La Turchia in camper

Ritorno nel paese ottomano, sempre piacevole

Volendo andare a Cipro in camper, abbiamo avuto il problema di come andare e tornare. Quindi pur se velocemente siamo passati in Turchia e al ritorno più precisamente ad Istanbul. Dopo 15 anni.
I primi problemi sono stati burocratici. I nostri documenti e quelli del camper.
Volevamo fare l’andata via terra, Trieste, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Istanbul, Tasucu, Cipro con visite. Colpevolmente ci siamo accorti tardi di un passaporto scaduto e la Serbia chiede il passaporto. Potevamo allungare per l’Ungheria e Romania, ma diventava veramente troppo. Quindi Brindisi, Grecia, Cipro e Turchia di ritorno. Ma anche questo stava saltando il mattino della partenza, perché secondo il ns. Ministero degli Affari Esteri, http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?turchia “Documentazione necessaria per l'ingresso nel paese: L'accesso è consentito anche con la sola carta di identità valida per l'espatrio. Per coloro che vi si recano per motivi diversi dal turismo è necessario il passaporto. In particolare, tale documento è necessario per coloro che viaggiano con mezzi propri (autovettura, moto, camper etc.); i veicoli in questione vengono iscritti sul passaporto al momento dell'ingresso in Turchia e tale iscrizione viene ricontrollata al momento dell'uscita”. Quindi non potevamo entrare con il ns. camper in Turchia, avendo un passaporto scaduto. Telefonata al Consolato Turco di Milano che ci dice di stare tranquilli perché al controllo della ns C.d’I. sul foglietto che ci daranno in entrata e che riconsegneremo in uscita, scriveranno i dati del mezzo. Alééé!Giovedì 12 luglio, siamo arrivati a Patrasso e ci siamo diretti al Pireo. Nonostante quanto scritto un po’ dappertutto sull’esistenza di traghetti per Cipro dal Pireo,arrivati lì dobbiamo cambiare tutto. Non ci sono traghetti per Cipro. Dopo una giornata a cercarlo, demoralizzati, erano le 19.00, essendo appena partito il traghetto per Rodi e da lì a Marmaris (sud Turchia). Abbiamo deciso di prendere l’indomani un traghetto per Kios a 280€ e li per Çesme (est Turchia) per la modica cifra di 135€ per soli 10 km di distanza. Andiamo a cercare una taverna greca classica. Missione semi-impossibile. Il menù è ormai globalizzato con pochi piatti greci, il moussaka non si trova più. Mangiamo classico greco in un ristorantino familiare a 21€. La notte l’abbiamo passata dentro l’area gate anche se non si poteva. Faceva caldo. Molto caldo. Non certo quanto ne avremmo più avanti.

Venerdì 13,alle 11 arriviamo a Kios alle 17,30. Tutto il paese è sul porto. Deve essere una bella isola, ma non siamo in condizioni per girarla in una serata. Ci piazziamo di fronte al cancelletto di imbarco per il traghettino, 20 m circa, che ci porterà a Çesme. Mangiamo in una taverna, come quelle di 20-30 anni fa, di una gentilissima ed umana signora. Intorno solo locali giovanilisti ed alla moda come a Rimini. Musica a manetta e frastuono. Abbiamo mangiato bene a 18€.

