Ritorno alle Seychelles, tra luci e ombre

Nonostante i cambiamenti avvenuti in quindici anni, l’arcipelago dell’Oceano Indiano continua ad incarnare il sogno tropicale

Le Seychelles le visitai la prima volta nell’aprile del 1993. Moyenne, St.Anne, Bird Island, Praslin, Mahé... molto mi piacque di queste isole, ma quella di cui mi innamorai veramente fu La Digue. La conobbi pacata, discreta, assonnata. Ricordo la mancanza pressochè assoluta dei mezzi a motore a parte quei pochi trabiccoli deputati al trasporto delle merci più pesanti. Ricordo lo stupore di quando, percorso il sentiero allora quasi impraticabile, attraversata la fitta vegetazione comparve innanzi ai miei occhi Anse Coco, in tutta la sua solitaria, abbagliante meraviglia.
Ricordo Anse Source D’Argent, l’imponenza dei suoi graniti specchiati nel mare di cristallo; nonostante fosse la spiaggia più famosa, poco più di una manciata di persone era lì, a goderne la bellezza. Ricordo, mi pare in una caletta di Anse Severe, un pomeriggio, un bambino e una bambina, di circa otto anni, che adagiate le cartelle e spogliatisi in fretta delle divise della scuola, si tuffarono in acqua, sguazzando felici, incuranti della nostra presenza. Queste ed altre immagini sono indelebilmente impresse nei miei ricordi.
Ho vissuto La Digue come uno spicchio di paradiso perduto. E viene spontaneo volerlo condividere con chi ami. A volte, certi ricordi preziosi dovrebbero essere custoditi gelosamente in fondo al cassetto della memoria. Riaccarezzandoli ogni volta che il ricordo vola a riaccendersi di quella luce.
Ritornare, è sempre rischioso. Sperare che nulla sia cambiato, è una pia illusione. Mi chiedo: come è stato questo viaggio? Buono, tutto sommato, anche se non ha retto il confronto con... la prima volta. La vera novità è che si è trattato del primo grande viaggio, lontano, con mia figlia. E’ stato lo spettacolo di vivere il suo stupore, in questo luogo per lei così diverso. La cosa più bella di questo viaggio è stato di assaporarlo attraverso i suoi occhi.

INFORMAZIONI PRATICHE

La moneta / i prezzi:
La moneta locale è la Rupia. Il cambio ufficiale oscillava tra 11 e 12 Rupie per Euro. Al cambio nero siamo riusciti a cambiare anche a 16. E’ importante dire che è molto facile cambiare “in nero” ed è una pratica comunemente diffusa sulla quale evidentemente le autorità chiudono un occhio. Il primo cambio ce lo proposero, appena arrivati a Praslin, i tassisti. Per i cambi successivi, bastava passeggiare nei pressi del porto a la Digue; non passava molto tempo prima di essere avvicinati da qualcuno... allo scopo.
Inutile dire, quindi, che disponendo di moneta locale acquistata in nero, i prezzi sono più abbordabili. Tutto diventa più economico di circa il 30%. Per avere un’idea dei prezzi in vigore, ecco qualche esempio: Acqua da 1 litro 10 Rupie. Birra (33 cl) al supermercato 20 - 30 Rupie. Yogurt (svizzero) 13 Rupie, Ananas in scatola (sudafricano) 18 Rupie, tonno (locale) in scatola 8 Rupie. Non deve stupire l’acquisto di ananas in scatola, in quanto, come si diceva, nei negozi la frutta fresca è pressochè introvabile.
Date le nuove norme vigenti, attenzione a cambiare molte rupie. Diversi esercizi tra cui tutti i ristoranti dal 1° gennaio 2008 accettano solamente Euro o dollari. Occorre tener conto di questo per stimare la quantità di valuta da cambiare. Questa normativa non è stata mai applicata a La Digue, abbiamo sempre pagato in Rupie, e nessuno ci ha mai parlato di questa nuova disposizione governativa. Mentre a Praslin ogni ristorante aveva esposto il testo di legge per mezzo del quale vengono avvisati gli avventori della disposizione.

