Estate 2013: Francia, Spagna e Portogallo in camper

Sotto il sole estivo: un viaggio in camper attraverso la Francia, la Spagna e il Portogallo nel 2013

 
 
In cinque camper alla scoperta dei villaggi e castelli catari di Francia, il deserto delle Bardenas fino alle cave dei romani per l'estrazione dell'oro a Las Medulas in Spagna, i monasteri, fari e mare del Portogallo ed infine Cristoforo Colombo a La Rabida, le strade di sabbia del Rocìo e l'Andalusia in spagna di rientro.
Dal 25 di luglio al 31 di agosto
Totale Km.7040
 
25 lug giovedì – Partenza da Lucca alle 8,00. Tutta autostrada fino a Saintes Maries de la Mer in AA, (N43 27 19 - E4 25 39) in paese. Arrivo e sistemazione alle 18,30. Giro per il centro facendo acquisti di souvenir. Cena nella via centrale pedonale a base di paella. Rientro ai camper dopo il giro serale. Alle 23 a nanna.
P a S.te Marie de la Mer in AA (N43 27 19 - E4 25 39)
progressivo km.655 (giorno km.655)
 
26 ven – Partenza da S.tes Maries de la Mer alle 9,30. Pranzo a Homps, cittadina sul Canal du Midì. Dopo andiamo a vedere il porticciolo turistico sul canale. Molto francese come aspetto, ti aspetti di vedere Maigret seduto al tavolo del  bistrot,  bicchiere di Bordeaux in mano in attesa di eventi. Ripartiamo per Carcassonne. Arrivo alle 16 in AA (N43 12 19,4 – W2 22 26). La vecchia area per camper è stata spostata in una zona più marginale rispetto alla precedente per cui risulta  lontano dalla cittadina. C’è una navetta che fa servizio gratuito fino alla porta d'ingresso al borgo, ma l’ultima corsa termina alle 18 ed è un po’ dura farsela a piedi andata e ritorno di sera. Facciamo un  giro  sfruttando la navetta, ma il ritorno lo facciamo a piedi perché il bus ha finito il turno. Cena, relax  e a letto alle 23. Giornata calda  e ventosa dalla mattina alla sera.
P a Carcassonne in AA (N43 12 19,4 – E2 22 26) a pagamento 8€. Giornata molto calda e umida, serata molto ventosa e calda.
progressivo Km 887 (km.232 giorno)
 
27 sab – Alle 9,30 ritorniamo a visitare Carcassonne, facendo il giro dei remparts e delle strade interne piene di articoli per turisti tutti uguali tra loro. La cittadina è stupenda con le sue mura, gli edifici storici, le case a graticcio, ma per la terza volta (ci siamo già stati due volte in precedenti viaggi) trovo che è troppo votata al turismo, per cui perde molto del suo fascino di antica cittadina fortificata. Rientro ai camper con la navetta delle 12,30. Pranzo al parcheggio, operazioni di carico e scarico e partenza per il villaggio di Montréal sur l'Aude. Difficoltà di parcheggio. C’è un Festival di Musica Popolare Internazionale con gruppi che vengono da più parti del mondo, dalla Lettonia all’America Latina, dal Costa Rica al Guatemala, un gruppo anche dall’India. In questo pomeriggio caldo e ventoso nel provare le canzoni della serata i musici coinvolgono gli spettatori  in balli folcloristici. Curioso vedere ballare la Cumbia da biondi  nordici insieme ad abbronzati costaricani e barbuti indiani dalle vesti colorate coinvolgendo il pubblico di turisti in pantaloni corti e canottiera. Visitiamo la bella e imponente cattedrale romanica. Con la sua mole sovrasta tutte le case intorno. Partiamo nel tardo pomeriggio inseguiti dal caldo opprimente per arrivare a Mirepoix. Fermiamo il camper nella bella e pulita AA (N43 5 7,2 - E1 52 21,8) gratuita, ricavata negli spazi della vecchia stazione ferroviaria rinata per altre attività sociali. Entriamo nella vicina piazza del le marché couvert con strutture metalliche in puro stile Liberty dominata dall’antica cattedrale romanica di Sainte Maurice del XII sec. Il piccolo centro storico è ricco di antiche case a graticcio e portici sorretti da colonne e travi di legno antico; molto bello tutto l’insieme attorniato da giardini e panchine dove gustare tranquillamente il sapore di antico. L’ambiente è talmente bello che decidiamo di fermarci a dormire qui. Cena con il tavolo fuori. Intorno alle 22 tuoni, lampi, fulmini e saette seguiti da un grosso acquazzone che rinfresca l’aria giusto per andare a letto con una buona temperatura.
P a Mirepoix in AA gratuita (N43 5 7,2 - E1 52 21,8) serata calda, ma poi il forte e breve acquazzone rinfresca l’aria.
progressivo Km. 941 (km.54 giorno)
 
28 dom – Dopo le operazioni di pulizia partiamo da Mirepoix. Poi in 25 km arriviamo al castello di Montségur per la visita al rocca catara. Parcheggio gratuito (N42 52 26,5 - E1 49 37,8) all’inizio del sentiero che si inerpica in alto fin sotto le antiche mura. In posizione dominante su uno sperone
roccioso l’edificio è in parte deruto a causa delle vicende storiche relative all’eresia catara. Il sentiero parte dal parcheggio auto e a circa 1/3 di esso ci si imbatte in un casottino per il pagamento del ticket : 4,50 € per continuare la faticosa salita ! Paghiamo e raggiunta la sommità si entra nel castello da una apertura posta ad un’altezza di circa 3 metri da terra. Una scala in legno serve a superare il dislivello, in caso di assedio veniva abbattuta rapidamente per impedirne l’accesso diretto. All’interno non rimane più nessuna struttura, la forma allungata sulla base rocciosa cosparsa di conci alla rinfusa.  A forma di nave sulla prua il barbacane con la torre, sulla poppa altro barbacane  difensivo. La vista abbraccia un angolo di 360° fino a vedere molti villaggi in valle. Discendiamo e pranziamo nel parcheggio. Poi partenza per Puivert. Bella strada in saliscendi tra coltivi e boschi. Arriviamo a Puivert. Per salire al vecchio castello cataro c’è una stradina molto ripida, stretta e con il fondo di grosse buche. Lasciamo il camper in uno slargo della strada principale e saliamo a piedi. E’ caldo. Ingresso 5 €. Lo scenario all'ingresso è molto suggestivo, con portale e torre, ma la manutenzione e la pulizia non sono al solito livello francese. Comunque all’interno c’è rimasto un vasto prato dove durante l’estate si svolgono tornei cavallereschi per turisti. C’è un bel donjon all’interno del quale una scala a chiocciola porta alla sommità dalla quale si domina tutta la valle. Le mura esterne in parte derute erano comunque non molto alte perché non preposte ad assedio, questa rocca fungeva da corte  gentile  ospitando poeti e cavalieri, dame e damigelle con l’intento di appagare le nobili serate con dizioni poetiche, canti e balli. Al tempo dell’inquisizione contro il catarismo l’assedio durò solo tre giorni. I pochi ambienti  interni rimasti e visitabili sono arredati assai miseramente con brutte copie di mobili d’epoca in compensato e alcune vesti di armigeri vecchie e polverose. In basso nella valle c’è un piccolo piano di volo per alianti, ma la curiosità sta nel fatto che al posto dell’aereo trainante c’è un lungo cavo posto al termine della pista, che avvolgendosi rapidamente ad un tamburo rotante tira l’aliante tanto velocemente che questo prende quota velocemente fino all’altezza giusta oltre la quale il cavo si sgancia e il velivolo rimane in balia delle correnti ascensionali libero e solo. Cavo e gancio cadono a terra appesi ad un piccolo paracadute pronto per ripetere la stessa operazione con un altro velivolo. Riprendiamo strada fino a Rennes les Château. Parcheggio per camper segnalato,
senza acqua ne scarico, alla base del paese distante un chilometro (N42 55 32,3 - E2 15 50,1). In salita arriviamo a piedi nel borgo per una visita prima di cena. Nella parte alta si svolge una gara di petanc (bocce) su terreno accidentato, ma così è in Francia, qualsiasi superficie è buona. La chiesa, piccola, ad una sola navata, molto decorata a colori vivaci con disegni e simboli esoterici assai suggestivi. All’ingresso un' acquasantiera è posta sopra il capo di un diavolaccio nero con occhi spiritati. Bella e misteriosa la Torre di Magdala , poco distante, nella luce serale. Breve passeggiata nel minuscolo paese fino alla piazza della Mairie dove sono le prove di un gruppo musicale molto bravo, per la serata danzante. Ridiscendiamo ai camper per la cena. Tavolo fuori nella serata fresca e gradevole.
P a Rennes les Château in parcheggio gratuito. Nella nottata breve pioggerella che rinfresca ulteriormente l’aria. ( N42 55 32,3 - E2 15 50,1).
progressivo km. 1070 (giorno Km.129)
 
