La California, tra città e natura

Tre settimane sulle strade del “Golden State”

Ormai i racconti di viaggio sulla California abbondano, per cui penso che valga la pena, per chiunque voglia affrontare un viaggio di questo tipo, soffermarsi sulle esigenze di chi partecipa al viaggio e sul tempo a disposizione. Noi di tempo ne avevamo abbastanza perché si è trattato di 3 settimane dal 6 al 27 agosto, programmate con 2 settimane itineranti e una a San Josè ospiti di nostro cugino, con spostamenti di 1 o al massimo due giorni e rientro. La composizione del gruppo familiare (1 figlio di 11 anni e un nipote di 18) ha poi fatto il resto, perché la promessa al più piccolo era di andare ai parchi tematici e salire su qualsiasi montagna russa avessimo incontrato sul nostro cammino e al più grande, di fare shopping sfrenato e visitare Alcatraz. Se poi ci mettiamo che sia io che mio marito avevamo voglia di un po’ di natura e tutti di qualche mezza giornata di mare… ecco uscito l’itinerario.
Siamo rimasti sempre in California tranne la puntata a Las Vegas lasciando ad un altro viaggio sicuramente organizzato in modo differente il giro dei parchi fuori dai confini dello stato.
Abbiamo soggiornato nelle città, sempre almeno tre giorni per poterci ambientare, orientare e non dovere tutti i giorni affrontare “valige e miglia” mentre nei parchi, abbiamo dormito in paesini nei pressi delle entrate e non all’interno, per risparmiare un po’.
Tranne il volo prenotato in agenzia, il resto (auto, assicurazioni, alberghi, biglietti) è stato tutto prenotato tramite internet. Non abbiamo usato navigatori ma soltanto cartine e percorsi stampati a priori da google map, sapendo gli indirizzi dei motel prenotati dall’Italia.
Tra le considerazioni fatte a fine viaggio, devo dire che la scelta di stare 2 o 3 giorni in ogni città è stata apprezzata soprattutto dai ragazzi, come quella di non fare mai troppi km in una volta o, nel caso, di suddividerli nell’arco della giornata con soste organizzate per la visita di qualcosa e non solo per “sgranchirsi le gambe e via”.
Siamo stati contenti anche di avere frequentato le spiagge come bagnanti. Anche rilassandosi in spiaggia si scoprono tante cose… ad esempio in queste spiagge enormi, le persone si concentrano davanti alle torrette dei bagnini, ma perché? Beh, il mare è l’oceano e di lui non ci si può fidare nemmeno se l’acqua ti arriva alle ginocchia; se fai il bagno fuori dalla zona controllata dai baywatch vieni richiamato con il fischietto dal “lifeguard” e mandato in “zona di salvataggio”.
La spiaggia si anima verso mezzogiorno, con famiglie che arrivano a fare il picnic con tramezzini e coca cola e molti nemmeno si spogliano, tanto nonostante il sole a picco, l’aria è fresca. Il lungomare è una ininterrotta pista ciclabile o pedonale per skaters, pattinatori o podisti e a differenza che in altre zone della California, qui in pochi sono “extralarge” e molti invece hanno fisici asciutti e curati.
Nel nostro girovagare abbiamo compreso come gli americani siano corretti in auto, il rispetto che hanno per i pedoni e per tutti coloro che si trovano sulla strada; lo sapete che i grossi incroci hanno 4 stop e si passa in ordine di arrivo all’incrocio? Che esiste nelle autostrade nei pressi delle grandi città, una corsia per chi viaggia in auto NON da SOLO e che nessuno osa occuparla impropriamente?
Per qualsiasi necessità contattatemi e sarò felice di darvi, se sarò in grado, un consiglio o un’informazione.Per chi è interessato, questo è l’itinerario della nostra vacanza.

Dal 7 al 10/8
L’arrivo a Los Angeles era alle 19.00 per cui ho prenotato un motel che fosse facilmente raggiungibile in auto ma comunque già nella zona “turistica” e non vicino all’aeroporto. Il Beverly motor hotel si trova in posizione a mio dire perfetta; vicino al Farmers’ Market che è l’antico mercato dei contadini, pieno di negozietti, bancarelle di frutta, macellai, pasticceri ecc. dove consiglio di mangiare a mezzogiorno o ancora meglio di sera tra luci e complessini che suonano, mentre addenti un pizza “pepperoni” che in realtà è al salame! E’una zona molto frequentata di sera, è comoda e vicina a Hollywood e a Beverly Hills.
Come tutti anche noi siamo andati a visitare Hollywood con il Walk of fame, il Chinese theatre e le impronte dei personaggi famosi. Il mio consiglio è di andarci la mattina presto, perché così si riescono a vedere le stelle e le impronte senza nessuno sui marciapiedi. Verso le 11.00 arriva il pienone di gente e si può tranquillamente abbandonare la zona e il caos.
Il pomeriggio abbiamo optato per un giro a Beverly hills e Rodeo Drives che non mi ha per niente entusiasmato. Con il senno di poi potevamo usare quelle ore per visitare la zona denominata “miracle mile” con musei di ogni genere e la Brea Pit, una zona archeologica all’aperto con scavi e resti di mammuth, vicino al nostro motel, che invece abbiamo dovuto saltare per mancanza di tempo.
Il giorno successivo è stato interamente dedicato agli Universal Studios e la sera al Universal Citywalk per cenare da Bubba Gump e fare acquisti di felpe e T-shirt all’Hard Rock Cafè.
E oggi scatta la “giornata mare” con mattina trascorsa a Santa Monica sulla spiaggia di Baywatch, e le prime montagne russe sul Pier di Santa Monica; primo pomeriggio in spiaggia a “Mother beach” a Marina del Rey tra famiglie di locali prevalentemente di colore che pranzavano con grigliate infinite, e dove i bambini potevano fare il bagno nelle acque calme della parte interna della baia.
Il tardo pomeriggio e il tramonto li abbiamo passati nella spettacolare Venice beach, con un fascino tutto suo: la sensazione è veramente di estate, libertà, festa, tra sport, negozietti, musica e balli improvvisati sulla spiaggia! E’ tutto molto “freak” ma rilassante!
Alla sera… tutti cotti, rossi bruciacchiati nonostante le creme solari, abbiamo preparato le valige per la partenza per Las Vegas.

Dal 10 al 13/8
Durante il percorso da Los Angeles a Las Vegas, naturalmente sosta a uno dei tanti outlet che si trovano lungo le strade principali e arrivo nel pomeriggio al nostro hotel sulla strip: l’Excalibur, prenotato dall’Italia con una promozione e quindi non rimborsabile, a 65 euro a notte (2 queen bed x 4 persone).
In tantissimi diari di viaggio si parla di Las Vegas come un posto pacchiano che merita solo una toccata e fuga. E’ vero che Las Vegas è pacchiana, ma va visitata non certo con l’aspettativa di qualcosa di artistico o emozionante, bensì come un megaparcodivertimenti sia per adulti che per bambini. Chi è adulto può giocare nei casinò, vedere i più bei musical o spettacoli in produzione al momento o, insieme ai propri figli può girare per questi immensi hotel guardandoli con gli stessi occhi con cui guarderebbe “l’Italia in miniatura” o assistendo ai vari spettacoli gratuiti (bellissimo quello delle fontane danzanti al Bellagio) o ancora, come abbiamo fatto noi, facendo tutte le montagne russe o attrazioni. Siamo andati sulle altissime ed emozionanti montagne russe che circondano i “grattacieli del New York”, sulle attrazioni del Luna park coperto del Circus Circus, e soprattutto sui giochi da brivido più alti degli Stati Uniti e forse del Mondo, visto che si trovano in cima alla torre dello Stratosphere. Provate a stare seduti in una specie di braccio di una gru che si sporge nel vuoto all’altezza di oltre 300 metri e gira intorno aprendosi tipo “calcinculo”… come vi sentite? Il gioco si chiama INSANITY e già questo rende l’idea.
Tre giorni a Las Vegas per molti sono troppi ma noi li abbiamo utilizzati anche per rilassarci in piscina, per fare acquisti nei mega negozi in saldo, per visitare il downtown di L.V. con Freemont street e i suoi spettacoli di luci e poi… cos’altro si fa a Las Vegas? O ci si sposa o si va ad un matrimonio. Abbiamo incrociato, durante il nostro soggiorno a L.V. dei nostri amici che hanno fatto il nostro viaggio ma in senso contrario e hanno deciso di rinnovare il loro matrimonio, proprio in una delle mille cappelle che si trovano lungo la strip verso il downtown. E’ stato veramente carino… un po’ kitch e un po’ commovente allo stesso tempo… Il celebrante, il vestito a noleggio, il fotografo, la musica, i vari tipi di cappella da scegliere, sembrava di essere in un film…

