La Corsica nord-occidentale

Fra mare e monti, il fascino della Corsica continua a incantare i nostri viaggiatori

La scia del traghetto che lascia Bastia porta con sé un ennesimo arrivederci, mai un addio. Fra qualche mese un acuto senso di nostalgia ci prenderà riguardando le immagini, ma soprattutto tornando mentalmente sui percorsi e nei luoghi visitati di cui rimarrà solo la sublimazione del ricordo.
L’incanto di questa natura racchiude in sé la forza del mare che riesce a plasmare il granito, la forza del vento e del sole mediterraneo che rendono prorompente di profumi e di colori i bassi arbusti della macchia costiera, fusi in una sinfonia di note che giocano a rimpiattino con le rocce granitiche, si intrecciano in un crescendo musicale con lo sciabordio delle onde e al mare ritornano.
Il nostro giro di 5 giorni inizia passando da Bastia ad Ostriconi. Siamo nella parte nord-occidentale dell’isola, quella ancora poco insidiata dalla violenta antropizzazione della parte sud-orientale, quella che ancora conserva ambienti quasi completamente deserti con paesaggi che le parole stentano a descrivere. Anche chi non ha mai avuto la fortuna di visitare la Corsica, comincia a rendersi conto dei mille volti di questo ambiente, verde e ricco di acque all’interno, con Catene montuose e picchi che superano facilmente i 2000 mt. e coste con un mare dai colori caraibici (anzi corsi), dove granito e macchia mediterranea si contendono i favori del vento e delle onde.
Da secoli l’uomo ha abitato questi luoghi senza tuttavia togliere quel carattere selvaggio ed autentico che lo caratterizza e che sembra essere stato assorbito anche dal DNA della sua popolazione, fiera, indipendente ed anarchica.
Ho letto una frase che riguarda la Corsica che per me è la sintesi della fierezza di questo popolo e della natura che li ospita: “Souvant conquise, jamais soumise”.Diario di viaggio (2-6 maggio 2010)

Primo giorno
Arrivati ad Ostriconi ci dirigiamo subito verso la spiaggia di Peraiola dalla quale inizia il Deserto degli Agriati (che purtroppo non potremo visitare) e che è una delle più belle spiagge del Deserto stesso.
Il Deserto degli Agriati è una delle tante particolarità della Corsica. Non è un deserto di sabbia, ma si chiama così perché disabitato in quanto raggiungibile solo via mare, un tempo gli abitanti della località limitrofe arrivavano il mattino in barca per andare a coltivare il terreno, poi rientravano a sera alle loro case.
A Peraiola siamo in presenza di una bianca e lunga falce di sabbia che si trasforma gradualmente in massi granitici mischiati alla macchia mediterranea. Dopo tante ore di traghetto e pullman guadiamo il canale di acqua dolce formato dalla foce dell’Ostriconi che confluisce in mare, come tanti scolaretti, con gli scarponi in mano e in mutande, poi finalmente possiamo godere del primo delizioso assaggio delle fresche, ma benefiche e tonificanti acque corse.
Purtroppo la sosta è necessariamente breve, perché dobbiamo percorrere un lungo tratto di strada di montagna per arrivare al Gite d’etape di Bonifatu a 500 mt. slm.
Possiamo comunque ammirare prima della ripartenza, le tante calette che il mare ha ricamato sulla costa granitica, la proliferazione del fico degli ottentotti che ha colonizzato la roccia e il delicatissimo tappeto formato dal Sedum. Questa qualità botanica la incontreremo per tutto il nostro percorso, sia sulle rocce in riva al mare che abbarbicato alle alte pareti di granito della Catena Centrale, sembra un velo bianco depositato su una base di corallo rosso e mischiato con il rosa della roccia assume la liquida e delicata tonalità dell’acquerello.

