La lunga estate calda - 3^ parte

La chiave per svelare i tesori d’Oriente

Bangkok, 12 Ottobre 2000
No, non ho ceduto e sono ancora in viaggio, destinazione Indonesia. Ma che razza di giro ho fatto? Dall'Australia a Bangkok perche' il biglietto lo prevedeva, da Bangkok a Singapore per trovarmi con Giuseppe, da Singapore a Bali per andare alle isole Gili, da Bali a Singapore e poi su per la Malesia, Kuala Lumpur, le deludenti isole Perenthian (a proposito, a sentire Ana,la Mexicana, siamo semplicemente finiti nell'isola sfigata, l'altra era bellissima!), poi ancora a Bangkok con Shizu, poi da Bangkok a Chiang Mai (il nord, avete presente i ventagli?), ancora Bangkok, la valle dei templi di Ayuttaya e adesso..ritorno in Indonesia! Roba da infarto se mi legge un esperto in logistica. Ma che ci vado a fare in Indonesia? Vado a vedere Giava, l'isola della capitale e di Borobudur, il piu' grande tempio buddista del mondo. Poi vado a prendere contatti per un negozio di prodotti artigianali e per altri progettini miei che non sto qui a raccontare. No, niente import di donne. Gia' ho rischiato la galera per aver portato giu' delle amiche polacche al Carnevale qualche anno fa, ma questa la racconto un'altra volta... Sono stufo dei turisti e di essere un turista. Stufo di essere trattato da turista mordi-e-fugg e di non riuscire ad entrare in contatto con i locali ormai abituati a trattare con gli occidentali che ai loro occhi sono aggressivi, maleducati e presuntuosi, buoni solo come macchine da soldi. Stufo di luoghi dove tutto sembra esistere solo grazie al dollaro...la mia fortuna-sfortuna e' stata di fare i miei primi viaggi in 'terre inesplorate' come Polonia, Cecoslovacchia (lo era ancora), Ungheria e cosi' via. Era un'altra cosa, ragazzi. Mai dormito in un ostello, bastava conoscere qualcuno e finivi in una famiglia a bere the' (o vodka se andava male) e dormire, e te ne andavi con un indirizzo in tasca e degli amici in piu' (e magari anche una morosa che non fa mai male). Non che gli est-europei siano piu' accoglienti...non erano rovinati dal turismo. Provate ad andare adesso. Mi domando se alla fine il turismo serva a qualcosa, a chi viaggia e a chi riceve, o aumenti solo quelle barriere che si credeva di abbattere….mah, ma allora dove vado? Vedremo, nei Paesi sfigati, dove non c'e' un cacchio da vedere! Va bene, per il momento me ne vado in Indonesia a godermi i prezzi bassi e il sole, e chissa' che essendo da solo non incontri un po' di locali simpatici. Ma continuiamo: poi siamo andati ad Ayuttaya, altra ex-capitale, dove ci sono un casino di templi come potete vedere nelle foto all'inizio. Adesso sono in un pub inglese all'aeroporto e dovrei andare in bagno ma un tipo mi ha fregato il carrello..se almeno togliessero i Backstreet Boy dalla radio la tortura sarebbe sopportabile. Stamattina Shizu ed io ci siamo alzati alle 3 e mezza, lei aveva l'aereo per il Giappone alle 7, io ce l'ho per Singapore alle 4 e mezza del pomeriggio! Dieci ore di aria condizionata infernale che mi sta ghiacciando le dita. Cambiamo discorso: qua in Thailandia hanno il Re, devo averlo gia' detto, che ha settanta anni e passa e sembra averne 30 in tutta l'iconografia. Ma non sorride mai ! Cioe' MAI! (Se mi leggono mi arrestano) Adesso e' il 100esimo compleanno della Regina Madre che si e' messa a fare concorrenza a quella britannica. Lei invece sorride sempre. L'altro giorno hanno tolto tutte le mega-foto della Regina (la moglie di suo figlio) e tutta la via principale e' tappezzata di foto di lei da