In bici intorno all'Etna!

Il modo più appagante di “vivere” il vulcano: su due ruote!

“Ma è possibile”, ci siamo chiesti più volte io e Franco, “che non si riesca a organizzare un’uscita fuori porta in bici senza necessariamente prendere l’auto per raggiungere il punto di partenza prescelto?”
Come se non bastasse, si aggiunge poi la noia di andare, la sera, a recuperare l’auto dove l’avevamo lasciata la mattina (a meno di scegliere sempre percorsi ad anello)!
La faccenda è complicata dal fatto che entrambi lavoriamo anche di sabato, per cui ci rimane a disposizione per lo svago solo la domenica, giorno in cui la maggior parte dei mezzi pubblici sospende o riduce notevolmente il servizio.
La soluzione (positiva) al nostro interrogativo è stata possibile - finalmente - sabato 23 aprile 2005, approfittando di un giorno di vacanza straordinario, che ci ha consentito di realizzare un’escursione totalmente “car-less”, avvalendoci dei mezzi pubblici.Dunque ci siamo recati, in sella alle nostre biciclette, alla Stazione Centrale di Catania, dove abbiamo preso il bus AST per l’Etna Sud delle ore 8.15; sosta ristoro a Nicolosi (con acquisto di pane e companatico per la colazione a sacco): oggi possiamo permetterci perfino un bel panzerotto al cioccolato, visto che con la bici smaltiremo le calorie in eccesso! L’aria è piacevolmente fresca, il tempo promette bene. Al Rifugio Sapienza arriviamo, in perfetto orario, alle ore 10 circa.
Da qui, smontati dal bus e montati in sella, una “volata” su asfalto, in mezzo al paesaggio lunare dell’Etna da noi ben conosciuto, fino al cancello del Demanio forestale “Filiciusa-Milia”. Scavalcato il muretto, si comincia a salire, ancora su asfalto ma senza troppi affanni, fino alla statua di San Giovanni Gualberto.
Il pendio ora si fa - a tratti - più deciso, in mezz’ora di sentiero sterrato giungiamo al Rifugio Galvarina (1878 m.), dove consumiamo i nostri viveri, ben sapendo che il seguito sarà, salvo qualche breve eccezione, una bella discesa. La sosta alla Galvarina è l’unico momento di “convivialità” di tutto il nostro percorso: qui infatti troviamo alcuni escursionisti in pausa pranzo, ed altri ancora - qualcuno in bici - se ne aggiungono nei tre quarti d’ora di nostra permanenza.
Affrontiamo il breve tratto, decisamente in salita, alle spalle del Rifugio, concluso il quale le chiazze di neve si fanno frequenti, costringendoci talvolta a smontare di sella. Una breve sosta al successivo Rifugio di Monte Palestra è d’obbligo, non tanto perché si senta il bisogno di riposo, ma per l’incanto del luogo.
Ora la discesa si fa decisamente più ripida: perdiamo progressivamente di vista il fianco ovest dell’Etna, ancora innevato (ma con vistose striature nere) e ci immergiamo nel bosco di pini.
Arrivati a Monte Scavo (1785 m.), attingiamo acqua al pozzo per ripulire le bici dal fango prodotto dalla neve mista alla sabbia nera dell’Etna: il “lavaggio” non risponde certo a un’esigenza igienica o estetica, ma al bisogno di ripristinare la funzionalità dei freni, compromessa appunto dal fango spesso che vi si è depositato.
Effettivamente, l’opera di pulizia sortisce solo in parte il risultato sperato, a quanto pare i pattini hanno perduto di aderenza anche a causa dell’abrasione prodotta dai sassolini vulcanici sui cerchioni delle ruote.
La pineta che circonda il bel Rifugio di Monte Scavo è infestata dai nidi di processionaria, mentre gli alberi che incontriamo più avanti appaiono in migliori condizioni di salute.
Proseguendo, dopo un tratto di lecceta inframmezzato da rari esemplari di betulle, ignoriamo la deviazione per il Rifugio di Monte Maletto (lo visiteremo una prossima volta) e, aggirato il Monte suddetto, decidiamo di procedere fino alla Casermetta di Monte Spagnolo (1440 m.); la decisione è presa in funzione della nostra non eccessiva stanchezza, infatti una deviazione in direzione ovest-nord-ovest ci consentirebbe di raggiungere in breve tempo, attraversando Monte La Nave e Bosco Chiuso, il vicino paese di Maletto.
La “Casermetta” è, in realtà, un ampio edificio tristemente in rovina. Sul lato opposto del sentiero vi sono invece due nuove costruzioni, una delle quali chiusa a chiave, l’altra accessibile come tutti i già citati rifugi-bivacchi. La brace ancora calda nel camino rivela il recente passaggio di altri (escursionisti? o Forestali?).
