Gli stagni del Casale

Scopriamo una preziosa zona umida, vera oasi naturale alla periferia di Vicenza

Gli Stagni di Casale sono una delle più importanti zone umide del Veneto: una vera "oasi" ai margini della cementificazione della periferia vicentina.

LA STORIA
Tutto inizia nel 1980 quando, grazie all'interessamento di appassionati di birdwatching, naturalisti e membri di diverse associazione come il WWF, quando viene riscontrato l'elevato valore ambientale che ha assunto una zona di vecchie cave ad est della città ormai quasi del tutto abbandonate, l'attività di estrazione dell'argilla nei pressi della località di Casale era stata avviata nel 1954 da parte della Fornace Serenissima, lo sfruttamento dell'area continuò regolarmente fino alla metà degli anni ottanta e durò in forma più ridotta fino al 1990. La campagna, divenuta cava per l'argilla, era stata fino al '54 un'area coltivata a granturco e vigneto: a testimonianza di ciò si possono ancora oggi notare alcune viti che crescono tra la vegetazione.
Con il progressivo abbandono degli scavi, la vegetazione spontanea cominciò a colonizzare l'ambiente mentre le vasche iniziarono a rimpirsi grazie all'acqua di falda, che nell'area a sud-est della città di Vicenza è piuttosto superficiale. L'ambiente così rinaturalizzato divenne un importante richiamo dapprima per l'avifauna delle zone umide, quindi un rifugio adatto ad ospitare molte altre specie animali.
Nello stesso periodo, la porzione a nord-ovest dell'area degli scavi fu adattata a laghetto di pesca sportiva, attività attualmente ridotta ad un unico stagno a nord-ovest.
Nel 1994, grazie sia ad iniziative come quella della grande manifestazione del 1989 a favore della nascita dell'Oasi che all'instancabile attività del WWF, il Comune, in seguito all'acquisto dell'area, deliberò per la realizzazione dell'Oasi. I lavori presero avvio nel 1996 e il 17 maggio 1998, l'Oasi fu inaugurata.
Durante questi due anni diversi sono stati i lavori condotti all'interno dell'area: la realizzazione di un centro visitatori, la messa in opera di diversi percorsi di visita adatti anche ai disabili e della cartellonistica didattica per i visitatori, tre capanni di osservazione, la piantumazione di un boschetto con specie arboree ed arbustive di foresta planiziale, l'installazione di una piccola area ricreativa e la costruzione di opere per favorire l'avifauna.
Il 21 aprile 2002, data storica per la Provincia di Vicenza, è la data ufficiale di apertura al pubblico. All'inaugurazione erano presenti, assieme al Sindaco di Vicenza e alle istituzioni comunali e provinciali, circa 2000 entusiasti visitatori. Oggi l'"Oasi degli Stagni di Casale" è dedicata ad Alberto Carta (1962-1992) giovane fisico vicentino, socio C.A.I., che aveva collaborato a lungo e con impegno alla progettazione e alla realizzazione dell'Oasi.

L'AMBIENTE
L’insieme di stagni e di aree umide che compongono l’Oasi è il risultato di passate attività di escavazione dell’argilla. L’abbandono dell’area dopo gli scavi, nei decenni scorsi, ha creato i presupposti per una progressiva colonizzazione della zona da parte della vegetazione caratteristica delle zone umide di pianura. La presenza di vasche scavate a profondità differenti ha favorito una interessante diversificazione ambientale, cosicché attualmente l’area si presenta come un mosaico di superfici perennemente inondate e prive di vegetazione, aree coperte da vegetazione erbacea palustre (in particolare canneto), boschi igrofili di salice, arbusteti mesoigrofili, incolti e prati ruderali, siepi campestri.
Gli interventi di riqualificazione ambientale promossi dal WWF ed attuati dal Comune di Vicenza hanno ulteriormente contribuito ad esaltare la diversificazione ambientale dell’Oasi, creando, oltre a strutture per la ricezione dei visitatori, una riva idonea agli uccelli limicoli, un’area rimboschita con specie caratteristiche del bosco planiziale padano, realizzando stagni per gli anfibi ed ampliando le superfici libere da vegetazione e perennemente coperte d’acqua.

