeggiata al laghetto che fa parte del resort, uno stupendo specchio d'acqua incastonato nella foresta sul quale è possibile fare canoa. L'albergo occupa una vasta area che comprende, nel mezzo di boschi a perdita d'occhio, piscina e campo da golf all'aperto; in inverno si può praticare lo sci da fondo e vengono organizzate gite con le slitte trainate da cavalli. Non oso immaginare come sia a Natale. Da provare !
Eccoci al New Hampshire. L'albergo, The Wentworth Resort, è a Jackson, piacevole località turistica montana nella White Mountain National Forest, nelle vicinanze delle maggiori aree sciistiche della zona. E' una bellissima costruzione definita "storica", l'impronta è decisamente quella di un albergo di ottimo livello; peccato che il trattamento a noi riservato non sia stato dei migliori, unica nota stonata per quanto riguarda gli alloggi della vacanza, e ci sia stata assegnata una stanza in un'ala dell'hotel di qualità chiaramente inferiore al resto, tanto che, con la fatica di chi non è abituato alla protesta, sono riuscito ad ottenerne una migliore.
Con attenzione alla stanza, l'albergo è comunque veramente di qualità e sito in un comprensorio magnifico.
Da ultimo, l'albergo a Kennebunkport, nel Maine, il Nonantum Resort; anche questo vanta origini antiche (sempre compatibilmente con la breve storia degli Stati Uniti), è costituito da due blocchi principali siti in Ocean Avenue, quindi in prossimità del mare, anche se in vero è prospiciente a un canale e non all'oceano. L'accoglienza è decisamente piacevole, anche se l'atmosfera un po' meno calda rispetto alle inns precedenti, forse l'impostazione del Nonantum è quella di un grande albergo più che di un country-albergo. Ricordo con un sorriso la prima notte all'hotel quando, fortemente suggestionati dal maltempo e dalle continue trasmissioni del Weather Channel, nel bel mezzo della north-eastern storm, osservavamo con angoscia dalla nostra camera (posta a piano terra con una grande vetrata che dà su un prato che finisce nel canale nelle vicinanza dell'oceano), la pioggia scrosciante e ascoltavamo l'abbattersi con furia delle onde che noi avvertivamo come continui boati. Abbiamo perfino spostato i bagagli sui mobili, nella preoccupazione che il canale tracimasse e la nostra camera venisse allagata; ancora oggi non sono sicuro che le nostre apprensioni fossero un'esagerazione…
Itinerario
Una vacanza negli stati del New England può avere tante sfaccettature e cercare di coglierne il più possibile ci fa correre il rischio di perderci nella superficialità: quindi, la scelta migliore sarebbe quella di individuare un tema e dedicarsi soprattutto a quello. Per fare degli esempi, a seconda della stagione, la vacanza può essere dedicata al mare e alla storica strada costiera che da New York sale fino al Maine, visitando porticcioli deliziosi e città di lusso come Newport; oppure può diventare una ricerca dell'affascinante mondo dei fari che numerosi si trovano lungo la costa, soprattutto del Maine; ancora può essere l'opportunità di calarsi nella storia degli Stati Uniti, con visita approfondita di Boston, dei luoghi in cui i pellegrini costituirono i primi insediamenti e dei siti dell'indipendenza americana; si può pensare allo shopping, soprattutto nel Massachusets e nel Vermont; per chi ami la Natura, l'idea potrebbe essere quella di dedicarsi alle escursioni nei parchi del New Hampshire e del Maine; in autunno, lo splendore dell'Indian summer (cioè il periodo tra settembre e ottobre che segna il ritorno del bel tempo dopo i primi freddi) e della colorazione delle foglie, oltre all'atmosfera giocosamente tenebrosa di Halloween; in inverno, o a Natale, niente di meglio della magia della neve nel Vermont e nel New Hampshire, le piste da sci, sia da discesa che da fondo, le escursioni in slitta, il calore di un focolare in una country inn.
Queste sono sensazioni che ho percepito, ovviamente, solo a posteriori e mi piacerebbe diventassero preziosi consigli per chi fosse interessato a questa fantastica parte degli States, fortunatamente così poco battuta dall'italico turismo: il nostro soggiorno nel New England, infatti, era parte di un viaggio più lungo, e ci siamo limitati ad una sorta di anello partendo da Boston, passando per il Massachusets, continuando per il Vermont, il New Hampshire, il Maine e ritornando quindi nel Massachusets per andarcene alla volta di New York e oltre, ma questo è un altro racconto.
Veniamo al nostro viaggio, un capitoletto per ogni stato del New England.
Da non perdere
MASSACHUSETS, The Bay State
Sono certo che per "sbarcare" nel Nuovo Mondo si trovino approdi molto più tranquilli del Logan Airport di Boston: l'arrivo nella più europea delle città americane, con l'aereo che scende e poi scende e poi scende ancora sul mare grigio scuro e la pista che sembra non arrivare mai, offre effettivamente una bella dose indesiderata di adrenalina.
Il tempo di una doccia al Mitown Hotel e poi subito fuori per un giro alla scoperta degli States; purtroppo, di Boston ho visto troppo poco, solo qualche ora nelle zone del centro raggiunto con la vecchissima metropolitana, la prima costruita negli Stati Uniti, risalente al 1897, che i bostoniani chiamano comunemente "the T", che a memoria mi pare sia l'abbreviazione di "trolley". Per problemi di tempo, oltre che di prima sera con fuso orario sulle spalle, ci siamo limitati alle zona del Quincy Market, una vasta area ideale per una passeggiata tra piccole botteghe e ristorantini, in un'atmosfera di perenne festa, ed alla foto di rito con la statua del mitico Red Auerbach storico proprietario dei Boston Celtics; peccato, Boston merita senza dubbio una visita approfondita.
