Il fascino infinito di Roma

Senza esagerare, la città più bella del Mondo!

È la terza volta che mi reco nella capitale. La prima ero troppo piccola per ricordarmene e la seconda, poco più che bambina, mi ha lasciato alcuni ricordi molto nitidi ed altri piuttosto vaghi. Così questa terza volta è stata nuovamente una bella scoperta di questa affascinante città. Per Marco invece era la prima volta e sebbene quello cittadino non sia proprio il suo genere di viaggio questi pochi giorni nella capitale sono stati apprezzati anche da lui a tal punto che gli è spiaciuto che fossero già finiti. Va beh.. Roma non è all’altro capo del mondo per cui è possibile e auspicabile pensare di tornarci.
Acquistiamo i biglietti direttamente sul sito di Trenitalia, approfittando di una tariffa scontata per viaggiare con il Frecciarossa a 98 euro a testa a/r da Torino a Roma. La durata del viaggio è di 4 ore e mezza!
Prenotiamo un albergo non lontano da Termini ad 80 euro a notte (www.hotelcerviaroma.com - camera doppia con bagno in camera e colazione inclusa). Scelta che si è rilevata ottimale sia per l’ubicazione comoda rispetto alla stazione e alla metropolitana che per la tranquillità e pulizia del posto. E intorno e di fronte all’hotel ci sono anche molti ristoranti dove abbiamo potuto cenare.
Molto utile è stata la Roma Pass, una tessera che al costo di 25 euro a persona, valida per tre giorni, consente di viaggiare su tutti i mezzi pubblici della città, di entrare gratuitamente nei primi due musei/attrazioni scelte e a prezzo ridotto negli altri. La si può fare negli uffici informazioni e in alcune biglietterie dei musei.
Itinerario
Lunedì 3 gennaio 
La giornata di oggi è dedicata al viaggio. Partiamo da casa in tarda mattina e arriviamo a Roma, puntualissimi alle 18.00. Giusto il tempo di cercare l’albergo, sistemarci e andare a cena.
Per antonomasia Roma è definita anche la Città Eterna, mai definizione più azzeccata. Da secoli il suo suolo ha visto l’avvicendarsi di popoli, culture, grandi uomini ed eventi che hanno cambiato e caratterizzato il corso della storia. È una delle maggiori capitali Europee e solo poche città al mondo possono vantare una storia ricca e intensa come la sua.
Fu il cuore e il fulcro di una delle civiltà antiche più importanti della storia: i romani. Fu la capitale di questo grandioso impero (l’Impero Romano), fu capitale dello stato Pontificio, e oggi capitale dello Stato Italiano. Gli uomini di ogni era hanno governano dai palazzi di questa città, hanno condizionato il futuro, fatto di Roma la fortuna o la sfortuna, cambiato il destino del proprio popolo e dell’intero paese e mai come oggi se i grandi uomini del passato potessero vedere lo scempio e lo spettacolo da burattini che fanno oggi i politici non so se sarebbero contenti al pensiero che hanno lasciato a questi uomini (e anche qualche donna) la loro Città Eterna, un’eredità così importante!

Martedì 4 gennaio
Perdiamo un po’ di tempo alla stazione per trovare l’ufficio informazioni e per fare le Roma Pass. Al primo sportello dove facciamo la coda danno solo le informazioni sulla Roma Pass, dalla collega, altra fila, invece la vendono! Che efficienza! E un insegna sugli sportelli?
La nostra prima destinazione è una delle icone della città: il Colosseo, come non pensare a questo enorme anfiteatro romano quando si pensa a Roma.
Al Colosseo e ai vicini Fori Romani utilizziamo il primo ingresso gratuito compreso dalla nostra Roma Card. Non dobbiamo nemmeno fare la coda alla biglietteria, che.. nonostante sia abbastanza presto è già piuttosto lunga. Il biglietto è unico per entrambe i musei.
Il Colosseo non ha bisogno di alcuna presentazione. E’ conosciuto in tutto il mondo e dal 2007 è anche stato riconosciuto come una delle sette meraviglie del mondo moderno. Come non può esserlo il più grande anfiteatro del mondo romano che sia arrivato fino ai giorni nostri… e speriamo che duri anche nei giorni a venire visto che i monumenti in Italia hanno la tendenza a crollare!