29 lun- Di primo mattino visita al villaggio di Rennes. La chiesa, la Villa Bethania dell'abate Sounier, il giardino interno e infine di nuovo il piccolo borgo. Di giorno quel leggero clima tra il mistico, l'imponderabile e il deciso senso del Maligno, svanisce come la neve al sole e anche il fascino legato alle tante storie dell'abate Sounier e della sua cittadina perdono molto di interesse. Il senso di malinconia ci pervade sopratutto quando vediamo il sepolcro di questo abate misterioso coperto da erbacce e  abbandonato all'incuria del tempo. Verso le 12 ci spostiamo a Puilaurens. Altro castello cataro dominante il villaggio di Lapradelle. Roccaforte molto antica, si parla del 985, appartenente all'Abbazia di St. Michel de Cuxa. Durante la crociata contro l'eresia catara (sec. XIII) vi furono ospitati molti perfetti (aderenti a questa dottrina) sfuggiti ai vari roghi che nel frattempo "illuminavano" questa regione. In posizione strategica alla base dei Pirenei, a difesa dei possedimenti della corona francese di Luigi IX (San Luigi) dalle incursioni aragonesi venne però conquistato varie volte, distrutto e ricostruito fino ad essere abbandonato definitivamente durante la Rivoluzione Francese. Adesso si staglia come un maniero fantasma in parte deruto ma in posizione di nido d'aquila abbarbicato alla roccia bianca calcarea che domina il villaggio con la sua imponenza. C'è un comodo parcheggio (N42 48 13,6 - E2 17 44,3) dal quale parte un sentiero che si inerpica sulla montagna fino sotto le sue mura. All'interno è rimasto ben poco se non un grande spazio erboso con tracce di vari locali di cui rimangono solo alcuni muri perimetrali. La vista abbraccia un vasto panorama sulla campagna sottostante. Nelle notti di luna piena, racconta una leggenda, il fantasma di una giovane fanciulla, nipote di Filippo il Bello si dice, compare avvolta da un velo di nebbia sulle mura perimetrali del castello. Da quota 700 metri  ridiscendiamo a piedi al parcheggio  a quota 350 e riprendiamo strada per arrivare a Duilhac su Peyrepertuse sistemandoci nella bella AA del paese. Ci sono alcuni camper e noi ci uniamo a loro. Cena, quattro chiacchiere e poi a nanna.
P a Duilhac s/r Peyrepertuse, in AA gratuita (N42 51 42,2 - E2 33 55,5). Bel tempo tutto il giorno, ma fresco sui 24°.
Progressivo km 1117 (47 km giorno)
 
30 mar - Ore 9, partenza con il camper per visitare il castello di Peyrepertuse, posto in alto a dominare il paese. Strada asfaltata e ripida salita. Il parcheggio riservato ai camper è a 1300 metri prima del dell'ingresso al castello (N42 51 58,5 - 2 33 8,4): 1300 metri da fare a piedi ed in salita! le auto invece arrivano fin sotto le mura!. con un po' di intraprendenza otteniamo un passaggio in autostop fino alla biglietteria. Fatto il biglietto abbiamo ancora da percorrere un bel po' di sentiero nel bosco prima di arrivare al fortilizio. Una bella sfacchinata che ci fa espellere tutte le tossine con l'abbondante sudata. Il castello però non delude. Fondato a  quota 800 metri è formato da due zone fortificate separate tra loro, ma edificate sullo stesso costone a poche decine di metri l'una dall'altra. Siamo sui rilievi calcarei dell'Hautes Corbieres e sotto di noi il piccolo ma fascinoso villaggio di Duilhac. La roccaforte nel 1020 è sotto il marchesato di Spagna e vi rimane fino al XII sec, ma si sottometterà poi al regno di Francia nel 1250 a seguito della crociata, organizzata dal re francese contro gli albigesi (catari) qui rifugiatisi . Infatti i  soldati della corona francese espugnarono il maniero e lo tennero per ben quattro secoli durante i quali la frontiera tra Francia e Aragona passava proprio di qua. Con il Trattato dei Pirenei del 1659 il confine viene spostato dove più o meno si trova ora e quindi l'importanza strategica del maniero diminuisce  fino alla Rivoluzione Francese, dopodiché cade in disuso e solo verso gli anni 50 del secolo scorso si comincia a ripararlo ed utilizzarlo come risorsa turistica. Dalle sue mura lo sguardo arriva fino al mare. Alle 11,30 in punto inizia lo spettacolo di falconeria. Molto interessante e piacevole, peccato che la spiegazione delle  evoluzioni dei rapaci sia solo in francese. Alla fine della visita cominciamo a discendere verso il parcheggio, ma adesso non c'è nessuno per un passaggio e allora tutta a piedi, in discesa stavolta. Sono ormai le 14. Spostiamo i camper poco più a valle dove l'ombra di un grosso e isolato albero ci da la frescura per pranzare in comodità. Pennichella dopo pranzo discretamente ventilata. Alle 17 finalmente, con qualche brontolio, mettiamo in moto per arrivare  dopo solo 9 km, al castello di Queribus (N42 50 20,4 - E2 37 16,3) nel comune di Cucugnan. Altro sito bellissimo che faceva parte della rete dei castelli catari di questa zona. Descritto anche dal Alphonse Daudet in una novella intitolata "lettere dal mio mulino" è arroccato sul solito roccione calcareo a 730 di altezza. In origine (intorno ai primi anni del 1000) anche questo edificio fortificato apparteneva alla casata Aragonese.  Gli albigesi  (catari) qui avevano trovato rifugio sotto la protezione di Pierre de Cucugnan, il quale resistette all'assedio, finche il Re Luigi IX a capo della crociata non lo espugnò mandando al rogo tutti quanti per mano del suo ferocissimo luogotenente Simon de Monfort. La posizione dominante del castello era molto importante perché, come Peyrepertuse, in posizione strategica contro il potere spagnolo, almeno fino al Trattato dei Pirenei del 1659 menzionato sopra, quando i confini tra le due nazioni cambiarono. La salita al castello a piedi è molto agevole, per cui alle 19 quando ridiscendiamo ai camper non siamo nemmeno troppo stanchi. Ritorniamo a Duilhac nella stessa AA di ieri sera. Stavolta ceniamo con il tavolo fuori nella serata fresca. Temperatura serale sui 25°. Sereno e ventilato.
P a Duilhac in AA N42 51 42,2 - E2 33 55,5
progressivo 1138 (21 km giorno)
 
