Hurgada

Riferito a settembre 2000, secco e sempre ventilato (a Hurgada)
Temperatura: dai 36 ai 40 gradi; a Luxor la temperatura era di 50-52 gradi in totale assenza di vento.Abiti leggeri e freschi: magliette, pantaloncini corti, maschera e boccaglio (vengono comunque affittati ovunque spendendo circa 12-20 pund al giorno, cioè 7.000-12.000Lire), indispensabili per vedere le meraviglie dell'"Acquario di Allah" (fondali, barriera corallina, pesci del Mar Rosso).
Premunirsi portando medicinali contro la diarrea (Imodium compresse - fialoidi per equilibrare la flora intestinale), antispasmica colica (confetti) per eventuali coliche dovute a bevande fredde.
Portare anche una cinquantina di penne biro, molto richieste dai bambini che in continuazione e dovunque chiedono qualcosa. Gli adulti, invece, vogliono continuamente, insistentemente e prepotentemente vendere qualcosa.LUXOR
E' una delle escursioni a pagamento (circa L.200.000 a persona) più offerte dai tour operators.
In viaggio per Luxor. Sveglia alle 5 della mattina, colazione in albergo e partenza con pullman gran turismo per Luxor, che dista circa 280km. Il trenino dei pullman (70 circa) è scortato dalla polizia (non c'è pericolo, è tutta scena). Prima sosta dopo 1/2 ora per vedere il sole che nasce, spettacolo stupendo: come se ubbidisse ad un comando elettrico il sole spunta dalla collina in un batter d'occhio e inonda con i suoi raggi il pietrisco del deserto.
Seconda sosta dopo due ore ad un "autogrill" (speriamo che Pavesi o Motta non si offendano) per uno snack o per fare i propri bisogni. Continua il viaggio e sonnecchiando si può gustare il paesaggio tutto uguale fatto di pietre e sabbia per 200km. La strada è in buone condizioni. A 80km da Luxor si cominciano a vedere canali irriguia lato della strada. La presenza del "dio" Nilo con le sue benefiche diramazioni si nota ovunque: paesotti sparsi con case fatiscenti (alcune, dice la guida, costruite con l'ausilio di sterco di cammello), campi di mais, campi enormi di canna da zucchero e campi coltivati a verdure. Asinelli smunti e macilenti si notano dappertutto.
Intanto la guida parla della civiltà egizia di 7.000 anni fa fino alle abitudini, usi e costumi degli egiziani dei tempi moderni. La "carrellata" di nozioni è talmente ricca di perticolari che dura tutto il viaggio (circa 4 ore).
Stiamo arrivando a Luxor e ci prepariamo a scendere con la nostra preziosa borsa termica contenente 6 litri d'acqua e con la fedele telecamera. Una marea di gente pullula intorno al pullman. Ci avviamo al tempio di Karnak, la temperatura è attorno ai 50° in totale assenza di vento. Molte comitive di tutto il mondo si addentrano con noi fra le 130 colonne e gli obelischi. La maestosità di queste ciclopiche colonne e la bellezza dei vari ruderi ed obelischi si mescolano con le parole della guida e la voglia di sgattaiolare a cercare una zona d'ombra; l'aria è stagnante, sembra che ai polmoni manchi qualcosa per poter funzionare appieno.
Per molti la ricerca di una zona d'ombra supera la voglia di ascoltare la guida, una ragazza si sente male. Ci rechiamo al "Laghetto della fertilità", dove le donne si immergevano per avere da un certo dio la capacità di procreare, poi ci pensavano i sacerdoti del tempio....
