In Marocco esistono quattro città imperiali Rabat, Fez (Fes), Meknès e Marrakech. Tradizionalmente le 4 città imperiali vengono associate ad un colore che le caratterizza che va dal Bianco (salgemma) di Rabat, al rosso (colore della terra) di Marrakech, al blu (delle maioliche) di Fez al verde (speranza ed anche colore dell’Islam) di Meknès.
Vengono definite città imperiali quelle dove nel corso della storia sono state capitali di un regno. Meknès in particolare nel XVII secolo divenne capitale politica e militare del regno di Moulay Ismail. Non si può dire che il sultano non fosse un despota ed una persona crudele, a lui si ascrivono circa 30.000 omicidi di cui la maggior parte commessi mentre era a cavallo mozzando la testa o configgendo la propria spada su chi non svolgeva alacremente il proprio lavoro. Il sultano però è ancora venerato in città dato che si deve a lui lo splendore e l’importanza che assunse la città nel panorama mondiale. Poco importa se il sovrano impiegò decine di migliaia di schiavi per rifondare la città e dotarla di un possente sistema murario. Per realizzare i suoi intenti il sultano distrusse una parte della vecchia città (la kasbah merinide ed altre aree furono rase al suolo) per ricostruire la città in stile presahariano. Per questa sua mania di grandezza fu denominato il Luigi XIV marocchino e negli anni del suo regno cambiò il volto alla città, saccheggiando materiali da costruzione da Volubilis e da Marrakech per edificare un enorme muraglia di diverse decine di km, molte moschee e la città imperiale con palazzi, granai, stalle per 12.000 cavalli ed enormi specchi d’acqua.
Moulay Ismail nel Dar El – Makhzen riunì la sua corte ed il suo harem di 500 tra mogli e concubine ed 800 figli. Il sovrano chiese in sposa anche la principessa al re di Francia, ma quest’ultima, forse per non diventare la moglie nr. 501, rifiutò la proposta.
Come si dirà in seguito il palazzo è tutt'oggi una residenza reale e conseguentemente non è possibile visitarlo all'interno e ci si deve accontentare della magnifica porta d'ingresso.
QUALCHE NOTIZIA PRATICA
COLLEGAMENTI TELEFONICI - I telefoni cellulari funzionano perfettamente in Marocco ed in base all’operatore scelto esistono differenti tariffe per le chiamate. Tutti comunque non sono particolarmente economici per cui la soluzione rimane quella di acquistare una tessera prepagata della Maroc Telecom e servirsi dei numerosi apparecchi pubblici presenti in città. Per 4 giorni, chiamando ogni sera due differenti utenze in Italia con telefonate non brevissime ho speso circa 30 dirham, normalmente l’equivalente di una sola chiamata con il cellulare.
ASSISTENZA SANITARIA - Per andare sul sicuro è preferibile stipulare un’assicurazione di viaggio che copra le spese sanitarie durante la permanenza in Marocco.
L’assistenza sanitaria per gli italiani in Marocco è a pagamento e le strutture sanitarie pubbliche non sono sugli standard europei. Le strutture private sono invece di buon livello, ma il costo delle prestazioni può essere significativo.
SHOPPING - Meknès, tra le diverse città imperiali, è quella dove si riesce a fare acquisti più economici. Non è così turisticizzata come Marrakech e non ci sono i petulanti commercianti della Medina di Fez e così fare shopping diventa un piacere ed è anche conveniente.
A titolo di esempio il sapone nero (un potente esfoliante usato negli hammam che lascia la pelle pulita e lucida) a Marrakech viene venduto a più di 10 euro al Kg, mentre a Meknès si trova a meno di un euro al kg.
Per gli acquisti più importanti è indispensabile contrattare. Comprare senza contrattare, oltre ad essere economicamente sconveniente, non vi creerà un’ottima reputazione nel venditore. Il venditore si aspetta di contrattare e la trattativa può diventare una tipica sceneggiata napoletana.
Il commerciante parte da un prezzo voi offrite molto meno della metà. Poi tutta una serie di offerte e controfferte, uscite dal locale e richiamo del commerciante fino ad arrivare al prezzo che entrambe le parti ritengono conveniente. A tal punto però bisogna acquistare altrimenti il vostro comportamento verrà considerato molto scorretto. Normalmente i commercianti di tappeti parlano diverse lingue tra cui l’italiano e non sempre, al contrario di quanto accade a Fez, la trattativa è accompagnata da un Tè alla menta. Un buon bazar per acquistare tappeti si trova all’ingresso di Piazza El-Hedime sulla destra (tra i venditori c’è Cuscus che parla correntemente la nostra lingua). Per un tappeto berbero molto bello dal prezzo di partenza di 1.000 euro l’accordo è stato trovato a 120 euro.
