Anche se significa fare torto a una regione bellissima, è meno frequente, rispetto ad altre zone dolomitiche, andare in Cadore per trascorrervi un periodo di soggiorno. E' invece più probabile farne la meta di una giornata di riposo durante una vacanza dedicata ad escursioni nelle circostanti montagne; montagne talmente meravigliose, si sa, che finiscono per far passare in secondo piano le attrattive dei fondi valle.
E' quello che è capitato anche a noi. Dopo tre giornate di gite impegnative nell'area del Passo Falzarego (vedi articolo "Un tempo percorsi di guerra, oggi percorsi di pace"), abbiamo dedicato un itinerario automobilistico al Cadore: una giornata prodiga di scoperte e il conseguente desiderio di rinnovare il piacere di tornare.
Il Cadore, regione facente parte della provincia di Belluno, è compreso, grosso modo, nel bacino superiore del Piave ed è la valle dolomitica con le prime testimonianze di occupazione umana: la più antica popolazione lì stanziatasi fu probabilmente costituita da tribù di Celti. Nella sua storia tormentata si successero, tra gli altri, l'occupazione romana, i Longobardi, il Patriarcato di Aquileia, la Repubblica di Venezia, gli Austriaci, il Lombardo-Veneto, fino alle definitiva annessione all'Italia nel 1866.
Oggi il Cadore gode di un'economia fondata sulle ricchezze del territorio, il legname, l'agricoltura e l'allevamento con pregevoli prodotti tipici; ma anche l'artigianato, la piccola industria che ha la sua eccellenza nella fabbricazione degli occhiali e, non ultimo, un turismo favorito dalle bellezze naturali e dalla qualità di strutture e servizi.Il nostro itinerario ha toccato tre luoghi, di grande interesse anche se di valenza differente, poco distanti l'uno dall'altro e quindi visitabili agevolmente nella stessa giornata.
Dal Rifugio Col Gallina (1 km. dal Passo Falzarego, m. 2117), dove eravamo alloggiati, in 15 km. si raggiunge Cortina d'Ampezzo; da lì, altri 30 lungo la statale 51 portano a Pieve di Cadore (m. 878).
Da Venas (km. 22 da Cortina, 8 da Pieve), si dirama la S347 che porta a Passo Cibiana (m. 1536), punto di partenza delle navette per Monte Rite.PIEVE DI CADORE
Pieve è una cittadina ricca di storia, che raggiunse il massimo sviluppo nel periodo in cui vi ebbe sede, quale organo di governo, la Magnifica Comunità di Cadore. Nata intorno al 1330, essa perse il proprio potere in coincidenza con il crollo della Repubblica di Venezia ad opera di Napoleone nel 1797. Attualmente la ricostituita Comunità, alla quale fanno capo i 22 comuni del Cadore, è un efficiente organismo che si prefigge la salvaguardia dei valori culturali, ambientali, tradizionali, economici e sociali della regione.
Pieve è oggi definita "città d'arte e città murata del Veneto" grazie alle numerose eminenze architettoniche ed artistiche che la caratterizzano. Senza sminuire le altre, che peraltro non abbiamo avuto il tempo di approfondire, cito le tre principali:
** La casa natale di Tiziano Vecellio, una costruzione quattrocentesca a due piani, risistemata dopo lungo abbandono e aperta al pubblico come edificio storico nel 1922. Al piano terra, quello che era il magazzino per le derrate alimentari e le sementi ospita oggi una sala espositiva con riproduzioni di opere del Maestro, mentre al livello superiore, collegato con una pittoresca scala esterna in legno coperta, si trovano quattro locali pavimentati in pietra: la cucina con il braciere, due piccole camere e un soggiorno. Alle pareti, riproduzioni di corrispondenze tra Tiziano e la Magnifica Comunità, documenti, stampe e incisioni.
** Il Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore. E' un bell'edificio quattrocentesco con la massiccia Torre Civica merlata che delimita il lato più corto della scenografica piazza principale, vero e proprio "salotto" animato dalla vita sociale del paese. Passato attraverso saccheggi, distruzioni, incendi e ristrutturazioni, il Palazzo presenta oggi quella che era la sua struttura originaria.
** Il Museo dell'Occhiale. Ubicato in frazione Tai, è un'esposizione unica nel suo genere, a testimonianza di una vocazione secolare che oggi fa del Cadore una capitale mondiale della produzione degli occhiali. Già lo si avverte imbattendosi lungo i paesi della valle nelle numerose fabbriche, più o meno grandi, spesso con il proprio spaccio di vendita a prezzi molto convenienti.