13/08
Partenza verso San Diego attraverso il deserto del Mojave con sosta per la notte in un motel a Twentynine Palms dove abbiamo visitato il Joshua Tree National Park. All’entrata del parco la cabina che doveva fungere da biglietteria era chiusa, con l’avvertimento che avremmo potuto incontrare i rangers all’interno del parco che ci avrebbero chiesto il pagamento del biglietto. Così abbiamo ritirato da una buchetta la mappa del parco e siamo entrati ma nessuno, nemmeno all’uscita dalla parte opposta anch’essa chiusa, ci ha fatto pagare.
Il parco, non particolarmente grande, è veramente desertico, con formazioni rocciose amate dai climbers, che assumono gli aspetti più svariati, come ad esempio lo Skull Rock, a forma di teschio. Ovunque si trovano gli alberi detti yucca che hanno un aspetto alquanto bizzarro e contorto. Consiglio la visita al tramonto per la meraviglia dei colori del cielo, dal rosa al rosso fuoco al viola, veramente stupendi.

Dal 14 al 17/8
L’arrivo a San Diego in prossimità del weekend ci fa già presagire l’atmosfera di vacanza, mare e divertimento. Il clima è perfetto: caldo di giorno e fresco la sera, ideale per spiaggia, parchi e serate in giro per il Gaslamp Quarter.
La giornata di ferragosto la dedichiamo a Seaworld e verso le 5 del pomeriggio ci dirigiamo a Mission beach a rilassarci sulla spiaggia giocando a football americano mentre alcuni americani giocavano a calcio! La cena l’abbiamo passata in un localino sulla spiaggia, con una piscina con onde artificiali per surfisti che si allenavano dando così spettacolo.
La mattina successiva ci aspettava l’isola di Coronado, con l’antico Hotel del Coronado tutto in legno, la sua spiaggia bianchissima enorme e l’acqua verde e nemmeno troppo fredda per farci il bagno.
Il pomeriggio lo abbiamo passato allo Zoo di San Diego che merita una visita per gli habitat creati ad hoc per gli animali (giungle, tropici, foreste pluviali) con tantissimi tipi di piante, ma soprattutto per la presenza dei panda… sono meravigliosi! Ci si deve preparare per una fila piuttosto lunga ma per noi che abbiamo visto il piccolo panda in attività (e non mentre dormiva) ne è valsa veramente la pena.
Le serate a San Diego vanno passate al Gaslamp Quarter, l’antico quartiere ai piedi del downtown, pieno di ristorantini, locali, negozi, discoteche e quant’altro, popolato da tantissimi giovani pronti a divertirsi. Qui ci siamo lasciati tentare da un ristorante italiano che non è stato affatto male, il proprietario era toscano e ci ha fatto assaggiare un buonissimo vino californiano. Inutile dire che è stato il ristorante dove abbiamo speso di più in tutta la vacanza!

