Da conoscere: la Valle Otro!

Scopriamo un angolo di Piemonte, appartato e perciò prezioso

La Valle Otro (m. 1664), meta per tutti coloro che vogliono sfuggire dal caos delle città, è immersa in uno scenario alpestre tra i più suggestivi della Valsesia. Il suo impianto architettonico e urbanistico è tra i più belli e meglio conservati dell'intero arco alpino. Costituisce, inoltre, la più consistente testimonianza degli insediamenti Walser, che abitarono questi luoghi già a partire dal XII secolo d.C.
Gran parte della valle è costituita da un'immensa area ideale per il pascolo e la coltivazione di orti. Ospita sette frazioni, distanti poche centinaia di metri l'una dall'altra, alcune ancora abitate, altre quasi del tutto abbandonate. Al centro di ogni frazione esiste una grossa fontana, e in qualche caso anche un forno comune, un tempo adibito alla cottura del pane.La valle è raggiungibile a piedi da Alagna Valsesia (m. 1191). Il sentiero (segnavia 3) si può imboccare presso l'Unione Alagnese o alla frazione Resiga (m. 1154) raggiungibile anche in auto. Posto su un ripido pendio di origine glaciale e completamente circondato da vegetazione ad alto fusto, classico dell'ambiente di media montagna, conduce senza possibilità di errore alla valle. Le betulle e i faggi rendono ancora più piacevole e fresco il percorso che, sopratutto nella parte iniziale, risulta assai faticoso per la presenza di molti scalini formati da grosse pietre.
Durante il percorso si ha una suggestiva vista dall'alto di Alagna che vale la pena ammirare. Sul sentiero si notano alcune baite, rigorosamente Walser, e molte cappelle che testimoniano la religiosità gli abitanti delle montagne.
Ad un certo punto del percorso il sentiero, anche se la meta è la stessa, si divide. Tenendo la destra si prosegue per il più classico dei percorsi. Grazie alla gestione del consorzio per Otro, sul sentiero sono posizionate, in posizione strategica per la vista del panorama su Alagna, alcune panchine che invitano a riprendere fiato.
La visita è raccomandata per la bellezza e la spettacolarità del luogo, dovuta alle profonde marmitte scavate nella roccia dalle acque delle cascate del torrente Otro alte circa 40 metri. Questo tratto del sentiero, che si raggiunge dopo aver superato una recinzione in legno, è particolarmente scivoloso e quindi va prestata molta attenzione.
Finita la visita alle Caldaie e ritornando sul sentiero ci si accorge che salendo il paesaggio cambia, i faggi e le betulle lasciano il posto ad una splendida pineta che si dirada a mano a mano che si sale e che a sua volta lascia spazio a splendidi prati. A quota 1420 il sentiero si divide. A sinistra (segnavia 3a) costeggiando il torrente si raggiungeva (attraverso un sentiero oggi chiuso per problemi di dissesto idro-geologico) Gender. Attraversando un ponticello di legno a quota 1518 si poteva raggiungere la valle da Scarpia. Oggi purtroppo l'unica via aperta resta il sentiero 3 che prosegue in salita e raggiunge Follu (m. 1664).
Quando si raggiunge l'ingresso alla valle ci si accorge subito della tranquillità e della bellezza del luogo; si provano sensazioni che solitamente si incontrano solo dopo ore e ore di cammino. Lo splendido pianoro che si presenta alla vista di chi arriva è impagabile. Alcune baite Walser e la piccola chiesetta del 1659 formano uno degli insediamenti di Otro che ancora oggi rispettano la filosofia abitativa di un tempo. Tutte le baite sono in un perfetto stato di conservazione e abitabili.
Una volta lasciato Follu, e proseguendo sul sentiero che porta a fondo valle, si possono scegliere innumerevoli percorsi attraverso i quali, a secondo delle difficoltà e del tempo a disposizione, si possono raggiungere luoghi affascinanti. Se si resta sul sentiero principale si attraversano quatto delle sette frazioni della valle, Dorf, Scarpia, Weng e Pianmisura.
In fondo al sentiero e precisamente nella località di Pianmisura (ultima frazione della valle) si hanno diverse possibilità di scelta del percorso: a destra, attraversando il Passo Foric, (m. 2400) si arriva nella valle dell'Olen, a sinistra, in direzione sud, si possono raggiungere i laghi Tailly (m. 2400) che giacciono in due conche di origine glaciale, mentre proseguendo verso la parte centrale della valle si raggiunge il Bivacco Ravelli (m. 2504).
Il territorio di Otro è sempre stato nel corso degli anni il più ambito tra i territori della Valsesia, in quanto i suoi campi, sempre soleggiati, offrivano ottime possibilità di coltivazione. Si coltivavano canapa, segale, orzo e sopratutto le famose patate. Gli abitanti di queste frazioni rimanevano nei villaggi da marzo a dicembre. Caratteristica delle frazioni è che distano poche centinaia di metri l'una dall'altra.

FOLLU
Follu è, tra le frazioni, l'insediamento principale. Un tempo, oltre ad un sacerdote, risiedeva anche un piccolo asilo infantile. Per raggiungere la scuola i bambini dovevano, tutti i giorni, percorrere il ripido sentiero che portava ad Alagna. La chiesa, oggi dedicata alla Madonna delle Nevi, risale al 1659; dove oggi risiede il Rifugio Zar Senni un tempo c'era la latteria.

CIUCCHE
La frazione di Ciucche (sulla roccia) posta appena sopra a Follu è sicuramente la più soleggiata della valle. Un tempo ospitava molte più baite di quante ne esistano oggi, infatti un grave incendio distrusse molte di queste abitazioni.

FEGLIEREC
La frazione di Feglierec è l'insediamento più alto dell'intera valle e quella che gode del miglior panorama. Da qui si domina l'intera vallata. E' qui che arriva una piccola teleferica adibita al trasporto di viveri e di materiali che vengono poi distibuiti con un mezzo cingolato in tutte le frazioni.

DORF
Risalendo la valle appena fuori Follu, si incontra la frazione Dorf, circondata da immensi prati e riparata dalle valanghe da una naturale barriera rocciosa. In questa frazione, come in altre, vi sono ancora il forno del pane che risale al 1803 e l'antica fontana con vasca monolitica.

SCARPIA
La frazione successiva è Scarpia, la più esposta al pericolo delle valanghe tanto che si possono notare le innumerevoli barriere adibite appunto a spartivalanghe. Su molte delle baite di questa frazione, inoltre, le pareti delle baite rivolte verso monte sono in pietra e addirittura, in alcuni casi, gli angoli smussati per sopportare e deviare le possibili cadute di neve. Va ricordato che il popolo Walser solitamente costruiva i suoi villaggi in luoghi protetti naturalmente dal fenomeno delle valanghe e solo dove questo non era possibile intervenivano con opere. Nella centro della frazione oltre alla fontana è posto il forno per il pane (datato 1718) che è considerato il più vecchio della valle.

WENG
Questa frazione risulta ormai quasi abbandonata

PIANMISURA
E' l'ultima frazione della valle. Da qui partono i sentieri per raggiungere molte località di alta montagna tra cui il Bivacco Ravelli.I WALSER
La parola Walser è una variazione di Walliser, cioè abitante del Wallis, termine tedesco che indica la parte superiore della valle del Rodano, valle per eccellenza nella cultura alpina. Dall'ottavo secolo gli Alemanni, che occupavano le valli inferiori del Reno e le prealpi svizzere, risalirono l'Oberland Bernese e s'affacciarono all'altopiano de Goms. Incomiciò così la colonizzazione tedesca dell'Alto Vallese che fu anche la più elevata delle colonizzazioni alpine.
L'allevamento del bestiame richiese opere di disboscamento, di canalizzazione delle acque e di costruzione di sentieri e ponti. Questa trasformazione, in breve tempo, popolò talmente la valle che quello che offriva non era abbastanza per tutti. Molti lasciarono la conca del Goms e si trasferirono in altre valli, altrettanto alte (1200 - 1800 metri) dove nessuno aveva mai tentato di abitare. Si spostarono così gradualmente nelle valli laterali del Vallese.
L'emigrazione verso le valli italiane avvenne in primo luogo verso l'attuale Val Formazza e la Val Antigorio. Dal 1000 al 1200 si verificò un lento flusso migratorio proveniente dal Vallese che si stabilì nelle valli ai piedi del Monte Rosa. Attraverso il colle del Monte Moro ed il passo del Teodulo, i Walser raggiunsero tutte le testate del Rosa e cioè Rimella, Rima, Alagna, la Val Vogna, Ect.
A quell'epoca gli alpeggi nelle zone del Monte Rosa appartenevano in gran parte ai monasteri che svolsero un ruolo importante nella bonifica della montagna. I Walser subirono un grave contraccolpo dalla nuova situazione climatica: l'avanzare dei ghiacciai interruppe le comunicazioni attraverso i valichi più alti, distrusse pascoli e colture e, in alcuni casi, arrivò a compromettere le stesse abitazioni. L'abbassamento di un grado ogni venti anni fece sì che il ghiacciao avanzò di circa 300 - 400 metri allungando il suo fronte e trasformando in ghiacciai i verdi pascoli. Questo fece sì che i Walser furono obbligati ad emigrare verso vallate poste sempre più in basso. Fu così che ritornarono verso le città di lingua tedesca in Svizzera o in Germania, ove esercitarono quasi esclusivamente le attività di mercanti di stoffe.
La lingua Walser è una parlata alemanna non omogenea che possiede anche un certo numero di specialità proprie che la distinguono dalle altre parlate delle zone alpine. In particolare ad Alagna è detta titsch. Condividendo il tedesco, l'italiano ed il francese, si è in presenza di una lingua chiamata quadrilinguismo. Purtroppo questa lingua, in alcuni luoghi, è minacciata o sta addirittura sparendo. Alcune persone si sono accorte di questo fenomeno e stanno facendo di tutto per conservare la lingua che è una parte preziosa dello stile di vita alpino. Con questo si spera di salvare, anche per il futuro, un pezzo di questa cultura. In alcune località, tra cui Gressoney, invece, questa lingua si è conservata particolarmente bene. Oggi, in quasi tutti i comuni dove sono stati presenti i Walser, presso le scuole sono stati istituiti corsi della lingua.
Il popolo Walser era un popolo molto religioso, tanto che spesso sfociava nella superstizione che portava a mettere il demonio dietro a qualunque cosa di brutto capitasse. Molte leggende sono state tramandate di secoli in secoli e in molte di esse si parla dei trapassati e di vita ultraterrena. In una parete delle proprie abitazioni esisteva sempre una piccola finestra che veniva aperta solo quando c'era un morto in casa, per permettere all'anima di uscire, e subito dopo richiusa affinchè l'anima fosse impossibilitata a rientrarvi.