L'indomani, ripetendo le usuali promesse di tornare per vedere la città, dopo l'incontro a colazione con il primo muffin gigante, ci buttiamo nel traffico della metropoli per raggiungere la nostra prima meta: il mitico Cape Cod, quello di Moby Dick !!
Cape Cod è in testa alla classifica dei posti che sceglierei per vivere. I paesi sono stupendi, regna un'atmosfera di tranquillità (quanto meno agli occhi del turista), le persone sono gentilissime e non esitano a salutare incontrandoti per strada, a dare una mano, a raccontare piccole notizie del posto e a chiederti a loro volta di soddisfare le loro curiosità; e poi c'è un bellissimo mare pieno di fascino e storia, di un colore blu sorprendentemente intenso, con una costa eternamente battuta da un vento che sembra non cedere mai. Certo, il concetto di "mare" non è il nostro, l'approccio è del tutto differente: questa è stata nel '800 la patria dei cacciatori di balene, nonostante i marinai dovessero lottare, oltre che contro i cetacei, contro la violenza che mieteva tra di loro parecchie vittime, tanto che, mi si dice, durante la bassa marea è possibile scorgere numerosi scheletri di imbarcazioni affondate. Dell'epopea della caccia alle balene si trova tutto nelle sale del Whaling Museum a New Bedford, cittadina dal passato glorioso posta proprio all'ingresso dal Capo.
Noi abbiamo alloggiato a Chatam, al Chatam Town Country Inn, un grazioso b&b di stile marinaresco posto al "centro" del villaggio; a proposito di Chatam, atmosfera godibilissima a parte, ricordo molto volentieri la passeggiata fino al faro, posto in posizione solitaria di fronte al canale, in un assolata, gelida e ventosa mattina.
A Chatam abbiamo fatto conoscenza con la cucina statunitense nel suo peggior momento, cioè quando tenta di assomigliare a quella europea: abbiamo capito davanti ad uno scandaloso piatto di gamberoni con pasta (e non pasta con i gamberoni) che ogni qualvolta un cameriere si complimenti per la scelta effettuata prorompendo in un soddisfatto "Great choice", si può tranquillamente cominciare a pensare a come uscire nel migliore dei modi dal pasto, magari con delle classiche patatine fritte…
Un soggiorno a Cape cod, anzi, nel "Cape" come lo chiamano quelli che ci abitano, non può mancare di un giro sulla punta estrema, a Provincetown, un pittoresco villaggio dove tra le stradine racchiuse dalle graziose case di legno colorato si incontrano pescatori, artisti di ogni tipo, naturalisti studiosi di balene e, soprattutto in alta stagione, un'ampia comunità di omosessuali e lesbiche; niente paura, nulla di fastidioso, il risultato è solo un'evidente eterogeneità di gente e colori, di negozi "strani" e curiosi, di ristorantini caratteristici.
A Provincetown, patria del whale watching, abbiamo fatto il nostro primo incontro con le balene: da una barca, ahimè troppo grande (la mia raccomandazione è di cercare l'escursione su imbarcazioni piccole, magari su gommoni), abbiamo osservato con emozione le evoluzioni di questi dolcissimi "mostri" del mare, ci siamo commossi nel vedere il soffio che annuncia prepotente la presenza di una balena, l'eleganza nel nuoto, le attenzioni delle madri con i piccoli, la giocosa voglia di farsi vedere dall'uomo. L'esperienza è veramente eccezionale, una vera immersione come ospiti nella Natura, unico neo, forse, la spettacolarizzazione troppo americana dell'esperienza, con uno speaker che non ha taciuto per tutta la durata del viaggio aggiungendo ad una serie infinita di nozioni esclamazioni da commentatore di una partita di baseball.
Partiti con il rammarico di aver mancato una giornata a Nantucket, ieri isola di pescatori per eccellenza (quella da cui prendeva il mare il Pequod alla caccia di Moby Dick e dove abitata il capitano Pollard a cui Melville si ispirò per la figura di Achab), oggi località turistica di grande fascino che conserva i tratti e l'atmosfera della grande epopea dei balenieri dei secoli scorsi, ci siamo addentrati verso l'interno, destinazione Williamstown, all'angolo opposto dello Stato.
Attraversare il Massachusets d'autunno è un'esperienza fantastica, quasi mistica, in particolare se si ha tempo a disposizione e ci si può permettere di uscire dalle highways per percorrere le piacevoli strade secondarie di campagna, o ancora meglio le vie panoramiche, come il Mohawk Trail, sulla State Road 2 da Greenfield a Williamstown, che ripercorre un antico sentiero indiano tra spettacolari boschi coloratissimi.
Lungo la strada, abbiamo dedicato qualche ora per una piacevole sosta all'Old Sturbridge Village, un modello vivente e funzionante di una cittadina del New England del primo Ottocento, con numerosi edifici e campi in cui figuranti in costume spiegano l'attività quotidiana. Quella dei villaggi ricostruiti e mantenuti "vivi" è una attrazione abbastanza frequente nel Nord America: sì, forse è un '"americanata", forse è dovuta alla mancanza di veri reperti storici, comunque secondo me è un approccio piacevole alla storia ed ai costumi dei nostri predecessori.
