Suggestioni lucane

Piccola ma ricchissima di bellezza: la Basilicata!

MATERA
Dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, la città di Matera sorge, coi suoi caratteristici Sassi, ai margini di un profondo dirupo solcato dal torrente Gravina. Tra le città più antiche del mondo (tracce di civiltà risalenti all'era paleolitica) Matera vide nel corso della sua storia la dominazione longobarda (664), il saccheggio saraceno (938), l'occupazione normanna (1034) e sveva. Nel 1514 il popolo materano, stanco delle angherie subite, trucidò il conte napoletano Giancarlo Tramontano.
Il primo nucleo della città fu la cosiddetta Civita, che ben presto non bastò più ad ospitare tutti gli abitanti. Sorsero quindi, nei dirupi carsici sottostanti, altri insediamenti che dettero origine ai Sassi. Il Sasso Barisano si distingue per il biancore delle case che si inerpicano sul pendio e che conferiscono all'insieme un carattere di sacralità. Ancora più pittoresco il Sasso Caveoso, le cui abitazioni sono ricavate dalla roccia di tufo.
Evacuate negli anni '50 per ragioni igienico-sanitarie, oggi le abitazioni dei Sassi risplendono di nuova luce in quanto ristrutturate e frequentate da turisti e giovani materani per l'offerta di locali alternativi e alla moda. Oltre a visitare le 120 splendide chiese rupestri (Madonna della Croce, Cripta del Peccato Originale, etc.), il turista può percorrere la Strada Panoramica dei Sassi, da cui osservare le grotte che tra VIII e XIII secolo offrirono rifugio ai monaci dell'Anatolia orientale.
Da non perdere il Museo della Ridola che, oltre a ridisegnare l'intera storia di Matera e dei Sassi, espone numerosi manufatti di derivazione paleolitica, neolitica, dell'età del bronzo e del ferro, di epoca greca e romana, rinvenuti nei villaggi e necropoli disseminate nel territorio. Importante ricorrenza per il capoluogo è la Festa della Bruna (la Madonna della Bruna è la protettrice della città) ogni 2 luglio, con la "Processione dei pastori", la "Cavalcata in costume" e il "Carro Trionfale".
La piazza principale di Matera è il vero punto di partenza per visitare la città. Uno splendido belvedere consente di trarre con un unico colpo d'occhio la bellezza della città vecchia mentre volgendo lo sguardo verso il basso possiamo ammirare gli scavi a cielo aperto che hanno riportato recentemente alla luce l'antica struttura urbana dell'età del bronzo (che intravediamo in foto nell'area recintata).
In questo luogo si stabilirono le prime comunità preistoriche e qui vicino venne poi innalzata la città nei secoli a venire.
Oggi la piazza rappresenta il limite tra la città antica e quella rinascimentale, che non si sostituì alla precedente città ma si estese. Dalla piazza si può percorrere il corso di Matera e giungere alle principali chiese barocche: San Francesco d'Assisi e la Chiesa del Purgatorio.
Con lo sviluppo della città, le nuove abitazioni rinascimentali non si sostituirono alle precedenti e la città si estese senza distruggere il proprio passato. Purtroppo le vecchie abitazioni, i Sassi, vennero trascurate dagli interventi di recupero che favorivano le nuove zone barocche e rinascimentali e si trasformarono presto in abitazioni per i meno abbienti.
Il degrado in cui vivevano le persone è ben raccontato da Carlo Levi in "Cristo si è fermato ad Eboli". Un libro che da un lato denunciò la situazione in cui alcuni italiani erano costretti a vivere e dall'altro fece conoscere il valore storico dei Sassi al resto d'Italia.
Nel dopoguerra le abitazioni dei Sassi vennero fatte evacuare dal governo, trasferendo gli abitanti nelle moderne case di nuova costruzione migliorando le condizioni di vita della popolazione. I Sassi però non vennero restaurati e caddero presto nello stato di degrado e abbandono ma proprio per questo mantennero intatte le loro caratteristiche millenarie.
Negli anni '60 venne avviato un programma di restauro e riabilitazione dei Sassi, ancora oggi in corso nel pieno rispetto della struttura primitiva originaria ed operando solo interventi di recupero.
Per questo oggi, passeggiare nelle vie dei Sassi è un'esperienza unica in Italia.

