Myanmar, le due facce della Luna

Splendidi scenari naturali, capolavori d’arte, spiritualità e tanti sorrisi: probabilmente il Paese più affascinante del sud-est asiatico!

Non amo fare le recensioni dei miei viaggi, e quando lo faccio in genere sono molto sintetico. Questa volta mi sono fatto prendere la mano, ne è venuto fuori un racconto abbastanza lungo, ma vi assicuro che se avessi scritto tutto le emozioni che questo paese mi ha lasciato, avrei dovuto scrivere molto di più. Mi scuso se certe volte il racconto è poco lineare e un po’ confusionario.
Dopo aver atteso, sognato questo viaggio, finalmente sono riuscito a realizzarlo e devo riconoscere che chi mi diceva di visitare la Birmania per ultima, altrimenti non avrei apprezzato più di tanto gli altri paesi del Sud Est Asiatico, aveva ragione.
Ho iniziato a preparae questo viaggio molto tempo prima, addirittura nel Giugno del 2010, quando andai in Malesia avevo già in testa il Myanmar.
Ho letto molti diari di viaggio e recensioni su questa area geografica, ho inviato richieste di preventivi ad una ventina di agenzie di viaggio birmane, volevo fare questo viaggio al meglio, doveva essere quasi perfetto e per questo ho sempre ricercato una guida italiana.
Dopo molti preventivi e contatti con la Birmania, e dopo che mia moglie mi ha dato carta bianca sulle scelte, ho deciso di affidarmi a TEO, di cui avevo avuto solo recensioni positive. Ci siamo messi d’accordo in breve tempo ed ho potuto anche scambiare un paio di mail con la guida a cui ci avrebbe affidato.
Per i voli mi sono affidato alla compagnia Ethiad, che direi è stata ottima, a parte l’ultima tratta del volo di rientro, quando l’aereo da Abu Dhabi per Milano è partito con un giorno di ritardo, si sono comunque fatti perdonare ospitandoci in uno dei migliori hotel di Abu Dhabi e con un bel tour per la città, il tutto a spese della Ethiad.Il nostro viaggi è iniziato il 21 febbraio, con la tappa di avvicinamento a Malpensa, un aeroporto che non amo particolarmente. Abbiamo scelto l’hotel Mariuccia, dove abbiamo pernottato e lasciato l’auto presso il loro parcheggio, il Ceria Parking. Direi che il servizio è stato ottimo sia all’andato che al ritorno in piena notte, per 25 giorni di parcheggio ho speso 45 euro.
Il 22 Febbraio, Mercoledì delle Ceneri, è anche il giorno del mio 54° compleanno. Partenza alle 11, volo regolare con due ore di sosta ad Abu Dhabi e 2 ore a Bangkok, alle 10 del giorno dopo mettiamo piede sulla terra birmana. Passiamo i controlli di routine in maniera molto veloce, la dogana non ha niente da dire nemmeno sul pacco di medicinali che avevamo portato per impostare delle terapie su commissione di alcuni medici del Gaslini di Genova a dei bambini di un orfanotrofio affetti da tigna. Ad attenderci c’erano i nostri contatti Hitay Aung (Teo) ed il mitico Win Htut Aye, in arte Roberto.
Teo è una persona molto simpatica e ci fornisce i primi consigli. Di estrazione contadina è riuscito a laurearsi ed a trovare un posto di lavoro in aeroporto. Dopo aver imparato un po’ di italiano ha iniziato a fare la guida per un tour operator birmano, fino a che non ha deciso di mettersi in proprio con l’aiuto di alcuni collaboratori. Roberto, che sarà la nostra guida per tutto il tour, è un personaggio vero e proprio. Studente al tempo delle contestazioni degli anni 80, è riuscito a laurearsi ed a fare l’isegnante di inglese per 50 dollari al mese. Autodidatta con Teo, ha imparato alla meno peggio l’Italiano e adesso quando c’è bisogno aiuta Teo.
Prima di uscire dall’aeroporto cambiamo i dollari in Kyat, e qui la prima sorpresa, il governo ha liberalizzato i cambi adeguandosi al cambio in nero, ha aperto diversi punti di cambio ed in pratica il mercato nero del cambio non conviene più. Nel periodo che ho cambiato io, il cambio variava dalla taglia di banconota che si cambiava, se si davano pezzi da 100 dollari mi davano 800 – 820 Kyat, se si davano banconote da 50 dollari, il cambio era sui 760 Kyat. Per l’euro che viene cambiato regolarmente siamo sui 1020 Kyat. Il mio consiglio è di cambiare in questi uffici, sono più sicuri ed in genere danno banconote nuove. Io ho cambiato spesso con Roberto che mi pagava qualsiasi taglio di dollari a 800 Kyat, anche quelle rovinati che in altri posti non vengono accettate.
Abbastanza stanchi prendiamo la strada che dall’aeroporto in circa trenta minuti ci porterà al nostro Hotel, il Kandwagi Palace, sull’omonimo lago, bellissimo. A prima vista, Yangon mi da l’impressione di assomigliare un po’ all’Habana. Dopo un riposo rigenerante, siamo andati in centro dove ho acquistato una sim card locale per il mio cellulare al costo di 20 dollari. Le opzioni per telefonare sono due, o si noleggia un telefono, ma si spende molto, oppure la miglior soluzione è acquistare la sim card come abbiamo fatto noi e ricaricarla, le telefonate con questo sistema costano un dollaro al minuto. Si può telefonare in Italia solo a numeri fissi e niente messaggi. Il nostro primo pasto in Myanmar lo facciamo in un locale che da fuori non fa una bella impressione, ma come insegna ha il tricolore e non ci pensiamo due volte ad entrare. Il locale si chiama “Ciao pizzeria“ è gestito da Michelangelo, un italiano che fa la guida per una nota agenzia Birmana, la Orchidea Travel, ma siccome non c’è mai, si occupa di tutto sua moglie, una bella birmana, si mangia divinimante. Ci pranzero anche il giorno della partenza.

