Tanzania & Zanzibar

Exploring the Beauty and Culture of Tanzania & Zanzibar

Mi chiamo Mara, cercherò di raccontarvi la nostra Tanzania attraverso i miei occhi e le mie sensazioni.
Tanzania….guardavo estasiata ma  con titubanza  i documentari della National Geografic e la cosa che pensavo era che mettendo insieme mesi e mesi  di riprese era possibile montare dei servizi  con così tanti animali… i paesaggi mozzafiato…i tramonti dai mille colori ecc.
Ho sempre pensato che in pochi giorni di safari, l’africa non mi avrebbe mostrato quel fantastico mondo che vedevo in televisione….mi sbagliavo.
Tanzania, non è stata la mia prima Africa, prima, io e mio marito Rudi avevamo fatto il Marocco, la Namibia e Il Mali; anche se alcuni penseranno che la Namibia sia molto simile…vi assicuro che sono due viaggi completamente diversi.
Solitamente quando viaggiamo cerchiamo di trovare un contatto locale (possibilmente parlante italiano data la nostra poca dimestichezza con l’inglese) per assicurarci di vivere l’esperienza più autentica possibile e, da non dimenticare…risparmiare parecchi soldi. Quando si parla di Africa bisogna fare i conti con il prezzo che hanno i servizi a terra e gli alloggi che spesso sono irraggiungibili per chi come noi non ha il budget illimitato…per questo in Africa abbiamo quasi sempre optato per la tenda e mezzi di trasporto insoliti quali autobus carretti e quant’altro….ma questo ci ha sempre dato modo di vivere delle esperienze indimenticabili!
In questo  caso avevamo contattato delle agenzie e riuscivamo a rimanere nel budget che ci eravamo prefissati  attraverso la formula jeep solo per noi con autista, cuoco e alloggio in tenda da campeggio il che per noi era Ok. All’ultimo secondo un nostro caro amico, viaggiatore con la V maiuscola ci dà il contatto della persona che lo ha accompagnato l’anno prima nel suo safari in Tanzania e con cui si era trovato molto bene.
Contattiamo John.  In pochi giorni ci prepara un preventivo secondo le nostre esigenze di itinerario e budget….preventivo leggermente più alto del contatto che avevamo avviato ma con una differenza importante, niente tenda ma tutti alloggi in strutture economiche di cui noi nelle nostre ricerche non avevamo trovato traccia. Ci sconsiglia la tenda poiché i campeggi sono mal organizzati e con pochi servizi. Una volta in Tanzania ci porterà a vederne alcuni e troviamo una situazione piuttosto tragica con tende montate sul fango, bagni fatiscenti,  tantissima manguste e ratti che giravano indisturbati…di campeggi  mal attrezzati ne abbiamo fatti in Mali….abbiamo dormito nelle stalle….sopra le case pericolanti di fango, in Namibia in campeggi bellissimi oppure nel nulla più assoluto del Damaraland, ma quello che mi si è parato davanti agli occhi in Tanzania non lo avrei retto. Per fortuna abbiamo ascoltato John!!!  Avrete capito che abbiamo accettato il suo preventivo in cui prevedeva lui come autista, un cuoco e di farci alloggiare nella cittadina di Karatu presso una missione Luterana che aveva a disposizione un paio di camere semplici e pulite in cui ci siamo trovati benissimo; nel Serengeti abbiamo alloggiato nelle case riservate ai Ranger in cui avevamo a disposizione la nostra stanza con bagno, cucina con soggiorno in comune ma non essendoci nessun ospite la casa era solo per noi con tanto di veranda  e giardino con vista savana….spettacolare!! Nel Ngorongoro siamo stati nel  Rhino lodge semplice e confortevole ubicato sul bordo del cratere e quindi decisamente più economico degli altri. Per Zanzibar invece avevamo trovato noi  un tranquillissimo  bungalow a Bwejuu… il Twisted Palms  in riva al mare, con i gestori disponibilissimi e simpatici, con i servizi essenziali per un prefetto relax,  in una spiaggia semiselvaggia a 40 minuti a piedi da Paje…un angolo di paradiso fuori dal tempo.