Mai però acquistare alla presenza della guida: come in ogni parte del mondo in tal caso ci sarà da considerare che almeno il 20-30 percento in più lo pagherete per il compenso che il venditore deve riconoscere all’accompagnatore. Se c’è qualcosa che vi interessa tornate tranquillamente nel negozio dopo aver lasciato la guida ed il risparmio è assicurato.
Ottima convenienza nell’acquisto di stoffe nella parte berbera del mercato in fondo a piazza El-Hedime sulla sinistra e poi ancora deviando sulla sinistra. Vi si trovano stoffe damascate di una bellezza unica a tariffe davvero convenienti.
Poi è bello perdersi per i diversi suk quello alimentare, quello degli intagliatori del legno, quello degli artisti del ferro battuto, dei venditori di ceramiche, quelli degli estrattori del sale, ecc. Sarà impossibile, a meno che non viaggiate con un furgone, portarsi a casa queste opere d'arte, ma è già un piacere della vista vedere l'abilità di questi maestri (soprattutto gli intagliatori) che fanno dei mestieri che da noi purtroppo sono quasi del tutto scomparsi.
Come spostarsi
COME ARRIVARE
Tralasciando altre modalità particolarmente costose e scomode, il sistema migliore per raggiungere il Marocco è il mezzo aereo. In particolare per Meknès l’aeroporto più vicino è quello di FEZ (Fes) che è collegato con l’Italia con voli della Compagnia Ryanair. Si può partire, a seconda dei periodi e delle date, da Roma Ciampino, Bergamo, Bologna e Pisa. Con solo bagaglio a mano, senza assicurazione ed imbarco prioritario per il mese di febbraio 2010 si trovano tariffe da Roma Ciampino di 24 euro per un volo di andata e ritorno (Check-In Online gratuito).
Atterrati a Fez il modo più comodo per raggiungere MEKNES è il taxi, eventuali alternative sono il pullman per Fez centro e poi il treno per Meknès (attualmente l’ultima corsa in partenza è alle 18.50). Per chi sceglie il taxi ci sono due possibilità, far arrivare il mezzo da Meknès (l’autista esporrà a tal punto un cartello con il vostro nome o quello della struttura alberghiera scelta) o prenderlo direttamente in aeroporto. In ogni caso si tratterà di un gran taxi (sono tutte auto Mercedes con diverse centinaia di migliaia di km sulle spalle) che sono i soli taxi autorizzati alle percorrenze extraurbane. Come detto i mezzi sono normalmente vetusti ed i segni del tempo sono facilmente visibili al loro interno sulla strumentazione, sugli alzacristalli e purtroppo a volte anche sulla puzza dei gas di scarico. Scegliendo in anticipo l’autista da Meknès si ha il doppio vantaggio di poter trovare un’autista che conosca le lingue e che sappia esattamente dove portarvi. In entrambi i casi il prezzo si aggira (gennaio 2010) sui 400 dirham e dovrete richiedere che l’autista utilizzi l’autostrada (costo irrisorio per noi, ma non indifferente per il tassista), altrimenti il tempo di percorrenza si allunga di molto.
Per il taxi scelto direttamente in aeroporto non c’è nessun problema, all’uscita sarete normalmente presi d’assalto da una flotta di autisti e comunque i mezzi sono parcheggiati a sinistra uscendo dall’aerostazione.
Per quello proveniente da Meknès, o bisogna chiedere alla struttura ricettiva o si può utilizzare Khalid un tassista molto gentile che parla italiano ( e può anche farvi da guida per Moulay Idriss) e si raggiunge al numero telefonico 00212644704701).
COME SPOSTARSI
Una volta arrivati a Meknès per i successivi spostamenti esistono diverse opzioni:
• per i movimenti all’interno della città il mezzo migliore rimane il taxi. Nel circuito urbano sono operativi due tipi di autovetture della specie: i petit taxi ed i gran taxi. Dei secondi abbiamo già parlato e nei circuiti urbani sono decisamente più cari dei petit taxi (almeno il doppio). Questi ultimi sono i mezzi più economici dopo gli autobus e si riconoscono per la presenza di un portapacchi sul tetto con la scritta petit taxi. In ogni città sono di un colore diverso ed in particolare a Meknès sono di colore azzurrino. Per la quasi totalità vengono utilizzate allo scopo vecchie Fiat Uno, abbastanza scassate, che consentono di salire a bordo più persone fino alla loro capienza. Per cui se avete fretta non aspettate di trovare un taxi completamente vuoto, (ne passano pochissimi), ma con un cenno della mano ad un mezzo che va nella vostra direzione con posti ancora disponibili. Può anche succedere che come turista pagherete anche la corsa degli altri occupanti indigeni, ma l’alternativa è aspettare moltissimo tempo. Pretendete che venga acceso il tassametro (a Meknès normalmente lo fanno) ed allora il prezzo di una corsa in città difficilmente potrà superare i 20 dirham. I petit taxi possono solo percorrere tratte cittadine
• per i movimenti nei dintorni il gran taxi è l’unica soluzione consigliabile. Per l’escursione tipica da Meknès per Volubilis e Moulay Idriss prevedete un costo intorno ai 300 dirham
• per gli spostamenti più lunghi (Rabat o Fez) il treno è sicuramente la scelta migliore. I tempi di percorrenza diminuiscono e le vetture sono tutte comode ed in buono stato (eccezion fatta per i servizi). Come in altre parti esistono treni che fanno meno fermate ed impiegano meno tempo per raggiungere le destinazioni principali.