24/02/2012
Di buon mattino, con il nostro “tutore” Roberto iniziamo la visita di Yangon. Il caldo è opprimente. Passiamo dal lungo fiume dove vediamo le condizioni lavorative di questa gente, alle varie pagode e mercati, ma lo spettacolo arriva la sera quando ci rechiamo alla Shewedagon Paya. Oltre alla naturale bellezza di questo luogo, noi vi capitiamo proprio nel periodo della sua più grande festa, dal 22 Febbraio al 7 Marzo, ogni anno infatti si festeggia la luna piena di Tabaung detta anche Festa dello Shwedagon, la più grande delle “feste delle pagode” del Myanmar. Nel 2012 il culmine della festa cadrà il 7 di marzo, poichè ogni anno cambia a seconda del calendario lunare.
Lo spettacolo è unico ed impossibile da spiegare, migliaia di persone si riversono in questo luogo in maniera molto ordinata ed è una festa che dura tutta la notte, è stata una emozione unica che non dimenticherò mai. Con mia moglie abbiamo dovuto farci fotografare un centinaio di volte da persone che volevano immortalarci nella loro digitale, e coinvolgerci nella loro festa. Abbiamo cenato in un locale birmano con una ottima cena ed io invogliato da una zuppetta di fagioli ho ceduto ai peccati di gola, purtroppo pagherò questo peccato il giorno seguente.