Ai margini di piazza Vittorio Veneto troviamo la chiesa di SAN DOMENICO del XII secolo. Costruita sullo stile romanico-pugliese conserva ancora oggi l'arcata esterna superiore originaria adornata da un rosone. Pur essendo situata ai bordi della piazza la chiesa non passa inosservata ai turisti.

"Era l'anno 1270 quando fu completata la Casa che a guardarla rallegra": questa è la traduzione dal latino dell'iscrizione sull'architrave della porta d'accesso al campanile del Duomo. La CATTEDRALE DI MATERA, nota dal 1389 col nome di Santa Maria della Bruna, deriverebbe il suo nome dal colore brunastro dell'immagine della Madonna nella Cattedrale. Più plausibile, tuttavia, la teoria secondo cui "brunja" ("corazza" in longobardo) sarebbe all'origine della denominazione: Santa Maria della Bruna sarebbe, cioè, Santa Maria della difesa. La porta principale si affaccia sul Sasso Barisano ed è sovrastata dal grande rosone raggiato sorretto da tre angeli. Dietro il presbiterio si trova il coro ligneo del 1453. Nella navata sinistra è la cappella della Nunziatella (fine 500).
L'architettura è di stile romanico arricchito nel XVIII e XIX sec. da una sfarzosa indoratura barocca. Nel braccio si può ammirare il presepe in pietra dura (di Altobello Persio) del 1534, una delle opere più importanti degli artisti meridionali del XVI sec.

La chiesa di SAN PIETRO CAVEOSO venne eretta nel XVII secolo sul luogo di un precedente edificio religioso. Dalla piazza si può ammirare uno dei più suggestivi panorami dei Sassi e delle rupi.

La chiesa di SANTA MARIA DE IDRIS domina il monte Errone offrendo ai turisti un panorama esclusivo. La vista sulla rupe è talmente suggestiva che le foto sembrano essere prese dall'alto. Pur essendo a pochi metri dalla piazza di San Pietro Caveoso non è facile raggiungere Santa Maria de Idris a causa di una ripida salita, ma vale veramente la pena fare qualche sacrificio per godere dall'alto del migliore panorama di Matera.

La prima chiesa di SAN FRANCESCO D'ASSISI venne costruita nel XIII secolo, dopo varie trasformazioni e venne completamente ricostruita nel XVII in stile barocco.
La chiesa è raggiungibile percorrendo la via del corso principale di Matera, giungendo quindi ad un ampia piazza dove la chiesa di San Francesco d'Assisi domina con la sua monumentale facciata.

I tre bastioni circolari del CASTELLO TRAMONTANO dominano la vita urbana dal punto più alto dell'altopiano. Venne costruito nel XV secolo per volontà del napoletano Conte di Matera Gian Carlo Tramontano, poi ucciso da una sommossa popolare nel 1514, stanca di essere angariata da tasse e balzelli.
Il Conte Tramontano era inviso dal popolo e dalla signoria locale, per questi motivi decise di costruire una fortezza, anche conosciuta come "Il Castello".

La chiesa di SANT'AGOSTINO venne eretta nel 1591 sui resti di una più antica chiesta rupestre. Venne poi restaurata nel XVIII secolo. Dal suo cortile è possibile ritrarre uno dei migliori panorami del Sasso Barisano.

