Sabato 24 dicembre 2011
Partiamo da Lucca intorno alle 11 per raggiungere Diano Marina, punto di incontro con il gruppo di IO VIAGGIO IN CAMPER. Ce la prendiamo con molta calma perché gli altri arriveranno domani sera. A Voltri c’è l’obbligo di uscire dall’Autostrada dei Fiori causa il forte vento che spazza la costa. Rientriamo in autostrada a Savona nord. Arriviamo nel primo pomeriggio, giusto in tempo per assistere ad un tramonto rosseggiante che illumina il cielo dal basso sull’orizzonte. Andiamo alla panetteria da Franco, vecchio amico, per fare gli auguri di Natale e lui, con la moglie Olga e le figlie ci caricano di allegria e di una grande quantità di cosine buone appena sfornate. Cena, un po’ di TV per sentire il discorso del Presidente e poi a nanna. Tempo bello tutto il giorno, fresco serale.
P a Diano Marina (IM) all’Oasi Park (43° 54’ 25”N 8° 4’16,2”E). Km 280.
Do 25 dic
Approfittando di questa magnifica giornata di sole facciamo quattro passi per il centro della cittadina fino ad arrivare sulla passeggiata a mare. Salutiamo vecchi conoscenti vicini di casa di quando avevamo un piccolo appartamento dietro la chiesa. Dopo pranzo cominciano ad
arrivare i componenti del gruppo di partenza, un po’ mischiati ad un altro gruppo di Dimensione Avventura che percorrerà un itinerario simile al nostro in terra marocchina. Cominciamo a fare reciproca conoscenza per fraternizzare e conoscerci meglio. A sera siamo riuniti per ricevere da Antonio, nostro capogruppo, gli ultimi dettagli prima della partenza. Domani mattina alle 8 volante in mano. Dovremo percorrere più di duemila km prima di arrivare ad Algeciras per l’imbarco sul traghetto diretto a Tangeri. Abbiamo a disposizione tre giorni perché la prenotazione della nave è alle ore 11,30 del 29 dic. Dopo un po’ di chiacchiere, stappiamo una bottiglia di spumante al viaggio che verrà, poi visto la temperatura serale e la sveglia mattutina, decidiamo di andare a nanna presto. Tempo bello tutto il giorno, fresco serale.
P a Diano Marina (IM) all’Oasi Park (43° 54’ 25”N 8° 4’ 16,2”E). km.000
Lu 26 dic
Dopo tutte le operazioni necessarie, alle 8 come previsto partiamo per iniziare la nostra avventura. Tutta autostrada, monotona e noiosa, con il primo tratto francese che anacronisticamente interrompe la media di viaggio con il frequente pagamento dei pedaggi. Per fortuna siamo in contatto con i baracchini e questo ci mantiene vivi durante il viaggio. Pranzo veloce in un’area di servizio autostradale e poi di nuovo via verso ovest. Attraversiamo il confine francese sui Pirenei e subito dopo usciamo alla Junquera, in territorio spagnolo, andando a parcheggiare nella zona commerciale. Parcheggio libero e tranquillo, conosciuto dai camperisti, alcuni dei quali sono già sistemati in posizione notturna, altri stanno arrivando. Non siamo soli. Lì vicino c’è un ristorante a buffet che richiama con la sua insegna intermittente. Si paga l’ingresso, prezzo fisso 15€, e poi ognuno può servirsi di tutto quello che la cucina offre a self-service, compreso le bevande. Breve giretto nell’area commerciale poi a letto. Tempo bello tutto il giorno fresco serale.
P alla Junquera (Spagna) (42° 23’ 50,2”N 2° 52’ 56,3”E). km.625
Ma 27 dic
Partenza alle 8. Tutta Autopista A7 con sosta pranzo in area di servizio autostradale. Arriviamo al Camping “El Raco” di Benidorm. Sono le 17,30, le operazioni di registrazione sono un po’ lunghe, ma ormai siamo a posto. Scegliamo le piazzole con elettricità, facendo un po’ di confusione sugli attacchi corrispondenti al numero della piazzola assegnata. Il gestore ci richiama perché un olandese ha trovato occupato da una nostra presa il suo attacco elettrico, niente di male in un batter d’occhio, come nel gioco dei barattoli, tutto ritorna in ordine con buona pace dell’olandese e nostra. Cena con tutta calma, poi un giro a piedi per i viali illuminati a giorno da miriadi di insegne ammiccanti come a Las Vegas. Grattaceli altissimi e tanto vetro-cemento. Il mare non riusciamo a vedere dov’è. Torniamo ai camper e poi a letto. Bello tutto il giorno serata tiepida.
