La Val di Peio

Un soggiorno estivo nel Trentino più verde, ideale per una vacanza “a tutta natura”

 

Sabato 2 luglio - Una volta imboccata la Val di Sole, la prima impressione non è certo la stessa provata l’anno scorso attraversando per la prima volta le valli dolomitiche. Ci sembra un po’ anonima, all’inizio, ma già subito dopo Dimaro il paesaggio si addolcisce; è più verde, insomma inizia ad assumere i connotati che ci aspettavamo. Poi, una volta imboccata la valle di Peio, si volta veramente pagina. E’ bella, verdeggiante, intatta, tranquilla.
La strada è buona, dritta e scorrevole. Incontriamo dapprima due piccoli agglomerati urbani, Celentino e Celledizzo e poco più avanti Cogolo, il centro più importante della valle. Subito dopo Cogolo la strada si fa decisamente ripida, con molti tornanti, ma in pochi minuti si coprono i 300 metri di dislivello che portano a Peio Fonti, a 1400 metri di altitudine. Vi è un grande centro termale, una dozzina di negozi, qualche casa, e poi alberghi e appartamenti in affitto. La zona è decisamente turistica, ma si tratta tutto sommato di un piccolo agglomerato e non intacca la sensazione di tranquillità e rilassatezza che qui regna.

Dove alloggiare

Abbiamo soggiornato all’Hotel Vioz. Un bell’albergo, solo un po’ troppo grande per noi che preferiamo strutture un po’ più... familiari. E’ situato al termine del paese, in posizione tranquillissima. Immerso nel verde, ha un ampio parco giochi e un giardino. La nostra camera spaziosa e funzionale (la nr. 34) disponeva di due terrazzi ed una splendida vista sulle pendici di un monte dal quale si vedeva (e sentiva!) scendere una cascata. Quindi il Vioz ci è piaciuto per la felicissima ubicazione e per la stanza, veramente bella e confortevole. Cucina abbastanza buona, ma senza essere eccezionale

Itinerario

Domenica 3 luglio
LAGO COVEL - Per questa facile escursione, tra le più famose della zona, occorre raggiungere Peio Paese, a 1520 metri e ad un paio chilometri di distanza rispetto a Peio Fonti. Qui alberghi e ristoranti si contano sulle dita di una mano e questo ne fa un paese molto meno turistico rispetto alla frazione più in basso.
Il sentiero per raggiungere il Lago Covel parte esattamente dietro la chiesa. Il primo tratto (in salita!) è in pratica una strada forestale, prima asfaltata, poi di sterrato. Ad un certo punto la carrozzabile piega a sinistra, mentre proseguendo dritto diventa sentiero, e da qui comincia il bello, con fiori, prati e stupendi panorami in cui si vedono imponenti cime sullo sfondo. Un allegro ruscello ci accompagna per buona parte del cammino. Arriviamo prima alla cascata di Covel e dopo pochi minuti all’omonimo lago. In realta è poco più di uno stagno: ma bellissimo! Acqua bassa e trasparente, trote che nuotano, nuvole e monti che vi si specchiano, farfalle che svolazzano allegre. Bello, pittoresco, bucolico.
Il lago Covel si trova a 1820 metri: cioè esattamente 300 metri più in alto rispetto Peio Paese. All’andata ci impieghiamo quasi due ore, procedendo con calma, al ritorno scendiamo in molto meno tempo.
LAGO DEI CAPRIOLI - Dalla strada che attraversa la Val di Sole, esattamente nel mezzo del centro abitato di Pellizzano, vi è l’indicazione stradale per il Lago dei Caprioli. Una volta imboccata la deviazione, ci vogliono una decina di minuti d’auto per arrivare al posteggio dal quale, dopo poche centinaia di metri, si arriva al lago. In alternativa, ci si può arrivare a piedi, infatti una volta lasciato Pellizzano, dopo i primi tornanti a salire, sulla destra vi è un ponticello di legno sul rio Fazzon, con segnaletica che indica l’inizio del “Percorso degli Gnomi” che in un’ora circa conduce al lago.
Meta senza dubbio turistica, ma è veramente molto grazioso, con la caratteristica di avere delle marcatissime striature verde brillante, probabilmente dovute a qualche particolare alga forse in queste acque più diffusa che altrove.
Prima di arrivare al lago pranziamo (bene) presso la Malga Fazzon situata sulla sinistra poco prima di arrivare al posteggio. Un comodo sentiero percorre il perimetro completo del lago, invitando ad una piacevolissima passeggiata. Per circa i due terzi delle sue rive, il lago è cinto da un bel bosco di abeti, per l’altro terzo un ampio prato verde accoglie un buon numero di famiglie (è domenica) che si dilettano in giochi, prendono il sole e fanno picnic.
Ultima meta di questo primo, pienissimo giorno è il PARCO FAUNISTICO di Peio. Comodissimo da raggiungere in quanto si trova a poche centinaia di metri dal nostro albergo. Il parco ospita una comunità di cervi che abbiamo avuto modo di osservare bene, molto da vicino.

Lunedì 4 luglio
Oggi saliremo a PEIO 3000. Il primo troncone dell’impianto di risalita che ci porterà in vetta, parte da Peio Fonti, a poca distanza dal nostro albergo. 1000 metri è il dislivello che separa la partenza da Tarlenta, la stazione di mezzo dalla quale si può prendere sia il secondo troncone dello stesso impianto che sale appunto a Peio 3000 sia, a duecento metri di distanza, la seggiovia che va a Doss de Gembri.
Naturalmente non ci facciamo sfuggire nessuna delle occasioni (in questi giorni, gratuità per tutti gli impianti di risalita della val di Sole!). Prima saliamo a quota 3000, dove troviamo la neve. Ad onor del vero il panorama non è entusiasmante, nonostante una limpida giornata di sole, inoltre sono in corso i lavori di ampliamento della stazione di arrivo per cui troviamo una specie di cantiere con tanto di materiali accatastati e macchinari edili.
Ridiscesi a Tarlenta, prendiamo poi la seggiovia che porta a Doss de Gembri, dove dopo una breve passeggiata, pranziamo ottimamente presso l’omonimo rifugio. Da Doss de Gembri parte il sentiero che conduce al rifugio Mantova, sul monte Vioz: escursione decisamente non alla nostra portata.
Pomeriggio al LAGO DI PIAN PALÙ - Da Peio Fonti, anzichè girare a destra per Peio paese, si prosegue dritto su una comoda strada asfaltata che si addentra ancor più nel cuore della valle. Già il panorama che si gode è di per sè appagante: ancora ruscelli che scendono dal fianco della montagna, malghe e prati con erba tagliata e famiglie di contadini con ragazzi e bambini intenti a rastrellarla! Paesaggi veramente gradevoli, con dolci pendii, boschetti e prati.
Arriviamo in località Fontanino. C’è un ristorantino caratteristico alquanto invitante, l’immancabile ruscello, un ponticello di legno che lo attraversa e subito dopo spazi attrezzati per barbecue, con tanto di tavoli e panche di legno, a disposizione di chi ne vuol fruire. Qui la strada asfaltata finisce. Per raggiungere il lago, o si va a piedi su un sentiero breve ma abbastanza impegnativo quasi tutto in salita, oppure prendere una stretta strada sterrata percorribile in automobile. Scegliamo la prima soluzione e in meno di mezz’ora arriviamo al lago. Si tratta di un lago artificiale, ma è davvero incantevole. Acqua color verde bottiglia, abeti, e in fondo cime parte delle quali innevate. Davvero uno splendido posto, con un nonsochè di selvaggio, di integro. E bellissimo è il sentiero che costeggia tutto il lago, che vorremmo percorrere per intero, ma purtroppo è pomeriggio inoltrato e quindi ci dobbiamo accontentare di solo una parte.

