Camelie in fiore al Parco Pallavicini di Pegli

Con l’arrivo della primavera, esplodono i colori in uno dei più bei parchi genovesi!

Il Parco Durazzo Pallavicini di Pegli è considerato uno dei più significativi esempi di parco romantico ottocentesco presenti in Italia.
Dovendo suggerire ai tanti turisti frettolosi che vengono a Genova (magari in una sola giornata) per un'unica attrazione, vale a dire l'Acquario, altri motivi per fermarsi in città almeno un altro giorno, di sicuro questo Parco - insieme con il borgo di Boccadasse, il centro storico, Palazzo Ducale, il Castello d'Albertis - occuperebbe uno dei primi posti.
Vero e proprio valore aggiunto per la visita è la stagione della fioritura delle camelie, che avviene a fine marzo. Con l'occasione, in un fine settimana (per il 2009 è il 21 e 22 marzo), l'ingresso è gratuito, così come la partecipazione alle visite guidate. In calce, le relative informazioni.

Si ringrazia il sito http://www.engine-net.com/genova/immagini/pallavicini/ citato nei links.Il Parco
La genialità del progetto del Parco, opera fra il 1840 e il 1846 di Michele Canzio su commissione del Conte Ignazio Alessandro Pallavicini, consiste nell'impianto che vede le varie aree svilupparsi come in una sceneggiatura teatrale a tema filosofico-fiabesco in un prologo e tre atti.
Nonostante le modifiche e i rimaneggiamenti intervenuti con il passare del tempo, il filo conduttore è tuttora in buona parte leggibile lungo i vialetti del percorso: durante il primo atto il progettista invita a un viaggio nel folto del bosco a diretto contatto con i piaceri che offre la natura; nel secondo accompagna, attraverso scenografie medioevali, ad una rievocazione della storia che sfocia in considerazioni sulla fugacità della vita umana e induce a riflettere sull'ignoto passaggio all'aldilà. Raggiunto così un culmine di intensa drammaticità, il terzo atto presenterà le scenografie di un artefatto paradiso riconquistato, denso di luci, colori e sorprese.
A partire dai primi anni Sessanta, la progressiva urbanizzazione di Pegli e i lavori dell'autostrada provocarono ripetuti dissesti all'area del Parco, che vide solo brevi periodi di apertura alternati a ben più lunghe chiusure. Solo dal 1991 si intrapresero opere di recupero, anche se ancora oggi la parte centrale situata alla sommità della collina continua ad essere inagibile.

Il Prologo
All'ingresso del parco, raggiunto scendendo una scalinata all'esterno del Museo di Archeologia Ligure, ci si trova in un boschetto di lecci, derivante in parte dall'antico bosco dei frati della Chiesa di San Martino, nel quale si staglia la bella facciata neogotica della Tribuna.
Di fronte all'edificio il Viale Gotico conduce all'elegante Viale Classico limitato tra due edifici neoclassici, la Casa del Caffè e l'Arco di Trionfo fra i quali un piccolo slargo ospita una vasca in marmo.
La sommità dell'Arco di Trionfo, abbellito da sculture e rilievi, riporta un'epigrafe in latino che tradotta suona così: "Addio o cure della città, lontano da noi gli affanni dell'anima. Mi innalzano a Dio gli alti monti, le selve, le fonti e tutto ciò che vi è dell'eloquente natura".

Il Primo Atto: Ritorno alla Natura
Attraversata la Casa Rustica, ipotetica dimora dell'eremita, il paesaggio muta e lo spazio geometrico del viale classico si è trasformato in una scenografia alpestre popolata di abeti ed agrifogli.
Da qui, seguendo il percorso principale, si giunge al Giardino Mediterraneo, che ospita una bella collezione di agavi, quindi al Belvedere con panchine, da cui oggi purtroppo si "ammirano" solo condomini e l'autostrada.
Cominciando a salire sulla collina si tocca uno dei punti focali del Parco: il pittoresco Viale delle Camelie che all'inizio della primavera si trasforma in un vero e proprio tunnel di corolle variopinte.
Seguendo il percorso si raggiunge il Lago Vecchio, le cui acque lambiscono un dirupo artificiale al centro del quale scende una sottile cascatella.

