13 luglio 2006: Milano Malpensa – Oslo
Com’è nostra piacevole consuetudine da qualche anno, anche per quest’estate abbiamo scelto di trascorrere una vacanza attraverso la formula di scambio-casa con una famiglia straniera. Una modalità che consente di visitare luoghi in ogni parte del mondo, conoscere persone di quei luoghi con le loro abitudini, scambiarsi suggerimenti e consigli pratici sulle rispettive aree di residenza, nonché evitare le spese di alloggio, dato che le uniche spese da sostenere sono quelle del viaggio, oltre alla normale spesa al supermercato in loco. Non poco. Questa volta è toccato alla Norvegia. Nel corso dell’inverno abbiamo scelto con attenzione la famiglia più adatta a noi e abbiamo iniziato la ricerca in Internet per organizzare il nostro viaggio. Su suggerimento della nostra famiglia partner abbiamo scelto di volare con SAS (Scandinavian Airlines) da Milano Malpensa fino ad Oslo Gardermoen, l’aeroporto principale di Oslo (prenotazione del volo dal sito SAS). Dopodiché abbiamo prenotato un ulteriore volo con la compagnia locale Wideroe (dal sito Wideroe) da Oslo a Volda, nostra destinazione, una graziosa cittadina situata su uno dei bellissimi fiordi della costa occidentale, poco lontano dalla più conosciuta Alesund. Poiché il volo SAS da Milano Malpensa a Oslo parte piuttosto tardi (intorno alle 18:30) ed arriva a Oslo alle 21:10 (stesso fuso orario), non ci è stato possibile raggiungere Volda nell’arco della stessa giornata (in serata non erano disponibili voli per Volda; il primo volo utile era il pomeriggio successivo). Abbiamo quindi prenotato con Expedia.it un hotel a Oslo centro per la notte, in modo da poter dedicare alla città una rapida visita la mattina seguente e tornare in aeroporto per il volo del pomeriggio.
GIORNO 1
Il volo da Milano a Oslo è stato abbastanza gradevole, con tutti gli inconvenienti tipici di un viaggio con due bimbe piccole al seguito! L’attesa all’aeroporto, l’imbarco e il volo stesso non sono esattamente momenti di relax, quando hai una figlia di 22 mesi che corre da una parte all’altra dell’aeroporto, vuole il biberon, ha sonno e non riesce a dormire, si lagna perché è ora di cambiarle il pannolino ecc., mentre l’altra figlia, di 3 anni e mezzo, occupa il passeggino della sorella, ha fame, sete e vuole che le si legga una bella fiaba della Pimpa, “ma bella bella però!”. Comunque, accompagnati da questi momenti di animata vita familiare, noti soltanto a chi li ha sperimentati personalmente, abbiamo iniziato ad intravedere dal finestrino dell’aereo la costa frastagliata della Norvegia, inconfondibile, dopo averla vista così tante volte negli atlanti e sulle carte geografiche fin da bambini. Dall’aereo ci ha colpito soprattutto la vegetazione: una distesa di foreste di conifere e di prati verdi. L’impatto all’aeroporto è stato meno idilliaco: 1- per il ritardo con cui sono arrivati i bagagli; 2- perché l’area arrivi ci è parsa piuttosto austera, oltre che non particolarmente pulita. Ci siamo ricordati che esiste un servizio autobus di collegamento fra l’aeroporto Gardermoen e Oslo città. Abbiamo chiesto all’ufficio informazioni nell’atrio dell’aeroporto: i “Flybusse” partono proprio da lì fuori, piattaforma 17, un numero che a noi di solito porta bene. Naturalmente, nonostante fossero le 22:30, il cielo era ancora chiaro. Cielo sereno. Un’accoglienza più gradevole, rispetto a quando si arriva trovando tutto immerso nel buio. Inoltre, una piacevole brezza fresca, intorno ai 15 gradi, rispetto ai 35 che ci siamo lasciati alle spalle in Italia. Il Flybus (120 corone a persona per la sola andata, bambini gratis, circa 45 minuti di viaggio) è un’intelligente invenzione, perché – anziché portare i passeggeri, come spesso accade, in un unico luogo (stazione, piazza, ecc.) da cui poi è necessario muoversi autonomamente per raggiungere gli hotel di destinazione – fa una specie di giro della città toccando una serie di tappe significative. Ciascuno scende così alla fermata che gli è più comoda. Noi, ad esempio, siamo scesi proprio all’ingresso del nostro hotel, il Bestwestern Hotel Bondeheimen, a due passi dal Karl-Johans-Gate, la via principale del centro. Non ci è sembrato vero non dover mobilitare armi, bagagli e passeggini alla ricerca del nostro luogo di pernottamento. Ci siamo presentati alla reception e abbiamo occupato la nostra camera, salvo uscirne poco dopo per cenare (erano le 23:30 circa). Non che abbiamo visto molti ristoranti… Come ci aveva anticipato la nostra famiglia partner, i norvegesi non vantano esattamente una ricca tradizione gastronomica. Abbiamo optato per un kebab dall’altra parte della strada, inscatolato e finito di consumare in stanza, dato che a mezzanotte il locale chiudeva e, anche se non avesse chiuso, le piccole hanno manifestato la ferma intenzione di non stare sedute a tavola dignitosamente.
