Sono due anni che manchiamo dalla montagna e decidiamo che è tempo di fare una rimpatriata, anche se breve, nei luoghi prediletti: l’Altipiano dello Sciliar e l’Alpe di Siusi.Da Cremona all’Altipiano sono circa 275 km di cui 260 di autostrada A21 - A4 - A22, con uscita a Bolzano Nord e un pedaggio di circa 12 €. Dopo un breve tratto di strada ci si immette, a Blumau - Prato Isarco, sulla statale per Castelrotto.Giovedì 9/9: partiamo da Cremona verso le otto ed in meno di tre ore giungiamo alla prima meta della giornata, i laghetti di Fiè. Per raggiungerli, una volta superato il paese di Fiè e prima della frazione di Sant'Antonio, percorriamo una strada stretta sulla destra che conduce ad un grande parcheggio situato in una bella pineta.
Giusto il tempo di indossare le pedule e ci incamminiamo per il ripido sentiero della malga Tuff, raggiungibile in un’ora di cammino.
Ci immergiamo nella natura dello Sciliar che ci sovrasta. La malga sorge in un pianoro a 1270 metri di altezza proprio ai piedi del gruppo dello Sciliar e in vista di un ampio panorama sulla valle e sul Renon. Affollata all’inverosimile, anche per l’ora di pranzo, non ci riesce di trovar posto; ci soffermiamo solo il tempo di ascoltare qualche motivo tirolese suonato da un duo locale con chitarra e fisarmonica e diamo un’occhiata al piccolo recinto che ospita alcune caprette e un mulo.
Ridiscendiamo costeggiando dapprima il lago superiore, indi il lago più frequentato dove ancora sostano alcuni villeggianti per prendere il sole, mentre un coraggioso turista tedesco sta facendo il bagno. Il lago di Fiè fu creato artificialmente per volontà dei Signori Fiè Colonna all’epoca abitanti del non lontano Castel Presule per allevarvi le carpe. Lo alimenta una sorgente che sgorga ai piedi della montagna ed è chiamata “Sangue dello Sciliar” (Schlernblut).
Nel Rifugio che fronteggia il lago troviamo posto per gustarci la prima fetta di strudel del soggiorno accompagnata da succo di mela e un ottimo caffè.
Poiché ancora non abbiamo una sistemazione per il pernottamento, decidiamo di arrivare per tempo a Castelrotto dove ci recheremo all’Azienda di promozione turistica. Proseguendo nuovamente per la strada dell’altipiano, incontriamo la frazione di San Costantino contraddistinta dalla scenografica chiesetta omonima con il campanile a cipolla. Da lontano già vediamo un altro simbolo della zona: San Valentino che domina dall’alto il paese di Siusi. La chiesetta di San Valentino ha un fascino speciale e non solo ai nostri occhi: infatti viene spesso scelta per la celebrazione di matrimoni di atmosfera particolare. Sorge in posizione isolata proprio sotto la bastionata dello Sciliar che visto da quella posizione, ossia da Siusi, ha una forma conica e imponente (Punta Santner). E’ una chiesetta che risale al 1244 ed è ornata da affreschi del 14° e 15° secolo interessantissimi, specialmente quelli esterni del lato sud. È possibile raggiungerla, soprattutto nella stagione invernale, in carrozza trainata dai cavalli avelignesi.
Trovata la sistemazione presso l’hotel “Alla Torre”, sulla “strada al Colle”, nella sezione più antica del paese, facciamo un giro orientativo dell’abitato più che altro per vedere ciò che è cambiato durante la nostra assenza.
Dopo cena, secondo una nostra consolidata abitudine saliamo al “Calvario”, cioè il colle a cui è abbarbicato il paese di Castelrotto; il percorso, ad anello ed immerso in una fitta vegetazione di castagni, ospita alcune cappellette seicentesche che rievocano la passione di Cristo e culmina con le Croci del Golgota e più su con una spianata dove è situata la fonte del giubileo per i 60 anni di regno dell’Imperatore Francesco Giuseppe, del 1908. Il colle è uno dei luoghi di gara del Torneo che si svolge agli inizi di giugno in varie località dell’altipiano, dedicato a Oswald von Wolkenstein, il bardo che dimorò nella vallata. Alle 21 nella piazza della scuola media assistiamo all’ultima esibizione estiva della Banda Musicale di Castelrotto che allieta la serata dei molti turisti (quasi tutti tedeschi) intervenuti. Spettacolo nello spettacolo, una bimba di circa 3 - 4 anni improvvisa davanti a noi una sfrenata danza sui ritmi suonati, per tutta la durata del concerto.
