Soggiorno studio a Vancouver

La metropoli canadese, con la sua multirazzialità e qualità di vita, è l’ideale per conoscere giovani provenienti da tutto il mondo

La decisione di andare a Vancouver mi è balzata in testa velocemente, e molto velocemente si è realizzata; si potrebbe dire che sono arrivato in Canada per sbaglio, per una serie fortuita di eventi; lì per lì non che fossi entusiasta di dover lasciare tutto e partire, le partenze, si sa, sono la cosa più difficile di un viaggio, ma a posteriori rifarei la valigia volentieri e, anzi, sinceramente mi soffermerei ancora di più sull’East cost canadese tra le montagne e il mare.
E’ capitato tutto per sbaglio perché io quell’estate sarei dovuto andare in viaggio di maturità con i miei compagni di classe, ma poi tra una cosa e l’altra è saltato tutto, e così ho deciso di andarmene da solo a fare un viaggio per conto mio. Vancouver è stata una delle prime scelte che Michela di MB Scambi Culturali (http://www.mbscambi.com/) mi ha proposto, e l’ho accettata al volo. Ho fatto l’esame di Stato il meglio che ho potuto, e il giorno dopo del mio orale, 24 ore esatte dopo che mi trovavo in quell’aula afosa del mio liceo con dei professori stanchi davanti a me, stavo ammirando il sole che tramontava sull’orizzonte marino visto da English Bay.
Così è cominciata la mia avventura, per una serie fortuita di eventi!Devo essere sincero e riconoscere che è sempre per questa serie fortuita di eventi che ho potuto soggiornare in una “host-family” fantastica. Sheila e David abitano in West Vancouver, che ho scoperto poi essere la zona VIP di Vancouver, pur non essendo loro VIP o ricconi; sono una famiglia normalissima, che ha piacere ad ospitare studenti non per “racimolare soldi” ma per gioire della compagnia di ragazzi e ragazze giovani, che vanno a caccia di esperienze e di sogni, quindi un po’ per tornare indietro negli anni quando i loro figli (oramai trentenni) abitavano in quella casetta di legno. E’ proprio quest’affetto nei confronti degli studenti ospitati che ci fa sentire a casa pur essere a molti km lontani dalla nostra vera Casa.
La casa, come stabile, era inoltre proprio bella, di legno e arredata come le nostre case di montagna; ma la cosa più bella sicuramente era il paesaggio attorno alla casa: il verde dei boschi, il profumo di rugiada la mattina e gli scoiattoli che passavano davanti alla mia finestra al tramonto. Fantastico.
Questo è caratteristico di West Van (com’è chiamata là): il paesaggio montano. Pur essendo immersa nella natura questa zona non è infatti lontana dal centro economico della città, la Down-town, dove si trova la scuola; in autobus da “casa mia” impiegavo una trentina di minuti (attenzione perché sembrano tanti ma bisogna considerare che in America le distanze sono molto più grandi che da noi!)
La mattina andavo a scuola e ci rimanevo fino alle 4: penso fossero le uniche settimane di carriera scolastica in cui mi alzavo la mattina dicendo: “che bello si va a scuola!”. Le materie le può scegliere lo studente tra quelle proposte, “all’americana”, a seconda degli interessi che uno ha si può scegliere tra Writing, Speaking, Conversation, Business Culture, Drama, etc. Insomma una vasta gamma di scelte; sicuramente la cosa più attraente di queste classi sono gli studenti/studentesse. Infatti, il numero di studenti è mediamente di una decina, e il bello è che sono tutti di nazionalità diverse. Mi è capitato in una mia classe pomeridiana di Business Culture di essere in dieci studenti da nove nazioni diverse (Italia, Francia, Svizzera, Germania, Brasile, Corea, Giappone, Colombia, Spagna)! Insomma praticamente tutto il mondo in una stanza! La cosa più bella di queste classi internazionali è vedere gli atteggiamenti, i modi di porsi rispetto ad un argomento, la loquacità diverse da studente a studente, da cultura a cultura.
A pranzo, bisogna mettersela via, si va al fast food. Vicino alla scuola, quasi dall’altra parte della strada, c’è un centro commerciale (the Bay N.d.R.) al cui pian terreno si trova la “Food court”, ovvero una piazza per così dire con al centro solo tavoli e sedie, ai lati una ventina di fast food (mac-donalds, cinese, giapponese, messicano, ecc.). Ho detto bisogna mettersela via per mangiare questi cibi, che inizialmente piaceranno a tutti, ma dopo le prime settimane cominciano a essere pesanti, perché non c’è altro. E’ normale per la cultura americana mangiare a pranzo un panino velocemente e poi tornare in ufficio o a scuola; per questo non bisogna stupirsi poi se al tavolo affianco al tuo ci sarà un rispettabile signore in giacca e cravatta, o un anziano con la moglie. Il pranzo in questo centro commerciale è il momento migliore per approfondire la conoscenza con i compagni di banco delle ore prima, e per progettare cosa fare nel pomeriggio.
Il pomeriggio viene lasciato libero, sceglie lo studente cosa fare. A qualcuno può far paura non avere la giornata organizzata in un posto a migliaia di km dalla propria casa e dal proprio ambiente: la prima settimana, infatti, per me è stata abbastanza deprimente sotto questo punto di vista, ma basta fare un po’ di amicizie, ambientarsi nella metropoli a noi sconosciuta e tutto diventa più semplice.
Le cose più belle che si possono fare al pomeriggio sono: andare all’English bay, la spiaggia migliore di Vancouver a giocare a pallone o a prendere il sole per poi fare il bagno nell’acqua ghiacciata del Pacifico, o andare a fare un giro in bici o di corsa allo Stanley Park, il polmone verde di Vancouver, situato a pochi km dalla scuola, oppure prendere l’autobus e girare! Infatti, il servizio di bus (o metro) è molto efficiente, e ve ne accorgerete subito il primo giorno quando sarà ora di andare a scuola: oltre ad esserci una grande rete di bus e metro, la loro puntualità è sbalorditiva. E’ così che da soli si può andare nei centri commerciali fuori down-town (dove si trova la scuola, la zona dei grattacieli N.d.R.), enormi, o agli spacci di grandi marche o a vedere il tramonto al Light house parco o all’Horseshoe bay.
La sera ci sarebbe molto da fare tra pub e locali, ma la polizia è molto severa e in quasi tutti i locali c’è un buttafuori per i minori di ventuno anni; può sembrare molto noioso, ma dopo un pomeriggio fuori di casa molto spesso si è stanchi e la sera si ha voglia di dormire.
Fortunatamente nel periodo in cui sono stato io all’English Bay la sera era stata organizzata per quattro sere una competizione annuale tra Canada, Sud Africa, Cina e Inghilterra di fuochi d’artificio, uno spettacolo veramente imperdibile assistere questi bellissimi giochi pirotecnici in spiaggia tra una folla di 500.000 persone!
Questo è un po’ il resoconto del mio soggiorno a Vancouver, un’esperienza veramente positiva. E’ un’esperienza di crescita personale molto grande vivere fuori di casa da soli, ed ovviamente migliora in modo esponenziale la padronanza della lingua che si vuole imparare. Ho notato poi che è molto importante fare un viaggio così o da soli o con due amici al massimo; solo in questo modo, infatti, si possono conoscere altre persone senza ristagnare nei rapporti di amicizie che abbiamo nella nostra città, e migliorare così la nostra conoscenza della lingue nelle situazioni comuni (del tipo raccontare la propria giornata o le proprie emozioni ad un altro studente della tua età… ma coreano!

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