Verso Merzouga

Giornate indimenticabili nel Marocco più autentico

Il mio viaggio inizia da Fès, splendida città imperiale e con un Souk davvero imperdibile, qui potrete trovare degli artigiani e prodotti davvero autentici. Mi fermo a dormire nel Riad Dar Tafilalet, struttura davvero ottima ed Ibrahim mi ha fatto sentire come a casa.
Il giorno dopo noleggiata la macchina con Ali Haddou, guida berbera del deserto esperta e professionale, prendiamo la strada alla volta di Ifrane e Asrou, la così definita Svizzera del Marocco, per i paesaggi alpini e l’aspetto naturalistico, torrenti, laghetti. Il tempo è orribile neve e nebbia, d’altronde siamo in montagna sul Medio Atlante e in gennaio.
Impossibile continuare il viaggio, mi porta a casa di una coppia di suoi amici, mi ritrovo in un lampo comodamente seduta su di un divano a mangiare una superba tapine di pollo cucinata dalle sapienti mani della mamma di Jamal.
Nel pomeriggio mi accompagnano a vedere le scimmie dell’Atlas che saltellano sulla neve… che dire per Ali è la sua prima volta, lui uomo del deserto la neve l’aveva vista solo alla televisione, il tutto finisce in un’improvvisata battaglia di palle di neve.
Rientriamo a casa di Jamal, sua moglie Sarah e la suocera ci hanno preparato un cous cous, non ho parole l’ospitalità di questa famiglia è davvero unica, non mi conoscono, parlano solo berbero e arabo eppure mi sento parte della famiglia.
Il giorno dopo svegli, le strade sono pulite, abbondante colazione e via si scende verso il deserto. Attraversiamo montagne innevate, villaggi berberi arroccati, oasi verdeggianti con mandorli in fiore ovunque.
Oltrepassiamo la provincia di Er Rachidia e arriviamo nella città di Erfoud, Ali decide di fare una tappa a casa sua, mi siedo su un comodo tappeto a sorseggiare te alla menta accompagnato da frutta secca, con la mamma e i suoi fratelli, non potrò mai dimenticare la loro accoglienza e i loro sorrisi, gente davvero speciale. Ah dimenticavo Erfoud merita una sosta per chi è interessato ai minerali e ai fossili, inoltre c’è un piccolo museo sui fossili, molto ben curato e davvero carino, merita una visita.
Riprendiamo la macchina, di nuovo Erg e arriviamo a Rissani, cittadina caotica gente a piedi, con asini o in bicicletta ovunque, colori e suoni, e da qui ancora 46 km. in macchina e arriviamo al piccolo villaggio di Hassi Labied, nei pressi di Merzouga. Vedo le dune sono nel deserto, ad Hassi Labied vivono un centinaio di famiglie che un tempo erano nomadi, praticano la pastorizia, oppure lavorano trasportando i turisti con le loro carovane di dromedari.
Alloggio al Nasser Palace Hotel, un ottimo albergo con piscina, per chi lo volesse e vista la bassa stagione sono anche l’unica ospite. Per cena un’ottima tajine e poi via a dormire, domani mi aspetta l’escursione a dorso di dromedario tra le dune.
Al mio risveglio faccio la conoscenza di Hamid e Moustafa, amici di Ali la guida, mi comunicano che si aggiungeranno a me 3 turiste olandesi, che stanno scoprendo il Marocco in fai da te. Bisogna ritornare a Rissani e con la jeep di Hamid andiamo a prenderle alla stazione dei pullman. Da qui tutti a pranzo Hamid ha deciso che sua mamma ci preparerà una tajine di benvenuto, non ho parole l’ospitalità è un must per la gente del Marocco.
Alle 15 riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Hassi Labied i 4 dromedari ci stanno aspettando e la nostra avventura nel deserto ha inizio. Ali ci accompagna e noi ci facciamo dondolare mollemente mentre osserviamo paesaggi mozzafiato, facciamo una breve sosta, sta tramontando il sole tra le dune, il cielo è uno spettacolo di luci e colori e siamo fortunate sta salendo la luna piena.
