Itinerario
Jambo!
Siamo rientrate domenica 12 da un indimenticabile viaggio in Kenya, io (Simona) e la mia amica Donatella.
Partenza sabato 4 marzo da Milano Malpensa, arrivo a Mombasa dopo 8 ore di volo. Appena uscite dall’aereo siamo state letteralmente soffocate dall’umidità equatoriale!
Espletate le formalità aeroportuali, ritirati i bagagli, data la prima mancia, ci ritroviamo sopra un pulmino che ci porterà al Barracuda Inn di Watamu. Due ore di viaggio nelle quali i nostri occhi hanno ammirato un paesaggio incredibile… palme, baobab, bouganville coloratissime intrecciate a mercatini caotici, cumuli d’immondizia, villaggi pieni di capanne, tante capanne e fiumi di persone che ti sorridono e ti salutano come se ti conoscessero da anni… è impossibile descrivere le sensazioni di quei momenti, vanno vissute!
Arrivate al Barracuda Inn (il villaggio è carino, le camere sono semplici e pulite, la sala da pranzo è accogliente e gode di una bellissima vista sul mare), partecipiamo al briefing di presentazione fatto dalla nostra assistente (non ci ha mai assistito!) e da un ragazzo che si occupa dell’organizzazione delle escursioni (se non le fate con lui smette di salutarvi!)
Entrambi ci danno alcune indicazioni sul luogo, cercando di venderci subito le loro escursioni e mettendoci in guardia dai beach boys (tutti i torti non li hanno!)
Dopo una mezz’ora siamo andate a pranzo, ottima la cucina, buffet abbastanza ricco, pesce fresco, carne, verdure a volontà e dolcissima frutta.
La curiosità di vedere la spiaggia era tantissima; messo il costume, in 10 minuti eccoci là! Rimaniamo incantate davanti ad una baia mozzafiato, sabbia bianchissima… e la cosa più incredibile, non c’era il mare! Era il momento della bassa marea e il mare si era ritirato per 100/200 metri per poi tornare in tutta la sua bellezza e trasparenza (tranne qualche alga!) dopo circa due ore; è uno scenario unico!
Messo piede in spiaggia siamo state assalite dai famosi beach boys.
Il primo incontrato è stato “DALLA” con i suoi collaboratori “GIANNI O JOHNNY” e “BABLY” (memorizzate questi tre nomi e stategli alla larga!). Abbiamo pensato di essere state fortunate avendo letto commenti positivi su di loro e invece ci hanno dato la famosissima “sola”!
State molto attenti perché non sono persone affidabili (pensiero condiviso anche da altri turisti). Difatti, abbiamo fissato con loro il Safari di due giorni (mart/merc) al parco nazionale di Tsavo Est. Ci avevano assicurato che uno di loro o altri due ragazzi “Dasha” o “Giuseppe” (che avevamo conosciuto e sembravano in gamba!) ci avrebbero accompagnato facendoci la guida; tutto falso!
La mattina della partenza si è presentato Gianni chiedendoci il saldo dell’escursione e portandoci al punto di ritrovo per la partenza, ma… sorpresa delle ore 6, eravamo senza accompagnatore!
Dopo un po’ di discussioni, il “Pinocchio” Gianni ha letteralmente spinto sulla nostra jeep un giovane ragazzo di nome “Assan” e ci ha fatte partire. Assan ci ha detto che faceva la guida da circa un mese (a noi sembrava da un giorno!), praticamente è stato muto per tutto il safari; noi pensavamo fosse pure sordo perché su 10 domande fatte ha risposto a mezza!
Roba da matti… partire per un safari in savana senza guida!
Menomale che l’autista “Mohammed” era un tipo in gamba. Rendendosi conto della situazione e della nostra forte arrabbiatura, ha cercato di adoperarsi al meglio.
La nostra fortuna è stata quella di condividere questo avventuroso safari con due persone splendide, Tina e Nino (nostri compagni dell’intero soggiorno).
Rassegnandoci alla situazione ci siamo goduti al meglio questi due giorni!
La savana è una delle mete naturalistiche più affascinanti del Kenya, sabbia rossa come il fuoco, natura selvaggia con l’alternarsi di spazi verdi e altrettanti aridi, silenzi, gazzelle, zebre, giraffe, elefanti, facoceri, bufali, dik dik, struzzi, uccelli, scimmiette, ghepardi, uno spettacolo a cielo aperto!
C’è rimasto solo un po’ di amaro in bocca perchè non siamo riusciti a vedere il “desiderato” leone. Come diceva Tina: “Ci accontenteremmo anche soltanto di vederlo attraversare la strada”, mitica! Vabbè, la prenderemo come scusa per il prossimo viaggio in Kenya!
Tutto sommato il safari è stato meraviglioso anche “senza guida”!
