Estate in Finlandia: consigli, sogni, ricordi

Due settimane fra natura magnifica, città accoglienti e villaggi “in capo al mondo”

PREPARAZIONE DEL VIAGGIO
La preparazione è stata piuttosto elaborata. Prima di tutto sono state acquistate tre guide, Touring Club, Routard, Lonely Planet. Ho anche indagato su www.cisonostato.it, ci mancherebbe altro!
E’ molto utile possedere e portarsi dietro tutte e tre queste guide. Il Touring dà un’indicazione chiarissima sulla piantina delle cose più importanti da vedere. Su questa traccia si fa una prima sintesi delle due settimane. Poi, si scende più nel dettaglio con la stessa guida e con le altre due. Queste, specie la Lonely Planet, sono indispensabili per i ristoranti, qualche alloggio e per le cose più curiose.
Persone: due cinquantenni e un loro figlio di 17anni
Budget: attenzione ai soldi ma mai sotto una certa soglia
Tempo: 16 giorni: dal 5 al 20 luglio 2008
Interessi: Cultura, storia, religioni, naturaNei giorni indicati non è quasi mai piovuto, di giorno non è mai occorso un golf, quasi mai occorrevano pantaloni lunghi, calzini, scarponi. Tuttavia, si possono portare dall’Italia miniombrelli, o comprarli per 5-6 euro là. Utili k-way, magari anche solo per il vento.Prima di partire portatevi dietro le solite medicine, non di più, ma ricordatevi che le farmacie, come tutto, là chiudono verso le 17-18. Due cellulari o due schede sono meglio di uno solo, non comprate schede dall’Italia fornite da gestori tipo Expedia, armatevi di pazienza per sopportare le zanzare e di un navigatore tipo TOM TOM (costa molto prenderlo con l’auto a noleggio: funziona perfettamente quello portato dall’Italia).Finite queste chiacchiere spicce, la domanda è: cosa vi aspettavate dalla Finlandia?
Tre città, qualche raro paese, monasteri sparsi ai confini con la Russia, paesaggi deserti, infinità di laghi e boschi, luce a mezzanotte. E’ stato tutto mantenuto. I momenti più intensi sono stati quasi certamente fuori dalle città, pur belle che siano, in particolare alcune viste sui laghi, presenze russo-ortodosse nella cultura careliana (la regione orientale). Spettacolari gite in battello e qualche girata in macchina in luoghi sperdutissimi.

PRIMO GIORNO
Arrivo ad HELSINKI come descritto prima, alle 4 in città, taxi, arrivo all’Ostello. L’unico con camere libere (bisogna prenotare con buon anticipo) è nella via Lonnrot, l’autore dell’epico ciclo nazionale del Kalevala. In una città grigia e appena pioviscolosa, l’impatto è subito pessimo. La guida non ci dice chiaramente che il miniappartamento da noi scelto per risparmiare ed avere il bagno è lontano circa 1 km., il sito nemmeno. L’accoglienza in loco è trogloditica, il portiere non spiccica una sola parola di inglese, ci mette in mano una chiave e un fogliolino che ci dice dove è l’appartamento. Non si capisce che non è a due passi, per errore non chiamiamo il taxi. Il peggio deve ancora venire: ad Helsinki la numerazione degli indirizzi è stravagante, così si arriva ad un numero 6H di cui non troviamo traccia. Sconcerto, rabbia, stizza. Finalmente, dentro una squallida corte si entra, si apre una porta, con la stessa chiave si apre il nostro personale portoncino. La sera scopriremo che con la stessa chiave si apre anche il cancello. Insomma: con una chiave, da fuori, si entra in tutte le camere del palazzo. Non si vede in giro gente, l’unica persona è chiaramente un emarginato. La camera però non è brutta, c’è la cucina, c’è un bagno, si dura fatica a capire come dobbiamo farci i letti. Come Dio vuole, si esce, non senza esserci portati dietro soldi, navigatore, cellulari, macchina fotografica. La prima impressione non è buona. Un ostello in una capitale forse non è la cosa migliore. Altrove ne vedremo di eccelsi.
Il resto del pomeriggio passa molto bene. Il pomeriggio è per noi molto lungo, ed altrettanto la sera: infatti fa buio straordinariamente tardi. Così possiamo girare nella zona vicina ai grandi viali, iniziamo a conoscere il centro-che-più-centro-nonsi- può, si apprezzano grandi viali, magazzini aperti, giardinetti deserti, chiese grandi e solenni. A dispetto della scelta che ci aveva fatto propendere per l’ostello con cucina, non è affatto vero che i ristoranti sono cari. Per nulla. A meno di non buttarsi in un menu Careliano (si viaggia sopra i 50 euro) in pienissimo centro, sotto la celebre chiesa Uspenski si cena con 10 euro a persona.
Aver trovato dove si cena, anche alle otto di sera, ci permette di fare questo primo giro di grande emozione: la chiesa di Uspenky, tipicamente russa, è emozionante, su un colle davanti al porto: la vista del mare è bella, la grande passeggiata in un viale alberato riempie di allegria. Si capisce che il boulevard (Esplanadi) è il centro del ritrovo, si apprezza di avere l’alloggio così vicino, si sente un fresco che non è freddo, si vede il sole venire e sparire infinite volte. Si capisce di essere veramente a nord, molto più che a Copenhagen, ma non ancora come nelle Faer Oer viste due anni fa. La luce sempre alta uguale, il sole che non vuole tramontare, le ombre lunghe, le birrerie, i ristoranti aperti, i locali pieni di gente dentro e fuori - l’aria è quasi latina. La notte dormiamo tranquilli, internamente alla porta c’è un paletto.