La nostra prima sera, come detto, la passiamo nel Gite d’etape di Bonifatu, praticamente unico punto di appoggio di una zona assolutamente deserta e dalle caratteristiche prettamente alpine, praticamente un miraggio in mezzo ad un deserto verde.
Siamo circondati da alte cime, alcune delle quali presentano tracce di neve, in una foresta (appunto la foresta di Bonifatu) formata da larici e faggi, con ruscelli ricchi di acque ed abbondante presenza di ciclamini. Il freddo si fa sentire e la sera ci costringe ad indossare giacche e felpe.

Secondo giorno:
La mattina ci accoglie con un bel sole che illumina le alte vette e dopo una lauta colazione, ci apprestiamo ad affrontare una tappa del percorso Mare Monti che ci condurrà nella valle del Fangu e successivamente al Golfo di Galeria.
Bellissimo percorso di puro sapore alpino immersi nella foresta, l’aria è fresca e ci permette di superare i circa 700 mt di dislivello in salita senza eccessivi affaticamenti.
Prima di arrivare al Passo, uno slargo ci permette di ammirare un paesaggio di una bellezza assoluta. Il pianoro è circondato da grossi massi strapiombanti, mentre lo sguardo spazia sulla valle del Fangu fino al mare, cioè alla nostra meta finale.
Si sale ancora fino al Passo di Bocca Bonassa (foto di rito inevitabili), poi si inizia la lunga discesa (1150 mt di dislivello), che ci porterà nella Balagna Deserta. Mano a mano che si scende la vegetazione inizia a cambiare e ricomincia a comparire il cisto (o mucchiu come lo chiamano i corsi). Anche questa specie botanica nelle sue tre versioni (bianco, rosa e Montpellier) sarà una costante di tutti i nostri 5 giorni di permanenza e quando si mischia con il mirto, il rosmarino selvatico e l’elicriso, l’aria profuma di fragranze mediterranee e si illumina dei suoi colori.
Arrivati finalmente a fondo valle, il fiume Fangu ci alletta con le sue marmitte di acqua trasparente e fresca che sarebbe un toccasana per i nostri piedi gonfi chiusi negli scarponi, ma non ce lo possiamo permettere perché la spiaggia del golfo di Galeria, dove il Fangu riemerge per confluire in mare, ci attende con la promessa di un bel bagno e forse… canoa…
Arrivati alla spiaggia, prima andiamo alla ricerca di una meritata birra, poi di corsa a cercare di affittare una canoa per percorrere i canali formati dal fiume, ma con nostro grande disappunto il gestore ci ripete “Fermé, fermé!” mostrandoci l’orologio che impietosamente segna le 17,30.
Pazienza! Almeno il panorama ci compensa della delusione. Il fiume alla sua foce ha una buona portata d’acqua e forma dei profondi canali e un laghetto diviso dal mare da una larga lingua di sabbia e defluisce al mare tramite un canaletto dotato di una forte corrente. Il mare è agitato oggi e qui è profondo subito, quindi lunghe bianche e lucenti onde si infrangono rumorosamente sul bagnasciuga sassoso portando con sé coriandoli di luce del sole che tramonta.
Una lunga e benefica passeggiata sui sassi bagnati e freschi ed un bagno, sono un toccasana per i nostri piedi affaticati ed i corpi accaldati e dopo una rilassante pausa ci dirigiamo verso Galeria ed il secondo Gite d’etape che ci ospiterà per due giorni.
Galeria è un insieme di case che si allungano dal mare fino alle pendici dei monti. Sembra che il tempo si sia fermato agli anni sessanta ed emana il fascino delle cose semplici, di un luogo dove si vive all’aria aperta con un ritmo lento e privo di ansie. Il golfo è un perfetto semicerchio nel quale il mare sembra un’enorme piscina e le acque accarezzano una lunghissima spiaggia. Una barca a vela solitaria è ancorata nella baia ed imprime un tocco di languida dolcezza all’insieme.
In questa zona del paese sono stati costruiti alberghi e ristoranti dove campeggiano enormi ulivi con una inflorescenza bianca che di notte li rendono visibili, ma nulla che richiami la classica “movida” delle località ad alta presenza turistica. Poi si sale verso il paese con la classica chiesa, la scuola e le case e casette bianche e senza pretese ed una vecchia pompa di benzina che farebbe la felicità dei cultori del modernariato.
Fiori di ogni tipo campeggiano nei giardini, qui il clima è un dono del cielo e la natura ne beneficia regalando colori meravigliosi che rendono ancora più piacevole la passeggiata mattutina pre-colazione tra le stradine deserte del paese accompagnati dal profumo del pane appena sfornato. Qui devo assolutamente tornarci!

Terzo giorno:
Oggi andiamo alla ricerca dei vari paesini che popolano questa parte della Balagna, passando su tratturi che un tempo erano l’unica via di collegamento tra i vari borghi. Si parte da Lumio, grosso centro a mezza costa sulla collina dal quale si domina il golfo che termina a Calvi. Deliziosa località con i suoi locali all’aperto e le case del vecchio borgo addossate le une alle altre lungo la via principale, mentre le costruzioni più recenti degradano sul fianco della collina.
Da Lumio imbocchiamo un sentiero che in salita ed immerso nel cisto in fiore, ci porta ad un altopiano dedicato tuttora al pascolo. Il nostro sentiero è costeggiato da muretti a secco dal quale deborda ogni tipo di fiore di campo.
Splendidi bouquet di globularia e perfino piante di Digitalis purpurea fanno la loro comparsa.
Questa parte di Corsica è veramente un giardino incantato, bella, selvaggia e forte in tutte le sue manifestazioni, ma che sa essere gentile e delicata quando meno te lo aspetti.
Passiamo per Cateri, Aregno, poi saliamo fino a S. Antonino che si trova nel punto più alto delle colline, con l’ultimo tratto di strada con una pendenza notevole. Tutti questi paesini presentano i caratteristici borghi antichi racchiusi in poco spazio con al centro la chiesa, come una mano chiusa a pugno per difendere il proprio interno. Qui non si respira il profumo del mare, sembra di essere sulle nostre colline, ma con un microclima notevolmente diverso. E la maggioranza della popolazione preferisce parlare italiano piuttosto che francese, quindi a maggior ragione sembra di essere a casa. D’altra parte ho sempre pensato che se non fosse per il Caffè, qui non sembrerebbe di essere all’estero, ma in un altro pezzo d’Italia.
A S. Antonino ci fermiamo per la necessaria Birra (rigorosamente Pietra) e per ammirare il panorama che da quassù è veramente splendido.
Le colline degradano dolcemente verso il piano e il golfo di Calvi chiude il paesaggio. Vediamo da lontano i vari paesini che abbiamo attraversato e che si perdono nel verde delle colline. Solo i campanili svettano per segnalare la loro presenza.
Ora si scende fino a Pigna dove ci aspetterà il pullman.
Siamo in ritardo, quindi non riusciremo ad arrivare all’Isola Rossa come previsto. Andremo direttamente a Calvi.
Arrivati alla città la maggior parte del gruppo si dirige verso una spiaggia per il meritato bagno, mentre io, Simone, Maurizio ed Andrea ci dirigiamo verso il centro storico della città ed in particolare verso la cittadella fortificata.
Passiamo una delle tante vie dove si affacciano negozi di gadget per turisti, poi arriviamo alle poderose mura che racchiudono il castello. Guardando dal basso dove le mura si congiungono, la prospettiva proietta nei nostri occhi l’immagine di una piramide alta ed imponente.
Calvi, la genovesissima Calvi, vorrebbe fregiarsi della nascita di Cristoforo Colombo e a lui è dedicato un monumento all’ingresso del Castello. Fu talmente fedele alla Repubblica di Genova da meritarsi il titolo di “Semper Fidelis” come recita una targa all’ingresso della città.
Giriamo velocemente tutto l’interno dei bastioni con vista panoramica sulle colline al di là del golfo dove eravamo fino a qualche ora fa e dei relativi borghi e cittadine che abbiamo attraversato. Dalle finestrelle delle mura e dai bastioni, visioni mozzafiato del mare e della costa che prosegue verso sud con il sole che si sta abbassando e sfuma il blu cobalto del mare in un’argentea e tremolante superficie.
La cittadina è raccolta nel candore delle sue costruzioni e ancora a misura d’uomo nonostante l’assalto dei turisti nella stagione estiva.

Quarto giorno:
Oggi zaini in spalla e scarponi ai piedi per una due giorni nel Paradiso Terrestre: Girolata e la Riserva della Scandola.
Iniziamo il percorso dal nostro Gite d’etape per un’altra tappa del Tour Mare-Monti. Ci inoltriamo nel folto della vegetazione dapprima su un sentiero che dolcemente inizia a salire, guadiamo un torrente, passiamo un acquedotto che da secoli porta acqua a Galeria, poi iniziamo la salita vera e propria. Il sentiero comincia a farsi ripido perché in pochi km dobbiamo superare 800 mt. di dislivello. E’ dura, il caldo è intenso, ma la vegetazione ci offre qualche refrigerio e spesso siamo costretti a fermarci per ammirare scampoli di mare che spuntano in lontananza tra i massi che ci circondano.
Poi arriviamo alla sella.
Abbiamo fatto fatica? Non me lo ricordo più.
Davanti a noi, ma 1000mt più in basso, la visuale si apre su un mare ed un paesaggio che la foschia rende tremulo, promontori che sembrano diafane isole, è il golfo di Girolata un tempo rifugio di pirati ed oggi località ambita perché non raggiungibile su strada.
E’ fiancheggiato dalla Riserva naturale della Scandola cui non si può accedere se non in barca e che racchiude alcune tra le maggiori meraviglie naturali dell’intera Corsica. Sarà meta di un prossimo viaggio spero…
Ora inizia la lunghissima discesa per arrivare a Girolata e al suo mare. Dopo un primo tratto di crinale roccioso e relativamente impervio, il sentiero continua a mezza costa, ma il caldo e l’umidità sono notevoli e ben presto le scorte idriche finiscono.
Sembra non debba mai finire, continuiamo a scendere, ma il mare è sempre lontano, poi finalmente raggiungiamo questo sparuto gruppo di case presidiate da un bel Castelletto degno delle migliori favole di Pirati e Principesse e i nostri bungalow (molto spartani, non altrettanto saranno i prezzi del Bar-Ristorante).
Necessità n. 1: bere, bere e bere.
Dopo di che ci precipitiamo verso il mare con le sue acque tranquille e piene di vita. “Chiare, fresche, dolci acque” direbbe Petrarca. Anche se queste sono salate sono certamente un sollievo per corpo e spirito.

Quinto ed ultimo giorno:
La giornata inizia alle cinque del mattino, perché vogliamo vedere le rocce della Scandola “arrossire” al sorgere del sole.
Ci raduniamo intorno al cerchio di atterraggio dell’elicottero, ma sembriamo discepoli di un culto celtico in attesa del Druido che invochi il sorgere del Dio Sole. Dovremo attendere quasi un’ora, poi gradualmente la roccia scura assume tonalità brune, fino a diventare rosse, mentre il cielo ed il mare gradualmente trascolorano dall’indaco al rosa in un incredibile miscuglio di sfumature. Il promontorio della Scandola sembra incendiarsi e il silenzio cala tra i presenti incantati da un tale spettacolo.
Il Dio Sole riprende la sua corsa nel cielo, l’aura magica che avvolgeva il paesaggio lentamente sfuma e i colori riprendono il loro posto.
Anche noi riprendiamo le normali attività, prepariamo gli zaini e ci apprestiamo a lasciare questi luoghi che non finiranno mai di stupirmi per la loro bellezza e suggestione.
Percorriamo un altro pezzo del sentiero Mare-Monti con un dislivello di circa 400 mt. salutando ad ogni passo tutto quello che ci lasciamo alle spalle, ma sembra che un velo di tristezza ci accompagni e raggiungiamo la strada dove ci aspetta il pullman che ci riporterà a Bastia per il ritorno.
Il cerchio si chiude, nella schiuma della scia del traghetto gettiamo brandelli di ricordo di questi splendidi 5 giorni con la certezza che ritorneremo presto a riprenderli per ricomporre per intero il puzzle della memoria.

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