Un'indicazione: per gli appassionati di sport americano, sarebbe d'obbligo una visita a Springfield, dove si trova la Basketball Hall of Fame, per me è rimasta purtroppo inavvicinabile, i piaceri della vacanza in coppia….
La nostra meta era Williamstown, nell'angolo nordoccidentale dello Stato, nel cuore della Berkshire Hills, chiamata anche Lake District per i numerosi laghi che ne punteggiano le valli. La zona rispecchia perfettamente le descrizioni del NE riportate nei libri, con le colline boscose, le strette strade tortuose, gli incantevoli villaggi con le case di legno e la chiesetta bianca con campanile a punta che spuntano dalla foschia mattutina come accade solo nei libri di fiabe.
Il luogo è meta degli stressati newyorkesi alla ricerca della tranquillità rurale ormai persa; merita comunque una sosta approfondita di 2-3 giorni, varrebbe la pena di passeggiare, andare in bici, magari alla ricerca dei numerosi ponti coperti in legno, perdersi nei negozietti; quanto a Williamstown, già il soprannome di The Village Beautiful dice tutto: la città è sede del secondo college dello stato e in esso si identifica, tanto che i confini tra università e città non sono per niente evidenti nelle eleganti vie immerse nel verde dei prati e degli alberi secolari.
Una parentesi, vado per un attimo alla fine del nostro "anello" per questioni geografiche: nel ritorno abbiamo sostato a Salem, sempre in Massachusets, nota come "la città delle streghe" per l'episodio che nel XVII secolo, in pieno periodo di caccia alle streghe, vide svilupparsi una sorta di psicosi collettiva che portò al rogo di 12 giovani donne accusate di stregoneria.
La città ha fatto di questa fama un vero e proprio business; addirittura, è verniciato per terra un percorso che porta a visitare i luoghi delle streghe, come il famoso Witch Museum, una sorta di rappresentazione dei drammatici fatti dei secoli passati.
Per strada, nel centro, musica da streghe pervade l'aria: sicuramente è divertente stare al gioco e farsi coinvolgere nell'inquietante atmosfera. A Salem, tra l'altro, si visita anche la cupa casa nera detta "Casa dei sette abbaini", quella dell'omonimo romanzo di Hawthorne.
VERMONT, The Green Mountain State
Da Williamstown, il passo per il Vermont è breve.
Il Vermont da noi è quasi più un'immagine che un luogo reale. E' l'immagine dei film americani, l'immagine delle foreste sconfinate, dei laghetti limpidi, dei cottages di legno con il fuoco sempre acceso, degli abitanti nella classica camiciona a scacchi. Tutto questo è in gran parte veritiero, il Vermont in effetti ci appare proprio così. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo in autunno, in piena Indian summer, quando il cielo azzurro terso fa da sfondo ideale per lo sfolgorio della Natura; quando i leaf-watchers (gli osservatori di foglie) si scatenano e allora la cosa più importante sembra essere il capire quale è il giorno della betulla, quale quello della quercia o del pioppo; quando la cosa più naturale del mondo sembra percorrere tranquillamente le strade in una campagna accesa di giallo e rosso fuoco; quando si capisce il perché i vermonters siano così ossessivamente attaccati al loro patrimonio naturale e alle loro tradizioni.
Il Vermont è terra da vedere senza fretta, con attenzione al particolare, poi ci penserà il paesaggio ad indurre la necessaria tranquillità ed il giusto entusiasmo.
Abbiamo visitato alcune tra le cittadine di maggiore fama: Bennington, a sud, invero piuttosto deludente, Woodstock, nel cuore dello Stato sotto le montagne della Green Mountain National Forest, la quintessenza del villaggio del New England, con le case vittoriane in legno così belle da sembrare modellini, e Burlington, nel nord sul lago Champlain, dove si respira la frontiera con il Canada, con le vie animate e lo splendido lungolago. Nelle vicinanze si trova la fabbrica dei celeberrimi Vermont Teddy Bears, vero e proprio vanto locale; all'interno dell'azienda con una piacevole visita un addetto totalmente pazzo illustra i vari momenti della produzione, fino alla nascita dell'orsacchiotto. Attenzione, i Teddy Bears sono carinissimi ma i prezzi dello "spaccio" aziendale sono delinquenziali !
Abbiamo percorso, soprattutto, la consigliatissima State Road 100, che attraversa veri paesaggi da cartolina con paesini dai tetti bianchi sullo sfondo delle Green Montains, fattorie, ruscelli, ovunque deliziosi negozietti di artigianato e antiquariato.
L'area protetta della Green Mountain National Forest rappresenta il luogo ideale per chi ami la natura e le escursioni a piedi nella quiete di boschi e foreste, costeggiati da laghetti e torrenti da sogno per i pescatori; i più fortunati (dipende dai punti di vista) possono provare l'esperienza forte dell'incontro con l'orso nero, di cui si avverte comunque la presenza anche se non lo si vede direttamente, passeggiando nella solitudine dei boschi profumatissimi.
E qui devo per forza aprire una parentesi per citare due indimenticabili "classici" vermontiani.