• Esistono anche i pullman, ma in questo caso la puntualità non è sempre rispettata.
Dove alloggiare
Se si va in una città imperiale del Marocco non si dovrebbe far sfuggire la possibilità di alloggiare in un Riad. Il Riad è paragonabile alle nostre dimore storiche di charme, con la differenza che non esiste un’autorità esterna che valuta la struttura. Così a fronte di strutture da mille e una notte si trovano delle autentiche bettole con una differenza di prezzo non correlabile alla diversa qualità dell’alloggio.
Per andare sul sicuro si può optare per il RIAD D’OR, struttura forse leggermente più cara delle altre (comunque a prezzi irrisori se consideriamo le tariffe italiane) che è una vera e propria opera d’arte. Il Riad all’interno della Medina ed a due passi da Piazza El-Hedime si trova in posizione ottimale per visitare la città. Al suo interno troviamo l’architettura tipica delle migliori mederse con le maioliche, gli stucchi lavorati a mano ed il legno intagliato. Il tutto con un arredamento che evidenzia il gusto dei proprietari. All’interno anche un hammam privato gratuito per gli ospiti. La cortesia dei proprietari è proverbiale. I prezzi per una doppia variano dai 40 euro per una camera normale ai 70 di una suite.
Un’altra struttura del genere è il Riad Hiba a due passi dal Riad D’or.
La posizione quindi è eccellente per visitare la città e dalla terrazza si ha un’ottima veduta della Medina.
La struttura è un gradino inferiore al Riad D’Or, ma comunque è molto suggestiva ed i prezzi sono leggermente più bassi.
Anche in questo caso c’è un hammam a disposizione degli ospiti.
Il proprietario è molto cortese e si mette a disposizione di tutti quelli che soggiornano nella struttura.
La sistemazione nella Medina di fatto esclude la vita notturna. Per chi è amante della vita notturna la sistemazione deve trovarsi nella città novelle. Comunque una buona sistemazione di compromesso può essere l’Ibis Moussafir non distante dalla Medina e dalla città nuova.
L’hotel della catena Accor è di stile europeo ed ha un buonissimo rapporto qualità prezzo.
Per chi vuole spendere di più c'è anche l'Hotel Transatlantique sicuramente uno degli alberghi migliori di Meknès anche se avrebbe bisogno di un rilancio.
Dalla sua spazi enormi, una bella piscina ed una vista eccezionale sulla città dal bar con terrazza.
In cucina
Il mangiare è la problematica principale che un occidentale può trovare in un viaggio in Marocco. L’igiene nei diversi ristoranti non è delle migliori e l’eccessivo uso di spezie alla fine può disgustare.
Tra i piatti tipici sicuramente il tajin o tajine uno stufato di carne e verdure cotte in un recipiente di terracotta che da il nome alla pietanza ed il Cuscus di verdure con la presenza di carne in umido (pollo o montone). Ottimi i rossi di Meknès che è considerata la zona di produzione di vino migliore del Marocco.
Ottimo il pane marocchino che però non si compra nelle panetterie, ma in diversi negozietti o direttamente per strada. Nella Medina esistono i forni per il pane, ma stranamente non possono vendere al pubblico.
Molto buona la frutta ed in particolare le banane, i mandarini e una sorta di caco piccolo e duro, ma molto dolce.
Attenzione alle spremute d’arancio che si trovano in giro, l’igiene dei bicchieri non è eccezionale e poi per aumentare la resa alcuni siringano le arance con acqua.
Il rischio di un’intossicazione alimentare non sono così remoti in un viaggio in Marocco e la nausea, vomito e diarrea possono in parte rovinare una vacanza indimenticabile.
Proprio per questo è consigliabile mangiare nei ristoranti degli hotel segnalati dove esiste una maggiore attenzione all’igiene.
Mangiare in un ristorantino in Piazza El-Hedime può essere una buona esperienza per l’ambientazione esterna, ma è decisamente costosa. Più economico ed allo stesso livello il Restaurant Economique in rue Dar Semen 123.
Da non perdere
L’ATMOSFERA DI MEKNÈS
Meknès è forse la città imperiale meno conosciuta e quella meno toccata dai flussi turistici.
Meknès non è Marrakech e forse proprio questo gli ha permesso di conservare intatta la sua vera essenza.
