Infinito Quebec

Dalla frenetica Montreal alla pace delle foreste Canadesi

...interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissima quiete...
Forse quando Leopardi scrisse l'infinito era proprio al Canada che stava pensando, perché queste sono esattamente le sensazioni che provai quando, qualche anno fa, "assaggiai" questo vasto paese.
Un assaggio dico, perché vi rimasi per soli tre giorni, in un'escursione alle cascate del Niagara, con partenza da New York. Ma mi promisi di tornare per restare più a lungo e poter visitare un'intera regione....sono a casa seduta sul mio divano a fare zapping finché non mi imbatto in un documentario riguardante una delle zone più belle del Canada,il Quebec.Da quel momento inizio ad organizzare il mio primo viaggio "fai da te", raccogliendo informazioni sui punti di maggiore interesse di questo paese.I mesi migliori per visitare il Canada equivalgono alla nostra estate quando la temperatura é gradevolmente mite e la natura é nella sua massima espressione.Ed é proprio nel mese di luglio che, assieme a mio papà, raggiungo questa meta con un volo diretto che collega Londra a Montrèal, capitale del Quebec.All'arrivo in aereoporto ritiro la macchina a noleggio prenotata precedentemente e, a bordo di una crysler, inizia la mia avventura!La prima tappa é appunto la città di Montrèal, dove pernottiamo per due notti in un fantastico hotel che si affaccia su place des arts:hotel Wyndham Montrèal.
E' questo un punto strategico, perchè in questo periodo si svolge proprio nella suddetta piazza il festival del jazz, manifestazione che attrae un gran numero di artisti in campo mondiale , ed un altrettanto numero di spettatori.Le finestre della nostra camera di albergo fanno da tribuna su quello che è uno stracolmo teatro di compositori, cantanti e ballerini.La città di Montrèal è una grande metropoli situata alla foce del fiume San Lorenzo, dal quale trae anche la principale fonte di ricchezza, perchè la mette in comunicazione con i paesi più industrializzati degli stati uniti settentrionali.La popolazione è prevalentemente di origine francese, ma in realtà si risente molto della vicina America e la lingua più diffusa è l'inglese.La nostra visita inizia dalla zona del vecchio porto e più precisamente da place Cartier che pullula di piccoli ristorantini, bancarelle di fiori, mimi, musicisti e giocolieri che accompagnano i turisti nella passeggiata fino al centro città dove sorgono imponenti centri commerciali e moderni grattacieli. Dal vecchio porto due ponti collegano la città all'isola S. Helenè e all'isola Notredame, che ospitano rispettivamente la biosfera-costruzione circolare interamente dedicata all'acqua-ed il parco J.Drapeau la prima, il casino ed il circuito di formula uno la seconda.Alle spalle della città sorge la collina di Mont Royal, occupata dall'omonimo parco e da un belvedere dal quale si gode di una fantastica vista sulla città e sul San Lorenzo.Un'altra importante visita merita poi il parco olimpico, costruito per le olimpiadi del'76, ed accanto ad esso il giardino botanico, dove sono esposte serre che riproducono i vari climi del mondo.Ma la gita certamente più caratteristica è quella alla riserva di indiani irochesi Kahnawake,situata a sud della città e dimora di giovani discendenti indiani;qui vi è un piccolo parco per bambini immerso nel verde dove sono riprodotte esattamente le abitazioni indiane di un tempo.
Trascorsi tre giorni mi dirigo verso la seconda tappa del mio viaggio:Quebec city.Due sono le strade che posso percorrere per giungervi, quella a nord e quella a sud del fiume San Lorenzo:scelgo la prima perchè mi viene consigliata come la più interessante paesaggisticamente.In Canada le autostrade sono vaste ed il controllo elettronico della velocità è frequente:bisogna quindi fare attenzione al limite perchè è facile superarlo, visto che il traffico da queste parti è pressochè assente.Come facile è anche perdersi dato che le indicazioni stradali sono numeriche ed alla minima distrazione ci si indirizza nella direzione opposta.Abbandonatii grattacieli di Montrèal si inizia a respirare un'atmosfera nuova e ci si trova immersi in una natura rigogliosa che è ovunque intorno a noi.E poi un susseguirsi di paesini:piccole casette in legno e pietra, chiesette con campanili dai tetti spioventi, fino a giungere a Trois Rivierès, primo e unico paese di rilevante importanza:da qui si può infatti attraversare il San Lorenzo percorrendo l'unico ponte tra Montrèal e Quebec e si può anche raggiungere Cap de la Madeleine,meta di molti viaggiatori.Ma eccoci giunti a Quebec:qui tutto ci ricorda la Francia ed il motto "je me suviens" appare ovunque.Dopo esserci sistemati all'Holiday Inn Select e parcheggiato la nostra vettura, usciamo alla scoperta della città.Il centro storico, detto il vieux quebéc, è formato dalla alta città e dalla bassa città;la prima circondata dalle mura è senza dubbio la più affascinante e l'influsso architettonico francese raggiunge la sua massima espressione nel Chateau Frontenac, maestoso castello adibito ad hotel e divenuto simbolo della città.Esso è sito in place d'armes,dalla quale parte un lungo camminamento in legno, la terrasse Dufferin, che si affaccia per tutta la sua estensione sul fiume.La passeggiata conduce fino alla Citadelle, sede dell'esercito canadese, dove assistiamo ad un