Camminare in questo importante angolo di storia fa il suo effetto. Pensare alla gente seduta sulle tribune, ai gladiatori nell’arena, agli incitamenti, le urla della gente, le ovazioni della folla, soprattutto al sangue versato in questa arena, al sapore della vittoria e al crudele e amaro sapore della morte che questo luogo ha visto susseguirsi ed infine pensiamo al tempo che inesorabile da allora è passato lasciando i suoi segni e portando fino a noi questo esempio di un passato veramente lontano.
Chissà come doveva essere splendido allora, commenta Marco.. già chissà.. possiamo solo immaginare, pensare allo splendore che poteva avere.
Nel corso della storia è stato saccheggiato, calpestato, le sue pietre sono state usate per costruire altri palazzi per abbellire una Roma che ancora non conosceva ed apprezzava il fascino del passato.
Fuori dal Colosseo ci sono vari banchetti di souvenir e figuranti in costume da gladiatore che attendono i turisti per farsi fotografare. Uno in particolare invita i turisti con fare piuttosto grezzo limitandosi a fare un cenno con la mano e a dire ‘oh viè qua’... chissà se i gladiatori dell’epoca erano così poco raffinati! Di sicuro i loro pugnali non erano di plastica... eh eh eh
Poco lontano, in tutta la sua imponenza e magnificenza c’è l’arco di Costantino dedicato all’imperatore Costantino I per celebrare la vittoria contro Messenzio.
E finalmente eccoci alla scoperta dei Fori romani e del Palatino (il cui biglietto di ingresso è compreso nel biglietto di ingresso del Colosseo). Passeggiamo per il resto della mattina in mezzo a queste rovine, consultando la cartina di volta in volta per conoscere qualcosa in più di quello che abbiamo davanti a noi.
Il Foro Romano si trova tra la valle del Palatino e il Campidoglio ed era il centro religioso, politico e commerciale della città come vi testimoniano i resti degli edifici, dei templi e delle colonne che sono giunte fino a noi.
Oltre ad un gran numero di turisti incontriamo anche parecchi gatti che sonnecchiano qua e la per le rovine, chissà se sono i discendenti dei gatti dei romani!! In ogni caso sono tutti piuttosto grassi, quando non sono decisamente più larghi che lunghi! Crescere a crocchette e storia fa proprio ingrassare!
Lasciati i fori romani è d’obbligo la sosta al Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II conosciuto anche con il nome di Vittoriano, che è proprio li vicino. Alla morte di Vittorio Emanuele II decisero di costruire un monumento da dedicare così al Padre della Patria e progettarono e costruirono questo immenso edificio bianco. Questo monumento da quando ospita il milite ignoto viene anche chiamato Altare della Patria. Insomma tanti nomi per un unico posto.
Visitiamo anche il Sacrario delle Bandiere, con ingresso laterale rispetto alla scalinata dell’imponente monumento e poi, saliamo anche noi questa grande scalinata per vedere tutto più da vicino. È impressionante la quantità di gente che c’è.
Lasciato il monumento di Vittorio Emanuele II alle spalle attraversiamo piazza Venezia.
Ad un angolo di una strada un venditore di caldarroste aspetta fiducioso i clienti… e anche se il prezzo non è per niente ragionevole ci concediamo il lusso di mangiare qualche caldarrosta nella capitale. Ogni tanto qualche piccolo capriccio bisogna toglierselo!
Con le nostre castagne ci incamminiamo lungo via del Corso alla ricerca di un posto dove pranzare velocemente…
La settecentesca fontana di Trevi conserva il suo fascino nonostante non vi sia un metro quadro libero dalle persone. Che affollamento! Adagiata sul lato del Palazzo Poli non è solo la fontana più famosa di Roma ma bensì anche la più grande. La sua magnificenza testimonia questo ben riuscito sposalizio tra il classicismo ed il barocco.
L’immagine di una Anita Ekberg che si tuffava nella vasca nel film ‘La dolce vita’ di Federico Fellini è un immagine che conosciamo e abbiamo visto tutti.
Per sfuggire a tutta questa confusione ci dirigiamo verso il colle del Quirinale dove sorge l’omonimo Palazzo che è la residenza del Presidente della Repubblica; giusto due camere e cucina.