 
La Partenza il 24 Febbraio ed in programma avremmo 8 giorni sul posto in Tanzania e 5 a Zanzibar.
Il nostro itinerario è stato:
Arusha, Lake Manyara, Lake Eyasi, Serengeti National Park, Ngorongoro Crater, Zanzibar.
Atterriamo ad Arusha alle 5 del mattino e troviamo ad attenderci un omone di colore alto un metro e novanta con una faccia simpatica…è il nostro John!!
Carichiamo i nostri zaini sulla Toyota Land Cruiser con tetto completamente apribile tutta per noi che sarà il nostro mezzo di locomozione per i prossimi 8 giorni e ci muoviamo a sorpresa verso casa  di John dove gentilmente ci ha invitato per la colazione con la sua famiglia….si comincia nel modo giusto…è questo lo spirito dei nostri viaggi…stare con la gente!!!
Successivamente andremo ad Arusha per cambiare dei soldi dove il cambio è più favorevole che altrove, fare provviste per i giorni a venire e poi via verso il Lake Manyara.
La vista dall’alto lascia stupefatti, il lago e i suoi contorni si fondono in una grande macchia che ha tutte le sfumature possibili del verde giallo marrone bianco e azzurro il tutto incorniciato da vegetazione più o meno diradata. John ci spiega che il lago si è notevolmente ridotto ma era normale considerato che eravamo alla fine della stagione secca e il periodo delle piogge era imminente; scendiamo e passeremo l’intera giornata a vagare per il grande parco che racchiude zone con vegetazione foltissima dove vedremo tantissime scimmie di varie razze, nella parte vicino all’acqua troveremo i primi animali quali gnù, giraffe, ippopotami e  gazzelle. Eravamo già entusiasti per quanto vedevamo ma non potevamo sapere che era solo l’antipasto!!! Pranziamo con il nostro kit già pronto seduti su un gigantesco troco in cima ad una collina con vista sullo sconfinato lago…sarà il primo di una serie di pranzi nel mezzo dello straordinario spazio sconfinato della Tanzania.
Il giorno successivo partiamo da Karatu con destinazione Lake Eyasi, correremo su strade terribili per 6 ore per raggiungere una zona assolutamente rurale e spersa ( ma stupenda dal punto di vista paesaggistico ),  che poca gente sceglie di visitare  poiché il lago in sé non offre paesaggi molto diversi dal Manyara pur essendo molto più grande. Il motivo per cui noi abbiamo voluto andarci è per incontrare una popolazione che vive da 2000 anni solo in quella zona, gli Iraqw. Vivono in capanne di paglia mimetizzate nella sterpaglia, la loro principale occupazione è la caccia con gli archi e frecce avvelenate. Un vecchio ci racconta delle loro tradizioni, della loro vita semplice in sintonia con i ritmi della natura e di come si affidino alle piante locali per la cura di buona parte delle malattie. Uno di loro mi ha visto osservare incuriosita un loro arco appoggiato alla capanna…mi guarda…entra nella capanna ed esce con le frecce…mi fa capire che posso usarle per provare l’arco. Io cerco invano di dirgli che nella mia vita al massimo ho sparato alle rose con il fucile ma di archi non so nulla….insiste…ok…ci provo…devo centrare un barattolo appoggiato su un cespuglio. Immagino che potrebbe essere la mia preda e quindi la mia potenziale cena quindi mi applico!! Dopo vari tentativi andati penosamente male, giungo alla conclusione che se fossi stata un Iraqw sarei morta di stenti!!! Ridiamo tutti insieme,è stato un piacevole incontro!! John a questo punto ci fa una sorpresa, esce dalla pista e si avvia verso il nulla. Raggiungiamo un micro villaggio fatto di tre capanne, qui incontreremo un etnia poco nota, emigrata secoli fa dall’Etiopia. Questo popolo si chiama Datonga, una piccola comunità che vive di pastorizia e delle loro ancestrali tradizioni…nulla di eclatante ma assolutamente molto più vere e geniune dei famosi Masai che ormai sono commerciali al massimo…con tanto di cartelloni pubblicitari che segnalano i loro villaggi e ben in grande indicato il sito internet. Per curiosità ci avvicineremo ad uno di questi villaggi solo per capire come funzionava il tariffario…50 dollari per fotografarli….sbircio dal finestrino della macchina la scena che si svolge dietro li muro di fango e vedo uomini e donne che si alzano da terra e si agghindano di corsa con i loro teli rossi e le loro perline colorate perché sentono la nostra auto….turisti in arrivo…uguale soldi….noi non ci caschiamo a questa messa in scena…una volta erano un popolo forte e coraggioso, guerieri o pastori…adesso degli attori…torneremo a casa senza nemmeno una foto dei Masai ma non ce ne pentiamo, non è questo che vogliamo ricordare.