GIORNO 2
Finalmente giorno! Oslo ci ha salutati con una bella giornata di sole, i suoi piacevolissimi 20 gradi e “la sua modestia, la sua riluttanza”, come viene definita, con sapienza, nella guida del Touring. Calcolando il tempo a disposizione, poco più di 4 ore, abbiamo scelto di visitare anzitutto il Frognerparken, celebrato come una delle migliori attrazioni della città nei racconti di viaggio di chi qui c’è già stato. Vista brevemente la parte finale della Karl-Johans-Gate che dà sul palazzo reale (Slote) abbiamo raggiunto il teatro nazionale. Dal Nationaltheatret abbiamo preso il tram 13, scendendo dopo 10 minuti in Frognerveien (fermata Sonnen-qualcosa), perché questo tram prende poi un’altra direzione. In Frognerveien (veien=via) avremmo potuto prendere il 12 che va direttamente al parco, ma abbiamo preferito passeggiare per goderci la città. La strada è un po’ in salita e con le bimbe questa non è stata una grande comodità, comunque siamo giunti al parco, che effettivamente si estende maestoso con i suoi prati verdi e i suoi gruppi scultorei (ben 671 personaggi bronzei creati dallo scultore Gustav Vigeland) su un’area molto vasta, attraversato da un laghetto, fra giardini di profumatissime rose, scalinate e terrazze che si innalzano tra fiori e fontane. Da qui si gode una bella vista panoramica su Oslo. Siamo rientrati verso la città con il tram 12, molto più comodo, dato che dal parco arriva fino al porto, a due passi dal Radhus, il municipio della città. Assolti frugalmente i doveri nutrizionali verso le bimbe (un ennesimo spuntino di cracker e un biberon d’acqua), abbiamo visitato l’area del porto, graziosa, e il Radhus (di triste aspetto, dobbiamo dire, a nostro parere), risalendo verso i giardini del Karl-Johans-Gate, dove si trovano – oltre al Nationaltheatret – il famoso Grand Hotel di Oslo, un bell’edificio adornato di gerani rossi che ospita i vincitori del premio Nobel per la pace, e l’elegante Grand Café. Il tutto in poche decine di metri, poiché il centro è di dimensioni davvero ridotte per una capitale. L’orologio segnava già le 12:30… per recuperare i bagagli in hotel e prendere il Flybus delle 13:00 dovevamo accelerare un po’… Abbiamo deciso comunque di dare un’occhiata anche all’ultima parte del Karl-Johans-Gate, quello che va dal Grand Hotel verso il duomo, la Domkirke di Oslo. E abbiamo fatto bene! In questa parte della città abbiamo visto finalmente una città vitale, con la gente a passeggio, gli artisti di strada, bravissimi, le vetrine, i ragazzi che regalavano il latte fresco al cioccolato e alla fragola (di cui non abbiamo potuto non fare scorta, considerata la giornata di viaggio che ci attendeva e – forse per la fresca aria di mare - l’appetito insaziabile dei nostri due angioletti!!). Non siamo degli intenditori, ma la Domkirke ci è parsa onestamente poco interessante. Scarna e priva di caratteri di pregio. Tra l`altro dobbiamo rilevare che ci sono parecchie barriere architettoniche in citta`. Il passeggino si doveva sempre trasportare di peso in presenza delle varie scalinate! Siamo tornati a grandi passi verso l’hotel, giusto in tempo per perdere il Flybus, dovendo recuperare il bagaglio in hotel sotto una catasta di altre valigie!! (Dobbiamo segnalare, tra le righe, che non abbiamo avuto la sensazione che la gente di Oslo sia particolarmente affabile con i turisti; le esperienze di contatto che abbiamo avuto ci hanno trasmesso tutte una sensazione di distacco, ciascuno sembrava fare il proprio dovere, senza voler aggiungere alcuna particolare cordialità alla comunicazione). Comunque, lungi da noi voler alimentare stereotipi! A proposito di stereotipi, dobbiamo tuttavia dire che Oslo, pur essendo città del nord, non ci è parsa più pulita o più curata di molte città italiane. Anzi, in alcune zone gli spray sui muri e le cartacce per strada le davano un’aria addirittura trascurata. Una lancia spezzata a favore del sud d’Europa! A questo punto, siamo riusciti a salire sul Flybus delle 13:30 e a raggiungere l’aeroporto per le 14:15. L’area partenze è tutt’altra cosa dall’area arrivi! Molto accogliente e luminosa. Fatto il check in con Wideroe, abbiamo cercato il nostro gate, un simpatico e tranquillissimo angolo di aeroporto, direttamente a contatto con l’aereo ad