Fu dapprima la residenza estiva del Pontefice per poi divenire il palazzo reale dei Savoia. Con la proclamazione della Repubblica diventa la sede del Capo di Stato.
Sta iniziando a piovere quando siamo quasi arrivati ai Mercati di Traiano. Si tratta di un insieme di edifici che in epoca romana erano destinata alle attività amministrative e commerciali (da qui il nome di mercati).
Iniziamo la nostra visita di quest’area con la parte interna del museo, intanto che, aspettiamo che smetta di piovere. Quando finalmente la pioggia smette possiamo proseguire la nostra visita degli esterni dei mercati e passeggiare un po’ tra queste rovine dove un bel gattone nero gironzola tranquillo in mezzo ai gabbiani per niente spaventati o preoccupati per la usa presenza. Rispetto all’area dei fori romani qui ci sono pochi turisti, incontriamo meno di 10 persone.
Saliamo la lunga scalinata che porta al Campidoglio, sede del Comune di Roma, posto sul Monte Capitolino, che fu il colle su cui venne fondata Roma.
Vedere una parte del teatro Marcello integrato nella struttura di edifici di epoca successiva al teatro fa un certo effetto. Alle finestre ci sono le tendine, è strano pensare di abitare su un pezzo di storia così antica. Fu eretto per volere di Augusto.
Attraversiamo il Tevere sul ponte Fabrico che ci porta sulla piccola Isola Tiberina nota anche come l’isola dei due Ponti o l’isola di San Bartolomeo (per via dell’omonima Basilica di San Bartolomeo presente sull’isola). Ci fermiamo in un bar a prendere una bella cioccolata calda. Ha smesso di piovere ma fa un freddo e qualcosa di caldo è quello che ci vuole. L’isola Tiberina ha origine alluvionale ed è l’unica isola urbana del Tevere e si trova proprio nel cuore di questa bella capitale.
Attraversiamo il ponte Cestio in direzione del quartiere di Trastevere ma non abbiamo il tempo di addentrarci tra le sue strade. Va beh.. ci torneremo un'altra volta. I giorni a disposizione non sono molti e occorre fare una scelta su cosa fare e vedere.
Riattraversiamo il Tevere sul ponte Palatino, così ci troviamo a due passi dall’arco di Giano e dalla chiesa di Santa Maria in Cosmedin dove, sotto il porticato, c’è la famosa bocca della verità. Se dici una bugia e ci infili una mano.. zot.. si mangia la mano Peccato che è solo una leggenda, altrimenti oggi potremmo utilizzarla per verificare la sincerità dei politici e non solo… ma così ci troveremmo ad avere una classe politica tutta senza mani! Eh eh eh…
La leggenda ha comunque origini molto antiche, nel medioevo, dove veniva utilizzata dai mariti o dalle mogli per verificare la fedeltà del coniuge.
La giornata sta per volgere al termine, le prime luci della sera iniziano ad accendersi e lentamente il buio sta guadagnano tempo sul giorno. Concludiamo così la nostra giornata attraversando tutto quello che resta del Circo Massimo, un antico circo romano, ora un immensa area piatta e ce andiamo a prendere la metropolitana che ci riporta in albergo.
La mitologia narra che in questa valle, dove sorge il Circo Massimo sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine in occasione dei giochi indetti da Romolo.

Mercoledì 5 gennaio 
Oggi il tempo non è migliore di ieri ma è un tantino meno freddo. Prendiamo subito la metropolitana in direzione del Vaticano o meglio Città del Vaticano, uno dei più piccoli stati indipendenti che fanno parte dell’Europa e del mondo sia come dimensione che popolazione.
Per entrare nella basilica di San Pietro in Vaticano bisogna passare dei controlli come quelli presenti in aeroporto per cui si creano sempre delle code molto lunghe. Quando arriviamo noi, è ancora presto, e c’è un po’ di coda ma niente di che, di certo poca cosa rispetto a quella che vedremo più tardi.
La basilica è uno dei più grandi edifici, di questo tipo, al mondo e si affaccia sulla suggestiva piazza San Pietro al cui centro è posto un bellissimo presepe. Ai lati si possono vedere i palazzi vaticani e la famosa finestra da cui il pontefice si affaccia per benedire i suoi fedeli che, a migliaia, affollano, la domenica e durante le festività, l’immensa piazza San Pietro.