quando era bambina fino ad adesso. Ha l'aria simpatica. Anche il Re ha l'aria simpatica anche se non l'ho mai visto in TV e quindi in movimento. Sembra tutto preso dai problemi del suo popolo che pero' sorride molto nonostante i crucci del suo re preoccupato per le sorti del suo popolo. Ma sara' vero che si vogliono cosi' bene, il popolo e il re? Qui domando l'intervento di Giovanni Farina che vive a Bangkok da una vita e che ne sa piu' di me. Ha un sito mitico per chi vuole andare in Thailandia. Nella prossima puntata sapremo cosa ne pensa? Click! L'icona della batteria si e' appena svuotata di meta', la mia vescica preme, ma non mollo! L'altra sera abbiamo fatto una gitarella nel quartiere 'a luci rosse' di Pamp Pong, dove i vecchi bavosi vanno a comprare ragazzine nel tentativo di dimostrare a se' stessi che e' colpa della moglie non piu' in forma se a casa le prestazioni non ci sono piu'. Alcuni se le portano anche in giro di giorno, tutti fieri di farsi vedere in giro con un pezzo di figliola...io mi vergognerei, ma vabbe', sono giovane e bello e posso permettermi questi commenti. Siamo anche finiti nella strada gay dove quando ho voluto fare una foto (turista! Turista! Ma no, lo faccio per voi!) si sono messi a salutare e a ridere. Simpatici. (E con questa, dopo i miei commenti sulla Gay Parade di Sydney tutti penseranno che sono gay. Fate voi.) ..ehi non c'entra niente, ma proprio adesso stavo stirandomi il collo ed ho incrociato lo sguardo dolce di una ragazza tailandese in compagnia di due francesi molto viscidi! Eh, il fascino latino... Ragazzi......devo andare in bagno. Si iu' leiter!

Jakarta, 16 Ottobre 2000
Ho passato il weekend a Singapore con Nanako, l'amica di Shizu che vive a Bangkok. Ogni tanto deve uscire dalla Thailandia a causa del visto e la ditta l'ha mandata a Singapore. Coincidenza, lo stesso giorno che ci andavo io, doppia coincidenza in un albergo a dieci metri dal mio ostello. Terza coincidenza...non c'e'. C'e' due senza tre. Poca storia mentre lei scopriva che Singapore assomiglia molto al Giappone e io che in traghetto magari ci si arriva in Indonesia ma solo se si compra il biglietto in anticipo, ci si fa il visto all'Ambasciata e insomma se si e' informati come io giustamente non sono. Abbiamo visitato Little India dove ho fatto la migliore mangiata di pesce al curry degli ultimi trent'anni. Per cinquemila lire. Ieri ho volato Emirates, bella esperienza, aereo con televisione personale e telecamera sulla punta dell'aereo con conseguente strizza in fase di decollo e atterraggio. Volo fumatori, sedile non-fumatori, il fumo vola e arriva alle mie narici. Grazie mille per il sedile non-fumatori. In aereoporto mi abborda un inglese (notare la mancanza dell'apostrofo), giornalista che vive a Jakarta, e vuole dividere la spesa del taxi. Poi invece facciamo in tempo a prendere il pullman e successivo mini tuc-tuc (una vespa-riscio') e mi porta all'ostello. La serata finisce in birra con un altro inglese e un americano, entrambi insegnanti di inglese. Si parla della discoteca distrutta tre giorni fa dai fondamentalisti islamici (ma non erano solo in televisione?) che in precedenza avevano protestato contro Israele davanti all'ambasciata americana. Si dice che debbano venire anche da queste parti (e' la via dei turisti) e infatti i bar hanno tutti tolto l'alcol dagli scaffali! David, l'inglese, dice "that's it! Me ne vado dall'Indonesia". L'americano dice che stanno cercando gli americani ma non ha l'aria troppo preoccupata. Insomma atmosfera da prima linea.
