Val di Fassa, Grande Amore! - 1. Le escursioni

Una delle più belle vallate delle nostre Alpi esplorate con il mezzo più naturale: le gambe!

Ne mancavo dal settembre 2002. Non molto per una meta di vacanza, tantissimo per una valle che si adora da decenni. Ma è pur vero che il mondo dolomitico offre possibilità che non si esaurirebbero in dieci vite e negli ultimi anni ho dedicato il mio consueto soggiorno estivo ad altre aree non meno belle.
Non disponibile la consueta compagnia, per questo 2006 ho optato per un ritorno da solo in Val di Fassa con l'obbiettivo di escursioni non ancora (o solo parzialmente) effettuate, con deroga per un paio di "classiche" ben note ma sempre altamente remunerative.
Dopo i ripetuti passati soggiorni a Pozza, Canazei, Campitello, mi sono orientato su Vigo di Fassa, che ha il vantaggio di essere più o meno a metà delle cosiddette alta e bassa valle, quindi località strategica per uno dei "cuori" di quest'area dolomitica (vale a dire la dorsale Vael - Catinaccio - Vajolèt - Valbona - Antermoia - Larsec) e per gli itinerari della zona Passo San Pellegrino - Lusia - Fuchiade dei quali conoscevo poco.
Per dare qualche sommario cenno, la Val di Fassa si sviluppa grosso modo dal tratto - geograficamente non ben marcato - in cui sfuma dalla Val di Fiemme (cioè l'area Cavalese-Predazzo-Moena) fino al Lago di Fedaia ai piedi della Marmolada, risalendo il corso dell'Avisio che quasi sempre affianca la statale. La distanza tra Cavalese (m.996) e il Passo Fedaia (m.2056) è di circa 50 chilometri.

Come spostarsi

Mi sono affidato per la prima volta al servizio di autocorriere della STAT che unisce Genova alle valli dolomitiche. Le corse sono effettuate a giorni alterni nella stagione estiva e il collegamento tra il capoluogo ligure (partenza ore 5,40) e Vigo dura poco meno di otto ore comprese due soste per la colazione e il pranzo più le varie fermate per salita e discesa dei passeggeri; il costo è di 40 euro, i biglietti si acquistano (meglio con qualche giorno di anticipo) presso l'agenzia Volpi in Piazza della Vittoria o, per il ritorno, nelle A.P.T. delle località fassane toccate dal servizio.
E' una buona soluzione, comoda e confortevole in particolare per chi viaggi da solo, anche perché in loco si può poi usufruire degli ottimi servizi extraurbani della Trentino Trasporti (o Atesina) di Trento e della SAD di Bolzano (vedi nei links i siti delle Compagnie con gli orari).
Quale che sia la località di soggiorno, consiglio la formula forfettaria per 7 o 13 giorni "Panoramapass" che consente un forte risparmio su autoservizi e impianti di risalita. Vista la variabilità dell'offerta da un anno all'altro, informarsi immediatamente all'arrivo nella località di soggiorno.

Dove alloggiare

Raramente ho avuto delusioni nella mia quasi trentennale frequentazione delle Valli di Trentino e Alto Adige. Quest'anno ho inviato con un paio di mesi di anticipo una mail a una decina di strutture di Vigo di Fassa: il primo a rispondermi, a distanza di pochi minuti, è stato l'Hotel Rosa, che ho finito per preferire visto che le sue condizioni (a parità di 3 stelle) erano le migliori. Un'ottima scelta: 45 euro al giorno per mezza pensione in camera singola, menu con opzione per tre primi e tre secondi, cortesia dei titolari (famiglia De Tomas) e del personale, posizione centralissima di fronte alla A.P.T. e tre minuti dalla fermata dell'autobus. Ad ulteriore riprova, prevale una clientela abituale, in alcuni casi assidua da 15-20 anni.
Un piccolo appunto: su 10 hotel contattati via mail, 5 non mi hanno nemmeno risposto. Visto che, da una piccola indagine in loco, ho riscontrato che erano tutt'altro che affollati, mi domando se certi gestori abbiano davvero interesse ad acquisire clientela: almeno una riga di risposta "spiacenti, non abbiamo posto" non guasterebbe, anche per un fatto di educazione. Mah, strategie aziendali? forse il "mezzo internet" non è ancora del tutto entrato nella consuetudine quanto quello telefonico? forse l'educazione è passata di moda?