P a Benidorm (Spagna) Camping “El Raco” (N38° 32’ 54,7” W0° 5’ 55,3”).km.660
Me 28 dic
Partenza alle 8 dopo tutte le operazioni di rito. Rientriamo in Autopista A7. sosta pranzo in area di sosta autostradale, poi di nuovo via. Arriviamo a Algeciras e andiamo nel grande parcheggio del centro commerciale 8 km prima della città. Una volta sistemati, insieme a tanti altri camper, andiamo al McDonalds’ a consumare un “lauto” pasto, poi a nanna. Bello tutto il giorno, serata tiepida.
P a Algeciras Palmones in parcheggio dell’area commerciale senza servizi. (N36°10’ 58” W5° 26’ 19,6”). Km.650
Gi 29 dic
Partenza con tutta calma alle 9 per raggiungere il porto di imbarco (N37° 7’ 47” W5° 26’ 27,1”). Svolto le operazioni di imbarco saliamo sul traghetto alle 11 e partiamo alle 11,45. Mare calmissimo con il sole che riflette sull’acqua. Le propaggini dell’Europa e dell’Africa sono molto vicine e se ne avverte la prossimità anche visivamente. La Rocca di Gibilterra incombe con il suo alto profilo sulla Bahia De Algeciras. Il faro di Punta Marroquio de Tarifa sulla costa europea e quello di Jbel Musa su quella marocchina sembrano rispondersi. Mettiamo gli orologi indietro di un’ora e sbarchiamo alle 13 al porto di Tangeri Med. Attesa di tre ore alla dogana marocchina. Snervante, vediamo passare avanti a noi tante auto, marocchine, arrivate dopo. Il tempo passa e nessuno si avvicina a controllare i numerosi camper fermi alla transenna. Ci viene indicato di stare calmi che prima o poi tutte le operazioni si faranno. Finalmente alle 16 siamo pronti con i documenti in regola per partire. Anzi no, è stato perso un documento di importazione temporanea di un camper nell’ufficio di dogana da parte del funzionario. Breve consultazione tra di loro poi viene deciso di farne subito uno nuovo e così finalmente abbiamo il via. Arriviamo a Tangeri-città e ci troviamo immersi nel caos del traffico; le precedenze sono abolite, ognuno guida come crede meglio e se non ti fai sotto non passi mai agli incroci. In questa sfida continua attraversiamo la città per andare al sito delle Grotte di Hercules. Grandi caverne tufacee che sfociano sull’Atlantico ad altezza d’acqua. Il tramonto produce una luce filtrata dai pertugi che è strabiliante. Tutte le sfumature dal rosso purpureo al giallo fino all’azzurro del mare si fondono in una luce riflessa dall’acqua come fosse un caleidoscopio. Impareremo a conoscere altri tramonti così in Marocco. Ritorniamo sulla superstrada P2 seguiti dal lungo tramonto fino ad arrivare a Larache dove si trova l’AA per la notte. Ombreggiata da pini e sugheri con servizi spartani, elettricità ed acqua. Quanto ci basta per questa notte. La serata è tiepida ma molto umida, siamo sull’Atlantico.