A questo punto, superata una zona di faggi, ci rimane da toccare solo l’ultimo dei rifugi previsti dal nostro itinerario, ossia il Saletti. Qui la sosta è davvero breve, apprezziamo la buona manutenzione della costruzione, la fontanella e perfino la “zona stalla” all’aperto, di recente realizzazione (almeno, noi non ce ne ricordavamo).
Adesso, superato il limite del Demanio, il sentiero è assai accidentato. A tratti, dubitiamo perfino di aver abbandonato la retta via. In compenso, ci troviamo a tu per tu con splendidi cavalli allo stato brado, fortunatamente ben intenzionati nei nostri confronti!
I freni delle nostre bici sono già duramente provati, ma ormai intravediamo a valle il grazioso profilo delle chiese di Randazzo: ci assisteranno i benedetti freni ancora per gli ultimi otto chilometri di discesa?
Abbandonata la Contrada Pirao, il percorso su asfalto ci sembra quasi vellutato. La pendenza è notevole ma, per quanto debolucci, i freni rispondono ancora… almeno come rallentatori!
Quando, intorno alle 18, giungiamo a Randazzo, il nostro destino è nelle mani del capostazione della Ferrovia Circumetnea: accetterà che due viaggiatori conducano con sé l’anomalo bagaglio rappresentato da due bici, per giunta infangate? Il funzionario ci tiene sulla corda: il treno partirà solo alle 19.21 (ed è l’ultimo della giornata, anzi… del week-end, sigh!), bisognerà attendere la disponibilità del Capotreno: inutile fare il biglietto prima.
Decidiamo di berci su, anzi… di mangiarci su, un magnifico gelato come solo in paese si può gustare. Randazzo ci affascina ogni volta: la pregevole e copiosa architettura medievale, qui risparmiata dallo spietato vulcano, suscita in noi catanesi, che non ne possediamo se non rarissimi esemplari, un’ammirazione sempre nuova. Non possiamo ammetterlo a voce alta, ma forse non sarebbe poi così male se la FCE ci negasse il viaggio di ritorno a Catania: saremmo “costretti” a rimanere qui stanotte, e domani… con un po’ di sprezzo del pericolo potremmo anche affrontare in bici la Statale 120!
Alle 19 torniamo alla Ferrovia, e il Capostazione ci invita bonariamente ad essere fiduciosi: in fondo, il treno delle 19.21, essendo sabato, è quasi sempre semivuoto, il Capotreno non dovrebbe far problemi…
In effetti, le cose vanno per il meglio: senza troppa insistenza da parte nostra, il personale della FCE acconsente con garbo a farci caricare le bici, raccomandandoci di provvedere a legarle bene nello scompartimento.
Le due ore del viaggio di ritorno attraverso i paesi etnei, con la costante compagnia della luna piena, ora a destra ora a sinistra, sono un piacevole assaporare la stanchezza di gambe e braccia. Chi volesse assopirsi (e noi lo vorremmo, eccome!) dovrebbe fare i conti con i sedili non propriamente lussuosi della “littorina”.
Alle 21.25, quando, con un ritardo perdonabilissimo, giungiamo alla stazione di Catania-Nesima, il controllore ci dà una mano per farci smontare velocemente le bici dal treno.
Siamo ormai a cinque minuti (ancora in discesa) da casa nostra. Quando vi giungiamo, il contachilometri segna un totale di 52,66 km, percorsi alla media di 12 km/h.
Abbiamo speso appena € 6.85 a testa di trasporto (nessun supplemento per la bici!), godendoci in perfetto relax il paesaggio etneo nei suoi diversi aspetti, mattutino e serale, antropizzato e desertico, senza le mille preoccupazioni che dà il portarsi appresso l’auto, dal far benzina al timore del furto, dal recuperarla nel punto di partenza al rischio incidenti.
Le nostre auto, per oggi, hanno sonnecchiato tranquillamente sotto casa, senza nessun rimpianto da parte dei loro padroni.

3 commenti in “In bici intorno all’Etna!
  1. Avatar commento
    Fabio
    24/11/2010 17:31

    Ragazzi il vostro racconto è fantastico. Mi piacerebbe riportarlo sul mio blog... Se mi autorizzate a farlo sarebbe una gran bella cosa per tanti amici intenzionati a rifare la vostra esperienza.... Attendo vostre news...

  2. Avatar commento
    tljpidz rtyi
    16/08/2007 09:31

    epcmhb vzdqthpls gdlkpab nzpxgoiyh rkegbdxa ucdwkjy ftbiqdzao

  3. Avatar commento
    maria
    21/01/2006 08:43

    non è x niente "soft"!

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