Martedì 5 luglio
Oggi meeting! Incontro con Leandro a Madonna di Campiglio. Ripercorriamo in auto la Val di Sole in senso contrario rispetto a quello dal quale siamo giunti il primo giorno, fino all’altezza di Dimaro. Qui, sulla destra, la deviazione che porta in VAL RENDENA. Piacevole questa strada, per buona parte panoramica e che in alcuni punti passa in mezzo ad abetaie fittissime.
Eccoci a MADONNA DI CAMPIGLIO: come definirla´ Elegante. Appuntamento con Leandro, nelle vicinanze del piccolo laghetto situato all’interno al paese. Destinazione SPINALE. Devo dire che l’impatto è stato... d’effetto! Subito dopo essere usciti dalla cabinovia, complice anche una luminosissima mattina di sole, nel piazzale antistante l’impianto ci troviamo di fronte ad un vero e proprio spettacolo, con protagonisti i due imponenti massicci del BRENTA ed una vista mozzafiato a 360°! E Leandro, guida d’eccezione, che uno dopo l’altro, nome dopo nome, annovera tutte le cime che l’occhio riesce a scorgere, tant’è che, data la sicurezza dell’enunciazione, una signora si è avvicinata a chiedere lumi riguardo alcuni sentieri, passaggi e via dicendo.
Scendiamo a passeggiare ed a conversare nel sentiero che passa per il bel prato fiorito con tanto di mucche scampanellanti al pascolo, avvolti in una limpidissima luce che rende ancor più brillanti i colori del cielo, dell’erba, dei fiori. Ritorniamo sui nostri passi verso la stazione della cabinovia, per poi scendere a piedi, lungo il crinale che ci condurrà alla malga Montagnoli, unico punto di ristoro nelle vicinanze. Lungo il tragitto, nota dolente, scopriamo che buona parte di questo versante è stato di recente letteralmente disboscato e spianato per far posto ad una pista da sci.
Raggiungiamo il rifugio (o sarebbe meglio chiamarlo più realmente ristorante) d’ambientazione e di evidenti frequentazioni piuttosto... in.
Nel pomeriggio ci congediamo con Leandro e ripresa l’auto ripercorriamo in senso inverso la Val Rendena, facendo tappa a Folgarida. Paese che non ci è piaciuto per niente. In pratica un grande posteggio per veicoli, con case, alberghi, esercizi commerciali tutt’intorno.

Mercoledì 6 luglio
Anche oggi il cielo è azzurrissimo ed il sole splende: il giorno ideale per salire ancora in quota. Attraversiamo la parte più occidentale della Val di Sole e raggiungiamo il PASSO DEL TONALE. Lasciati alle spalle gli ultimi tornanti, giunti sul dorso del passo, il colpo d’occhio non è proprio entusiasmante, con la skyline dominata da tre altissimi palazzi. E un largo stradone su cui si affacciano una lunga fila di case, negozi, alberghi. Location comodissima se si immagina in un contesto... solo sciistico, un po’ troppo fredda e spersonalizzata in altre stagioni e per altre ragioni.
La stazione a valle è a 1800 metri d’altezza, il primo tratto arriva a 2500 e già qui qualche lingua di neve è presente. L’ultimo tratto di seggiovia porta a 2950. Durante la salita, sotto di noi vediamo piccoli specchi d’acqua, alcuni ancora con blocchi di ghiaccio galleggianti. I nevai sono sempre più presenti, ed il bianco si fa abbagliante ed anche i costoni di grigia roccia liberi dai ghiacci risplendono, in questa tersa mattina di sole. Ci godiamo questa fantastica luce davanti al GHIACCIAIO PRESENA.
Scendiamo, e prima di raggiungere il paese di Vermiglio, deviamo per pranzare, verso la Baita Velon. Graziosa baita dalla quale parte una delle più famose passeggiata della zona, la passeggiata delle “Viscle” che arriva fino al passo del Tonale.
Ne percorriamo solo un breve tratto, che non ci ha colpito molto. In pratica una strada forestale con tralicci dell’alta tensione a fianco. Ci hanno detto però che dopo questa prima parte diventa molto più bello. Deve essere senz’altro così.
Esattamente paralleli al paese di Vermiglio, qualche centinaio di metri più in basso rispetto alla strada principale, i laghetti di S. Leonardo alimentati dal torrente Vermigliana, si adagiano su un’area di qualche centinaio di metri, caratterizzando un facilissimo e gradevole passeggio, attrezzato qua e là con giochi per i bimbi. In pratica ne è stato ricavato un esteso giardino ben curato. Tranquillo e riposante, è l’ideale per la classica passeggiatina tutt’altro che impegnativa.

