Cuzco, Machu Picchu, Puno: l’essenza del Perù

Tra i misteri di una delle civiltà più straordinarie

Resoconto di Mario Dotti

I TRENI PERUVIANI
Cosa dire delle ferrovie peruviane… non avevano certo una rete molto estesa quando visitai quel Paese qualche anno fa. Le tratte erano principalmente tre:
- Cuzco - Machu Picchu;
- Lima - La Oroya - Hancayo - Huancavelica (questa linea, la più alta del mondo, varca il colle di Ticlio a 4.800 m.);
- Cuzco - Juliaca - Puno - Arequipa.
I treni erano quasi tutti vecchio stile, con una piccola verandina a fine vagone. Erano molto lenti: per percorrere la tratta Cuzco - Puno di km. 410 impiegammo 11 ore, ma con un buon conforto e a buon mercato.
Ci consigliarono di prenotare i posti in prima classe per non viaggiare come sardine. Esistevano solo due generi di treni: quello ordinario (anche se non ha quasi niente di veramente ordinario) e quello di lusso (speciale, o ferrobus, o autocarrillo), più rapido e più caro.
Viaggiare in treno in Perù è molto pittoresco. Il macchinista, se un viaggiatore glielo richiede, ferma il treno in qualsiasi posto, anche in pieno deserto. Spesso i treni hanno guasti meccanici, allora un addetto parte in autostop alla ricerca del pezzo rotto e i viaggiatori devono attendere il suo ritorno.
“El tren de los turistas” parte da Cuzco alle 7, destinazione Machu Picchu, e nel biglietto è compreso anche l'ingresso alla città Inca. Ma noi scegliemmo el tren local, partenza alle 5 per evitare l'affollamento dei turisti, in modo da gustare a pieno la città di Machu Picchu. Il treno risale con fatica la valle dove è situata Cuzco ad una altitudine di 3.400 metri; i dintorni di questa antica città sono tra i più belli dell'America del Sud.

MACHU PICCHU
Circondata da montagne scure, la città, che si trova in un conca magnifica, fu il cuore dell'impero Inca (Cuzco significa ombelico in lingua Quechua).
Fu solo nel 1911 che Bingham, un archeologo americano, scoprì per caso il Machu Picchu. Egli fu stupito di constatare che questa città perduta era abitata da una coppia di indios che coltivava le terrazze, mentre il sito era ricercato da secoli dagli archeologi. Si tratta senza ombra di dubbio del monumento precolombiano più spettacolare dell'America del Sud, sia per l'importanza delle costruzioni che per l'incredibile splendore del luogo. Il Machu Picchu conserva sempre il suo mistero: fu fortezza costruita per prevenire un'invasione delle tribù amazzoni? Fu capitale religiosa o semplicemente un luogo di culto consacrato al dio sole? Fu l'ultimo rifugio delle Vergini del Sole o l'ultima capitale Inca?
Si dice che Manco Capca, ultimo Inca, ricercato dagli Spagnoli, vi si rifugiò. E mai Pizarro trovò il luogo dov'era il Machu Picchu. Questo si spiega facilmente: il sito si trova in cima ad una montagna in tale posizione che il luogo risulta invisibile dalla valle. Il Machu Picchu si divide in quartieri:
- Il quartiere degli agricoltori si trova all'ingresso della città, con terrazze ancora coltivate. Si nota l'ingegnoso sistema d'irrigazione, la terra da arare dovette essere portata dalla valle.
- La strada delle fontane è una viuzza particolare, composta da piccole bacinelle disposte l'una in fila all'altra, che erano utilizzate per le abluzioni rituali.
- La tomba reale: è una caverna al di sotto della torre centrale che forse fu una tomba Inca. Si notano i gradini e le nicchie scavati nella roccia.
- I templi: tre costruzioni sul lato ovest, con altari.
- L'Intihuatana, costruito su di una roccia che domina tutto il sito. Sulla sommità, una grande pietra tagliata serviva da calendario solare. Gli angoli sono diretti verso i quattro punti cardinali. Da qui si gode di una piacevole vista sul Machu Picchu.
- Il quartiere delle prigioni: luogo a due piani dove Bingham scopri delle sepolture. Sul pavimento si nota una larga pietra piatta che ricorda la forma del condor, con la testa in direzione del sol levante. Questo luogo doveva essere destinato ai sacrifici: c'è anche un piccolo canale per lasciare scolare il sangue e finisce al suolo, in modo che il sangue nutrisse la terra, divinizzata dagli Incas.
Gli edifici religiosi e le case abitate dai notabili si riconoscono per le pietre perfettamente congiunte, mentre per le altre case (quelle degli agricoltori, per esempio) gli Incas utilizzavano dell'adobe (calce e terra) per tenere insieme le pietre tagliate molto più grossolanamente. I muri erano inclinati verso l'interno per meglio resistere ai terremoti: straordinariamente robusti, erano ricoperti da fragili tetti di giunco o di canne. All'estremità delle rovine parte un sentiero che sale alla cima del Huayna Picchu, la montagna più alta, che si trova di fronte alle rovine.
Il sentiero, intagliato nella roccia, non è più largo di 80 centimetri e lungo il cammino, con un po' di fortuna, si possono incontrare fioriture di orchidee. Arrivati sulla cima si resta sbalorditi dalla bellezza che si gode alla vista del Machu Picchu e della valle dell'Urubamba.