Le comunicazioni:
Dai telefoni pubblici è facile chiamare in Italia. Diversi esercizi vendono schede telefoniche con le quali è possibile telefonare in Italia dai telefoni pubblici. Costano 105 Rupie, e chiamare in questa modalità non è particolarmente caro. Con una scheda si possono fare tranquillamente 3 - 4 telefonate di 2-3 minuti ciascuna. Diversamente, se si utilizza il cellulare, le chiamate sono di gran lunga più costose. A la Digue esiste un internet point.

Il viaggio:
E’ durato 12 giorni, dal 2 al 14 gennaio 2008. 9 giorni passati a La Digue, 2 a Praslin. E’ facile organizzare da sè un viaggio alle Seychelles. Ogni informazione può essere attinta da internet. Molto prenotabile via posta elettronica. E’ una destinazione che senz’altro si presta parecchio al fai da te. E permette di risparmiare un bel po’ di soldi, rispetto ai pacchetti venduti dalle agenzia di viaggio. E’ necessario avere tempo e voglia da dedicare alla ricerca delle sistemazioni e di tutte le informazioni indispensabili ad una buona riuscita del viaggio. E’ una meta che consiglio anche a chi ha bambini. La totale assenza di particolari disagi o pericoli, ne fanno un luogo veramente adatto a chi viaggia con bimbi al seguito.
Abbiamo speso in totale, veramente tutto compreso, 5200 €. Due adulti ed una bambina. Di cui 2800 € per le tratte aeree (Roma - Mahé - Praslin e viceversa, con Air Seychelles). 2400 € per tutto il resto, senza farsi mancare nulla, compresa una buona assicurazione sanitaria.Caldissimo e umido a gennaio. Molte e fastidiose zanzare. Periodo che sconsiglio vivamente non tanto per il pericolo piogge (eventualità di cui eravamo consapevoli ma che non ha compromesso più di tanto i nostri programmi), ma per la spiacevole sorpresa delle maree che a gennaio rendono pressochè impraticabili le spiagge della costa ovest.LA DIGUE
Nonostante, come ho già detto, non l’ho goduta ed apprezzata come la prima volta, resta comunque una meta consigliabile a chi cerca tranquillità, spiagge, natura. Nonostante il maggior numero di turisti presenti sull’isola, rimane un luogo dove la pace, anche se non proprio sovrana, resta comunque una qualità annoverabile.
Spiagge: nota dolente; purtroppo i già citati problemi climatici e di marea hanno compromesso non poco la possibilità di fruire con soddisfazione delle famose spiagge di La Digue.
Anse Source D’Argent ci è sembrata una sorta di palude, con tanto di alghe.
Anse Reunion ed Anse Sevère completamente impraticabili.
Per fortuna ci sono state Grand Anse e Petite Anse, senza dubbio le spiagge più belle in questa stagione.
Natura: è ciò che più mi ha soddisfatto. Vedere le espressioni delle bimbe di fronte alle tartarughe giganti, portarle in bici in mezzo alla lussureggiante, fiorita vegetazione così strana ai loro occhi. Il verde brillante dei green jeko, la curiosità dei simpatici scinchi, lo stupore di vedere volare o appesi agli alberi i bat fruit, i pipistrelli giganti, oppure i ragni delle palme, o i grossi granchi multicolore, o i simpatici uccellini rossi che ci facevano visita alla ricerca di qualche briciola.