31 mer - Dopo le solite operazioni di scarico e carico, alle 9,30 partiamo per il castello di Arques (N42 57 6 - E2 21 58,2) sulla D613 da Rennes-les-Chateau  verso est. Bell'edificio di forma cubica, all'angolo di ogni vertice un torrione cilindrico sale fino al tetto. Da lontano sembra un edificio fortificato di notevoli dimensioni con i suoi tre piani di altezza e i quattro torrioni che svettano verso il cielo, da vicino la valutazione delle sue dimensioni è più reale e ci si accorge che in fondo non è poi così grande come appariva da lontano. La pianta si articola con una unica sala al piano terra dalla quale nascono i quattro torrioni. In quello di destra, rispetto all'entrata, c'è la scala a chiocciola che porta al piano  primo costituito da una sala centrale con volta a crociera, e una camera per ogni torrione. La scala sale ancora al secondo piano. Sala centrale con soffitto a travi in legno e con camere in ogni torrione. Anche al terzo piano si ritrova la stessa scansione delle sale. L'ambiente esterno  che si abbraccia con lo sguardo dalle finestre è molto suggestivo perché l'edificio non è arroccato sul solito sperone roccioso, ma sorge su un ampio prato in dolce pendenza ed il borgo di Arques è li vicino poco più in basso sul bordo del torrente Realses. Nel 1217 il solito Simon de Montfort brucia castello, borgo e suoi abitanti, regalando poi l'edificio al suo luogotenente Pierre de Voisins, che a sua volta ne prende possesso bruciando viva sulla piazza del villaggio una donna sessantenne accusata di stregoneria. L'aspetto attuale del castello è dovuto alla sua ricostruzione nel XIII sec. da parte del figlio di Pierre de Voisins. Viene terminato nelle forme attuali nel 1316 ed assume la funzione di residenza di campagna così' come appare ora. Pranzo lungo la strada.  Arriviamo  a Termes,  castello  cataro  (parcheggio fuori del paese per evidenti difficoltà di spazi N43 0 4,1 - E2 33 56,3). Sorge su un colle boscoso e sotto c'è il borgo, ma rimangono solo ruderi assai difficili da decifrare se non con i numerosi pannelli esplicativi lungo il percorso di visita. E' in fase di profondo restauro. In compenso la strada per salire questa volta è molto agevole in leggera salita. Come al solito fu conquistato da Simon de Montfort nel 1210. Dopo una resistenza durata quattro mesi il castello cedette per mancanza d'acqua e dissenteria, ma i residenti riuscirono a fuggire tra i boschi. Raimondo di Termes fu preso prigioniero e i suoi beni donati dal Montfort ad un crociato che si era distinto nell'assedio. Anche questo castello faceva parte della rete difensiva dei confini contro gli spagnoli, ma nel 1652, prima del Trattato dei Pirenei, venne demolito e così dimenticato dal tempo fino al 1989 quando se ne riprese il restauro conservativo come monumento nazionale. Torniamo indietro per 8 km all'incrocio con la D613, e poi fino al borgo di Villerouge-Termenes, (in Occitano Vilaroja de Termenés). Parcheggio tranquillo nello spiazzo  antistante una Cave de Vin (N43 0 17,8-E2 37 36,5). Piccolissimo agglomerato sul fiume Libre, dove l'unica emergenza storica di rilievo è il castello seminascosto tra le case del borgo stesso. I torrioni angolari spuntano dai tetti delle abitazioni. Dentro è allestito un museo con alcune sale arredate. Sin dal XII sec. e fino alla Rivoluzione Francese l'Arcivescovado di Narbonne era proprietario sia del castello che di tutto il borgo. Nel 1227 viene occupato abusivamente da Simon de Monfort e dalla sua guarnigione. Nel 1321 l'ultimo perfetto (cataro) Guilhelm Belibaste qui venne arso vivo nella piazza del paese. Visitiamo il borgo e poi torniamo al camper che sono le 19,30. Il parcheggio è buono anche per passare la notte. Ceniamo con il tavolo fuori sotto due grossi cedri argentati. E' caldo stasera.
P a Villerouge-Termenes, parcheggio per camper gratuito, senza acqua ne scarico N43 0 17,8-E2 37 36,5. Bella serata con stelle cadenti in un cielo blu. In serata la temperatura scende ed è più gradevole.
progressivo 1224 (86 km giorno)
 
1 ago giovedì - Partenza da Villerouge alle 9,30. Direzione Lagrasse a 14 km. Parcheggio obbligatorio per i visitatori al campo da gioco (N43 5 25 - E2 37 22,3)(oppure zona nord N43 5 34 - E2 37 12,8). All'Ufficio del Turismo prendiamo i depliant per la visita al villaggio, classificato dalla rivista francese tra "Les plus beaux villages de Francia" è sulla riva sinistra del fiume Orbieu e l'antica abbazia di Sainte Marie Orbieu, preromana del sec X sulla dx. Due comodi ponti pedonali ed uno carrabile collegano il villaggio all'edificio religioso. Visitiamo questo importante complesso benedettino le cui origini iniziano già dall' VIII sec., almeno come primo fabbricato di cui si parla nei documenti, fondato addirittura da Carlo Magno. L'Abbazia svolse il suo straordinario potere, anche politico,  durante le crociate contro i catari, trattando però azioni di intermediazione tra gli occupanti e gli occupati. Il suo potere era dato dall'enorme sviluppo dei possedimenti che si estendevano, già prima del 1000, sino alla Spagna. Con il tempo perse d'importanza fino ad attraversare un periodo critico intorno al XIV sec. per poi rifiorire intellettualmente. Nel 1662 venne addirittura ampliato il chiostro ed il palazzo episcopale. La Rivoluzione Francese azzerò tutto vendendo i beni della congregazione in due lotti distinti. Ancora oggi è visibile tale netta separazione. Dopo la visita all'abbazia torniamo nella parte medievale di Lagrasse che conserva una bella Hall (mercato coperto) con la grande copertura sostenuta da una serie di pilastri in legno antico e grandi capriate degne di esperti maestri d'ascia. Nella parte lungo il fiume sono riconoscibili tratti di antiche mura di cinta medievali  con la Porte de l'Eau e la Tour de Plaisance sul bastione più alto del villaggio. Alle 13,30 torniamo al camper affamati e soddisfatti della visita. L'aria è fresca  e ventilata  è sufficiente  a rendere  ancora più piacevole il pranzo a base di prodotti locali che abbiamo acquistato all'emporio del paese. Poi con calma partiamo per un'altra famosissima abbazia, quella di Fontfroide. Comodo parcheggio per la visita,  ma vietato il pernottamento (N43 5 34,3-E2 37 14,5). Visita guidata obbligatoria, ma solo in francese, aiutati dall'audioguida in italiano. Molto bella, suggestiva e interessante. Il modello architettonico generale è molto simile all'Abbaye de Lagrasse. Prima Benedettina e poi Cistercense, edificata tra il XI e XIII sec in una valle amena ricca di cipressi e pini, con la pietra arenaria dei Corbieres dal caldo color ocra. Con una dote di terre vastissima che arrivava fino alla Catalogna ed una ricchezza immensa. Durante la crociata contro i catari si affermò come baluardo dell'ortodossia cattolica. A differenza di quasi tutti i beni della chiesa che con la Rivoluzione vennero confiscati ed incamerati dalla stato, questa grande abbazia rimase sempre frequentata, con alterne vicende fortunose, dai monaci cistercensi che si occuparono di mantenerla in vita restaurandola e facendola arrivare fino ad oggi così com'era. La visita guidata si conclude in un'ora dopodiché torniamo al camper e partiamo per Narbonne dove si trova una bella AA vicino al centro storico (N43 10 47,7-E3 1 15,4). Prima di arrivare alla AA ci fermiamo per fare spesa al supermarket dove troviamo dei prezzi superiori a quelli delle botteghe di casa nostra, con una scelta di prodotti molto scarsa e di bassa qualità. Dopo le operazioni non semplicissime, per far aprire la sbarra dell'AA ci sistemiamo. Sono le 19,30. Prepariamo cena  fuori come fanno tanti altri: barbecue di salsicce arrosto, bistecca di maiale, insalata di lattuga e pomodori ed un buon rosé del Linguedoc. Alle 23,30 tutti a nanna.
P a Narbonne in AA (N43 10 47,7-E3 1 15,4) a pagamento. Tempo bello tutto il giorno, fresco serale per dormire bene.
progressivo km 1280 (56 km giorno)
 
