Le Porte e le Mura Aureliane

Itinerario attraverso un sistema murario tra i meglio conservati.

Ripercorriamo brevemente la storia di questo straordinario monumento, che ancora oggi è uno dei simboli più evidenti della potenza di Roma antica.

La costruzione di una nuova linea di difesa della città nella seconda metà del III sec. d.C., cioè quasi settecento anni dopo le cosiddette Mura Serviane, sembrò assolutamente necessaria ed urgente all’imperatore Aureliano a seguito dell’invasione dell’Italia settentrionale da parte degli Alemanni e della minaccia da essi rappresentata per la capitale dell’Impero. Segno di una crisi e di un declino inarrestabili, eppure opera imponente, la più grande dell’epoca (con un perimetro di 19 Km), il muro di Aureliano è uno dei maggiori esempi di tecnica fortificatoria: esso corrispose in pieno allo scopo di proteggere l’Urbe, in modo stabile e compatibile sia con la sua estensione che con la particolare conformazione del suolo.
Nella passeggiata lungo il percorso superstite della cinta è consigliabile seguire l’ordine di Ammone, autore della più antica descrizione, risalente al IV sec. e tramandata dall’Itinerario di Einsiendeln, una delle guide medioevali destinate ai pellegrini in visita a Roma. Sorprendono nel testo le cifre relative a 383 torri, 7020 merli, 14 porte (5 secondarie), 116 latrine e 2066 grandi finestre.
Procedendo in senso orario dalla prima porta conservata, dopo la scomparsa della Cornelia o Aurelia presso Ponte Elio (attuale Ponte S. Angelo), si giunge all’ingresso monumentale dell’antica Via Flaminia, oggi nota come PORTA DEL POPOLO, completamente ricostruita nel 1561. Segue un tratto di mura di restauro con il grandioso resto in opera reticolata, il cosiddetto MURO TORTO; si incontra PORTA PINCIANA, una posterula ampliata da Onorio e separata attraverso una sequenza di 18 torri da PORTA SALARIA, che venne distrutta dopo i danni riportati nel 1870 – la sua planimetria è tuttavia indicata sulla pavimentazione moderna di Piazza Fiume. Oltre Porta Pia, risalente al 1564, si conserva PORTA NPMENTANA, chiusa da muratura e compresa tra la torre semicircolare di destra ed i resti di un sepolcro inseriti nella torre di sinistra demolita agli inizi dell’Ottocento. Dopo aver superato l’imponente muro di cinta dei catra praetoria, il tracciato risulta interrotto in più punti sino a PORTA TIBURTINA, per la quale fu utilizzato un preesistente arco delle acque Marcia, Tepula e Iulia in modo del tutto analogo a PORTA PRENESTINA,(odierna Porta Maggiore), che consta di due arcate dell’acquedotto Claudio in seguito fortificate da Onorio. Il settore successivo, che include l’anfiteatro castrense, appare discretamente conservato sino alla moderna PORTA S. GIOVANNI, cui fa seguito PORTA ASINARIA O ASINARA, una posterula della cinta primitiva arricchita da due torri semicircolari nella fase onoriana. Identica origine ebbe PORTA METROVIA, oggi nota come Porta Metronia, restaurata nel 1157 come informa l’iscrizione posta sulla torre a lato dei recenti fornici. Da qui inizia uno dei tratti più integri ed affascinanti delle mura, aperte in corrispondenza di PORTA LATINA ancora adorna della bella facciata in travertino compresa tra le due torri semicircolari. Lo stesso schema, ma con una più accentuata monumentalità caratterizza la PORTA APPIA, nota come Porta S. Sebastiano, la più conservata e grandiosa dell’intero circuito. Il percorso successivo risulta particolarmente ad effetto fino alla POSTERLA ARDEATINA, alla quale fa seguito il bastione del Sangallo, costruito nel 1537 in sostituzione di un settore antico in rovina. Si giunge così all’ultima grande porta, quella OSTIENSE, poi denominata Porta S. Paolo, anch’essa in origine era a due archi successivamente ridotti ad uno e munita di controporta. A essa si affianca la Piramide Cestia, dalla quale il muro si dirige verso il Tevere con una serie di torri in buono stato di conservazione. Infine, vanno ricordate le porte di Trastevere, tutte completamente ricostruite, come ad esempio PORTA SETTIMIANA a Via della Lungara, PORTA AURELIA(l’odierna Porta S. Pancrazio) e l’antica PORTA PORTUENSE.

UN TESTIMONE DELLA STORIA DI ROMA: il restauro conservativo delle Mura Aureliane curato dalla Sovrintendenza ai beni Culturali, ha senz’altro rappresentato uno degli interventi più impegnativi intrapresi nell’ambito dei lavori svolti in occasione del Giubileo 2000, sia per l’imponenza del monumento sia per la lunghezza complessiva dei tratti sinora interessati dai lavori (da Viale Campo Boario a Porta Tiburtina), pari quasi alla metà dell’intero perimetro.
Nell’elaborazione del progetto è stato individuato e perseguito un intento specificatamente museale: quello di aprire al pubblico i camminamenti delle mura e rendere sicuri i percorsi mediante l’installazione di ringhiere.
Per meglio valutare l’importanza dell’iniziativa, ascrivibile alla nutrita serie di interventi compiuti nel tempo sulle mura dall’Amministrazione Comunale, che ne assunse la gestione negli anni 1901-19, sarà bene sottolineare l’ininterrotta azione difensiva svolta a partire dal III sec. d.C. al 1870, che ne ha assicurato una manutenzione continua attraverso i secoli, visivamente percepibile e documentata dalle diverse fasi delle strutture murarie, dalle lapidi commemorative dei lavori e dagli stemmi dei papi inseriti nella cortina esterna. Viceversa fu la “breccia” di Porta Pia a decretare il loro abbandono, poiché ritenute ormai inutili con conseguenze molto gravi per la loro integrità. A causa dell’incuria si verificarono crolli, mentre per l’assenza di adeguati provvedimenti di tutela si verificarono appropriazioni di importanti tratti da parte di privati ed utilizzazioni improprie con il riadattamento in alcuni settori ad abitazioni ed a studi di artisti. Già dalla fine dell’Ottocento, per consentire il collegamento tra la città antica e quella moderna, ci cominciarono ad aprire fornici in corrispondenze di strade nuove, come l’attuale Via Cristoforo Colombo nel 1939. Per le stesse esigenze di traffico e con minore sensibilità si ricorse in altri casi a veri e propri tagli della cinta, irrimediabilmente privata e mutilata della sua continuità di percorso da varchi più o meno ampi, dei quali uno dei primi fu realizzato nel 1888-89 a destra di Porta S. Paolo e l’ultimo a Via Boncompagni nel 1960.

2 commenti in “Le Porte e le Mura Aureliane
  1. Avatar commento
    Roberta
    24/05/2005 15:50

    Ciao Tina, la tua osservazione è più che giusta. Purtroppo però i pochi e semplici mezzi a disposizone non mi permettono di realizzare una mappa topografica...anche perchè stiamo parlando di un territorio molto esteso...

  2. Avatar commento
    tina
    24/05/2005 14:32

    manca un riferimentotopografico, cioè il rapporto tra le figure, le parole e e la mappa (o pianta ) delle mura)

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