Basta camminare tra vie del centro storico, osservare gli uomini seduti ai caffè (per una donna è estremamente disdicevole farlo), l’andamento lento degli asini utilizzati per il trasporto, i denti delle persone resi di un colore giallognolo dall’alimentazione e dall’acqua (in alcuni casi anche per il fumo), i taxi celestino che arrancano sulla salita per la Medina, i calessini malandati che aspettano tutto il giorno un turista per accompagnarlo da piazza El-Hedime alla città imperiale di Moulay Ismail, i commercianti ambulanti di frutta che trasportano la loro mercanzia su vecchi carretti cercando di venderla spostandosi in giro per le varie vie, per capire la natura autentica di questa città che la rende decisamente affascinante.
Meknès è anche una città dalle mille contraddizioni, dove si passa in pochi km dalle modestissime abitazioni del centro storico alle megagalattiche ville con custode notturno e diurno nel quartiere Plaisance, dall’abbigliamento femminile tradizionale nella Medina, a quello tipicamente occidentale nella città nuova, dai caffè che servono rigorosamente bevande analcoliche, ai bar della città nuova che con i vetri oscurati vendono alcolici (principalmente birra).
Meknès è una città in divenire, piena di cantieri in ogni parte e con una discreta attività imprenditoriale, è verosimilmente destinata ad un radicale cambiamento ed ad un occidentalizzazione già evidente in altre città come Casablanca e Rabat. Tra l’altro, il rinnovamento del tessuto urbano in corso, sembra sia connesso alla decisione presa dalla madre del re di trasferire la propria residenza nel palazzo reale della città.
COSA VEDERE
Tutte le attrazioni principali della città si trovano nel centro storico che è racchiuso da tre differenti cinte murarie rendendo così Meknès una delle città più fortificate di tutto il Marocco. Nel centro storico convivono senza problemi tre diverse etnie: berbera, araba ed ebrea.
Anche nelle città marocchine esisteva una sorta di ghetto ebraico con il nome di Mellah . La Mellah era una zona circondata da mura alla quale si accedeva attraverso una porta fortificata e normalmente questo quartiere (come nel caso di Meknès) veniva posizionato vicino al palazzo reale.
La parte araba e quella berbera sono nella Medina. La parte araba è sulla destra di piazza El-Hedime con la porta Bab El Monsour alle vostre spalle, mentre quella berbera è sulla sinistra.
La visita della città richiede una giornata intera ed è meglio effettuarla con una delle guide autorizzate, possibilmente parlanti italiano. (per chi fosse interessato una guida che parla la nostra lingua è Abdelbuahab Zemmahi, meglio noto come Abdul). Comunque ogni struttura turistica è in grado di procurare una guida ed il prezzo è di 150 dirham per mezza giornata e di 250 per la giornata intera. E’ preferibile chiedere la guida per la sola mattinata pretendendo che la visita venga limitata ai siti turistici, in quanto sicuramente l’accompagnatore tenterà di farvi visitare le botteghe “convenzionate” che poi riconoscono una discreta percentuale sugli acquisti dei turisti. Anche nel caso che si stia facendo un tour organizzato per il Marocco con guida propria c’è da tener presente che nelle Medina possono accompagnare i turisti solo le guide autorizzate, munite di un tesserino identificativo.
PIAZZA EL-HEDIME E DA BAB EL MONSOUR
La visita alla città inizia da Piazza El-Hedime e da Bab El Monsour che è considerata la porta più bella del Marocco.
Bab El Monsour si trova a sud della Medina e significa porta del rinnegato vittorioso prendendo quindi il nome dal cristiano che la progettò. Bab El Monsour è imponente (circa 16 metri di altezza) e reca una preziosa decorazione e viene considerata la porta più bella del Marocco. Ovviamente il colore predominante della porta è il verde, il colore di Meknès.
La costruzione della porta fu iniziata sotto il regno di Moulay Ismail e fu completata da suo figlio Moulay Abdellah.
Piazza El-Hedime è il cuore pulsante della città antica. La piazza abbastanza ampia è non è gremita come quella di Marrakech, ma nel tardo pomeriggio si anima ed assume un’atmosfera tipicamente medievale con incantatori di serpenti, pseudo alchimisti, giocolieri e suonatori.
E così si creano capannelli di curiosi, per la gran parte indigeni, per osservare le gesta più o meno abili di questi artisti
Sempre tenendo alle spalle le porte sulla sinistra della piazza ci sono alcuni negozi ed una serie di ristoranti per turisti, decisamente più cari di altri nella città. Sempre dal lato sinistro si accede al mercato coperto alimentare. Il mercato è uno spettacolo da non perdere anche se a volte gli odori non sono proprio fantastici. Nella prima parte si trovano le spezie, i profumi, poi si arriva alla zona dove con una pazienza certosina vengono costruite delle piramidi di olive e di limoni in salamoia con un tripudio di colori. Si trovano poi gli immancabili datteri, i dolci (pieni di mosche) e nel lato opposto la carne con animali vivi a fianco di carni di vario tipo appese all’esterno (in questa parte gli odori non sono dei migliori).