2 ven - Alle 9 partenza con le bici per la visita alla città di Narbonne. C'è qualche nuvola ma non minaccia pioggia. Due km di pista ciclabile, di cui più della metà lungo il canale La Robine che porta direttamente a pochi passi dalla piazza della cattedrale. Un bel mercato di ambulanti, vivo e rumoroso, ed un mercato coperto ben fornito dove acquistiamo tante cose buone da mangiare. Poi visita all'imponente cattedrale di St. Just. In stile gotico, del 1272, venne iniziata ma non portata a termine  per conservare i bastioni che sarebbero stati abbattuti per far posto all'edificio religioso.
Dall'esterno si nota questa interruzione perché la navata principale, da progetto, è rimasta incompiuta e senza il tetto. All'interno il coro, imponente e altissimo, 41 metri, con vetrate colorate. Il chiostro, molto bello, del 1350, in arenaria chiara, posto a lato della basilica, sorge sul luogo dove in epoca carolingia c'era una piccola chiesa. Sulla stessa area nelle immediate vicinanze sorge anche il Palais des Archeveques che è un'insieme di edifici di varie epoche: il Palais Vieux, del 1100, il Donjon de la Madaleine e il Donjon  Gilles Aycelin del 1200, la Tour St. Martial e il Palais Neuf del 1300 e la Residence des Archeveques, residenza dei vescovi con lo scenografico scalone seicentesco. Infine l'Hotel de Ville (municipio) con la facciata ottocentesca. Facciamo un giro con la bici per il centro storico e nella grande piazza pedonale e poi rientriamo per la stessa ciclabile fino all'AA (c'è anche una navetta gratuita che fa questo servizio verso la città). Pranzo, sosta pomeridiano e quindi si parte alle 15,30 per Narbonne-Plage. Arriviamo in AA dietro le dune prospicienti il mare (N43 8 50-E3 9 15,3). Posizione stupenda a 10 € a notte tutto compreso - ah la Francia !. Ci sistemiamo e poi oltrepassata la duna siamo su uno spiaggione semideserto, poca gente, mare un po' mosso, abbastanza ventilato da far sfrecciare via le Car-a-voile (specie di wind-surf a tre ruote su sabbia compatta). Gli aquiloni alti nel cielo si gonfiano d'aria e tendono i fili di manovra. Alle 20 rientriamo al camper preparando un piccolo barbecue con le ultime salsicce rimaste. Ceniamo dentro perché la posizione buona dietro la duna è tutta occupata dai camper più fortunati, mentre la nostra, in mezzo al piazzale è battuta dal vento teso serale che disturba un po'. Temperatura serale  piuttosto fresca, da felpa. Chiacchierata con le sedie fuori e poi a nanna.
P a Narbonne-Plage in AA a pagamento (N43 8 50-E3 9 15,3) sul mare.
progressivo 1305 (25 km giorno)
 
3 sab - Siamo nell'AA di Narbonne-Plage, mattinata ventosa, ma tanto sole; poi verso le 10,30 il cielo si fa nero e viene giù uno scroscio d'acqua che dura un'ora, dopodiché di nuovo sole. Il tempo rimane incerto. Giro sulla spiaggia, pranzo, pulizie generali. Nel pomeriggio riceviamo la telefonata dei componente il gruppo definitivo che si trovano a solo 80 km da noi, quindi stasera ci riuniremo tutti e cinque. Breve pennichella poi alle 16,30 partenza per la Jonquera in Spagna dove ci aspetteranno tutti gli altri. L'Autoroute francese ci prepara il solito gran-bouchon a Montpellier dove c'è la barriera del pedaggio prima di passare in Spagna. Proseguiamo su Autopista spagnola a pagamento uscendo presto perché La Jonquera è a pochi km. Parcheggio ormai collaudato davanti a  "El Mirador" dove sono già sistemati gli altri componenti il gruppo e dove a prezzo fisso si mangia e si beve tutto quello che vuoi. Dalle vetrate del ristorante rivolte verso la strada assistiamo ad un incidente stradale in diretta proprio sotto di noi. Scontro frontale fra due auto. Uno dei due guidatori rimane accasciato immobile sul volante. Non dà segni di vita. Ambulanza, polizia, medico, pompieri, ma il ferito in effetti è ubriaco fradicio e non si regge in piedi non per il colpo, ma per l'alcool. Viene comunque caricato  a forza sull'ambulanza e portato via. Tutto tranquillo, non c'è stato nessun ferito, l'impatto  è stato a bassa velocità e anche le auto non sono troppo danneggiate. All'uscita dal ristorante siamo belli satolli, mettiamo le sedie fuori per una chiacchierata comune e poi alle 23,30 a nanna.
P a La Jonquera in Spagna, (N42 23 52,8-E2 52 54,8) parcheggio gratuito, un po' rumoroso per il traffico che scorre vicino. Serata fresca.
progressivo km 1421 (km116 giorno)
 
4 dom - Partenza da La Jonquera. Tutta Autopista (a pagamento) fino a Barcellona, poi Autovia (gratuita) fino a Saragozza, quindi strada normale la N-II fino a Tudela e infine la NA-134 fino a Arguesa al punto sosta stabilito (N 42 10 9 - W 1 35 21) nella zona dello stadio. Ci informiamo se al santuario di Nostra Segnora de Yugo è possibile pernottare e dopo la conferma facciamo altri 8 km di strada asfaltata nella Bardenas Real per raggiungere il posto. C'è un bel parcheggio panoramico (N 42 12 20,5 - W1 35 9,5) dal quale si domina la sottostante Bardenas-Blanca. Tutto il sito è ben organizzato con tavoli pic-nic, acqua e mirador panoramici a 360°. Ci sistemiamo e ceniamo al fresco con i tavoli fuori, come fanno altri camperisti. Non siamo soli. Sono le 20 e il sole è ancora alto, per cui apriamo i tendalini per avere un po' d'ombra. All'imbrunire, sono ormai le 21,30 passate, ci spostiamo per godere al massimo il panorama del tramonto infuocato del sole sulle Bardenas e poco più tardi i paesi in valle segnati da mille luci che fanno da riflesso al cielo stellato. Tramonto da cartolina.
 P al santuario isolato di  Nostra Segnora de Yugo nella Bardenas Real vicino a Arguesa. (N 42 12 20,5 - W 1 35 9,5). Serata fresca.
progressivo km 2002 (km 581 giorno)
 