LA FLORA E LA FAUNA
La vegetazione è profondamente condizionata dalla presenza di acqua dolce che ristagna in superficie per lunghi periodi di tempo e crea condizioni di forte umidità.
Dove l'acqua è più profonda, le aree acquitrinose sono colonizzate da cannuccia palustre (Pharagmites australis) e da poche altre specie (tra cui le tife) che costituiscono la tipica vegetazione del canneto. Ad esse si associano altre tipiche piante di palude quali il giaggiolo palustre (Iris pseudacorus), la mestolaccia (Alisma plantago-aquatica) e l'erba-sega comune(Lycopus europaeus).
Meno estesi sono i cariceti, composti da carice di ripa (Carex riparia) e carice glauca (Carex flacca). Al margine degli acquitrini si sviluppa una boscaglia costituita da diverse specie di salice (in particolare Salix alba, Salix cinerea e Salix purpurea) e di pioppo (Populus nigra e Populus alba).
I terreni relativamente più asciutti sono invece ricoperti da lembi della tipica vegetazione boschiva che in passato ricopriva l'intera pianura: farnia (Quercus robur), acero campestre (Acer campestre) , olmo (Ulmus minor) ed altre specie arboree si associano ad arbusti di sanguinella (Cornus sanguinea), sambuco(Sambucus nigra), pallon di maggio (Viburnum opulus) e rosa selvatica (Rosa arvensis).
Estesi prati ed incolti erbacei contribuiscono infine ad arricchire ulteriormente la varietà della vegetazione di questo territorio.
La piccola fauna invertebrata legata agli ambienti umidi di pianura, altrove quasi scomparsa, riesce ad esprimersi con notevole ricchezza all'interno dell'Oasi: negli acquitrini si riproducono numerose specie di libellule, ditischi e notonette colonizzano abbondantemente le acque stagnanti, sui salici si sviluppal'Apatura ilia, una specie di farfalla minacciata dalla riduzione degli habitat naturali di pianura.
Tra i pesci, oltre alle numerose specie esotiche che sono state purtroppo rilasciate nelle acque dolci della nostra pianura, sono presenti il luccio (Esox lucius) e la tinca (Tinca tinca).
Gli specchi d'acqua consentono la nidificazione di uccelli acquatici come la folaga (Fulica atra), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il germano reale (Anasplatyrhynchos), la marzaiola (Anas querquedula).
Nei canneti e nelle boscaglie umide si riproducono invece specie particolarmente rare e legate a questi ambienti, quali il raro basettino (Panurus blarmicus) e il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), oltre al tarabusino (Ixobrychus minutus), il tarabuso (Botaurus stellaris), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e il pendolino (Remiz pendulinus). Due specie di picchi, il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e il picchio verde (Picus viridis), trovano qui uno dei loro rari siti di nidificazione in pianura.
Nella stagione estiva, l'airone cenerino (Ardea cinerea) e l'airone rosso (Ardea purpurea) sostano in queste acque per alimentarsi. Inoltre, caso unico in provincia, la nitticora (Nycticorax nycticorax) e la garzetta (Egretta garzetta), nidificano all'interno dell'area rispettativamente con 25/30 coppie e con 2/3 coppie.
In autunno l'area diventa un importante sito di sosta ed alimentazione per diverse specie di piccoli uccelli come il beccafico (Sylvia borin), la capinera (Sylvia atricapilla), la bigiarella (Sylvia curruca) ed il tordo bottaccio (Turdus philomelos) durante la loro migrazione verso l'Africa.
Numerosi sono anche i piccoli mammiferi che hanno colonizzato questo territorio, tra i quali l'arvicola terrestre (Arvicola terrestris) ed il topolino delle risaie (Micromys minutus), particolarmente legati ai rari ambienti umidi di pianura, oltre al moscardino (Moscardinus avellanarius) di ambiente boschivo.
Gli stagni sono anche importanti siti riproduttivi per alcune specie di anfibi quali la raganella (Hyla intermedia), la rana di Lataste (Rana latastei), il tritone punteggiato (Tritus vulgaris) e il tritone crestato (Triturus carnifex). Gli stagni costituiscono inoltre l'ambiente ideale per la biscia d'acqua (Natrix natrix) e per la testuggine palustre (Emys orbicularis) quasi del tutto estinta nella pianura vicentina.