MUSEO DAR JAMAI
La visita è a pagamento, ma come accade spesso nei siti turistici marocchini il prezzo è davvero irrisorio. Il museo d’arte marocchina è ospitato in una residenza di un gran visir nella seconda metà del XIX secolo. La visita inizia da un cortile che ospita un giardino andaluso e poi si estende ai locali della residenza dove sono conservati tappeti, costumi e gioielli. Con una piccola mancia al custode che vi si avvicina (20 dirham sono sufficienti) avrete anche una guida alla residenza (in francese) e la possibilità di accedere all’area riservata, normalmente non accessibile al pubblico (forse la più bella di tutto il museo). Molto bella la camera da letto originale del Visir Jamai e il salottino dove sua moglie riceveva gli ospiti
MEDERSA BOU INANIA
Le mederse sono le costruzioni artisticamente più rilevanti dei centri storici di diverse città marocchine. Le mederse sono le scuole coraniche dove si insegnavano la teologia e la legge islamica. Contrariamente alle moschee, le mederse sono accessibili anche ai non musulmani.
L’ingresso alla Medersa Bou Inania è a pagamento e costa 10 dirham. Superato l’ingresso si entra in un magnifico cortile finemente intarsiato con una vasca nel centro.
La medersa è realizzata in stile moresco con la base in mattonelle zellij, sormontata da una fascia con decorazioni in stucco che poi prosegue in legno d’ulivo intagliato con il soffitto in cedro.
Come in tutte le costruzioni destinate al culto c’è il mihrab, una nicchia inserita nel muro orientato verso la qibla (la direzione della Mecca).
Nel perimetro e nella parte superiore le minuscole celle dove venivano ospitati gli allievi. Si uò anche salire sul terrazzo con una splendida vista su tutta la Medina ed in particolare sul vicino minareto della Grande Moschea (che ovviamente non è visitabile ai non musulmani).
LA CITTA’ IMPERIALE
Della città imperiale progettata da Moulay Ismail sono rimaste poche testimonianze che comunque danno idea della magnificenza delle opere realizzate dal sultano. Molti degli altri edifici non hanno retto la prova del tempo e dopo pochi decenni dalla morte del sultano erano già andati in rovina. Sono rimaste comunque mirabili costruzioni in parte visitabili che avrebbero però necessità di una maggiore cura e di un restauro.
Il giro può essere fatto anche a piedi (decisamente una gran scarpinata) o con un petit taxi o con un calesse (in quest’ultimo caso il prezzo corretto da contrattare è di 100 dirham con soste nei diversi siti)
MAUSOLEO DI MOULAY ISMAIL
Il mausoleo costituisce il primo posto da visitare di una passeggiata di circa 6 km nella cosiddetta città imperiale.
Il mausoleo unitamente a quella di Casablanca è l’unica moschea accessibile anche ai non musulmani. L’architettura è sempre quella tipica con i cortili realizzati da ceramiche zellij sormontate da stucchi intarsiati.
Dopo due cortili si arriva al punto in cui occorre togliersi le scarpe per accedere nel mausoleo vero e proprio.
All’esterno esiste un cartello di divieto di riprese fotografiche, ma la guida ha evidenziato che era possibile scattare a piacimento delle foto.
All’interno il sepolcro del sultano particolarmente venerato per la ricchezza donata alla città con a fianco altri tre sepolcri della moglie preferita e di due figli.
Architettonicamente il mausoleo non è al livello della Medersa Bou Inania, ma è comunque una visita piacevole ed interessante.
DAR EL-MAKHZEN
Il palazzo Dar el Makhzen è stato l’ultimo palazzo di Moulay Ismail ed è quello tuttora meglio conservato. Purtroppo però non è visitabile perché costituisce una residenza reale minore. Certo se si vuole investire sul turismo queste residenze occupate dal re una volta l’anno (durante il mese di aprile quando a Meknès si svolge la fiera internazionale dell’agricoltura), prima o poi dovranno essere aperte al pubblico.
Per il momento ci si deve accontentare di una vista dall’esterno con la magnifica porta d’accesso.
DAR EL-MA
Dar El Ma, o Palazzo sull'Acqua è un’imponente costruzione comprendente l’Heri es-Souani, le immense scuderie per 12.000 cavalli.
La maestosità della costruzione con le 23 navate riesce a dare un’idea della potenza del sultano. I muri di 3 metri di spessore costituivano un ottimo sistema di conservazione delle riserve di grano accumulate per resistere anche agli eventuali assedi. L’imponenza delle mura garantisce una temperatura costante indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne. Per l’acqua è stato realizzato il magnifico bacino dell'Agdal Souani che, normalmente destinato all’irrigazione dei giardini, rappresentava una notevole riserva d’acqua in caso di necessità.
All’interno della struttura sono visibili dei sistemi di sollevamento dell’acqua azionati da cavalli o muli.
Il tetto delle scuderie purtroppo è crollato per effetto del terremoto di Lisbona del 1755. Il sisma fu davvero terribile ed i suoi effetti si estesero anche al Marocco con numerosi danni da Volubilis fino a Marrakech. Oltre al tetto distrutto del terremoto le scuderie devono purtroppo far fronte all’incuria umana. Spiace infatti dover osservare lo stato di abbandono in cui si trovano le scuderie con erbacce, rifiuti ed un generale stato di trasandatezza che certamente stonano in un sito turistico così importante del Marocco.
Uscendo si trova l'ampio bacino dell'Adgal punto di ritrovo di molti giovani e sulla sinistra dello specchio d'acqua un ampio spiazzo sterrato dove si tiene nel mese di aprile la fiera internazionale dell'agricoltura.
ESCURSIONI DI UN’INTERA GIORNATA
Meknès è collocata in una posizione felice, al centro di una serie di località turisticamente interessanti raggiungibili con escursioni di una giornata o di mezza giornata.
Le escursioni di una giornata possono essere dedicate alla visita delle altre città imperiali collocate sulla stessa latitudine ad una distanza non proibitiva: Fez e Rabat.
RABAT
La visita a Rabat potrebbe essere quella più impegnativa, ma comunque è sicuramente fattibile partendo al mattino da Meknès e facendovi ritorno in serata.
Esistono diverse possibilità con i mezzi pubblici di effettuare il viaggio, ma due sono le opzioni consigliabili.
Prima opzione: il treno. I treni in Marocco sono decisamente comodi ed anche abbastanza veloci e puntuali con unico punto dolente nei servizi igienici (ma anche in Italia non è che siano molto migliori).
Per Rabat (la stazione centrale è Rabat Ville) i treni partono dalla stazione di Meknès Ville. La stazione è facilmente raggiungibile con un petit taxi pagando circa l’equivalente di un euro. Occorre però fare attenzione ad indicare la stazione di Meknès ville dato che non è il solo scalo ferroviario esistente in città.
Esistono treni più veloci ed altri che facendo più fermate impiegano più tempo per giungere a destinazione. Tenendo conto che i primi sono di solito anche più comodi e che il prezzo è identico (65 dirham seconda classe e 90 dirham prima classe, solo andata) non ci dovrebbe essere dubbio sul quale prendere. I treni più veloci e comodi partono da Meknes per Rabat al minuto 21 ogni due ore (08,21 – 10,21 – 12, 21 – 14,21 – 16,21 – 18,21) ed arrivano a destinazione rispettivamente alle 10,12 – 12,12 – 14,12 – 16,12 – 18,12 e 20,12. Quelli più lenti, analogamente a quelli del punto precedente partono ogni due ore al minuto 24 (ad esempio quello delle 9.24 che arriva alle 11.42. In meno di due ore si arriva quindi a Rabat Ville in maniera comoda e godendo di un discreto paesaggio sulla campagna marocchina e sui rudimentali mezzi usati per coltivarla. Analogamente al ritorno nelle ore pari al minuto 12.
Partendo con il treno delle 08,21 e tornando con quello delle 18.12 il tempo è più che sufficiente per avere un’idea non superficiale della città di Rabat.
In rete si trovano diversi racconti che evidenziano come a Rabat ci siano poche cose da vedere tutte concentrate e raggiungibili con un percorso pedonale.
Nella mia esperienza posso dire che entrambe le affermazioni non sono corrette. C’è abbastanza da vedere a Rabat, ma è impossibile farlo a piedi.
Per cui una volta giunti alla stazione di Rabat Ville occorrerà contrattare con un il conducente di un petit taxi l’intera giornata a disposizione con la visita dei diversi siti turistici. Esistono diversi tassisti che parlano bene l’inglese, mentre di fatto tutti parlano il francese. Per tre ore ho contrattato il costo di poco più di 200 dirham, per cui per l’intera giornata dovrebbero essere sufficienti 400-500 dirham.
Altra possibilità trovare un gran taxi a Meknès che sia però in grado di accompagnarvi nei siti turistici della capitale marocchina. Rabat dista da Meknes poco più di 150 km ed i tempi di percorrenza con un gran taxi sono di poco superiori a quelli del treno.
I siti da vedere non sono poi moltissimi, ma sono collocati ad una discreta distanza tra loro. La visita di solito inizia al palazzo reale dove vive il re con tutta la corte. Si possono visitare i giardini e la moschea (dall’esterno) e non molto di più, per cui se volete potete tranquillamente saltare questa tappa.