Dal 17/8 al 19/8
La mattina del 17 partenza verso Nord lungo tutta la costa sulla strada panoramica HWY 1
Siamo partiti da San Diego con l’intenzione si dormire a Santa Barbara e lungo il percorso abbiamo fatto sosta per il pranzo e per sgranchirci le gambe, a Long Beach. Abbiamo scelto di fare un giro sul molo con la vista sulla Queen Mary, oggi ancorata e trasformata in hotel e allo Shoreline Village, caratteristico porticciolo con casette colorate naturalmente tutte negozi e ristorantini.
All’arrivo a Santa Barbara abbiamo faticato a trovare un motel libero poi finalmente siamo approdati al Fiesta Inn, in cima alla State street che comunque è la strada centrale della città. Serata sul famoso molo e cena in un ristorantino.
La mattinata successiva abbiamo visitato la Missione di Santa Barbara fondata dai francescani, che è una delle 10 più antiche della California e poi naturalmente in giro per la città dentro e fuori da negozi, tra le vie di questa cittadina stupenda, giovane e ricca di cultura!
Verso sera ci siamo rimessi in marcia per avvicinarci un po’ di più all’inizio della HWY 1 che avremo dovuto percorrere il giorno dopo. La scelta è caduta su un paesino sull’oceano, veramente carino e tranquillo: Morro Bay. Il paese era talmente piccolo che abituati come eravamo, siamo partiti dal motel in auto per andare in centro ma la zona dei negozi e ristoranti… distava solo 300 metri! Erano quasi le 8 di sera e i negozi stavano chiudendo, abbiamo fatto un giro sul pontile sull’oceano ammirando lo scoglio di fronte, di epoca preistorica e i leoni marini appostati poco sotto di noi che con i loro versi ci informavano della loro presenza. Era talmente freddo che ci siamo gustati appieno una buonissima Clam Chowder (zuppa di vongole e patate servita in una pagnotta di pane) e ce ne siamo andati a dormire sotto a panno e coperta!
La giornata del 19/8 è stata impegnativa perché da Morro Bay abbiamo risalito tutta la costa fino a San Josè, per raggiungere la casa di mio cugino che ci avrebbe ospitati.
Ho letto spesso che percorrere la hwy1 non è poi così entusiasmante. Per noi è stato tutt’altro che così! La prima sosta l’abbiamo fatta a Pedras Blanca dove si è stabilizzata una colonia di Elefanti marini. Proprio in una spiaggia sotto alla strada, indicata da un ampio parcheggio e recintata per salvaguardare gli animali, abbiamo potuto ammirare gli elefanti marini sia i piccoli che gli adulti che si godevano il sole, dormendo sulla spiaggia o si divertivano a giocare in acqua, simulando combattimenti. Si sarebbe potuto rimanere lì per ore… ma il tempo è tiranno, così siamo ripartiti fermandoci di tanto in tanto in parcheggi posizionati per vedere i panorami e la costa a picco sul mare con insenature spettacolari, fiumi che sfociano nel mare tagliando la spiaggia, ponti ad arcate uniche come il Brixie Bridge.
A circa metà del percorso arrivati nella zona di Big Sur ci siamo fermati al Julia Pfeiffer Burns State Park, abbiamo lasciato l’auto pranzato nel bosco e percorso a piedi un trail che porta alla vista delle cascate più fotografate della zona, particolari perché sono le uniche che si tuffano direttamente nel mare. Ripresa poi l’auto, dopo altre soste siamo passati da Monterey e dopo un giro soltanto in auto, siamo approdati in serata a San Josè.

20/8
San Josè è una bella città di circa un milione di abitanti con una zona di “vita notturna”, negozi e locali, chiamata Santana Row. E’ la città della Silicon Valley, là ci sono le aziende del popolo di internet: c’è EBay, Google, c’è la sede della Apple, insomma… anche loro esistono non sono virtuali!
A San Josè abbiamo potuto vivere la vita quotidiana: andare al supermercato e cucinare a casa un bel piatto di spaghetti, andare a prendere i bimbi da scuola ed entrarci per vedere dal vivo come sono attrezzati (il primo giorno di scuola è stato il 21 Agosto), andare al parco a giocare dopo la scuola, essere ripresi dai condòmini per il nostro caos (la giustificazione è stata che eravamo italiani…!).
Da qui poi si raggiunge in 40 minuti San Francisco e così il 21/8 è stato il giorno di San Francisco e Alcatraz.

21/08
Al nostro arrivo abbiamo scorazzato su e giù per le strade con l’auto provando l’emozione di non vedere cosa c’è al di là della salita, poi abbiamo raggiunto il Golden Gate che purtroppo era in parte coperto dalla nebbia e ne abbiamo percorso un pezzo; da qui siamo giunti in Lombard Street e l’abbiamo naturalmente percorsa a passo d’uomo raggiungendo poi il Fisherman Wharf.
Dopo un pranzetto all’aperto e un giro per il pier 39 tra negozi e leoni marini, abbiamo preso il traghetto per Alcatraz con escursione e audio guida (i biglietti li avevo comprati dall’Italia). La visita ad Alcatraz con l’audioguida, oltre a raccontare gli avvenimenti attraverso testimonianze di secondini o ex carcerati, ha la capacità di ricreare l’atmosfera del carcere attraverso i rumori in sottofondo, facendoti immedesimare completamente nella situazione. Purtroppo, e questo è il mio grande rammarico, non siamo più riusciti a tornare a San Francisco per continuare la nostra visita… Vorrà dire che sarà la ragione per cui tornarci!