Sabato 14, si parte per Çesme alle 09,00. Si arriva alle 10,00. Passaggio doganale svolto dalla compagnia del traghetto, in 20 minuti. E’ sabato, entriamo finalmente in Turchia per correre a Tasucù per l’imbarco per Girne (Cipro). Il cambio Lira turca £ - Euro € è 1£=0,59€. Ci fermiamo per una banca e mangiamo qualcosa a Turgutlu, una cittadina agricola moderna dell’interno sulla strada per Konia, ma dove il velo delle donne predomina. Si sente fortissima l’aria di elezioni che arrivano. Mangiamo delle ottime Kofte e salsine e bibita in un locale a sole 12£ . Compriamo delle ciambelle con sesamo ad 1£ l’una, e ripartiamo.
Tutto il percorso per l’imbarco è lungo, con un paesaggio bellissimo di queste distese dell’altopiano Anatolico perfettamente coltivato e con strade sempre decenti e a quattro corsie. Dimenticavo, diversamente da quanto ricordavamo, dopo la pazzesca inflazione degli ultimi anni, un chay (the) a 1.500.000£ turche, il carburante costa più che in Italia, a luglio, gasolio, motorin, a 2,30£ turche al litro, circa 1,256€. Per quanto è grande la Turchia diventa una voce non insignificante per un turismo itinerante. Gli stessi turchi all’interno, con il proprio mezzo, viaggiano molto meno di 15 anni fa. Alle 22,00 arriviamo alle porte di Konia e la superiamo cercando un distributore aperto nella notte dove dormire. Ci fermiamo alle 00,30.

Domenica 15 luglio. Alle 05,00 ci svegliamo e ripartiamo. Sono gli ultimi 250km con un pezzo di montagna tortuoso e con camion in difficoltà perché molto ripido, ma strada larga e buona. Poi giù verso Silifke e poi Tasucu.Prima della cittadina vorremmo fare gasolio, visto il costo turco pensiamo che a Cipro Nord costerà ancora di più data la sua completa dipendenza dalla Turchia. Ma la pigrizia vince su un paio di € di risparmio. Arriviamo alle 09,00. C’è mercato, con tanta frutta e verdura e vestiario vario. Tasucu è una cittadina sul mare che vive del turismo turco e del passaggio con traghetto per Cipro nord, Girne/Kyrenia. Prendiamo un chay e ce lo fanno pagare caro 1£, mentre nell’attesa dell’imbarco, fino a sera, lo pagheremo 0,50£. Poi partiamo per Cipro. Questa parte del diario lo troverete alla Voce CIPRO.

Dopo due settimane rientriamo in Turchia, sbarcando di nuovo a Tusucu.
Lunedì 30 luglio. Ci mettiamo un’ora e mezza prima di uscire dall’area doganale di Tusucu. Alle 22 ci fermiamo subito a mangiare una pide ed una insalata mista. Deliziose. Ripartiamo verso Konia. Fa molto caldo e vogliamo fresco. Vogliamo arrivare in montagna. Facciamo una foto notturna al cartello che indica il luogo dove è morto l’imperatore Federico detto il Barbarossa di ritorno dalle crociate.Traffico pochissimo. Lungo la strada ci sono tanti slarghi pieni di bancarelle con tutto il possibile di frutta fresca e secca, spezie e souvenir. Subito dopo Mut vi è un paesino proprio sulla strada dove si sta concludendo una grande festa paesana. Fa quasi freddo. Bellissimo. Sono le 00.30. in due secondi chiudiamo tutto e a nanna. Peccato che ripartiremo alle 5.