caratteristico cambio della guardia.Fuori dalle mura, ai piedi della cittadella troviamo il museo del Quebec dove espongono artisti del posto.La parte alta è collegata alla bassa da una funicolare che porta in rue Petit Champlin, a mio avviso la via con negozi e ristoranti più caratteristici della città.Non lontano da qui sorge il Vieux Port, dal quale partono battelli che effettuano escursioni all'isola di Orléans e alle cascate di Montmorency.Trascorro a Quebèc tre piacevolissime giornate, tanto quanto basta per rendersi conto di come qui la vita scorra più lentamente e piacevolmente rispetto alla frenetica Montrèal.Ci rimettiamo quindi in cammino verso nord, sempre costeggiando il San Lorenzo fino a giungere a Baie S. Caterine, piccolo paesino all'ingresso del fiordo Saguenay.Da qui prendiamo il ferry boat che in quindici minuti ci scende sull'altra sponda, nella cittadina di Tadoussac.Non a caso pernottiamo qui per una notte,all'hotel George,giusto il tempo necessario ad effettuare un'escursione in battello, alla scoperta delle balene.Inutile è descrivere la sensazione che ho provato quando, anticipata da un breve soffio, ho visto uscire maestosamente dall'acqua una gigantesca balena.Poco dopo un'altra, e un'altra ancora:ci troviamo nel bel mezzo del fiume, habitat naturale per balene e delfini beluga che, dall'oceano atlantico si spingono fino a qui in cerca di cibo, e vi restano visto le favorevoli condizioni che vi trovano.Dopo quest'eccitante escursione di tre ore ripartiamo verso l'ultima tappa del nostro viaggio.Ripercorrendo la stessa strada dell'andata in direzione opposta, imbocchiamo ad un certo punto una via molto stretta e in salita;dopo circa un'ora di tragitto raggiungiamoil piccolo paesino di Saint Alexis de Monts.E'questo l'ultimo centro abitato che incontriamo:infatti da qui ha inizio uno sterrato di qualche chilometro immerso nella foresta, che termina proprio con un lago, la cui bellezza mi lascia senza fiato , e solo quando il mio sguardo si abitua a tutto ciò mi rendo conto di essere arrivata al lago Sacacomie.Qui, nel cuore della natura più selvaggia, sorge lo chalet "la maison du lac", dove trascorrerò l'ultima notte.L'hotel emerge da una foresta di abeti, che sono serviti a costruirlo;infatti la sua struttura è completamente in legno, l'arredamento è semplice e nella grande hall c'è un camino sempre acceso.Alle pareti troviamo appesi gli innumerevoli trofei di caccia e l'impronta della cultura indiana é presente ovunque.Le camere hanno tutte vista sul lago, così come la grande terrazza che ospita ristorante e sala per la colazione.Il paesaggio é suggestivo in maniera sconcertante.Dalle stanze parte un lungo sentiero in legno che, attraverso la foresta, conduce al sottostante lago, abitato da numerose paperette.Non vi sono grandi attività qui all'hotel, ma solo ore di piacevole riposo e sconfinato silenzio.Qualcuno si concede un bagno,qualcun'altro un giro in canoa o una passeggiata nel verde, ed i più arditi si lanciano nell'esperienza in idrovolante.Inutile dire che io sono fra quest'ultimi.Infatti all'indomani mattina ho appuntamento giù al pontile con il pilota, nonché proprietario dell'hotel, per un lungo giro sul cessna 185, alla ricerca di un orso nero che abita nella foresta.La meraviglia che provo guardando attraverso i finestrini del velivolo é tanto forte da sovrastare il sentimento di paura che mi affligge.L'hotel appare ai miei occhi circondato da un fitto bosco da una parte e dal lago dall'altra:non ho mai visto niente di tanto rilassante e spettacolare ed il pensiero di essere a soli trenta minuti di idrovolante dalla caotica Montrèal mi pare impossibile.La pace regna sovrana e le acque del lago fanno da specchio alle migliaia di abeti presenti qua e la, quasi a formare delle piccole isolette.Ma dell'orso nessuna traccia.Poco male perché l'esaltazione del momento me ne aveva fatto dimenticare.Un ultimo giro e poi il pilota punta basso, infine plana sulle increspate acque del lago.Rimango agitata per il resto della mattinata fino all'ora del pranzo.Ma il relax é giunto al termine e, caricati i bagagli in macchina, si parte per l'aereoporto Dorval di Montrèal.Dopo neppure un'ora di tragitto il traffico della metropoli sembra fare male alle mie orecchie:é facile abituarsi all'incontrastato silenzio della natura infinita e non é altrettanto facile tornare alla vita di tutti i giorni, dopo un'esperienza simile.Ed é con un tramonto magnifico che lascio questo paese,ma...questa é stata soltanto la parentesi di un breve viaggio da custodire per sempre nei miei ricordi.

3 commenti in “Infinito Quebec
  1. Avatar commento
    darby
    20/01/2007 17:29

    io sono stato nella regione di charlevoix in un auberge che si chiama la chatelaine. è stato tutto così fantastico che ci sono tornato anche d'inverno per fare escursioni in motoslitta!!

  2. Avatar commento
    Lory
    04/07/2005 21:53

    Ci sono stata! Ma la riserva indiana citata nell'articolo secondo me (ed il gruppo) non era poi così interessante!

  3. Avatar commento
    debs
    25/04/2005 15:56

    a settembre andro' in canada con mia madre,(ke e' canadese)...l altra parte di me,ke non ho mai visto!sono emozionatissima e leggere della sua bellezza mi eccita ancora di piu'!credo ke potrei non ritornare piu' indietro...

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