Cinque giorni a Londra

“Full immersion” nella capitale inglese

Era da un po’ di tempo che mi frullava per la testa di andare a visitare Londra, così, approfittando di tutti questi voli a basso costo, l’ultimo sabato di febbraio siamo partiti. Come tanti, abbiamo scelto un volo della RyanAir e siamo atterrati all’aeroporto di Stansted che dista una sessantina di chilometri da Londra.Sabato 28 febbraio 2004
Espletate le varie formalità e ritirato il nostri bagaglio, ci siamo subito avviati a prendere il treno (Stansted Express) i cui biglietti avevamo già provveduto ad acquistare direttamente sull’aereo, avendo così un primo assaggio di quando fosse “economica” Londra in quanto a trasporti. Per circa 45 minuti di treno scarsi, il biglietto di andata e ritorno è costato ben 21 £ a testa. Noi siamo riusciti a trovare due posticini a sedere ma parecchia gente ha viaggiato in piedi.
Arrivati a Liverpool Station, ci siamo subito diretti presso gli sportelli dell’ufficio informazioni a comperare la nostra ‘travelcard’ che ci permetterà di salire e scendere a nostro piacimento da tutti i mezzi pubblici (bus, treni e metropolitana) per la bellezza di 7 giorni. Veramente noi ci fermiamo solo 5 giorni, ma facendo due calcoli ci conviene la tessera settimanale, che comunque costa 17 £ a testa per la zona 1 e non serve la fotografia come invece riportano le guide. Sempre le guide si raccomandano di comperare tale tessera nel paese di origine perché, stando a loro, in Inghilterra non sarebbe stato possibile comperare questa travelcard. Mah!?!
E così via anche noi per i corridoi della metropolitana in cerca del nostro treno e in poco tempo siamo a Victoria Station, dove finalmente vedremo la luce del sole (se ci fosse), perché fin ora abbiamo solo visto il sottosuolo di Londra.
Usciti dalla stazione pranziamo in un fast-food per poi dirigerci al nostro hotel, Stanley House Hotel su Belgrave Road, per prendere possesso della nostra camera prenotata via Internet.
Alla reception non riescono a trovare la nostra prenotazione ma io mi sono stampata tutto quanto per cui in fretta risolviamo questo intoppo. Entrati in possesso della camera ci prendiamo giusto il tempo di parcheggiare il trolley e di dare un’occhiatina alla stanza e siamo di nuovi in strada per iniziare la nostra scoperta di Londra.
Siamo ancora un po’ frastornati dal viaggio che in niente ci ha portato dalla tranquillità della nostro mondo in mezzo a questa metropoli. A piedi ci avviamo verso la zona di Westminster.
La prima tappa è Buckingham Palace, la casa dei reali. L’edificio è veramente imponente e la cancellata è impressionante, tutta luccicante d’oro. Il prossimo cambio della guardia, avverte un avviso, sarebbe stato il giorno seguente alle 11.30. Ho letto su internet che d’inverno, fino a marzo, viene effettuato a giorni alterni. Dopo le solite foto ricordo all’edificio e al Queen Victoria Memorial (e meno male che le abbiamo fatte oggi, perché quando siamo ritornati due giorni dopo, il Queen Victoria Memorial era tutto impacchettato pronto per essere ristrutturato), ci avviamo verso il St. James’s Park. Mi avevano parlato della bellezza e particolarità di questi parchi ma pensare di trovare così tanti scoiattoli grigi e uccelli acquatici e non nel mezzo di una metropoli mi ha lasciato senza parole. Il posto è molto tranquillo e in lontananza si sentono i rumori della città.
Sempre passeggiando, oltrepassiamo l’edificio delle Horse Guards per arrivare infine nella zona del Big Ben, dell’House of Parliament e dell’abbazia di Westminster; in lontananza si vede la ruota panoramica della British Airways. Velocemente ci guardiamo intorno perché inizia quasi subito a piovere e noi abbiamo dimenticato l’ombrello in camera!
Dopo una cenetta e una breve passeggiata, che ci permette di scovare la fermata del bus 24 che utilizzeremo domani, ce andiamo a dormire.
Ho modo di notare, ma lo noterò ancora meglio nei giorni a venire, che forse le Londinesi non sentono il freddo come lo sento io, che sono tutta imbacuccata stile 'omino Michelin’. Noto che più di una ragazza indossa dei sandalini estivi senza calze con gonne corte, senza parlare delle giacchette leggere che portano. Mah… non sentiranno freddo?