Una visita non frettolosa del Museo è vivamente raccomandata per la quantità e varietà degli oggetti esposti, spesso curiosi: dai pince-nez, (due lenti con una semplice molla da stringere sul naso), ai fassamani (dal francese face a main), non indossati sul viso ma dotati di un lungo manico, spesso finemente lavorato; dagli astucci ai cannocchiali incorporati nei bastoni, fino alle lorgnettes montate nei ventagli; e poi binocoli, lenti d'ingrandimento, monocoli, tabacchiere, fino a un incredibile occhiale con unica stanghetta centrale curva da posare sul capo. Altrettanto vario è l'assortimento dei materiali e delle lavorazioni: ottone, corno, oro, avorio, tartaruga, argento, filigrana, fino alle plastiche multicolori degli occhialoni kitsch degli anni Sessanta e Settanta. Il tutto, per un totale di oltre 2700 pezzi, dal Medioevo ai nostri giorni, che riempiono 18 vetrine.
CIBIANA DI CADORE
Lasciata Pieve di Cadore in direzione di Cortina, dopo 8 km. in prossimità di Venas, si stacca sulla sinistra una strada che, dopo avere scavalcato con un ponte il torrente Boite che in questo tratto descrive una profonda forra, con percorso in salita raggiunge in 5 km. Cibiana di Cadore (m. 985). Sul piazzale della Chiesa di può lasciare l'auto e dedicarsi alla visita a piedi.
Anche se il primato di notorietà per quel tipo di decorazione spetta ad Orgosolo in Sardegna, anche Cibiana può essere considerata a pieno titolo "il paese dei murales".
Quella di Cibiana è una storia esemplare. Un tempo il paese era rinomato per la produzione di chiavi di ogni tipo, sfruttando le vicine miniere di ferro, un'area nella quale è stato da poco tracciato un istruttivo percorso denominato appunto "Via del Ferro". La successiva decadenza, dovuta all'isolamento e alla penuria di risorse, fu arrestata nel 1980, quando, su iniziativa dell'artista Vico Calabrò, pittori italiani e stranieri cominciarono ad affluire a Cibiana per cimentarsi nella decorazione dei muri esterni delle case, a costituire anno dopo anno un'attrattiva unica che oggi richiama un numero sempre crescente di visitatori.
E' consigliabile iniziare il percorso dalla frazione di Masariè, la prima che si incontra subito dopo avere lasciato la carrozzabile. Presso un sottopasso a volta un grosso pannello riproduce la pianta del paese con l'ubicazione di tutti i murales. I soggetti, in molti casi vere e proprie opere d'arte, sono i più svariati: personaggi popolari, esseri favolosi, episodi storici, raffigurazioni naturalistiche o floreali, scene di vita quotidiana, ambienti di lavoro, soggetti sacri, trompe-l'oeil di botteghe e personaggi affacciati sulle porte o dalle finestre. Ogni dipinto merita attenzione, anche perché spesso compongono un ideale excursus lungo le alterne vicende storiche del paese.
Si scende lungo un sentiero fino alla pittoresca Cibiana di Sotto ed infine, a completare l'escursione, si torna sulla statale per risalire all'abitato di Pianezze, che offre l'ultimo gruppo di murales e un bel colpo d'occhio sulla sottostante vallata.
MONTE RITE, IL "MUSEO TRA LE NUVOLE"
Lasciata Cibiana, la strada prosegue per altri 5 km fino a raggiungere i 1536 metri di Passo Cibiana. Mentre la statale scollina per scendere verso Forno di Zoldo, il traffico automobilistico privato è precluso sulla sterrata che porta sulla sommità di Monte Rite (m. 2181): è quindi necessario servirsi dell'apposito servizio di gipponi (9 € andata e ritorno).
Mi sembra opportuno fare qualche cenno al MMM, ovvero il Messner Mountain Museum. Il celebre Reinhold sta realizzando un progetto di Museo della Montagna in sei tappe, coincidenti a sei differenti sedi ubicate nell'area dolomitica, ciascuna dedicata a una tematica. Essi sono:
* Castel Firmiano: nei pressi di Bolzano, è in fase di realizzazione il centro del progetto, polo amministrativo ma anche punto di riferimento per eventi, seminari, esposizioni, festival sul tema della montagna;
* Castel Juval, attuale dimora di Messner in Val Senales: mito e dimensione religiosa della montagna;
* Dolomites (BL): il tema dell'alpinismo dolomitico (il mondo verticale);
* Ortles (BZ): il tema del ghiacciaio e dei "mondi di cristallo";
* Luserna e Castel Beseno (TN): le popolazioni di montagna e il mondo profano;
* Monte Rite: ci stiamo arrivando…
Il Forte di Monte Rite, eretto dagli Italiani nel 1914 e fatto saltare dagli Austriaci dopo quattro anni, fu qualche anno fa individuato da Messner come sede ideale per il "Museo nelle Nuvole"; grazie alla sinergia tra l'alpinista, la Regione Veneto e il Comune di Cibiana, dal 28 giugno 2002 quello che era un cumulo di ruderi è così diventato uno dei più funzionali musei del mondo alpino.
Nell'ex fortificazione si percorre un ampio corridoio nel quale sono esposte sculture in gesso di Stephan Huber riproducenti i più noti massicci dolomitici; sulla sinistra di questa sorta di "navata" si aprono venti stanze in cui è narrata la storia delle Dolomiti a mezzo di reliquie, documenti, attrezzature delle grandi imprese alpinistiche nonché dipinti e stampe di grandi illustratori quali E.T.Compton e Thomas Ender. Sulla destra del corridoio, alternate ad altri dipinti, una serie di finestre, quelle che lo stesso Messner chiama "quadri veri" dal momento che inquadrano vedute sulle vette circostanti con relativa descrizione di fianco, come in una galleria d'arte.
Ideale completamento di un'esperienza unica è la terrazza sul tetto del forte/museo, dalla quale si gode uno dei più vasti panorami dolomitici: a 360° si riconoscono le cime di Agnèr, Pelmo, Civetta, Marmolada, Cristallo, Antelao, Tofane, Rocchette, Lagazuoi, Marmarole…
Facevamo prima a dire tutte?
Home » Diari » Pieve, Cibiana, Monte Rite: bellezze cadorine
Pieve, Cibiana, Monte Rite: bellezze cadorine
Aspetti inconsueti ma preziosi di un Veneto che non delude mai
VIAGGIO PRECEDENTE
< Buschenschank: andar per frasche tra Stiria e Burgenland!
PROSSIMO VIAGGIO
Mongolia, la terra del cielo blu >
8 commenti in “Pieve, Cibiana, Monte Rite: bellezze cadorine”
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account ALTRI VIAGGI IN: italia
© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy
piccolo aggiornamento: il museo dell'occhiale è stato spostato in un edificio nuovo a Pieve di Cadore. trovate maggiori informazioni sul sito: museodellocchiale(punto)it
zkavdwyfb dymuceq feygmxwq vjymxsebk cwrsgz aogjufw deuajhb
Sono stato anch'io a visitare il museo tra le nuvole lo scorso anno, davvero suggestivo. Da lassù si gode di una fantastica vista, si vede fino a cortina ed i monti che la circondono, la valle di cadore col suo stupendo lago ed anche l' ingresso della val zoldana. Spettacolo unico.Anche il museo è ben ristrutturato e contiene molte cose interessanti. Per mè l' unico neo è costituito dall' adarivieni dei furgoncini e gipponi che accompagnano le persone dal passo cibiana al fortino, per chi fà il sentiero a piedi (peraltro comodissimo) deve mangiarsi un sacco di polvere. Peccato perchè anche la passeggiata merita.
Complimenti per l'articolo.Vado in Cadore da quando sono piccola,a Caralte di Cadore, una piccola frazione che si incontra prima del grande ponte che conduce a Pieve di Cadore, quindi a Cortina e a tutte le Dolomiti.Anche il mio consiglio è di visitare questa zona !Secondo me poi il Cadore è bello anche per i giovani:è un posto dove si può fare facilmente conoscenza, e che viene frequentato ogni anno da tanti gruppi di ragazzi e ragazze.A Pieve come a Tai,come a Calalzo, Nebbù...Domegge...io ho vissuto sempre le mie vacanze in tranquillità come in pochio posti.Il Cadore non mi ha mai deluso, in ogni stagione.Con i suoi mercatini,la tranquillità delle passeggiate,i laghi, le baite perse nel bosco è magnifico, una comunità montana da non perdere.
Anche noi siamo stati a visitare il Museo tra le nuvole la scorsa estate, bellissimo! Ma le cose con il 'marchio' Messner difficilmente deludono.... Peccato che con la nebbia non abbiamo visto il panorama, che rabbia a vederlo solo nelle cartoline! Beh, torneremo..... sarà l'occasione per andare anche a Cibiana, che ho scoperto solo leggendo questo articolo!! Grazie!
Altro bell'articolo; fa piacere leggere qualcosa di diverso e sentir parlare di una regione che tutti nominano e nessuno conosce.
Come Cadorina da generazioni, ho molto gradito questo articolo. Dice bene l'autore, il Cadore è visto dai più come una zona "di attraversamento" sulla strada che da Venezia, Belluno e Treviso porta a Cortina. Pochi ci si fermano, e perdono molto! Mi permetto un consiglio: da Passo Cibiana scendete in Val di Zoldo e spingetevi fino ad Agordo: è una valle bellissima ancora non inflazionata dal turismo di massa. Lungo la salita di Passo Duran, si godono bellissimi panorami sul gruppo Civetta-Moiazza. Grazie e saluti!
Il Cadore è una regione stupenda! Da bimba ci andavo spesso con i miei genitori, poi ci ho trovato..... il marito e mi ci sono trasferita!! Seguite il consiglio dell'autore, andate a visitare Cibiana, è un paese incantevole!