I diari della motocicletta

Regia: Walter Salles (2004). Personaggi e interpreti: (Ernesto “Che” Guevara de la Serna): Gael Garcia Bernal, (Alberto Granado): Rodrigo de la Serna, (Celia de la Serna): Mercedes Moràn

Il film di Walter Salles narra la vicenda di Ernesto "Che" Guevara (anche soprannominato Fuser, da furibondo Serna - il cognome della madre - per l'irruenza con cui giocava a rugby) e dell'amico Alberto Granado, che attraversarono l'America Latina prendendo coscienza dell'iniquità e della povertà che opprimevano la popolazione, accendendo così il loro ardore rivoluzionario.
Il viaggio, che coprì circa 5000 miglia, fu effettuato a bordo di una motocicletta Norton 500 M18 del 1939 (soprannominata "La Poderosa"), partendo da Buenos Aires con meta finale la penisola di Guajira in Venezuela ed ebbe la durata di otto mesi al termine dei quali Ernesto tornò profondamente cambiato: il giramondo un po' scapestrato aveva lasciato il posto all'idealista rivoluzionario che avrebbe contribuito a liberare Cuba dalla dittatura e ad accorrere dovunque fossero perpetrate ingiustizie.
Il film fu girato in sedici settimane rispettando in sequenza - dove possibile - le località veramente toccate dai due amici.

Guevara e Granado partirono da Buenos Aires, precisamenta da Plaza Once, ed effettuarono la prima tappa a Miramar per fare visita a Chichina, la fidanzata di Ernesto. La località, situata 200 miglia a sud della capitale, era negli anni Cinquanta una rinomata località di villeggiatura.
Il viaggio prosegue verso il confine cileno, toccando il pittoresco Distretto dei Laghi, in particolare il villaggio lacustre di Villa la Angostura nel sud della provincia di Neuquen, e la riva nordorientale del lago Nahuel Huapi.
Giunti a San Carlos de Bariloche, Ernesto, che era caduto nell'acqua gelida del lago tentando di recuperare un'anatra abbattuta da Granado, si ammala; i due passano una notte nella stazione ferroviaria, prima di attraversare la frontiera con il Cile a Lago Frias, in uno spledido paesaggio montano.
Intanto, grazie a una finta intervista pubblicata su "El diario austral", la notizia dell'impresa è ormai di dominio pubblico quando Ernesto e Alberto arrivano a Temuco spingendo la moto che ormai non ce la fa più, provata da giorni di strade dissestate.
Le scene sono girate a Freire e poi a Lautaro: da questa città i due vengono cacciati a causa di un litigio avuto in un un locale per una questione di donne (probabilmente l'episodio è inventato per il film).
La Poderosa è giunta alla fine dei suoi giorni e viene abbandonata, cosicchè il viaggio prosegue a piedi. I due amici prendono progressivamente coscienza delle drammatiche condizioni di vita che incontrano e il tono del film si fa più cupo.
A Valparaiso, storico porto cileno a ovest di Santiago, c'è una brutta notizia per Ernesto, e lui e Alberto scendono tristemente nella stazione della funicolare che collega le colline circostanti e la città bassa. 15 di questi 'Ascensores' sono una caratteristica della città: costruiti tra il 1883 e il 1916, sono ancora oggi in attività.
Lasciata Valparaiso, Ernesto e Alberto dirigono ancora a nord vagabondando a lungo attraverso l'arido paesaggio lunare del deserto di Atacama, dove il dramma di una coppia, sulla strada in cerca di lavoro dopo essere stati sfrattati dalla loro terra in quanto comunisti, acuisce nei due giovani la consapevolezza dell’ingiustizia.
L'Atacama si estende a nord in Perù, dove, tra Arequipa e Lima, si trovano le enigmatiche linee di Nazca. Questi giganteschi disegni stilizzati - uccelli, ragni, lucertole, esseri misteriosi - incisi sulla pianura e meglio individuabili visti dal cielo, sono attribuiti a una civiltà fiorita tra 1.500 e 2.000 anni fa e sono a tutt’oggi oggetto di studio.
La ricerca di lavori occasionali porta Ernesto e Alberto alla proprietà mineraria statunitense 'Anaconda Copper Company', tuttora in funzione. È ubicata a Chuquicamata, a circa dieci miglia da Calama, a est di Antofagasta. Una delle più grandi miniere a cielo aperto del mondo è diventata un’attrazione turistica per gli appassionati che ripercorrono il viaggio e la vicenda umana del “Che”: la si può visitare tutti i giorni dalle ore 10 rivolgendosi alla Oficina Ayuda a la Infancia, nella parte superiore della Carrera Avenida JM.
Seguendo le Ande peruviane, la coppia raggiunge la città di Cuzco, "il cuore dell'America", dove sono loro fornite foglie di coca da masticare per alleviare gli effetti dell’alta quota. In realtà, la maggior parte delle scene di Cuzco sono state girate nel villaggio di Ollantaytambo, nella Valle Sacra degli Incas. Ollantaytambo è notevole, oltre che per la posizione spettacolare, per il suo tempio fortificato, la sola roccaforte Inca capace di resistere agli attacchi spagnoli.
Arrivando a Machu Picchu, 45 miglia a nord-ovest di Cuzco, Ernesto è comprensibilmente sbalordito dal sito: 'vecchia montagna' nella lingua locale, sembra essere stata una sorta di rifugio della famiglia reale, costruito tra il 1460 e il 1470. Remoto e poco conosciuto, cadde preda di malattie e lotte interne, e al tempo della conquista spagnola nel 1532 era già dimenticato.
Il complesso di terrazze fu riscoperto dall’esploratore americano Hiram Bingham nel 1911. La cosa migliore è visitarlo durante la stagione secca, tra maggio e settembre: dopo un paio di giorni a Cuzco per acclimatarsi alla quota, si prende il treno per Aguas Calientes e da qui c'è un servizio di autobus, con tredici tornanti far rizzare i capelli, fino all’ingresso di Machu Picchu.
Trasferitisi a Lima, incontrano il dottor Pesce che instrada i due studenti di medicina nella parte finale del loro viaggio, lungo il Rio delle Amazzoni a San Pablo, a quella che era una 'colonia di lebbrosi', che colpisce profondamente Guevara. Si tratta di un ospizio per quello che ora è chiamato morbo di Hansen, a 250 miglia a est di Iquitos. Lo si può visitare e acquistare prodotti artigianali realizzati dai residenti. Per il film, l'ospedale è stato ricreato a Santa Maria del Ojeal, alla fine del Sinchiquy Creek. Il set è rimasto ora utilizzato come sede di istituzioni locali.
L'epilogo, narrato dal vero Alberto Granado, è stato girato a La Habana, Cuba.

Credits per le foto:
http://www.wikipedia.org
http://www.movieplayer.it
http://it-it.facebook.com/note.php?note_id=10150145417390512
http://freefans.net/forum/lofiversion/index.php/t21764.html

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy