È il resoconto di un viaggio di una decina di giorni effettuato all’inizio di maggio, intrapreso per scoprire un’Austria che non fosse quella delle mete quasi obbligate come Vienna (alla quale abbiamo peraltro dedicato alcune giornate), Salisburgo o le più note località di soggiorno montano.
L’approfondimento di un Paese al di fuori delle città e regioni più frequentate dal grosso turismo è sempre stimolante e riserva spesso gradevoli sorprese.
Come spostarsi
Ci siamo serviti del treno, sia per il viaggio da Genova che per gli spostamenti interni.
Esistono due comode relazioni, una giornaliera e una notturna, che congiungono Venezia (via Tarvisio) con Vienna in circa otto ore, e due in senso opposto per il ritorno.
Oltre ad essere in tono con quello “slow travel” che prediligo e del quale ho già parlato in altri articoli, il servizio ferroviario austriaco è molto affidabile, grazie a una rete diffusa capillarmente sul territorio, alla puntualità dei convogli, al buon stato di mantenimento e alla pulizia del materiale rotabile. Fattore non secondario, i panorami che si godono dal finestrino sono dovunque di prim’ordine.
Tra i piccoli centri, un’ottima alternativa al treno è data dalle corriere delle autolinee postali.
Molto buoni i servizi urbani: Vienna è servita da una metropolitana molto efficiente (le stazioni sono indicate con la lettera U che sta per U-bahn) e da una rete di superficie di autobus e tram. Graz, più piccola e raccolta, è percorsa da tram e da una funicolare che porta sul colle che sovrasta la città.
Un aspetto che colpisce noi italiani è il ritmo mai frenetico tenuto da viaggiatori e conducenti: alle fermate la vettura si arresta, si lasciano scendere i passeggeri tenendosi a distanza dalle porte, poi si sale con calma, il conduttore si guarda attorno e, solo quando ha controllato l’arrivo di eventuali ritardatari, chiude le portiere e mette in moto. Quasi come da noi…
Sulle scale mobili, piuttosto veloci, può capitare di essere cortesemente invitati a tenersi sulla destra del gradino per lasciare libero il sorpasso a sinistra da parte dei frettolosi.
Dove alloggiare
L’offerta alberghiera dell’Austria è di livello eccellente e fa onore a una secolare tradizione di ospitalità. Salvo poche eccezioni, anche le più modeste gasthaus di paese garantiscono un elevato standard di conforto e pulizia; una buona risorsa consiste anche nelle zimmer, le camere in affitto molto diffuse nel mondo germanico, spesso corredate da colazioni sostanziose.
Per chi vuole trattarsi proprio bene, non mancano gli alberghi di fascino. Una possibilità interessante è infine l’organizzazione “L’Austria per l’Italia”, un consorzio di un centinaio di strutture tra le 3 e le 5 stelle nelle quali si parla italiano (tel. verde 800821189).
** A Vienna abbiamo alloggiato nella centralissima Pension Geissler, Postgasse 14, tel. 0043-15332803, stazione metro Schwedenplatz. L’attuale prezzo di una doppia dovrebbe essere sui 70 €.
** A Graz nella Pension Rückert, Rückertgasse 4, tel. 0043-31632303, a pochi minuti dal centro. La doppia 60 €.
** A Sankt Veit an der Glan in una zimmer, modesta ma pulita e confortevole.
In cucina
Essendo stata per secoli al centro di un grande Impero, l’Austria ha assimilato elementi da un’area molto vasta anche per quanto riguarda la cucina.
La colazione è sempre abbondante e molto assortita. Il pranzo tipo è sempre aperto da una minestra (suppe) e seguito da un piatto robusto, per lo più di carne. Universalmente nota è la wiener schnitzel, la cotoletta impanata analoga alla nostra milanese: anche se non sempre lo chiedono, specificare se la si preferisce di vitello (kalb) o maiale (schwein). Molto gustoso il gulasch, meno piccante rispetto a quello ceco o ungherese. Tra i pesci, prevalgono quelli di acqua dolce, quali la trota (forelle) e il salmone (lachs).
Ma il vero fiore all’occhiello della gastronomia austriaca sta nei dolci: nomi quali Sachertorte e Strudel non richiedono spiegazioni, ma è anche piacevole scoprire la grande varietà di torte farcite e di specialità locali.
La bevanda di gran lunga più consumata a pasto è la birra, che presenta numerose marche nazionali non inferiori a quelle tedesche. I vini, che hanno buone produzioni ma di gradazione piuttosto bassa e quindi da bere giovani, sono spesso la bevanda da gustare dopo cena in compagnia nelle tipiche weinstube.
Itinerario
Abbiamo dedicato quattro giorni a Vienna, un giorno a un itinerario “fuori porta” completato con una crociera sul Danubio, uno a Graz e tre ad alcuni pittoreschi centri della Carinzia, a poche decine di chilometri dalla frontiera italiana di Tarvisio.