GESTIONE E STRUTTURE
* Gestione a cura del Comitato Oasi WWF Stagni di Casale "Alberto Carta", sulla base di una convenzione stipulata con il Comune di Vicenza, proprietario dell’area.
* Estensione 34 ettari.
* Centro visite, area di sosta e ricreazione, percorso natura con punti di osservazione, capanni ed una passerella in legno percorribile anche da disabili che attraversa il canneto per una lunghezza di oltre cento metri, stagni didattici, arboreto, imboschimento con cartellini di identificazione delle specie, stazione di inanellamento avifauna, pannelli didattici e torretta di avvistamento.
* Per le scuole: visite guidate su prenotazione, martedì, mercoled' e giovedi. La visita dura in media un’ora, è completamente in piano. Dopo una presentazione generale dell’Oasi, una visita all’ambiente del canneto con soste per l’osservazione dell’ambiente circostante, uno sguardo agli stagni per l’avvistamento degli ucccelli. Può inoltre, a seconda delle stagioni, includere anche una sosta presso la stazione di inanellamento. E’ inoltre possibile visitare l’imboschimento ed usufruire del panorama sull’Oasi offerto dalla torretta di avvistamento del centro visite.

STUDI E RICERCHE
Sin dalla sua fondazione (nel 1998), la gestione dell'Oasi dedica particolare attenzione a due fondamentali aspetti: da un lato ad un'intensa ed accurata attività di studio e ricerca scientifica in collaborazione con le Università, dall'altro ad una attività didattica e formativa rivolta a scolaresche in visita, gruppi organizzati e singoli visitatori.
La ricerca scientifica all'interno delle Oasi è sempre stata un punto su cui il WWF Italia ha insistito molto. Nell'Oasi Stagni di Casale sono diverse le attività di ricerca scientifica condotte fino ad oggi e alcune tra queste sono tutt'ora in svolgimento.
In accordo con le Università, presso l'Oasi sono stati condotti fin'ora otto diversi studi di tesi da parte di studenti di corsi di laurea in Scienze Naturali.Per gli anni accademici 1994-1995 e 2002-2003, studenti dell'Università Cà Foscari di Venezia hanno condotto indagini che hanno avuto rispettivamente come oggetto, uno studio preliminare sulla comunità faunistica e floreale (in previsione dell'imminente istituzione dell'Oasi) e un'indagine sull'avifauna dell'Oasi in relazione all'attività migratoria.Successivamente, a partire dall'anno accademico 2002-2003, è stata avviata una duratura e proficua collaborazione con l'Universitò di Padova che dura
tutt'ora e che ha permesso all'Oasi di ospitare i tesisti del corso di laurea in Scienze Naturali.
Oggetto di questi studi sono stati:
- 2004-2005: Avifauna e altri aspetti faunistici
- 2005-2006: Ecologia ed Avifauna (trasformazione ambiente canneto)
- 2007-2008: Specie invasive
- 2007-2008: Conservazione e valorizzazione fauna anfibia
(copia di questi elaborati di laurea sono disponibili in formato cartaceo e/o elettronico presso la biblioteca dell'Oasi).
Dal 2007 è stata avviata una collaborazione con l'Università di Catania-Dip.di Biologia animale: lo studio prevede la raccolta di campioni di DNA estratti dalle penne timoniere di esemplari di Codibugnolo (Aegithalos caudatus) catturati e inanellati nell'Oasi allo scopo di effettuare una revisione sistematica del gruppo per meglio definire la posizione tassonomica delle sottospecie presenti in Italia ad inquadrarne le differenze in contesto europeo.