PRASLIN
I due giorni di permanenza li abbiamo dedicati innanzi tutto alla visita, imperdibile, della Vallée de Mai, e poi di Anse Lazio, e della Cote d’Or.
Andando per ordine: la Vallée de Mai è un luogo veramente spettacolare, dove tutto sembra affetto da... gigantismo. Passeggiando per i suoi sentieri, si ha la sensazione di essere capitati in un luogo primordiale. Le palme giganti del coco de mer e gli altri palmizi endemici, rendono questa valle veramente unica al mondo, tutta da gustare. Ci si sente piccoli piccoli di fronte all’esuberanza di queste piante. La vegetazione è talmente folta che la luce del sole stenta a penetrare la cupola verde che ci sovrasta. Entrata 15 € gli adulti gratis i bambini.
Anse Lazio, purtroppo, l’abbiamo trovata battuta da un fastidioso vento e relativo mare mosso, che ci ha fatto optare per una sola passeggiata lungo la comunque bella spiaggia. Lungo la strada che dalla Cote d’Or conduce ad Anse Lazio, abbiamo notato delle gradevoli calette, riparate, molto invitanti.
La Cote d’Or è... La Cote d’Or. Una lunga lingua di spiaggia bianca bagnata da un mare limpido e poco profondo. Zona turistica, su questo lungo litorale si affacciano molti villaggi e guest-house.A La Digue abbiamo soggiornato al Paradise Flycatcher’s Lodge. 160 € al giorno a famiglia, in trattamento di mezza pensione.
A Praslin al Mango Lodge, a 100 € al giorno a famiglia, in trattamento di pernottamento e prima colazione.
Le sistemazioni si sono rivelate indovinatissime, rispetto le nostre esigenze. Eravamo due coppie, ciascuna delle quali con una bimba di 4 anni. Gli chalets del Paradise Flycatcher’s sono composti da un amplissimo salone centrale, con angolo cucina, e da due spaziose camere da letto, indipendenti, disposte ai lati, con servizi privati, frigorifero, ventilatore, aria condizionata ed una comoda veranda. Inoltre, i 5 chalets del Paradise Flycatchers’ sono all’interno di un bel giardino, disposti a debita distanza l’uno dall’altro. Sistemazione ideale per noi che essendo due famiglie abbiamo potuto disporre di un’intera unità abitativa; così che le bambine hanno potuto in piena libertà scorrazzare nel giardino, oppure giocare nell’ampio salone. La cucina del Paradise è buona. Ogni sera piatti a base di carne, pesce e verdure. Anche gli extra hanno prezzi ragionevoli, acqua, bibite e birra a poche rupie in più rispetto al supermercato. Così come i panini da loro preparati, nell’unico giorno in cui siamo rimasti a pranzo. 20 Rupie, buoni e abbondanti.
A Praslin, il Mango Lodge, seppur con caratteristiche completamente diverse, è stata comunque un'ottima sistemazione. Lì, è il panorama a farla da padrone. Ubicato su un’altura, proprio alle spalle della costa, vanta una veduta davvero invidiabile. Anche gli chalets del Mango Lodge sono immersi in un bel giardino tropicale di piante e di fiori molto curato rigoglioso.Presso il Paradise Flycatcher’s eravamo in mezza pensione. Ogni sera si cenava presso il ristorante.
Per quanto riguarda i pranzi, ci si arrangiava dove ci si trovava. Prevalentemente con panini o frutta. La frutta esiste e pure buona, ma la produzione locale viene immediatamente assorbita dalla domanda dei vari ristoranti e guest houses. Banane, ananas, manghi e papaye. Un panino e un piatto di frutta mista acquistati presso chioschi e bar, costano mediamente tra 40 e 60 Rupie cadauno, quasi sempre di abbondanti e di ottima qualità. Ad eccezione del bar del Patatran, dove tutto costa almeno il doppio e la qualità lascia a desiderare.
Merita senz’altro un pranzo il ristorante Loutier a Grand Anse. Sui suoi tavoloni in legno, circondati dai fiori, si può gustare un buon pasto a buffet, con carne e pesce alla griglia e piatti creoli per 180 Rupie a testa.