METAPONTO
Metaponto fu una colonia greca di grande importanza dell'VIII sec. a.C. Oggi è uno dei più interessanti centri della Magna Grecia sulla costa Jonica lucana. A Metaponto è stata individuata una vasta area di reperti archeologici e sono stati rinvenuti innumerevoli arnesi e suppellettili che si possono ammirare nel Museo di Metaponto. Gli scavi e la catalogazione del materiale portato alla luce sono tuttora in corso. Nella colonia soggiornarono filosofi e matematici, tra cui Pitagora nel VI sec. a.C.
A Metaponto possiamo ammirare le cosiddette Tavole Palatine, costruite alla fine del VI sec. a.C. Le 15 colonne doriche di un antico tempio ancora conferiscono l'idea della grandezza culturale del luogo. A pochi km dal Mar Jonio, possono essere visitate percorrendo la SS Jonica che congiunge Calabria e Puglia. E' possibile accedere anche ad un museo archeologico attiguo. Una breve passeggiata per respirare ancora l'aria della Magna Grecia.

PISTICCI
A pochi chilometri dalla costa Jonica, in territorio collinare circondato dalla campagna mediterranea, troviamo Pisticci. Il paese ha una storia millenaria che ancora oggi si respira per le vie del centro storico. Il luogo è ideale per vivere a stretto contatto con mare, natura e cultura, senza perdere le comodità quotidiane. Ottimo punto di partenza per visitare l'entroterra e la costa Jonica.
Pisticci, dal greco Pistoikos ("luogo fedele"). Le prime tracce di civiltà rinvenute nel luogo risalgono all'età del bronzo (1500-1300 a.C.) cui seguirono insediamenti greci nell'VIII secolo a.C. L'influenza greca è confermata dall'alleanza con Taranto nella guerra contro Roma del 280 a.C. Nelle campagne circostanti sono stati ritrovati svariati reperti archeologici di fattura greca-lucana.
Di particolare rilevanza archeologica la zona della "Incoronata indigena", lungo il corso del fiume Basento, in cui è stata riportata alla luce una necropoli risalente alla prima età del ferro. La piana della cosiddetta "Incoronata greca", inoltre, ospita un emporio di origine greca risalente all'VIII sec. a.C.

MARINA DI PISTICCI
La costa Jonica del comune di Pisticci colpisce il turista per la sua natura incontaminata. Otto chilometri di spiagge caratterizzate da un ampio arenile ed acque poco profonde, l'ideale per le famiglie con bambini. Una lunga pineta delimita la spiaggia dalla pianura interna e dai centri turistici, offrendo un rapido e naturale riparo all'ombra.