25/02/2012
Con uno zainetto con lo stretto necessario siamo partiti di buon mattino per l’escursione alla Golden Rock. Appena fuori Yangon ci siamo fermati per la benedizione dei Nat, che sono un po’ come i nostri santi. Breve sosta anche al Cimitero inglese con le tombe di oltre 6500 soldati inglesi caduti nella guerra del 1945, e le lapidi con i nomi dei 24000 dispersi. Sostiamo un po’ anche al mercato di Tangigi. Il caldo è asfissiante e durante il tragitto che porta a Bago, iniziano i primi problemi conseguenza della zuppetta di ieri sera. In pochissimo tempo ho dolori addominali che non avevo sentito nemmeno quando aveva partorito mia moglie. Tutti i cessi lungo la strada sono miei, poi finalmente le cose migliorano ed arriviamo. Dopo aver visitato alcune pagode, consultato un’ indovina, arriviamo a Kinpun, dove saliamo su dei camion che partono solo quando sono strapieni. La salita verso il campo base di questi camion è a velocità folle, lascio immaginare a voi il mio stato dopo tutti i cessi visitati in mattinata. Arrivati al campo base, mia moglie decide di farsi trasportare in portantina alla vetta, io invece coraggioso e voglioso di camminare con i pelligreni decido di farla a piedi, è stata una follia. I pellegrini che salivano a piedi si contavano sulle dita di una mano, persino i monaci andavano in portantina. Mi sono fermato una decina di volte e l’ultima volta, quando ha iniziato a girarmi la testa probabilmente per un calo brusco di zuccheri, mi è venuta in soccorso una donna, che a me è sembrata una fata, dopo avermi fatto alcune domande mi ha fatto bere una sostanza molto dolce che mi ha rimesso al mondo. Arrivato in vetta pensavo fosse finita, ma al nostro hotel il Mountain Top, mi danno la camera al 4 piano, ma in basso, si scende bene, ma c’è poi da risalire. A parte tutti questi contrattempi, che sono comunque esperienze interessanti, la visita al complesso della Roccia D’Oro è bellissima, unica. Anche qui grandi feste, ho notato che in Birmania, le feste sono moltissime, la gente ha sempre voglia di divertirsi, festeggiano tutto, oltre le loro, festeggiano quelle cattoliche, quelle ebree, quelle mussulmane e quelle induiste. Anche tutte le volte che è luna piena e presenta la sua faccia illuminata, si fa festa. Per cena mangio un risottino rigorosamente in bianco ed una banana.

26/02/2012
Oggi va molto meglio con il mio stomaco, la discesa a piedi è stata piacevole, si incontrano centinaia di pellegrini che tornano a valle. La prima sosta l’abbiamo fatta vicino Kyakhito, nello stato Mon, al Seik Phu Taung, una scuola orfanotrofio che ospita più di 600 tra ragazzi e ragazze, è questa sicuramente l’altra faccia della luna. Un monaco ha fondato questo complesso che accoglie questi sfortunati, che vivono in condizioni veramente misere, ma per lo meno hanno da mangiare e qualcuno che gli da una istruzione togliendoli dalle strade. Hanno quasi tutti problemi dermatologici dovuti ad un’igene approssimativa. Le camerate ospitano circa 40 ragazzi, sono divisi per età e dormono su dei tavolacci e stuoie. Abbiamo lasciato una offerta, purtroppo i medicinali che abbiamo portato dall’Italia sono destinati ad un altro complesso a Sagaing, vicino Mandalay. Sono rimasto veramente colpito e lungo la strada che ci conduceva a Bago, non sono riuscito a proferire parola con mia moglie.
Arrivati a Bago abbiamo visitato un monastero, e la grande pagoda Shwemawdaw Paya, il gigantesco Budda disteso ed il Kanbawzathadi Palace. A pranzo abbiamo conosciuto due ragazzi gay, e dopo aver parlato con loro, ci hanno suggerito di visitare una pagoda dove si venerano dei Nat, uno in particolare, quello che ama il lusso, che ama bere ed il vizio in generale, essendo Domenica si poteva assistere ad una festa molto particolare. Andiamo dunque alla Hintha Gon Paya, dove tra i 37 Nat birmani è particolarmente venerato Ko Gyi Kyaw (“grande fratello Kyaw”) amante dell’alcol e ballerino scatenato. La festa è già iniziata e tra il frastuono di una musica scatenata si vedono alcune figure femminili che ballano quasi in estasi. Mi rendo conto che quelle non sono figure femminili, ma transessuali. Ci sono diverse persone ad assistere allo spettacolo, quasi tutti gay. Dopo aver visitato il tempio del serpente, un pitone gigantesco di quasi 120 anni, rientriamo stanchissimi e con i piedi sempre più neri per il continuo camminare scalzi, a Yangon, questa volta pernottiamo all’Hotel Savoy.

27/02/2012
Sveglia alle 4,15 per prendere il volo Air Bagan per Bagan. In questo sito archeologico di grande interesse archeologia alloggiamo al The Hotel@Tharaban gate, in Old Bagan. In mattinata visitiamo a Nyaung, il bel mercato, la Shwezi Gong Paya, il bellissimo monasteroKyan Shjitrumin ed una parte delle 4000 stupe disseminate in questo sito. Alla sera ho assistito al tramonto spettacolare dalla Shwesandaw Paya, unico neo, troppi turisti, sarà molto più bello il giorno dopo quando assisterò al tramonto dalla Pyathada Paya. Rientrato in Hotel, la direzione mi ha mandato in camera una torta per festeggiare il mio 54°compleanno, è stata una gradita sorpresa.

