La costa campana, Capri e i Monti Lattari

Una settimana alla scoperta di tante bellezze, dalle più celebrate alle meno note, usando la risorsa più naturale: le gambe!

Per noi del CAI di Arenzano, fine settembre coincide da ormai otto anni con la piacevole e irrinunciabile consuetudine della settimana in questa o quell’area del meridione d’Italia in collaborazione con Naturaliterweb. A partire dalle Eolie del 2004, il rapporto con quella Cooperativa di Turismo Sostenibile si è fatto via via sempre più saldo, tanto che già durante il viaggio di ritorno si pongono le basi per il programma dell’anno successivo.
Dopo le esperienze delle Eolie, delle Egadi, dell’Aspromonte, del Pollino, degli Iblei, per questo 2011 ci siamo orientati sui Monti Lattàri: il nome potrà risultare poco noto a molti, ma se diciamo Sorrento, Costiera Amalfitana, Positano, Capri… si capirà subito che ci riferiamo a luoghi che occupano un ruolo di primo piano tra le meraviglie non solo d’Italia ma del mondo intero.
Nel nostro programma, le mete più decantate del turismo internazionale si integreranno con spettacolari trekking che si riveleranno prodighi di scenari mozzafiato e di infinite sorprese.

Itinerario

Sabato 17 settembre 2011
Giornata interminabile e di grande intensità, anche se il programma del trekking avrà ufficialmente inizio solo domani.
Siamo in 33 all’appuntamento antelucano davanti alle piscine di Arenzano e puntualissimo alle 2,15 parte il pullman che ci porterà a Malpensa. E’ una levataccia (alcuni non sono nemmeno andati a dormire), che però ci consente di sfruttare al massimo già la prima giornata: sono infatti le 9,05 quando atterriamo a Napoli Capodichino.
Con pullman riservato ci rechiamo ad Ercolano per la visita dell’area archeologica. Come pure per Pompei l’ultimo giorno, evito la stucchevole descrizione dei vari siti, còmpito che è assolto dall’infinita letteratura sia cartacea sia sul web. Dico solo che la visita guidata di due ore è molto accurata, ma rimane il desiderio di un ritorno per approfondire quanto inevitabilmente resta escluso da un percorso che può toccare solo le eminenze principali.
Intorno alle 13,30 raggiungiamo il nostro hotel di Capo di Sorrento, dove ci attende sorridente Angelo Frangipani di Naturaliterweb: già nostro accompagnatore in Aspromonte nel 2006 e alle Eolie l’anno scorso, è ormai uno di noi e baci e abbracci si sprecano.
Dopo una gustosa spaghettata e un paio d’ore di riposo, ci incontriamo con Dorina, la nostra guida escursionistica per la settimana che va a cominciare: friulana trapiantata qui da quarant’anni, si rivelerà preparatissima, disponibile, simpatica e ce ne separeremo a malincuore.
Giusto come prima sgambatura, ci rechiamo ai sottostanti ruderi dei cosiddetti “Bagni della Regina”, su un tratto di costa caratterizzato da tavolati rocciosi e piccole insenature dalle acque cristalline. Tramite una mulattiera che ci evita la trafficata litoranea, proseguiamo poi per Sorrento il cui centro dista da qui circa tre chilometri.
Al di là dell’indubitabile splendida posizione e dell’iconografia, della letteratura, della musica che ne decantano la bellezza, la cittadina non ci suscita entusiasmi sfrenati: colpa della soffocante edificazione degli ultimi decenni e del traffico terribile. Conserva peraltro una sua gradevolezza il centro storico in parte pedonalizzato, molto vivace anche se pervaso da un’impronta turistica pesante.