Ricorderemo invece queste donne bellissime dal volto sorridente e bruno, dai lineamenti squadrati, dagli occhi grandi contornati da scarnificazioni nere evidentissime ma che gli conferiscono un tocco di estrema eleganza, dalle gambe e le braccia lunghe e ossute che mi abbracceranno e toccheranno i miei lunghissimi capelli…per loro un sogno…li accarezzano e se li provano addosso a loro. Non sapevano del nostro arrivo e le abbiamo interrotte nel loro sonno pomeridiano e disturbato i giochi degli uomini sotto l’albero.
Ci fanno entrare nella loro casa di fango con bambini  e galline che circolano liberamente e grazie alla traduzione di  John che capisce un poco la loro lingua riusciamo ad interagire; nel giro di pochi minuti diventiamo noi l’attrazione turistica…ci riempiono di domande ci chiedono di provare i nostri vestiti, i miei capelli e le macchine fotografiche….non vedono mai nessuno quindi sono felici e curiose…è incredibile la spontaneità della loro gioia di averci ospiti….questo è stato un incontro veramente autentico e ricco di emozioni.
Davanti al cancello di ingresso del Ngorongoro National Park ero rimasta ipnotizzata, non potevo credere di esserci veramente….è stato come pensare che lì dietro ci fosse il paradiso.
In fondo non mi sbagliavo.
Per arrivare al Serengeti  si passa per il cratere di Ngorongoro, cioè si risale in auto il cono del ex vulcano attraverso una vegetazione tropicale altissima e foltissima ; dopo di che si percorre circa un quarto del bordo del cratere e si ridiscende dall’altro lato per poi correre per ore ed ore fino ad arrivare a Seronera, il cuore del parco e la nostra base per il safari.
Nessuno vi potrà mai descrivere veramente l’emozione che si prova davanti alla vista dell’interno della caldere di Ngorongoro….nessuno…fino a quando non lo si vede, è inimmaginabile. Posso solo dirvi che al ritorno uscendo dal cratere con il tramonto negli occhi ho pianto come una bambina. Vale da solo il viaggio!!!!
Serengeti…altra meraviglia che baipassa alla grande tutti i documentari della televisione….la quantità di animali che ci sono è incredibile, noi siamo stati fortunati poiché erano nati i cuccioli di tutti gli abitanti dell’eden quindi li abbiamo potuti fotografare in tutta la loro dolcezza.
La giornata gi svolgeva così:
 Le ore più calde del giorno le trascorrevamo nel nostro alloggio a riposarci oppure a chiacchierare nella veranda con le persone che ci presentava John, tutti ex colleghi e personale dei lodge di lusso della zona. Era divertente perché nonostante l’ostacolo della lingua, con questa gente ci si capiva e ci ha offerto  un punto di vista diverso sui turisti.