Da non perdere

LE ESCURSIONI
Dedicherò una successiva parte alle località della Val di Fassa. Anche se ormai il turismo ha in buona parte snaturato i valori originari dei centri abitati, sono ancora presenti attrattive architettoniche, culturali, storiche, religiose che li rendono meritevoli di una visita.
E' però vero che l'interesse primario delle vallate alpine consiste nelle escursioni a piedi, strutturate con una segnaletica quasi sempre affidabile e facilitate da un'editoria perfino ridondante. Con le pubblicazioni (guide e mappe) di Kompass, Tabacco e Tappeiner non si sbaglia comunque.
Tralascerò le gite effettuate in passato - che con un po' di pazienza si possono reperire in questa stessa sezione "Un passo dal cielo" - e suggerirò quelle per me più o meno nuove. Descrizione piuttosto sommaria, per non annoiare con troppi dati tecnici stimolando invece la curiosità della scoperta!

** CIAMPEDIE - RIF. RODA DI VAÈL - PASSO DELLE CIGOLADE
Durata 2h45' andata + 2h ritorno, dislivello m.600.
Dal panoramicissimo pianoro di Ciampedìe (m.1997), raggiunto con telecabina da Vigo di Fassa o seggiovia in tre tronchi da Pera, si segue il sentiero 545, che con pendenza trascurabile raggiunge lo Stallone di Vaèl, un'idilliaca conca erbosa popolata di marmotte e accerchiata dalle cime di Masarè, Roda di Vaèl, Sforcella, Mugoni, Cigolade e Pale Rabbiose. Un tratto più ripido fa guadagnare quota fino alla terrazza naturale su cui sorgono i Rif. Roda di Vaèl (m.2283) e il piccolo Pederiva (solo ristoro). Tra le molteplici possibilità, scelgo l'itinerario per il Passo delle Cigolade, già visibile - alla pari del Passo del Vaiolòn - dopo avere raggiunto in pochi minuti la Gran Busa di Vaèl: una traccia evidente risale a tornanti un ghiaione un po' faticoso ma privo di vere difficoltà fino ai 2597 metri del Passo, raccomandabile per il panorama inconsueto e vastissimo su tutto il complesso Catinaccio-Vajolèt-Antermoia-Larsèc. Il proseguimento logico sarebbe la discesa sulla sottostante conca di Gardeccia, ma una recente frana ha un po' dissestato il sentiero, per cui preferisco il ritorno per la stessa via di salita. Sarà per la prossima volta!

** COL RODELLA - RIF. SASSOPIATTO - VAL DURÒN - CAMPITELLO
Durata circa 4h30', dislivello poco rilevante in salita e m.939 in discesa.
Dalla stazione superiore della cabinovia Campitello (m.1448) - Col Rodella (m.2387) si intraprende il sentiero 529/557 che, toccando i Rif. Friedrich August (m.2298) e Pertini (m.2300) raggiunge il Rif. Sassopiatto (m.2300). Siamo sul panoramico Giogo di Fassa, ideale nodo di collegamento con l'Alpe di Siusi e il gruppo Sassolungo/Sassopiatto. Il tratto citato è la prima parte del giro ad anello descritto in "Con Sua Maestà intorno al Sassolungo", clicca qui.
Dal Rif. Sassopiatto si segue ora il segnavia 553 perdendo progressivamente quota tra i riposanti pascoli della verdissima Val Duròn, finché un ultimo zigzag tra i boschi porta alla magnifica piana ai cui margini sorge l'ospitale Rif. Micheluzzi (m.1860). Oggi, 26 agosto 2006, c'è il valore aggiunto dell'ultima data della manifestazione estiva "I suoni delle Dolomiti", una serie di concerti tenuti in località significative delle vallate dolomitiche: per circa un'ora si esibisce il solista svizzero di corno alpino Urs Patscheider in musiche molto suggestive eseguite con tre strumenti di differente lunghezza e struttura.
Non rimane che ridiscendere in poco meno di un'ora gli ultimi 4 km. della valle che riportano a Campitello.

