Gli Spadonari di Venaus

Un antico rituale per esorcizzare l’inverno e dare il benvenuto alla primavera

Venaus è un piccolo villaggio franco-provenzale di circa 1000 abitanti situato ai piedi del Rocciamelone nella media Val Cenischia, una diramata della Val di Susa, a 57 km da Torino. È un tipico borgo alpino posto sulla cosidetta strada reale, principale via di salita verso il valico del Moncenisio e quindi la Francia prima che venisse costruita nel 1806 la carrozzabile voluta da Napoleone (l'attuale statale 25) che passa poco sopra il paese.

A Venaus l'imminente ritorno della primavera è celebrato, in corrispondenza delle giornate di San Biagio e Sant'Agata, rispettivamente il 3 e 5 febbraio (che in questo 2006 cadranno di venerdì e sabato), con la festa patronale e il ballo propiziatorio dei cosiddetti Spadonari.

La festa rientra in una serie di celebrazioni molto radicate nella cultura popolare di tre località della Valle di Susa: si inizia il 22 gennaio con i festeggiamenti in onore di San Vincenzo a Giaglione, proseguendo poi con modalità analoghe a Venaus e il 23 aprile a San Giorio.
La scarsità di fonti storiche su queste feste rende difficile indagare sulle loro origini. Gli studi di etnografia più recenti mettono in rilievo il forte ruolo aggregante della danza degli Spadonari, ma soprattutto tendono a far risalire le radici della festa alla tradizione precristiana. Il legame con il martirio dei santi riconduce peraltro ai Saraceni che, secondo la tradizione, tra il X e XI secolo invasero la Francia del Sud, la Liguria e il Piemonte uccidendo molti uomini di Chiesa nelle diverse aree pedemontane in cui penetrarono.

Protagonisti indiscussi della festa sono gli Spadonari in numero di quattro, attorno ai quali ruotano gli altri partecipanti: le Priore, la banda musicale, il sindaco, le Confraternite, maschile e femminile, che portano in processione il crocefisso con lanterne e ceri.
Di alcuni di questi personaggi vale la pena descrivere i ricercati costumi, nei quali nulla sembra essere lasciato al caso:
- gli Spadonari indossano camicia e guanti bianchi, pantaloni e scarpe blu, giubbotto - di un colore diverso per ciascuno - con decorazioni e alamari, copricapo ricoperto con fiori in seta e lunghi nastri colorati sulla parte posteriore, che scendono sulla schiena, e legati sotto il mento con un nastro (due Spadonari rosso e due verde);
- le sei Priore (due ragazze nubili, due sposate, due più anziane) indossano un costume, di origine savoiarda, composto da un abito lungo, nero, scialle in seta ricamato con frange, diverso per ciascuna Priora, collarino formato da un nastro di velluto nero a cui è annodata una grossa croce in oro lavorata a sbalzo, cuffia nera, annodata sotto il mento, con grosso fiocco colorato sulla parte posteriore e lunghi nastri di seta; il colore del vestito è diverso per ciascuna coppia di Priore;
- le donne della Confraternita del Santo Rosario portano un lungo velo bianco; le tre più giovani, le "lanterniere", portano due lanterne e la croce; quelle di mezza età e le più anziane portano i ceri.

La manifestazione prende le mosse davanti al municipio dove si radunano tutti. Quindi gli Spadonari seguiti dalla banda e dal corteo raggiungono danzando la parrocchiale per dare inizio alla processione, che si snoda per le vie del paese: mentre la banda suona, si recita il rosario con sottofondo di canti liturgici.
Quattro ragazze portano la statua di Sant'Agata e quattro ragazzi quella di San Biagio. Gli Spadonari accompagnano il corteo tenendo le spade in posizione di riposo, la punta verso l'alto. Terminato il giro del paese, il corteo entra in chiesa per la messa solenne.
Durante l'Eucarestia compiono una danza con le spade in segno di saluto. Dopo la messa, i danzatori ritornano sul sagrato della chiesa, dove si esibiscono in una serie di danze che hanno nel virtuosismo della spada il proprio punto focale.
Le danze ufficiali sono quattro: il Saluto, la Karàe (quadrata), Lu kor an din (il cuore dentro) e Lu kor en fora (il cuore fuori). Le ultime due, dette anche Krweisàa (incrociata) e Man (mano), hanno nella spada il soggetto principale del loro sviluppo coreografico.
La spada, al di là della sua funzione di arma, riveste nella Festa degli Spadonari una ben precisa funzione rituale: quasi a simboleggiare uno strumento fecondatore che penetra la terra, sta ad evocare la rinascita della natura che riposa sotto la coltre del gelo nell'auspicio di una primavera prodiga di buone fortune.

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