Un settimana sul Gargano

Tante bellezze, ma anche qualche critica nel resoconto di questa vacanza in Puglia

Quest'anno siamo partiti per le vacanze con l'intenzione di visitare il Gargano. Tutte le persone che vi erano già state erano tornate entusiaste.
Dopo aver acquistato e consultato la guida turistica sul Gargano (Gargano, Tremiti, Monti Dauni, Edizioni Touring Club Italiano) abbiamo aspettato con ansia il giorno della partenza. Con una settimana di vacanza abbiamo progettato di goderci il mare, riposarci e visitare i luoghi più vicini a quello in cui avremmo alloggiato, in primis Isole Tremiti e poi Vieste, Peschici, Rodi Garganico e Troia che tanto ci ha colpito per la sua cattedrale. Se ci fosse stato ulteriore tempo anche le baie lungo la costa del Gargano.
Purtroppo abbiamo fatto male i calcoli perché gli spostamenti in auto, per raggiungere le varie località, sono molto lunghi e faticosi a causa delle strade e delle enormi distanze: il Gargano è in apparenza piccolo, ma non è così. In effetti la natura del promontorio pugliese non permette di fare altrimenti e, ad esempio, per arrivare solo a Peschici da Torre dello Sfinale (dove alloggiavamo era a circa Km 10 - in linea d'aria?) ci vogliono circa 50 minuti di curve, salite e discese ripide; figuratevi per raggiungere mete più lontane!TORRE DI SFINALE, VIESTE E GIRO DELLE GROTTE
Il villaggio in cui risiedevamo si chiama Baia di Paradiso nella località Torre di Sfinale (o Sfinalicchio) con la spiaggia a circa 650 metri. Il lido affiliato al villaggio è il Lido del piacere. Il mare è molto pulito e adatto a famiglie con bambini perché il fondale è basso per molti metri.
Per essere settembre, la presenza di turisti è numerosa, soprattutto per le visite a San Giovanni Rotondo e al santuario di Padre Pio.
Il paese più vicino al villaggio è Vieste in cui abbiamo trascorso ben tre serate. Sono stati creati dei comodi posteggi a pagamento, dei quali molti custoditi, ma che costano pochissimo. La cittadina è una vera attrazione turistica, soprattutto di sera. Ristoranti, pizzerie, negozi di prodotti tipici e souvenir e cornetterie aperte fino a tarda notte. E' molto piacevole passeggiare tra gli stretti vicoli di Vieste tirati a lucido, colorati da lampioni arancioni che rendono il paese come un presepe.
Tra i locali cito la frequentatissima cornetteria, ricavata da una vecchia magiatoia, a fianco della Chianca amara, cioè una roccia adibita a gogna durante la presenza dei Saraceni. La proprietaria insieme ai suoi due aiutanti pasticceri riempiono con ogni ben di Dio le brioche (nutella, panna chantilly, crema pasticcera, cioccolato fondente e bianco). Invece, per assaggiare le prelibatezze tipice pugliesi abbiamo optato per il ristorante Padre Pio, che oltretutto è anche presidio SlowFood: l'ultima sera trascorsa a Vieste ci siamo regalati zuppa di cozze, troccoli tagliati in zuppa di ceci, orecchiette con cime di rapa e due taglieri di formaggi tipici. I dolci tipici pugliesi non ci attirano più di tanto.
Da Vieste siamo anche partiti per fare l'interessante giro delle grotte in barca: una simpatica guida locale sosteneva anch'essa il fatto che il Gargano sembra più un'isola a causa delle difficoltà di spostamento verso il resto della regione. Normalmente sono previste due partenze dal porto di Vieste: una al mattino dalle ore 9.00 e una al pomeriggio dalle ore 14.00; la gita dura circa tre ore. Ci sono diverse compagnie che effettuano queste gite, quindi bisogna informarsi sui prezzi più vantaggiosi. Inoltre, ho notato con piacere che i cittadini di Vieste sono molto gentili con i turisti.