Domenica 18 settembre 2011
Le previsione meteo per domani promettono pioggia, cosicché anticipiamo ad oggi la visita di Capri, uno dei fiori all’occhiello della settimana che ben merita una giornata soleggiata come si rivelerà quella odierna.
Un sentiero di circa un chilometro scende dal nostro albergo alla sottostante marina di Puolo, un pittoresco insediamento di pescatori da cui parte il battello che ci porterà a Capri. Approderemo a Marina Piccola, ubicata sul versante opposto a quello prospiciente la costa sorrentina, il che ci consente mezzo periplo dell’isola in senso orario; al ritorno ne costeggeremo l’altra metà. La navigazione regala scorci da sogno su falesie vertiginose, grotte sia a livello del mare sia in parete, rocce dirupate dalle forme bizzarre, oltre che sulla villa di Tiberio, l’inconfondibile residenza rossa che fu di Curzio Malaparte, il famoso arco naturale, i tornanti della Via Krupp e i celeberrimi Faraglioni, con l’emozione del passaggio attraverso la cavità di quello di mezzo.
Sbarcati a Marina Piccola, saliamo per una mulattiera in parte gradinata fino a Capri paese (mt.142); a breve distanza dalla Piazza Umberto I - più nota semplicemente come “la Piazzetta” - evidenti cartelli indicano la salita al Monte Solaro, massima elevazione dell’isola con 589 metri, attraverso il “passetiello”.
Scavato nel XV secolo dai monaci per raggiungere l’eremo di Santa Maria a Cetrella e i loro possedimenti ad Anacapri, il ripido sentiero denominato “passetiello” (cioè piccolo passaggio) fu per secoli l’unica via di collegamento fra Capri e Anacapri prima che lo sviluppo turistico inducesse a realizzare le attuali vie di collegamento.
Qui passò anche la Storia, quando nella notte del 4 ottobre 1808 da questo angusto valico riuscirono a fuggire i soldati inglesi inseguiti dai francesi durante la presa di Capri da parte della flotta napoleonica di Gioacchino Murat.
L’escursione è di grande suggestione per l’ambiente selvaggio in cui si svolge. Dopo alcuni tornanti in sottobosco, ci si inoltra in una folta lecceta che ammanta un pendio via via più accidentato fino a una serie di alti gradoni rocciosi da superare con l’ausilio delle mani per sbucare infine su una dorsale ricoperta di macchia mediterranea: siamo a quota 430 in un punto panoramico di prim’ordine verso i Faraglioni, Cala Ventroso e Marina Piccola.
Raggiungiamo in breve l’eremo di Santa Maria a Cetrella (purtroppo chiuso alla visita), luogo di grande quiete alla quale contribuisce anche la fitta nebbia che avvolge Monte Solaro: un fenomeno non raro che ci preclude totalmente la visuale. Consumiamo il pranzo al sacco in un’area attrezzata, dopodiché scendiamo lungo una comoda mulattiera (ricordo che esiste l’alternativa della funivia) ad Anacapri, da cui l’autobus di linea ci porta in breve a Capri paese.
Manca un paio d’ore alla partenza del battello di rientro e, come sempre in questi casi, evitiamo di irreggimentarci in stile scolaresca e preferiamo il “liberi tutti”. In due ore la visita non può che essere sommaria, ma c’è comunque il tempo per raggiungere il magnifico belvedere di Punta Cannone lungo un percorso caratterizzato da pittoreschi sottopassi e stupende ville, concedersi una sosta da VIP per un gelato a un tavolino del Quisisana e scendere infine lungo i tornanti della spettacolare Via Krupp ammirando gli scenari che fanno di quest’isola una meta irrinunciabile per ogni viaggiatore.

Lunedì 19 settembre 2011
Anticipando di alcune ore le previsioni, nella nottata si scatena una forte pioggia che persisterà per buona parte della mattinata.
Dopo una consultazione con Angelo e Dorina, prendiamo la decisione di renderci autonomi. Un gruppo decide di intraprendere comunque, nonostante la pioggia che però nel primo pomeriggio cesserà, un’escursione sulle alture circostanti, un altro si orienta su una gita a Napoli tramite il servizio della Circumvesuviana, altri ancora si dedicano a un po’ di shopping a Sorrento con squisita pizza al “Leone Rosso”, per concludere la giornata nella piscina dell’albergo.
Si è intanto completamente schiarito, ottimo auspicio per le prossime escursioni.