Stamattina sono andato a fare il biglietto per andare a Yogikarta (13.000 Lire) e mi ha abbordato un ragazzo, Budi, che e' venuto in giro con me. Quando siamo andati a bere si e' autofferto un'aranciata al che ho deciso di non essere generoso. Siamo andati al monumento nazionale, chiamato "l'ultima erezione di Souharto", poi al museo nazionale, chiuso e poi alla piu' grande moschea del sud-est asiatico (ma non era a Kuala Lumpur?). Il custode si e' aggiunto a noi e naturalmente ha richiesto un 'contributo'. Mi sono fatto cambiare i soldi alla cassa e se li voleva tenere, me li sono fatti dare e il contributo al custode l'ha dato Budi...mossa strana, ho pensato. Mentre eravamo nella moschea si e' sentito gridare e abbiamo visto dei pulmann di islamisti con bandiere e megafoni. "Dove vanno?, chiediamo. "All'ambasciata americana", ci dice il custode. Allora andiamo anche noi ma li troviamo in piazza. Saranno un centinaio, e protestano contro Israele, l'America e l'aumento del prezzo del latte. Bandiere pronte ad essere bruciate, fazzoletti, uno che grida al megafono, in arabo. Il problema sono le violenze in Medio Oriente, gli arabi sono tutti fratelli, andiamo in cerca di americani! Non fa una piega e la semplicita' del ragionamento mi fa venire in mente che potrebbe essere pericoloso, Budi dice di no, ma stiamo a distanza di sicurezza. Ad un incrocio ci ritroviamo a 10 metri e mi becco una serie di "fuck you" e di dita alzate dai pacifici manifestanti. Mi guardo attorno, sono l'unico non scuro in giro e ho parecchi occhi puntati addosso. Brutta storia, tra l'altro ho la macchina digitale in mano e il computer nello zaino (non mi fidavo a lasciarlo in stanza, pensa che sfiga!). Decido per la ritirata strategica ma ad un altro incrocio vediamo che si sono fermati...e' l'ambasciata americana ed e' pieno di polizia. Ci avviciniamo di nuovo e un tipo mi domanda se sono americano. "No, Italiano e non vado al Mcdonald's". "Comunque sta' lontano che si vede che sei straniero e stanno cercando gli americani". Chiudiamo il discorso, la festa e' finita, me ne torno in ostello. Budi mi segue e gli dico che non serve, so arrivarci da solo, ma insiste. Prima di arrivare gli chiedo se vuole mangiare qualcosa, dice di no. Prima di lasciarci gli do' le 5000 rupie che aveva dato al custode e mi dice che non e' abbastanza, deve tornare in pulmann. Pensiero: siamo a 5 minuti a piedi da dove ci siamo incontrati e il pulmann costa 2000 rupie. "Sei venuto con me per soldi? Credevo fosse per parlare inglese", gli chiedo. "No, no..non importa". Decido di dargli qualcosa lo stesso ma ho le ultime 20.000 rupie in un'unica banconota. "Andiamo cambiarle", gli dico. "No, fa lo stesso, sara' per un'altra volta..", e se ne va. Adesso sono in ostello e mi chiedo se il posto e' sicuro. Se leggerete queste righe, lo e'.

