L’isola dell’isola: San Pietro e le spiagge da sogno del Sarrabus

Due settimane fra spiagge, colori, profumi, sapori, sensazioni tra San Pietro ed il Sarrabus

Sud della Sardegna: dall’isola di S. Pietro a ovest, a Castiadas ad est. Se si tracciasse una linea immaginaria, un centinaio di km separerebbero questi luoghi così diversi, accomunati però dalla bellezza di un mare la cui limpidezza non ha nulla da invidiare a nessuna altra parte al mondo.
ISOLA DI S. PIETRO: uno spicchio di Liguria trapiantato in Sardegna. Quest’isola ha vissuto una storia propria, particolare, avulsa dall’isola madre. Vicinissima, ma per certi versi così lontana. Carloforte ne è l’essenza e passeggiando per le sue strade, a poco a poco ne confida le proprie tradizioni. Il suono di quella lingua, che non ti aspetteresti mai di udire lì. Il bagliore di corso Tagliafico, di quando il sole verso il tramonto infiamma il suolo lastricato. I carruggi, laboriosi e brulicanti di attività la mattina, deserti il pomeriggio e rianimati la sera, dove piazza della Repubblica diventa il grande cuore pulsante dell’isola, con frotte di bimbi che sciamano e schiamazzano e vecchi placidamente seduti sotto i maestosi ficus che caratterizzano la piazza. Le facciate delle case color pastello, i balconi di ferro battuto ed i panni stesi ad asciugare.
CASTIADAS: posta tra Villasimius e Costa Rei. In pratica un paese vero e proprio non esiste. Castiadas sono quattro località abbastanza distanti tra loro, che compongono il territorio comunale. Sparuti agglomerati di abitazioni che, sinceramente, sembrano... buttati lì.
Come la località Costa Rei, sita nel comune di Muravera. Un concentrato di villini ed esercizi commerciali che danno l’idea del... tutto nuovo ad uso e consumo del turismo estivo. Sia chiaro, nulla è brutto, ma tutto evidentemente inserito in un contesto urbano un po’ improvvisato, freddo.
Anche la famosa Villasimius. Residence, ville & villini, negozi, locali dove è evidente lo sforzo di assomigliare alle celebri località della Costa Smeralda, senza riuscirci. Ma abbandonati questi paesi, è un susseguirsi di spiagge, cale e calette una più bella dell’altra. Un mare cristallino al quale molto si può perdonare.L’isola di S. Pietro ha poche, piccole spiagge. Belle, ma ci vuole poco a riempirle.
LA BOBBA, stupenda, acqua bassa e trasparente. Un comodo posteggio (pagamento a offerta libera) è a pochi passi. La spiaggia è servita da un attrezzato bar con servizi.
LUCAISE è incastonata tra le rocce, ha pochissima sabbia ma una buona superficie di scogli piatti e levigati che permettono di stare decentemente comodi. Il mare è da urlo. Non c’è nessun bar nei paraggi. Posteggio ad offerta. Queste sono state le due spiagge che ci sono di gran lunga piaciute di più.
Bella anche la spiaggia di GIRIN, facilmente raggiungibile da un comodo posteggio situato poco sotto ad un chiosco bar.
La famosissima spiaggia di GUIDI a noi non ha fatto impazzire, forse anche a causa di un forte vento di scirocco che ne ha compromesso un po’ la fruibilità ed ha smorzato i colori del mare che, ci hanno detto, essere davvero superlativi. Il posteggio per le autovetture non è vicino come le altre spiagge. Vi è un chiosco, ma spesso chiuso.
LA CALETTA è la spiaggia più lunga dell’isola. Non ci ha entusiasmato, forse per la massiccia presenza di alghe e certamente per il lugubre incombere dei resti di un vero e proprio ecomostro, l’hotel Baia d’Argento un rudere fatiscente che purtroppo domina l’altura sopra la spiaggia. Per il resto l’isola è piacevole, si alternano zone aride a zone più verdi.
Le abitazioni, al di fuori del paese di Carloforte, sono sparse qua e là. Alcuni sentieri, specie nella zona nord-ovest nei pressi di Capo Sandalo, permettono agli amanti del trekking escursioni non particolarmente impegnative, completamente immersi nella macchia mediterranea. Ma è grazie alla classica gita in barca, circumnavigando l’isola che si rende più evidente quanto è ancora incontaminata questa costa e questo mare. La costa si alza, si abbassa, grotte, scogliere, piscine naturali, conformazioni rocciose a volte levigate, a volte frastagliate, dai colori cangianti. In alcuni tratti di queste impervie scogliere, nidifica il falco della regina e non è difficile avvistarlo.
Tre compagnie organizzano le escursioni in barca. Durano tutte tre ore, una partenza la mattina ed una al pomeriggio. Il costo è 20 € gli adulti, gratis i bambini.