ISOLE TREMITI
La gita alle Isole Tremiti non poteva mancare, anche se la mia ultima visita risale al 2003. Siamo partiti da Peschici con la motonave alle ore 9.30 a causa dei solti ritardatari dei villaggi vicini. In attesa di circumnavigare le tre isole abbiamo trascorso un'oretta nell'isola di San Nicola visitando il paese e l'abbazia.
Purtroppo non parlerò bene di questa visita perché tutta l'isola di San Nicola è tenuta in stato di abbandono e di notevole degrado. Le erbacce e la sporcizia sono nascosti quasi ovunque, molti angoli sono stati trasformati, sicuramente dai turisti, in gabinetti a cielo aperto! Altro che museo a cielo aperto! Tutti i percorsi e le passerelle sono mal tenuti e di conseguenza pericolosi per chi ci si avventura. Le indicazioni turistiche, quelle che rimangono, sono sbiadite se non cancellate del tutto. Crolli e devastazione tutto intorno: sembra più un paese in guerra che un'attrazione turistica ricca di storia e cultura. Non ci sono protezioni sul percorso della necropoli, anch'essa abbandonata a se stessa.
In sette anni non è stato eseguito nessun restauro: mi chiedo che fine hanno fatto i progetti di riqualificazione dell'area e soprattutto come sono stati utilizzati i finanziamenti dall'Unione Europea? Le istituzioni che fanno? Nessuno viene a controllare? Che senso ha tenere alti i prezzi degli ombrelloni (15 euro per nemmeno mezza giornata), dei ristoranti, eccetera? Sembra che qui regni l'anarchia. Per fortuna il mare è splendido come sempre e fa sempre piacere tuffarcisi dentro.
La gita alla Isole Tremiti dura un'intera giornata, quindi regolatevi di conseguenza dopo avere letto quanto sopra: acqua, panini, molta frutta, costume e asciugamano di riserva, creme di protezione solare, cappellini parasole e un paio di scarpe da ginnastica sono obbligatori.
Non avventuratevi sulla Salita del calvario in ciabatte e infradito e se avete le vertigini non salite fino alla necropoli. Tanto non vedrete nulla a parte erbacce secche e pietre ovunque...

LA CATTEDRALE DI TROIA
Vi avverto che la giornata era iniziata male con l'esplosione improvvisa del mio nuovo pallone da beach-volley.
Nel pomeriggio dopo una breve pennichella abbiamo deciso di visitare Troia e se avessimo avanzato tempo gli altri paesi sulla strada del ritorno: Lucera e Apricena. In caso di ritardo eravamo pronti a cenare fuori cercando una trattoria tipica.
Siamo partiti da Baia del paradiso alle ore 15.00 e alle 16.30 circa (superando alla grande i limiti di velocità) eravamo sull'imbocco della strada che porta a San Severo: da lì tutto sarebbe stato semplice, visto che la via è tutta diritta. Tra di loro i paesi sono distanti una trentina di chilometri: in tutto dovevamo percorrere ancora una novantina di chilometri. Superiamo finalmente San Severo, ma all'altezza della Masseria Schiavone, a pochi chilometri da Lucera, la strada era deviata per lavori. Ci siamo addentrati in una stradina percorsa da poche auto e molti TIR e abbiamo attraversato il "Bronx" del Tavoliere delle Puglie: cani randagi ovunque, moltitudini di persone che dormivano su materassi sul ciglio della strada o al riparo in caseggiati di cemento fatiscenti; sicuramente erano immigrati clandestini (tra di loro molti bambini) destinati alla raccolta di ortaggi. I pochi cartelli stradali divelti per terra.
A fatica siamo giunti a Lucera, città d'arte solo perché c'è uno dei più grandi anfiteatri romani del meridione. In realtà Lucera è un ammasso di case con mattoni di cemento a vista, senza nemmeno un po' di intonaco colorato. Mi chiedo come il comune di Lucera possa conservare degli importanti resti di epoca romana se il paese stesso è tenuto in questo modo. Intanto, il tempo passava e si faceva tardi, così abbiamo evitato di fermarci a visitare l'anfiteatro perché immagino che sia ricoperto di erbacce secche come le Isole Tremiti.
Abbiamo proseguito per Troia, ma le indicazioni stradali scarseggiavano e l'unico svincolo per il paese sembrava chiuso e così ci siamo trovati alla periferia di Foggia. Sono quasi le 18.00. Ben tre ore in macchina senza aver raggiunto la meta e poi bisognava calcolare il viaggio di ritorno! Finalmente ho visto l'indicazione della A14: basta così, siamo andati a prenderci un gelato al primo Autogrill e siamo tornati indietro.
Solo le indicazioni per il santuario di Padre Pio sono nuove e ben visibili. Sembra che in questa zona l'unica attrazione sia Padre Pio. Padre Pio è dappertutto: nelle grotte, nei negozi, sulle barche, dà il nome alle barche, ai ristoranti... Ci manca solo la birra Padre Pio o il gusto Padre Pio nelle gelaterie! Padre Pio non sarebbe contento se vedesse come hanno speculato sulla sua immagine. Non è da meravigliarsi se ci siamo rifiutati di andare a San Giovanni Rotondo.

CONCLUSIONI
In una settimana si fanno ben poche cose: o si visita o si riposa. Soprattutto nel Gargano a causa della sua natura. Avessimo avuto una settimana in più avremmo visitato qualcos'altro armati di santa pazienza. Purtroppo le bellezze storiche e culturali sono tenute un po' allo sbando, a parte Padre Pio. D'altro canto il mare è molto pulito. In conclusione il Salento offre molte più attrazioni culturali e non. Che Padre Pio vi benedica! Amen.

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