Si parte poi per la visita della necropoli di Chellah, uno dei siti archeologici medievali più belli di tutto il Marocco. Oltre ai resti archeologici è davvero splendida la lussureggiante vegetazione dell’area. L’intera area è state scelta da diverse decine di cicogne che vivono e nidificano sugli alberi e sui resti archeologici. Il suono determinato dal becco delle cicogne nella stagione degli amori e l’insieme dei colori del parco danno luogo ad uno spettacolo davvero eccezionale. Probabilmente troverete qualche indigeno che si proporrà di farvi da guida. In questo caso ne ho trovato uno che è stato prodigo di spiegazioni (in francese) e che ci ha portato in tutti i punti anche quelli più segreti del sito. Non è però riuscito a far svegliare le anguille nella fontana a loro dedicata che normalmente escono fuori quando uno getta nella vasca pezzi del bianco dell’uovo sodo (ovviamente c’è una persona che per pochi dirham fa questo lavoro). La cortesia e la bravura della guida improvvisata l’abbiamo ricompensata con 20 dirham (lui ne aveva chiesti 10).
La visita può proseguire recandosi ad uno dei simboli della capitale marocchina: la Torre di Hassan. L’interno non è visitabile, ma rimane uno dei monumenti più importanti della città. La torre doveva essere il minareto della grande moschea, ma la sua costruzione insieme a quella della mosche fu interrotta alla morte del sovrano che l’aveva voluta.
Nelle immediate vicinanze il Mausoleo di Mohammed V uno dei simboli dell’architettura marocchina moderna.
Tra le eccellenze della città si segnalano ancora in breve:
il museo archeologico con pochi reperti, ma di grande valore. Costo irrisorio, ma estrema difficoltà nell’individuarlo (un poliziotto a meno 500 metri non sapeva neanche della sua esistenza). Entrando si ha l’impressione di accedere in un condominio più che in un museo e questo la dice lunga sulla scarsa attenzione dei marocchini al loro patrimonio archeologico;
la Kasba degli Oudaia si trova su uno sperone roccioso proteso verso il mare. Quartiere caratteristico dove ci sono degli scorci davvero magnifici sia sul mare, sia nei vicoli da un accecante colore bianco. Davvero singolari i simboli utilizzati sia nella parte araba che in quella portoghese per tenere lontani dalle case gli spiriti maligni (la forbice e la mano di Maria e Fatima che si differenziano tra loro per la presenza di monili);
la Medina, meno turistica di altre dove occorre fare molta attenzione ai possibili borseggi. Questo purtroppo lo dico per esperienza personale a seguito di un furto con destrezza del mio cellulare.
FEZ O FES
Per Fez il discorso è analogo a Rabat con la grande differenza che i tempi di percorrenza con il treno sono molto ridotti (circa mezzora). Per gli orari si può consultare il sito delle ferrovie marocchine www.oncf.ma, ma comunque partendo alle 8.03 arriverete a destino alle 8.35, mentre al ritorno partendo alle 17.50 sarete a Meknès alle 18.19. Questo tempo è sufficiente per una visita non superficiale della città a meno che non dobbiate effettuare degli acquisti. Nonostante diverse opinioni contrarie trovate in rete ritengo che, con poche ore a disposizione, sia preferibile visitare la Medina e le attrazioni turistiche al suo interno con una guida. Come per la Medina di Meknès, anche in questo caso possono essere vostri accompagnatori solo guide con una specifica autorizzazione per cui diffidate di chi si offre in giro di portarvi in giro per la Medina, normalmente vi accompagnerà quasi solo da un venditore di tappeti che poi gli riconoscerà una provvigione.
Anche le guide autorizzate vi porteranno a visitare dei bazar, ma in questi casi il venditore non è petulante più di tanto se non siete intenzionati a comprare. Comunque il modo migliore per trarvi d’impaccio è dire che avete già comprato a Meknès ed alla richiesta di quanto avete pagato potete utilizzare la cifra di 120 euro per un tappeto di media misura).
Per mezza giornata la guida vi chiederà 150 dirham, mentre 250 per l’intera giornata. Sicuramente cercherà di portarvi anche in un ristorante convenzionato (con lui) e lì sta alla vostra scelta se accettare o meno.
A differenza di Meknès dove passano tranquillamente i motorini, nella Medina di Fez passano solo i carretti ed i somari, ma nessun mezzo a motore. La Medina di Fez è molto più confusionaria rispetto a quella di Meknès, con un dedalo di vie dove è facile perdersi. Se volete evitare la guida autorizzata tenetevi pronti all’assalto di una miriade di commercianti che tenteranno in maniera petulante di farvi vedere la loro mercanzia.
Molte sono le attrazioni di Fez, tra le principali segnalo:
La Medersa Bou Inania e quella el-Attarin, due tipiche scuole coraniche ormai chiuse da tempo sullo stesso genere di quella di Meknes (anche se queste appaiono ancor più magnificenti);
La Zaouia di Moulay Idriss che è l’equivalente di un santuario dedicato a Moulay Idriss II che fu il fondatore della città. Ci sono stato di venerdì ed una moltitudine di fedeli si affollava al suo interno per la preghiera;
La Moschea al-Qarawiyyin (in realtà di nomi ne ha molti tipo Karaouin, Quarawin, ecc.) uno dei luoghi spirituali più importanti non solo del Marocco. I marocchini la considerano la prima Università del mondo, ma in realtà questo primato dovrebbe spettare a Bologna. I non musulmani non possono accedere all’interno, ma attraverso le porte aperte si può intravedere la sua imponente bellezza.