Martedì 31 luglio. Sveglia e senza colazione ripartiamo subito. Dopo Karaman iniziamo a vedere qualche macchina. Sono stanco e Patrizia mi sostituisce alla guida. So che non è facile per lei. Non guida molto. Debbo avere una espressione da paura se si vince. Dopo tanta strada larga e senza nessuno, lei si becca i lavori per il raddoppio della carreggiata ed un po’ di attraversamenti cittadini. Dopo più di un’ora mi sveglio. Prendiamo le ottime ciambelle con sesamo e facciamo colazione. È molto tesa. Che stress per lei.
Ripartiamo verso Karahamzali. È ormai una superstrada. Comoda e troppo piena di pattuglie di polizia con autovelox. Noi non siamo un problema, andiamo a max 110 in discesa. Da Golbasi, periferia sud di Ankara imbocchiamo una bellissima autostrada fino ad Istanbul. Lunga, molto lunga. Lunghissima. È impressionante intorno ad Ankara la quantità enorme di villette a schiera nuovissime o in costruzione. Senza soluzione di continuità.
Alle 18 riusciremo ad arrivare alla periferia di Istanbul. Giriamo tutto intorno alla città per arrivare nella parte europea ed andare in un campeggio di quelli che vi sono nella zona di Barirkoy, periferia ovest nei dintorni dell’aeroporto Ataturk. Il mitico London e dintorni. Arriviamo ed il distributore è sempre lo stesso, molto rinnovato. Sulla parete vediamo la scritta Camping London. Assaporiamo già doccia, pulizia e 2-3gg. di vagabondaggio per la città. Macché. Dietro, il campeggio non c’è più. C’è solo la ricezione, chiusa e nient’altro. Al suo posto un grosso kartodromo, dei campi da calcetto a 5 o 7, ed in fondo un grosso parcheggio. Fuori vi sono parcheggiati 2 camper italiani. Eppure i nostri dati sono di poco prima di partire: ACSI campeggi, Ente Turismo Turco, ecc. ecc.. Sarà così per tutti gli altri campeggi che conoscevamo e che sono segnalati sulle guide. Pazzesco!!! Una città come Istanbul! Dopo 2 ore di peregrinazioni, un tassista ci propone di andare in un otoparking (parcheggio auto), custodito giorno e notte. E vada. Ci rassegniamo all’OTO Parking Florya, a 100m dalla stazione ferroviaria di Florya, in Florya Caddesì nella periferia ovest di Istanbul.
Arriviamo e diamo 10£ turche al tassista che si raccomanda con i ragazzi del parcheggio. Pagheremo 10£ per notte per il solo parcheggio. Se vogliamo fare acqua non problema, ma non ci sono servizi e corrente. Va bene. Sono simpatici. Ci facciamo la doccia, in camper e ci prepariamo ad uscire. Si vede che stiamo più a nord, fa caldo ma quello giusto, normale, senza afa con un po’ di vento. Sembra quasi fresco rispetto a Cipro. Andiamo verso la stazione per prendere il treno leggero che porterà a Eminonu, scendendo però ad Avrupa Banliyo Kumkapi, da dove risalendo a piedi, perpendicolare alla ferrovia, per circa 10 mn. si arriva davanti al Gran Bazar. Ma la stanchezza è tanta e sono le 20 passate, quindi davanti alla stazione c’è il deposito taxi Florya e lo prendiamo. Fa tutto il lungomare e poi risale verso il centro in 20mn. siamo davanti al Gran Bazar per 22£. Che bello. Qui ci sono capolinea di autobus verso ovest. Ci passa anche una sorta di metropolitana leggera di superficie che da Eminonu, passando davanti alle Moschee, Blu e Santa Sofia,attraversando il centro va verso ovest. Passeggiata serale alle moschee. Non le vedevamo da 15 anni. Sempre bellissime. Sembra che non facciano più lo spettacolo di luci e descrizione storica di fronte alla Moschea Blu. Sarà che Istanbul è oggi governata dal partito religioso? È ancora aperta, si può visitare, per la prima volta di sera ci riusciamo. È bellissima. Ci fanno togliere le scarpe, mettere un pareo ed il velo sulla testa a Patrizia. Che atmosfera! Usciamo dopo un po’ molto colpiti e contenti. Facciamo foto a tutte e due le Moschee.
Ormai alle 23,30 decidiamo di andare a dormire. Prendiamo un taxi che approfittando del poco traffico corre a velocità folle, 110-130, sempre sul lungomare, con mille semafori ed anche persone che attraversano. Notiamo che proprio dove saremmo scesi con il treno leggero sul lato del mare, vi sono alcuni parcheggi, Otoparking, a pagamento. Decidiamo che l’indomani torniamo in camper e parcheggeremo lì e vedremo se passarci la notte. Arriviamo al parcheggio Florya in 15mn.. Ci chiede 39£. Ci rifiutiamo e gli diciamo che era partito già con quasi 10£, mentre all’andata l’altro era partito da 2.50. La differenza non è la notturna. Quindi non gli daremo più di 25£. Scendiamo e ce ne andiamo. Non ha discusso. Entriamo nel parcheggio, salutiamo gli addetti, che sono curdi, ed entriamo in camper. Non si dormirà male. Si sta bene.