Arriviamo al bivouac che è notte e sorpresa ceneremo presso una famiglia nomade, Mina sta preparando per noi il cous cous. Questa famiglia è composta dal padre, la madre, Mina la figlia più grande e da 3 bambini piccoli, che non vanno ne a scuola ne all’asilo, non conoscono la città e non vanno nemmeno nel villaggio, sono felici così. Gli regalo penne e matite colorate, i loro occhi si riempiono di felicità e mi ringraziano con il loro splendido sorriso.
La cena è ottima ma sarà la stanchezza o sarà la gioia di essere in mezzo alle dune beh insomma è tempo di andare a dormire, in tenda. Fa freddino anzi direi freddo, ma tutto è comodo, al mattino sveglia prestissimo, ci aspetta un’alba sfavillante con il sole che sorge dal confine con l’Algeria.
Dopo la colazione ripartiamo a dorso di dromedario verso il villaggio, sono triste vorrei fermarmi qui! Doccia veloce le ragazze olandesi devono riprendere il loro pullman e proseguire per il loro viaggio alla scoperta del paese.
Hamid, Ali e Moustafa organizzano per me un’escursione all’oasi di Saf Saf, ormai siamo diventati i magnifici 4 e hanno deciso di fare un barbecue, mangiamo pollo al curry cotto alla brace, ma alla nostra “carovana” si sono aggiunti altri amici e così facciamo festa, e decidiamo pure di ballare immersi nell’infinità dell’Erg.
Nel tardo pomeriggio mi portano alla scoperta del villaggio di Khamelia, dove vivono i discendenti degli schiavi del Niger, Mali, Ciad e Mauritania, qui ci sono Les Pigeons du Sable un gruppo Gnawa, subito organizzano per noi uno spettacolo di danze e canti, mentre noi li osserviamo seduti su un tappeto sorseggiando te alla menta o whisky berbero.
L’indomani è domenica c’è il souk a Rissani, niente a che vedere con quelli di Marrakech o Rissani, questo è più genuino e spontaneo: mi ritrovo a visitare il souk degli asinelli, dei vitellini e delle mucche, delle pecore. Compro spezie e vengo circondata da profumi e colori, la confusione è ovunque, Rissani è davvero un posto da scoprire, splendida la sua Casbah.
E’ ora di pranzo oggi si mangia pizza berbera, imperdibile credetemi, ne compriamo 6 e decidiamo di andarle a mangiare presso un auberge di un altro amico, scusate c’è la finale della coppa d’Africa: Egitto-Ghana, mi trovo a tifare per il Ghana, d’altronde ci giocano due calciatori dell’Udinese, ma perdiamo.
Inizia la settimana lunedì lo dedichiamo alla cultura, i miei tre amici mi portano alla scoperta del villaggio di Taous, qui ci sono delle costruzioni a secco molto antiche, ma soprattutto i graffiti, sono davvero fantastici. Siamo a pochi chilometri dal confine con l’Algeria, qui un tempo passava la Parigi - Dakar.
A pranzo andiamo a trovare un altro amico che lavora in un Riad, ormai sono diventata una di loro, ci prepara insalata marocchina e tapine… ah dimenticavo siamo agli inizi di febbraio e concludiamo il pranzo mangiando melone, d’altronde qui le temperature sono da primavera inoltrata.
Nel pomeriggio ci fermiamo a vedere un lago nei pressi di Merzouga, qui svernano i fenicotteri rosa, è l’ora del tramonto il cielo si colora di rosa, sullo sfondo le dune, tutto s’incendia e i colori virano al rosso, indimenticabile spettacolo.
Purtroppo è il mio ultimo giorno domani si riprende la strada alla volta di Fès… sono triste questi luoghi mi sono entrati nel cuore, ma so che un giorno ci ritornerò.
Grazie ad Ali, Hamid e Moustafa ho scoperto una parte del Marocco che le guide turistiche non promuovono più di tanto, inoltre mi sono sentita davvero a casa e ospite, davvero, di gente unica. Grazie amici!
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