Weekend 22-23-24 agosto
San Josè – Yosemite – Mono Lake – San Josè.
Ho prenotato a Oakhurst a 20 km. dall’entrata Sud di Yosemite perché prevedendo di arrivare nel pomeriggio, abbiamo dedicato la prima parte della visita dalle 17 alle 19.30 circa, alla zona Sud del Parco, Mariposa Grove, dove si trovano le sequoie giganti.
Abbiamo fatto il trail per arrivare al Grizzly giant, una sequioia gigante di circa 2700 anni incontrando sul percorso tante altre sequoie, poi animali tra cui decine di scoiattoli, oltre ad un tranquillissimo cerbiatto che è passato in mezzo a noi senza alcuna paura.
La giornata successiva siamo rientrati nel parco dalla parte sud lungo la 41 visitando prima il villaggio dei pionieri, e fermandoci poi, sul più bel punto panoramico con vista su tutta la vallata di Yosemite protetta da l’Half Dome e da El Captain (il più alto monolito di granito al mondo) e attraversata dal Merced River.
Arrivati al centro della vallata, allo Yosemite village, dopo una sosta obbligata al centro informazioni del parco con annesso il villaggio indiano della popolazione Miwok, ci si può sbizzarrire. Per i più pigri, c’è il bus che effettua una serie di fermate in punti degni di una visita o vicini alle zone dei campeggi o degli hotel. Per chi ha voglia di camminare si può arrivare alle cascate che però in Agosto sono completamente asciutte, oppure percorrere uno dei tantissimi trail o fare un pic nic e il bagno lungo il fiume.
Noi dopo alcune passeggiate ci siamo diretti con l’auto verso il Tioga Pass Road fermandoci in alcuni punti degni di nota come l’Olmsted Point con un paesaggio quasi lunare, e i Toulumne Meadows, prati in un altopiano a 2600 mt dove è possibile avendo tempo, effettuare anche brevi escursioni e camminate segnalate dal centro visitatori che si trova di fronte al prato principale. Infine siamo arrivati al passo a 3030 mt slm che però se espresso in “piedi-feet” 9945, fa ancora più effetto!
Usciti dal parco siamo giunti verso il tramonto in prossimità di un luogo che ha un che di irreale: il Mono Lake. Un antico lago con spettacolari formazioni geologiche dette torri di tufo che escono dall’acqua come stalagmiti in una grotta, formatesi con l’unione del calcio delle acque dolci con il carbonato delle acque del lago, che rendono il paesaggio spettacolare e singolare.
La notte in un motel di Bridgeport ci ha rifocillati dopo questa intensa giornata e preparati per il giorno successivo. A 15 km da Bridgeport si trova la città fantasma di Bodie, vera città e non set cinematografico, oggi museo. Qui tutto è fermo al momento in cui è stata abbandonata per la chiusura della miniera d’oro. Saloon, alberghi, emporio, chiesa, case, scuola… tutto sospeso in un tempo indefinito, in quella che era chiamata “una terra senza Dio”.
Il nostro weekend finisce con il ritorno a San Josè.

Il 25/8 passiamo la giornata in questa bella città fuori dalle rotte turistiche, girando per le vie della zona di Los Gatos, per il centro San Josè e visitando la Winchester House… sì la casa del signor Winchester quello dei fucili, o meglio la casa della vedova del sig. Winchester che si presenta come un labirinto di migliaia di camere, porte, finestre costruite contro ogni regola dell’abitare; scale che finiscono contro un muro, finestre che non si aprono, porte che si affacciano sul nulla e tutto questo per confondere gli spiriti di coloro che erano stati uccisi dai fucili venduti dal marito, i quali, altrimenti si sarebbero vendicati sulla signora, appassionata dell’aldilà e delle sedute spiritiche.

26/08
Oggi ultimo giorno intero negli States, ultimo giorno completo di vacanza… si va al mare!
Dove, meglio di Santa Cruz, si può andare a rilassarsi sulla spiaggia e passeggiare sul Boardwalk dove c’è un luna park gigante con le più antiche montagne russe della California ancora tutte in legno? Questo è quello che abbiamo fatto, tornando tutti un po’ bambini, mentre al pomeriggio in downtown, siamo tornati un po’ agli anni 70.
Santa Cruz è stata la culla degli Hippy e oggi ha mantenuto quell’aspetto un po’ informale direi vintage, diventando la città di chi ha scelto di vivere alla giornata, con sacco a pelo e a piedi nudi, magari suonando uno strumento per raccimolare quanto basta per vivere, però senza mai rinunciare alla propria dignità.

27/08
L’ultimo giorno, passato in famiglia e a finire quello che avevamo cominciato… LO SHOPPING… ci ha portato diritti verso l’aeroporto e verso la fine di questa stupenda e indimenticabile vacanza.
Ilaria

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy