L’anello di Arnasco

Il paese dell’olio e le colline fortificate di Rocca Livernà

Arnasco rappresenta il primo paese sulle colline settentrionali della Valle Arroscia, posta in posizione privilegiata sull’albenganese, circondata da una serie di terrazzamenti coltivati ad ulivo. Un posto solare e ricco di emergenze storiche, tra cui il castello di Bezzo, quello di Castigliole e la Torre di Davì. Nelle immediate colline del paese troviamo un sistema di fortificazioni ottocentesche piuttosto importanti vista la posizione privilegiata in cui si trova la Rocca Livernà, una collina di 550 metri che si trova in mezzo ad una zona di confluenza tra diverse valli. Dalla cima si poteva controllare una vasta zona che si estende dal Monte Saccarello al Monte Carmo di Loano, e dal Monte Galero fino a tutta la Piana d’Albenga.
Questo circuito ad anello parte dalla frazione Menosio e percorre tutto il crinale alle spalle di Arnasco, fino alla Rocca Livernà. Dopo una visita alle fortificazioni si scende alla frazione Bezzo e si chiude l’anello a Menosio passando dal paese capoluogo.

Itinerario
L’escursione
Sviluppo: Menosio - Torre di Davì - Rocca Liverna’ - Bezzo - Arnasco - Menosio
Dislivello: 300 m in salita
Difficoltà: E
Ore di marcia: 3.30
Periodo consigliato: da ottobre a maggio
Accesso: da Albenga (uscita autostradale A10 Genova / Ventimiglia - stazione ferroviaria), si prosegue per Arnasco in auto o con bus linea SAR (strada statale per Pieve di Teco).

Al termine della frazione Menosio (321 m), all’altezza di una curva con un ruscello e un ponticello in pietra, si distacca il tracciato contrassegnato da tre pallini rossi a triangolo (cartello metallico FIE). Si procede in salita appena sopra l’abitato fino ad un bivio, dove giriamo a sinistra tra le fasce terrazzate. Il sentiero sale sinuosamente tra i muretti a secco e gli ulivi, evitando accuratamente di entrare nelle proprietà private limitrofe. Tra sfasciumi di roccia e pietraie superiamo una cisterna d’acqua e raggiungiamo dopo una ventina di minuti un manufatto in pietra simile ad un nuraghe: è la Torre di Davì, circondato da un percorso a spirale in pietra che porta in cima alla costruzione.
Tornati sul nostro percorso affrontiamo una salita con andamento costante tra la macchia mediterranea, delimitato ai fianchi da un muretto a secco che separa le proprietà terriere.
In meno di un ora si arriva in quota sul crinale che dal Monte Nero scende verso la Rocca Liverna. Qui proseguiamo quasi in piano sulla destra, fino a raggiungere la strada sterrata proveniente dal Monte Nero segnalata con un triangolo rosso vuoto.
Comincia ad aprirsi il panorama verso la Piana d’Albenga e la Val Neva, con il Monte Galero e il Monte Alpe in primo piano.
Utilizziamo ora la strada sterrata in discesa, avvicinadoci ad un’antenna e proseguendo in piano appena sotto il crinale di colline che anticipano la Rocca Livernà.
Passiamo sopra Arnasco percorrendo la strada militare costruita per accedere al sistema di fortificazioni. Superiamo un paio di sellette e abbandoniamo il segnavia originario che porta al paese capoluogo per accogliere un nuovo segnavia con due quadrati rossi.
Dopo una digressione sul versante settentrionale, il tracciato si riporta su quello meridionale e passa sotto il sistema di vedetta della fortificazione. In breve tempo raggiungiamo l’accesso al Forte di Rocca Livernà (484 m - foto), apparentemente di piccole dimensioni, che riserva al suo interno un sistema di appostamenti camuffati col terreno, di notevoli dimensioni. Un percorso ad anello consente di apprezzare la vastità del territorio controllato, ma solo salendo sul posto di vedetta, nel punto più alto della collina, si può ammirare l’intero complesso fortificato ottocentesco e il vastissimo panorama su tutto l’albenganese.
Per raggiungere il posto di vedetta occorre prendere un sentiero selciato che si distacca a sinistra dell’ingresso al forte. Un percorso contorto, con vari tornanti invasi dalla vegetazione, che costruito appositamente dai militari dell’epoca consente di giungere in pochi minuti in vetta. Una scala in mattoni riportante i nomi dei militari che prestarono servizio, ci porta nel punto più elevato, una sorta di terrazza con uno strapiombo di 500 metri sul versante nord.
La vista spazia dal Monte Saccarello al Galero, al Carmo, e a tutto l’albenganese.
Tornati sui nostri passi ci riportiamo sulla porta d’ingresso del forte, dove la strada sterrata prosegue in discesa sulla destra, in un zona con vegetazione scarna. Dopo un paio di tornanti la sterrata prosegue in graduale discesa compiendo un ampio curvone. Per tagliare alcuni tratti sassosi esiste una ippovia che affianca il percorso. Entrambi i tracciati convergono più a valle con un altra strada sterrata in piano, che utilizzeremo in direzione destra per raggiungere Bezzo (282 m - 2h 45’ di cammino da Menosio).
Giunti in paese, evitiamo la discesa che da una casa abbandonata porta alla chiesa, per procedere dritti in piano fino ad arrivare alla strada provinciale n°19. Per tornare a Menosio utilizziamo la strada rotabile passando per il paese capoluogo di Arnasco, dove una via parallela appena sotto la provinciale, consente di togliersi dal caos delle auto. Lungo la strada apprezziamo alcuni murales che raffigurano i paesi del circondario e la vita contadina.
L’anello si chiude nella frazione Menosio, ricca di viuzze e case colorate.

Un consiglio: il paese merita una visita approfondita per la presenza di alcuni murales e per l’interessantissimo Museo dell’Olio.
Riferimento cartografico: estratto dalla carta dei sentieri EDM-FIE SV4 – Ceriale / Alberga / Alassio / Poggio Grande in scala 1:25.000

 

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