Il primo è il mitico Maple syrup, lo sciroppo d'acero che inonda le frittellone (le butter pancakes) delle dolcissime colazioni degli americani; chi di noi non lo ha visto nei film, o nei cartoni quando Paperino si prepara pasticciando la colazione´ In ogni store, in ogni diner, ovunque ci si sieda ad un tavolino non manca mai la boccettina del liquido ambrato; e non mancano musei, spazi nei negozi, insomma lo sciroppo d'acero è una vera e propria istituzione. Tra l'altro, lo sciroppo del Vermont è in eterna competizione con quello canadese per decidere a chi spetti la pala del migliore: lungi da me azzardarmi in una graduatoria…
Il secondo "pezzo forte" sono i negozi: qui è la vera patria del country; per chi ami questo stile, sarà davvero difficile limitarsi negli acquisti, dall'antiquariato, alle coperte, agli oggetti per la casa. Le piccole botteghe brulicano sulle strade e nelle vie delle cittadine, resta solo l'imbarazzo della scelta e anche lo store apparentemente più inutile può riservare gradevoli sorprese.
Una particolarità: qualcuno mi darà del pazzo, ma è incredibile come ovunque, dai negozi fino ai sentieri nel bosco, si avverta vivo il profumo classico del country, quello tipico delle essenze che mettiamo nei diffusori per profumare gli ambienti.
NEW HAMPSHIRE, The Granite State
Nel New Hampshire incontriamo una Natura più viva e incontaminata rispetto a quanto visto in precedenza: qui svettano le più alte montagne del Nord-est (il Mount Washington sfiora i 2.000 metri) e la magia del territorio è racchiusa nei verdi monti e negli innumerevoli laghi.
Purtroppo, il sole ci ha nel frattempo abbandonati e sta sopraggiungendo prepotente niente di meno che la coda di un ciclone caraibico. Così, tra continue trasmissioni di The Weather Channel, allarmanti come solo gli americani sanno esserlo, ci siamo addentrati nelle boscose vallate dello Stato, risalendo verso lo splendido White Mountains National Parks. L'ambiente è decisamente di montagna, anche se i rilievi sono effettivamente più dolci di quelli di casa nostra. Nel parco i luoghi da visitare sono numerosi ed è d'obbligo una precisazione sull'importanza e sulla presentazione che gli statunitensi attribuiscono a qualsiasi attrazione sul loro territorio; capita, ad esempio, di percorrere chilometri in cerca dei pubblicizzatissimi The Basin, una vasca naturale tutt'altro che straordinaria, o della Avalanche Falls, niente più di un torrente che supera lievi dislivelli. Anche il famoso Old Man of the Mountain, che addirittura compare sulle targhe delle automobili come simbolo del New Hampshire, si rivela piuttosto deludente: il profilo d'uomo nella roccia è effettivamente visibile, ma molto più piccolo e più lontano di quanto ci si aspetti.
L'ambiente è in ogni caso è splendido e incontaminato e va in parte a merito degli americani e a demerito nostro il saper valorizzare adeguatamente le bellezze della propria terra.
Certo, con bel tempo sarebbe tutta un'altra cosa; ci troviamo pertanto a visitare con un freddo e un vento siberiani posti stupendi come il Franconia Notch, il passo dove troviamo il limpido (ma quando´) Profile Lake di origine glaciale, o a oltrepassare quasi senza nemmeno vederlo il Mount Washington, con la sua strada panoramica e la prima ferrovia a cremagliera del mondo.
Camminare´ Ci abbiamo provato, almeno fintanto che non ha cominciato a piovere, certo che l'ambiente non ci ha per niente incoraggiato. Allora abbiamo tentato l'approccio ai laghi, che qui recano ancora il nome attribuito loro dagli Indiani, cominciando dal famoso Winnipesaukee meta del turismo degli statunitensi; il maltempo, però, unito al fatto che qui tutto chiude al 15/10 per l'arrivo ufficiale del freddo, ha effettivamente scoraggiato turisti e ospiti e indotto noi a rinunciare alla gita in barca per riprendere la macchina e ritornare verso nord.
Per nostra fortuna, anche il NE abbonda di accoglienti negozietti in cui curiosare e in cui ripararsi quando il freddo si fa sentire e l'umidità la senti nelle ossa.
Ci resta il rammarico di non aver potuto godere appieno delle bellezze dello Stato: certo, noi le 34 miglia della Kancamagus Highway, una delle strade più "accese" del New England, le abbiamo percorse, e le consigliamo a tutti, ma il lato più emozionante resta che ad ogni sosta sul limitare del bosco, nella penombra delle nuvole basse e nello scarso traffico, ogni minimo rumore bastava per farci sobbalzare dalla paura che un orso o un alce potesse uscire improvviso dai cespugli.
Un ricordo piacevole mi viene da una serata a Jackson (molto gradevole la cittadina, improntata sulla montagna ma senza tralasciare l'eleganza delle abitazioni e degli alberghi, con tanto di magnifico campo da golf dove gli immancabili ponti in legno consentono di attraversare i corsi d'acqua): seguendo le indicazioni di uno dei tanti foglietti pubblicitari, ci siamo trovati in un grande parco dove era stata organizzata in tema Halloween una sorta di festa delle streghe. L'atmosfera era veramente magica, con il sottofondo di una musica stregata, nel parco giravano carrozze guidate da oscuri personaggi in nero, qualche fumo sapientemente illuminato si levava tra gli alberi, gli unici punti illuminati erano eleganti gazebo in cui sostavano le persone per una bevanda calda che rinfrancasse dal freddo. Per noi, unici turisti osservati con uno sguardo misto tra il "Benvenuti" e il "Ma questi chi diavolo sono´", la serata è stata davvero emozionante e divertente, saranno pure americanate, certo che quando questi ci si mettono le cose le organizzano veramente bene!