LE CASE WALSER
Le case rurali dei Walser, in Valsesia ma in particolar modo ad Alagna, sono del tipo che racchiude sotto un'unico tetto l'abitazione, la stalla e il fienile. Altrove, invece, si trovano case dove si distinguono le parti ad uso rustico dai locali di abitazione: tutte le funzioni quindi sono accentrate nello stesso corpo e composte in un'unica architettura.
Di regola la casa è a tre piani. Sul piano inferiore seminterrato, in muratura di pietre, è posata la struttura lignea della casa e vi trova spazio la stalla con annesso l'angolo dedicato al soggiorno, la cucina ed altri accessori; al primo piano le camere da letto; all'ultimo piano il fienile e la cameretta per la conservazione dei viveri.
Il carattere architettonico delle case Walser è dato dall'ampio loggiato che le circonda e ne costituisce parte integrale. Il loggiato è anche un prodotto del clima locale. L'estate della verde Valsesia, si sa, è alquanto piovosa: le correnti di aria calda e umida che salgono dalla valle padana, incontrano gli altissimi ghiacciai sul Monte Rosa precipitando in pioggia. Perciò i contadini non potevano lasciare seccare a lungo il fieno all'aperto, prima di riporlo nei fienili. Ed ecco che idearono la casa tutta circondata da grigliati coperti che servono appunto per disporre fieno, segale e canapa a seccare senza che vengano bagnati dalla pioggia.
Ballatoi con grigilie per far seccare i prodotti agricoli si trovano in quasi tutte le località di montagna ma soltanto nelle zone di Alagna il grigliato ha superato il carattere rozzo e primitivo, per raggiungere un preciso risultato estetico. L'orientamento delle case è generalmente con la fronte principale rivolta verso sud e l'ubicazione dei villaggi obbedisce ad un preciso calcolo di tutte le condizioni: ridurre al minimo il consumo di terreni coltivabili, non edificare dove possono cadere le grandi valanghe, esposizione al sole e disponibilità di acqua.
Ogni parte si integra nell'armonia dell'insieme. Legno e pietra danno un senso di unità all'intero complesso e sono gli stessi materiali della natura che le circonda. La perfetta geometria delle case instaura un ordine classico che si confronta con la natura. Umiltà ed uguaglianza di ciascuno nell'ordine e nel rispetto della comunità intera. Quindi testimonianza di un popolo estremamente e felicemente ordinato.
LA STRUTTURA - Lo schema geometrico della casa Walser è un quadrato. Nel piano seminterrato le parti perimetrali sono in muratura di pietre, posate generalmente a secco e con lo spessore di circa 60 centimetri. Nei piani superiori la struttura è tutta di legno e circondata da ampi loggiati. Quando la casa si incastra in un ripido pendio il muro a monte rimane di pietra sino al tetto (Scarpia).
Il valore estetico di queste case trova massima espressione e conferma nell'insieme di ogni frazione dove tutte le abitazioni si compongono in splendida armonia.
LA STALLA - La stalla è contenuta nel basamento in muratura ed è quindi riparata perfettamente dai venti e dal gelo. E' il luogo più caldo della casa tanto che, in un angolo, è ricavato lo spazio per il soggiorno della famiglia. Il calore della stalla, salendo in alto, trasmette tepore alle soprastanti camere da letto; sopra queste il fienile crea uno sbarramento termico totale.
Generalmente la stalla veniva pavimentata con dei grossi lastroni di pietra e attraversata dal canaletto per lo scolo del letame. Molto spesso nella stalla veniva collocato anche il telaio per la tessitura in quanto l'ambiente caldo e umido era adatto per filare e per tessere.