Da non perdere
VIENNA E DINTORNI
A poche altre città al mondo credo che si addica in misura così calzante l’aggettivo “monumentale”. Le strade, le piazze, i palazzi storici, le chiese sono di tali dimensioni da far pensare di essere stati progettati e costruiti per uomini alti tre metri. Fu una definizione che mi venne spontanea quando, un po’ d’anni fa, sostammo in città un giorno e mezzo prima di iniziare un viaggio attraverso la Repubblica Ceca; e anche durante questa visita più prolungata confermo quella bizzarra sensazione.
È un aspetto che non riesco a vedere disgiunto da un senso di freddezza e, mentre per altre capitali europee quali Parigi, Praga, Madrid, Lisbona o Amsterdam ho tuttora viva un po’ di nostalgia e il desiderio di tornare, non è la stessa cosa per la capitale austriaca.
Si tratta, lo voglio sottolineare, di un’opinione del tutto personale che non vuole essere scoraggiante per chi magari si sia messo a leggere queste righe con l’intenzione di recarvisi; dico anzi che Vienna è una città magnifica, ricca di attrazioni per tutti i gusti e in grado di garantire un soggiorno indimenticabile. Anche l’atmosfera che pervade le strade del centro storico e i locali di ritrovo è molto coinvolgente e la gente è di solito socievole.
Non è quindi questo mio giudizio “tiepido” che mi spinge a non fare un approfondimento delle sue numerosissime attrattive. Ne indicherò alcune per sommi capi, rimandandovi per i dettagli alle numerose guide turistiche in commercio che possono svolgere il compito molto meglio di me.
Cominciamo però dall’esigenza più pratica, quella dell’alloggio: la risolviamo in maniera soddisfacente tramite l’ufficio di prenotazione alberghiera della Südbahnhof (la stazione di arrivo dei treni provenienti dall’Italia), che ci fissa quattro pernottamenti alla Pension Geissler, una guest-house che occupa due piani di un edificio ubicato cinque minuti a piedi dalla cattedrale di Santo Stefano. Ci troviamo a metà strada tra la zona pedonale e il Danubio, in un reticolato di stradine sulle quali si susseguono ristorantini e birrerie popolari, nel quale graviteremo in prevalenza per le quattro cene che consumeremo in città. Non indico nessun locale in particolare, sono tutti buoni e non cari.
La quasi totalità delle attrattive cittadine è compresa all’interno del viale ad anello detto Ring, ad eccezione dello Schönbrunn e del Prater, rispettivamente a sud-ovest e ad est del centro, peraltro comodamente raggiungibili con la metropolitana.
Sono assolutamente da non perdere:
STEPHANSDOM – La cattedrale di Santo Stefano è uno dei maggiori capolavori del gotico europeo, splendida sia all’esterno che all’interno. La piazza antistante è uno degli spazi di aggregazioni più graditi da viennesi e turisti, dal quale si diramano le due ampie direttrici che sono il cuore della zona pedonale: verso sud la Karntner Strasse, che porta al Teatro dell’Opera, e verso nord-ovest il Graben, vivacissima piazza molto allungata brulicante di locali e negozi che ricalca il fossato di epoca romana.
HOFBURG – L’immenso Palazzo Imperiale è il complesso che in maggior misura trasmette il senso della monumentalità cui accennavo. Si tratta di una vera e propria città nella città, un insieme di giardini, reggia, appartamenti reali, musei, biblioteca, nonché l’arcinota Scuola Spagnola di Equitazione (Spanische Hofreitschule), nella quale si può assistere ai famosi spettacoli di esercizi a cavallo. L’intera visita del Hofburg richiede molto tempo, quindi consiglio a chi non possa (o non voglia) dedicarvi un’intera giornata di consultare la mappa del sito e scegliere che cosa vedere secondo le proprie predilezioni.
KUNSTHISTORISCHES MUSEUM – Il Museo di Storia dell’Arte, uno dei più importanti del mondo, vanta ricche sezioni di antichità egiziane, greche e romane, collezioni di arazzi, pittura italiana, francese, spagnola e fiamminga. Irrinunciabile per appassionati e non.
PRATER – E’ il principale, più famoso e più frequentato luogo d’incontro della città, anche per via del parco di divertimenti nel quale spicca la gigantesca ruota panoramica, uno dei simboli di Vienna come la Torre Eiffel lo è di Parigi.
SCHÖNBRUNN – Situato esternamente al Ring, un tempo residenza estiva degli Asburgo, è uno dei più sfarzosi palazzi imperiali del mondo. Cuore verde del vastissimo complesso è il Parco di circa 120 ettari, abbellito da vasche, colonnati, statue e fontane e meta di magnifiche passeggiate. Oltre ai palazzi e agli appartamenti reali, si possono visitare il Museo delle Carrozze, il castello di caccia, l’orto botanico con lo zoo.
GRINZING – Una decina di km. a nord del centro cittadino, è un antico villaggio di vignaioli alle pendici della collina del Wiener Wald. Ancora oggi è una concentrazione di heuriger, tipiche osterie che espongono sopra l’insegna una frasca non appena è pronto il vino nuovo: si beve, si canta e si balla al suono del classico quartetto viennese, costituito da fisarmonica, due violini e chitarra.
DANUBIO – Sono finiti i tempi in cui era blu: le vedute che se hanno dalle rive e dai ponti sono quelle di un fiume come tanti, le cui acque hanno una colorazione sui vari toni dal gialliccio al marrone sbiadito. Ma ci si può fare un’idea di come poteva essere partecipando a una delle tante escursioni in battello che portano fuori città; noi abbiamo scelto quella di circa tre ore che congiunge Melk a Krems, che descriverò sinteticamente.
MELK – A chi ha letto “Il nome della rosa” e/o visto l’omonimo film il nome della località non giungerà nuovo, in quanto proprio Adso da Melk si chiamava il novizio al seguito di Guglielmo da Baskerville (Sean Connery nella trasposizione cinematografica). Il monastero che domina la cittadina ha visto, dopo la pubblicazione del libro avvenuta nel 1980, un incremento di visitatori: in seguito a un diffuso equivoco da parte di lettori superficiali, non pochi hanno creduto che sia quella l’abbazia in cui si svolge la vicenda. Non lo è, ma vale la pena di andare a Melk a prescindere da quell’aspetto; il piccolo borgo, che si sviluppa attorno alla bella Hauptplatz, comprende tipici edifici rinascimentali e barocchi dei secoli XVI-XVIII. Lo Stift (monastero) offre uno spettacolare colpo d’occhio dal paese, arroccato com’è sulla sommità di uno sperone roccioso a picco sul Danubio. La visita di quello che è il maggiore complesso abbaziale dell’Austria è sicuramente degna di nota sia all’esterno che all’interno, anche se il barocco che lo caratterizza può risultare, in ultima analisi, un po’ pesante.
Da Melk, che avevamo raggiunto in treno da Vienna, parte la crociera che in circa tre ore segue il corso del Danubio lungo i 38 km. da qui a Krems. Essendo la prima domenica di maggio e la data in cui ha inizio il servizio, il battello è affollato e pervaso da una piacevole atmosfera da scampagnata, con la gente che balla al suono di un’orchestrina improvvisata e mangia in continuazione in un viavai ininterrotto di boccali di birra. Il percorso, in un susseguirsi di anse, è molto panoramico, su un tratto in cui il fiume è “quasi” blu come quello del noto valzer di Strauss, con la rigogliosa vegetazione sulle rive e i pittoreschi borghi medioevali affacciati sull’acqua. Davvero scenografico è l’ultimo, ai piedi di un colle con le rovine di un castello del sec. XII: si tratta di Durnstein, nel quale spicca una graziosa chiesetta con il campanile dipinto di celeste.
KREMS AN DER DONAU – Sbarcati dal battello, in attesa del treno per Vienna abbiamo tempo per un breve giro della cittadina, che è situata 85 km. a ovest dalla capitale. In una zona di vigneti, è circondata da mura medioevali di cui sono ancora in piedi parecchi tratti e alcune imponenti torri con copertura conica. Il centro storico presenta belle case con tetto spiovente ed è dominato dalla Piaristenkirche, chiesa gotica con il curioso companile sormontato da torrette. Interessante il Weinbaumuseum, museo del vino e della viticultura.
GRAZ
Un’impiegata dello stand austriaco della B.I.T. presso il quale ci eravamo riforniti qualche anno fa di materiale illustrativo ci aveva caratterizzato Graz quale città “interessante come un paesotto dell’hinterland milanese”.
Oggi sono certo che quella signora non è mai stata a Graz o non conosce l’hinterland milanese (senza voler urtare la sensibilità di chi vi abita). Il capoluogo della Stiria è infatti una città decisamente attraente, bella sia nella parte monumentale che nella realtà quotidiana, in cui si intuisce una buona qualità della vita.
Tramite l’Ufficio Turistico fissiamo il pernottamento alla Pension Rückert, in un quartiere tranquillo a dieci minuti di tram dal centro, dopodiché iniziamo la visita della città dalla Jacominiplatz, punto di partenza della zona pedonale.
La Hauptplatz è, oltre che il fulcro della vita cittadina, un magnifico spazio urbano di forma triangolare sul cui lato minore prospetta la bella facciata del municipio (Rathaus): al centro della piazza si trova una fontana monumentale intorno alla quale ha luogo un vivacissimo mercato di frutta, verdura e fiori. Verso nord, poco sotto la sommità dello Schlossberg, la collina sulla quale si trovano i resti di un’imponente fortificazione cinquecentesca, spicca la Torre dell’Orologio (Uhrturm), costruita nel 1569 e simbolo inconfondibile della città. La sommità del colle è raggiungibile con una funicolare, ma consiglio di salire a piedi (il dislivello è modesto, 120 metri) lungo la Sporgasse, ricca di begli edifici sei-settecenteschi e di scorci panoramici sulla città bassa, tagliata in due dal corso del fiume Mur.
Ridiscesi alla Hauptplatz, è molto piacevole percorrere la pedonale Herrengasse, via del passeggio e dello shopping, fino a concludere con la visita dello Zeughaus, l’arsenale risalente al 1644. In innumerevoli sale sono contenuti quasi 30.000 pezzi tra spade, lance, armature, elmi, mazze ferrate, fucili: all’epoca della costruzione l’Impero Austroungarico confinava con quello ottomano e tutta la cittadinanza doveva essere sempre pronta ad armarsi per fronteggiare la minaccia turca. L’arsenale di Graz è oggi considerato una delle più ricche collezioni di armi antiche del mondo.
SANKT VEIT AN DER GLAN
Abbiamo individuato questa cittadina di 15.000 abitanti come punto strategico dal quale partire per la visita di alcune località di soggiorno che si affacciano sul Wörther See, il principale lago della Carinzia.
Scesi dal treno, interpelliamo gli impiegati della stazione e il caso vuole che uno di essi, appena terminato l’orario di servizio, ci accompagni in centro indirizzandoci anche a un conoscente che affitta camere. Fissiamo così una zimmer, semplice ma pulita, per due notti, dopodiché dedichiamo la rimanente mezza giornata a una tranquilla passeggiata nel centro storico.
Sankt Veit ha le sue origini in una città-fortezza medioevale al centro di un vasto apparato difensivo, del quale esistono ancora lunghi tratti di mura e un imponente torrione che fungeva da arsenale. Il centro della vita cittadina è la Hauptplatz, sulla quale prospettano raffinati edifici nobiliari, con due belle fontane e la colonna della peste, una delle tante che furono erette nell’Europa centrorientale per celebrare la fine delle frequenti pestilenze. Il cinquecentesco Rathaus (municipio) presenta un elegante cortile interno a tre livelli di arcate decorate a graffito, che ospita una curiosa collezione di vecchie macchine di pompieri.
PÖRTSCHACH AM WÖRTHER SEE
A una quarantina di km. da Sankt Veit (circa un’ora di treno passando da Klagenfurt), eccoci a Pörtschach, piacevole stazione climatica in posizione altamente panoramica su un promontorio della riva nord del Wörther See. Ricca di verde e di graziose villette, la cittadina ospita spesso regate veliche: il colpo d’occhio sulle colorate imbarcazioni con lo sfondo del villaggetto di Maria-Wörth che sorge sulla sponda opposta è tra i più suggestivi di questo viaggio.
VELDEN AM WÖRTHER SEE
Seguendo per una decina di km. verso ovest la riva settentrionale del lago, si raggiunge Velden, il più importante centro di soggiorno della zona, ben attrezzato per tutti gli sports nautici. Più grande rispetto a Pörtschach, ospita un turismo di livello elevato, come si intuisce dall’eleganza degli hotels, delle ville, del casinò e dei locali; particolarmente fastoso è il castello cinquecentesco, oggi riconvertito ad albergo di gran lusso.
BURG HOCHOSTERWITZ
Prima di lasciare la Carinzia, vogliamo dedicare qualche ora a un’ultima attrazione, ubicata una dozzina di km. a ovest di Sankt Veit. Si tratta del Castello Hochosterwitz, che scorsi nel lontano 1978 dai finestrini del treno che mi portava a Praga e che dopo un mucchio d’anni riesco finalmente a visitare. Sulla sommità di un colle a quota 726 che domina l’intera vallata, fu completato nel 1586 nell’ambito del sistema di fortificazioni a difesa dei Turchi e impressiona per la mole e l’eccellente stato di conservazione. Dalla base si risale lungo un camminamento ad ampi zigzag intervallato da quattordici porte monumentali fino a raggiungere la sommità del complesso: su uno scenografico cortile, che in estate ospita mostre d’arte, manifestazioni folcloristiche e rappresentazioni teatrali, si affacciano una chiesetta gotica, una cappella affrescata, una collezione di armature e reperti di origine preistorica e romana.
Anche questa, l’ultima del nostro viaggio prima di raggiungere la frontiera austro-italiana di Villach e di lì Tarvisio, Venezia e infine il treno per Genova, è davvero un’attrattiva degna dell’etichetta “da non perdere”!