La visita degli spettacolari e maestosi interni della basilica è gratuita. Appena entrati, nella prima cappella è collocata la famosa statua di Michelangelo della Pietà. La scultura realizzata nel 1499 è ora conservata in una teca di cristallo dopo che un folle la prese a martellate rovinandola in più punti. Forse non gli piaceva?
Il Baldacchino del Bernini è qualcosa di veramente unico ed impressionante.
Tutta la chiesta è qualcosa di unico, la bellezza, la magnificenza dei suoi affreschi, dei suoi quadri, delle sue statue testimoniano la grandezza e la magnificenza che la bellezza dell’arte può raggiungere e la forma che certi uomini sono in grado di dare alle proprie idee, alle proprie creazioni.
Proseguiamo la nostra visita con la salita sulla Cupola, chissà che vista maestosa che c’è da lassù.
Si è formata un po’ di coda in biglietteria ma la fila si smaltisce velocemente. I biglietti per l’ingresso alla cupola costano 5 euro senza ascensore e 7 euro per fare metà percorso in ascensore ed il resto a piedi. C’è da dire che la parte scale in alternativa all’ascensore è la meno faticosa quindi tanto vale farsela tutta a piedi.
L’ultima parte della salita, nella cupola, è anche parecchio suggestiva, i muri sono, giustamente, curvati, e la scala è molto stressa. Fa uno strano effetto, sembra di camminare tutti storti verso l’interno. Se si patisce di claustrofobia e meglio lasciar perdere, certi cunicoli sono molto stretti.
La vista della città dalla cupola da sola vale la pena di fare tutti quegli scalini. In totale sono 537 scalini, ma non li ho contati. La basilica è alta 136 metri e ha un diametro di 42 metri, che è di poco inferiore a quello del Pantheon che vedremo più tardi. Fu realizzata in soli 2 anni da Giacomo Della Porta sulla base dei disegni di Michelangelo.
Infine chiudiamo la nostra visita alla Basilica di San Pietro alle cosiddette Grotte Vaticane che sono usate come luogo di sepoltura per i pontefici. Un folto gruppo di fedeli rendo omaggio alla tomba di papa Giovanni Paolo II.
I Musei Vaticani, come dice il nome, si trovano all’interno del piccolo Stato di Città del Vaticano e rappresentano uno delle raccolte d’arte più grandi al mondo. L’ingresso ai musei vaticani non è proprio vicino alla basilica, occorre costeggiare tutto l’enorme muro fino al suo ingresso dove si è formata una coda nemmeno troppo consistente, pensavamo peggio. In meno di 10 minuti riusciamo ad entrare dentro il museo e a fare i biglietti (15 euro a testa). I musei vaticani sono, come ho detto, enormi, ma noi abbiamo fatto una piccola scelta di cosa vogliamo vedere. Visitiamo quindi la stanza delle mappe, bellissima, quella delle statue, altre stanze finemente decorate, le stanze di Raffaello e la cappella Sistina, gremita di gente ma di grande fascino. È la prima volta che la vedo ed è veramente impressionante! Fu costruita tra il 1475 e il 1481 da papa Sisto IV (da cui prese il nome) ed è la sede del conclave. Si devono a Michelangelo Buonarroti gli impressionanti affreschi sulla volta e del Giudizio Universale. Sulla altre pareti, affreschi di altrettanta bellezza per opera di altri grandi nomi del passato, come Botticelli, il Perugino, Signorelli, etc…
Lasciata la stupenda ma altrettanto affollata cappella Sistina, visitiamo ancora alcune stanze del museo per poi abbandonare la nostra visita.
Il Castel Sant’Angelo detto anche Mausoleo di Adriano perché qui vi costruì il suo mausoleo funebre; ha nel corso degli anni subito radicali modifiche fino ad arrivare ad essere quello che possiamo ora visitare. Con la Roma Card paghiamo l’ingresso ridotto ma dobbiamo assistere ad una di quelle scene patetiche per opera di un docente universitario milanese che si lamenta con la cassiera di avere dovuto pagato il biglietto ridotto quando lui doveva entrare gratis... eh si poverino... con il misero stipendio che prendono i docenti universitari bisogna proprio agevolarli in tutto e per tutto! Fatto sta che la cassiera gli ha restituito i soldi altrimenti saremo ancora li tutti in coda!
