Viaggio nella stupenda Loira

Tra castelli e vigneti in un clima dolcissimo

 

 

Arrivati alla metà di giugno, come stabilito, io e la mia famiglia ci accingiamo a partire per una nuova destinazione, con il nostro solito spirito d’avventura ed il desiderio di conoscere e scoprire il mondo, anche se richiede abbastanza tempo per poterlo visitare e andare alla ricerca dei suoi luoghi più sconosciuti.
Quest’anno la nostra attenzione è stata attirata dalla Loira, zona situata a nord-ovest della Francia attraversata appunto dal fiume Loira.

Itinerario

Arrivati in auto dopo quasi due giorni di viaggio, il primo paese in cui sostiamo è Bourges, piccola cittadina turistica avente il centro con vari ristoranti, da notare che gran parte erano italiani. Il tempo fugge e perciò ci mettiamo in marcia verso i castelli tanto desiderati. Il primo che da inizio alla nostra visita è Chambord che a prima vista dà un forte impatto; infatti, insieme al castello di Blois è il più maestoso e grande tra tutti gli altri castelli. Costruito nel 1519 su ordine di Francesco I, gran mecenate e appassionato d’arte, nel 1539 non era ancora stato completato.
Circondato da un’immensa foresta, costituita da 5.503 ettari di boschi e giardini affida alle migliaia di turisti che quotidianamente affollano il castello un’immagine spettacolare che è impossibile non immortalare; il castello ha 440 camere, ma non tutte sono aperte al pubblico. All’interno le camere sono decorate e ornate da arazzi, specchi e baldacchini che conferiscono un aspetto nobiliare, anche se questa era solo una residenza di caccia, come d’altronde lo sono tutti gli altri castelli.
Da ricordare sono le splendide nicchie presenti sui tetti e la curiosa scala a chiocciola a doppia elica progettata probabilmente da Leonardo da Vinci; infatti, se si prende una scala e più persone scendono contemporaneamente non ci s’incontra, sembra un trucco e lascia stupefatti. Terminata la visita del castello, se si vuole si può fare una passeggiata lungo i sentieri del bosco, che però richiedono qualche ora. Il castello è circondato,oltre che dal parco, da un villaggio nel quale più che case ci sono negozi di souvenir e ristoranti; inoltre l’albergo principale si trova di fronte al castello, e soprattutto al tramonto e la sera con lo spettacolo di luci e suoni offre una vista incantevole.
Siamo costretti a lasciare Chambord e dirigerci verso Blois, accogliente cittadina con a capo il suo famoso castello situato al centro della città.
Una volta arrivati non si può rinunciare a visitare il castello, posto in una posizione dominante ed avente una bellissima piazza antistante con di fronte una palazzina chiamata “Maison de la Magie”, in pratica casa della magia; giacché abbiamo visitato il castello il biglietto includeva anche la visita della casa della magia e quindi ci siamo precipitati qui.
Alla fin fine ci siamo imbattuti nelle solite magie che tutti conoscono. Ah dimenticavo, alla sua apertura si assiste ad uno spettacolo con dinosauri che escono dalle finestre e gridano, forse per incuter un po’ di timore. All’interno del castello ci si presenta un cortile con una sfarzosa scala a chiocciola, la quale pare sia stata anch’essa di Leonardo da Vinci.
Le stanze appaiono piuttosto scure e così anche i suoi mobili, che gusti bizzarri!
Dopo due giorni di permanenza con dispiacere ci incamminiamo per Chaumont, altra dimora di caccia di Francesco I.
Questo castello appare all’esterno meno sontuoso, ma in realtà non lo è; all’interno tuttavia presenta stanze molto povere rispetto a Chambord ed infatti, una volta usciti, si può rimanere delusi. Purtroppo in quei giorni parte del castello era in fase di restauro e quindi non era visibile per intero.
Abbastanza caratteristiche sono le scuderie, prive di cavalli all’interno; al posto loro ci sono i suoni riprodotti, abbastanza divertenti.
Si giunge ad Amboise, paese tranquillo reso famoso per la residenza di Leonardo da Vinci. Qua più che il castello, abbastanza simile a quello di Blois, abbiamo ritenuto opportuno visitare la dimora di da Vinci che è a sua volta un castello dalle dimensioni ridotte.