SECONDO GIORNO
Non abbiamo niente da mangiare, in effetti casa nostra è un miniappartamento per cucinarci, così andiamo in cerca di bar. Ad Helsinki non è come da noi, quindi non troviamo nulla prima della Esplanade. In realtà ci sarebbe pure qualche pub, ma danno solo pizze ed hamburger. Nella grande piazza centralissima (piazza del Mercato, Kauppatori) c’è però un ottimo bar – ristorante, con tutte le paste come in Italia. Risolviamo quindi così i nostri problemi di briosce e cappuccini. A pancia piena prendiamo quindi il traghetto per SUOMENLINNA, l’isola fortificata davanti Helsinki. Il battello ci arriva in una decina di minuti e con un euro.
L’isola è pressoché deserta, è ancora mattina presto, si può girare con grande piacere. Fortificazioni, atelier, mura, giardini, negozi di alimentari, è una cittadina. L’aria è molto silenziosa, belle le viste della città, le spiagge. Continuando nella mattinata, l’isola comincia ad animarsi, così si incontra gente per le mura, si fa una bella grande strada non asfaltata che incrocia un’ottima pizzeria. Il tempo si fa brutto, comincia a pioviscolare, qualcuno si rannicchia sotto grotte naturali e sotto gli spalti. Ma dura poco. Possiamo completare così il giro, vedere un latro porticciolo e all’inizio del pomeriggio ritorniamo in città. In definitiva, Suomenlinna è carina, ma niente di più, è un pezzo di storia finlandese, con piccoli musei locali, barrini, un’aria felicemente domenicale - tra l’altro è veramente domenica.
Il pomeriggio lo dedichiamo al silenzioso quartiere di KATANAJOKKA, promontorio nella Helsinki ovest. Stranissimo. Da noi si direbbe art déco, liberty, floreale, art nouveau, trovate voi le parole, è il loro stile romantico nazionale, dell’inizio del secolo scorso. Palazzi alti e monumentali decorati in maniera fantasiosa, colori bizzarri che ricordano in uno stile sincretico il nostro tardo ottocento. E’ però uno stile loro originale. Inutile dire che si tratta di un quartiere decisamente ricco, fatto di ville con bei balconi, torrette. Nonostante siamo a due passi dalla kauppatori e dalla chiesa di Uspenski, le vie sono pressoché deserte. L’idea è di grande tranquillità, non si ha paura, il sole, tanto, è sempre alto.
Il resto del pomeriggio lo passiamo girando il centro della città. Tra le cose più importanti, la stazione, degna di nota, le chiese di Michele Agricola e di San Giovanni, ma, più che altro, il Duomo nella piazza del Senato. Monumento importante, è di grandissimo impatto visivo. Una grande scalinata, la mole neoclassica e luminosissima in un cielo terso. La piazza è la cosa più bella della città, la chiesa è aperta per concerti fino a mezzanotte. Nelle strade intorno, altri bei palazzi ottocenteschi. Tutti questi giri, in fondo, portano al massimo ad un chilometro dalla Kauppatori. Non riusciamo ad andare in un locale noto ai metallari perché tutti i biglietti sono stati comprati. Peccato! Era vicinissimo casa nostra ed il gruppo importante. Però possiamo stare in due piazze e vedere e sentire musicisti che suonano nei ristoranti all’aperto.

TERZO GIORNO
DINTORNI E PERIFERIA DI HELSINKI
Giornata di passeggiate strane, Iniziamo con la chiesa di Tenppeliaukion, stupefacente edificio ultramoderno. Mozzafiato, muro di pietre, acqua dappertutto, un’esperienza stranissima. Ne vedremo, di chiese ultramoderne, delle altre, non meno sorprendenti, ma forse questa è davvero la più strana di tutte. Proseguiamo poi nella zona nord della città, così da vedere Toolon Kirkko ed il particolare l’originale giardino con le strane sculture dedicate al musicista nazionale Sibelius. Degno di nota, sempre in zona, è l’Olimpiastadion, utilizzato per le grandi olimpiadi di Helsinki nel 1952. L’impressione è che non sia stato poi un granché rinnovato da allora: un’esperienza può essere salire sull’ascensore, evidentemente malmesso, ma – si spera- solo nei rivestimenti. Confidiamo negli ingranaggi. La vista dalla torre è piuttosto bella, si vedono tutti i laghi dalla parte nord della città – ma onestamente non è un granché. E’ proprio la zona nuova, quel che interessa è più che altro il rapporto tra acqua e terra.
Giriamo un po’ con il bus numero 3 t, che la guida asserisce essere veramente panoramico. Realmente passa per tutti i luoghi storici della città, ma chissà se valeva la pena montare su un bus turistico, di quelli rossi, aperti. Questo trammino se ne va tranquillo tranquillo per il centro e ci permette, almeno, di riposarci un po’ rivedendo senza lacuna fatica e con un biglietto da una corsa la città. 50 minuti di tranquillità.
Nessun museo, in Helsinki città: il caso per noi è del tutto straordinario. Ci permettiamo invece di girare ancora bene il centro, il pomeriggio, di vedere l’antica Vanha kirkko, il monumento a Lonnrot l’autore del Kalevala, bei giardini splendidamente curati, begli specchi d’acqua. Riusciamo a mangiare in piazza stazione, a un ristorante messicano, che scopriremo far parte di un catena.

QUARTO GIORNO
Questo giorno è diviso in due: la mattina vedere le case degli artisti nella via del lago. Il pomeriggio è previsto l’arrivo a TAMPERE.
Anche qui la base è la guida Touring. Andiamo quindi a vedere l’incredibile cottage dello scrittore nazionale Aleksis Kivi, la dimora sul lago del pittore Pekka Halonen, a casa di Ainola SIbelius, con la tomba dello stesso Sibelius. Tre luoghi incantati tutti e tre, da non perdere. Ci sono altre cose, come il Lotta Museum, ma occorre arrivare a Tampere e cercare di vedere un po’ della città.
Mangiamo in un autogrill serf service (prezzi stracciati) sull’autostrada per Tampere. Il tempo peggiora un po’, ma diventa splendente all’arrivo a Tampere, città industriale, sviluppatasi tutta da fine Settecento intorno alla fabbrica di tessuti della famiglia Finlayson. Questi scozzesi portarono l’energia elettrica approfittando di un salto delle rapide Tammerkoski. La cittadina all’inizio si presenta sciatta. L’albergo, appena fuori dalla stazione, buono, in vece di un ostello, più economico ma privo di bagno in camera. Il vialone all’inizio è di scarso interesse, finché non si traversa il fiume e si arriva nella piazza traboccante di gente. C’è anche qui un bell’edificio, la Vecchia chiesa, in stile inizio ottocento, romantico-nazionale, bianca, elegante. Le chiese sono spesso bianche e fatte con molto legno, sia dentro e che fuori l’edificio stesso. La città a quel punto diventa allegra, si dimentica quasi l’aspetto industriale e si cammina per i viali. E’ degno di interesse, e non di poco, il museo dedicato a Lenin. Si scopre così che Lenin dette l’indipendenza alla Finlandia, indipendenza che fu immediatamente messa a dura prova dalla guerra civile che scoppiò tra fautori del capitalismo e fautori del comunismo. Piccolo museo, ma interessantissimo.
Il tardo pomeriggio si va a vedere la grande torre panoramica, con tanto di parco giochi. Quest’ultimo non ha davvero nulla di particolare, soliti giochi come si vedono in tutta Europa. La torre invece può piacere, è realmente a 360 gradi, molto ampia, la vista che si gode è molto superiore quella dello stadio di Helsinki. Vale senz’altro salirci, per quanto sia cara, per vedere sotto. Chi vuole può mangiarsi qualche panino. Chi invece vuol tornare in città, fa una passeggiata e torna in centro. La città è poco abitata nei viali ad ovest, ma strapiena sul corso. Sembra un giorno di festa, la luce eccita un po’ tutti. L’albergo ha una sauna, prima divertente esperienza.