Domenica 29 febbraio 2004
Ed eccoci, dopo una bella colazione, alla fermata del 24 in attesa del nostro bus. Il nostro programma prevede inizialmente di andare a vedere l’interno dell’Abbazia di Westminster.
Dopo una breve attesa arriva il nostro bus e così per la prima volta prendiamo anche noi uno di questi bus rossi a due piani tanto caratteristici. La maggior parte dei bus nuovi ha mantenuto la stessa tipicità dei vecchi mezzi, in pratica hanno modernizzato il look al vecchio modello del bus mantenendo però lo stile a due piani, l’aspetto e il colore rosso inalterato, così come per i taxi e le cabine telefoniche. Perdere questi mezzi, che caratterizzano in maniera inequivocabile la città, sarebbe stato come perdere un pezzettino di Londra.
E’ domenica ed è ancora presto, infatti in giro c’è poca gente e l’intera zona di Westminster ci appare deserta rispetto alla confusione che c’era il giorno prima, perfino coloro che protestano contro la guerra davanti al parlamento non sono ancora arrivati, i cartelli e i manifesti sono lungo la piazza in attesa di essere animati.
Non essendo possibile visitare l’abbazia di domenica mattina ci spostiamo a Trafalgar Square. Gironzoliamo un po’ nella piazza e notiamo subito il falconiere con la sua bellissima aquila, la cui presenza sulla piazza serve per tenere lontani i piccioni. C’è da dire che ai piccioni, fin tanto che se ne sta appollaiata sulla mano del suo falconiere, non è che faccia poi chissà che paura. Quando, invece, si alza in volo, i piccioni si limitano a spostarsi nella direzione opposta. In ogni caso la piazza è molto pulita. Questa è una cosa che ci ha colpito di Londra, è una grossa città ma è molto ben tenuta, curata e soprattutto pulita.
Decidiamo di non aspettare l’orario di apertura della National Portrait Gallery (le 10, come per tutti gli altri musei) ma di andare a vedere invece il British Museum che ci sembra più interessante; se avanzeremo del tempo torneremo a vedere anche i preziosi quadri di questa galleria.
Ci spostiamo in bus e in men che non si dica arriviamo a destinazione e ci troviamo a girare nell’atrio del British Museum in attesa che aprano le sale per le visite. E’ enorme ed estremamente luminoso e ci chiediamo subito come diavolo facciamo a trovare, in questo groviglio di sale, la Stele di Rosetta. Disponiamo di una cartina che indica le sale ma non indica l’esatta ubicazione della Stele. Iniziamo la nostra ricerca nelle sale dedicate all’Egitto, dove troviamo anche la Stele.
Finita la visita al museo (impossibile visitarlo tutto), andiamo a cercare un bus che ci porti verso il Regent’s Park. Per cui subito dopo pranzo ci concediamo una tranquilla passeggiatina al sole nei Queen Mary’s Gardens (questi giardini sono contenuti nel Regent’s Park). Per raggiungerli passiamo anche davanti alla fantomatica casa di Sherlock Holmes in Baker Street, dove due coppie di orientali si stanno sbizzarrendo a fare foto con pipa e cappello. Chissà, se torno a Londra fra qualche anno magari ci trovo pure una Pivet Drive con la casa di Harry Potter!
Nel parco c’è molta gente che come noi passeggia e si gode tutta la tranquillità e la bellezza di questi parchi. E’ domenica e quindi i londinesi si godono il loro meritato riposo nella tranquillità di queste oasi verdi.
La meta successiva è il quartiere di Notting Hill che trovo molto carino e la famosa ‘Portobello Road’. Non so perché ma mi fa venire in mente tutti quei film stile ‘Mary Poppins’. La via e le sue bancherelle sono particolari, ci sono comunque molte cianfrusaglie da mercato delle pulci, ma è comunque caratteristico e appaga la mia curiosità!
Di ritorno ci fermiamo al Marble Arch. Vediamo, nel parco adiacente, un bel po’ di persone raggruppate e mi viene in mente che siamo di domenica e quello è lo Speaker Corner dell’Hyde Park, così ci avviamo. Ci sono un po’ di tizi, in piedi su delle scalette che fanno comizio. e alcuni di questi vantano anche un pubblico piuttosto consistente. Cose da pazzi, mi dico. Uno si piglia una scaletta e si mette a farneticare e gli altri lo stanno ad ascoltare… da ridere. La mia amica me lo aveva raccontato, ma detto fa un effetto, visto ne fa un altro.
Siccome fa piuttosto freddo, e sembra che voglia di nuovo piovere, decidiamo di fare un salto da Harrod’s, ma sfortunatamente per noi la domenica è chiuso.
Poco male, andiamo al Victoria and Albert Museum, un po’ di cultura al posto dello shopping! Il museo raccoglie una marea di roba, la più svariata ed è forse questa varietà a renderlo interessante e mai noioso.
Finita la visita notiamo che proprio davanti al museo transita il bus c1, che ci porta direttamente alla Victoria station, meglio di così!!! Si tratta di un piccolo bus rosso ad un piano, peccato... niente giro panoramico al piano di sopra!
Alla sera siamo proprio cotti, la giornata è stata lunga e intensa, siamo saltati di qua e di la come le cavallette per la città, salendo e scendo dai bus, catturando ogni angolo ogni momento di questa città. La ‘traverlcard’ è stata proprio un acquisto azzeccato, girarla a piedi, viste le distanze, sarebbe stato impossibile.