CRACO, UN PAESE FANTASMA.
Craco vecchio è uno dei più suggestivi paesi fantasma italiani. L'origine medioevale di Craco si rispecchia nell'architettura spontanea, costruito con pietra e mattoni tagliati con il sapere artigiano tramandato da padre in figlio. Le case in pietra sono intrecciate tra loro intorno al Castello che dall'alto della rupe domina il paese.
I vicoli e le strade di Craco hanno visto crescere e morire centinaia di generazioni lucane, conservandone il loro spirito artigiano ed il sapere di un mondo antico.
Dal 1963, una frana pose fine alla storia millenaria di Craco trasformandolo in uno dei più suggestivi paesi abbandonati della Basilicata. La sua popolazione abbandonò le proprie abitazioni del borgo vecchio per raggiungere dignitosamente i nuovi insediamenti abitativi a valle.
Craco vecchio vive oggi nel suo passato, una fotografia del passato immortalata tra vicoletti e dirupi rimasti spaventosamente silenziosi e spoglio dei suoi beni. Una fotografia dal fascino antico che trasmette la tristezza delle cose che lentamente svaniscono. E' forse per questo che la vista del borgo vecchio di Craco suscita emozioni ai suoi visitatori che difficilmente possono essere provate altrove.
Visitando le grandi città antiche italiane si prova l'inevitabile emozione di eternità, di città sopravvissute a migliaia di generazioni e destinate a sopravvivere al nostro futuro. Il fascino di Craco è esattamente l'opposto. Nonostante la sua millenaria esistenza, il paese è destinato alla rovina. Condannato dal terreno argilloso alle frane e devastato dal terremoto. Decadenza, il termine giusto per definire l'emozione della sua vista.
Come Matera anche Craco è costruito su livelli, chi decide di avventurarsi tra i suoi ruderi non potrà mai essere sicuro di camminare su un tetto o su una strada. Un paese popolato e ricco, oggi abbandonato da tutti al suo silenzio e alla sua lenta scomparsa, nell'incantevole cornice dei calanchi lucani. E' questo il fascino antico e decadente di Craco, la caratteristica che lo accomuna alla sorte di ogni persona, di tutti noi. Dopo aver visitato Craco, il suo fascino antico rimarrà sempre dentro di voi.
Il paese poggia le sue fondamenta a 400 metri d'altezza su di una rocca dominante la valle del torrente Salandrella. Una regione tipicamente argillosa e sabbiosa sulla quale si verificano interessanti fenomeni di erosione intensiva, da cui i cosiddetti, suggestivi, "calanchi", che si sviluppano sui versanti dei rilievi formati dalle rocce argillose e caratterizzati da vegetazione quasi assente. I profondi e ripidi solchi rappresentano un paesaggio tipico e suggestivo della zona.
Consigli pratici
Craco è un paese consigliato per tutti i turisti, le foto dall'esterno rappresentano uno squarcio nel tempo da mostrare ai propri conoscenti e da riguardare periodicamente. Addentrarsi al suo interno richiede però cautela e prudenza, è consigliabile affidarsi ad una guida locale.
La storia millenaria di Craco non ha un'origine ben determinata, come molti antichi paesi italiani. Nel suo circondario sono state rinvenute tombe risalenti al VIII a.C. di un insediamento indigeno.
Dopo l'abbandono della regione metapontina nella tarda età antica, fu scelto come luogo di insediamento bizantino da parte di monaci italo-greci. Nel X secolo d.C. la zona conobbe il rifiorire delle colture e la ripopolazione. Nel 1060 viene documentato per la prima volta il nome Cracum e successivamente si trasformò in feudo assegnato nei secoli a diverse casate nobiliari.
Il Castello venne costruito nel XIII secolo, finanziato da un oneroso contributo imposto alla popolazione. Nei secoli che seguirono il paese si arricchì di grandi palazzi nobili come Palazzo Grossi. Con le sommosse di fine '700 anche a Craco si assistette al tentativo dei contadini di occupare le terre comunali ed ecclesiastiche . Fu proprio da un palazzo nobiliare, palazzo Carbone, che i vecchi nobili spararono contro gli insorti repubblicani, sconfitti nel 1799 ad opera delle forze guidate dal cardinale Ruffo.
La prosecuzione dei saccheggi da parte delle vittoriose truppe francesi causò la rinascita del brigantaggio ed anche Craco fu scenario dell'inevitabile malcontento popolare. La storia di Craco termina nel 1963 quando l'ennesima frana determinò la definitiva decisione di abbandonare il paese per i nuovi insediamenti civili sorti più a valle.