QUINTO GIORNO
Si riparte con Tampere, l’idea è andare a Rauma il pomeriggio. La giornata va subito bene. A Tampere si può vedere il museo dei Mumin, i famosi pupazzi protagonisti di strisce e cartoni animati, l’autrice era di qua. Possiamo poi vedere l’incredibile museo dei minatori, Amurin, dove sono conservate decine e decine di case operaie. Vivissimo l’interesse. Bello anche passeggiare intorno alla filatura, veder lo scroscio dell’acqua, apprezzare il rosso dei laterizi.
Assolutamente da vedere la cattedrale, che ha un secolo esatto, con spaventosi inquietanti affreschi. Da non perdere. Un quadro (due bimbi operai che portano in barella un angelo ferito) lo ritroveremo nelle cartoline di tutta la Finlandia. Ma è tutto l’insieme che desta sgomento e paura, pure in uno stile romantico nazionale.
Si riesce a mangiare in una trattoria celtica -di cui troveremo altrove altri esempi- Harald. Nonostante l’aria supermetallara, il cibo è moltissimo, a self service, caldo, freddo, il prezzo ottimo, idem la cortesia.
Il pomeriggio si va a RAUMA vecchia, città un tempo sul mare. E’ un piccolo capolavoro di architettura sei-settecentesca. Pioviscola, e l’aria risulta particolarmente intensa. Piazza centrale assolutamente deserta. Nonostante tutto, c’è un baracchino aperto. Riusciamo però a girare benissimo, senza bagnarci, la cittadina, fatta di case antiche storiche che abbiamo visitato, di un museo locale, e, più che altro, di una bella chiesa, di strade colorate. Tutte le case del centro sono in legno, l’esempio di un’architettura e di una urbanistica mai prima visti. Passeggiamo su questi acciottolati, tra timide pasticcerie e negozietti tipici. Rauma è un ambiente, è una cittadina ferma a tre o quattro secoli fa. E’ stata salvata molte volte dagli incendi, ed è nota per avere dato i natali ad un famoso incontro di esperantisti.
Ritorniamo tutti contenti a Tampere, ma il ristorante Harald è strapieno. Troviamo da mangiar in altro ristorante, apparentemente di lusso, accanto alla piazza principale, ma i prezzi sono ottimi, il cibo pure. Anche un vegetariano come me non ha problemi. La giornata termina passeggiando in città – le dimensioni non sono propriamente microscopiche, è tornato un gran bel sole. Corsa per fare la sauna, alle dieci di sera chiudono.

SESTO GIORNO
Si va a TURKU, seconda città, antica capitale. Si arriva presto, la mattina: siamo ospiti delle suore della cattedrale cattolica. Una è italiana, un’altra è asiatica e parla anch’essa italiano. Oh! Bene! luogo centralissimo e pulitissimo. Si corre subito a vedere il centro.
La città all’inizio pare una Tampere meno industriale, ci sfugge il fatto che sia stata un’antica capitale. Si vede il solito Kauppatori, dove però notevolissima è la cattedrale ortodossa: la presenza russa o in genere ortodossa sarà forte in tutto il viaggio. La città è posta su un colle, così si può apprezzare il duomo, leggermente in alto, l’università, dalla bella facciata fatta da un italiano nell’ottocento, si può anche entrare nell’unico museo archeologico finlandese, Aboa Vetus / Ars Nova. Sono veri e propri scavi della città medievale, la capitale svedese in terra di Finlandia, oltre la galleria di arte moderna. Per i finlandesi deve trattarsi di una cosa straordinaria, per noi qualunque normale cittadina possiede scavi altrettanto significativi. Non è questo, del resto, ciò che si cerca in Finlandia, un arco gotico è tale un po’ dappertutto.
Si riesce anche a vedere il museo delle arti e tradizioni popolari, arrampicato lungo una collina, e giriamo vuoto prima di entrare: ci sono moltissime casette tradizionali, è un villaggio parzialmente ricostruito, fermo al Settecento. Vedremo altre cose del genere in Finlandia, la scarsa arte fa sì che i finlandesi puntino molto sulle loro tradizioni. Tuttavia il luogo è ameno, in un bel boschetto, la visita piacevole, le casette divertenti. E’ molto piacevole, usciti, andare a dare un occhio al Museo d’arte, Taidemuseo, che stranamente è stato mezzo svuotato per una ulteriore mostra sul comunismo. Siamo stanchi ma l’interesse è sempre desto. Finito anche questo, possiamo svagarci lungo il fiume: molto carina è la fila di battelli, trasformati tutti in ristoranti, ormeggiati sul lato sinistro del fiume Aurajoki. Possiamo così tornare alla cattedrale cattolica passando per giardini, piazze, non necessariamente deserte. Non si ha segno di paura o disagio, tutto è allegro e pulito. Questa città è quella dove la presenza svedese è più forte, pare realmente bilingue.