CUZCO - PUNO
Prima di ripartire alla volta di Puno, decidemmo di dare un'occhiata a Paucartambo, una piccola cittadina lontana dai circuiti turistici del Perù, situata a circa 105 km. da Cuzco sulla strada della giungla.
Ci si arrivava solo con dei camion che trasportavano frutti tropicali per il mercato di Cuzco. Dopo una lunga trattativa con un camionista "leggermente fatto" di birra locale, riuscimmo a strappare un prezzo equo per il passaggio sul cassone. Paucartambo offriva poco alloggio; c'erano solo due piccoli alberghi, ma con un po' di buona volontà riuscimmo ad alloggiare presso una famiglia, stabilendo dei simpatici contatti. Visitando la cittadina si coglieva subito una viva testimonianza del modo di vivere di questa regione.
Il popolo Quechua convive con i discendenti di immigrati europei, installatisi lì dopo la conquista del Perù. La particolare posizione geografica impediva (all'epoca in cui feci il viaggio), la modernizzazione di Paucartambo; da diversi secoli poche cose testimoniano il passar del tempo. Non c'era che la vita quotidiana della cittadina. Da lungo tempo, il 16 luglio di ogni anno, la festa della Vergine del Carmen, che dura una settimana, fa arrivare al villaggio tutti i devoti della Vergine; alcuni arrivano per celebrare il culto cattolico tradizionale con messe, processioni e altre manifestazioni, altri (generalmente meticci e Quechuas) per esprimere la loro devozione, ma soprattutto la loro storia attraverso la musica, i costumi, le danze di una bellezza autentica che si ritrovano in pochi posti del Perù, lontani dai luoghi turistici.
A circa 30 km. da Paucartambo, andando verso la foresta, si trova il colle d'Akanaku, in un bellissimo paesaggio naturale. Con un sentiero di 15 km. non molto faticoso, arrivammo a Tres Cruces, una piattaforma delle Ande situata a circa 4000 m. di altezza,ai piedi della quale si stende la foresta amazzonica. E' là, ai piedi del vulcano Apukagnac-Huai (nome indigeno che significa luogo dal quale si guarda il dio sole), che si può ammirare una delle più belle albe del mondo. Questo fenomeno è dovuto alla posizione eccezionale che le alte vette della Cordigliera delle Ande offrono ed alla vasta distesa della giungla, al fondo della quale sorge il sole. All'epoca a Tres Cruces esisteva una piccola locanda dove pernottammo per attendere l'alba, risvegliati alle 3,30 dal gestore che ci servì un caffè semi solido (praticamente fango…), ma lo spettacolo magico a cui assistemmo ci fece dimenticare tutti i disagi sofferti. La magnifica visione mi tolse il fiato a tal punto che non riuscii a scattare neanche una foto.