 Ci muovevamo la mattina presto, prima dell’alba per poter vedere  gli animali prima che facesse troppo caldo; gli ippopotami fuori dalle pozze…quanto sono grandi…e come corrono!!! Ma lo sapevate che è l’animale più pericoloso della savana?? Una mattina all’alba, all’orizzonte ci sono venuti incontro dei pachidermi eleganti in tutta la loro enormità usciti dal nulla….un altra mattina seguendo il suggerimento di un ricercatore nostro vicino di casa abbiamo provato ad addentrarci in una zona dove girovagava una grossa famiglia di leoni e grazie al fiuto o meglio esperienza di John li abbiamo trovati giusto poco prima dell’alba…..ve lo  immaginate un gruppo di 20 leoni che si incamminano nell’erba gialla illuminati dal bagliore del primo sole della mattina….altro che National Geografic….non è magia è la maestosità della natura!! Mette i brividi….come il nostro primo incontro con il ghepardo, john lo aveva visto e aveva fermato la macchina….noi prendiamo il binocolo ma non lo vediamo….il potere che hanno di mimetizzarsi in mezzo all’erba è pazzesco, non era lontano…era vicino….ma non lo si riconosce…era lì in piedi attento ad osservate il suo pasto….gazzella o gnu per cena??? Altro abile camaleonte è il leopardo….John si ferma e in diversi casi gli diamo del pazzo visionario ma….scopriamo che ha sempre ragione….lui è lì…pigro in mezzo ai rami esattamente dello stesso colore del tronco. Voi direte..no è diverso…io vi assicuro…è identico!!! Se non si ha un abile guida come lo è stato John i questi due felini sfuggono ai nostri sensi!!
Vogliamo parlare poi del giorno in cui tornando dalla pozza degli ippopotami…dove non avrei idea di quanti ce ne fossero….scene da piegarsi dal ridere…sono litigiosissimi!!! Dicevo, tornando dalla pozza vediamo un piccolo branco di elefanti diretti verso il fiume a bere, ci fermiamo e in 5 minuti siamo attorniati da queste creature mastodontiche e tantissime….soli,in quel silenzio irreale rotto solo dai loro sbuffi….e i nostri click delle macchine fotografiche….abbiamo l’impressine di essere delle pulci dentro al circo della natura….il mondo che conosciamo ci sembra così lontano, quasi da non esistere…allora esiste ancora il concetto di selvaggio…fuori controllo…noi siamo nelle loro mani…anzi zanne…potrebbero caricarci e ucciderci ma non lo fanno perchè li rispettiamo nei loro tempi, nei loro gesti nel loro luogo…è loro non nostro.
Potrei raccontarvi altri mille magici incontri ma non lo faccio, avete capito che lo spettacolo della natura non ha veramente eguali. 
Il Serengeti abbiamo potuto gustarcelo con assoluta calma e tranquillità uscendo la mattina prestissimo e rientrando la sera tardi, poi le jeep di  turisti erano poche essendo ormai la fine della stagione turistica ( in agosto e dicembre ci raccontano di quantità impressionanti di auto ), abbiamo macinato tantissimi chilometri poiché John non si accontentava di portarci nei circuiti più conosciuti ma ci portava in aree meno battute; gustarti gli animali nel mezzo del loro habitat e tu sei l’unico spettatore…non ha prezzo!! Quindi grande merito al nostro John!!  
Finiti i giorni al Serengeti ritorniamo al Ngorongoro; ci accoglie con il suo cielo blù, il verde smeraldo dell’erba, con la macchia bianca dell’acqua salata quasi centrale ai 21 km di diametro del cratere e una miriade di puntini….sono tutti animali…tanti animali…. è giunto il momento di scendere!!!
Lo scenario si materializza mano a mano che si scende e una volta giù gli occhi non sanno dove guardare, ovunque si posino c’è una scena diversa…chi pascola, chi dorme, chi litiga, chi fugge, chi  cerca cibo e chi diventa cibo….quanti quanti leoni…quanto di tutto!!!