Martedì 20 settembre 2011
La giornata ha inizio con il trasferimento in bus a Pogerola: il tragitto di una quarantina di chilometri ricalca la costa meridionale della penisola sorrentina, corre tortuosamente in cornice ed è prodigo di splendide vedute in continuo mutamento ad ogni svolta.
Pogerola è un piccolo borgo collinare a quota 307, dalla cui piazza si ha una bella veduta sul golfo di Salerno, sulla Costiera Amalfitana e sugli isolotti di Li Galli.
Si sale dapprima lungo una mulattiera fra le ultime case dell’abitato, per immergersi poi in un folto castagneto; con alcuni saliscendi su un sentierino a volte stretto che richiede un minimo di attenzione per l’umidità che lo rende scivoloso, si raggiunge il punto più alto (m.480) che segna l’inizio del Vallone delle Ferriere vero e proprio. L’ambiente è ricco di acque in forma di ruscelli e cascatelle, che in passato favorirono lo sviluppo di numerose attività: mulini, cartiere e ferriere i cui ruderi - talvolta imponenti - costituiscono un vero e proprio museo all’aperto di archeologia industriale.
Assolutamente irrinunciabile è una breve deviazione verso una forra formata dal Rio Canneto che si fa largo con una serie di cascate tra cavità ammantate di muschio e di vegetazione che fa pensare a un ambiente subtropicale: se ne può risalire il fianco fino a che la ripidezza del pendio e l’esposizione ne sconsigliano il proseguimento senza dotazioni di sicurezza. Un paesaggio di estrema suggestione, nel quale non ci stupiremmo di vedere far capolino qualche elfo…
Nel tratto finale che scende ad Amalfi si costeggiano i resti dell’acquedotto edificato in era fascista, immersi fra vasti agrumeti a terrazzo che si estendono fino all’abitato.
C’è ancora il tempo per fare un po’ i turisti fra stradine, piazzette e fronte mare di Amalfi, con il fiore all’occhiello dello scenografico decoratissimo Duomo.

Mercoledì 21 settembre 2011
E’ una splendida giornata di sole, ottimo viatico per il Sentiero degli Dei, una delle eccellenze del trekking italiano e non solo.
L’approccio stradale ricalca in buon parte quello di ieri, ma più breve visto che Bomerano è ubicata a minore distanza di Pogerola rispetto a Sorrento.
Già sulla piazza di Bomerano (m.638) abbondano le indicazioni, così come quelle lungo l’intero percorso che rendono sicuro il procedere.
Lasciato l’abitato, un ponticello, una scalinata in salita e un tratto di asfalto ai piedi di un’alta falesia rocciosa portano a una fotografatissima lapide in maiolica con citazioni di Italo Calvino e D.H.Lawrence, illustri estimatori di questi luoghi: ancora pochi metri e d’improvviso si apre l’immenso panorama sul mare, sui terrazzamenti coltivati e sulle numerose vallette lungo le quali si sviluppa il Sentiero degli Dei.
In pochi minuti si giunge ai piedi della Grotta Biscotto (m.588), relitto di una cavità carsica con residui di depositi vulcanici. Segue un tratto pianeggiante che a una svolta passa alla base del “Pinnacolo”, curiosa guglia calcarea con una lapide a ricordo di Ettore Padano, alpinista del CAI di Napoli.
Giunti al Colle la Serra (m.578), tralasciamo sulla destra la diramazione per la variante alta che presenta numerosi tratti esposti e seguiamo l’indicazione Positano / Praiano / Nocelle. E’ una successione indescrivibile di scorci emozionanti sugli abitati di Praiano e Vettica, su case isolate in posizioni mozzafiato, su rocce di forma curiosa, su calette ai piedi di falesie vertiginose, su fasce coltivate che - un po’ come nella nostra Liguria - sono state ricavate su ripidi pendii a prezzo di immani fatiche.
Le denominazione di “Sentiero degli Dei” è davvero appropriata!
La frazione Nocelle, con la sua piazzetta ombreggiata affacciata sul mare, è il luogo ideale per consumare il pranzo al sacco.
Da qui si può scendere lungo una “direttissima” che tramite 1700 gradini fa perdere 420 di quota fino al livello del mare di Arienzo. Noi preferiamo proseguire su Montepertuso (m.365), prima su un bel sentiero nel bosco con qualche saliscendi, poi su un tratto asfaltato e infine con una lunga scalinata che ha termine a Positano.
In attesa dell’arrivo del nostro pullman, abbiamo il tempo per una visita turistica. A differenza di Amalfi, che ha il fulcro di interesse nell’eminenza architettonica del Duomo, il fascino di Positano sta nel suo insieme: in particolare dalla spiaggia, si ammira una quantità di scorci su un abitato particolarmente compatto, una vera e propria “cascata di case” spalmata lungo i pendii di una baia a ferro di cavallo che è uno dei manifesti della Costiera.