28/02/2012
Oggi abbiamo fatto l’escursione al Monte Popa. Durante la strada che conduce a Popa, ci siamo fermati in alcuni villagi per vedere la vita rurale di queste persone, direi che la parte più bella di questa giornata è stato proprio il viaggio, Monte Popa invece non mi è piaciuto, unica nota positiva il bel panorama che si ammira dall’alto, ma ricordatevi che ci sono da salire più di 800 scalini abbastanza ripidi, facendo molta attenzione alle centinaia di scimmie che sbucano da tutte le parti, una faticaccia che non rifarei.

29/02/2012
Oggi il programma prevedeva la visita del sito in calesse, non so quante stupe abbiamo visitato, sicuramente troppe, il calesse è scomodissimo ed il continuo salire e scendere sotto quel caldo afoso ti distrugge. Quel povero cavallo poi mi faceva pena e mi sono fatto riportare in hotel in anticipo per un tuffo in piscina. Abbiamo cenato da Nanda, un locale per turisti dove la cena birmana veniva accompagnata da uno spettacolo di marionette. Questa volta ho rinunciato all’invitante zuppetta di fagioli.
La nostra guida Roberto è un personaggio straordinario, molto premuoroso e socievole, non so come fa ma riesce sempre a scavalcare le file, ad intromettersi da tutte le parti, sempre a vantaggio del proprio cliente. Mi ha parlato della sua vita da studente negli anni difficili della grande contestazione, come sia riuscito ad uscirne immune. Ha scelto il nome Roberto perché studiando italiano ha visto il film “La vita è bella” e si è innamorato di Roberto Benigni.Ho notato anche il suo grande rispetto per le persone anziane in difficoltà, a tutte ha sempre dato qualcosa.

01/03/2012
Questa mattina abbiamo lasciato Bagan per raggiungere Monywa. Il viaggio in auto anche se lungo è stato piacevole. Grazie al nuovo ponte sul fiume Irrawady, aperto da poco tempo, abbiamo raggiunto Pakokku abbastanza velocemente. Questa città del Myanmar centrale, è un importante centro agricolo e per la lavorazione del tabacco. Divenne famosa nel 2007 per la rivolta dei monaci, da qui infatti partirono poi tutte le altre manifestazioni. Durante il tragitto per Monywa abbiamo visitato diversi villaggi, sicuramente un altro mondo da Yangon. In strada ci sono moltissimi bambini e ragazzi, questo è dovuto all’inizio delle vacanze scolastiche che dureranno sino a Giugno. Bellissime anche le pagode visitate. Abbiamo fatto sosta per ammirare il Laykyun Setkyar, con i due grandi Budda, quello in piedi alto 127 metri e quello disteso poco più sotto di 90 metri, bellissimo anche tutto il complesso circostante. Vicino Monywa ci fermiamo per visitare la Thanboddhay Paya, un complesso bellissimo con dei colori affascinanti, al suo interno si trovano migliaia di Budda di tutte le dimensioni, ogni angolo, ogni anfratto è riempito con una statua di Budda. In questo luogo abbiamo visto pochissimi turisti occidentali, la maggior parte sono pellegrini. Abbiamo pranzato a Monywa in un ristorante per locali con carne di montone. E’ tardi e siamo stanchi, dopo aver fatto un giro al mercato andiamo al nostro Hotel, il Win Unity, un resort che sembra un villaggio, con tanti bungalow, ben curato ed in continua espansione. Verso sera usciremo per vedere la vita nel centro con un mercato serale molto attivo. Bella la Shwezigon Paya illuminata.