Nella strada del ritorno ci siamo fermati ad un villaggio Masai. Ci ha lasciato molto perplessi; “biglietto” d’ingresso di 10 euro con la sensazione che fosse quasi una creazione per turisti… mah!
Per arrivare al Barracuda abbiamo fatto circa due ore di strada sterrata con molte buche e circondata da villaggi pieni di bambini bellissimi che correvano ai bordi della strada al passaggio della nostra jeep; non dimenticheremo mai le loro grida, i loro sorrisi, i loro sguardi e le loro mani agitate nel salutarci. Queste immagini rimarranno impresse per sempre nei nostri occhi e nei nostri cuori!
Prima di rientrare al nostro villaggio “Mohammed” ci ha portati a Malindi. Niente di che! Abbiamo costeggiato il mare (marrone, pieno di terra!), fatto un giro nella via della vita notturna, casinò, discoteche, pub e poi nel centro del Paese… cartoline che i nostri occhi hanno già visto altre volte! Siamo rientrati al nostro villaggio stanchi morti, ma entusiasti per l’esperienza; non riesco a trovare parole appropriate per descrivere tutte le emozioni che abbiamo provato!
Tornando ai beach boys, i nostri tre “volponi” (Dalla, Gianni e Bably) non si sono fatti mai più vedere in spiaggia. Che uomini!
L’ultimo giorno abbiamo incontrato Gianni per strada a Watamu e lo abbiamo trattato come meritava e anche Bably, giusto per 10 minuti, si è preso una bella ramanzina. Dalla è completamente sparito!
Comunque non tutti i beach boys sono inaffidabili, anzi la maggior parte sono persone splendide!
Abbiamo conosciuto Haji (Dakodah) che è diventato il nostro affezionatissimo amico nonché la nostra guida negli altri giorni. Con lui abbiamo visitato il villaggio di Watamu, visto le meraviglie del mare durante la bassa mare, ci ha accompagnato nel parco marino a fare un giro in canoa tra le mangrovie insieme a “Abdul Mohammed”,un ragazzo bravissimo ed infine, entrambi, ci hanno accompagnato alla bellissima spiaggia davanti al villaggio Jacaranda, un posto fantastico!
Questa escursione l’abbiamo fatta insieme a Tina, Nino e Riccardo e Giovanna (altri nostri amici conosciuti al Barracuda). Siamo arrivati nel momento della bassa marea; si erano create delle lingue di sabbia bianchissima in mezzo a pozze di acqua trasparente e calda, con qualche stella marina in qua e là, un posto da togliere il fiato. Qui ci siamo concessi qualche ora di relax in mezzo ad uno scenario unico!
Altra bella persona che abbiamo incontrato è “Bady”, un ragazzo gentile e sempre sorridente, il quale passeggiando lungo la spiaggia, ci ha raccontato un sacco di cose della sua vita e della sua gente (che è diventata anche la nostra!), ha portato il cocco (buonissimo!) e ci ha fatto compagnia in questo breve soggiorno a Watamu.
Abbiamo conosciuto tante persone: Abdul (fortunatamente incontrato lunedi pomeriggio passeggiando in spiaggia e poi ritrovato il giorno dopo durante il safari. Anche se era con un’altra agenzia, durante i momenti di sosta con gli altri gruppi, ci è stato di grande aiuto, grazie!), Isabella (che mi ha fatto un bel massaggio!), Sabrina (che è stata la “capo parrucchiera di treccine” di Donatella), il “Leone” (una risata dopo l’altra con le sue barzellette) e altri dei quali non ricordo il nome… sono stati piccole perle in mezzo ad un mare di sentimenti contrastanti!
Anche tanti bambini dai nomi più fantasiosi ci aspettavano in spiaggia per avere qualche biscotto… impossibile dimenticare le loro bellissime faccine, i loro sorrisi e le loro canzoncine cantate mentre facevamo il bagno insieme!
Che altro dire? La povertà non li ha resi meno cordiali, generosi e sorridenti e questo sta a dimostrare che non conta quello che hai ma quello che sei!
Un grande abbraccio a tutti i nostri amici kenyoti e a Tina, Nino, Riccardo e Giovanna.
Alla prossima fantastica avventura!
Ci tengo a puntualizzare che da tempo passo il mio tempo libero a Watamu e conosco tutti. Il Gianni di cui parli non e' GIANNI BEACH BOY noto a Watamu ed estramemente professionale. Quello che hai incontrato e' uno che utilizzando il soprannome Gianni ha cercato di fregare parecchi turisti! Oltre a cio' ne ha combinate anche altre e dopo un periodo in carcere a Mombasa e scappato a Zanzibar.Tutto questo per proteggere la professionalita' del vero Gianni ( vero nome Osmani) che e' una gran brava persona!
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