All’estremità nord est dell’isola è ubicata la famosa tonnara di Carloforte, strategicamente sorta nei pressi del braccio di mare che divide l’isola di S. Pietro con la piccola Isola Piana, luogo tradizionale del passaggio dei tonni. Quei tonni che hanno fatto e fanno una delle ricchezze dell’isola. Vuoi per quantità, vuoi per la pregiatissima specie di tonno (Tonno Thinnus) che popola l’Atlantico ma che transita nel Mar Mediterraneo per riprodursi, per poi tornare nell’oceano. Da qui l’appellativo “tonno di corsa”. La tonnara è visitabile. La struttura è grande; i metodi di lavorazione del tonno sostanzialmente cambiati. Una parte della tonnara è ancora operativa, l’altra è tristemente lasciata all’abbandono, all’incuria. Perchè, ci si chiede. Perchè essendo proprietà privata, l’amministrazione pubblica (sembra) non potere intervenire. E gli attuali proprietari ben pensano ad incassare i proventi degli ingressi (10 € a persona) senza però apportare il più semplice intervento manutentivo.
Poi vi sono le Saline, dal 1990 non più attive, hanno costituito per ben oltre un secolo una delle ricchezze dell’isola. Piuttosto vaste in proporzione all’isola, ospitano una colonia di fenicotteri rosa oramai stanziali, oltre che ad altre interessanti specie d’uccelli. Se vi capita di cenare al ristorante da Andrea alla Tonnara non perdetevi lo splendido tramonto che dalla vetrata si gode sulle saline.
Nonostante le spiagge dell’isola di S. Pietro siano belle, le spiagge del SARRABUS lo sono mediamente ancora di più. Anche qui gli arenili più famosi sono affollati, ma sono anche molto più lunghi e ampi. Poi, la sensazione che si ha quando, dopo una settimana, si lascia l’isola di S. Pietro, è di averla conosciuta. La sensazione che ci pervade alla partenza da Castiadas è... ma quante altre spiagge meravigliose non sono riuscito a vedere? Eh sì, perchè ogni cala è un vero spettacolo e sono davvero tante, susseguendosi a pochi chilometri l’una dall’altra. Qui, lo spettacolo è il mare.
CALA PIRA: una scritta sopra ad un masso levigato che indica l’imbocco della strada sterrata dice: “Qui il paradiso”. Come non si può essere attratti da un segnale così eloquente? Infatti Cala Pira è piena di gente. Ma il mare sembra essere veramente di cristallo. Uno spettacolo. Sabbia bianca, candida. Naturalmente la spiaggia è servita da un bar.
PORTO GIUNCO: è un lunghissimo spiaggione dove riescono a convivere zone attrezzate con ombrelloni e spiaggia libera. Molto, molto bella anche se non come Cala Pira.
PUNTA MOLENTIS: altra spiaggia meravigliosa con mare da urlo, che però essendo meno estesa delle altre soffre di un affollamento che qui è forse più pesante che altrove. Data la gente, volete che manchi almeno un bar?
CALA SINZIAS: stupenda e lunga spiaggia con mare verde smeraldo. La caratteristica più apprezzata è che è stata di gran lunga la meno affollata delle altre “cugine” più famose. Sono tre/quattro le strade che, abbandonando la litoranea che collega Castiadas a Villasimius, conducono alla spiaggia. Purtroppo in prossimità di uno di questi bivi, a slanciarsi verso l’alto non sono i frondosi eucalipti così frequenti in questa zona, ma i cordoli di ferro che costituiscono l’armatura del cemento. Difatti vi è un bel cantiere aperto che sfornerà tra non molto un discreto numero di palazzine.
SCOGLIO DI PEPPINO: la Costa Rei inizia qui. Lo Scoglio di Peppino ne delimita infatti il confine a sud. Vi è un parcheggio a pagamento (3 € per l’intera giornata). Lasciando la bella spiaggia di S. GIUSTA sulla destra, un breve sentiero un po’ impervio conduce allo scoglio di Peppino. L’impatto è notevole, una volta usciti dalla collinetta ricoperta da macchia mediterranea ecco comparire davanti ai nostro occhi lo spettacolo. Un largo scoglio piatto, proteso una trentina di metri sul mare. Acqua bassa, spiaggia gialla. Putroppo (dico purtroppo per gli amanti delle spiagge libere e della tranquillità) poche decine di metri più in là iniziano le file di ombrelloni di un villaggio turistico, ma anche qui è talmente bello, che si può sopportare.Le sistemazioni: entrambe eccellenti, sebben con caratteristiche completamente diverse.
L’Hotel Paola, la nostra sistemazione all’isola di S. Pietro, ci ha fatto subito un’ottima impressione, appena arrivati in un limpido pomeriggio di sole. E’ una struttura con una trentina di camere, disposte in modo discreto, immerse in un bel giardino di fiori e piante mediterranee. Corbezzoli, mirto, capperi, pini e palme e tanti, tanti ibiscus rendevano il giardino un tripudio di colori e di profumi. La nostra faceva parte di un gruppo di stanze particolarmente ben ubicate, con un’ampia terrazza ombreggiata da palme e olivi, colorata da tanti vasi di fiori sparsi qua e là e, voilà, sullo sfondo il mare! Anche la sala ristorante era con vista mare: un luogo di cui era difficile non innamorarsi a prima vista!
Come, invece, sarebbe stato difficilissimo innamorarsi a prima vista della successiva nostra sistemazione, a Castiadas. Venivamo da un giardino, siamo capitati in questi un po’ anonimi bungalows di campagna; un luogo che al primo impatto ci è sembrato addirittura un po’ squallido! E’ stata solo la prima impressione, poi l’agriturismo Gli Ulivi si è rivelato in tutta la sua personalità. La vera anima di questo luogo si manifestava... a tavola, dove tutti gli ospiti erano disposti in un unico tavolone, dove si gustavano ottimi piatti e dove ci si conosceva, si conversava. Si pensi solo che la maggior parte dei clienti non era la prima volta che soggiornava qui. E questo la dice lunga sulla positività del luogo. Anche Mario e Teresa, i proprietari, si sedevano alla stessa tavola dei loro ospiti. Tutto in nome della convivialità. I bimbi potevano giocare liberi nel grande prato di fronte alla sala da pranzo, gli adulti potevano conversare amabilmente per tutta la sera. Abbiamo veramente goduto di questa situazione di socialità & buona cucina, tutta concentrata nel rito quotidiano della cena.Carloforte = tradizione. La cucina ne è un componente rilevante. Il punto d’incontro tra cucina ligure, tunisina e sarda. Diversi sono i ristoranti, alcuni con chef di fama nazionale e... con conti di pari importanza! Per fortuna vi è anche una fascia di locali a prezzi medi, dove è possibile gustare vere e proprie prelibatezze.
E i piatti? Molti naturalmente a base di pesce, ma vorrei ricordare i più famosi, i cui nomi (e ingredienti) evocano l’intreccio delle culture ligure, tunisina e sarda.
* I cassulli: pasta fatta in casa la cui foggia ricorda i gnocchetti sardi, ma condita con sughi a base di pesto.
* A cappunadda: a base di tonno sott’olio, tonno salato, pomodoro, gallette ammorbidite, basilico, olio e maggiorana.
* A bobba, minestra di fave.
* Il cascas: (che non è altro che il cous-cous nordafricano).
* E poi l’immancabile tonno alla carlofortina, cioè tonno fritto, ripassato in padella con aglio, salsa di pomodoro, vino bianco e alloro.
Siamo stati più che soddisfatti di tutti i ristoranti, a parte uno (pessimo) che non menziono. Cito invece l’Osteria della Tonnara situato all’estremità sud della Marina di Carloforte (Corso dei Battellieri, 36). Oltre a squisiti piatti carlofortini, dalle vetrate che danno sul retro è possibile ammirare uno splendido tramonto sulle saline.
All’estremità opposta della Marina (Corso Cavour, 67) si trova l’Hostaria Escopazzo. Ambiente completamente diverso, molto alla buona, non vi è menù fisso, viene proposto il pescato del giorno. Sublime.
Nel centro storico segnalo A’ Galaia (via Don Segni, 36), locale molto carino, con gli interni in pieno stile carlofortino e La Cantina (via Gramsci, 34), minuscolo locale alla buona, con cinque o sei tavoli e ottima cucina.
A Castiadas eravamo ospiti in un agriturismo. Ogni sera non semplici cene ma veri e propri cenoni, ottimi in qualità ed abbondanza, della durata media di un paio d’ore. Menù di mare, menù di terra, e sempre numerose portate innaffiate da buon vino locale e, a finire, dall’immancabile mirto e filu ferru. Non ci è proprio venuto in mente di provare altro!Siamo andati con la SNAV; traghetto Civitavecchia - Olbia (partenza giovedì 3 luglio ritorno venerdì 18 luglio. 287 € A/R due adulti e una bambina, cabina e autovettura). Abbiamo optato per la tratta Civitavecchia - Olbia e non Cagliari, per convenienza economica e per coincidenza di orari. Di fatto, percorrendo la superstrada Carlo Felice, che è veloce e poco trafficata, non ci abbiamo impiegato molto a raggiungere la meta. Al ritorno, partendo da Castiadas, abbiamo accettato il consiglio di fare un percorso diverso. Non è stata una buona idea, in quanto sebbene chilometricamente più breve, si è rivelata tremendamente più lenta.
Traghetti per Carloforte: da Portoscuso 25 €; da Calasetta (isola di S. Antioco), 20 €. Due adulti, una bambina + auto. Buona la frequenza: dalla mattina alle 07:00 alla sera dopo le 20:00 ve ne è uno ogni 90 minuti circa.

Un commento in “L’isola dell’isola: San Pietro e le spiagge da sogno del Sarrabus
  1. Avatar commento
    Sea
    31/01/2009 16:26

    Uoooo complimenti per l'ottima recensione e le splendide foto. Hotel Paola deve essere meraviglioso; dal loro sito internet promette bene. Del territorio del Sulcis non hai fatto alcuna tappa? Ciao

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