Inoltre dal 2002 l'Oasi ha potuto ospitare nel periodo estivo anche alcuni stagisti provenienti dall'"I.T.A.S S.B.Boscardin" di Venezia che, seguiti dagli insegnati,
hanno svolto attività didattiche e formative.
L'inanellamento: la più importante attività di ricerca scientifica che viene condotta attualmente nell'Oasi è quella riguardante il monitoraggio dell'avifauna.Infatti dal 2002 l'Oasi ha assunto il ruolo di stazione fissa di inanellamento a scopo scientifico che viene svolto durante la maggior parte dell'anno grazie al lavoro del custode dell'Oasi
e di altri inanellatori del gruppo "Nisoria" e non. Durante l'anno i cittadini e le scolaresche in visita all'Oasi hanno spesso l'occasione di assistere alle attività degli ornitologi in tutte le diverse fasi del loro lavoro, dalla cattura al rilascio dell'animale.
Monitoraggio dello stato di conservazione della testuggine palustre europea: la testuggine palustre europea(Emys orbicularis)è diffusa con una consistente popolazione nell'Oasi ed è considerata uno dei rettili italiani più minacciati di estinzione ed è inserita dalla direttiva comunitaria Habitat tra quelle di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Il monitoraggio è uno strumento fondamentale di conoscenza per individuare e promuovere qualsiasi misura di conservazione e di tutela delle specie faunistiche.
Catalogazione delle specie di funghi: L'Oasi Stagni di Casale, sotto l'aspetto di studio e ricerca micologico è una zona di particolare pregio.Dal 2003 ad oggi sono molti
i funghi identificati e non pochi quelli rari ed interessanti.Il numero di specie già determinate ammonta a circa 200 ma l'elenco è sicuramente destinato ad aumentare considerata la ricchezza del sistema floristico dell'Oasi.Una nuova varietà di specie è stata descritta nel bollettino micologico "Bresadola"
(r.m.d.anno 2005 n.4 pp.341-345).

COME ARRIVARE
L’Oasi degli Stagni di Casale si trova appena fuori dalla città di Vicenza, nelle vicinanze dello stadio Menti, presso la frazione di Casale. E’ raggiungibile dalla città seguendo le indicazioni per la statale della Riviera Berica e successivamente seguendo le frecce indicatrici “Oasi di Casale”. L’Oasi si trova a pochi chilometri dal casello autostradale di Vicenza Est sulla A4.
- Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo)
sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00
domenica dalle 9.00 alle 16.00 (orario continuato)
- Orario estivo (dal 1 aprile al 30 settembre)
sabato dalle 8.00 alle 11.00 e dalle 16.00 alle 18.00
domenica dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 (ora legale)
- Turni di chiusura: tutti i lunedì e venerdì, dal 1 al 31 agosto (tranne ferragosto), dal 1 gennaio al 15 febbraio

CONTATTI:
Telefono 328 4072727 Fabio Farinello
E-mail stagnicasale@wwf.it

NEI DINTORNI CONSIGLIAMO DI VISITARE
Il centro storico della città di Vicenza, patrimonio mondiale UNESCO, la palladiana Villa Capra “La rotonda”, i vicinissimi Colli Berici con i “covoli” di Lumignano ed il Lago di Fimon.

PER MANGIARE E DORMIRE
Poco lontano dall’Oasi si può mangiare a prezzi contenuti alla Trattoria “Al Moraro”, frazione di Casale, oppure alla trattoria “La Baracca”. Per il pernottamento a Vicenza, oltre ai numerosi alberghi più o meno costosi, è attivo anche un Ostello della Gioventù.

Per le fotografie si ringrazia:
http://www.magicoveneto.it/Vicenza/varie/StagniCasale.htm

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