L’attuale nome del castello è dovuto alla statua dell’Angelo posta sopra l’edificio. Originariamente era una statua in legno, venne poi sostituita da uno di marmo che venne distrutta e sostituita da un altra sempre in marmo ma con le ali di bronzo. Un fulmine che, nel 1497 fece esplodere una polveriera distrusse nuovamente la statua dell’angelo che venne quindi sostituito con una di bronzo destinata a fare una brutta fine.. fu fusa per farne dei cannoni. Insomma… qualcuno ce l’ha con questa statua, visto che non si riesce a farla troneggiare da questo castello senza che gli capiti qualcosa?
Tanto per concludere la saga della Statua a questo punto una nuova statua di marmo con le ali di bronzo fu rimessa al suo posto, Questa statua però, attualmente, si trova nel Cortile dell’Angelo… e quindi? L’attuale statua è un angelo di bronzo di Pierre Van Verschaffelt, che ha già subito delle restaurazione… Ma… vediamo finché dura visti i precedenti…
Nelle prigioni di Castel Sant’Angelo vi furono imprigionati personaggio celebri come Benvenuto Cellini che riuscì anche ad evadere, Giordano Bruno, il Cagliostro o la giovane Beatrice Cenci che venne condannata a morte.
Lasciato il castel Sant’Angelo passeggiamo lungo il Tevere fino al Ponte Umberto I dinnanzi al palazzo di giustizia.
Avevo sentito al telegiornale che si lamentavano per l’eccessiva presenza di bancarelle e dehor su piazza Navona. Effettivamente la piazza è gremita di bancarelle e quasi non si riesce a vedere nulla. Ci sono le immancabili bancherelle di dolci e per l’Epifania.. insomma è molto caratteristico ma è anche molto affollato, fin troppo. Si fatica quasi a catturare la bellezza di questa piazza e quello di cui si compone. Ci comperiamo una bella ciambella ricoperta di Nutella tanto per fare uno spuntino! Tutti gli anni i telegiornali ci propinano il solito servizio dedicato alla "Befana di piazza Navona”, effettivamente è particolare.
Originariamente, al tempo dell’antica Roma, Piazza Navona, era lo stadio di Domiziano dove si tenevano le gare di atletica e infatti la sua forma lo testimonia.
Poco lontano palazzo Madama, sede, dal quattrocento, del Senato. Ora ovviamente è la sede del Senato della Repubblica Italiana.
Sono curiosa di vedere Campo dei Fiori ma è una grande delusione. Gli ultimi ambulanti stanno finendo di smontare le bancherelle, quello che resta di un colorato e vivace mercato è solo più una piazza disseminata di immondizia… poco poetico.
Fino al quattrocento questa piazza non esisteva, al suo posto vi era un bel prato fiorito (questo si che era poetico) da qui il suo nome, anche se la leggenda vuole che il suo nome si debba ad una donna, una certa Flora che fu amata da Pompeo.
Tanto per restare in tema di curiosità Campo de' Fiori è l'unica piazza storica di Roma dove non si affaccia nessuna chiesa.
Poco lontano palazzo Farnese domina l’omonima piazza.
Riprendiamo la nostra strada, un po’ delusi per questa visione da mercato poco poetica e ci ritroviamo in largo Torre Argentina dove c’è un’Area Sacra. Ci sono infatti i resti di quattro templi dell’antica Roma, la mia guida non fa nessun accenno a quest’area.. sigh.. se la sono dimenticata!
Il Pantheon detto anche il tempio di tutti gli dei è anch’esso un edificio appartenente al glorioso passato di Roma Antica. Venne edificato come tempio dedicato a tutte le divinità dell'Olimpo e ogni volta che penso alle divinità dell’Olimpo mi viene sempre in mente il cartone animato di Pollon e la trasposizione poco seria che ne hanno fatta di questi Dei. Veramente divertente!
Fu costruito in epoca romana e successivamente la sua conversione in chiesta cristiana, con il nome di Santa Maria ad Martyres, fu anche la sua fortuna, perché questo gli ha permesso di arrivare integro fino ad ora e non subire, come è invece successo a tanti altri monumenti, i saccheggi che in epoca classica vennero operati dai papi per costruire i loro palazzi. Insomma tolgo di qui metto di li.. da che mondo e paese la brutta abitudine di appropriarsi di cosa serve andando a fregarlo da un'altra parte è sempre in voga!