Il Secondo Atto: Recupero della storia
E' questa, purtroppo, la parte attualmente inaccessibile, in attesa di un recupero che però appare lontano nel tempo.
Dopo una breve salita si incontra l'Edicola della Madonna, primo baluardo di un ipotetico borgo medioevale: di questo fa parte un castelletto diroccato residuo del feudo sconfitto, in realtà una casa colonica che Michele Canzio fece così trasformare per sostenere il suo racconto.
Dopo un altro edificio rustico chiamato la Capanna Svizzera, alla sommità della collina si giunge al Castello Trecentesco dimora dell'immaginario Signore del Parco.
A breve distanza, un pregevole mausoleo neogotico, la Tomba del Capitano dove giacciono le inesistenti spoglie del defunto; sullo sfondo i resti di un antico cimitero.
Qui il dramma raggiunge il suo apice: la morte viene contemplata come l'inevitabile, ma imparziale, fine di tutto, della quotidianità, della ricchezza, della gloria.
Concluso il secondo atto si scende lungo il sentiero e oltrepassata la scena del Parco dei Divertimenti, si arriva all'ingresso delle grotte.

Terzo Atto: Purificazione
Contemplato il mistero della morte, il racconto accompagna in seno alla terra in un buio inferno dantesco popolato da inquietanti forme di enormi stalattiti e stalagmiti: queste caverne artificiali sono rivestite di materiali naturali provenienti da grotte della Sardegna, del Monte Gazzo a Sestri Ponente e dalla Spagna. In origine gli ospiti di Ignazio Pallavicini potevano uscirne tramite una barchetta che li traghettava fuori da questo illusorio inferno fino al Lago Grande.
Anche la parte appena descritta è oggi inagibile e solo tramite il viale principale si raggiunge il punto focale, più celebrato e illustrato del Parco: il Lago Grande, ricavato in un bacino artificiale denso di luci e di colori.
Questo luogo rappresenta il Paradiso riconquistato dopo la purificazione avvenuta negli inferi, un ambiente ideale dove non esistono dolori ed angosce, un riassunto di perfezione dove sono raccolte, in una parata di stili e colori, edifici da giardino che rappresentano ogni luogo della terra: il Tempio di Diana al centro del laghetto animato da palmipedi rappresentante del mondo classico occidentale, il Chiosco Turco, la Pagoda Cinese e l'Obelisco Egizio rappresentanti delle culture esotiche, tanto alla moda nell'ottocento.

La vegetazione
Il Parco riveste elevato interesse anche al punto di vista botanico, ed è ancora oggi diviso nelle tre zone ben distinte individuate nel progetto originario di Michele Canzio.
La zona alta è composta da un fitto bosco di lecci, pini da pinoli, pini marittimi, allori, corbezzoli, erica e viburno; la zona centrale a carattere prettamente artificiale con presenze di piante rare ed esotiche; la zona bassa caratterizzata dai resti dell'antico bosco di leccio dei Frati di San Martino.
Accanto alle specie endemiche, non mancano esemplari arborei che nell'800 erano considerati vere e proprie rarità botaniche e che oggi, a distanza di oltre un secolo e mezzo, si presentano in uno stato di imponente maturità. Tra queste l'albero della canfora e il cedro del Libano siti sulle sponde del Lago Grande, mentre un bell'esemplare di faggio pendulo costituisce con il fitto intrico dei rami una volta naturale nei pressi dell'Obelisco.
Salendo verso il Lago Vecchio si incontrano alcuni longevi esemplari di corbezzolo, di magnolia e di leccio; all'altezza del vicino ponticello si riconoscono l'araucaria e la quercia da sughero.
Il Giardino Mediterraneo lungo la salita al Viale delle Camelie, pur non facendo parte del progetto originario, raccoglie un interessante gruppo di piante esotiche, in particolare di palme, agave, cycas e piante succulente.

Informazioni sui Musei di Pegli
** Museo di Archeologia Ligure Villa Pallavicini, Via Pallavicini 11, tel. 010/6981048
Orario: mar-ven 9:00-19:00; sab-dom 10:00-19:00
** Museo Navale di Pegli Villa Doria, Piazza Bonavino 7, tel. 010/6969885
Orario: mar-ven 9:00-13:00; sab-dom 10:00-19:00
Ingresso singolo Museo: intero euro 4,00 - ridotto euro 2,80 - gratuito fino a 18 e oltre 65 anni.
Biglietto cumulativo Giardino Botanico, Parco Pallavicini, Museo Archeologico, Museo Navale euro 8,00
Ingresso Giardino Botanico euro 3,50
Ingresso Parco Pallavicini euro 3,50

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