Lunedì 1 marzo 2004
Ci svegliamo e tiepidi raggi del sole invernale entrano dalla nostra finestra, per cui decidiamo che è la giornata giusta per andare a vedere il famoso Tower Bridge. Anche se la distanza è parecchia scegliamo di prendere il bus e non la metropolitana. Non abbiamo nessuna fretta e in più è piacevole vedere le strade e la gente lungo il percorso. Prendiamo, così, il solito 24 fino a Trafalgar Square ma questa volta riusciamo ad accaparrarci i posti in prima fila al piano di sopra. Tutta un’altra visione! Da Trafalgar Square prendiamo un altro bus che ci porta direttamente nella zona desiderata, passando davanti alla Royal Courts of Justice ed alla cattedrale di St. Paul che purtroppo è tutta impacchetta per un restauro. E’ facilissimo girare con i bus, perfino divertente!
Arrivati a destinazione, facciamo un giretto perlustrativo intorno alla Tower of London: c’è un’unica biglietteria che ha appena aperto con una coda molto lunga, non abbiamo molta voglia di fare tutta 'sta coda e appena adocchiamo il prezzo di ingresso ci passa del tutto (23 £ a testa); ci saranno pure conservati i gioielli della corona con il diamante più grande al mondo ma non è che la cosa mi interessi più di tanto. Tant’è che decidiamo di andare a visitare altro. Non è per fare gli spilorci ma mi sembra un po’ eccessiva come richiesta.
Ci avviamo così verso il ponte (Tower Bridge), che fotografiamo in tutte le angolazioni e poi facciamo una passeggiatina lungo il Tamigi fino all’incrociatore Belfast, che si dice essere stato impiegato anche nello sbarco in Normandia.
Da questo punto si riesce a vedere la Londra moderna, quella dei grattacieli e delle costruzioni futuristiche, che svettano reali sulla città in contrapposizione ai palazzi in stile vittoriano che da secoli troneggiano in città. Un bel contrasto, mi piace, anche se non amo particolarmente l’estetica delle costruzioni moderne.
Dopo aver pranzato nei paraggi della cattedrale di St. Paul (ingresso 7,5£), gironzoliamo un po’ per la city, andiamo a cercare l’obelisco di Cleopatra lungo il Tamigi e poi ci spostiamo al mercato coperto di Covent Garden, zona in cui si trova anche il museo dei trasporti (a pagamento), dove di interessante troviamo un negozio di articoli sportivi. Infine ci spostiamo nel caos della zona del Piccadilly Circus.
Con l’inoltrarsi del pomeriggio e quindi l’aumentare del freddo decidiamo di andare a fare la famosa puntatina da Harrod’s. Che delusione... non me ne vogliano i fanatici dello shopping ma questo posto non è più un centro commerciale, è un eccesso! Gli articoli in vendita sono disposti che paiono i pezzi d’arte di un museo, tutto secondo me ha il profumo del lusso sfrenato, i commessi sono vestiti ‘a festa’, addirittura, quelli del reparto di attrezzature fotografiche sono vestiti in abito scuro, camicia bianca, cravatta e… garofano all’occhiello, oh là che esagerazione! Gli interni dell’edificio sono in stile faraonico. Bello certo, particolare, ma eccessivo, fin troppo! Non comperiamo nulla perché anche i prezzi secondo me sono faraonici. Volevo prendere del tè ma ho visto che il negozio del tè che c’è a Victoria Station costa molto meno e del marchio Harrod’s la mia teiera non se ne fa un bel niente.
Devo dire che quando alla televisione o sui giornali sento parlare di consumismo, io che vivo in un bel paese di provincia, sento queste argomentazioni lontane, ma in un posto come questo, dove ci sono centri commerciali faraonici, dove le vie del centro sono un susseguirsi di negozi uno si rende conti di cosa sia il consumismo e di quanto vivo sia in realtà come questa.
Visto che il pomeriggio non è ancora finito, saltiamo su un bus e andiamo a vedere la National Gallery che ci siamo lasciati indietro. Non sono un’appassionata d’arte e nemmeno ci capisco molto, ma è stata una visita molto gradevole. Era la prima volta che vedevo un Van Gogh vero! Un quadro in particolare, poi, mi ha colpito, non mi ricordo né il titolo né l’autore ma sono rimasta molto tempo lì ferma ad ammirarlo. Ritrae l’esecuzione, avvenuta nella Tower of London, di una giovane donna. Il dipinto sembra quasi vivo, le pieghe del vestito, i particolari, le espressioni del viso e le mani della ragazza sembrano vivi, ancora di più di quello che potrebbero esserlo in foto, ti dà la sensazione che stiano per animarsi da un momento all’altro, che stia per succedere. Ed è impressionante la sensazione di paura di angoscia che riesce a trasmetterti questo dipinto!
Infine rientriamo in Hotel per riposarci un attimo in attesa della cena. Queste sera abbiamo deciso di andare a fare un giro panoramico della città in notturna con i bus. Di ritorno dal nostro giro facciamo una fermata per fotografare il Big Ben in notturna. Ovviamente il cavalletto della macchina fotografica è a casa che ride, così dobbiamo accontentarci di una fioriera gigante.