elica che ci avrebbe poi portato sul fiordo. Qui le bimbe hanno finalmente potuto riposare e giocare liberamente in attesa del volo (non c’era praticamente nessuno!). L’aereo ospitava circa una trentina di posti. Abbiamo fatto una piacevole trasvolata della Norvegia verso ovest, con lo spettacolo del passaggio dai prati verdi alle vette innevate fino alle prime lingue di mare che, in mezzo alle nuvole grigie e fitte fitte del clima atlantico, iniziavano a fare capolino fra i monti della costa occidentale. Atterraggio a Orsta Volda, un aeroporto piccolissimo, una specie di tranquilla stazione degli autobus. Ci siamo guardati attorno come se fossimo arrivati in un altro mondo, montagne tutto intorno e un’aria freschissima e frizzante ad accoglierci. Come concordato, abbiamo ritirato le chiavi di casa, dell’auto e l’auto stessa nel parcheggio di fronte e ci siamo avviati - con il navigatore acceso e le istruzioni della nostra famiglia partner - verso Volda. Guidare su strade sconosciute è sempre un’emozione, soprattutto quando sei circondato dal silenzio e dalla maestosità della natura! Pochissime le auto sulle strade, come abbiamo avuto modo di constatare anche in seguito. La casa è bellissima, molto nordica, spaziosa ed accogliente, con un giardino che, attraverso un ponticello in legno sul ruscello, dà direttamente sul bosco. Ci siamo sistemati e ci siamo goduti il meritato riposo sul divano del soggiorno, con vista panoramica sul fiordo!
GIORNO 3 – SABATO
20 gradi, giornata serena. Abbiamo scoperto che la Norvegia offre dolcissime fragole in abbondanza e a costo irrisorio! Fragole dal sapore intenso che in Italia oggigiorno si fatica a trovare. Giorno di riposo. Nel tardo pomeriggio passeggiata intorno al laghetto di Rotevatnet qui a Volda. Successivamente, dato il sole ancora alto, gita panoramica in macchina fino ad Austefjorden. Montagne verdi che si specchiano nell`acqua, ruscelli e boschi.
GIORNO 4 – DOMENICA
Ancora sereno, 25 gradi circa. Percorso in macchina da Volda-Orsta verso Sæbø. Fondamentale avere in macchina il cosiddetto “Router”, l`orario aggiornato dei traghetti, in modo da evitare soste inutili in attesa del ferry successivo. Arrivati a Sæbø, breve passeggiata fra boschi e pecore, quindi traghetto per Leknes per attraversare il Hjørundfjorden. Si fa la fila con la macchina, si sale come se si trattasse di un ponte, quando si e' sopra l'addetto passa a ritirare l'importo della traversata (circa 80-100 corone, a seconda della distanza da percorrere, vale a dire almeno 10 euro a tratta). Scesi a Leknes (trattasi in genere di minuscoli villaggi!) abbiamo proseguito per Øye. Il Hjørundfjorden si mostra in questa area in tutta la sua bellezza. Caratteristico hotel storico a Øye, visitato in passato dalle famiglie reali dell'Europa centrale. Da Øye abbiamo proseguito il nostro giro entrando nella meravigliosa Norangsdalen, una valle verdissima, stretta fra le montagne e quindi ancor piu' suggestiva, costellata di laghetti, cascate e torrenti. In uno di questi laghi si trova un intero villaggio sommerso dalle acque in seguito ad una frana. Meta di visite subacquee. In questi posti diventa molto importante non avere problemi alla vettura... Si e' nel regno della natura, difficile incrociare centri abitati. Piu' avanti, proseguendo verso Hellesylt, la valle si stringe ulteriormente e lascia a bocca aperta per il susseguirsi delle cascate, la vegetazione boschiva, i laghetti verdi, il verde indescrivibile dei suoi prati e dei suoi muschi. Non abbiamo potuto fare a meno di fermarci per immergerci in una breve passeggiata in questo paesaggio fiabesco, che crediamo di aver visto in precedenza soltanto in alcune scene del primo film della serie Il signore degli anelli (ma allora pensavamo che colori del genere potessero essere solo il frutto di elaborazioni fatte al computer!). Inutile dire che Norangsdalen, con il suo silenzio e la sua atmosfera magica, primitiva, ci e' rimasta nel cuore. A Hellsylt si scende sul Sunnylvsfjorden, che si dirama, sulla sinistra dietro ad una montagna, nel famosissimo Geirangerfjorden. Rientro a Volda (circa 2 ore da Hellesylt con andatura da crociera e qualche pausa per rilassare le bimbe). Strade buone. Pochissimi veicoli in giro. Si guida con estremo relax.