02/03/2012
La giornata di oggi sarà molto intensa, di primo mattino partiamo per le grotte di Pho Win Daung. La strada per arrivare attraversa una bellissima campagna dove possiamo ammirare le varie colture ed i modi con cui qui si lavorano i campi, un po’ come da noi 50 anni fa, ci sono pochissimi mezzi a motore per questi lavori, il più usato è la mucca, ce ne sono a centinaia.. Questo sito di templi è scavato nella montagna, tipo Angkor in Cambogia, nelle grotte si trovano delle belle raffigurazioni e statue di Budda, peccato che la manutenzione lasci molto a desiderare. In questo luogo, dove ho trovato pochissimi turisti, siamo accerchiati, causa scuole chiuse, da molti bambini che si rilevano subito molto simpatici ed interessati ai ai luoghi da dove proveniamo. Dedichiamo molto volentieri a loro un po’ del nostro tempo. Continuiamo poi il nostro viaggio, lungo e sotto un caldo torrido verso Sagaing. E’ questa una cittadina piena di spiritualità, ci sono circa 500 stupe e moltissimi monasteri, in pratica la collina è solo monasteri, sia maschili che femminili. Dopo aver fatto un giro sulla collina, con il suo splendido panorama ed aver visitato la grande Pagoda, ci dirigiamo verso la nostra meta, il monastero di educazione scolastica Aung Myae Oo. Arrivarci non è stato facile, ci siamo addentrati in un labirinto di stradine polverose con fogne a cielo aperto, maiali e cani che giravano liberamente, veramente la faccia buia della luna, la faccia del Myanmar che nessuno vede. Questo monastero accoglie 1360 studenti, in gran parte orfani o provenienti da famiglie disadattate, gli insegnanti attualmente sono 35. Appena arrivati veniamo accolti da una miriade di Monachelli Purtroppo mi rendo conto che la maggior parte di questi hanno problemi dermatologici, per lo più sulla testa e malattie agli occhi, dovute sicuramente al vento alla polvere che in queste zone è abbastanza frequente. Mi rendo conto che le medicine portate serviranno a poco, la fornitura è per la cura di un mese per soli 16 ragazzi, una goccia nell’oceano. Comunque vedremo i risultati e poi in collaborazione con i medici di Genova e con qualche buon volontario che si recherà in quelle zone, cercheremo di inviare altre forniture. Abbiamo perso un po’ di tempo a spiegare ad una infermiera volontaria il modo di somministrazione, la traduzione non è stata facile. Il capo monaco ringraziandoci ci ha salutato non prima di aver fatto una foto ricordo con un gruppo di questi ragazzi. E’ già tardi quando arriviamo a Mandalay nel nostro Hotel, il Mandalay Hill Resor, bellissimo, nella hall siamo accolti dagli sguardi incuriositi di molte persone vestite in maniera elegante, noi che arriviamo ricoperti di polvere e con l’infradito ed i piedi neri come la pece, ci sentiamo un po’ fuori luogo. In pochi minuti siamo passati dalla faccia nera della luna a quella luminosa, proprio come splende stasera nel cielo di Mandalay.

03/03/2012
Ci alziamo per la colazione abbastanza presto,la sala delle colazioni è molto bella e ricca di ogni leccornia, la gente si avventa sulle varie portate come avvoltoi, per me non c’è differenza, io prendo il solito tè, con una fetta di pane e marmellata. Roberto dice che Mandalay è il posto più caldo della Birmania, quindi partiamo per l’escursione in pantaloncini corti maglietta e le solite infradito. Visitiamo in mattinata il mercato alimentare, veramente molto particolare e caotico. Ci rechiamo poi alla grande pagoda dove ci sono molte feste di iniziazione, che io paragono un po’ alla festa della nostra prima comunione, solo che qui si fa tutto in grande ed in maniera molto folcloristica. Ammiriamo questo spettacolo ed il Budda d’oro che tutte le mattine un monaco lava completamente, gli lava persino i denti. Abbiamo poi proseguito sotto un cielo nuvoloso e temperatura mite verso Amarapura dove ci sono innumerevoli monasteri e dove il turista va prevalentemente per vedere il pranzo di Mezzogiorno dei monaci. Altra attrazione di Amarapura è il famoso ponte pedonale, completamente in legno di tec, denominato U Bein’s Bridge, vecchio di 140 anni resiste ancora ed attraversa il lago Taungthaman. Purtoppo non abbiamo visto il tramonto perché cosa rarissima di questi tempi è iniziato a piovere e la temperatura è scesa da 40 a 19 gradi, alla grazia della città più calda del Myanmar. Fradici, infreddoliti e sporchi siamo rientrati al nostro Hotel, ed abbiamo attraversato la Hall affollata dai soli ti fighetti. Questa volta ci siamo fermati per un drink offerto dall’hotel.