Venerdì 10/9: dalle 8, sulla piazza alla base della torre campanaria sono allestiti i banchetti del mercato dei contadini che vendono i loro prodotti per lo più di coltivazione biologica e le erbe officinali del Maso “Pflegerhof “ di Sant'Osvaldo, frazione di Siusi. La giornata dapprima nuvolosa, ci offrirà uno splendido sole e temperatura estiva. Le premesse sono ottime per salire sull’Alpe. Il programma del giorno prevede l’ispezione della zona ai confini con Val Gardena e Val di Fassa. Per accedere all’Alpe troviamo alcune novità: il transito automobilistico è vietato dalle ore 9.30 alle 16, tranne i mezzi autorizzati; al km. 2,5 della statale è stato allestito un punto di controllo per il blocco dei mezzi.
Dall’inverno scorso è in funzione la nuova funivia che collega Siusi alla località Compatsch (Compaccio) e sono in vendita la “mobil card” valida 3 o 7 giorni consecutivi a € 26,00 ovvero € 45,00 che permette l’utilizzo di bus navetta e cabinovia e la “favorite card” a € 12,00 per 3 giorni e € 19,00 per 7, che prevede solo l’utilizzo del pullman per l’Alpe. Dopo aver valutato tutte le possibilità offerte e le previsioni meteorologiche dei giorni successivi, in uno slancio di conservatorismo puro optiamo per il biglietto andata e ritorno (7 € a persona) dell’autobus Castelrotto - Saltria (capolinea sull’Alpe di Siusi). All’arrivo ci coglie la consueta ma ogni volta nuova sensazione di libertà, di ampi spazi, di rilassamento, di uno stato paradisiaco confermato anche dal depliant del Rifugio Zallinger, che raggiungeremo successivamente, che recita: "Das Paradies kann warten / il paradiso può attendere…".
Da Saltria che è a circa 1700 m. saliamo con la seggiovia Florian in circa 20 minuti al rifugio William. Durante la salita ci godiamo gli ampi silenzi interrotti solo da qualche campanaccio in lontananza; sulla sinistra abbiamo il gruppo del Sassolungo a destra il Molignon, i Denti di Terrarossa e lo Sciliar e ci sentiamo scomparire davanti alla grandiosità di tale panorama.
All’arrivo alla stazione a monte notiamo un piccolo e curioso monumento in legno scolpito dedicato alle streghe del burro; del resto tutta la zona secondo le leggende è sotto l’influsso delle streghe dello Sciliar, che ne sono diventate il simbolo. Le due streghe immortalate qui sarebbero state l’incubo delle contadine locali, avevano il potere di far ammalare i bimbi sani e di guarire quelli ammalati, ma soprattutto fecero trovare un topo nella crema di latte costringendo la povera contadina a rinunciare alla fabbricazione del burro.
Proseguiamo oltre per raggiungere la baita delle marmotte, già in quota per raggiungere il rifugio del Sassopiatto, cosiddetta perché è facilissimo udire e avvistare i simpaticissimi animaletti; il rifugio dello Zallinger, regno degli allevamenti dei cavalli avelignesi, sempre con belle visioni sulla levigatissima parete del Sasso Piatto e, per raggiungere il Mahlknechthutte dove siamo diretti, siamo costretti a passare dal rifugio ex Dialer, già rifugio del TCI, in splendida posizione proprio sotto i Denti di Terrarossa.
Durante il tragitto ci imbattiamo in un minuscolo recinto dove sono ospitati due vitellini di cui uno di pochissimi giorni, quasi un nido d’infanzia per questi animali che ci inteneriscono e ci impietosiscono allo stesso tempo. Gustato il meritato strudel con mosto d’uva e caffè e con le gambe che si muovono solo per inerzia senza la minima possibilità di controllo da parte nostra, scendiamo a Saltria dove riprendiamo l’autobus per tornare in paese; sono ormai oltre le 17. Con la cena e con il dopo cena rappresentato dal giro completo del Calvario concludiamo la nostra giornata montana.
Sabato 11/9: il clima favorevole del giorno ci consente di rispettare completamente il programma che avevo preparato prima della partenza. Intendiamo percorrere il giro del Bullaccia e in particolare rendere omaggio alle streghe dello Sciliar raggiungendo appunto le “panche delle streghe” e sostare infine al rifugio Arnika. Dal pullman ne avevamo seguito il percorso e all’arrivo a Compaccio vediamo da vicino la nuova cabinovia che sale all’Alpe da Siusi e la grandiosa stazione a monte. Costeggiamo, curiosando all’interno, il nuovo hotel “Alpe di Siusi Urthaler” con ampia piscina coperta che prosegue anche all’esterno, e che ha, a mo’ di magnifica quinta, la parete dello Sciliar con le punte Santner ed Euringer.