GIORNO 5 - LUNEDI'
Giorno di riposo.
GIORNO 6 – MARTEDI'
Continuano le giornate di sole. 25 gradi circa. Passeggiata sulla montagna di Melshornet, qui a Volda. Vista panoramica sul fiordo e sulla cittadina.
Nel tardo pomeriggio: traversata in traghetto da Volda verso Folkestad. Abbiamo poi proseguito sulla E39 in direzione Bjørkedalen. Altra bellissima valle, piu' aperta rispetto a Norangsdalen, ma suggestiva per la sua ricchezza di corsi d'acqua e per il caratteristico sito in cui tutt'oggi vengono costruite e fatte navigare imbarcazioni vichinghe. In tutta tranquillita' si possono visitare queste tipiche barche ormeggiate a riva e godersi un tuffo nel passato. Qui si trovano anche le Hitte norvegesi dove e' possibile fermarsi per la notte (bungalow in legno con il tetto particolarissimo coperto di vegetazione, erba e fiori, una stranezza che d'altro canto contraddistingue anche parecchie case norvegesi). Raggiunta la citta' di Nordfjordeid, al termine della Bjørkedalen, abbiamo scelto di rientrare continuando a guidare verso ovest, passando tra Åheim, Syvden e Syvdsneset, sui fiordi esterni del mare di Norvegia, per rientrare poi verso Lauvstad, sul Voldsfjorden, da cui partono i traghetti per Volda (circa 30 minuti di traversata). Questa ultima parte del viaggio, da Nordfjordeid in avanti, e' stata meno interessante delle precedenti, benche' abbia continuato ad offrire una bella vista sul tipico paesaggio norvegese di questa regione, monti e mare.
GIORNO 7 – MERCOLEDI'
Giorno di pausa. Ho portato le bambine a giocare nei parcogiochi di Volda, scoprendo che sono piuttosto diversi da quelli italiani. I parcogiochi che abbiamo visitato erano molto “artigianali”, fatti di pneumatici dismessi appesi a funi, legati fra loro o infilati fra i rami degli alberi, assi di legno naturale inchiodate alla bell'e meglio per dar vita a pseudocapanne, torrenti facilmente raggiungibili dai bambini ecc. (cose che da noi difficilmente sono consentite, data la centralita' attribuita alla normativa sugli standard di sicurezza degli spazi adibiti ai bambini). Questi giochi, invece, non sembravano avere come priorita' quella di essere “a norma di legge”.