17 Ottobre, 2000
Tutto si e' risolto con un nulla di fatto, a parte la mia paura quando alle quattro di mattina ho sentito delle grida in Arabo.. ma erano i canti della preghiera, anzi delle preghiere visto che ce n'erano due di moschee nei paraggi. Insomma sveglia alle 5 e mezza per andare a prendere il treno e lasciare questo posto pieno di fedeli di Allah, che a dire la verita' cominciano a stressare un po' troppo e quando la smetteranno di mischiare religione e politica sara' un bel giorno. Per colpa loro, oggi mussulmano significa integralista e violento e non c'e' niente di piu' falso. Vabbe', insomma al binario ritrovo un canadese che sembra l'orso Yogi tutto sorridente, ci eravamo incrociati ieri fuori dalla stazione e avevamo scambiato quattro chiacchere. Lui e' il tipo che vorresti avere accanto in caso di rissa ma assolutamente mai come ospite a pranzo. Si era congedato da una conquista locale mezz'ora prima ed era tutto felice di aver gia' beccato dopo appena due giorni. Restera' qui fino al 12 Dicembre e se va avanti cosi' fara' dei bei numeri. Siccome bianco significa soldi un diligente aiutante mi ha addocchiato in mezzo al popolo e accompagnato al posto a sedere che ci sarei arrivato comunque da solo, poi mi ha aiutato a sistemare lo zaino ridotto ormai a solo 8 chili che ce la faceva anche Woytila in rovesciata e alla fine mi ha chiesto 10.000 rupie, cioe' la paga di un giorno (circa 3000 Lire). Gliene ho date 2000 (rupie, eh eh!) e giuro che d'ora in poi non li ascolto piu'. Bella sorpresa, vicino a me si e' seduta una ragazza con la quale ho scambiato due chiacchere durante le otto ore, diventate dieci, di viaggio. C'e' da precisare che avevo preso il treno espresso in classe 'bisnis', non per fare il figo ma perche' mi e' costato 13.000 Lire e l'altro ci metteva il doppio. Il concetto di 'bisnis (bussiness) class', pero' e' qualcosa di molto vago da queste parti e mi domandavo a cosa si riferisse vista la qualita' dell'ambiente. L'unica cosa che potevo riconoscere a favore era il posto prenotato. Ma poi ho capito...centinaia, e dico centinaia di: venditori (riso, dolci, bibite, giocattoli, pesci finti per acquario), musicisti, invalidi, bambini che puliscono per terra, ecc...passavano per i vagoni nel tentativo di racimolare qualcosa. La ragazza vicino a me ha sborsato monetine per parecchie ore, fino a che le ha finite. Lei, cattolica, ha addirittura partecipato ad una colletta per una moschea! Io da parte mia ho dato qualcosa ma mi toccava sempre dare biglietti da mille finche' sono arrivato a quelli da 50.000 e li' e' finito il mio contributo ai questanti che pero' continuavano a chiamarmi: Mister! Mister! E pensavano magari che ero un bastardo pieno di soldi e neanche una monetina non ho dato. La processione, che e' durata sei ore senza interruzione, e' finita esattamente 5 minuti prima che mi venisse fame e cosi' sono rimasto a secco fino all'arrivo. Adesso sono a Yogijakarta in un ostello a 15.000 rupie (4000 Lire record stagionale, bella citta', penso che restero' un po') in camera singola con bagno che pero' puzza nonostante l'incenso che ho acceso. Prima mi sono fatto un giro per il mercato e anche li' mi avranno chiamato in cinquanta nell'oretta che ho passeggiato. Mister! Mister! Neanche fossi il Trap, tutti a chiedere dove vado, da dove vengo a cercare di trascinarmi ad una mostra di Batik. Ma cos'e' il Batik ve lo spiego un'altra volta. Buonanotte.