5 lun - Alle 9 volante in mano per spostarci nelle Bardenas vere e proprie. Raggiungiamo il Centro Informazioni (N42 10 46-W1 31 59) e dopo esserci documentati opportunamente con cartine e quant'altro, prendiamo la facile sterrata iniziando un percorso ad anello che raccoglie tutta la Bardenas Real Blanca. E' un sito naturale quasi desertico nel senso che in tutta l'area, di circa 42000 ettari, non vi sono insediamenti umani ne vegetazione consistente. Il suolo è composto da argille, gessi e arenarie instabili. L'erosione dell'acqua e del vento hanno creato un ambiente simile all'Arizzona in cui canyon e altipiani tabulari, detti cabezos,  rendono il paesaggio estremamente affascinante. La quota oscilla tra i 280 e i 670 metri. La vegetazione scarsissima è concentrata prevalentemente nei rari corsi d'acqua che rimangono secchi per la maggior parte dell'anno. Le Bardenas Reales erano di proprietà esclusiva della corona spagnola, adesso non appartengono all'area di nessun comune, ma sono di proprietà della Comunità di Bardenas Reales, un ente pubblico che nel 2000 è riuscito a farla dichiarare Riserva Integrale della Biosfera. Confinante con la Bardenas Blanca (per la presenza di sali biancastri di gesso che ricoprono gran parte della superficie), c'è la Bardenas Negra cosiddetta dalla presenza di vegetazione, molto interessante anche quest'area dove si trovano  alcuni pueblos abitati. All'interno della Blanca che visitiamo, c'è un aeroporto militare dal quale ogni tanto partono rombanti F18 o altri velivoli, che proprio oggi fanno prove di missili centrando obiettivi a terra distanti da noi, ma comunque  ben visibile è la nuvoletta del razzo che esplode a terra. Pranzo in uno spiazzo ai piedi di una mesa i cui fianchi sono costellati di nidi di grifoni che volteggiano sulle nostre teste in voli planati di straordinaria bellezza. Non c'è un albero sotto il quale prendere un po' d'ombra, la temperatura è alta, ma l'aria è estremamente secca e ventilata per cui mangiando dentro i camper, con tutte le finestre aperte, si prova una bella sensazione di refrigerio.  Concluso l'anello di visita ben segnalato (dal quale non è possibile deviare pena sanzioni) prendiamo la direzione verso Soria. Dopo una ventina di km deviamo dalla nazionale per andare a visitare il Monasterio de Fitero. Qualche difficoltà di transito in paese per le strade strette e problemi di parcheggio (N42 3 20,6-W1 51 21,1) risolti in qualche modo, andiamo a vedere il monastero cistercense, ma è chiuso ed è visitabile solo il chiostro. Ci spostiamo per vedere la bella facciata romanica della chiesa di Santa Maria de Nienzebas adiacente il monastero stesso. Due campanili quasi gemelli incorniciano la facciata con un bellissimo portale romanico molto strombato con cornici multiple. La chiesa però è chiusa data l'ora tarda. Giriamo intorno ad essa e ci troviamo un una bella piazza pedonale dominata dall'abside multiplo  della chiesa in puro stile romanico. Riprendiamo strada e arriviamo al campeggio di Soria (un po' fuori la città). Sistemiamo i mezzi sul prato erboso all'ombra di alberelli, apriamo i tendalini perché il sole non è ancora tramontato e prepariamo  cena con i tavoli fuori. La temperatura man mano cala e diventa quasi fresca. Poi a nanna.
P a Soria in Campeggio (N41 44 47,3-W2 29 4,3)
progressivo km 2179 (km 177 giorno)
 
6 mar - Notte fresca, quasi freddo. La temperatura di questa mattina è 21°. Freschino. Partenza dal camping con i camper per visitare i due monasteri ed il centro storico di Soria. Mettiamo i mezzi nel park dei bus (tollerati) del Chiostro de S. Juan de Duero sulla riva del fiume Duero (N41 46 6,1-W2 27 15,1). La visita costa 60 cent per vedere la piccola chiesa ed il magnifico  chiostro  sulla riva del  Duero.  Faceva  parte  della  Fondazione  degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Il chiostro è una perla di bellezza, del sec XII-XIII, rimangono solo gli archi che circondano il quadrato erboso interno, mentre la copertura è andata distrutta. Le colonne sorreggono una serie di archi intrecciati di chiara influenza araba. Ogni lato del quadrato di base ha una successione diversa  di archi. Le forme stilizzate di animali, foglie e disegni sono improntate da un fascino esoterico estremamente affascinante. L'interno della chiesa, a navata unica, presenta due cibori romanici posti simmetricamente ai lati dell'abside,  sorretti ciascuno  da quattro colonne con bellissimi capitelli scolpiti magistralmente con le storie della liturgia ortodossa.  Dopo questa visita spostiamo i camper in un parcheggio (N41 45 59-W2 27 27,7) sulla strada vicino alla cattedrale di San Pedro. Magnifico esempio di vari stili architettonici, costruita nel XII sec, quindi romanica, presenta all'interno motivi gotici e rinascimentali con volte a rameggio sorrette da pilastri cilindrici. Sull'altare maggiore un imponente retablo dorato cinquecentesco. Il chiostro adiacente, in bello stile romanico,con  colonnine binate, di marmo e capitelli scolpiti  che sorreggono la galleria perimetrale.  Usciamo dirigendoci a piedi alla vicina chiesa di Santo Domingo, anch'essa romanica con un bellissimo portale  dalla   profonda strombatura,  scolpito con numerosi personaggi sia negli archi che nella lunetta centrale.  Grande rosone  in alto. La facciata cuspidata, spartita da colonnine che sorreggono archetti ciechi. L'interno è molto semplice a tre navate gotiche e grande retablo all'altare maggiore. Andiamo a vedere poi la imponente facciata del Palacio de los Condes de Gomara, del XVI sec, in stile rinascimentale con grande portale e imponente torre laterale.
All'interno un luminoso patio su due piani. Attualmente è sede del Palazzo di Giustizia. Torniamo di nuovo ai camper spostandoci adesso nel parcheggio lungo la sponda dx del fiume Duero (N41 45 41,7-W2 27 16,7) davanti alla Ermita de San Saturio. Pranzo e poi attraversiamo il ponte pedonale che da accesso al sentiero dell'eremitaggio posto sulla riva opposta. Arroccata alla parete rocciosa la cappella votiva ottagonale sovrasta la grotta dove meditava l'eremita Saturio. Saliamo i numerosi scalini per arrivare all'ingresso della cappella, ma è chiusa, riapre alle 16,30. Troppo tardi per noi e quindi rinunciamo alla visita interna. Partiamo per El Burgo de Osma. Bellissimo centro  magnificamente conservato, in parte circondato da mura e dal Rio Osma. Bel parcheggio adatto anche alla sosta notturna (N 41 35 12,7 - W 3 4 22,7). In corrispondenza del bel ponte sul rio c'è la porta di ingresso al nucleo abitato. La cattedrale gotica, cominciata nel 1232 dal monaco di Cluny   Osma, e intitolata  alla Annunciazione di Maria, è imponente   rispetto alle case intorno. Sorge sull'area di un'altra chiesa romanica precedentemente edificata. Occupa gran parte della Piazza San Pedro. L'ingresso, posto sul fianco laterale,  è protetto da un profondo nartece  con arco a tutto sesto, mentre il portale, arricchito da numerose sculture, è profondamente strombato, con arco a sesto acuto e rosone superiore, separato da una balaustra di epoca seicentesca. Il grande campanile, possente a pianta quadrata, risente degli  influssi di stili diversi che si sono succeduti nel tempo. L'interno si visita  con guida, ma solo in spagnolo. Il tesoro, la sacrestia, il grande retablo. Il chiostro romanico lo visitiamo senza l'aiuto della guida gustandoci centimetro per centimetro i trafori in marmo delle grandi finestre separate da possenti contrafforti, ma chiuse da esili colonnine di marmo e nella parte superiore da una decorazione marmorea  finemente traforata tipica del periodo gotico. Vi si trova il sarcofago di Pedro de Osma, del XIII sec. in pietra colorata. La piazza San Pedro è circondata da edifici medievali a graticcio con antichi portici sostenuti da pilastri  e travature in legno. Riprendiamo strada per arrivare a Segovia. Il navigatore, pazzo, tenta di farci passare per il centro storico creandoci notevoli difficoltà perché arriviamo ad un imbuto oltre il quale la strada è impossibile da percorrere. Traffico dietro di noi in tilt. Marcia indietro! Ritorniamo alla periferia e chiedendo informazioni a voce, riusciamo a trovare il parcheggio vicino all'Alcazar (N 40 56 47,5 - W 4 7 26,3). E' un parcheggio sterrato per auto e bus urbani. Sono già le 21 e ci mettiamo a cena ognuno sul proprio camper. Alle 21,30 arriva la pattuglia di polizia in moto e ci annuncia che vicino c'è un campeggio e lì proprio non possiamo stare. Ordini dal Comando! Finiamo di cenare (con permesso ottenuto) e poi immettiamo le coordinate del camping "El Acueducto" per passare la notte tranquilli. Alle 23,30 siamo a posto pronti per dormire. Giornata fresca sui 22°.
P a Segovia al camping "El Acueducto" , 4 km. fuori città verso sud. (N40 55 52,4-W4 5 32,8).
progressivo km 2402 (km 223 giorno)
 