Ci inerpichiamo per il ripido sentiero, ignorando la seggiovia, e le soste per riprender fiato ci consentono di ammirare le strepitose viste su Sciliar, sul paese di Siusi, Castelrotto e frazioni, il Renon , la Val Gardena. Il lato sud che percorriamo è caratterizzato da dolci pendii a prato che lascia successivamente il posto ad un tratto boscoso. Infine dal Rifugio Arnika, in 15 minuti, si arriva in quel luogo magico per il magnifico panorama che da lì si gode, che sono le cosiddette “panche delle streghe”, che tuttavia, per ragioni di sicurezza sono state “addomesticate” con paletti di legno e hanno perso molto del loro fascino antico, enormi sassi di porfido rosso. Si potrebbe trattare di un luogo di culto dedicato al dio Sole o di amministrazione della giustizia, ma la tradizione popolare vuole che si tratti del luogo in cui si radunavano le streghe. Più in basso nella pineta di Tinosels è ancora possibile vedere due massi di porfido risalenti ad epoca preistorica detti “sedie delle streghe”, dove era ugualmente situato un luogo di culto o di giudizio.
Si giunge all’Arnika, affollata, l’ambiente è allietato da musica tirolese, gustiamo kaiserschmarren e birra Forst, ottima birra locale. Ancora scorci idilliaci durante la discesa, con cavalli e mucche al pascolo e ampie viste sul Sassolungo. Tappa a Compaccio poi a Siusi e a Castelrotto. Utilizziamo un po’ di tempo prima di cena per rivedere gli angoli più caratteristici del paese: le case dipinte dal pittore locale Eduard Burgauner, la fontana ottocentesca della piazza e il campanile, la salita al Colle e l’albergo Alla Torre, mentre si accendono le prime luci della sera. Conclusione della giornata con il consueto giro sul Calvario.
Domenica 12/9: dopo colazione e aver caricato i bagagli e soprattutto ritirato a mo’ di trofeo il nostro strudel da 50 centimetri, passeggiamo per l’ultima volta, almeno per quest’anno, sul mitico Calvario cercando di respirare e di assimilare il più possibile dello spazio in cui siamo immersi, quasi a farne un’ampia scorta poi, considerato che le condizioni del tempo non sono delle migliori e tali da permetterci una escursione degna di questo nome, decidiamo di riprendere per tempo la via di casa.Sostiamo tre notti con trattamento di mezza pensione presso l’albergo “Alla Torre” - Zum Turm, una delle locande storiche del paese, (l’altra è il "Cavallino d'oro" di categoria superiore) posta vicino al palazzo dei Conti di Kraus, ora sede del Municipio; deve il nome alla magnifica vista sulla torre campanaria voluta così imponente dagli abitanti che si sono autotassati pur di rendere immediatamente visibile nella vallata il simbolo del loro paese. Al primo piano dell’albergo alla Torre la stube è situata nel luogo dell’antica sala cinquecentesca del Tribunale dove si è svolto il processo con condanna per stregoneria di alcune donne della valle; processo storicamente documentato. Molto bella anche la stube in ceramica decorata della sala da pranzo.La cucina dell’albergo è tipicamente tirolese, ma prevede la scelta fra tre portate, scelta sollecitata dalla Direzione al momento della colazione mattutina. Con il menu viene simpaticamente presentata una pagina giornaliera riportante: l’idea del giorno (mercato, esibizione della banda ecc.), il proverbio o la barzelletta, le previsioni meteorologiche e le temperature.
Alcuni piatti assaggiati durante il soggiorno per suscitare la golosità in chi legge: tagliatelle di spinaci con salsa di funghi, gulasch alle erbe, gnocchetti verdi con crema di gorgonzola e prosciutto, canederli con finferli, costolette di agnello in salsa di vin Lagrein, frittelle di mele con gelato alla cannella. Come bevanda abbiamo scelto un Santa Magdalena annata 2002, vino rosso che non si dimentica.ACQUISTI: la Direzione dell’albergo vende alcuni prodotti preparati in casa come confetture, miele, salse e un superlativo strudel in confezione da 25 o da 50 cm.
MANIFESTAZIONI: giungiamo proprio in concomitanza con le settimane dello strudel in corso sull’altipiano dal 4 al 18/9 presso alcuni ristoranti che includono nei menù preparazioni sia salate che dolci del tipico piatto locale.
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