MAINE The Pine Tree state
Eccoci nel Maine. Per un lettore di Stephen King, l'emozione è davvero intensa, davanti a noi i luoghi che ci eravamo immaginati creandoli dalle righe dei romanzi; e devo dire che le storie del famoso scrittore non potevano trovare ambientazione più adatta ! O forse è solo suggestione, la stessa che permea tanti inquietanti racconti ambientati in queste zone….
Il maltempo non ci ha graziati, anzi, il famoso ciclone sta per abbattersi con violenza proprio su questo tratto di costa; va detto subito che il poco tempo a nostra disposizione è stato ancor di più limitato dalle avverse condizioni atmosferiche, il che non ci ha per nulla impedito di "intuire" la selvaggia bellezza del Maine. Questo Stato, come evidenzia il soprannome di Pine Tree State (Stato dei pini), è coperto in gran parte da foreste che a nostri occhi sembrano quasi inesplorate; le foreste occupano la maggioranza del territorio e sono ricchissime di laghi, paradiso per i pescatori e per gli escursionisti. Il lago più famoso e di maggiori dimensioni porta il nome di Moosehead Lake, così chiamato per la presenza della più vasta popolazione di alci riscontrabile in America; gli incontri con gli animali, da tenere accortamente a distanza, sono maggiormente possibili alla mattina presto o verso l'imbrunire.
Inutile dire che la nostra visita al Maine interno sia stata purtroppo limitata al passaggio in direzione della costa, la seconda "anima" del Maine, secondo me la più affascinante e ricca di spunti: posso purtroppo raccontarne solo la parte centro-meridionale, ma la sensazione è che tutto lo Stato meriti una vacanza.
Immaginiamo una costa frastagliata, con il mare spesso, troppo spesso, in tempesta; immaginiamo gli innumerevoli fari che guidano le imbarcazioni con i fasci di luce e con le sirene che nella frequente e fittissima nebbia avvertono i naviganti della vicinanza della terraferma; immaginiamo il forte odore di salmastro, l'aria che ti "spacca" i polmoni, le onde che si infrangono impetuose sulle rocce e le maree violente che coprono e scoprono lunghi tratti di "mare". Immaginiamo in questo ambiente i tranquilli paesini dei pescatori, ricavati nelle piccole baie con le abitazioni in legno ben curate, i negozi di antiquariato e di articoli per il mare, i ristoranti dove gustare a prezzi ottimi le famose aragoste del Maine. Io la costa del Maine l'ho vista così, da amante del "mare del nord" ne sono rimasto totalmente affascinato.
Abbiamo alloggiato a Kennebunkport, nel sud dello stato, località di mare molto apprezzata dal turismo degli statunitensi, dove si trova tra l'altro la splendida villa dei Bush, su un promontorio che si protende nella vastità dell'oceano; peccato che la pioggia incessante ci abbia costretti a rifugiarci in albergo (e rifugiarci è la parola giusta perché non è piacevole assistere ogni 5 minuti al catastrofismo del Weather Channel, girare sotto la pioggia in un paese deserto in cui le macchine sono state spostate su piccoli rilievi per evitare che il mare se le porti via dai parcheggi già allagati, sentire nel frattempo l'incessante urlo del mare…). Di Kennebunkport ho comunque conservato un'immagine piacevole, dettatami in parte dalla cena rinfrancante da Allison's a base di aragosta, in parte dalla passeggiata serale fatta a tempesta esaurita, quando abbiamo potuto ammirare la bellezza di questo villaggio costruito in parte su palafitte.
Quando la pioggia è cessata, visto che le strade verso nord erano bloccate per allagamenti, ci siamo diretti verso sud, destinazione York e il vicino faro di Cape Neddick, costruito nel 1879. Ci si è presentato uno spettacolo affascinante, da vero "Day after": la lunga spiaggiona di York battuta da un mare grigio scuro più arrabbiato che mai, al di là della strada i vigili del fuoco al lavoro per liberare le case allagate dalle onde che incredibilmente avevano nella notte superato l'alta massicciata. Il faro, fantastico; sorge su un isoletta minuscola a pochi metri dalla costa: nel ruggito delle onde, la luce che gira a fendere la scarsa luce e la sirena intermittente a monito per eventuali imbarcazioni. C'è una leggenda, tra l'altro, circa un gattone che visse negli anni 40 in questo faro, abilissimo nel cacciare i topi e, si dice, vera attrazione turistica per la sua abitudine di attraversare a nuoto il canale che separa l'isola dalla terraferma.
Il giorno successivo, chi le ascolta più le raccomandazioni in televisione di mettersi in macchina solo se necessario, di strade bloccate, di lunghe code, in Maine non ci si viene tutti i giorni!
Si parte verso nord, alla scoperta della costa, o almeno di quello che riusciremo a vedere: il risultato è in parte sconfortante, l'azzardo ci costa un paio d'ore fermi sulla Interstate 1, quella che arriva fino in Florida. Le pene di un traffico allucinante ci vengono però alleviate dalla bellezza dei luoghi in cui riusciamo ad arrivare. Il nostro viaggio si esaurisce all'inizio della Penobscot Bay, negli incantevoli paesi di Tenants Harbour, quintessenza dei villaggi di pescatori del Maine, con il porticciolo affollato dalle tozze barche per la pesca delle aragoste e la cittadina con case in legno, chiesa ed emporio, e di Port Clyde, da dove partono i traghetti per Monhegan Island, molto frequentata, in altre condizioni di tempo, da pittori e curiosi in cerca dei fantastici panorami .