Non consiglio invece a Praslin, né il ristorante la Goulue, non perchè si mangi male ma... nemmeno particolarmente bene, né la pizzeria del Berjaya, ove oltre alla lentezza e alla non particolare cortesia, ci hanno servito, per circa 4 €, una pizza abominevole dopo un’attesa interminabile.
Invece, che dire di Le Laurier... chapeau! Certo, si fa pagare, ma ci si toglie veramente lo sfizio! 3 o 4 tipi diversi di pesce alla grigia, carni alla brace, zuppe, polpo alla creola, insalata di mare. Grande scelta e abbondanza e tutto di qualità eccellente. Un must.Cosa acquistare:
L’artigianato locale è ben poca cosa. Spesso tendente al pacchiano. Unico acquisto che consiglio è il tè alla vaniglia. Forse l’unica cosa che ho trovato immutata rispetto alla mio primo viaggio del 1993. Stessa confezione in bustine bianche e verdi da 50 grammi, stesso aroma. E’ veramente buono e costa solo 6 RS se lo si acquista negli stores all’interno di La Digue e non nei negozi più turistici.
Per quanto riguarda l’acquisto di acqua, generi alimentari o qualsiasi altro prodotto, esiste un supermercato, centrale, ben fornito, turistico, Gregoire’s, e diversi altri piccoli negozi situati lungo le vie all’interno dell’isola, usufruiti prevalentemente dagli abitanti dell’isola.A La Digue è d’obbligo la bicicletta. Lì, è il naturale mezzo di locomozione. Da informazioni acquisite prima della partenza, mi aspettavo che il costo giornaliero si aggirasse intorno ai 2,5 €.
Brutta sorpresa invece quando ci è stato chiesto esattamente il doppio. Inutile il tentativo di trattativa, puntando sul numero di velocipedi e di giorni. La controparte è stata irremovibile. Non abbiamo accettato, pensando ad una boutade isolata. Ancor più brutta sorpresa quando ci è stato purtroppo confermato da qualche turista al quale abbiamo chiesto lumi, che quello era invece il prezzo praticato da tutti, almeno in quei giorni. Fortunamente abbiamo trovato un esercizio... fuori dal coro con il cui proprietario (di nome Wesley) ci siamo accordati per un prezzo di 3,5 € a bicicletta al giorno per 8 giorni, per 4 bici. Tin Tin è il nome del negozio. Provenendo da La Passe, si trova esattamente all’angolo a sinistra dove la strada piega in direzione Anse Source D’Argent. Non c’è insegna, si nota solo per qualche bici messa lì in bella mostra. Buono anche il servizio; dopo un paio di giorni abbiamo chiesto la sostituzione di due bici. Le hanno cambiate subito senza storie.
A Praslin invece abbiamo noleggiato un’autovettura, con l’agenzia Capricorn. Ci è stato reso un eccellente servizio. Ci hanno fornito una macchina nuovissima, una Daihatsu Orion con appena 800 km. Sono stati veramente professionali se non addirittura accudenti, mettendoci a disposizione anche una macchina con autista per il trasporto dei bagagli sia all’arrivo, dal jetty al lodge che al ritorno, dal lodge all’aeroporto. Tutto per 50 € al giorno.
Altre informazioni utili relative agli spostamenti sono le seguenti: taxi a Praslin per la tratta dall’aeroporto al jetty (20 minuti circa di tempo di percorrenza) 15 € (ne volevano 20).
Ferry da Praslin a La Digue costa 10 € gli adulti, 5 € i bambini. La traversata dura circa 15 minuti. Vi sono 8 partenze giornaliere da e per La Digue; nella fascia oraria che va dalle 7:30 alle 17:30.

Un commento in “Ritorno alle Seychelles, tra luci e ombre
  1. Avatar commento
    Eliseo
    02/02/2010 07:18

    Ciao Claudio! Bello questo sito di viaggi! E belli i tuoi diari e le tue foto! Non li ho visti tutti perchè guardando le foto soffro e mi viene voglia di partire domani...! :-) Bellissime le foto dei deserti e delle isole tropicali. Buoni viaggi e a presto!

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