Giovedì 7 luglio
Oggi il tempo è decisamente brutto. Approfittiamo per farci un giro a Cogolo, il centro più importante della valle. Non vi è nulla di particolare da visitare, il paesino è però grazioso, con le sue case color pastello. Non potendo mirare ad escursioni o passeggiate a piedi, dato il tempo sempre piuttosto minaccioso, pensiamo di far conoscenza con il ristorante il Mulino, famosissimo nella zona. Si tratta di un autentico mulino del ‘500 sapientemente ed elegantemente ristrutturato. L’esterno forse non colpisce ma l’interno è stato riadattato con gusto e creatività e... si mangia benissimo!
Visitiamo poi, la piccola chiesa di Santa Lucia. Occorre raggiungere il paesino di Comasine, da lì si può scegliere se continuare con l’auto su strada molto stretta, o fare il tragitto a piedi per raggiungere la chiesetta: veramente molto graziosa. Anche qui sensazione di integrità, i fianchi dei monti ricoperti da boschi, e poi ruscelli, acqua e cascatelle.

Venerdì 8 luglio
Anche oggi il tempo non è dei migliori, ma vogliamo coronare questa settimana con un’ultima passeggiata in un altro dei percorsi più consigliati. Scendiamo la val di Sole fino a Commezzadura, e a Daolasa, con gli impianti, risaliamo fino al MONTE VIGO. Da qui partono diversi sentieri, uno di essi ha come destinazione il LAGO DELLE MALGHETTE. Il primo tratto è in salita su una carrozzabile fino al rifugio Orso Bruno. Poi la strada si fa sentiero, stretto e ripido, con rocce e radici affioranti che scende nel bel mezzo ad abeti fitti. Arriviamo al lago, che iniziamo già da un po’ ad intravedere, giù in basso, tra le cime degli alberi. Incantevole, incastonato nella verde cornice di boschi che sembrano impenetrabili.
Il rifugio omonimo ha gestori molto cordiali e una cucina davvero buona, dato anche i complimenti da parte di più di un avventore, che casualmente, ho sentito porgere al cuoco nonchè gestore della baita. Veramente una gran bella passeggiata, peccato per il tempo: il cielo è stato sempre nuvoloso, con qualche goccia di pioggia.

Curiosità 

* Ma quanto rafting in Val di Sole! Spesso si incontrano lungo la valle, sulle rive del torrente Noce, centri attrezzati dove propongono rafting e più di una volta è capitato che, percorrendo in auto la strada, si intravedevano gommoni gialli zeppi di persone intente a pagaiare come forsennati...
* Per l’estate 2011, l’azienda di promozione turistica della Val di Sole, ha avuto la felicissima iniziativa di concedere gratuità per tutti gli impianti di risalita della Val di Sole, dal 4 al 23 Luglio. Unica condizione il soggiorno in una pensione o hotel tra quelli convenzionati (quasi tutti!). Agevolazione non trascurabile, considerando i prezzi medi degli impianti di risalita. Ovviamente ne abbiamo usufruito abbondantemente.
* La Val di Peio si distende tra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Naturale dell’Adamello Brenta. Rimane quindi un’ubicazione ottimale per la visita di entrambi i parchi.
* E poi, infine, vorrei condividere una singolare sensazione che ci ha molto colpito: ossia assistere alla raccolta del fieno da parte di intere famiglie, davanti alle proprie malghe. Uomini, donne, ragazzi e bambini intenti nel loro lavoro, come in fotogrammi di un’epoca lontana. In più di un’occasione mi è capitato di osservarli. Non dava assolutamente idea di essere una bruttura, al contrario evocava un senso di tradizione e di unione. Piuttosto raro, no´

 

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