Sulla via del ritorno, ormai a metà pomeriggio, l'eccezionale esperienza del Pemaquid Point, forse il momento migliore della vacanza. Sulla punta estrema del promontorio, coperto da bellissimi boschi, si trova uno dei fari più fotografati della costa, che domina il mare da una scogliera perennemente battuta dall'oceano. In verità, ho visto fotografie di persone che affollano gli scogli in condizioni di sole e mare calmo, nonostante la presenza di cartelli che intimano di non fidarsi del mare per la possibilità (già verificatasi) che onde anomale si rovescino sulle rocce portando con sè incauti bagnanti.
Lo spettacolo di Pemaquid Point con il mare in tempesta, per di più visto da soli con la luce del tramonto ed un sole che finalmente comincia a farsi spazio tra nuvoloni scuri, è sensazionale, mozzafiato; c'è un chè di primordiale nell'oceano furioso, nel vento, nei gabbiani che girano sul mare, nell'esplosione dell'acqua che si infrange sulle rocce; c'è tutta la forza della Natura, tutta la piccolezza dell'uomo, si assiste ad uno spettacolo che va in scena da sempre per se stesso, senza bisogno di spettatori, stessi attori, senza stancarsi mai.
Il ricordo è vivissimo, la voglia di tornare altrettanto, anche se con il vento di Pemaquid ho rimediato una fastidiosa congiuntivite che mi ha costretto nel prosieguo del viaggio all'esperienza dell'Emergency in un ospedale di New York.
Il giorno dopo, partenza verso sud e fine della vacanza nel New England, in presenza di un sole tropicale, inutile dirlo !
Mi si permetta un'annotazione finale. Provenendo dalla tranquillità del New England, dopo la già citata sosta a Salem siamo arrivati in macchina di un fiato a New York, in piena Manhattan all'ora di punta, se ne esiste una. La sensazione è stata davvero di amarezza, la metropoli ci è sembrata la degenerazione della specie umana, la pazzia fattasi realtà con i rumori assordanti, l'affollamento, le lotte nel traffico, insomma tutte quelle bellezze quotidiane che ci sembrano così normali, almeno fino a quando non tocchiamo con mano che un'alternativa esiste.
Saluti !
Curiosità
* Ho letto che i tifosi della squadra di football di Harvard sono soliti incitare le università avversarie al grido di "Have fun, boys", anche quando la loro squadra perde; la curiosità non è dovuta ad un eccesso di sportività, tutt'altro, ma al fatto che gli studenti del famoso ateneo di Boston sanno benissimo che oggi possono tranquillamente perdere sul campo, ma che domani saranno loro la classe dirigente e che i vincitori della partita facilmente lavoreranno per loro, quindi possono prendersi il lusso di essere magnanimi.
L'aneddoto la dice lunga sull'impostazione dei bostoniani, che vantano la maggior "europeità" e la più lunga storia di tutti gli States (proprio qui vicino, a Plymouth, approdò nel 1620 il mitico Mayflower con il suo carico di pellegrini che avrebbero colonizzato la regione). Di Boston è anche la famiglia Kennedy e famose (anche tristemente) sono le scorribande dei rampolli Kennedy sulle piste da sci del Vermont e sulle isole di fronte a Cape Cod; d'altro canto, anche un texano di ferro come Bush dove poteva scegliere la sua residenza di lusso se non sulle coste del Maine, a Kennebunkport´
Come già detto in precedenza, è viva la sensazione che l'aristocrazia degli Stati Uniti sia di casa nel New England, dove ha costruito le sue faraoniche dimore soprattutto sulla costa, si parli del Massachusets o della signorile Newport, ma anche all'interno, ove si pensi alle magnifiche ville sulle rive del Lake Champlain. E dal New England la nobiltà degli Stati Uniti (e anche qualche arricchito) guarda al resto degli States con un pizzico di presunzione e superiorità, simpatica a noi che la guardiamo dall'esterno, sicuramente molto meno al resto degli statunitensi.
* Curiosità su Cape Cod: sapete da cosa deriva questo nome´ Viene direttamente da uno dei primi esploratori della regione, un inglese, che nei primi anni del '600 rimase impressionato dal gran numero di merluzzi ("cod", appunto) che popolavano le acque del Capo.
Ma la vera regina del Cape è la balena, una volta oggetto della spietata e leggendaria caccia, oggi fonte di reddito grazie all'industria del whale watching. Di più, la balena è diventata un simbolo e allo stesso tempo un affare: la balena diventa un dipinto su una casa, una scatola di dolci, un segnavento o una panca che ne ricorda la forma, una cassetta della lettere, ovunque insomma la si trova rappresentata e ogni negozio di souvenir ne ha fatto un proficuo business.
* Come già precedentemente evidenziato, il New England pullula di negozietti interessanti per gli acquisti di un turista ed è buon consiglio prevedere comunque uno spazio nelle borse per il ritorno, ancora più grande del solito. Nella zona si trova anche un buon numero di outlets, cioè negozi monomarca in cui si acquista a prezzi decisamente inferiori a quelli normalmente praticati; ricordo due centri in particolare: quello vicino a Bournedale, all'imbocco di Cape Cod, e quello di North Conway nel New Hamshire, un paese decisamente bruttino che è più altro un agglomerato di esercizi commerciali dove si comprano tra l'altro marche classiche tipo Timberland o Polo Ralph Lauren.
