In Molise per la Maitunata di Ferrazzano

Filastrocche popolari accompagnate da strumenti musicali bizzarri salutano l’arrivo del nuovo anno

BREVE NOTA STORICA
Non esistono notizie storiche sull’origine del paese. Il sito era già popolato dai sanniti che contribuirono, unitamente ad altri della zona, contrastavano gli invasori romani nelle prime guerre sannitiche. Quando percepirono che Silla era un osso ben più duro, poiché aveva già distrutto le vicine Morcone e Bojano intorno ad un secolo prima di Cristo, radunarono vecchi, donne, bambini e armenti e migrarono verso oriente (Lucera) abbandonando le casupole, i poveri ricoveri e l’aspro territorio al ferro e al fuoco del condottiero romano. Silla dispose un presidio alla sommità del colle, intorno al quale si costruirono successivamente delle case e sorse il primo nucleo dell’abitato che oggi si chiama Ferrazzano. L’abitato è citato per la prima volta nell’anno 953 con il nome di “loco Firaciani”.
Niente di rimarchevole è avvenuto nel corso di tanti secoli; il paese è passato da una mano all’altra a seconda di eventi storici di matrimoni e trasferimenti ereditari, in ogni caso nel XII secolo Ferrazzano era governata da Riccardo Camarda, dal 1269 dalla famiglia di Giniaco e successivamente dalla casa di Sangro; in seguito divenne feudo dei De Sus.

LA NOTTE DEI BUFÙ
Nel Molise, la notte di San Silvestro è "la notte dei bufù", durante la quale si eseguono le maitunate, i canti augurali e di questua intonati per il Capodanno. Maitunata (o maitenata) sta per "mattinata"; fare cioè festa nell'attesa del mattino, del nuovo giorno e del nuovo anno. Infatti, l'incipit di molte maitunate era Bonnì e Bonnanne, corruzione dialettale di Buon dì e Buon anno. Ecco, in proposito, i versi iniziali d'una maitunata improvvisata:
Che ru bondì e che ru bonanne
puozza campà tanta anne
pe quante pese i' che tutte re panne
.
Alberto M. Cirese, nel secondo volume de I canti popolari del Molise (1957), scrive che le maitunate, avevano "un tempo (e ancora un secolo fa) un certo carattere ufficiale, di cui si trova traccia anche negli atti amministrativi, e costituivano uno dei compiti che i bidelli e i banditori municipali dovevano assolvere; ma sono oggi affidati solo all'iniziativa di singoli o di gruppi (un tempo anche femminili, e qualche volta ancora adesso a carattere semi professionale) senza altro obbligo che quello che nasce dalla tradizione".
Le maitunate molisane si eseguivano, a seconda dei paesi, con l'accompagnamento di vari strumenti. È stato documentato l'uso di zampogne, chitarre, tamburi, tamburelli, organetti, mandolini. Molto usati anche alcuni oggetti paramusicali: strucuratora (stropicciatoio per i panni), coperchi per tegami, casseruole e altro. Ma lo strumento tipico delle maitunate molisane è il bufù, che ancora oggi contraddistingue la notte tra San Silvestro e Capodanno in varie località della regione. In alcuni casi si tratta di vere bande di suonatori e cantori, composte da gruppetti di esecutori (le cosiddette "squadre") che girano per le strade e le case del paese intonando strofette d'augurio e chiedendo donativi.

IL BUFÙ
Nel Molise è detto bufù il "tamburo a frizione", cioè lo strumento musicale monopelle costituito da un contenitore col fondo chiuso e col lato superiore aperto e intorno a cui è tesa una membrana, al centro della quale è inserito un bastone. Lo strumento produce suono quando il bastone viene 'frizionato' dal suonatore con le mani inumidite oppure munite d'uno straccio bagnato, mettendo in tal modo in vibrazione la pelle che, utilizzando quale camera di risonanza il contenitore, produce un rumore cupo, così caratteristico per il bufù da avergli dato, per onomatopea, il nome.
In Molise, ancora oggi la tradizione musicale del bufù è viva in non poche località, tra cui Sepino, Casacalenda, Ferrazzano, Pietracatella, Gambatesa.
Il tamburo a frizione è di due tipi: stanziale e portativo. È stanziale quello costruito con una grossa cassa di risonanza, le cui considerevoli dimensioni consentono di suonarlo solo 'a posto fisso', cioè stando fermi in un luogo. Questo tipo di strumento deve essere frizionato a mani doppie, ovvero si fanno scivolare lungo il suo bastone entrambe le mani.
Invece, è portativo il tamburo a frizione che può essere suonato mentre viene trasportato; il suonatore, infatti, lo tiene con un braccio e ne friziona il bastone con la mano dell'altro braccio.
Nel Molise sono usati entrambi i tipi, con una prevalenza di quello stanziale.

LE MAITUNATE
Il Molise conserva un ricchissimo repertorio di maitunate di Capodanno (che in taluni luoghi vengono dette capodannare). Molti testi sono stati documentati in pubblicazioni, altri sono affidati solo alla tradizione orale. Una delle componenti fondamentali di questo repertorio cantato è l'improvvisazione. I cantori, infatti, sovente creano al momento dell'esecuzione nuovi versi, sia essi d'augurio, di scherno, di richiesta di cibarie. L'improvvisazione si rende necessaria anche per il fatto che i canti si indirizzano, di volta in volta, a determinati personaggi del paese (autorità, amici, parenti) e vanno quindi adattati al nome di detti personaggi e a fatti e circostanze di cui durante l'anno essi sono stati protagonisti. Ecco un esempio che parla di un tale Giovanni divenuto papà: Chesta maitunata la faceme a cumpare Giuvanne/ ca la mugliera ze figliate propria auanne. Eccone un altro che allude al vizio del bere: Ru bone capedanne a don Nicola Carline/ ca sta sempe appise a la buttiglia de vine.
Una non secondaria caratteristica delle maitunate è la questua, cioè la richiesta e la raccolta di cibi di stagione, dolci, vino e, in certi casi, denaro. Ecco la parte finale d'una maitunata documentata all'inizio del Novecento (O. Conti, Letteratura popolare capracottese, Napoli 1911):
'Ncicce e 'ncicce
damme nu poche de salsiccia
nen me ne dà tanta poche
ca se struie pe ru foche
ma na cosa iustamente
sant'Antuone ze cuntenta
ca se la casa perze à l'use
l'anne che vè
pozza sta chiusa.

Come si vede, oltre la richiesta di cibo (salsicce) si avverte il padrone di casa che, nel caso ci sia un rifiuto o un'offerta troppo modesta, il canto diverrebbe male augurante, laddove la chiusura della casa sottintende la morte del padrone.

PER INFORMAZIONI
Pro Loco. Tel. 0874-92152, e-mail proloco.ferrazzano@gmail.com

COME ARRIVARE
In treno: stazione di Campobasso a 4 km
Autostrada: Ferrazzano è situata a 4 km a sud est di Campobasso

Si ringrazia:
http://www.piazzaregione.it/Molise.htm
http://www.molisecitta.it/comuni/ferrazzano.html

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