 Non resta che percorrere tutte le direzioni e registrare con la mente il più possibile.
In modo particolare ricordo un paio di incontri molto più che ravvicinati con dei leoni e un elefante: il branco di leoni era nel mezzo della pista, ci fermiamo e loro piano piano ci circondano, avevano appena pasteggiato abbondantemente e avevano l’espressione di chi non voleva far altro che riposare e possibilmente all’ombra…della nostra Jeep. Un giovane maschio si piazza sotto il mio finestrino….lo apro….potrei toccarlo con una mano mentre lui è lì accovacciato…non lo faccio ovviamente ma gli voglio fare un primo piano con la macchina fotografica. Quasi volesse mettersi in posa si gira e mi guarda….ero ad un metro da lui….incrociare i suoi occhi mi ha letteralmente gelata!!! Per me è stato pazzesco!!!
Cosa molto simile è successa con un vecchio elefante intento a farsi i fanghi in una pozza, ci fermiamo e lo osserviamo in silenzio. Dopo pochi minuti lui esce dalla pozza e lentamente si avvicina a noi sventolando le orecchie…un brutto segno…noi fuori dal tetto dell’auto impietriti lo osserviamo venirci sempre più vicino tanto da potergli scattare la foto del dettaglio di un occhio con un grandangolo…sentivamo in suo fiato….brividi anche in questo caso….e che foto!!
Quella sera usciamo come ho già detto in lacrime con in bocca la frase…” questo è il posto più bello che abbia mai visto!!”. Non aggiungo altro.
Dopo la notte nel Ngorongoro rientriamo ad Arusha….il nostro safari è terminato…siamo tristi ma il viaggio non è finito!!!
Salutiamo l’artefice e orchestratore del nostro viaggio con la speranza di riuscire a rivederci. John non fa parte del giro delle grosse agenzie a cui si appoggiano i grossi tour operator, lo ha fatto per tanti anni ma poi ha deciso di mettersi in proprio; è un libero professionista che vive sul passaparola della gente, parla e scrive inglese e italiano perfettamente e organizza safari per qualsiasi livello di prezzo ed esigenza; posso assicurarvi che è veramente in gamba e in un safari questo fa la differenza!!
I voli interni per Zanzibar li abbiamo prenotati noi con la Precision Air, aerei nuovissimi ma non fatevi ingannare dal nome….la precisione non esattamente il loro forte!! Tutto può succedere, che l’aereo parta in anticipo di un ora, che venga soppresso il volo all’ultimo secondo, che i passeggeri di un volo completamente diverso vengano messi magicamente nel tuo…anche se va in un'altra destinazione….questa è l’africa!!!
Atteriamo con il buio a Stone Town e subito ci trasferiamo a Bwejuu dove si trova il nostro bungalow, notiamo che l’umidità supera abbondantemente quella della nostra pianura padana il che è un bel dire!!
Ci accolgono Laura e Renato, due Italiani che dopo aver lavorato in mega resort in giro per il mondo hanno deciso di metter radici a Zanzibar aprendo una piccola struttura gestita a loro maniera cioè coccolando i clienti offrendo il giusto equilibrio fra semplicità e relax. In tutto i bungalow sono 8 occupati da persone provenienti da gente europea, asiatica, australiana e una coppia di romani con cui facciamo amicizia e saranno i nostri compagni di passeggiate, escursioni e cene straordinarie al chiaro di luna  nel ristorante -palafitta che fa parte del Twister Palms….cucina rigorosamente zanzibarina oserei dire eccellente.
La cosa che ho apprezzato subito è stato il poter girare ovunque scalza…a piedi nudi …al ristorante, nel bungalow e ovviamente in spiaggia che era un tutt’uno con la nostra veranda…un sogno per chi come me odia le scarpe!