SETTIMO GIORNO
La mattina si corre al castello Turun Linna / Abo Slott, all’estremità della città, in fronte al mare. E’ un castello come si deve. Arriviamo primi, proprio all’apertura, alle nove. E’ per i finnici un vero e proprio monumento nazionale, è un castello con decine e decine di sale, onorevolissimo , con belle viste, affreschi, corridoi, sale etc. pare quasi di essere nell’Europa continentale, si ha una sensazione di familiarità. E’ comunque gigantesco, non finisce più: bisogna vederlo a mente fresca la mattina, sennò può realmente venire un po’ di stanchezza.
Abbiamo visto quindi le tre città, anche questa che è mezza svedese e guarda Stoccolma. Riprendiamo quindi la via verso est per incamminarci nei paesi, più deserti sono e meglio è. Ripassiamo accanto ad Helsinki, sapendo che non potevamo fare un giro diverso visto che Helsinki, Turku e Tampere sono tre angoli di un triangolo equilatero. Andiamo a fiondarci in un delizioso borghetto, di nome PORVOO, ad est di Helsinki.
Il paese è molto carino, posto turistico come può essere un paese delle Cinque Terre. L’urbanistica è un po’ diversa, a dire il vero, ma gli infiniti negozietti danno al paese un’aria molto familiare, anche se altrettanto turistica. SI sta bene, si prende il sole, gli scorci sono deliziosi, le case colorate, tutto il centro è zona blu. Una pausa molto rilassante.
Si punta quindi direttamente a HAMINA, dove andremo a dormire. E’ vicinissima al confine russo. Troviamo facilmente l’albergo pub, dove all’inizio non trovano la registrazione: l’hanno fatta a mio nome, e non a mio cognome! Corriamo subito a vedere il centro, ma sono le sei ed è tutto sbarrato: Il centro consiste in una piazza a stella, una sorta di Palmanova. Luce stranissima, bianca, blu, ma purtroppo ci aggiriamo senza meta in questa sola piazza. Non c’è un cane. Andiamo a vedere i resti della fortezza, dove invece stanno lavorando. Ci fanno spettacoli d’estate. Dispiace essere arrivati un po’ tardi, ma questi sono i rischi di chi viaggia. Andiamo così nei pressi, una passeggiata per vedere la kauppatori. A un barrino c’è qualcosa da mangiare. Un ragazzo che parla bene l’inglese riesce a darci la cena, così ci contentiamo alla luce di un sole che ci batte proprio in faccia. Davanti alla nostra richiesta se è possibile tentare di entrare in Russia in serata, ci dice che per vedere Viborg (vecchia città careliana finlandese) si deve comunque pagare 30 euro procapite, e questo è in teoria fattibile. Siamo però senza guida della città, probabilmente non assicurati con l’auto, e il ragazzo ci dice che in fondo il paesaggio è identico ad Hamina e Viborg non vale poi un granché. Gli chiediamo cos’altro possiamo fare la sera, viene così fuori che si possono vedere dei laghetti giusto accanto la città. Così facciamo. I laghetti sono lieti, pieni di saune, barchette, canoe, grill. Il vento comincia a tirare forte, fa quasi freddo, ma l’aria rimane nel complesso mite, la vista sui laghi bella, si passa il dopocena in questo luogo turistico.

OTTAVO GIORNO
Adesso puntiamo decisamente verso nord. Finora abbiamo scherzato! Dico, ed in effetti siamo rimasti sempre alla stessa latitudine e non abbiamo visto cose molto diverse dalle nostre. Andiamo verso LAPPEENRANTA, che ci dicono essere una bella cittadina. Per circa 20 chilometri verso la frontiera russa troviamo parcheggiate sulla strade centinaia di camion in file ininterrotte. La cosa non ha una apparente spiegazione, chilometri e chilometri di camion fino alla frontiera. A tre chilometri dalla Russia svoltiamo verso nord, in mezzo ai boschi. Qualche gocciolina dal cielo.
Lappeenranta è molto carina. Su un poggio c’è l’antico borgo, con tanto di musei, chiese, e , in fondo, un luogo turistico per eccellenza, un intero villaggio indiano costruito sulla sabbia. Ogni anno cambia il tema. Scattiamo tantissime foto. Per il resto la città bassa offre ancora un piccolo museo ma il più bello è quel che si è detto. Non abbiamo il tempo per una visita guidata ad una antica casa nobiliare perché ci aspetta qualcosa di più significativo più tardi, ormai di casette ne abbiamo già viste.
Puntiamo così diritti a PUNKAHARJU: è nota per due cose: il grandissimo museo forestale di Lusto e le grotte-museo d’arte moderna di Retretti.
Grande corsa per trovare tutto aperto. Cerchiamo subito l’alloggio: qui è una Guesthouse completamente deserta. Non c’è nessuno! Chiamiamo al telefono, in un pessimo inglese un uomo ci dice di fare il giro, entrare di dietro, andare in fondo al corridoio, prendere la chiave ed andare in camera. Detto fatto. Vediamo una piscina coperta, una sauna tutta per noi, una bella camera, la sala per mangiare. Non c’è nessuno.
Abbiamo successo. Lusto è carino, ma niente di più, è un museo nuovissimo, molto didascalico per i ragazzi, ma appare ben poco del mondo delle foreste che tappezzano gran parte della Finlandia. Bello il paesaggio intorno, ma deludenti i pannelli esplicativi, molto bello invece uno scenario panoramico multimediale costruito nel museo. A pochissimi chilometri c’è il celeberrimo Retretti. Lo scenario è stupefacente, grotte dove si scende, adibite a museo d’arte contemporanea. Quel che si è visto non merita neanche una citazione, tanta la noia per il déjà vu all’insegna del trito e ritrito. Scherziamo sul gioco di parole tra ritrito e Retretti.
Riusciamo in paese a trovare un ristorante aperto fino alle 20.30 (udite udite) e mangiamo come meglio ci pare. Sono stupefatti che io chieda loro delle fette di pane. Glielo dico in tutte le lingue che conosco, infine entro in cucina e glielo faccio vedere, nerissimo ed incartato. Per loro è stranissimo mangiare il pane con le altre pietanze. Comunque, ridacchiando sorpresi, mi danno tre fette di pane, quasi certamente di segale.
Il dopocena andiamo fino a SAVONLINNA, famoso castello medievale, forse la cosa più antica che si possa visitare. Non ce l’abbiamo fatta ad arrivarci prima di cena. Il sole è stupendo, il castello sul lago pure, ma non si può entrare: ci danno concerti di musica classica il dopocena. E’ più antico di quello di Turku, è maestoso, cilindrico, la giornata radiosa. La sera torniamo al bed and breakfast, ancora deserto. Ci prepariamo per conto nostro, per la prima volta, la sauna, tutta per noi. Nessuno ha però il coraggio di buttarsi in piscina: si passa dagli 80 ai 12 gradi, nemmeno mio figlio, noto per la resistenza fisica, tenta l’avventura.