GIORNO 8 – GIOVEDI'
Qualche nuvola, ma tempo sempre sereno e caldo. Giornata interamente dedicata al giro panoramico dei fiordi in Hurtigruten (la nave turistica che fa il giro di tutta la costa norvegese) per arrivare a vedere lo spettacolare Geirangerfjorden, inserito recentemente nell'elenco del patrimonio dell'UNESCO. Considerato che l'Hurtigruten parte dal porto di Ålesund alle 9.30 del mattino e che Ålesund dista dalla nostra abitazione almeno un'ora e mezza (incluso l'inevitabile traghetto per attraversare lo Storfjorden, da Festøya per Solavågen, alle 8.20), ci siamo messi in marcia alle 7 del mattino. Naturalmente abbiamo prenotato i posti sull'Hurtigruten il giorno precedente, per evitare sorprese (tel. 77 78 73 10, si prenota direttamente parlando con gli operatori sulla nave). Bambini gratis sotto i 4 anni. Costo degli adulti: 570 corone a persona (circa 75 euro) per il viaggio Ålesund-Geiranger-Ålesund dalle 9.30 del mattino alle 18.00 della sera. Il porto e' proprio in centro ad Ålesund. Piuttosto difficile trovare dove parcheggiare l'automobile. In ogni caso il parcheggio e' molto caro. Proprio a causa del problema parcheggio, arrivati 5 minuti prima della partenza della nave, trafelatissimi, con i passeggini in corsa. L'Hurtigruten e' una nave di lusso, 7 livelli, alcuni con cabine, altri con sale da pranzo, bar, salottini, lounges, piani bar ecc. Molti passeggeri stanno sulla nave stabilmente, facendo tutta la crociera della costa norvegese. Altri, come noi, la usano giusto per un giorno per percorrere un tratto di mare. Non ci sono problemi di posto: la nave e' talmente grande che ci sono poltrone e divani liberi in tutte le sale, senza contare i posti sui ponti esterni, attrezzati con comode sdraio. La nave percorre dapprima lo Storfjorden da Ålesund verso Magerholm e Stranda, per proseguire poi nel Sunnylvsfjorden verso Hellesylt, fino ad entrare nell'agognato Geirangerfjorden verso le 13.30. Quattro ore di navigazione con, tutto sommato, pochi picchi d'interesse. Dopo un po' gli scenari tendono ad assomigliarsi. Nel Geirangerfjorden e' effettivamente tutta un'altra storia! Il mare si incunea fra le montagne in un susseguirsi di curve e di cascate. Questa parte del viaggio e' effettivamente spettacolare. In un'ora si percorre l'intero fiordo, fino a raggiungere il paesino di Geiranger, all'estremita' del fiordo, dove l'Hurtigruten si ferma per un'ora, per consentire ai passeggeri della crociera di visitare la cittadina. L'intero viaggio da Ålesund e ritorno e' nel complesso un po' lungo e in parte monotono, benche' la navigazione su una nave di queste dimensioni (con tanto di area giochi) si rivela decisamente pratica se si hanno bimbi piccoli, rispetto all'opzione “tragitto in auto + navigazione del solo Geirangerfjorden in battello” (i battelli che da Hellesylt percorrono il Geirangerfjorden sono tutt'altra cosa rispetto all'Hurtigruten: non ci sono spazi vuoti, ci sono solo file ordinate di posti a sedere, tra l'altro in buona parte all'aperto. Tenere fermi dei bambini piccoli per due ore in una seggiolina, magari al vento freddo, non e' un'impresa consigliabile.
Rientrati con la nave ad Ålesund alle 18.00, abbiamo dedicato un'oretta alla visita della citta', che ci e' parsa carina, con le sue case in Jugendstil e il suo piccolo museo all'aperto, di discreto interesse. Al di la' di questo, Ålesund non offre tuttavia molto da vedere. Un'ora o due sono sufficienti, ad un turista medio, per farsi un'idea della citta'. Segnaliamo, tra le righe, che in tutte le citta' da noi visitate ci hanno colpito le strade pressoche' vuote di gente.
GIORNO 9 – VENERDI'
Giorno di riposo.
GIORNO 10 – SABATO
Ancora caldo e sole. Mattina: camminata sui sentieri del bosco del Melshornet, a Volda, fino in cima alla montagna, con visita alla sorgente di Dinglavatnet che rifornisce d'acqua il paese.
Pomeriggio: visita al museo all'aperto di Volda. Ricostruzione di capanne vichinghe.
Visita di Volda. Dopo le 16.30, orario di chiusura dei negozi, il centro e' deserto!
GIORNO 11 – DOMENICA
30 gradi, bellissima giornata limpida. Passeggiata a Volda, parcogiochi. Relax e tintarella in giardino.
GIORNO 12 – LUNEDI'
Nuvoloso. 18 gradi. Giornata di riposo.
GIORNO 13 – MARTEDI'
Preparativi per la partenza.
GIORNO 14 – MERCOLEDI'
Volo Volda-Oslo. Volo Oslo-Milano Malpensa. 40 gradi! Rientro a casa.
ho finito di leggere il suo viaggio bello...
il panorama è bello sto leggendo il suo viaggio ma non l'ho finito comunque mi fa anche picere vedere come era lei nell 2006...he he he he he...