Si tratta del Clos-Lucè in cui Leonardo visse gli ultimi tre anni della sua vita, dipingendo e lavorando assiduamente ai suoi mille interessi fino al 2 maggio 1519, data della sua morte nella casa.
Il Cloux, situato al di fuori del paese, ospita un magnifico giardino con tutte le sue invenzioni, naturalmente riprodotte.
In questo modo, si possono toccare con mano le mille invenzioni di Leonardo e constatare come fosse un’impresa a quel tempo progettare macchine che tuttora sono adoperate.
Leonardo, ospitato da Francesco I, poteva comunicare con lui mediante un sottopassaggio che lo collegava direttamente al castello, purtroppo oggi non visibile al pubblico; all’interno molto appezzabile è la cucina e la sala da ricevimento con il camino ornato.
La sua tomba è posta nella cappella del castello.
A tal punto, pur essendo un pochino stanchi di questi castelli, ma non per la loro bellezza, non ci rimane che visitare l’incantevole castello di Chenoncenaux, costruito sul fiume Cher e posto lungo l’acqua; immerso in un paesaggio idilliaco è uno dei pochi castelli che offrono al visitatore un’immagine che rimane per sempre impressa nella mente.
All’interno ci s’imbatte in un lungo corridoio in cui si può ammirare il fiume da una parte e dall’altra. Proprio nel corridoio, durante la seconda guerra mondiale, il castello fu allestito per ospitare la gente della zona. Dai suoi giardini, collocati alla sua destra e sinistra si gode uno spettacolo originale. Al suo ingresso, oltre al lungo sentiero che porta al castello, è d’obbligo passare per i sentieri che s’intersecano e portano nei vari luoghi desiderati.
Il nostro percorso è oltre la metà, cosicché ci tocca raggiungere i fantastici giardini rinascimentali di Villandry, che a prima vista lasciano a bocca aperta.
I giardini, collocati accanto al castello sono suddivisi in scene che simboleggiano l’amore; “l’Amore tenero” è simboleggiato da cuori separati da fiamme d’amore; “l’Amore appassionato” simboleggiato da cuori; “l’Amore volubile” in cui i quattro ventagli degli angoli evocano la leggerezza dei sentimenti ed infine “l’Amore tragico” i cui disegni rappresentano le lame dei pugnali e delle spade usate durante i duelli amorosi.
Per godersi una vista panoramica di tutti i giardini è necessario salire sul belvedere.
Questi giardini richiedono molto lavoro e cura, affinché possano mantenere la loro bellezza originaria; infatti, va ricordato che non ci sono solo fiori di vario genere, ma anche un orto botanico con le varie specie d’ortaggi.
Lasciata a malincuore Villandry, presente ormai solo nei nostri ricordi, attraversando i magnifici paesaggi della Loira giungiamo alle porte di Azay-le-Rideau, considerato il più bel castello sulla Loira sia per la stupenda posizione sia per l’architettura; qui, da maggio a dicembre, si può assistere a un suggestivo spettacolo di “suoni e luci”, che narra la storia del castello.
Ovunque si passi si possono scorgere vigneti con davanti una rosa, che secondo me serve per abbellire i campi.
Oltre che per gli splendidi paesaggi, la Loira è conosciuta soprattutto per le estensioni di vigneti, il clima mite e l’ottima cucina che comprende cremosi formaggi di capra e champignon. Transitando per le colline si scorgono montagne con all’interno caverne, luoghi ideali, freschi e bui in cui si coltivano appunto gli champignon e si lasciano riposare i vini più pregiati. Le caverne sono lunghe chilometri e appaiono delle vere cave sotterranee.
Con dispiacere si è alla fine del nostro viaggio nella Loira, però un’ultima città da non trascurare è Saumur, cittadina costellata di terme romane e antiche chiese, monumenti di pietra e caverne incuneate nelle bianche rocce cretacee.
Non mi resta che ricordare che la Valle della Loira, cuore storico della Francia, offre ai visitatori un patrimonio architettonico di rara bellezza che la rende tra i luoghi più conosciuti e visitati di tutto il paese, non per niente è sotto la tutela dell’Unesco.
In totale più di mille chateaux (grandi castelli di campagna) decorano le rive e le zone limitrofe del fiume. Vera e propria vetrina del passato francese, immersa in un paesaggio fiabesco, la regione viene anche chiamata “la strada dell’arte di vivere regale”.

 

 

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