La mattina ci sveglia la luce…avete presente quelle cartoline con un alba color indaco, con grandi nuvoloni bianchi che si specchiano nel mare blu, la spiaggia bianca con le palme e nel mezzo l’amaca ecco…questo è quello che vedevamo tutti i giorni!!!
La cosa straordinaria di Zanzibar che per alcuni è un neo ma per noi è stato un valore aggiunto, è l’andirivieni delle maree, del tutto imprevedibili…hanno una logica ma non sempre la rispettano; quando c’era l’acqua era azzurra e calda ottima per i classici bagni e lettino, quando si ritirava, spariva completamente tanto da arretrare per un chilometro lasciando qua e là specchi d’acqua che si riempivano di nuvole,  la sabbia circostante lasciata scoperta intrappolava piccoli pesci che le donne dei villaggi  con i lori abiti coloratissimi  e ceste passavano a raccogliere per le loro famiglie.
Non solo pesci ma scopriamo che in alcuni punti le donne  coltivavano e raccoglievano le alghe per poi rivenderle a chi poi le avrebbe utilizzate per farne i nostri cosmetici.
Abbiamo passeggiato spesso fino alla spiaggia di Paje, spiaggia più nota e con più strutture della nostra , con una spiaggia ancora più bianca e acqua cristallina ma per i nostri gusti era troppo…meglio la pace del nostro lido. Una mattina abbiamo raggiunto in bicicletta il famoso ristorante sulla roccia che tutti vediamo sui depliant delle agenzie…The rock….incastonato non so come su uno sperone di roccia… ci siamo chiesti come faccia a stare su!!
Altra escursione fatta è stata in un isoletta dal lato opposto di Zanzibar, abbiamo navigato a motore con un dhow sotto il diluvio universale fino a raggiungere una bella insenatura piena di mangrovie e dall’acqua trasparente…aveva  smesso di piovere quindi è stato possibile farci il bagno e poi dirigerci verso una lingua di sabbia bianchissima lunga e stretta emersa dal mare tutta solitaria,molto suggestiva!! Pranziamo a base di aragoste in un isola poco lontano per poi rientrare lentamente a vela per poter ammirare i delfini che nuotano vicino a noi.
Sfidando la giornata che era prevista decidiamo con i nostri amici romani Paola e Marco di andare a visitare Stone Town…un ottima idea!!! Partiamo con la pioggia e arriviamo con il diluvio universale ….il monsone è ufficialmente arrivato. Mai vista tanta acqua in così poco tempo!!! Fiumi d’acqua nelle strade ma noi non demordiamo, ci facciamo portare al mercato del pesce…è coperto per un po’ ci ripara…smetterà prima o poi??!!! Il mercato è animatissimo e ricco di ogni varietà di pesci che immortaleremo volentieri per poi decidere di buttarci sotto le coperture precarie del mercato delle spezie dove faremo un sacco di acquisti infradiciandoci completamente!!!
La città non si può definite bella ma decisamente interessante nonostante si abbia la sensazione che ci sia appena stato un bombardamento per la condizione in cui sono purtroppo gli edifici. E’ interessante osservare e riconoscere tutte le culture che sono passate di qui, indiani, omaniti, portoghesi e inglesi. Ogni uno ha lasciato un segno e soprattutto ritrovo elementi che abitualmente consideriamo  come nostri nei monumenti delle nostre città e scopriamo che in realtà li abbiamo importati da culture lontane e millenarie.
Zanzibar quindi per noi è stata una vacanza di perfetto relax ma anche di scoperta di qualche nostra lontana radice.
In conclusione questa la potrei descrivere come un viaggio/vacanza perfettamente riuscita secondo i  nostri gusti ed  esigenze. Qualcuno potrebbe non condividere ma come ho scritto in alto…questo è il mio viaggio con i miei occhi e le mie sensazioni.
Se siete intenzionati ad organizzare qualcosa che ci somigli e pensate che vi posso essere utile, contattatemi pure.
Ciao

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