NONO GIORNO
Misteriosamente l’indomani l’alloggio si anima, c’è addirittura una decina di persone – eppure la notte non abbiamo sentito venire nessuno. La colazione comincia ad essere molto sul salato, cominciamo a vedersi pesci marinati conditi a colazione. Andiamo subito a vedere la chiesa di KERIMAKI, la più grande chiesa di legno del mondo, e il lago di LINNANSARI, dove facciamo una gita in barca. Rimaniamo alcune ore sull’isola, mangiando, pure io non potendo fare a meno, del pane e del pesce abbrustolito. Possiamo vedere antiche case popolari e non, fare un giro analogo a Suomenlinna, ma molto meno militare e molto più contadino. E’ meta domenicale e non solo, ci stanno bambini piccoli nelle carrozzine, gente che ama il birdwatching, c’è un punto di accoglienza all’inizio, poi tutto è lasciato all’improvvisazione.
In giornata abbiamo da arrivare al monastero di VALAMO, centro ortodosso finlandese. Il viaggio è lungo e, come al solito, viene un po’ d’ansia temendo di torvare tutto chiuso. Alla fine corriamo un po’, sempre molto attenti agli infiniti autovelox piazzati e che spesso (ma non sempre) Tom tom segnala. Pur con fatica, arriviamo a Valamo. Alloggiamo dai monaci nel complesso del monastero. Appena ci danno la chiave, ci precipitiamo a vedere tutto il vedibile: la chiesa, le altre cappelle, gli edifici intorno. Il monastero è stato là trasportato dal lago Ladoga, dove era, nell’estremo est della Carelia, ceduto alla Russia. L’emozione è grande, l’atmosfera lontanissima. Si vede che è centro di spiritualità, ci sono famiglie, singoli, turisti comuni, ma tutto dà un senso di pace. Unico problema è la cena, dato che il bar non fa ristorante come anche a pranzo. Tuttavia dopo le sette riusciamo a trovare qualche avanzo ed a cenare. Compriamo qualcosa al negozio ma non quanto si vorrebbe perché i prezzi non sono modesti.
Dopocena viene un ulteriore pezzo forte: la gita in battello dal monastero, alle 20.45. Esperienza fortissima, incontriamo anche la pioggia battente (che mio figlio ed io decidiamo di accettare per essere più immersi nella natura), la discesa dalle chiuse, la risalita, mille isolotti spersi nel lago. Qui abbiamo scattato foto indimenticabili. Alla fine, alle dieci e mezzo, è tornato il sole, si sta bene.

DECIMO GIORNO
Dopo colazione al monastero, partenza per LINTULA, piccolo monastero femminile nei pressi. Assai grazioso, non ha il pathos di Valamo, ma ci stiamo bene una mezz’ora. Grande tranquillità, appena interrotta dal furgone postale.
Siamo poi andati a JOENNSU. E’ una piacevole cittadina, molto frequentata intorno alla kauppatori, specie in quella settimana in cui era allestito un festival di musica rock, probabilmente metallara a vedere dall’abbigliamento dei ragazzi. Interessante il museo Carelicum, carino girare intorno alla piazza a visitare chiese protestanti ed ortodosse. Gli spazi, però, cominciano a farsi molto più larghi, si capisce che la città ha subito danneggiamenti durante la guerra, si vede che tutto sta intorno alla piazza. Il municipio, assai bello, dello stesso autore della stazione ferroviaria di Helsinki. Riusciamo a mangiare specialità locali in un ristorante tipico, il mercato quel giorno non è però animato come dicono le guide. La città in fondo merita solo le due o tre ore che le abbiamo dedicato.
E’ assai più bello correre ad ILOMANTSI, sperduta cittadina di nuovo ai confini della Russia, ma molto più a nord delle precedenti. Da notare un altro museo all’aperto della vita careliana, una bella chiesa di legno e coi tetti a cuspide come ormai un po’ tutte, che non si riesce più a capire se ortodossa o protestante dalle linee architettoniche (ma solo dai salmi, che vengono scritti su tabelloni nelle chieste riformate). Il paese è carino, anche se non se ne percepiscono bene i contorni, e questo è tipico della Finlandia, nostro figlio non ha neanche capito che si trattava di una città.
Il pezzo forte è poi il campeggio di RUHKARANTA. Arriviamo quasi alle sette, e non c’è nessuno, solo due ospiti. Di nuovo chiamo al telefono, quello arriva, ci dà le lenzuola dell’appartamento, ci facciamo accendere la stufa per la sauna. E’ una casetta tutta per noi, che dà su un lago. La reception dà invece su uno sfondo assai più ampio e largo del lago. Visto che è ancora presto, decidiamo di andare proprio al confine, a MOKKO, antica cittadina mineraria. La sorpresa sta in una manifestazione di teatro dove tutto il paese è riunito: è una storia popolare senz’altro, molto spiritosa a vedere i gesti degli attori e sentire le risate della gente riunita sulle gradinate. Accanto, una nave spiaggiata serve da bar. Compriamo una buona quantità di torte careliane per l’indomani. La nave è semplicemente deliziosa.
Dopo un’altra cena tranquilla in un ristorante ancora aperto, si torna al campeggio, ma non riusciamo ad andare a letto per via dello stupefacente tramonto del sole. Rimaniamo assorti più di un’ora. Poi andiamo a letto, ma a mezzanotte ci rialziamo a vedere il sole rosso, blu, viola, verde, su un lago che somiglia ma è mille volte di più di quello visto nel museo di Lusto. Torniamo a letto ma non ci riesce dormire. Infine verso le due e mezzo ci rialziamo ed eccitatissimi torniamo a vedere l’orizzonte, sempre blu, rosso, nero, viola, indescrivibile.