P a Larache (Marocco) in AA. “Comarit”. ( N35° 9’ 41,8” W6° 8’ 36,7”).km.130
Ve 30 dic
Partenza alle 9. Riprendiamo la P2 verso sud e poi la P6. Oltrepassiamo Sidi-Kacem fino al bivio per Moulay-Idriss arrivando al sito archeologico di Volubilis, edificato in epoca romana nel II sec. d.C. In posizione dominante rispetto alla campagna, a 500 metri di quota, sul pendio della collina dove sorge anche la città sacra di Moulay-Idriss. La cittadina prende il nome del nipote del Profeta Maometto che qui dette inizio ad una grande scuola coranica. L’area archeologica è assai imponente ed estesa; rimangono molte testimonianze dell’importanza del luogo documentate dai grandi archi delle porte di accesso alla città e dalle numerose colonne dell’Agorà e del tempio di Atena. La traccia urbana è ancora evidente con le strade e i muri degli edifici che racchiudono ancora ambienti con splendidi mosaici. L’acquedotto con i suoi numerosi archi sottolinea lo sviluppo del Decumano Maximo. La campagna verdeggiante evidenzia il colore ocra del tufo degli antichi edifici. Pranzo al parcheggio del sito con relativi acquisti alle baracchine di souvenir. Percorrendo una stradina asfaltata, panoramica ma molto stretta, che attraversa uliveti secolari, ci immettiamo sulla P3 in direzione di Fes. Attraversiamo tutta la grande città per arrivare al camping. Traffico caotico è dire poco. Al solito non esiste diritto di precedenza e soprattutto i motorino sorpassano a destra in spazi ristrettissimi con il pericolo di rigare la carrozzeria dei camper. Bisogna dire però che sono molto abili nel fare questi equilibrismi da brivido. Arriviamo al Camping International alle 18. E’ già notte. Sistemazione dei mezzi insieme al gruppo dei camperisti di Dimensione Avventura che avevamo salutato a Diano Marina. Rinnoviamo i saluti e poi alle 20,30 siamo nel ristorante del campeggio per una cena tipica marocchina. Ambiente tipico con tavoli bassi e canapè per sedute. Tanti tendaggi e luci multicolori. La serata non è fredda, però notiamo che non esiste riscaldamento nel locale. Ci mettiamo comodi senza levarci le giacche pesanti. Il menù tipico consiste in numerosi antipasti appetitosi di verdure, dove il piatto forte è il Tajin di agnello o di pollo con verdure stufate o couscous di verdure oppure un’ottima zuppa di legumi. Serviti nel tipico piatto in terraglia bollente, coperto da un cono, sempre in terraglia che mantiene caldissimo il contenuto. Al momento di servire viene tolta questa copertura e ognuno si serve da questo grande piatto comune. Molto appetitoso, speziato e caldo che riscalda subito il corpo. Birra e vino ce le siamo portate dai camper, con il permesso del gestore Qui usa così. La spesa di 310 dirham per 3 persone corrispondenti a meno di 31 euro. Dopo cena a nanna. La stufa fa i capricci e questa sera si rifiuta di accendersi. Dormiremo belli coperti. Giornata calda ma la sera assai fresco.
P Fes al Camping International. (N34°00’0,84” W4°58’10,5”). Km.250
Sa 31 dic
Il pulmino viene a prenderci alle 9. La mattinata fresca, come sempre, si riscalda subito appena si alza un poco il sole. Partiamo per la visita alla città di Fes. Entriamo nel Souk e ne vediamo di tutti i colori. E’ diviso per settori merceologici, percorso da stradine dove si affacciano le minuscole botteghe in un dedalo infinito dove è facile perdersi. La nostra guida davanti per indicare il percorso, il capogruppo Antonio dietro a controllare che nessuno di noi sparisca nella confusione. Il settore della frutta e della verdura è il più colorato, quello dei carnezieri il più drammatico, dove si vedono esposte teste di pecora, caproni e cammelli in una bolgia infernale di colpi d’ascia e coltellacci che volano per appezzare la carne richiesta. Il tutto esposto all’aperto a contatto della folla. La striscia di cielo che si apre in alto tra questi pertugi è protetta dai raggi solari con stuoie e cannicci vari tesi tra i cornicioni degli edifici affrontati. Il quartiere delle spezie arriva alle narici con un forte impatto, mille colori di polveri sottili, petali di fiori secchi, essenze profumate miracolose, saponi dalle molte sfumature sono allineati gli uni accanto agli altri che non sai a chi devi rivolgerti per acquistare qualcosa. E’ il mercato marocchino frequentato dai marocchini, dove i turisti non sono poi così tanti, anzi quasi non si vedono nella confusione di caftani che camminano sempre rapidi per i vicoli. L’asino è il mezzo di trasporto per eccellenza, versatile nello sfiorare la gente con il suo basto carico di merci. All’interno di quest’area popolare si trovano anche edifici di grande valore simbolico e architettonico, come scuole coraniche, moschee e Riad. Questi ultimi sono edifici signorili che dall’esterno non fanno percepire il grande valore architettonico che racchiudono, meravigliosi mosaici sulle pareti e sui pavimenti tappeti di grande valore, patio interno circondato da colonne e fontane zampillanti, luci filtrate da grate che nascondono gli ambienti femminili. Naturalmente la nostra guida ci indirizza in uno di questi ambienti dove vendono anche tappeti e dove per correttezza dobbiamo assistere al rito della presentazione della merce anticipata dall’offerta del tè alla menta. Dalla sommità dell’edificio si può osservare l’alveare di strade, vicoli,case ed il Souk nel suo insieme. La Mosquee Qaraouiyine, con l’ingresso perso tra le centinaia di bottegucce, racchiude uno dei più begli esempi di architettura religiosa, i muri interni sono ricoperti da mosaici e stucchi dove sono incise frasi del Corano, i soffitti di cedro dei vari ambienti sono eseguiti da maestri dell’intarsio e del colore. Per opportunità ci viene suggerito di vedere il quartiere dei conciatori prima di andare a pranzo perché il forte odore che sale verso il cielo può rivoltare lo stomaco pieno. Saliamo sulla terrazza di un alto edificio ed un inserviente ci pone un ramo di menta da mettere sotto le narici per attutire l’olezzo. Da questa altezza si percepisce la bolgia infernale dove i conciatori annaspano nelle decine di conche contenenti i vari ingredienti per la conservazione e la colorazione delle pelli. La “conca” era il bene ambito dai figli che lo ricevevano per successione diretta dai padri, così da mantenere la continuità dinastica del crudele lavoro. Sosta pranzo ai margini del Souk e poi di nuovo nella bolgia. Un altro esempio di valore religioso lo osserviamo nella Moschea Sidi Hamed Tijani con il suo alto minareto piastrellato di blu. Naturalmente non possiamo sottrarci alla visita del negozio di essenze esotiche ed a quello dei tessitori di cotone. E’ quasi l’imbrunire quando il pulmino viene a raccoglierci stanchi morti per portarci al campeggio. Le mura merlate della città al calar del sole si tingono di una calda tonalità dorata e le luci appena accese fanno sembrare la scena un enorme presepe vivente. Alle 19 siamo al campeggio per prepararci al grande cenone di fine anno. Alle 20 lo stesso pulmino ci porta in centro al ristorante convenzionato. E’ in un Riad coperto, sfavillante di mosaici e tappeti. Luci soffuse e ambiente da favola da Ali-Pashà. Cena servita da camerieri in costume berbero con poche varianti rispetto alla cena precedente, ma ottima e abbondante, completa di bevande a scelta, vino, birra ed altro ancora, il tutto accompagnato da spettacolo di musica, giocolieri, maghi e ballerine. Ottima serata. All’1,30 ormai siamo nel 2012 il pulmino carica un gruppo di turisti sfiniti da questa lunga ed emozionante giornata. Al campeggio la stufa a ripreso a funzionare come se nulla fosse. Bene stasera dormiamo caldi e non solo per la stufa!. Giornata calda e serata fresca.
P FES al Camping International. Km.000
Do 1 gen 2012
Alle 10 arriva il pulmino a raccoglierci per andare a visitare Meknes, distante una sessantina di km da Fes. Scendiamo nella grande piazza centrale e prima di iniziare il giro decidiamo di pranzare in uno dei piccoli locali al margine di essa, sotto un ombrellone riparati dal sole. Menu generale: pollo speziato, taijn di carne e verdure, kebab, verdure bollite ed altro, compreso le bevande, a 35 dirhan (€ 3,50) a testa. Poi iniziamo con il Souk che è lo specchio di quello di Fes. Visitiamo una moschea ricchissima di mosaici e fontane, il quartiere dei falegnami che lavorano il cedro, quello dei sarti, dove ritroviamo le vecchie Singer e Vigorelli perfettamente funzionanti e gestite solo dai maschi. Tutti i sarti del Souk sono maschi e nell’arco di poche ore confezionano quello che vuoi. Nel settore della frutta secca è tutto un assaggio, sono esposti frutti secchi che non conosciamo e quindi assaggiamo, così come i datteri freschi ottimi, mandarini enormi e profumate arance. Nel Souk si mangia anche roba appena cucinata, zuppe di legumi, ceci e fagioli caldi, verdure fumanti e il tutto avviene in piedi nei vicoli o nelle piccole piazzette.