Oggi la facciata del Pantheon è in ristrutturazione. Gli interni sono molto particolari e la cupola con i suoi 43 e poco più metri di diametro e il suo soffitto a cassettoni è veramente impressionante.
Palazzo Montecitorio è la sede della Camera dei Deputati, luogo dove ogni giorno (si fa per dire) i rappresentati dei cittadini decidono le sorti del paese, questo in teoria, in pratica si fanno i propri interessi a discapito di tutti gli altri.
Con l’Unità d’Italia serviva una sede per la camera dei deputati che fare? Se ne espropria uno e tanti saluti, problema risolto! Una piccola ristrutturazione e il 27 novembre 1871 venne inaugurata l’aula dell’Assemblea dove ancor oggi i politici riescono a dare il meglio (e peggio) di se stessi!
Palazzo Chigi è invece la sede del governo dal 1961 e anche la residenza del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ometto qualsiasi commento perché potrei sfoggiare un ampio vocabolario colorito da far rizzare i capelli al più rude tra gli scaricatori di porto.
La nostra intensa giornata sta volgendo al termine, il sole piano piano si sta ritirando e il buio sta iniziando ad avvolgere ogni cosa. Visto che siamo nei paraggi (più o meno) decidiamo di andare fino in Piazza di Spagna dove ci sediamo un attimo vicino alla fontana a goderci quello che resta di questo giorno. Pensavo di godermi la scalinata di Trinità dei Monti illuminata e invece non è nulla di che.
Piazza di Spagna con la scalinata di Trinità dei Monti è, non ha torto, una delle piazze più famose di Roma. Tanto per curiosità deve il suo nome al palazzo di Spagna, sede dell’ambasciata Spagnola, appunto.
Rimaniamo a goderci il calare della sera su questa piazza, come tanti altri turisti, e solo più tardi prenderemo la metropolitana per rientrare in albergo. Un altro giorno è finito…

Giovedì 6 gennaio 
Le cose da vedere e da fare sono ancora molte e noi abbiamo solo più oggi, e nemmeno tutto visto che abbiamo in impegno per pranzo. Beh, faremo una scelta, qualcosa bisogna pur lasciare da parte per la prossima volta, no?
Prendiamo subito la metropolitana e scendiamo a Piazza del Popolo, è ancora presto ed è tutto deserto.
Piazza del Popolo, leggo sulla mia guida, è una delle più celebri piazze di Roma, insomma tutte celebri ste piazze, cosa stiamo a ripeterlo ogni volta!
La piazza si apre ai piedi del Pincio (altro colle di Roma) e oggi un isola pedonale dove sono spesso ospitati eventi di natura diversa, comprese le manifestazioni, per la sua capacità di ospitare fino a 65.000 persone.
Sulla piazza si affacciano anche quelle che sono definite le due chiese gemelle, ossia Santa Maria in Montesanto e Santa Maria dei Miracoli.
Proseguiamo poi in direzione di Piazza di Spagna, per vederla con la luce del sole, e abbiamo modo di constatare che oggi è proprio il primo giorno dei saldi. Ce ne accorgiamo perché davanti a molti negozi, ancora chiusi, si è già formata una lunga coda di gente in attesa di fare spese. Come si dice… la lenta macchina dei saldi si sta avviando. Però di fare la coda pure per entrare in un negozio mi sembra un po’ troppo.. magari poi per uscire a mani vuote; ore di coda solo per vedere e scoprire che non c’è nulla che serve, ma forse in questi frangenti la gente presa dalla mania dei saldi compera anche se non ne ha bisogno solo perché ‘è in saldo’. Ciò fa la fortuna dei negozianti!
Al centro della piazza si trova la fontana della Barcaccia scolpita dai Bernini (padre e figlio).
Stamattina saliamo anche la Santissima Gradinata di Trinità dei Monti composta di 135 gradini per goderci così la vista dei tetti della città e vedere gli interni della chiesa di Trinità dei Monti. La scalinata fu costruita in occasione del Giubileo del 1725 per collegare l’ambasciata borbonica di spagnola alla chiesta, così non dovevano fare il giro!