04/03/2012
Alle 6 sono sceso in sala colazioni per il mio solito tè, non c’era quasi nessuno mi sono seduto e quando ho alzato la testa mi sono reso conto di chi avevo seduta al tavolo di fronte, era, come la chiamano qui “La Signora”, si proprio lei Aung San Su Kyi , arrivata il giorno prima a Mandalay per la campagna elettorale per le votazioni di Aprile. I nostri sguardi si incrociano, mi sorride e mi sento un po’ in imbarazzo con le mie solite infradito. Finita la colazione lei si alza mi passa vicino e si ferma, a quel punto mi alzo e lei mi saluta stringendomi la mano e dicendo “ciao bello Italia”. Mi lascia di sasso, come avrà fatto a capire che sono italiano (forse perché non mangio il riso fritto a colazione). La giornata è iniziata nel migliore dei modi, ed è tornato un bel caldo sole.
Dopo aver visitato una bella pagoda vicino l’hotel, io comunque di pagode non ne posso più, siamo partiti per quella che sarà una delle più belle escursioni, Mingun. Risalimo il fiume su una barca privata ed in un’ora raggiungiamo la nostra meta. La navigazione sul fiume è stata bella ed interessante. Mingun mi è piaciuta mlto, me l’aspettavo proprio così. Questo luogo è sede di alcune pagode molto interessanti. Una delle attrazioni principali è la Myngun Paya, una gigantesca costruzione mai terminata, dalla cui sommità si gode uno spettacolo unico, vi avverto che la salita non è agevole, specialmente l’ultimo tratto. Personalmente la cosa che più ho ammirato è la Hisimbyume paya, la pagoda dalle 7 terrazze bianche e curvilinee. A poca distanza si trova la Mingun Bell, una gigantesca campana, attenzione ad entratre sotto la campana, perché se qualcuno da fuori vi batte il martello ne uscirete completamentei rintronati.
Nel pomeriggio rientarti a Mandalay abbiamo attraversato il fiume per la visita di Inwa (Ava). Questo luogo circondato da diversi fiumi, è una zona che in genere si visita in calesse, ci sono alcuni stupa interessanti, ma la parte che più mi è piaciuta è la vita rurale, durante il giro in calesse si apprezza la vita contadina di questo villaggio. Qui ci sono molti venditori ambulanti che vi assaliranno sia prma di prendere la barca che quando avete attraversato il fiume. In serata tornati a Mandalay, siamo saliti sulla collina proprio sopra il nostro Hotel, per ammirare uno splendido tramonto.

05/03/2012
Di prima mattina siamo partiti per il nuovissimo aeroporto internazionale di Mandalay, che si raggiunge in un’ora attraverso la nuova autostrada, sulla quale transitano anche carretti mucche e poche auto. L’aeroporto, nuovissimo, è comunque un’oasi nel deserto, ci sono pochissime persone, ci fanno scalo solo i voli nazionali. Dopo circa un’ora di volo atteriamo ad Heho e da lì prendiamo la strada per Pyndaya. Attraversiamo pinete, alberi che sono stati messi al tempo degli inglesi e che i birmani, hanno quasi tagliato completamente. Il difetto di questo popolo è proprio quello di tagliare tutto quello che può essere combustibile, facendo così stanno distruggendo questo grande tesoro che hanno. Il paesaggio che attraversiamo è comunque bellissimo, anche se le strade sono veramente al limite della transitabilità. Pindaya è famosa per la grotta Shew Oo Min, un insieme di grotte comunicanti piene di Budda dorati, sono circa 8000, veramente uno spettacolo. Nei pressi di Nyaungshwe visitiamo un monastero di cui non ricordo il nome, è proprio sulla strada, tutto in legno di tec con le finestre ovali, dalle quali si intravedono giovani monaci che studiano. Nyahngshwe è un centro frequentato da molti viaggiatori zaino in spalla, da qui partono le barche per il lago Inle. Percorriamo il suo canale con una tipica barca, ed in circa 30 minuti siamo nelle placide acque del lago Inle, qui l’atmosfera è tutta particolare, sembra di essere in un altro mondo. Il nostro resort è il Myanmar Treasure Resort, e si trova appena entrati nel lago sulla sinistra. A circa 100 metri dal resort vengono spenti i motori della barca, sale un barcaiolo che con la tipica remata con la gamba, in un silenzio surreale, ci porta a destinazione. Location molto bella con tanti bungalow in mezzo al lago e collegati tra loro e con la recemptio mediante dei comodi pontili. Ceniamo in hotel e chiaramente i prezzi sono più alti, ma non si può fare diversamente.