UNDICESIMO GIORNO
Andiamo a vedere questa KUOPIO, grande centro nel mezzo della Finlandia, ancora però nel centro sud. La città si dimostrerà ben presto una delusione, tutti i laghi intorno ormai si sono visti, in quanto a paesaggio, e pare una copia di Joensuu, sempre col Kauppatori. Vediamo l’ennesimo museo tradizionale, ma poi c’è poco altro. Preferiamo quindi partire senz’altro verso IISALMI, un bel pezzo a nord, dove alloggeremo presso i monaci ortodossi, che gestiscono la cattedrale e un museo. Arriviamo dopo il normale orario di chiusura, ma un monaco, tutto contento, ci spiega che il museo è dentro l’albergo dove alloggiamo, e ci dà la chiave della cattedrale. Grandissima ospitalità. La sala da pranzo è un refettorio affrescato. Vediamo volentieri chiesa e museo, una torma di tedeschi in autobus si butta a capofitto nel silenzio del luogo.
Giriamo poi la città con la macchina, vediamo il ristorante più piccolo del mondo, con un solo tavolo, in riva al lago: un uomo però vi sta sdraiato per terra, ubriaco, e questo leva molta poesia. La giornata è limpidissima, cosa si fa alle sette e mezzo di sera in Finlandia? Si guarda la piantina, inventiamo di andare a KAJANI, cento chilometri di lì, che pare bellina. Abbiamo molta fortuna, strada veloce, cittadina smagliante, adagiata sulle rive di un fiume, bei ponti, antiche rovine dell’età rinascimentale dentro il fiume, una sorta di castello visitabile, fortuna incredibile, una pizzeria aperta lungo il fiume. Alle undici, col sole ancora alto, decidiamo di tornare indietro, non senza aver passeggiato per i giardini lungo il fiume che fa una piacevole cascatella.

DODICESIMO GIORNO
Arrivo a ROVANIEMI. Anche qui c’è molto valore simbolico. Realmente, la città antica non è rimasta, distrutta totalmente dai tedeschi in ritirata verso il nord. Anvar Aalto l’ha ridisegnata a forma di corna di renna, e questo spiega perché certe strade sono sghembe. La città non presenta alcuna bellezza particolare, se non uno strepitoso museo, l’Arkticum, ed una bellissima chiesa in periferia, apparentemente sempre aperta. Comunque anche qui c’è un lago da contemplare, ci sono ristoranti, bar, una sala da musica metallara e qualcos’altro. Appena a nord, passa il circolo polare artico: per terra una striscia lo segnala, mi ci faccio fotografare oltre. Non dispiace andare a vedere la cittadina di Babbo Natale, senz’altro kitsch e senz’altro divertente. Si può comprare anche roba discreta a buon prezzo, non trovabile in Italia e non fatta in Cina. Chiude alle 7, si fa in tempo, vengono bei maglioni. L’alloggio è un ottimo ostello, gestito dall’albergo principale. 70 euro di pulizia assoluta, sicurezza, uso cucina e chi più ne ha più ne metta.

TREDICESIMO GIORNO
Ancora a nord. Si vede il villaggio di KEMIJARVI, con un piccolo centro storico, una bella chiesa, sculture di legno all’aperto e un museo di sculture stupefacenti al chiuso. Alcune sono dei capolavori, senz’altro, fatti anche da autori italiani, il tutto immerso nel solito paesaggio di betulle, abeti, di foreste che stanno però diradandosi verso la tundra. Senz’altro questo museo vale molto più del supponente Retretti. Passiamo per villaggi sperduti, tipo SODANKILA, o VUOTSO, dove il pericolo maggiore sono le renne. Tentiamo qualche mezza escursione, ma i tempi di percorrenza si allungano, e vorremmo arrivare per cena sul lago di Inari, l’ultimo nostro alloggio. Così non riusciamo a vedere un teatro naturale per strada (introvabile) e non riusciamo a vedere le antiche miniere di argento, che occorre un'ora a piedi all’andata e una al ritorno, oltre il tempo della visita ad orari prestabiliti. Il paesaggio è decisamente alpino, di montagna, ci sono rifugi, campeggi improvvisati, posti di ristoro lungo la strada. Si possono fare anche venti o trenta minuti di macchina senza incontrare nessuno.
Viaggiando senza soste riusciamo ad arrivare al campeggio di INARI poco prima delle otto. Temiamo che sia già chiuso, invece sta aperto fino alle undici. Ci fanno la casetta vista sul sito, che scopriamo essere sopra la sauna. La fissiamo per l’indomani alle 23, unico momento libero. Il lago appare subito indimenticabile. A un chilometro c’è il paese, cioè, in definitiva, un bar ristorante che sta aperto fino alle 24. Ci pare di toccare il cielo con un dito. Il paesaggio sul lago di Inari è stupefacente, al ristorante si mangia bene e abbondante. Torniamo al campeggio, si ripete l’esperienza di Ruhkaranta. Ma qui siamo molto più a nord, c’è ancora più luce, e molta, la gente passeggia a mezzanotte, alle due, con assoluta tranquillità, io stesso leggo all’aria fino a quell’ora: unica attenzione devo prestare alle zanzare.

QUATTORDICESIMO GIORNO
A Inari c’è una chiesa di legno, recentissima, un gran bel museo della Lapponia, simile all’Arkticum, meno noto ma più bello, con escursioni all’aria aperta a vedere ricostruzioni di ambienti sami. Si può girare due ore all’aria, su sentieri tutti piacevoli. Al museo compriamo un disco delle Girls of Angeli, so che Angeli è un villaggio lappone. Subito dopo pranzo ci imbarchiamo ancora per una crociera, visitiamo il lago di Inari. E’ certo meno entusiasmante di quello del monastero di Valamo, forse l’ora non è la più poetica, ma interessantissima è l’escursione su un isolotto, luogo di antichi culti.
Al ritorno siamo incerti dove andare. Decidiamo così di andare proprio ad ANGELI, un cartello ci porta là, la mappa cartacea e il Tom tom ci aiuteranno. Settanta chilometri di strada incredibile, quasi sempre sterrata, in mezzo a paesaggi mozzafiato, laghi, fiumi, torrenti, qualche rarissima casa, tre o quattro macchine in tutto questo tempo. Cambi di tempo a distanza di pochi minuti. Arriviamo infine ad Angeli, un’aia, non un negozio, nulla, solo un baracchino che sta aperto qualche ora a giorno, ma la possibilità per chi vuole di campeggiare o anche di dormire al riparo. Silenzio altissimo. Procediamo qualche chilometro oltre, giusto per veder oltre il fiume, a sinistra, un primo accenno di Norvegia, dacché siamo adesso all’estremo ovest della Finlandia. Poi ritorniamo indietro, ancora il tempo ci vuole bene, la strada è praticabile, torniamo entusiasti al ristorante della sera prima. Pensiamo a queste ragazze di Angeli del disco.