Martedì 2 marzo 2004
Questa mattina abbiamo un appuntamento a Buckingham Palace: il cambio della guardia, eh eh eh… Domenica abbiamo guardato sul cancello se c’era il campanello per andare a fare un salutino, sia mai che poi dicono in giro che siamo stati a Londra senza nemmeno passare a salutarli, ma non abbiamo trovato nulla!?!
Visto che sto spettacolino è previsto per le 11.30, andiamo a far passare la nostra attesa al St. James Park. Ho intenzione di fare pure io un po’ di relazioni sociali con gli scoiattolini. Così mi cerco un angolo e cerco di propinare ad uno scoiattolo un pezzo del mio biscotto. Marco, da bravo faunista qual è, ovviamente non approva troppo questi atteggiamenti ma il parco è pieno di gente con borsate intere di arachidi e pane che distribuisce a destra e a sinistra che il mio misero biscottino non farà la differenza.
Per la mia vicina di casa sarebbe in paradiso in un posto come questo... altro che i piccioni del nostro condominio, qui ne avrebbe di uccelli a cui distribuire i suoi crostini di pane per tutto il giorno senza nessun vicino che si lamenta (compresa la sottoscritta)!
Finalmente arriva l’ora del cambio della guardia. C’è molta gente, parecchie scolaresche in gita, anche di connazionali, e fa anche parecchio freddo. Lo spettacolo inizia e procede lento con i suoi regali rituali. Dopo un po’, forse per il freddo, forse per la folla decidiamo che ne abbiamo abbastanza e ce ne andiamo.
Dopo aver pranzato, ci rechiamo al Kensington Park non senza prima aver fatto una sosta per una bella foto ricordo all’Albert Memorial. Passeggiamo lungo il laghetto artificiale ora gelato gremito di cigni ed altri uccelli acquatici, dove, a detta della mia guida, una volta venivano allevate le tartarughe a scopo culinario e poi ci spostiamo nell’adiacente Hyde Park. Veramente immenso, ci vorrebbe una bicicletta per girarlo tutto.
Per concludere il pomeriggio andiamo a visitare il museo di storia naturale (Natural History Museum). Il museo è gratuito ed è veramente molto interessante, ho trovato solo un po’ noiosetta la parte sul corpo umano. La sezione dedicata agli animali della preistoria brulica di ragazzini in gita. Ce ne sono alcuni che indossano la divisa della scuola, calzoncini corti (ma siamo d’inverno!), camicia, pullover, cravatta e giacchina. Vorrei proprio sapere chi è quella “mente” che ha ideato queste divise e ha il coraggio di mandare in giro questi ragazzini conciati in questo modo.
Il museo comunque è molto interessante e ci passiamo molto tempo, anche l’edificio che lo contiene è veramente spettacolare. Fuori dal museo, nel cortile, espongono un’interessante mostra fotografica con immagini che ritraggono paesaggi di tutto il mondo.
Dopo questo viaggio nel sapere rientriamo, con il solito bus c1, nella zona del nostro hotel.