** I LAGHI DI LUSIA
Durata circa 4h, dislivello m.467 in salita e 898 in discesa.
A 3 km. da Moena, in località Ronchi sulla strada del Passo San Pellegrino, si lascia l'auto per salire con la funivia in due tronchi fino a Le Cune (m.2202). Siamo su un dosso che offre uno splendido panorama verso il gruppo Vaèl-Catinaccio-Larsèc a nord e le Pale di San Martino a sud.
Si scende lungo quella che in inverno è una pista da sci fino ai 2050 metri del Passo Lusia con l'omonimo rifugio, salendo poi con regolarità il pendio prativo dei Lastè di Lusia, un alpeggio in quota attraversato da innumerevoli ruscelletti. Da un colletto a quota 2425 si apre d'improvviso, cento metri più in basso, lo scenario dei due Laghi di Lusia (un terzo rimane nascosto da una spalla rocciosa), ai quali si scende velocemente. In riva al primo lago la piccola costruzione del bivacco Redolf (sempre aperto e non custodito) può offrire un buon punto di appoggio per percorrere la soprastante via attrezzata del Gronton e salire a Cima Bocche, itinerario di grande interesse per le numerose vestigia della Grande Guerra.
Il ritorno avviene per la stessa via dell'andata fino al Rif. Passo Lusia. Da qui, anziché risalire a Le Cune, può convenire scendere per comoda carrareccia fino alla stazione intermedia, approfittando per una visita di La Rezila (m.1761), simpatico rifugio storico che proprio quest'anno compie il centenario.

IL LAGO DI CAVIA E LA CONCA DI FUCHIADE
E' un'ottima combinazione di due gite brevi da compiere nella stessa giornata, entrambe con partenza dal Passo San Pellegrino (m.1916) con sviluppo sugli opposti versanti della valle.
Sul versante meridionale del passo ha inizio il sentiero 658 che in circa 1h 15' sale ai 2120 della non molto evidente Cima Toront: da qui si apre un magnifico panorama verso sud, non tanto sul sottostante Lago di Cavia, bello ma pur sempre un invaso artificiale, quanto sullo spettacolare allineamento delle Pale di San Martino. Come alternativa di discesa, si può seguire una traccia che cala sulla Malga Zingari Bassi (m.1775), un paio di chilometri a valle del Passo San Pellegrino.
Qui giunti, se ci saremo messi in marcia non troppo tardi, sarà più o meno l'ora di pranzo: un'ottima occasione per raggiungere, in non più di mezz'ora di strada sterrata nella prima parte consentita anche alle auto privata, i 1972 metri della conca di Fuchiade (o dialettalmente Fuciade).
Il luogo è uno dei più verdi e idilliaci dell'intera area dolomitica, anche se la facilità di accesso lo rende sempre affollato. Se si vuole pranzare (ottimamente) all'omonimo rifugio, è quindi conveniente prenotare o, in caso contrario, armarsi di santa pazienza per i tempi che, nonostante l'efficienza e cortesia della famiglia Rossi, possono essere lunghi.
Ma l'attesa di certo non pesa, nell'ammirazione dello scenario circostante a dir poco superbo: Creste di Costabella, Cima dell'Uomo, Cime Cadine, Cima Ombrettola, Cima di Valfredda, l'impervia Val di Tasca con il selvaggio Passo delle Cirelle (m.2683) che immette nel massiccio della Marmolada si allineano davanti a noi, tentazioni per un'infinità di gite alle quali è difficile resistere!

Presto vi "tenteremo" ancora, con una serie non meno affascinante di escursioni nella magica Val di Fassa. Naturalmente, sempre su Ci Sono Stato: non perdeteci di vista!

3 commenti in “Val di Fassa, Grande Amore! – 1. Le escursioni
  1. Avatar commento
    Leandro
    08/10/2007 15:36

    Per icf349. A distanza di un anno non li ricordo. E poi ho riferito un'esperienza individuale dalla quale non trovo corretto generalizzare. Non si può condannare per un singolo episodio. D'altra parte, nel corso di una quindicina d'anni ho alloggiato in parecchi hotel in tutte le località della Val di Fassa e mi sono sempre trovato bene. Ciao!

  2. Avatar commento
    icf349
    08/10/2007 14:07

    per favore,perchè non pubblichi i nomi degli hotel che non hanno risposto così ci sapremo regolare quando dovemmo scegliere dove alloggiare.

  3. Avatar commento
    lucy
    23/02/2007 13:28

    un viaggio stupendo..ma bisogna avere delle buone gambe :)

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