GUARDIA PERTICARA
Il nostro paese vi affascinerà subito dopo l'ultima curva dei tornanti che vi avranno accompagnato da Potenza attraverso Corleto Perticara. Una strada di ingresso al centro circondata da due muri di pietra alti non più di tanto sul quale si affacciano balconi in ferro battuto e portali di pietra che denunziano i quarti di nobiltà di questo antico centro.
E poi ancora gradinate in pietra, archi in pietra, ballatoi in pietra, balconcini sorretti da mensole in pietra, una fontana con pietra antica, finanche la rosa dei venti disegnata con la pietra. Pietre su pietre, questo paese straordinario d'impostazione medievale dimostra alla comunità non solo regionale, come sia possibile reinventare se stesso rispettando i volumi di un tempo, e le prospettive delle antiche residenze.
Più avanti in un autentico salotto, la strada principale lastricata con mattoncini rossi bordati con pietra, laddove non è stato possibile recuperare il pavimento originale di basolato chiaro. Qui la chiamiamo pietra di Gorgoglione, forse in omaggio ad antichi intagliatori di quel centro, ma la pietra è della zona, ed ora dopo venti anni di lavoro, il comune appare un autentico gioiello architettonico, degno di figurare sulle riviste tecniche dei professionisti del settore.
Il toponimo, secondo il Racioppi, deriva da Castrum Perticarii, uno dei latifondi longobardi divisi in pertiche, corti o predii assegnati alle famiglie dei coloni. Le origini si rifanno all’età del bronzo, a cui si riferiscono le testimonianze archeologiche.
Il rinvenimento più importante, in località San Vito, è la grande necropoli enotria databile dalla fine del IX secolo alla metà del V secolo a.C. che, insieme alle necropoli di Alianello e Chiaromonte, costituisce una delle fonti più vaste per la conoscenza culturale degli Enotri. I reperti dei corredi tombali sono di grande pregio: vasi di ceramiche e di bronzo, gioielli in ambra o in pasta vitrea o in filo di ferro e avorio, modellini di case a forma di tempietti con volatili e serpenti. Subì l’influenza greco-ortodossa e, nel X secolo, ospitò due asceti: Luca di Armento (fondatore del cenobio di Carbone) e Vitale da Castronuovo che sui monti di Turri ricostruì una chiesa e fondò un monastero. In località Tempa, ci sono resti di grotte basiliane e dell’antica Turri, città vescovile ricordata sin dal 924 e ancora abitata alla fine del XVII secolo.
Distrutta dai Saraceni nel X secolo, rimase inabitata per molto tempo. Si sviluppò in epoca medioevale. Fu feudo dei Normanni nella giurisdizione di Ruggero, conte di Tricarico. Con la caduta degli Svevi e l’affermazione del dominio angioino, fu assegnato a Giovanni Britando.
Il 14 maggio 1306 Carlo d’Angiò scrisse in un documento angioino per la prima volta il nome di Guardia Perticara. Nel Quattrocento passò ai Della Marra, signori di Stigliano; poi nel Cinquecento ai Carafa e nel Settecento fece parte del Dipartimento di Maratea come feudo di Giuseppe Colonna, marchese d’Altavilla. Successivamente appartenne agli Spinelli, sino all’eversione feudale (1806).
Il violento terremoto del 1857 fece vittime e danneggiò gravemente la struttura urbanistica, ancora impoverita dal sisma del 1980. Proprio da quest’ultimo tragico evento il borgo ha trovato il recupero urbanistico per perpetuarsi nell’antica dimensione architettonica e artistica, che conferisce al centro un’immagine dal chiaro sapore medioevale. Nell’opera di ristrutturazione delle abitazioni danneggiate dal terremoto, il Comune ha sposato l’idea di ricercatori ed esperti in progetti di valorizzazione dei centri storici ed ha così evidenziato le particolarità urbanistiche medioevali del proprio territorio.

MONTESCAGLIOSO
Arrivando dalla città di Matera, percorrendo i tornanti che portano al paese, il centro storico di Montescaglioso appare su una collinetta di quasi 400 metri, e subito, ben distinta da tutte le altre costruzioni, si staglia imponente l'Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo: un'unica perla superstite dei numerosi monasteri una volta disseminati sul territorio lucano, ed incredibile testimonianza della storia dell'arte italiana.
Montescaglioso è un paese di confine, situato ad un passo dalla Puglia e dal Mar Jonio e costeggiato dal fiume Bradano. E' un paese la cui continuità degli scavi archeologici ha permesso di ipotizzare il passaggio di popolazioni diverse: Enotri, Sanniti, Greci, Romani. L'intero circondario del paese è infatti disseminato di loro tracce, nei campi essi hanno lasciato numerosi doni: oggetti in bronzo, in terracotta, in ferro. Gli stessi scavi archeologici lasciano supporre che l'attuale cittadina sorga su necropoli di diverse età storiche, a dimostrazione dell'importanza che il sito avrebbe avuto nei secoli passati.
Lo sviluppo culturale, sociale ed economico del sito di Montescaglioso trova il suo epicentro materiale nell'Abbazia di San Michele Arcangelo.

OLIVETO LUCANO
Sorge su una collina circondata da boschi, aria salubre e da una fiorente vegetazione. L'ideale per le escursioni ed il turismo ecologico e per chi ricerca la tranquillità del vivere bene. Il paese è posto sulle pendici orientali del Monte Croccia Cognato (1149 mt) lungo il lato sinistro del torrente Salandrella.
Le prime notizie relative all'esistenza di tale agglomerato sociale risalgono all' XI secolo anche se l'antico centro di Monte Croccia è risalente al V secolo a.C. (dove sorgeva l'antica città lucana di Croccia-Cognato, centro religioso e politico della confederazione delle tribù lucane del Basento, di cui sono visibili ancora oggi i resti delle grandi mura e dell'acropoli, oggi grande patrimonio artistico del paese). Il paese appartenne ai Cavalieri di Malta nel 1300, alla duchessa di Carinara, ai conti di Alife ed al duca di Castelmezzano Girolamo di Lerna. Sulla sommità del paese troviamo i resti del castello feudale.

2 commenti in “Suggestioni lucane
  1. Avatar commento
    poochie76
    11/04/2005 21:27

    E' la terra dei miei genitori: una terra sottovalutata, ma ricca di storia, folklore, sole e mare. Visitatela!

  2. Avatar commento
    cracum
    03/12/2004 17:53

    PER CORTESIA PASSATE PAROLA GRAZIE CLUB AUTOCARAVAN CRACUM (Associazione Monte D’Oro) EURO RADUNO CAMPERISTI NEL PAESE FANTASMA CRACUM (NEL CUORE DELLA LUCANIA) VIAGGIO TRA CULTURA E FEDE CRISTIANA NELLA TERRA DI CRISTO ESCURSIONE ROMANA, BIZANTINA, MEDIOEVALE IL TUTTO CIRCONDATO DA CANTI GASTRONOMIA E GIOCHI VI ASPETTIAMO A PASQUA 2005 MARZO 25-26-27 PER INFORMAZIONI ALESSANDRA PER IL SUD -0835 459096 -3496340218 PER IL NORD COSIMO 051 569057 – 3337227842 ORGANIZATORI: COSIMO-IVAN-ELISA MAIL - COMITATONAZIONALE@LIBERO.IT ATTO REGISTRATO AL TRIBUNALE DI PISTICCI (MT) N°100146 SERIE 3 , CODICE FISCALE 90011060770 SEDE LEGALE C.DA BRUSCATA,75010 CRACO (MT) SEDE ASSOCIATE , PISTICCI,BOLOGNA,MONTE SAN PIETRO (BO). 25 marzo 2005 accoglienza arrivi dalle ore 9 alle 16 sistemazione posto camper, controllo iscrizioni, equipaggi Sosta gratuita illuminata(camper service) Ore 20 Accoglienza, benvenuto Sindaco - e Parroco. farmacia e 118 disponibili 24 su 24.Si consiglia di prenotarsi per il raduno almeno trenta giorni, assistenza meccanico per il giorno 26 (consulenze gratuite) tecnico specializzato assistenza camper(consulenze gratuite) .Prenotazione obbligatoria di Euro 15 a equipaggio. Caccia al tesoro per il 26 e visite culturali, intrattenimenti con spettacoli nelle tre serate con distribuzione di prodotti locali inserite nel pacchetto. Il pranzo ad Accettura e quello di Pasqua al Calanco, è facoltativo ma occorre prenotarsi almeno trenta giorni prima. il prezzo dipenderà dalle prenotazioni facoltative. Il bollettino postale dovrà essere spedito a : Associazione Monte d’oro Presidente - Alessandra Rosati Contrada Bruscata 75010 Craco (MT) digitare: raduno europeo Cracum 25-26-27 marzo-2005 (nome e cognome, numero telefonico).Per ricevere la conferma ell’iscrizione a i pranzi facoltativi, ci si può prenotare comunicando il numero dei componenti. Raggiunto il numero indicato (50 il minimo) sarà stabilito il prezzo a persona e poi comunicato. Se si aderisce spedire il vaglia come per l’ iscrizione. Il prezzo sarà comunicato circa venti giorni prima del inizio del raduno. per informazioni chiedere di Alessandra per il sud tel. 0835 459096 , Cosimo per il nord 051569057, 3337227842 Raduno europeo Cracum Organizzazione giro culturale e caccia al tesoro 26 marzo 2005 partenza ore 8 per San Mauro Forte San Mauro Forte Centro agricolo, sorge su un colle cosparso di ulivi, affacciato sulla valle del torrente Salandrella, in un aria abitata sin dalla preistoria. Da visitare I Palazzi del centro storico (secolo XVII-XIX) La Chiesa Madre di Santa Assunta (di fondazione medioevale) La Chiesa dell’Annunziata (secolo XV in cui sono custodite le tele del pittore del 500 ad opera di Francesco Stabile) La Torre cilindrica a tre piani a base circolare. Accettura Piccolo centro montano, sorge su un rilievo, tra i folti boschi del Parco di Gallipoli Cognato, in aria abitata già nel IV – II secolo a.C. Da visitare Il centro antico, Il Rione Scarrone,La Chiesa dell’Annunziata (risale al secolo XIV) La Chiesa di San Nicola (secolo XVII) Il Bosco di Gallipoli Cognato,( pranzo “agriturismo di Accettura) Stigliano Centro agricolo e commerciale, con attività industriali nel settore alimentare, sorge alle falde del monte Serra, nel cuore dell’Appennino Lucano, il centro di origini preistorica. Da visitare Il Castello medievale L’ex Convento dei Riformati risalente al 1475 (attualmente Municipio) Il chiostro in cui è murato le stemma comunale che reca la figura di Tullio Ostilio, terzo Re di Roma, La Chiesa di Sant’ Antonio del 1763,La Chiesa di Santa Maria Assunta (conserva dipinti del secolo XVI) sera arrivo, a Craco peschiera ore 21 raduno spirituale di Pasqua canti giovani del luogo omelia del Parroco. Ore 23,30 partenza per CRACUM …. Camperisti liberi di rientrare o dormire a CRACUM. Cracum Il paese fantasma Craco è uno dei più suggestivi paesi fantasma italiano. Di origine medievale, Craco rispecchia l’architettura spontanea costruito con pietre e mattoni tagliati con il sapere artigiano tramandato da padre in figlio. La storia millenaria non ha un’origine ben determinata, come molti antichi paesi italiani. Nel suo circondario sono state trovate tombe risalenti al VII a.C. di un insediamento indigeno. Dopo l’abbandono della regione metapontina nella tarda età antica, fu scelto come luogo di insediamento bizzantino da parte di monaci italo-greci. Nel X secolo d.C. la zona conobbe il rifiorire delle culture e la ripopolazione. Il paese poggia le sue fondamenta a 400 metri d’altezza su una rocca dominante la valle del torrente Salandrella. I fantasmi di CRACUM (Craco - Matera) "Vicino Matera c'è Craco, un Paese che molti anni fa è stato abbandonato da quasi tutti gli abitanti. Ma nelle sue vie deserte ogni notte risuonano strani rumori di passi, echi di voci e grida terribili mentre misteriose forme luminose si muovono tra le case. Gli spiriti dei morti stanno forse occupando questo paese lasciato da noi vivi?" Craco mi è sembrato davvero un luogo spettrale: negli anni '70 un vasto movimento franoso ha obbligato quasi tutta la popolazione ad andarsene poiché le case sono diventate pericolanti, e da allora solo pochissimi vecchi si sono ostinati a restare ad abitare quì, rifiutando ostinatamente di lasciare per sempre il luogo in cui sono nati. E siccome con