L'incredibile Pietra di Bismantova

Lo spettacolare monolito dell’Appennino Reggiano è l’occasione per visitare una regione ospitale e ricca di bellezze

“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,
montasi su Bismantova in cacume
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli…”

Così Dante, nel IV canto del Purgatorio, cita la Pietra di Bismantova. Sembra che il sommo poeta sia salito sulla sua sommità (cacume), dalle quale riscontrò che dalle ripide pareti si poteva scendere solo volando (qui convien ch’om voli); secondo alcune fonti, la forma della montagna gli ispirò la struttura del Monte del Purgatorio.

Lasciando da parte gli afflati poetici, la “Pedra”, come è familiarmente chiamata dagli abitanti, è una inconfondibile formazione geologica di arenarie calcaree dell'Appennino Reggiano a tre chilometri da Castelnovo ne' Monti, in provincia di Reggio Emilia. Visibile da grande distanza grazie al suo isolamento, si presenta come uno stretto altopiano dalle pareti scoscese, che può ricordare Ayers Rock in Australia, i tepuys del Venezuela o - approssimativamente e in dimensioni minori - il Gruppo di Sella nelle Dolomiti e il massiccio dello Sciliar sull’Alpe di Siusi.
Alcune misure: lunga circa 1 chilometro, larga 240 metri e alta 200 rispetto alla piana circostante, la sua sommità raggiunge i 1047 metri sul livello del mare.
Riguardo all’etimologia, come è ovvio la città di Mantova non c’entra: fra le tante ipotesi, quella ritenuta più probabile fa riferimento al toponimo di origine bizantina oysàmbaton che significa "difficile da raggiungere". Come spesso accade, nel corso dei secoli il nome è passato per successive deformazioni - soprattutto oralmente - fino alla forma attuale.
L’isolamento del luogo e la strana forma della montagna dovettero trasmettere fin dall’antichità un senso di rispetto, mistero e sacralità ispirando la preghiera e la meditazione: ne è riprova il suggestivo Eremo dei Benedettini edificato al riparo di una vasta cavità ai piedi della Pietra e in parte scavato nella roccia stessa, al cui interno sono ancora visibili affreschi quattrocenteschi.
Vista la quantità di spunti di interesse dell’area, è consigliata una permanenza di un paio di giorni, anche come occasione per approfittare dell’ospitalità della Foresteria San Benedetto, strategicamente ubicata proprio ai piedi della Pietra: il bell’edificio in pietra a vista dispone di 24 posti letto e una gustosa cucina nella quale eccellono piatti della tradizione locale come diversi tipi di tortelli e lo gnocco fritto.

A integrazione di questo articolo e delle fotografie allegate, si consiglia il relativo video: clicca QUI per vederlo.

Da non perdere

LA SALITA ALLA SOMMITÀ DELLA “PEDRA”
Vista dal basso, la Pietra dà l’impressione di essere inespugnabile senza attrezzatura alpinistica: invece esiste un facile sentiero di salita, accessibile a tutti anche se è bene calzare scarpe con suola robusta, che consente di raggiungere la cima in meno di mezz’ora. L’escursione parte dal parcheggio piazzale Dante (m. 872, subito sotto la Foresteria), dal quale si sale in breve all’Eremo: da qui ci si immette sul sentiero CAI 697 che contorna la base della parete rocciosa, in un’alternanza di tratti in sottobosco, massi di frana e ampie vedute sul fondovalle. Nella parte conclusiva ci si inoltra in un’area boschiva più fitta fino al ripido ma breve strappo finale intagliato nella roccia e agevolato da una corda: niente di esposto o che impensierisca, più che altro una sicurezza in più sul terreno spesso scivoloso.
Il pianoro sommitale si apre all’improvviso e presenta un habitat sorprendente: alla severità delle pareti rocciose che contornano la Pietra, si contrappone un altopiano pianeggiante in massima parte a prato di graminacee un tempo adibito a pascolo e parzialmente boschivo, principalmente di noccioli, carpini, roverelle e rose selvatiche.
Nelle fenditure delle rocce si fanno largo cespugli di profumatissimo timo, mentre il prato è ingentilito in questa stagione (metà maggio) da una coloratissima fioritura.
Il pianoro, meta gradita di picnic nella bella stagione, merita di essere percorso in lungo e in largo ma soprattutto lungo i suoi bordi (tenere d’occhio i bambini!) per l’infinità di scorci panoramici che si possono ammirare fra le quinte rocciose che precipitano a valle.

ALTRE ATTIVITÀ E LUOGHI DI INTERESSE
* Oltre che per la semplice gita descritta, la Pietra è palestra per molte altre attività, quali l'arrampicata su una quantità di vie di salita, la Ferrata degli Alpini e il bouldering, vale a dire l'arrampicata sui numerosi grossi massi di varie forme e dimensioni disseminati alla base delle pareti.
* Il paese di Castelnovo ne’ Monti, pur senza offrire grosse eminenze storico-architettoniche, ha una sua gradevolezza per la tranquillità e la buona qualità di vita che vi si percepisce. Siamo nel cuore delle zone di produzione di eccellenze universalmente note quali il Parmigiano Reggiano, gli affettati e il Lambrusco: prodotti che possono essere acquistati a prezzi convenienti in diversi spacci nel paese e dintorni.
* Nell’Appennino Reggiano sono presenti tre stazioni sciistiche attrezzate anche di campi scuola: Febbio, Cerreto Laghi e Ventasso. Quest’ultima è impreziosita, ai piedi del monte omonimo, dal suggestivo Lago di Calamone: clicca QUI per il relativo video.
* Per gli appassionati di equitazione, è stata tracciata l’Ippovia dell’Appennino Reggiano, un itinerario percorribile a cavallo da Compiano al Passo di Lagastrello, che passa anche alla base della Pietra di Bismantova.

Ringrazio Claudio Zannini per alcune foto gentilmente concesse (sono quelle con il logo ZC in basso a destra).

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