Mercoledì 1 agosto. Ci alziamo alle 7.30 e decidiamo di uscire subito col camper per andare dove avevamo visto la sera prima. Vi arriviamo alle 8.30. e per la giornata paghiamo 5£. L’entrata è nel contro viale, subito dopo l’ingresso per i traghetti. Comodissimo. Scendiamo e passando sotto la ferrovia, risaliamo verso il centro. Lungo la strada ci sono tantissimi negozietti non turistici e quindi deliziosi. Arriviamo nel piazzale d’ingresso al Gran Bazar. Decidiamo di fare colazione alla turca. Chay cibi salati. Stupendo. Iniziamo il giro. Entrare nel bazar è sempre un emozione fortissima. Prendiamo dei ricordi e regali. Mai accettare ciò che vi chiedono senza trattare. Ma trattare con rispetto della loro dignità perché non vogliono truffarvi. La trattativa per loro è un’arte e un piacere. Se voi accettate senza trattare, loro prendono i vostri soldi, ma non c’è soddisfazione. Non facciamo i soliti occidentali o peggio americani, arroganti e spocchiosi.
Dopo 2h usciamo e sempre nella piazza antistante, facciamo uno spuntino. Nel tavolino di fianco ci sono un anziano ed una bimba che ci ascoltano. Si presentano. Lui di Istanbul emigrato da un po’ d’anni a Lugano (CH) e la nipote nata lì. Ci spiega quanto è cambiata la città e la Turchia. Arriva la figlia. Chiacchieriamo un po’, ci salutiamo.
Decidiamo di tornare al camper con tutti i nostri pacchetti per la strada che abbiamo fatto all’andata, questa volta in discesa. Restiamo un po’ in camper e decidiamo che vogliamo tornare a casa. Cipro, la Turchia ed Istanbul sono belle, ma in questa vacanza che volevamo tranquilla e certi di non avere molte sorprese, abbiamo avuto troppe contrarietà. Siamo un po’ sfibrati. Ne parleremo a conclusione quando tireremo le somme. Ora a malincuore, vogliamo ripartire.
Mentre usciamo dal parcheggio, passiamo di fianco ad un pullman siriano da cui stanno scendendo molti giovani. Uno ha la maglietta della Roma. Gli diciamo forza Roma!!! Lui felice ci dice che sono una squadra siriana ma lui è tifoso juventino. Grandi sorrisi e saluti. Riprendiamo la Kennedy Caddesi, il lungomare, verso ovest e poi entriamo in autostrada verso Edirne. A metà strada giriamo verso Canakkale e poi Alessandropoli in Yunanistan, come chiamano in lingua turca la Grecia. Lungo la strada ci sono delle spiagge con gitanti, ma il mar di Marmara non ci attira molto. Tiriamo dritto. Quasi al confine incontriamo un paio di camper, sono italiani. All’ultimo distributore mettiamo le ultime 7£ di gasolio. Arriveremo agli sgoccioli al primo distributore in Grecia. Al confine turco sono molto efficienti. In 10 minuti siamo fuori. Attraversiamo il confine sul ponte del fiume Meric in turco ed Èvros in greco. Militari turchi prima, molto rilassati e militari greci dopo, un pò arcigni, un pò nascosti e con mitra esibiti. Confine greco molto più complicato. Ma questa è un’altra storia.

Conclusioni.

Istanbul?
Sempre stupenda e spettacolare. Forse un po’ dimessa, dato il loro momento politico. I campeggi non ci sono, ma nessuna difficoltà può far mancare questo appuntamento. Certo sarebbe un problema con le tende.

Turchia?
Grande, sempre bella e turchi sempre ospitali. Per il giro fatto, il paese è grande, i km tanti e quindi il costo del carburante incide sull’economia del viaggio.

In conclusione, ci sarebbero tante cose da dire, ma siamo già in un mondo in cui si vive per interposta persona, tv e con paura, bisogna andare e vivere le proprie esperienze proprio perché sono frutto delle proprie emozioni.
Buon viaggio.
Ferruccio e Patrizia

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