Giovedì 22 settembre 2011
Con un tortuoso ma panoramico percorso di circa 25km raggiungiamo in pullman il piazzale di Monte Faìto (mt. 1100): qui sono ubicati due bar-ristoranti e la stazione di arrivo della funivia che sale da Castellammare di Stabia.
La meta odierna è il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi, un massiccio formato dalle elevazioni del Catiello (m.1393), del Canino (m.1426) e del Molare (m.1444) e dirigiamo in direzione est lungo un sentiero per buona parte immerso in un magnifico bosco.
Dopo una sosta al Santuario di San Michele, dal quale si ammira un vastissimo panorama sul Golfo di Napoli e sul Vesuvio, si prosegue con qualche saliscendi e ben presto si vedono il Canino e il Molare emergere dalla vegetazione: dalla loro forma è adesso evidente quanto sia indovinata loro denominazione!
Tocchiamo la grossa cavità dell’Acqua Santa, meta di pellegrinaggi per la presenza di una sorgente ritenuta miracolosa e con un ultimo tratto in salita arriviamo a un'insellatura erbosa ai piedi del Molare; qui lasciamo gli zaini per intraprendere la salita, lungo un ripido sentierino, a quella che è la massima elevazione del gruppo. Panorama estesissimo in ogni direzione!
Tornati agli zaini, consumiamo il pranzo al sacco familiarizzando con un gruppo di escursionisti norvegesi, dopodiché riprendiamo la marcia. In pochi minuti raggiungiamo la cima del Conocchia (m.1317), perdiamo circa 150 metri di quota con un tratto a zigzag e descriviamo poi un ampio arco in falsopiano aggirando un profondo vallone boscoso dal quale sbucano qui e là formazioni rocciose che ricordano vagamente i Camini delle Fate in Cappadocia o le piramidi di terra di Segonzano e di Renon.
La parte finale in fitto sottobosco che ci riconduce alcuni tornanti sotto il piazzale dove ci attende il pullman ci riserva la meraviglia di imponenti faggi secolari, le cui radici contorte sono dei veri monumenti naturali che neppure lo scultore più abile saprebbe imitare.

Venerdì 23 settembre 2011
L’escursione finale ha per mete due fra i luoghi più belli della penisola sorrentina. Punto di partenza la località di Termini (m.323), distante da Sorrento una dozzina di chilometri.
Dalla piazza del paese si imbocca un'antica via romana che scende fra uliveti e macchia mediterranea con belle vedute verso Capri e alcune calette sottostanti. In meno di un’ora si giunge a Punta Campanella, estrema propaggine del promontorio dove sono presenti il faro, i ruderi della casa del guardiano e i resti della trecentesca torre di Punta Campanella, nello stesso luogo in cui nell’antichità sorgeva un tempio di Atena.
Per lo stesso percorso si torna a Termini per proseguire poi fino a Nerano (m.169): da qui ha inizio il bellissimo sentiero in cornice, che può ricordare in scala ridotta il Sentiero degli Dei, che conduce alla baia di Ièranto, annidata fra due promontori ammantati di macchia mediterranea.
Siamo in una riserva naturale del F.A.I. volta a preservare uno splendido contesto naturale, ma anche diverse tipicità della zona: oltre ad alcune torri di avvistamento, citiamo le “pagliarelle”, strutture in legno e stuoie per la protezione degli agrumeti nella stagione invernale, e un forno di calcinazione per ricavare dal calcare la calce da costruzione.
Il bagno nelle acque cristalline è irrinunciabile e prelude a una di quelle sorprese che ogni anno Naturaliterweb non ci fa mancare: sui tavoloni fra gli uliveti sul sovrastante pianoro Salvatore, il custode della casa tradizionale che funge da sede dell’area protetta, ci allestisce un pranzo memorabile che consumiamo in quell’atmosfera di grande convivialità che rende ancora più preziose queste settimane di fine settembre, ormai da otto anni un punto fermo nel calendario CAI.
Un controluce mozzafiato su Punta Campanella e i Faraglioni di Capri conclude degnamente la giornata, prima che le barche ci riportino a Marina del Cantone dove è ad attenderci il pullman per l’ultimo rientro in albergo.

Sabato 24 settembre 2011
Così come la prima, anche l’ultima giornata può essere sfruttata quasi per intero, grazie alla partenza del nostro volo alle 19,45.
Lasciato l’alberego, ci rechiamo così agli scavi archeologici di Pompei. Analogamente ad Ercolano, la visita guidata di due ore è esauriente, ma dobbiamo fare i conti con l’affollamento del fine settimana che lascia un po’ di amaro in bocca. Anche qui occorrerà tornare, dedicando al sito un’intera giornata, meglio se infrasettimanale in stagione non di punta.
Appuntamento per settembre 2012 a… beh, noi lo sappiamo già ma lo scoprirete a tempo debito!

Un commento in “La costa campana, Capri e i Monti Lattari
  1. Avatar commento
    NzhNnlUI
    27/10/2011 20:41

    None can doubt the veraticy of this article.

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