il passare del tempo quasi tutti questi anziani abitanti superstiti sono deceduti, oggi a Craco le persone ancora vive che ci abitano si possono facilmente contare sulle dita di due mani. Di conseguenza, come è successo a molti, quando vi mettete a girare tra le vie di questo paesino, vi ritroverete sempre soli, nel silenzio più assoluto, circondati quasi giusto solo da case abbandonate e vuote, con gli ingressi e le finestre ben barrate. Eppure, se fosse ancora abitato, Craco sarebbe un paesino molto carino, caratterizzato da una forte dominante ocra che lo rende simile a certi villaggi mediorientali, mentre in cima a questo borgo abbandonato spicca il torrione di un vecchio castello, al cui lato si erge la chiesa di San Vincenzo, con anche, appena fuori del paesello, il caratteristico Convento dei minori Osservanti ornato da i resti dell'antico chiostro. Per la verità, non c'è troppo da stupire: Craco è ormai diventato davvero un luogo quasi soprannaturale, con i suoi silenzi continui, la sua popolazione ormai ridotta quasi allo zero e sempre chiusa in casa. Perché chiusa in casa? Bnché, innanzitutto perché si tratta essenzialmente solo di anziani, deboli e malati, incapaci anche solo di uscire a passeggiare. Ma ci sarebbe pure un'altra ragione per cui ormai nessuno osa più avventurarsi tra le vie morte di Craco, neppure durante il giorno: "La paura". Già, hanno spiegato infatti che la pochissima gente rimasta non osa più uscire dalle case neppure durante le ore di giorno perché spaventata davvero a morte dalle strane "presenze" che qui vengono segnalate sempre più di frequente. Durante le ore notturne, per esempio, nel paese deserto risuonano forti passi, si odono violenti suoni dall'origine inspiegabile, echeggiano grida strazianti, e diversi testimoni hanno poi dichiarato di aver scorto lattiginose forme fluttuate nell'aria qua e là: fantasmi! Di che tipo di spiriti si tratti, però nessuno ha saputo spiegare, e non c'è nemmeno una teoria che ne spieghi la presenza in questo luogo ormai quasi del tutto dimenticato dagli uomini. Ma a questo punto vorrei avanzare una mia idea: forse è proprio per questo che le "presenze" ultraterrene si stanno manifestando sempre di più nel paese abbandonato di Craco! Infatti, dato che ormai gli uomini non vi dimorano più, quale miglior rifugio potrebbero trovarvi le ombre venute dall'oltretomba? Se volete dunque passare una notte piena di brividi e di paure, date retta a me: andate a Craco, dove gli spiriti vi aspettano! Ma state attenti: qui gli spettri ci sono per davvero! 27 marzo 2005 ore 10,00 partenza da Craco Peschiera visita all’azienda Zootecnicalimentare Iannuzziello. Parcheggio camper (gratuito) accoglienza dell’azienda e visita guidata. ore 12,30 pranzo previsto presso l’Agriturismo “Il Calanco” con possibilità di andare a cavallo. Visita diurna a CRACUM con Guida turistica. Ore 21 Festa di addio con il saluto dall’associazione Monte d’oro e premiazione della caccia al tesoro. Si spengono le luci. Arrivederci .  nel caso ci sia l’impossibilità (per cause naturali ,neve , frane etc..) di raggiungere i luoghi indicati ,l’associazione Monte D’oro si riserva la possibilità di cambiare l’itinerario. “ luoghi limitrofi”

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