7 mer- Alle 9,10 con il bus n.5 che passa vicino al camping raggiungiamo Segovia in 15 minuti. Scendiamo alla cattedrale e da lì inizia la visita alla città. La cattedrale, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine e a San Frutos è chiamata anche la "Dama delle Cattedrali" per la sua eleganza. Costruita nei sec. XVI-XVIII, dopo la distruzione di quella precedente a seguito dei moti rivoluzionari dei Comuneros in stile gotico  anche se i tempi sono cambiati (siamo nel 1511 sotto Carlo V) e in parte rinascimentale con la altissima torre campanaria di 110 metri. All'interno le volte delle navate sono a rameggio, elegantissime, sostenute da poderosi pilastri a fascio. Il chiostro del XIV sec, ricorda nelle sue forme architettoniche e decorative, quello di El Burgo de Osma: grandi aperture chiuse da esili colonnine in marmo e delicato fraseggio ornamentale in marmo traforato, in puro stile gotico. Faceva parte dell'antica cattedrale gotica demolita, fu smontato pezzo per pezzo e trasportato presso la nuova. Passeggiata con ricca colazione e quindi arriviamo all'Alcazar. All'estremo nord della città su uno sperone di roccia a strapiombo sulla valle dove  anticamente c'era un fortilizio del XIII sec. Trasformato nei secoli successivi in edificio neogotico  "alla francese" a seguito di un devastante incendio avvenuto nel XIX sec  che ne distrusse gran parte. Bellissimo giardino antistante l'edificio, con fiori e grandi alberi che riparano dalla calura estiva. Il paesaggio che si gode da questa altura abbraccia la verde valle dove scorre il fiume Eresma. In basso si vede il bel monastero di El Parral e poco oltre la cappella di Vera Cruz. In lontananza la Meseta castigliana.  Siamo su un altopiano a 1000 metri di quota e l'aria è fresca e limpida. Ridiscendiamo lungo la Calle Juan Bravo, strada affollata e pedonale piena di negozi, ammirando la Casa de los Picos con l'originale facciata bugnata a punta di diamante, fino ad arrivare all'acquedotto romano, dove questa bella via termina. L'acquedotto, costruito nel I sec sotto Traiano, è imponente ed elegante nello stesso tempo. A due ordini di arcate, nel punto più alto è 28 metri. In conci di pietra perfettamente squadrati è alimentato dal fiume Acebeda che dalla Sierra Fuenfria  porta l'acqua fino nel punto  più elevato della città. Torniamo al camping con il solito bus. Pranzo e partenza per raggiungere Avila. Magnifica strada la N110 che attraversa un paesaggio arido e deserto, tra colline e valli rimanendo sempre in quota sull'altopiano. Arrivo nel parcheggio dei bus, ma anche dei camper (senza acqua ne scarico) ad Avila (N40 39 40-W4 42 17). Ce ne sono già alcuni. Il  luogo è tranquillo,  proprio  dietro  la gendarmeria  e  molto  ampio, perché è anche il parcheggio del Palacio de Congresos. Bell'edificio moderno ma equilibrato e ben inserito nel contesto urbano. E' il tardo pomeriggio, ma il sole è ancora alto, per cui mettiamo giù le bici e andiamo a fare un primo giro alla città. Bisogna pedalare con forza perché le porte di ingresso al centro storico sono in salita. Tutta la cittadina, circondata da mura perimetrali è sulla collina ed il parcheggio invece in basso. Rientriamo ai camper dopo questo primo assaggio culturale e ci apprestiamo a cenare dentro i camper. Il vento teso disturba un po'. La temperatura serale è sui 26°.
P a Avila in parcheggio gratuito misto auto, camper e bus. Non c'è acqua ne scarico, ma è illuminato e tranquillo.(N 40 39 40 - W 4 42 17). Temperature: mattino 15/16°-pomeriggio 25/27°-serale 26/27°.
progressivo km.2472 (km 70 giorno)
 
8 gio - Visita di nuovo alla città di Avila. Prendiamo le bici e alle 9,30 siamo alla Puerta de Alcazar. E' la porta nelle mura cittadine rivolta verso est, vicina alla  Catedral del Salvador. Difesa da due grossi torrioni binati all'esterno dei quali c'è il monumento, moderno, a Santa Teresa d'Avila.
E' ancora tutto chiuso, compreso l'Ufficio del Turismo. Ne approfittiamo per un bel caffè. Alle 10 saliamo sul circuito della Murallas de Avila. Costruite intorno all'XI sec. con un camminamento  sulle mura urbane che le percorre interamente per tutta la sua lunghezza di 2500 metri. Queste erano rinforzate e protette da 90 torri cilindriche disposte lungo tutto il perimetro.  Belle, avvincenti e istruttive con l'audioguida in italiano. Il percorso accessibile è solo sulla metà del perimetro, ma è comunque interessante vedere da una parte la cittadina e dall'altra il paesaggio fino alle lontane montagne.  Siamo sempre sulla quota dei 1200 metri slm. Scendiamo nel centro storico con la bella cattedrale del Salvador, addossata alle mura del lato est con la grossa abside che sporgendo da esse ne costituisce una delle torri di difesa. L'interno è tipicamente gotico con doppio deambulatorio nell'abside. Il chiostro altrettanto bello restaurato di recente. Alle 12,30 siamo ai camper per il pranzo, poi alle 14 partenza per Salamanca, distante 110 km circa. Arriviamo al camping "Don Quiote" sul Rio Tormes a est della città. Sono le 14,30, ci prendiamo questo scorcio di giornata in completo relax al camping. Ordiniamo una enorme paella per 10 persone e alle 20,30 andiamo a ritirare la grande teglia per la nostra cena. Tendalini aperti, tavolini  fuori sotto gli alberi e cena tutti assieme. Chiacchierate serali fin quasi a mezzanotte, poi a nanna. Giornata fresca e serata tiepida, ottima temperatura che certo rimpiangeremo nei prossimi giorni.
P a Salamanca in camping "Don Quiote" sul fiume (N40 58 30,7 - W 5 36 11,7)
progressivo km.2582 (km.110 giorno)
 
9 ven - Prendiamo il bus delle 9, per andare a visitare Salamanca. Arrivo in Plaza de Espagna, e poi a piedi per la Calle Toro arriviamo in Plaza Major, creata nella metà del settecento,  grande, di forma quadrata, monumentale, circondata su tre lati da bei palazzi in stile omogeneo, il quarto è quasi interamente occupato dall'Ajuntamento. Da qui arriviamo alla Catedral Nueva e alla Catedral Vieja, che sono adiacenti. Grandissimo l'insieme, imponente, dove intervengono stili architettonici diversi, gotico, rinascimentale e barocco dovuti al prolungarsi dei lavori nel corso dei decenni. Visita interna ed esterna accurata che lascia ben soddisfatti. Proseguiamo verso il Rio Tormes fino al Puente Romano dalle numerose arcate che scavalcano il fiume. Al ritorno non ci lasciamo sfuggire  la Casas de las Concias, bell'edificio quattrocentesco con i muri esterni decorati con 400  concias (conchiglia) di S. Jago che ne ingentiliscono l'aspetto, insieme alle finestre in stile isabelline e grandi inferriate  in ferro battuto. All'interno un bel Patio in stile    isabellino a due piani con arcate mistilinee di notevole fattura (lavorate in Italia). Davanti a questo palazzo c'è quello de la Universidade Ponticia de Salamanca con il Collegio Gesuita de lo Spirito Santo e le due altissime torri campanarie barocche. Saliamo su quella aperta al pubblico detta "la Clericia", con i numerosi scalini fino alla sommità dalla quale si abbraccia tutta la città. Bella vista.  Rientriamo al camping con i bus delle 14. Pranzo e poi con tutta calma partiamo alla volta di Astorga, che raggiungiamo alle 19,30. Troviamo subito prima della città, l'AA alla Arena de Toros. Ci sono altri camper, anche italiani. Ci sistemiamo con i tavoli fuori, poi quattro chiacchiere per concludere la serata. Il tramonto è intorno alle 22.
P a Astorga in AA gratuita, in parte ombreggiata a un paio di km dalla città (N42 27 5,2-W6 3 57).
progressivo km 2792 (km 210 giorno)
 
10 sab - Andiamo a visitare Astorga (Asturica Augusta ) inforcando le bici. Cittadina medievale ma di origine romana alle pendici dei Montes de Leon sulla Cordigliera Cantabrica (35 km a ovest di Leon). Visita alla cattedrale in stile gotico-fiammeggiante,  trecentesca. La facciata è un misto di stili tra gotico, plateresco e barocco. Archi rampanti, pinnacoli e contrafforti a non finire. L'interno è a tre navate senza transetto con tre absidi poligonali. A lato della cattedrale c'è il chiostro di forme gotiche. Vicino al complesso religioso c'è il Palazzo Episcopale, edificio moderno, del '900, di Gaudì, oggi dedicato al Museo de los Camino, relativo alla storia del percorso dei pellegrini verso Santiago de Compostela. Torniamo ai camper dopo aver girovagato un poco per la cittadina. Pranzo e poi alle 14 partiamo in direzione di Ponferrada per visitare il Castillo de los Templares. Bel castello a margine della cittadina, restaurato con cura e sapienza. Adesso è chiuso, apre alle 17. Giro per le vie cittadine semideserte dalla calura estiva. Alle 16,30 raggiungiamo Las Medulas, zona protetta di antiche cave romane per l'estrazione dell'oro. I parcheggi sono tutti pieni, bisogna avere pazienza ed aspettare che le auto lascino il luogo di sosta per prenderne possesso. Ci sistemiamo provvisoriamente in quello dei bus. Prendiamo tutte le informazioni all'Ufficio Turistico per visitare a piedi il percorso segnato; scegliamo quello breve perché adesso è veramente caldo.  E' un ambiente estremamente suggestivo creato a suo tempo dai romani nella loro attività estrattiva, costituito da colline e alti pinnacoli di ocra rossa e rosa di materiale terroso di resulta che il tempo e la pioggia con la loro azione erosiva hanno creato in questo magico luogo. Iniziamo il sentiero addentrandoci nel bosco verdeggiante godendoci anche la sua frescura ed ammirando questo spettacolo  colorato con la terra rosso fuoco in contrasto con il del bosco. Arriviamo a vedere due grosse cave di estrazione del minerale. L'oro veniva separato dal materiale terroso attraverso la potenza dell'acqua. Questa veniva convogliata artificialmente verso le prime aperture e con la sua forza creava le gallerie il cui fango veniva vagliato per recuperare il prezioso minerale. I documenti ci dicono che da queste cave a cielo aperto i romani abbiano estratto più di 5000 kg di oro puro in tutto il periodo di attività. Adesso è un interessantissimo percorso pedonale tutelato da un Parco Nazionale e dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 1997. Verso le 20, finita la visita, l'area è deserta e noi sistemiamo i camper nel migliore dei modi. Cena in posizione panoramica, con i tavoli fuori alla frescura serale (ma qui il sole tramonta alle 22), come fanno altri camperisti, e poi a tarda sera a letto.
P a Las Medulas in parcheggio auto gratuito. Serata calda, ma poi rinfresca nella tarda serata. (N 42 27 40,9 - W6 46 2,8).
progressivo km.2883 (km 91 giorno)
 
11 dom - Partenza da Las Medulas alle 9, direzione Guimarães in Portogallo. Facciamo la OU533 per attraversare la Sierra de la Cabrera che separa la Spagna dal Portogallo. Strada bellissima che attraversa paesaggi collinari e montani di estrema bellezza. Fondo stradale ottimo e ampia la carreggiata. Saliamo a oltre 1100 metri slm con due passi montani. Aria frizzantina e cielo terso. Colazione in area pic-nic attrezzata con tavoli e panche in granito naturale con ampia vista panoramica su alcuni laghi artificiali che producono energia elettrica. Arriviamo al confine e rimettiamo gli orologi perché oltrepassiamo il fuso orario: un'ora indietro rispetto alla Spagna. Arriviamo a Guimarães al parcheggio del Castello di Alfonso I di Braganza (Re del Portogallo nel 1143 per 40 anni) del X sec. Parcheggio in terra arida, molto polveroso, basta camminare a piedi per sollevare nuvolette di polvere (N41 26 58 - W 8 17 17,8). Bello il castello che domina la città. Cortine merlate in pietra, torri quadrate agli angoli e mastio di forma quadrata alto 27 metri. E' una costruzione possente  in posizione dominante rispetto all'intorno. Ingresso gratuito. Davanti al castello un piccolo gioiello romanico, la chiesa di Sao Miguel, del XII sec. Poco più in basso il grande Palazzo dei Duchi di Braganza, edificio gotico caratterizzato da alti camini cilindrici. Oggi palazzo di rappresentanza del Presidente della Repubblica. Scendiamo a visitare anche il centro cittadino.  Nella piazzetta medievale di Largo de Olivera, oltre alle numerose case a graticcio su portici in legno, c'è la chiesa di Nossa Sinhora de Olivera, antica basilica romanica, con facciata cuspidata e portale ogivale scolpito.  Rimaneggiata nel periodo gotico insieme alla piccola edicola davanti alla facciata; esile edificio su colonnine di marmo e cuspidi sui quattro lati. Il campanile dalle forme possenti è un rimaneggiamento rinascimentale del sec XVI. Molti giardini abbelliscono ampi spazi all'interno del centro storico, dando un piacevole senso di pulizia e freschezza. Oggi è molto caldo. Ripartiamo per Braga. Arriviamo al Monastero del Bon Jesus do Monte sulla collina. Difficoltà di parcheggio a causa dei posti riservati solo ai bus, ma soprattutto a causa dell'affollamento domenicale che pressa questo luogo (N41 33 23,4 - W 8 22 39,3), comunque il vigile ci lascia momentaneamente sostare con mugugnio degli autisti di bus che hanno poco spazio per manovrare. Consigliato il parcheggio più in basso servito anche dalla funicolare per arrivare al convento (N 41 33 10,3 - W 8 22 53). Visitiamo il luogo con un po' di apprensione per i camper. La chiesa è molto grande, ma dal punto di vista architettonico assai recente, ottocentesca. Invece la posizione dominante il paesaggio è molto bella. La scalinate che nasce in basso alla collina  e porta alla sommità del colle, davanti alla chiesa, è di spettacolare bellezza. Le rampe si intersecano alternativamente creando un intreccio fantastico. Ad ogni ripiano c'è una zampillante fontana per rinfrescarci dalla calura e gli scalini, dall'alzata agevole, non fanno sentire la fatica della salita. Però una volta scesi dalla chiesa fino alla base della gradinata, non c'è nessun modo per risalire se non quello di rifare la stessa scalinata in salita. Da tenere di conto quando si parcheggia il mezzo: meglio, quindi, il parcheggio in basso, più comodo, ombreggiato e con meno problemi di posti. Dopo un'ora e mezzo di visita ci spostiamo per la notte a Vila Nova de Gaia, vicino a Porto. Ci sono circa 60 km, ma è tutta autostrada. Arriviamo al Camping "La Madalena" alle 19,30. Troviamo posto all'ombra filtrata degli eucalipti. Temperatura fresca adesso. Si sente l'influenza dell'Atlantico, siamo proprio sul mare! Una volta sistemati apriamo i tendalini e ceniamo fuori tutti insieme.
P a Vila Nova de Gaia al Camping "Orbitur La Madalena" (N 41 6 27,6 - W 8 39 19,5)
progressivo km.3243 (km 360)
 
