La Sacra ed il Forte

Una gita ideale per i fine settimana primaverili o autunnali

Un suggerimento per un fine settimana di grande interesse, ideale a metà primavera o inizio autunno: è un itinerario, parte automobilistico e parte a piedi, lungo due delle vallate occidentali del Piemonte, la Val di Susa e la Val Chisone, entrambe importanti in quanto storiche vie di collegamento con la limitrofa Francia. La gita presenta aspetti eterogenei, in quanto agli ambienti naturali dei Laghi di Avigliana e al circondario alpino dell'alta Val Chisone si alternano emergenze architettoniche religiose e militari di grande rilevanza.PRIMO GIORNO
Punto di riferimento è l'uscita autostradale di Rivoli, alla periferia ovest di Torino. Da qui bastano una decina di chilometri per raggiungere la Chiesa di SANT'ANTONIO DI RANVERSO, meta di culto e arte in posizione appartata tanto splendida quanto poco nota. Prima della partenza, è conveniente informarsi presso il custode al tel. 011-9367450 sugli orari di apertura.
Già da lontano si scorge, al termine di un viale di platani, il singolare complesso, un tempo costituito da Chiesa, Ospedale e Cascine. Il colpo d'occhio sull'edificio gotico dei sec. XII-XV è di grande suggestione, soprattutto per il prevalente utilizzo, secondo una tecnica diffusa all'epoca in Piemonte e Lombardia, della terracotta e del mattone a vista per la copertura dell'esterno.
Gli interni, caratterizzati da archi a sesto acuto e volte a crociera, sono impreziositi da opere pittoriche di prim'ordine: spicca il polittico cinquecentesco di Defendente Ferrari posto sopra l'altar maggiore. Di altrettanto pregio, sui muri del presbiterio e della sagrestia, sono gli affreschi quattrocenteschi di Giacomo Jaquerio, raffiguranti storie della vita del Cristo e di Sant'Antonio. Nascosti per secoli sotto strati di calce, furono fortunatamente riportati alla luce grazie a lunghi e pazienti restauri nel corso del XX secolo.
A breve distanza si raggiunge il riposante scenario dei LAGHI DI AVIGLIANA (Lago Grande e Lago Piccolo, separati da un cordone morenico); presso il Lago Grande sorge il Santuario della Madonna del Lago. La zona, che annovera una fauna avicola molto varia, è gestita a Parco naturale regionale e l'Ente gestore organizza escursioni a piedi e a cavallo (tel 011-9313000). Sulle rive degli specchi d'acqua non mancano ristoranti e alberghi, alcuni dotati di parco e attrezzature per la balneazione, né prati sui quali fare sosta, cosicché ciascuno potrà scegliere la soluzione più consona per la sosta di metà giornata.
Ci si dirige quindi alla volta della Sacra di San Michele in tempo per l'apertura pomeridiana (ore 14,40, visite guidate ogni mezz'ora, in caso di gruppi meglio avvisare al tel. 011-939130). La strada carrozzabile arriva fino a un parcheggio, dopodiché una passeggiata di un quarto d'ora porta all'abbazia.
La SACRA DI SAN MICHELE, arroccata sulla sommità del Monte Pirchiriano a quota 962 all'imbocco della Valle di Susa, è un complesso di fabbricati e ruderi davvero sorprendente.
Sul sito di un luogo di culto dei primi cristiani della regione intorno al V-VI secolo, fu eretto il primo nucleo del complesso sul finire del X secolo; vari ampliamenti si susseguirono con l'aumentata importanza della Sacra che assunse più o meno l'aspetto attuale verso la fine del 1100. Per un paio di secoli si arricchì di biblioteca e preziose opere d'arte estendendo enormemente la sua zona d'influenza.
Dalla fine del Trecento lotte religiose, guerre e incendi segnarono l'inizio della decadenza, culminante con la soppressione del monastero ad opera del papa Gregorio XV nel 1622. Duecento anni di incuria completarono la devastazione, finché nel 1836 Carlo Alberto decise di affidarlo alla congregazione appena fondata da Antonio Rosmini. Vi vennero anche traslate le salme di ventiquattro principi e principesse di casa Savoia.
Nel 1886 un terremoto portò di nuovo la Sacra assai vicina alla rovina, ma tre anni dopo la passione di Alfredo d'Andrade, architetto portoghese trapiantato a Genova, produsse un progetto di riassetto volto a sanare i gravi difetti strutturali mantenendo al contempo l'architettura originaria; il restauro fu ultimato nel 1936, anche se diversi settori non poterono essere recuperati, ragion per cui anche oggi il complesso è una mescolanza di edifici splendidi e di ruderi.
L'ingresso è alla sommità di una gradinata, dal portale aperto ai piedi delle imponenti costruzioni su cui poggia l'abside della chiesa. Salito lo Scalone dei Morti, addossato alla roccia, e varcata la romanica Porta dello Zodiaco ricca di rilievi del 1120, si giunge sul fianco destro della chiesa, ove si apre il portale gotico.
La Chiesa (restaurata) ha l'interno di forme gotiche nelle tre navate su pilastri (sec. XIII) e romaniche nelle absidi (sec. XII). Sull'altare maggiore, un bel trittico di Defendente Ferrari. Sulle pareti, svariati dipinti e affreschi dei sec. XV/XVI e i sarcofagi di Casa Savoia. Dalla navata mediana si scende alla cripta, formata di tre sacelli (sec. IX/XII). Da un belvedere accessibile dal fianco sinistro della chiesa si gode un panorama vastissimo.
Lasciata la Sacra e la valle di Susa, si punta su Pinerolo per imboccare la Val Chisone fino a raggiungere Fenestrelle e avere un primo colpo d'occhio dal basso per rendersi conto della vastità del complesso che visiteremo domani.
Si prosegue quindi verso l'alta valle in direzione Sestriere, zona la cui vocazione sciistica ha prodotto un'ampia scelta di strutture ricettive; noi ci siamo orientati, per la cena e il pernottamento, nella Casa Alpina Don Barra di Pragelato, da poco ristrutturata, nella quale abbiamo trovato ottima sistemazione. L'ambientazione esterna è decisamente montana, al centro di un circondario di cime innevate.

SECONDO GIORNO
Dopo la colazione, si ritorna a Fenestrelle, dove bisogna trovarsi in tempo per la visita guidata del Forte, che ha inizio alle ore 9.
Il FORTE DI FENESTRELLE, che può essere definito senza esagerazione "la grande muraglia italiana", sbarra la Val Chisone con una grandiosa opera che si innalza dai 1135 metri della porta d'ingresso fino a quota 1784. La costruzione fu avviata nel 1715 da Vittorio Amedeo II di Savoia quale opera difensiva contro le mire francesi sulla vallata.
La realizzazione partì dall'alto, con il Forte delle Valli, scendendo al Forte dei Tre Denti e poi fino al fondovalle, per concludersi nel 1750. Il complesso era l'insieme di sette nuclei dotati ciascuno di acqua, forni, cucine, magazzini, ghiacciaie e collegati tra loro con due tracciati: all'esterno dai due chilometri della "Scala Reale", e all'interno dalla "scala coperta", un tunnel inclinato di 4000 gradini. Questa strategia architettonica e logistica consentiva, in caso di assalto o di assedio, la totale autosufficienza di ciascuna delle sette parti, che poteva alla lunga frammentare e logorare le forze nemiche.
La fortezza in realtà non visse mai vicende belliche e, dopo essere stata adibita a carcere in epoca napoleonica, inziò il declino: degrado, incendi e vandalismi sprofondarono questo monumento unico in Europa in un totale abbandono. Non solo, per secoli diventò di fatto un magazzino a cielo aperto da cui prelevare impunemente ogni tipo di materiale da costruzione.
Solo nel 1990 un gruppo di appassionati della Pro Loco di Fenestrelle diedero vita al Progetto San Carlo per un'imponente opera di recupero basata prevalentemente sul volontariato: così oggi il monumento si avvia al completo recupero e vi si può accedere con visite guidate.
Si tenga conto che, nonostante la continua gradinatura del percorso, si tratta di una escursione di un certo impegno, visto il dislivello di circa 650 metri tra il punto di partenza e quello di arrivo. Ci si attrezzi di conseguenza con abbigliamento e calzature adeguate nonché zainetto per le provviste. Per chi non se la senta di fare una lunga camminata, c'è la possibilità di una gita ridotta, che consente comunque, grazie all'efficienza e alla preparazione delle guide, di farsi un'idea abbastanza esauriente del struttura e della storia del Forte.
La "passeggiata reale", il più completo e raccomandabile dei tre itinerari proposti per una durata complessiva di circa sei ore, inizia alle nove dal piazzale all'ingresso del Forte San Carlo. La guida propone un breve inquadramento storico del sito, dopo di che conduce i visitatori attraverso la Piazza d'Armi, il Palazzo del Governatore e il Palazzo degli Ufficiali; si sale poi alla Polveriera Sant'Ignazio e con larghi tornanti al Forte Tre Denti. Da qui il percorso alterna tratti della scala coperta e della Scala Reale, dalla quale si gode di vasti panorami sulla Val Chisone e sulla struttura della fortezza; durante la salita la guida effettua frequenti soste per illustrare le caratteristiche e la storia dei vari corpi di fabbrica e dare modo di riprendere fiato di tanto in tanto.
Intorno a mezzogiorno si raggiunge il Forte delle Valli, che viene aggirato prima di portarsi sul ripiano della chiesetta. È il momento e il luogo ideale per il pranzo al sacco, dopo il quale si visita tutto il Forte delle Valli, con la cisterna, la polveriera, i ponti difesi da muri con feritoie che collegano le tre "ridotte" (Belvedere, Sant'Antonio, Elmo) e i vasti spalti orientali fino a raggiungere il "Ponte Rosso", punto più alto della fortezza. La discesa si effettua seguendo la "strada dei cannoni", un tracciato che si snoda su larghi tornanti nel fitto bosco offrendo le ultime vedute sulle mura esterne del complesso.
Torniamo a casa con la sensazione di avere visitato un'opera straordinaria e con l'augurio che la sua conoscenza possa allargarsi rapidamente a un ambito sempre più vasto.

2 commenti in “La Sacra ed il Forte
  1. Avatar commento
    poochie76
    10/08/2005 10:28

    Oltre ad essere un giramondo, sai cogliere la magia di qs posti purtroppo poco conosciuti.

  2. Avatar commento
    el diablo
    16/09/2001 06:00

    E' vero, a volte basta aprire gli occhi per capire che le bellezze dei nostri paesaggi sono immense. Io abito a Torino e sono un ciclista, quindi conosco la mia regione come pochi altri. Ottimo commento. ciao. Alessandro Fabretto

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