06/03/2012
Oggi abbiamo effettuato la visita del lago, siamo partiti dalla parte nord dove è il nostro Hotel e siamo arrivati nella parte sud per la sosta ad un fantastico mercato. La visita è continuata tra i vari canali del lago, visitando i vari villaggi e le botteghe artigianali che vi si trovano, bella anche la passeggiata nel villaggio della foresta di bambù. Al ritono sosta in una bottega dove si potevano vedere le donne giraffa, roba per turisti, una bufala come lo è il monastero dei gatti che saltano. Tornato in Hotel, dalla terrazza del mio bungalow mi sono goduto lo spettacolo del tramonto sul lago.

07/03/2012 Ultimo giorno sul lago, oggi abbiamo l’escursione sull’altopiano Shan. Partiamo di buon mattino, ed iniziamo a salire verso Taunggi, capoluogo amministrativo e fulcro commerciale dello stato Shan. Qui si vede subito che il tenore di vita è più elevato, e ci sono molti cinesi, le strade sono più belle e ci sono un sacco di negozi. Questo centro è famoso per la festa della mongolfiera, festa che cade tra Ottobre e Novembre. Prima di arrivare a Taunggi, visitiamo una cantina, dove un tedesco anni fa impiantò delle vigne che danno un ottimo vino. Come altitudine siamo sui 1100 metri. Proseguiamo poi per Kakku, un sito archeologico di grande fascino con più di 2.000 stupa nello stato semi-autonomo Shan. Questi è territorio storicamente ribelle, con forte autonomia e minoranze etniche, da sempre coinvolto nel traffico della droga del cosiddetto triangolo d’oro. Il suo leader è stato per anni il celeberrimo Khun Sa. Ora, ha una sua milizia autonoma e un presidente-sovrano che detta regole diverse rispetto al Governo centrale – niente tasse sulla terra per i contadini e sue leggi precise in base ad accordi stipulati negli anni ’90. È anche terra di contrabbando, traffico d’oppio e pietre preziose. L’esercito e la polizia birmani non vi entrano e per andare bisogna ingaggiare una guida locale. Questo territorio è stato aperto da poco al turismo, ma qui di turisti ne arrivano pochissimi. Noi abbiamo avuto una come guida locale una ragazza molto simpatica, dal nome impossibile, ci ha accompagnato con il classico vestito della tribù Paho, completamente nero con il classico copricapo. Il sito è davvero molto bello e suggestivo, con stupa antichi e decorati diversamente. Quando siamo andati noi, si celebrava la grande festa dei Pah-O, che si accavallava con quella della luna piena. E’ veramente un luogo incantato cone le migliaia di campanelle sulle pagode che grazie al vento suonano in continuazione, consiglio a tutti questa esperienza che si può fare anche a piedi partando dal lago Inle con un trekking di 8 ore. Bello vedere anche le coltivazioni di queste terre, basate sulla coltura dell’aglio e della cipolla. In serata torniamo sul lago giusto in tempo per il tramonto visto direttamente dal lago.

08/03/2012 – 15/03/2012
Sveglia alle 5 e trasferimento all’aeroporto di Heho per volare a Ngapali (Napalì). In pratica termina qui il nostro tour, staremo adesso alcuni giorni al mare. Salutiamo il mitico Roberto che ritroveremo tra una settimana a Yangon.
Volo regolare sempre con la compagnia Air-Bagan, ed alle 10,30 siamo già nel nostro meraviglioso bungalow, proprio sulla spiaggia del Silver Beach Resort, che si trova all’inizio della lunga spiaggia di Ngapali. Il complesso è bellissimo in un giardino tropicale curatissimo. In un primo momento avevo deciso di soggiornare al più figo Amata, ma causa l’opzione che hanno i vari tour operator europei, ho optato per il Silver, ed a bocce ferme debbo riconoscere che mai scelta fu più azzeccata. A Ngapali non vi aspettate vita mondana, in questo posto si va per la bella spiaggia, un bel mare, anche se non c’è reff, per riposarsi e rilassarsi e per mangiare dell’ottimo pesce. Noi abbiamo trascorso questa settimana proprio in questa maniera e facendo dei giri in bicicletta visitando i vari villaggi. Abbiamo trovato anche un grande amico, un simpatico cane meticcio che ho ribattezzato Burma. Da quando siamo arrivati non ci ha lasciato un attimo, persino la notte dormiva sulla veranda del bungalow, naturalmente mia moglie pensava a rifocillarlo. Proprio fuori dal resort, sulla strada, ci sono diversi ristorantini, ne abbiamo provati alcuni, ma poi abbiamo fatto tappa fissa all’ Htay – Htays, si mangia divinamente e si spende pochissimo. Menù chiaramente a base di pesce cotto alla griglia. Ne ho mangiato di tutti i tipi, doverosamente al naturale, senza le loro salse, di cui onestamente ne avevo fin sopra i pochi capelli che ho.

15/03/2012
Giorno della partenza, ormai questa vacanza è giunta alla fine, Burma ci accompagna sino alla reception ed aspetta che saliamo sul pulmino, dal suo sguardo credo che abbia capito che non ci vedrà più, siamo dispiaciuti e questa situazione la capisce anche lo staff del Silver beach che ci saluta quando partiamo. In 10 minuti raggiungiamo l’aeroporto di Tendwe, aspettiamo in silenzio il nostro aereo e poco dopo decolliamo per Yangon. Ad attenderci ci sono Roberto e Teo e come sempre riescono ad intrufolarsi ed a farci saltare la fila, poco dopo siamo in centro, al Savoy Hotel.
Nel pomeriggio Roberto ci ha accompagnato a fare un ultimo giro in città, niente Pagode però, solo i vari mercatini e l’animato centro. Visitiamo anche un nuovissimo centro commerciale a più piani, dove ci sono molti negozi, che come dice Roberto sono solo per ricchi. Mentre fuori c’è chi suda e fatica, chi mendica per un dollaro, dentro si vede la gente bene di Yangon, ragazzi con vestiti all’ultima moda, con cellulari ultima generazine, con tagli di capelli strani e colorati. Ci sono sale giochi dove vedo spendere da questi ragazzi migliaia di Kyat di cui sono pieni i loro portafogli. Qui si notano bene le due facce della luna. Nel pomeriggio ci rechiamo nella Cattedrale Santa Maria di Yangon, per un appuntamento che avevamo con l’Arcivescovo Charles Bo. La Cattedrale è grandissima e molto bella, facciamo con Mons. Bo una breve e cordiale chiacchierata, ci dice che le bellissime vetrate sono state rifatte completamente da una ditta Thailandese dopo che lo stesso complesso era stato danneggiato dall’ultimo ciclone, cosi come era stata ristrutturata tutta la Cattedrale. Visitiamo il grande oratorio, pulitissimo e ben tenuto, dove in quel momento c’erano molti ragazzi. L’impressione è che comunque se la passino bene. Lasciamo l’Arcivescovo ai suoi impegni Quaresimali e rientriamo in Hotel.

16/03/2012
Giorno della partenza, rimaniamo in hotel tutta la mattina e prepariamo i bagagli, siamo più di 10 Kg oltre il peso consentito e prevedo che dovrò sborsare un bel po’ di dollari come mi è già successo in alcuni viaggi degli anni passati, la colpa naturalmente è sempre di mia moglie. Alle 13 con Roberto andiamo in centro a pranzo da Ciao Pizzeria, era proprio quello che ci voleva, mi faccio anche le mie ultime bocce di Myanmar bear, secondo me la birra più buona del sud est asiatico. Ci trasferiamo poi in aeroporto, i bagagli grazie a Teo passano regolarmente. E’ giunto il momento dei saluti, siamo tutti emozionati, Teo e Roberto si sincerano che sia andato tutto bene, se siamo rimasti soddisfatti e poi una stretta di mano e via. Saliamo la scala che ci porta al primo piano, quello delle partenze, non mi giro indietro a guardare, mi sono ripromesso di non farlo mai ed anche questa volta riesco a tenere duro. Il volo della Bangkok Air lascia il suolo Birmano regolarmente, ci attende un lungo viaggio, nel cielo la luna ha una faccia luminosissima, anche se ha iniziato la fase calante e sembra sorriderci, speriamo sia pronta ad ospitare tutto il popolo Birmano, anche quello che in questo momente si trova sull’altra faccia.
P.S.
Il Myanmar mi è rimasto addosso, più di qualsiasi altro paese, consiglio tutti a visitarlo.

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