Sono oltre 10 ore che veniamo sballottati dal treno che percorre la linea Cuzco - Puno attraverso montagne sontuose, con vista di alcune mandrie di enormi lama. Le stazioni ferroviarie sono come quelle dei film di Sergio Leone. Vedendo la gente e i paesaggi, ci si rende conto che le immagini di Tintin al Tempio del Sole sono conformi alla realtà. Arriviamo a Puno in tarda serata, il freddo è pungente, il semplice motivo è che Puno si trova ad un altitudine di 3870 m. La città non è bella, ma non la si dimentica in fretta per la bellezza del suo lago; le giornate sono spesso assolate, con una leggera brezza fresca di montagna.

IL LAGO TITICACA
Le albe sul lago Titicaca sono uno spettacolo impagabile, la sera cade il gelo ed il cielo è meravigliosamente stellato. Unica avvertenza: in questa città è sconsigliabile fare sforzi inutili, o lunghe marce, l'altitudine si fa sentire. D'altronde le popolazioni che vivono in queste regioni delle Ande hanno una cassa toracica superiore ed un supplemento di globuli rossi: ecco spiegate le guance violacee degli indios.
Le isole galleggianti, formate da cumuli di papiri che nascono sui bordi del lago, sono una curiosità da vedere assolutamente. Le persone del luogo dicono che sulle isole vivono ancora gli indios Uros, ma sono dei veri burloni: l'Ultimo degli Uros è morto parecchi anni fa, ucciso dall'alcool e dalla miseria.
Gli indios Aymaras, capendo che avrebbero potuto ricavare qualcosa dai turisti, si stabilirono sulle isole facendosi passare per discendenti degli Uros. Nonostante questo, una visita alle isole vale sempre la pena, sia per le sue costruzioni che per il modo di vivere degli indios. Non fatevi troppe illusioni, gli abitanti vivono dei prodotti artigianali venduti ai turisti e delle foto che i turisti fanno ai loro costumi dietro compenso. Inoltre, sulle isole non vedrete uomini: essi lavorano a Puno e ritornano la sera. Ad accogliere i turisti restano le donne ed i bambini. Di isole galleggianti sul Lago Titicaca ne esistono circa 60, ma solo 5 sono visitabili perché le altre sono talmente piccole che è impossibile attraccare con una barca a motore.
Sillustani, una delle gite più belle fatte nei dintorni di Puno, è situata a circa 30 km. e ad un’altitudine di 4000 m. con un panorama stupendo. Sillustani si trova su di una specie di isola posta in una magnifica laguna; vi si trovano tombe funerarie Chullpas dell'epoca Inca e pre-inca ed una meridiana che somiglia a quella di Stonehenge. Nel museo si trovano scheletri, vasi, gioielli e numerosi attrezzi ritrovati sul luogo. Un altro vantaggio è che non c'è quasi nessuno, tranne qualche indio che lavora agli scavi e una mandria di alpaca che girano tra le rovine. Nel sito si è rapiti da una sensazione di tranquillità, di pace interiore: è l'atmosfera veramente magica che caratterizza tutti i siti archeologici del Perù.

L'America del Sud vuol dire: gli Incas, le note dei flauti andini, i mercati variopinti, la guerriglia, i famosi autocarri folcloristici sui quali indigeni ed animali viaggiano insieme allegramente... E poi ancora l'Eldorado, i musei dell'oro... L'America del Sud è un'avventura personale e un'esperienza importante, ma in ogni caso è sicuramente come voi ve la immaginate, ed è per questo che bisogna andarci.

2 commenti in “Cuzco, Machu Picchu, Puno: l’essenza del Perù
  1. Avatar commento
    cacacazzo
    23/04/2008 19:12

    Mi son rotto le palle!!!!!!!

  2. Avatar commento
    giorgio
    18/09/2004 05:32

    Sono arrivato in Perú il 2 settembre ed ho trovato l'amore della mia vita. Ritorneró definitivamente a gennaio 2005 per costruire a Chiclayo il nostro nido d'amore.

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