ESCURSIONI DI MEZZA GIORNATA
Però le escursioni più note da Meknès sono Volubilis e Moullay Idris. Per l’escursione ai due siti occorre prevedere almeno 4-5 ore con l’utilizzo di un grand taxi che per l’intera escursione dovrebbe chiedere circa 300 dirham.
VOLUBILIS
Nel caso il viaggio avvenga in estate l’escursione a Volubilis deve essere programmata alle prime ore del mattino altrimenti si rischia l’insolazione a 45 gradi.
L’escursione a Volubilis da sola vale il viaggio in Marocco. Volubilis è infatti il sito archeologico più importante del paese ed è stato inserito dall’Unesco nel 1977 tra i patrimoni dell’umanità.
Nonostante il sito sia stato più volte oggetto di saccheggi, gli scavi hanno portato alla luce le rovine di una città romana con magnifici mosaici. Anche questi avrebbero bisogno di un restauro e di un sistema di conservazione per evitare il rischio della loro scomparsa per effetto degli agenti atmosferici.
Il sito archeologico si visita a pagamento ad un prezzo irrisorio (i soliti 10 dirham) e può essere richiesta all’ingresso l’ausilio di una guida (anche parlante la nostra lingua).
Nella città si può visitare la basilica, il foro, il decumano massimo, l’arco di trionfo e diverse case in molte delle quali sono conservati dei preziosi mosaici.
Partendo proprio dalle abitazioni sono degne di nota:
- la casa del Desultor con il mosaico dell’atleta che nei giochi cistercensi cavalca al contrario un asino
- la casa dell’Efebo che deve la sua notorietà all’efebo coronato di edera rinvenuto in questa casa ed ora conservato al museo archeologico di Rabat
- la casa delle fatiche d’Ercole decorata con delle colonne con un prezioso mosaico rappresentante le note fatiche
- la casa del corteo di Venere (in alto sulla destra), sicuramente la più interessante per effetto dei mirabili affreschi conservate al suo interno tra cui spicca quello di Diana e le ninfe al bagno.
La basilica ed il Campidoglio sono delle strutture immediatamente visibili all’accesso al sito archeologico. La Basilica a tre navate di cui molto ampia quella centrale che terminava con delle absidi.
Del Campidoglio non rimane in piedi molto oltre alle fondamenta ed all’altare dei sacrifici che si trova proprio davanti alla scalinata di fronte alla basilica.
MOULAY IDRISS
A Moulay Idriss non c’è molto da vedere se non la tipicità di questa che è la città santa del Marocco. Nella religione musulmana esistono cinque pilastri fondamentali: accettazione di Dio, le cinque preghiere al giorno agli orari prestabiliti, il digiuno nel Ramadam, l’elemosina ed il pellegrinaggio almeno una volta nella vita alla Mecca. Per quest’ultimo pilastro, chi non riesce a fare questo impegnativo viaggio, si può recare in una città santa. Per i marocchini Moulay Idriss è la seconda città santa dopo la Mecca, ma in realtà per la fede islamica esistono città sante più importanti (la Medina, Gerusalemme e Kairouan ad esempio).
Fino a pochi decenni fa i non musulmani non potevano visitare Moulay Idriss, ora è solo vietato passarci la notte. A detta della guida non ci sono strutture ricettive in città, per cui nella settimana santa milioni di persone raggiungono Moulay Idriss per poi tornare indietro nella stessa giornata.
Per arrivare a Moulay Idriss da Volubilis il tassista attento vi farà percorrere una strada un po’ sconnessa che però ad un certo punto offre un panorama spettacolare sulla città. Dal punto di osservazione prima di arrivare a Moulay Idriss la città si estende su due colline disegnando un profilo che ricorda le gobbe di un cammello.
Possibilmente occorrerebbe evitare di andarci al sabato quando c’è un grande mercato che richiama molta gente del circondario rendendo difficile la circolazione in città.
Come detto non c’è molto da vedere in città, ma è piacevole camminare per le vie bianche di Moulay Idriss e vedere le testimonianze di fede tra cui molto particolare l’unico minareto a forma circolare del Marocco con il consueto saluto musulmano: “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah (tutti gli altri minareti sono a pianta quadrata).
La città è un complesso di stradine polverose con salite e discese dove giocano gruppi di bambini con piccole palle o con le tipiche trottole di legno. Se scegliete il tassista giusto potrà farvi da interprete e da guida per farvi cogliere gli scorci migliori della cittadina.