Mercoledì 3 marzo 2004
Ci svegliano, con la sigla di Friends: le nostre vicine di stanza alle 7.30 del mattino hanno pensato bene di deliziare tutto il pianerottolo con la loro televisione.
Dicevo, ci svegliamo in una Londra triste e grigia che sa di pioggia imminente, forse è triste perché noi dobbiamo partire. Il nostro aereo parte alle 19, quindi abbiamo tutto il tempo di farci ancora un giretto.
Facciamo colazione, con calma prepariamo la valigia e andiamo a pagare l’hotel. Con nostra sorpresa la signora alla reception ci comunica che se effettuiamo il pagamento in contanti ci avrebbero scontato 15 £ sul totale. Detto fatto… usciamo e andiamo al vicino bancomat a prelevare.
La mattinata la dedichiamo alla visita del museo di scienze (Science Museum) adiacente a quello di storia naturale. Girare con il trolley al seguito non è il massimo della comodità così ci siamo lasciati questo museo indietro, in modo da visitarlo questa mattina. Così al museo, anch’esso gratuito, lasciamo la valigia nel guardaroba (1.10 £) e possiamo iniziare la nostra interessantissima visita senza pesi inutili appresso. Anche questo museo brulica di ragazzini ma in generale è meno affollato che gli altri, ma forse è solo perché è mattina. Trovo molto interessante la parte riguardante lo spazio, il primo viaggio sulla luna, i satelliti, un po’ meno la sezione relativa alla meccanica.
Usciti dal museo, è quasi l’ora di pranzo così ci avviamo per Brompton Road in cerca di un posto di nostro gradimento per il pranzo, sarà perché siamo a due passi da Harrod's ma spuntano come funghi le persone con il loro sacchettino di plastica con il marchio Harrod’s. Buon per il proprietario che non sono tutti della mia filosofia... ah ah ah ah!
Visto che lo Stansted Express parte dalla Liverpool station, ci spostiamo in quella direzione. In parte a piedi e, quando ci stufiamo, in pullman passiamo anche per Oxofrod Street. Mi impressiona la gente che affolla questa strada, il susseguirsi di negozi, locali, la vita che brulica in questa via.
Giunti poi in stazione, andiamo a cercare il nostro treno, riponiamo la nostra travelcard, fedele compagna di questi giorni, nello zaino e prepariamo i biglietti del treno. Il treno, questa volta, non è molto affollato e, attraversando velocemente questi malinconici paesaggi invernali di campagna ci porta direttamente in aeroporto, più comodo di così!
L’aeroporto è grande, al nostro arrivo non avevamo avuto il tempo di guardarci intorno perché eravamo subito andati a cercare il treno, sarà anche uno scalo minore di Londra ma è lo stesso molto grande!
Facciamo in check-in senza fare troppa coda ma facciamo subito media con l’interminabile coda per il controllo del bagaglio a mano. Una tortura.
E’ così si conclude la nostra piccola vacanza londinese. Sono stati cinque giorni molti intensi ricchi di emozioni, di cose viste e fatte e ora non ci rimane che le foto ed il ricordo. Londra comunque è una delle più belle città che abbiamo visto, chissà... forse un giorno ci torneremo…

2 commenti in “Cinque giorni a Londra
  1. Avatar commento
    sara
    09/01/2011 09:43

    Ciao Anna, volevo sapere se potevi consigliarmi un posto per dormire visto che il 25 di febbraio andrò anch'io a Londra!!Grazie ille saluti

  2. Avatar commento
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    24/07/2007 01:37

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