Ma i negozi che più mi piace segnalare sono i Christmas Loft, una catena di 4 o 5 esercizi sparsi per il New England (eccezionale quello nelle vicinanze di Burlngton, nel Vermont), veri paradisi per gli appassionati di decorazioni e atmosfere natalizie. Scoperti per caso, restano uno dei ricordi più piacevoli della vacanza; vietati a chi non ami lasciarsi trasportare nell'incanto di luci, canti e decorazioni di Natale, io ci ho speso un sacco di soldi !
* Visitare il New England in ottobre non è solo l'occasione per lustrarsi gli occhi con l'esplosione di colore delle foglie. Significa anche gustare appieno la tradizione di Halloween, i cui preparativi cominciano ben prima della fatidica notte di Ognissanti: sono numerossime le case decorate con una strega fuori dalla porta, una ragnatela sotto il portico, un fantasma appeso all'albero in giardino e, immancabile, la classica zucca, magari posta come testa di simpatici spaventapasseri. Lungo la strada, inoltre, si incontrano spesso bancarelle per la vendita di zucche e mele rosse, complete di addobbi tipo gatti neri o streghe nere appese ai rami. Per non parlare di Salem, dove ovviamente Halloween diventa l'esaltazione dell'atmosfera magica e tenebrosa della città.
Insomma, l'impressione è che nel New England la festa di Halloween sia calorosamente sentita nella sua espressione originale, senza eccessi nei comportamenti e senza l'estrema commercializzazione dell'evento a cui stiamo assistendo in Italia.
* Un'avvertenza: il periodo migliore per una vacanza nel New England è l'autunno ma l'indicazione va interpretata nel modo migliore. Intendo che il momento "buono" è dal 15 settembre alla metà di ottobre, quando l'indian summer si mostra nel massimo splendore. Dopo il 15/10, soprattutto negli stati "interni" Vermont e New Hamspshire, la stagione finisce e chiude praticamente tutto: il battello attraversa il lago fino al 15/10, il trenino sale sul monte fino al 15/10, il pub offre musica dal vivo fino al 15/10 e così via…
* Il New England non è frequentato dal turismo di massa europeo e gli italiani non sono così frequenti come altrove. Quindi capita spesso, soprattutto nei negozi dei piccoli centri, di incontrare persone piacevolmente sorprese dal fatto di incontrare degli italiani e molto curiose sui fatti di casa nostra: un'ottima occasione per simpatiche conversazioni con persone "normali", al di fuori dei soliti addetti turistici.
* Un'ultima annotazione: per gli inguaribili romantici, il New England offre numerosi i ponti coperti in legno che attraversano i fiumi nella campagna. Un'opportunità in più, il motivo di una giornata potrebbe essere la ricerca di questi ponti, presenti soprattutto nel New Hamsphire e nel Vermont.
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Bellissimo Diario, scritto molto bene. Sto programmando un viaggio nel New England e penso che seguirò il Vs. itinerario, integrandolo qua e là da qualche suggerimento della Guida Mondadori. Mi avete dato l'idea di percorrere l'anello, partendo da Boston, in senso antiorario.
Buongiorno Valeria, è passato qualche anno dal nostro viaggio in New England, ma non si smarriscono di certo i ricordi vivissimi di quella meravigliosa parte di States. Cosa ritengo imperdibile? Rispondo di getto: Pemaquid Point e la costa del Maine e, soprattutto, Cape Cod. Un consiglio: in 10 giorni rischiate, come noi, di avere solo un assaggio del Maine; se volete arrivare fino all'Acadia NP, meglio forse che rinunciate ad altro negli stati più a sud. Facilmente ad agosto troverete parecchia gente, quindi sta a voi calibrare il vostro giro a seconda di quanto amiate o meno la folla (di certo, più vi avvicinate alla fine di agosto, meno gente trovate, in particolare a Cape Cod)
P.S. Ad agosto pensiamo di trascorrere 15 giorni nel New England. A dire il vero, di questi però almeno tre saranno dedicati a New York, città che ormai conosciamo bene ma che non ci stanchiamo mai di vedere. In sostanza, ci rimangono una decina di giorni per il New England. Vorremo arrivare fino al Maine (anche all'all'Acadia n.p.) e trascorrere almeno un giorno a Boston. Cosa del tuo giro ritiene imperdibile?
Complimenti per questo diario di viaggio, ricco di spunti e di informazione e scritto benissimo!
Ho stampato il diario e più lo leggo più mi vien voglia di partire... domani! E invece dovrò aspettare un anno. Peccato per le poche foto; il diario comunque rende tutto molto semplice da immaginare. Grazie!
sono uno studente di stpa e spero di riuscire a partire per il Maine ,e dalle cose che leggo....bè....vorrei partire il prima possibile!!in effetti dalle piccole dimensioni italiane...a quelle grandi americane...bè...scappo a fare il biglietto!!
"Loredana Vermont", mi hai quasi commosso! E davvero vivi vicino a Chittenden!?! Negli anni successivi ho avuto modo di conoscere altre zone degli States, ma nessuna come il New England mi è rimasta nel cuore: non c'è un posticino per me nel Vermont?
Federico, vivo in Vermont da diversi anni ( a poche miglia da Chittenden per la verita`).Il tuo resoconto di viggio mi ha letteralmente tolto il fiato. Hai saputo cogliere ogni piu` piccolo aspetto dello stile di vita di questo angolo di mondo. Complimenti davvero. Un articolo bellissimo. Mi rammarico di una cosa. Io non riesco piu' a sentire il profumo delle essenze che circola nell` aria perche' mi ci sono abituata ma so di cosa parli un misto di cannella e arancio, fresco e pungente allo stesso tempo. Ancora complimenti. Pezzo formidabile.
bellissimo emozionante resoconto di viaggio!!! parto tra dieci giorni per la mia INDIAN SUMMER e spero che sia davvero così. Grazie per le indicazioni di negozi ed hotel!
Le opportunità sono sicuramente numerose, dai semplici ma comodi e economici motels, alle costose ma molto suggestive Inns. Sicuramente, come dappertutto, dipende dalla stagione, cioè i momenti "difficili"possono essere estate e Indian Summer. In conclusione? Secondo me, se scegli i motels, vai tranquillo, se opti per le Inns, meglio prenotare qualcosa.
Spettacolare. Per l'alloggio è facile trovare lì o è meglio cercare di prenotare prima?
Cavoli, Federica, mi metti in difficoltà! Secondo me troverete un bel freschino, decisamente, con la possibilità di andare incontro a qualche nevicate salendo a nord, se arrivate nel Maine. Però leggo che stasera a Boston (fonte Ci Sono Stato.it) c'erano 4° con tempo piovoso, quindi niente di terribile. Non so, sono curioso di leggere quello che ci racconterai.
Leggere il tuo diario di viaggio mi ha fatto venire una voglia matta di partire!!! Noi purtroppo noi vedremo indian summer perchè partiamo il 25/03/05 e torniamo il 03/04/05 che clima pensi che troveremo?? grazie ciao federica
Viaggio fantastico!!!Anche io ho visitato il New England quest'estate e devo dire che è realmente un angolo di paradiso!!è veramente un viaggio da fare rilassandosi e cercando allo stesso tempo di visitarlo il più possibile, offre infinite possibilità!!! A differenza di Federico, noi, purtroppo, abbiamo trovato alcune persone che vivono proprio nei pressi della nostra città e che conoscevano molto bene alcuni nostri amici...però alla fine è stato simpatico lo stesso!!!è fantastica la passione con cui scrivi questo articolo...ti assicuro che metti voglia di partire ancora...
l'articolo è bellissimo:)io vorrei qualche indicazione, consiglio etc perchè è da tempo che sogno di andare a stare nel Maine per un pò di tempo(sei mesi almeno.Come trovar casa ad un prezzo abbordabile?Dove mi posso rivolgere?Avete links da segnalarmi? grazie in anticipo a tutti. Crocetta.
Ciao a tutti! Il prossimo Ottobre partirò per un viaggio nel New England... se avete condsigli, indirizzi utili, romantici alberghetti o ristirantini sul mare, scrivetimi! Grazie
Io sono stato a Chatam nel 2000..è il paradiso.Non lo scordero mai quel luogo...
Complimenti! Vorrei che fosse il diario del viaggio che farò il prossimo ottobre. Grazie!
Questo luglio tornerò nel mio adorato Maine, rivedrò le 2 persone + MERAVIGLIOSE che abbia mai conosciuto. E'la quinta volta in 2 anni che vado nel Maine e più ci vado e più m'innamoro di questo meraviglioso stato; non a caso è chiamato "vacationaland"! Ragazzi visitatelo, questa volta conterò di fermarmi 2 giorni anche a Boston per visitare la città ed il famoso museo dove sono raccolti quasi tutti i reperti del "Titanic". Del New England bhè non conosco molto avendo trascorso tutto il mio tempo nel "Maine-centrale", Augusta, Portland, Randolph, ecc... comunque l'ho attraversato e credetemi amici miei per uno come me che vive a Roma... bhè essere lì è come vivere nel paradiso e poi la gente è... semplicemente fantastica!! Vi auguro buon viaggio a tutti io... parto il 9 di luglio chissà magari vi incontrerò sul mio aereo... ehehe. Ciao Cheyenewolf
Sono rimasta letteralmente affascinata dal tuo racconto di viaggio. Il mio amore mi ha proposto Boston per la fine luglio, Spero proprio di farlo.
Ho visitato il New England nell'ottobre 2003; dubito che riuscirò a ripetere una vacanza così indimenticabile, in questo pezzetto d'America lontana dal turismo di massa (anche da quello caciarone italiano), cordiale e bucolica.
Che dire... io ci sono stata nel '93, ormai dieci anni fa, e leggere le tue parole è stato come fare un tuffo nel passato. Il periodo era proprio quello che citi (dal 20 sett. al 10 ott.) e la fortuna è stata un sole bellissimo e un caldo fantastico, tant'è che l'ultimo giorno a Salem eravamo in camicia con le maniche arrotolate. Porto nel cuore i colori del Maine e la casa a Camden a strapiombo sul mare, così come il fascino di Boston, la bontà delle colazioni, lo stupore negli occhi di chi ci ospitava per il fatto che fossimo di Firenze... insomma, un viaggio che raccomando a tutti.
Ottimo articolo, io e mia moglie abbiamo fatto un giro simile nell'estate 2002, è stata un'esperienza stupenda.