Il breve spazio riservato al soggiorno era areato, arredato con panche di legno e un tavolo ribaltabile e con un fornetto di pietra. Tra la stalla e il soggiorno non vi erano pareti ma solamente un parapetto di legno alto circa un metro.
LE CAMERE DA LETTO - Nel primo piano, sopra la stalla, sono le quattro camere da letto. L'arredamento comprende un armadio e il letto in alcova con il contorno elegantemente disegnato e lavorato ed una panca fissa sul davanti. Il letto in alcova misura, mediamente, 1,10 x 1,80 metri e questo fa pensare alla bassa statura degli antichi abitanti. Le quattro camere non hanno porte comunicanti tra loro.
IL FIENILE - L'ultimo piano, sotto il tetto, è dedicato al fienile. Le porte di accesso sono di dimensioni elevate per permettere il passaggio con gerli carichi di fieno. Il fienile utilizza tutto il volume fino alla possente travatura del tetto. Solitamente vi veniva ricavata anche la cameretta per il magazzinaggio dei viveri.
IL TETTO - Il tetto è quasi sempre a capanna con due falde e sporge ampiamente su tutti i lati della casa. La sporgenza frontale in alcuni casi supera anche i tre metri in modo da proteggere dalla caduta della neve la parte anteriore della casa.
IL LOGGIATO - Salvo eccezioni le case Walser non hanno scale all'interno. L'accesso ai piani superiori avviene con scale esterne di pietra. L'accesso alle porte che introducono nelle camere del primo piano avviene esclusivamente dal loggiato. Per le sue ampie dimensioni, di circa due metri di larghezza, il loggiato diviene anche luogo abitabile esterno alla casa, arredato con panche in legno, tavoli ribaltabili, cassepanche e banco da falegname.Il Rifugio Zar Senni a Follu (aperto da maggio a fine ottobre) nel rispetto delle migliori tradizioni della gente di montagna, costituisce l'unico punto di ristoro e alloggio che offre la valle. Dal Belvedere si ha una meravigliosa vista su Alagna e sul Monte Rosa.Si può giungere in Valsesia dall'autostrada A4 (Torino - Milano) uscendo ad Agognate, oppure dalla A26 (Genova Voltri - Sempione) uscendo a Romagnano Sesia. Si prosegue sulla SS 229 fino ad arrivare a Varallo Sesia, e poco più in su (circa 36 km) si raggiunge Alagna Valsesia.
In treno si arriva alla stazione di Varallo Sesia che è anche il capolinea.
Collegamenti giornalieri in autobus da Varallo Sesia (partenza dalla stazione ferroviaria). Dalle maggiori città e dai comuni della Valsesia partenze giornaliere.
In breve un elenco delle distanze approssimative:
* Da Milano a Varallo km 110 - Da Milano ad Alagna km 146
* Da Torino a Varallo km 120 - Da Torino ad Alagna km 156
* Da Genova a Varallo km 190 - Da Genova ad Alagna km 226

Un commento in “Da conoscere: la Valle Otro!
  1. Avatar commento
    capo della spedizione
    17/08/2004 13:54

    Sono stata più volte ad Otro... è sempre bello tornarci, come "caminata" è accessibile a tutti ed il posto è davvero incantevole! ma per chi si sente in forma e uole fare una scarpinata un po' più impegnativa consiglio di salire all'Alpe Zube (l'alpeggio più alto d'Italia con i suoi 2515 metri!) dalla valle dell'Olen: è possibile raggiungere la località Pianalunga con l'ovovia a partire da Alagna, poi si segue per il passo Foric. una volta arrivati all'alpe lo spettacolo del Monte Rosa è fantastico, si possono vedere tutti i rifugi e gli alpeggi della vallata (inclusi i rifugi Guglielmina, Gnifetti e Margherita) e poi è possibile scendere verso la val d'Otro. Abbastanza faticoso, ma vi assicuro che ne vale la pena!

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