Ammiriamo una stupenda sequenza di sfingi e una marea di geroglifici che, secondo la guida, a tutto danno una spiegazione. Dopo circa un'ora si torna al fresco forzato del pullman e a tutti viene data una bottiglia di acqua fresca (meno male). Ci rechiamo all'Istituto papirologico di Luxor, dribblando come abili calciatori le varie persone di ogni età che vogliono, come al solito, vendere qualcosa. Il locale è bellissimo e climatizzato. Un addetto ci spiega la tecnica, vecchi di millenni, con cui gli antichi egizi riuscivano dal gambo del papiro ad ottenere il materiale per stampare scene epiche o gesta dei faraoni. Ci sono affissi alla pareti papiri di ogni dimensione (e di ogni prezzo).
Si torna la pullman per il pranzo in un labergo a 5 stelle di un lusso esagerato. Al pomeriggio è prevista la visita alla Valle dei re, distante una ventina di km oltre il Nilo.

VALLE DEI RE
L'aria è ancora più pesante. Si suda ed i 50/52 gradi fanno piegare le gambe. Prendiamo un trenino (sembra quello dei puffi) che ci porta, sotto il sole cocente, in prossimità dell'apertura delle tombe dei re. Non si può usare il flash della macchina fotografica e se si vuole filmare bisogna pagare (circa L.40.000). La bellezza dei geroglifici che, parete per parete, tappezzano tutto l'ingresso della galleria fino alla tomba vera e propria, è indescrivibile. Non sembra vero che la bellezza dei colori ed i tratti netti e precisi abbiano potuto resistere alla sfida del tempo. Mi soffermo a pensare a quante centinaia )o migliaia) di persone abbiano contribuito con il loro lavoro a realizzare queste tombe veramente faraoniche (e quante ne saranno morte?)
La cosa più bella e curiosa ce la dice la guida: sono state localizzate (per certo) un'altra ventina di tombe di faraoni ma, di proposito, non sono state ancora aperte. Nei prossimi secoli il governo egiziano provvederà ad aprirle, una alla volta, magari ogni 50/100 anni, per consegnare anche ai posteri una cultura che non tramonta mai e sfida i secoli.
Torniamo alla luce del sole a cercare un po' di ombra; fastidiose piccole mosche ci torturano le braccia sudate, ma da dove verranno?
Si risale sui pullman e si va verso la Valle delle regine.

VALLE DELLE REGINE
Attorno al pullman il solito brulichio di personaggi che vogliono vendere qualcosa. Qualcuno, capita la nostra provenienza, prova, per attirare l'attenzione ed attaccar bottone, a gridare i nomi di Tomba e Baggio, ma il lor tentativo fallisce miseramente.
Il tempio della regina Aschepschut (si scrive così?) si staglia imponente alla fine di un'interminabile scalinata che domina la valle (a me ed a tanti altri è sembrata un Calvario). Ci fermiamo finalmente all'ombra e la guida ci racconta tutti le "trame" che anche allora perpetravano i potenti per governare.
Si torna al pullman, che ci porta all'ultima tappa del viaggio: dopo essere stati traghettati al di là del Nilo da imbarcazioni fatiscneti si approda al tempio di Luxor: "nuove" costruzioni e templi maestosi e "nuove" storie di guerre e di potere.
Verso l'imbrunire si ritorna verso Hurgada e per quasi tutti i 280km divetano un buon pertesto per sonnecchiare. L'unico disturbo sono le frenate e le evoluzioni che l'autista ci propina durante tutto il viaggio.
Si arriva all'hotel verso mezzanotte, il ristorante ci aspetta ma molti preferiscono andare a dormire: è stata una giornata intensa ed indimenticabile, ma forse sarebbe stato meglio se si fosse svolto in un paio di giorni.

ISOLA DI MAHMEYA (GIFTUN)
Tutto si svolge in giornata dalle 8 del mattino. Dopo un breve trasferimento al porto ed un traversata in battello di circa 40 minuti si arriva ad un km dall'isola. A causa della poca profondità dell'acqua veniamo "sbarcati" da apposite barchette che fanno la spola dal battello alla riva.
La spiaggia è stupenda e piccoli granchietti bianchi cartilaginei ci accompagnano al posto di ritrovo. Qui il cemento no esiste, ristorante ed ombrelloni sono tutti in legno, pagliericci di palme fanno da tetto agli ombrelloni.
Ci danno (tutto incluso) pinne, maschera e boccaglio e poi via, nel mare cristallino a vedere la bellezza delle innumerevoli specie di pesci che abitano queste acque.
Nell'acqua si perde la cgnizione del tempo; è tutto così irreale, fantastico e vero questo "Acquario di Allah": le forme, i colori, la varietà dei pesci sembrano usciti da un documentario.
Dopo un buon pranzo sotto capanne di pagliericcio si torna la battello per un'altra "botta di vita": la visita ad un atollo corallino distante un paio di kilometri, dove ci si può tuffare in un fondale di circa 20-30 metri.
I commenti si sprecano, gli entusiasmi sono alle stelle, e le murene avvistate da qualche fortunato "sub" assumono dimensioni da ... 20.00 leghe sotto i mari.
Alle 5 pomeridiane si fa ritorno in albergo.
Altre cose da vedere: Hurgada di notte, Rally safari, nel deserto, ospiti dei beduini, in contemplazione estatica della "volta" stellata nel massimo silenzio.Abbiamo alloggiato all'Iberotel Arabella Club, stupenda costruzione in stile moresco (tetto a cupola), 2 piscine megagalattiche (con acqua dolce e di mare), 2 ristoranti; negozi interni privati dove si possono acquistare tutti i prodotti tipici della zona: salviette in cotone, magliette, salviettoni (costo medio L.20.000), di vero cotone egiziano (il mogliore del mondo), ninnoli in argento, scarabei di metallo pregiato, "papiri" di ogni dimensione, gioielli in oro veramente belli e a buon prezzo, sfingi in onice, piramidi di vari materiali di pietra dura, the kharkadè (color rosso vivo) molto dissetante, spezie, profumi e... scopritelo da voi!
Ovviamente il complesso è provvisto di aria condizionata (regolabile) in tutte le stanze, ed anche nei due ristoranti il fresco (freddo) vi accompagna durante il pranzo.
Il complesso è fuori da Hurgada di circa 3km. Sentinelle vigilano giorno e notte sulla tranquillità del turista (comunque non esiste nessun pericolo, è solo per fare un po' di scena). Appena fuori dal complesso c'è un ospedale iperbarico, per i "sub" più sfortunati.
L'intrattenimento da parte dei ragazzi del "Blu Club" (tutti italiani) è vario, coinvolgente e divertente; l'animazione serale sempre diversa con parodie e gare canore ti coinvolge fino a tardi, mentre già dal mattino, in spiaggia, i ragazzi dell'animazione propongono varie ed interessanti iniziative: ginnastica aerobica, pallavolo, freccette e soprattutto snorkelling. Insomma, ce n'è per tutti i gusti e tutte le età.
I bambini sono coinvolti da giochi appositamente preparati per loro da mezza mattina fino a sera: di loro si occupano tutto il giorno diverse ragazze che poi li riconsegnanoverso sera ai genitori.
Bouganvillee di ogni colore, palme, datteri, ficus e benjaminus e una marea di esemplari della flora egiziana si sprecano in ogni angolo del complesso. Vi è pure un cortile interno, a cielo aperto, con piante rampicanti che fanno da tappezzeria: tutto ciò rende molto particolare il passaggio dal bar interno all'Ufficio cambi (attivo quasi tutto il giorno).
Non c'è che dire: il complesso merita veramente l'attenzione dei difficili gusti degli italiani.A detta degli operatori turistici che vivono ad Hurgada, la pioggia è un fenomeno inesistente: sommando le ora di pioggia in un anno piove all'incirca per un giorno!
Per irrigare le piante ornamentali ed i magnifici parchi dell'hotel usano l'acqua desalinizzata.