QUINDICESIMO GIORNO
Puntata a CAPO NORD. Questo è stato un regalo dell’ultimo momento. Visto che eravamo già stati fin quasi all’estremo nord, è parso normale cambiare il programma. Importante era fare i circa 700 chilometri, andata e ritorno, in un giorno solo. L’impresa non è difficile, anzi, è altamente consigliabile. Basta partire prestino la mattina e fermarsi proprio il giusto. Ma non è possibile non sostare. Innanzitutto, abbiamo attraversato la frontiera con la Norvegia e con stupore abbiamo visto la presenza di un museo della civiltà sami. Ci siamo subito entrati, si fa per dire, là sono un’ora prima, quindi per noi erano quasi le dieci ed invece erano quasi le nove.
Il museo è interessante, anche se molto per bambini. Tuttavia è parecchio coinvolgente, è possibile anche vedere un filmato e sentirlo in italiano. Il villaggio somiglia un po’ quello di Inari, meno bello ma comunque interessante. Poi la strada ha iniziato a cambiare, il paesaggio è diventato più marino, il sole più limpido. Sono apparse le coste, i fiordi della Norvegia. Decisamente il cambio di paesaggio è stato imprevedibile, anche i caratteri somatici della popolazione sono nettamente diversi. Nonostante il DNA dei finlandesi sia quello svedese e in genere dei popoli germanici, nulla hanno i finlandesi dei vichinghi, almeno come ce li immaginiamo. In questo estremo nord le ragazze sono tutte alte e bionde, belle, gli uomini pure, più che altro più regolari nel viso, nell’incedere, nella corporatura fisica. Chissà!
Il paesaggio diventa sempre più emozionante, ci dobbiamo fermare più e più volte per vedere scorci indimenticabili, scattare foto, andare su enormi distese di sabbia che ricordano le coste normanne o bretoni. La costa da LAKSELV è un’ottantina di chilometri di meraviglie. Per pranzo riusciamo ad arrivare in un luogo per mangiare, HONNIGSVAG, non senza aver passato un tunnel costosissimo. Mentre la periferia è brutta parecchio, il centro è allegro, sulla piazzetta c’è un ristorante dove sentiamo ignoranti voci italiane, dopo tanto tempo, discorrere in modo gretto. Si credeva bello risentire la nostra parlata, invece l’ignoranza degli italiani ci fa sprofondare di vergogna e disgusto. Spendiamo proprio il giusto, in corone una decina di euro procapite, dopodiché riusciamo a fare l’ultimo tratto. Il mare è sempre impressionante, Capo Nord appare, alla fine, in alto, al termine di una lunga strada in salita. Nuovo salasso ad una barriera. Quel che ci aspetta è un piazzale quasi pieno di macchine, camper, moto, un vento gelido fortissimo, una costruzione suggestiva davanti noi. Di Capo Nord tutti parlano, quindi aggiungerò ben poco.
La suggestione sta nella bellezza del luogo (identica a quella dei cento chilometri antecedenti), nel sapere dove siamo (come Fistere in Spagna o Finistère in Francia) nelle installazioni artistiche messe con effetto scenografico nel piazzale. Bello è visitare l’interno, vedere un gigantesco filmato come quello di Lusto, dove altri italiani non fanno altro che chiacchierare e ridere. Curiosissima un minuscola cappella dove un pastore sta per celebrare un matrimonio: il luogo è incantato, c’è anche una sorta di museo storico, si scendono e salgono scale, corridoi, si prende un caffè, si tenta di resistere al vento che non perdona. I negozi sono pieni di chincaglierie. Il ritorno sarà lungo e faticoso, con solo una sosta per mangiare una pizza ad un prezzo assolutamente stratosferico e un’altra a fare il pieno per non tenerci nemmeno una corona. Si arriverà alle undici a Inari, ce l’abbiamo fatta. Adesso la sauna!

SEDICESIMO GIORNO. RIENTRO A FIRENZE
Lasciamo la casetta sul lago, prendiamo la macchina e andiamo a IVALO, l’aeroporto. E’ ancora chiuso, lo aprono solo un’ora e mezzo prima dei voli. Una donna lava i vetri, fa le pulizie. La bigliettaia (una) ci dice che i bagagli ci verranno trasportati da Finnair direttamente a Fiumicino, perché è la stessa compagnia e lo stesso giorno. Lasciamo l’auto, buttiamo la chiave in una scatolina, aspettiamo di partire. Infine: arrivo a Helsinki, nessun ritiro bagagli, partenza e arrivo a Roma, bus per riprendere la macchina, pagamento, partenza, GRA, autostrada… alle tre di notte a Firenze.