Yogykarta, Giovedi', 19 Ottobre
Il Batik e' un sistema per colorare i vestiti. Ci ho provato, ma non ho ben capito il sistema che adesso vado a spiegarvi e se siete bravi magari ne fate uno anche voi. Allora, si prende un telo di cotone bianco, ci si passa sopra della cera fusa nei luoghi che dovranno restare bianchi, poi si passa il primo colore. Si mette la cera sul primo colore, e si passa il secondo colore, poi si ripete il procedimento fino a cinque colori. Il risultato e' bellissimo, devo dire. Tradizionalmente lo si faceva per pitturare i Sarong (quei veli tipici delle donne indonesiane che si usano come gonne e che ti fanno capire subito se hanno un bel..vabbe' lasciamo perdere) ma da una cinquantina d'anni si fanno anche dei quadri...molto belli. Dunque, mi sono travestito da bussinessman: ho comprato dei jeans Armani fasulli a 100.000 rupie (25.000 Lire), delle scarpe, una cintura, una maglietta seria e armato di biglietti da visita fatti a Bangkok sono andato in giro a chiedere i 'bussiness price' della roba varia che c'e' in giro. Non e' per fare pubblicita' a un negozio che non so se apriro' ma qui le donne italiane impazzirebbero. C'e' veramente un sacco di roba bella, a me piace quella in legno in particolare, e non sto qui a raccontare ma godetevi le foto. Sono solo, il canadese Yogi sul quale speravo tanto per un po' di compagnia, ha gia' trovato l'orsetta della settimana: una danese della sua taglia. Ma come dicono i Pooh in "Dio delle citta'", "ci sono uomini soli per la sete d'avventura..." ed eccomi qua. Ma che fa un uomo solo in Indonesia? Va in discoteca! Beh, qui ce n'e' un paio e io sono andato al Papillon anche se il nome svolazzante poteva far sospettare qualcosa. Per far onore alla globalizzazione devo dire che non ha niente da invidiare a quelle occidentali, stessa storia. Bella o brutta a seconda dei punti di vista. Ci sono andato in riscio' (bicicletta con sedile, non quelli a piedi che qua non ci sono) e gia' qui fa figo. Naturalmente il tipo del riscio' ha tirato fuori la classica lettera di Italiani che dicono:" Caro viaggiatore, il Sig. Furubui e' veramente una brava guida. Ci ha portati in giro per la citta' e ci ha aiutato a fare compere al mercato dove domandano sempre di piu' e bisogna contrattare. E' stato molto gentile e disponibile ecc....". La lettera e' vera, non c'e' dubbio, ma mica devo firmare un contratto! Insomma non mi voleva lasciar andare finche' non promettevo fedelta' assoluta e l'esclusiva del trasporto della mia persona nel mio periodo Yogijakartiano. In un modo o nell'altro me ne sono liberato ma voleva aspettarmi fuori dalla discoteca...ma come fa uno a divertirsi sapendo che c'e' lui che ti aspetta fuori? Insomma gli ho detto di non aspettarmi e se n'e' andato. A volte sono un po' insistenti ma bisogna capirli perche' non fanno una vita facile. Molti di loro dormono, anzi vivono, nel riscio', come ho potuto constatare passeggiando dopo aver scoperto che la discoteca era ancora chiusa (causa blackout) e un cliente in piu' o in meno puo' fare la differenza non tra la Punto e la Mercedes, ma tra...boh! In discoteca mi sono piazzato con la mia bella birra al bancone e mi sono messo a vedere che succedeva...poca gente perche' era ancora presto. Qualche ragazza ballava, qualcuno beveva. Preso in trappola tra la musica techno, la televisione che trasmetteva un film d'azione di Hong Kong e il mega schermo con i video che non c'entravano niente con la musica, ho aspettato per vedere se arrivava un po' di gente. Ad un certo punto mi si siedono accanto due tipe, ad uno sgabello di distanza. Le guardo con la coda dell'occhio, mmm, perche' si sono messe qui? Noto i loro corpi abbondanti e decido che la solitudine in fondo non e' una brutta cosa. Il tempo passa e di gente nuova non ne arriva molta, qualcuno balla. Ad un certo punto la tipa vicino a me mi parla! Vi risparmio la profondita' intellettuale della conversazione e passiamo subito al momento interessante. Avete mai chiesto ad una ragazza: "Sei una puttana?" Io sì!!! Che emozione. Non per cattiveria, ma questa mi chiede se le pago un drink, insomma troppo cliche'. Niente contro le puttane che sia chiaro, e' un lavoro come un altro, ma non ho intenzione di fare da cliente e quindi e' meglio che non perda tempo con me. Insomma non si arrabbia e dice di no, non lo e'. Pero', dice, la meta' delle ragazze qui dentro lo sono! Infatti vedo una che sembra Mariah Carey che si sbaciucchia un olandese 60/70enne. Roba da infarto per lui, da vomito per me e chissa' quanto per lei. Insomma la mia partner dice di essere guida turistica e di fare massaggi… mmm, sospetta questa apertura sui massaggi. Ma come finisce la storia? Niente, me ne vado a casa da solo. Per strada molta gente che dorme sul marciapiede, lascio qualcosa a una vecchietta e me ne vado a letto con la coscienza leggera. Flashback: prima della discoteca sono andato a vedere un balletto tradizionale.