Visitiamo una importante scuola coranica con moschea annessa dove è obbligatorio togliersi le scarpe per entrare. In Marocco le moschee sono strettamente riservate ai religiosi ed il pubblico turistico non è ammesso salvo in casi rari come questo. Ci spostiamo a vedere le Scuderie Reali e quindi “les greniers de Moulay Ismail”. Anche oggi il pulmino ci riporta al camping di Fes stanchi morti ma contenti. Dopo cena ci ritroviamo tutti insieme nel locale messo a disposizione dal campeggio per stappare bottiglie di spumante e mangiare panettone e altri dolcetti per cominciare bene l’anno nuovo. Al solito, giornata calda e serata tiepida.
P FES al Camping International. Km.120 in pulmino.
Lu 2 gen
Partenza alle 8 verso sud per la P24. fermata per una sosta caffè sul lago Dayet Aoua, pochi km prima di Ifrane. Bel laghetto con tanto di stabilimento balneare e alcuni pedalò in secca. Arriva subito il ragazzo con l’asinello che per pochi dirham presta l’animale per le foto di rito. Riprendiamo strada attraversando la cittadina di Ifrane. Sembra di percorrere un paese delle Alpi Francesi, tetti a forte spiovente per far scivolare la neve, abbaini sui tetti, giardini in ordine e rasati come pelousine, strade ordinate e senza auto in divieto di sosta, insomma una cittadina tipica dell’Europa Centrale. Chiaramente un’enclave francese. Ad Azrou deviamo per viabilità secondaria per addentrarci nella Foret dè Cedres. Magnifico ambiente naturale dove cedri secolari si innalzano fino ad altezze vertiginose. Nel percorrere questa stradina(la 3398), asfaltata, e con tratti ancora ghiacciati ci fermiamo ad un punto sosta dove c’è in bella mostra il tronco altissimo di un vecchio cedro armai secco. Nell’intorno alcuni chioschetti vendono souvenir, minerali e grosse ammoniti di dubbia originalità. Poco lontano siamo costretti a fermare i mezzi perché sulla strada, diventata sterrata ma agevole, c’è un gruppo di macachi che giocano sui rami degli alberi, appena fermi si avvicinano pretendendo cibo. Dietro a noi si fermano altri mezzi formando una piccola colonna e tutti scendono per osservare da vicino queste simpatiche scimmiette che prendono il cibo dalle nostre mani e volteggiano tra gli alberi. Sono ben grasse quindi vuol dire che non siamo i primi a rimpinzarle di dolcetti. Ripartiamo immettendoci sulla principale, passiamo Khenifra e a seguire Kasba-Tadla, percorrendo una strada che attraversa un paesaggio assai monotono e senza emergenze paesaggistiche. La strada è a due corsie con fondo ottimo, ma i numerosi camion carichi fino all’inverosimile rallentano sensibilmente la marcia di chi si trova dietro. Finalmente arriviamo a Béni-Mellal, ma ormai è già notte. Dietro consiglio della Gendarmerie sostiamo per la notte nel grande parcheggio di un centro commerciale, E’ illuminato,(ma scopriremo che alle 23 spengono tutte le luci), tranquillo e sicuro perché i poliziotti passeranno molte volte durante la notte. Cena, quattro chiacchiere con una coppia di italio-marocchini che rassicurano della tranquillità del posto e poi a letto. Giornata calda e serata molto tiepida. Siamo alla base del Moyen Atlas e le cime a oltre 4000 metri sono innevate.