CONCLUSIONI
Un giro di due settimane è fattibile: tre persone riescono probabilmente ad economizzare al massimo le spese di viaggio (auto a noleggio) e alloggio (camere di albergo, B & b, campeggi, altre camere). Non è stato possibile inserire l’area sud occidentale, cioè la costa baltica con le città di Oulu e Vaasa, e nemmeno una città che dicono carina come Jyvaskila. Bello sarebbe stato avere altri due giorni per fare qualche escursione, magari nel parco naturale Kekkonen. Un altro giorno potrebbe essere dedicato alla Lapponia nord orientale, per passeggiate, escursioni, pic nic.
Tuttavia, se non si è camminatori, quel che abbiamo fatto è stato probabilmente quasi il massimo: prima metà del viaggio composto di città, seconda metà di villaggi, boschi, laghi, paesaggi naturali. Quasi nulla di quel che si visto è stato inutile, qualcosa è sembrato più bello del previsto (Tampere) qualcosa meno (Turku).
Per l’alloggio non è possibile spendere di meno, a meno di non andare sempre in ostelli senza bagno o piantare una tenda in un campeggio. In questo modo si risparmiano 30-40 euro/notte, ma per il campeggio si deve confidare molto nel tempo. Per il mangiare, non è tanto conveniente fermarsi nei supermercati, se si è stanchi si può fare pranzo e cena sempre fuori; se si fanno escursioni, vale la pena senz’altro fare la spesa, costa come e meno che da noi. Si può forse risparmiare un po’ nelle cianfrusaglie, ma è difficile: abbiamo comprato una decina di dischi di musica tradizionale finlandese a 5 euro, inoltre qualche bel maglione, forse un po’ caro ma caldissimo. Nei grandissimi magazzini Stockmann di Helsinki si può fare qualche affare, ma noi non l’abbiamo fatto, lo stesso negozio all’aeroporto non era competitivo.
Infine: si dovrebbe fare un tentativo per andarci in pieno inverno. Occorre buona dose di coraggio, ma si dovrebbe tentare quanto meno di fare una corsa sulle slitte trainati dai cani sui laghi ghiacciati (tipo il lago di Inari, che sta ghiacciato fino a maggio) e sperare di vedere le notti boreali, con raggi multicolori provenire dal cielo. Su motoslitte si possono fare viaggi appassionanti, e non solo in Lapponia. Forse Rovaniemi e Inari possono fare all’occorrenza. In questi due posti ci sono varie società che portano in giro i turisti, specie a Rovaniemi ci troviamo in mezzo a un luogo abitato in cui si può comunque vedere esseri umani. Il buio - lassù, d’inverno - dev’ essere buio assai.
Da quando sono stato là son passati quattro mesi. Ho scritto queste pagine di getto. Significa che un bel pezzo di Finlandia è rimasto. Spero rimanga anche per gli altri che ci andranno.Per gli alloggi le sistemazioni - per chi voleva una camera con il bagno - sono state tutte Ostelli, alberghi normali, alberghi gestiti da religiosi, guesthouse/Bed and breakfast, campeggi. Quasi sempre tutto sotto i 100 euro. Tutte le indicazioni sono venute dalle guide Routard e Lonely Planet e qualcuna dal web. Per chi gradisce indicazioni precise, dal web si scarica la guida completa dei campeggi, gratuitamente, ed inoltre una società (Lomarengas) fornisce sul web, sempre gratuitamente, l’elenco di migliaia di appartamenti in affitto in tutti i posti della Finlandia. Tale stupefacente organizzazione è l’ideale per chi passa diversi giorni in un solo posto, ma non per chi fa vacanze molto itineranti, perché l’affitto è di solito settimanale.Se si vuole girare tutta la Finlandia (si fa per dire “tutta”) bisogna prendere un aereo, arrivare ad Helsinki, noleggiare un’auto, salire fino al circolo polare artico ed oltre, lasciare l’auto presso l’ultimo aeroporto e poi di lì in un giorno solo tornare ad Helsinki e in Italia.
In linea generale: d’estate ci sono molti più voli, diretti e indiretti, che in inverno. Se si viaggia d’inverno possono mancare linee da Ivalo (l’aeroporto più a nord) a Helsinki, e poche sono le linee da Helsinki alle varie città d’Italia. Per noi (di Firenze, in estate) la cosa migliore da tutti i punti di vista è stata quella scelta a tavolino: partire la mattina presto da Firenze; arrivare a Roma Fiumicino, parcheggiare all’esterno per 15 giorni, prendere la navetta, arrivare dentro l’aeroporto, partire per Helsinki con la Finnair. Eravamo là alle tre e mezzo del pomeriggio. Qualunque altra soluzione era più complicata, costosa o comunque disordinata.
Poi, girare con l’auto a noleggio.
Al ritorno, aereo da Ivalo, come detto a Helsinki. Tutte le altre ipotesi alternative (treno dall’estremo nord fino ad Helsinki, ritorno in auto) sono impraticabili: il costo del treno è quasi uguale a quello dell’aereo, si perde una giornata, la stazione di Helsinki è lontana dall’aeroporto etc. Con la macchina, fare più di 1.000 km in un colpo solo è follia per quelle strade, non si arriva in tempo all’aeroporto. Chi parla ha fatto in un solo giorno Odense - Firenze (più di 1.700 km), quindi non sono i km a spaventarlo, ma, caso mai, le renne per strada. Non è possibile infine non andare in auto a Roma (o Milano) in quanto dopo le 20 o 20.30 non esistono più treni per Firenze! Occorrerebbe dormire una notte in più, più fatica, tempo, spese.
E’ certo possibile in Finlandia servirsi dei mezzi pubblici, molto frequenti, e dei taxi. Ma niente sembra comodo come l’uso della macchina a noleggio: per 3 persone risulta conveniente, per 2 chissà. Consiglio vivamente di verificare bene tutti gli sconti offerti da Avis, Hertz e Europcar (esistono altre Compagnie, più economiche ma con minori servizi, tipo Scandia). I soci degli Ostelli e del Touring Club hanno buoni sconti, ma la cosa migliore è risultata essere socio Aci, con sconto nettamente più elevato. Per chi non è socio, solo il vantaggio sullo sconto del noleggio ripaga la tessera. E’ sempre bene essere associati a più di una cosa: Aci ha Show your card! , con la tessera familiare degli Ostelli (circa 10 euro) si hanno sconti negli ostelli, con Card studentesche per i ragazzi fino a 25 anni (circa 10 euro) si fanno altri grossi risparmi. Ne vale in ogni caso la pena, specie se fate 1 giorno in Norvegia: ve le ripagate abbondantemente!
Infine, se viene un ragazzo inferiore ai 15 anni NON è sufficiente il lasciapassare, e ciò anche se la Finlandia è paese Europeo. O passaporto o carta di identità valida per l’espatrio.

3 commenti in “Estate in Finlandia: consigli, sogni, ricordi
  1. Avatar commento
    maurin
    07/04/2009 21:49

    ti farò sapere.... pensavo di provarne uno un paio di notti in zona Sotkamo,e poi un po di hotel.. ciao Mauro

  2. Avatar commento
    paolodifirenze
    06/04/2009 19:33

    Rispondo a Maurin: non abbiamo usato gli appartamenti della catena Lomarengas. Non so quindi dirti se le pulizie finali sono a carico o meno. Abbiamo alloggiato in ostelli, alberghi, campeggi, chiesa cattolica, monasteri ortodossi, B&B. A disposizione! Ciao paolo

  3. Avatar commento
    maurin
    06/04/2009 14:17

    stupendo!io ci sto organizzando il viaggio di nozze a inizio settembre....ho dato un occhio al sito lomarengas.fi mi sapete dire se il final cleaning è totalmente da pagare anche per soggiorni di una sola notte?grazie mille e buon prossimo viaggio

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