Surabaya, 24 Ottobre
Prima o poi mi decido a mettere on-line 'sto report...ormai mi daranno per disperso. Finita per il momento l'esperienza di Yogykarta senza aver visto il Borobudur (ma come si fa a non andare a vedere una delle otto meraviglie del mondo? - ma ci andro' tornando), acquisti fatti (20 Kg di roba che forse un giorno arrivera' in Italia), eccomi a Surabaya. Surabaya e' probabilmente l'ultimo posto sulla terra che una persona sensata andrebbe a vedere: a prima vista non c'e' niente, a leggere le guide c'e' meno, a sentire la gente non ci andare, a quanto pare e' pieno di zanzare. Ma io sono qui per bussiness!! Ma che bussiness? Non ve lo dico, comunque tutto legale, morale e digitale. Allora, ieri decido di viaggiare di notte e siccome sono vicino alla fine e i miei soldi pesanti diventeranno presto leggeri in Italia, scelgo l'opzione piu' da VIP: Executive class bus! Avete presente la Bussiness class e la First class negli aerei? L'Executive e' anche meglio. Insomma pago 50.000 rupie (13.000 Lire) e mi sbattono in questo pulmino a otto posti ad aria condizionata, la sera alle otto. Mi appresto ad un viaggio tranquillo in conversazione con qualche turista anglosassone e cosa mi ritrovo? In un frigorifero pieno di locali muti lanciato a 140 Km orari in mezzo ad un traffico napoletano. Giuro, mai visto uno guidare cosi'! Sorpassi a sinistra, clacson costantemente in opera, confronti western in stile "vediamo chi si sposta prima!" nella corsia opposta...adrenalina pura, sport estremo, VIP: Va In Panico. Ah, dimenticavo...io ero seduto a sinistra del conducente nel classico "sedile del morto" senza cinture a disposizione. Provo a dormire ma ogni tanto mi arrivano degli sprazzi di luce di camion a venti metri di distanza contro i quali stiamo per sfracellarci. Sette ore di panico per arrivare alle tre di notte in una citta' troppo grande 'per due (uno) che come noi non sperano ma stan cercando' un posto per dormire. All'agenzia mi avevano promesso che l'autista mi avrebbe suggerito un buon posto per dormire a pochi soldi. In sette ore mi ha detto una sola cosa l'autista: "no spik inglish!". Allora mi affido alla guida Let's Go del '98 sottratta a Singapore e gli do' l'indirizzo dell'Hotel Pavillion. Mi scaricano verso le tre e mezza e mi ritrovo ad aspettare le sei che si liberi una stanza da 80.000 rupie (20.000 Lire), in un divano assediato dalle zanzare bastarde. Mai piu'! D'ora in poi si viaggia di giorno in classe economica!

....CONTINUA IN SINGAPORE

Un commento in “La lunga estate calda – 3^ parte
  1. Avatar commento
    VV
    25/03/2004 01:43

    Thank for good site

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