Ci spostiamo in piazza Barberini dove c’è la fontana del Tritone, opera di Gian Lorenzo Bernini. Poco distante troviamo l’incrocio con le Quattro fontane. Mi aspettavo un incrocio molto più grande.
E cammina e cammina e arriviamo nella trafficatissima Piazza della Repubblica conosciuta fino alla fine degli anni cinquanta come piazza Esedra. Siamo a due passi dalla stazione Termini e di fronte alle terme di Diocleziano.
Su piazza della Repubblica si affaccia anche una chiesa romana che dalla facciata sembra promettere poco… Si tratta della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. L’interno è uno spettacolo. Strabiliante! È in corso la funzione e il suono dell’immenso organo (straordinario!) riempie tutta la chiesa. È unica, impressionante… merita la visita!
Passiamo davanti al Teatro dell’opera, niente da segnalare e al Palazzo delle Esposizioni dopo di che decidiamo di andare a cercare la Domus Aurea. Strada facendo ci fermiamo nella Basilica di San Pietro in Vincoli detta anche basilica Eudossiana, nome che deriva dal nome della sua fondatrice, ossia l’imperatrice romana Licinina Eudossia. Rispetto ad altre chiese che abbiamo visto questa non ha niente di rilevante se non la presenza della bellissima statua del Mosè di Michelangelo, che la rende unica.
E ora dritti verso la Domus Aurea… una parola… Cerca che cerca, alla fine riusciamo a trovare l’ingresso per scoprire che è chiuso per ristrutturazioni. Peccato ci era stato descritto come qualcosa di veramente unico e bello. Sarà per la prossima volta sperando che le ristrutturazioni non durino secoli come spesso avviene in Italia.
Interrompiamo la giornata del turista per andare a pranzo da mia zia. Dopo pranzo invece di rientrare in centro con il tram fatte due fermate optiamo per proseguire a piedi, abbiamo mangiato troppo dobbiamo smaltire un po’!
Scendiamo quindi in piazza di Porta Maggiore e proseguiamo a piedi verso la cattedrale di San Giovanni in Laterano. Veramente spettacolare! Gli interni sono impressionanti, anche questa non è da tralasciare. Il suo nome per esteso occupa tre righe… E’ anche chiamata l’Arcibasilica Laterana o Lateranense, ed è la cattedrale della diocesi di Roma. Spettacolare l’abside e gli affreschi sulle volte.
Da qui ci spostiamo, sempre a piedi, verso le terme di Caracalla che ahimè sono già chiuse. Eh ma che orario ridotto! Così ci dobbiamo accontentare della vista da fuori. Peccato!
Le terme di Caracalla o Antoniniane sono uno dei più bei e meglio conservati esempi di terme dell’epoca imperiale. Furono volute dall’imperatore Caracalla, da qui il nome.
Visto che siamo nei paraggi passiamo a Villa Celimontana ed il suo parco, alla chiesa di San Gregorio Magli e a quella dei Santi Giovanni e Paolo, dove un bel gattone gironzola sotto li porticato e il sacrestano o chi per esso tenta di farlo scappare con una scopa. Una foto anche all’arco di Arabella e… decidiamo di salutare Roma nello stesso posto da dove abbiamo incominciato a conoscerla, dal Colosseo. I suoi cancelli sono ormai chiusi ma la gente che passeggia fuori e si attarda seduta sui muretti e ancora tanta. L’immagine della sera che con il buio avvolge il Colosseo illuminato è una bel ricordo con cui salutare questa città
Così ci fermiamo anche noi a goderci gli ultimi frammenti di questa splendida città eterna.

Venerdì 7 gennaio 
Fatta colazione, sistemiamo tutta la nostra roba e ci rechiamo alla stazione. Giusto il tempo per gli ultimi acquisti e alle 9.33 lasciamo la capitale diretti verso casa. Roma è piaciuta molto anche Marco, per me è una delle più belle città che ci sono al mondo. Qualche giorno in più sarebbero di certo servito per correre un po’ meno e vedere più cose, ma come ho detto all’inizio Roma non è lontana e tornarci, magari quando avranno riaperto la Domus Aurea, è sicuramente possibile, anzi… auspicabile! Di cose da vedere ne abbiamo ancora, le terme di Caracolla, la via Appia Antica e anche Trastevere, solo per citarne alcune… insomma dobbiamo tornare!

 

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