P a Béni-Mellal in parcheggio libero del centro commerciale(N32°19’50” W6°22’3,70”) Km 325
Ma 3 gen
Partiamo come al solito alle 8 e facciamo tutta la P24 fermandoci pochi km prima di Marrakech, a Tamelelt ad un distributore per fare gasolio (0,75 cent/€). Lì a pochi passi c’è un mercato contadino (N31°48’40,9” W7°31’13,2”). Andiamo a vedere. Come gli altri Souk è suddiviso per settori merceologici, panai, scarpe, elettronica, macelleria, pollame, pecore vive, spezie, ceramiche, biciclette usate e pezzi di ricambio usati, fabbri e forgiatori estemporanei. Non è tra le case, bensì in aperta campagna e la merce si vende e si compra sotto le tende. Di tutto, ma proprio di tutto in un polverone continuo sollevato dagli animali vivi, dalle motorette, dai carri trainati dagli asini, in un continuo frastuono di voci e rumori. I punti di ristoro sono sotto le tende tese da pali di legno e si cucina dal vivo in grandi pentoloni nella strada. Nell’immaginario rimangono alla mente gli zoccoletti di capra in pentola sommersi da un sugo di pomodoro che al profumo non sarebbero nemmeno tanto male (i nostri zamponi forse fanno lo stesso effetto a loro). Ripartiamo molto perplessi da quello che abbiamo visto. Arriviamo a Marrakech, alle 13 siamo al Camping “Relais de Marrakech”. Bel campeggio con standard europeo, grandi piazzole, servizi igienici, docce calde e acqua in abbondanza. Sistemiamo i mezzi con i tendalini finalmente aperti sotto i quali pranziamo tutti insieme. Sole e caldo. Rimaniamo a riposare chiacchierando fino all’ora di cena. Alle 22 passa il pulmino a raccoglierci per andare da “Cez Alì”, poco lontano, a vedere lo spettacolo dei berberi a cavallo e le loro evoluzioni equilibriste. Bello spettacolo con corteo di personaggi in costume storico, cammelli, cavalli al galoppo e cavalieri berberi che al termine di lunghe rincorse sparano bordate in aria con i lunghi fucili cesellati di madreperla. Rientriamo al campeggio alle 24. Giornata calda e serata tiepida.
P Marrakech al camping “Relais de Marrakech”. (N31°42’24,5” W7°59’24,5”). Km.210
Me 3 gen
Alle 9 il pulmino ci porta nel centro storico della città per vedere la Medina, la Casba e il Souk. La città è circondata da mura in mattoni crudi, il colore dominante è il rosso. Nelle sue cortine si aprono porte imponenti e decorate con archi moreschi e fini mosaici. La guida ci accompagna a vedere le “Tombeaux Saadiens”, antiche sepolture di notabili marocchini. All’interno ci sono aranci con tanti frutti e piante di rose fiorite e profumate. Il “Palais Bahia” circondato da alte mura rosse dentro le quali si trova una importante Riad (casa signorile) con giardini rigogliosi di banani, rose, aranci, e fontane.. Ci concediamo il pranzo in un lussuoso Riad trasformato in ristorante. Lusso profuso in ogni particolare, fontane d’acqua con i petali di rose, alberi di mandarini e piante subtropicali sotto i quali sono allestiti i tavoli, camerieri in costume tradizionale e menù ottimo con antipasti e taijn enorme a disposizione di tutti. Il rumore della città è scomparso dietro queste spesse mura, gli ombrelloni riparano dal sole caldo e una musica di sottofondo accompagna le pietanze (15€ a testa!). Poi fuori di nuovo tra la gente. La grande piazza meta di tutti i turisti che visitano il Marocco è ancora semideserta e così se ne avverte tutta la sua vastità. Entriamo nel Souk. Ormai conosciamo il sistema e tenendoci d’occhio reciprocamente riusciamo a essere un po’ meno rigidi nel passeggiare in mezzo alla gente. Ci fidiamo perché nessuno disturba più di tanto. A parte l’appellativo di Alì Babà che tutti mi appioppano per la lunga barba bianca. Stessa bolgia dei precedenti, ma sempre affascinante. Andiamo a prendere un tè alla menta sulla famosa terrazza dei turisti che domina la grande piazza. Il sole se ne scende e il tramonto si avvicina. L’enorme area sottostante il bar comincia a brulicare di gente, di attori di strada, di incantatori di serpenti, di carretti che preparano da mangiare in una fumacea da carbonaia. Venditori di dentiere usate e di denti veri usati! Musicanti e giocolieri, poveracci che chiedono un obolo, bambini che corrono da tutte le parti senza perdersi, mamme fasciate nei numerosi veli colorati, venditori di scarpe usate e venditori d’acqua con il caratteristico copricapo a cono variopinto. Adesso il tramonto. Il sole scende dietro il minareto della moschea, il cielo fiammeggia in uno scenario che va dal rosso, al giallo al blù intenso. L’ora più bella, come sempre, è quella parentesi assai breve di tempo che va dal crepuscolo all’inizio della sera, dove le luci appena accese si mettono a confronto con il sole che se va. E’ un momento struggente che però si rinnova sera dopo sera. Lo porteremo sempre nella mente come un ricordo indelebile. Alle 19,30 siamo al campeggio. Cena in camper e a nanna con tanti ricordi. Giornata calda e serata tiepida.
P Marrakrch al camping “Relais de Marrakech”. (N31°42’24,5” W7°59’24,5”). Km.000
Gi 5 gen
Partenza alle 7,30 direzione Casablanca via autostrada. Alle 10,30 parcheggiamo davanti alla Moschea Hassan II, (N33°36’16,9” W7°37’51”) in tempo per l’ultima visita guidata della mattinata. Edificio moderno di grande effetto, proteso sull’Oceano, in mezzo ad una piazza enorme. Questa mattina il cielo è velato da una leggera foschia e la sua immagine appare quasi diafana con il minareto che buca la nebbia e sembra non finire mai. L’interno vastissimo si compone di una navata centrale altissima, rivestita di marmi pregiati, riservata agli uomini e due laterali divise su due piani di cui il piano sopraelevato riservato alle donne. Pranzo al parcheggio e poi riprendiamo la strada per il nord. Al crepuscolo incontriamo una nebbia sempre più fitta, l’Oceano fa sentire la sua influenza umida sul paesaggio. Arriviamo a Tangeri e ci dirigiamo subito al porto per l’imbarco Tangeri Med. Sono le 19,30. prendiamo i biglietti prenotati all’ufficio della compagnia Acciona e ci prepariamo per le operazioni doganali. I mezzi vengono scannerizzati da una macchia complessa che sfila lungo i fianchi dei camper. Nel complesso tutto è più breve quando si esce. Alle 23,30 imbarchiamo per Algeciras. Mettiamo gli orologi un’ora avanti e sbarchiamo quindi alle 1,40. Ritorniamo a dormire al centro commerciale fuori città. C’è un forte vento che spira a folate, ma siamo stanchi e dormiamo bene.
P a Algeciras Palmones al centro commerciale dell’andata (N36°10’ 58” W5à 26’ 19,6”). Km. 660
Ve 6 gen
Partenza alle 9. Tutta autostrada fino a Sagunto una trentina di km dopo Valencia.
P Sagunto al camping “Malvarrosa de Corinto”, sul mare (N39°43’10,4” W0°11’35,7”). Km.800
Sa 7 gen
Partenza alle 9 dopo tutte le operazioni. Autopista e Autovia spagnola e poi Autoroute francese arriviamo in serata a Aigues Mortes in Camargue. Breve giro nella cittadina ancora illuminata con gli addobbi natalizi, poi cena sul camper e a letto. Serata freddina.
P in AA a Aigues Mortes ( N43°33’57,3” E4°11’7,8”). Km.810
Do 8 gen
Partenza alle 8, tutta autostrada fino a Lucca.
Km. 680
Organizzazione: “IO VIAGGIO IN CAMPER”
Componenti:
1 (capogruppo) Prezioso Antonio e Anna; Elnagh Sleek 585
2 Bechelli Raimondo e Rosaria; Mc Louis McVan
3 Dallorto Carlo e Tiziana; Arca 680
4 Tonfoni Piero e Maria; Knaus
5 (scopa) Gianneschi Mauro, Patrizia e Guglielmo; Rapidò 7096 Plus
Percorso totale km.6080.