12 lun - Questa notte ha fatto qualche goccia d'acqua che ha macchiato i camper, polverosi, con il tannino delle piante. C'è nebbia sul mare ed è quasi freddo.  Prendiamo il bus delle 9 e andiamo a visitare la città di Porto. Cominciamo con il porticciolo lungofiume davanti la Praca Ribeira, proprio sotto il ponte di ferro Dom Luis I. I battelli turistici si incrociano sul fiume Douro trasportando gente a visitare le famose cantine del vino. Passeggiando per la città arriviamo alla stazione ferroviaria dove nell'atrio principale i meravigliosi e immensi azulejos fanno bella mostra di se. Poco lontano svetta nel cielo la torre barocca della chiesa de Los Clerigos. Troviamo in Rua Arquitecto Nicolau Nazoni (sotto la chiesa in pratica) un tipico ristorante familiare "Flor de Braganza" con menù a base di baccalà: è nostro! è l'ora giusta. Aspettiamo dieci minuti che si liberi un tavolo e poi ci sediamo. Assaporiamo alcuni dei più buoni piatti a base di baccalà che abbiamo sentito fino ad ora. Prezzi familiari! (il menù: polpette di pesce, crema di tonno, olive saporite, bacalau al forno con verdure miste (!), bacalau asado, guazzetto, patate fritte, insalata, caraffa di vino, acqua, dolce e caffè, il tutto a 13€). Alle 15,30 Arriviamo alla Sé (cattedrale), in alto in bella  posizione, ma stravolta nei restauri ottocenteschi il cui originale romanico si trova solo nel transetto con i poderosi muri. Ci lasciamo sedurre da una visita di tutto riposo per le strade della città con un trenino su gomma che ci trasporta comodamente con commento in portoghese, a vedere le emergenze storiche del centro. Sosta obbligata alla cantina "Real Companhia Velha" dove immancabilmente compriamo il vinho do Porto. Concludiamo il giro alla Sé e quindi una passeggiata sul ponte Dom Luis I non ce lo lasciamo scappare. Visione spettacolare del  fiume Douro e della città dall'alto.  Sulla  sponda opposta c'è la stazione di partenza della cabinovia sospesa ad un cavo d'acciaio, che porta fino a livello del fiume giù in basso sulla sponda sx del quartiere  Gaia,  dove c'è anche la fermata del bus 609 per tornare al campeggio.  Spettacolare! Subito la prendiamo! Merita l'esperienza.
P a Vila Nova de Gaia camping "Orbitur La Madalena". Temperatura durante il giorno fresca ma soleggiata dopo una certa ora. In serata scende di nuovo un po' di nebbia e la temperatura si  abbassa a 23°. Occorre la felpa! Ceniamo comunque fuori, ben vestiti,  sotto i tendalini.
progressivo km 000 (km 000 giorno)  
 
13 mar - Partenza dal camping alle 9 in direzione di Aveiro. In parte autostrada (in media ogni 10 km c'è un ponte telematico che preleva dalla carta di credito presentata all'ingresso della prima autostrada della nazione, la somma di circa 1,10/1,60€ - comoda, non ci sono caselli, ma un po' caruccia). Usciamo 5 km prima di Aveiro per fare spese al supermarket, stessi  prezzi di quelli italiani. Troviamo poi rapidamente il parcheggio sul canale (N40 38 37,45 - W8 39 27,25) e andiamo in centro, distante poche centinaia di metri. E' chiamata "la Piccola Venezia" per i numerosi canali che la attraversano. Prenotiamo un "barco" turistico, dalla tipica forma delle imbarcazioni di questa città che ci porta a spasso lungo questi canali. Bel giro in cui il barcaiolo di nome Helder parlando un po' il  portoghese, lo spagnolo e un po' di italiano ci spiega quello che si vede lungo le sponde passando con la barca. Concludiamo con una visita pedonale al mercato del pesce, che merita uno sguardo, ed al centro storico ricco di bellissimi palazzi lungo il canale principale. Nel pomeriggio riprendiamo strada per arrivare a Praya da Poco (N40 29 23 - W8 47 24,6), ma non c'è posto per parcheggiare perché giustamente è la settimana di ferragosto ed è festa per tutti. Proseguiamo fino a Praya de Mira, circa 7 km più a sud (AA N40 26 42 - W8 48 6 oppure in alternativa poche decine di metri più avanti, sotto la duna, gratis N40 26 43,6 - W8 48 14,5). Parcheggiamo temporaneamente lato strada nel grande parcheggio gratuito e andiamo a vedere la spiaggia. La duna è protetta e si può scavalcare solo passando da un sentiero protetto in tavolato che scende direttamente sulla battigia. Temperatura non troppo calda, oceano con grandi onde che violentano la spiaggia, surfisti in azione sulla cresta dei marosi e tanta gente a prendere il sole. Rimaniamo sulla spiaggia fino alle 20,30 poi decidiamo di rimanere nel grande parcheggio dove nel frattempo le auto se ne sono andate e dove si sono già sistemati altri camper e tende. Non c'è acqua ne scarichi, ma a noi oggi non servono, siamo autosufficienti alla grande. Apriamo i tendalini come fanno gli altri e ceniamo tutti insieme fuori al fresco. Alle 23,30 tutti a nanna. Serata assai fresca e ventilata.
P a  Praya de Mira parcheggio gratuito (N40 26 43,6 - W8 48 14,5) privo di acqua e scarichi.
progressivo km 3350 (km.107 giorno)
 
14 mer - Partenza da Praya de Mira alle 9, verso Coimbra. Parcheggio del Ponte Santa Clara, molto affollato con fondo sconnesso N40 12 19,2 - W8 25 57,3 (ma c'è un'ottima AA lungo il fiume Mondego al Parque Verde Mondego N40 11 57,6 - W8 25 43,8). A piedi arriviamo in centro
agevolmente. La via principale la Rua Ferreira Borges è piena di gente e di negozi. A metà circa si devia a dx e si oltrepassa l'Arco de Almedini per accedere alla parte alta della città che presenta chiari influssi arabi a cominciare da questa porta di ingresso alla città vecchia. La Sé Velha  (cattedrale), romanica del 1170 con imponente facciata e portale di ingresso fortemente strombato a tutto sesto con una serie di cornici molto marcate di stile francese. Il Claustro, molto bello con la galleria perimetrale già con influssi gotici, con archi a tutto sesto racchiusi da archi ogivali più ampi. Le colonnine, binate, con capitelli semplici  completano l'insieme. Saliamo ancora per le stradine strette delle vecchia città fino a raggiungere l' Universidade, la più antica del Portogallo, istallatasi nell'ex Palazzo Reale nel 1540. Dalla enorme piazza antistante gli edifici delle varie facoltà si abbraccia un notevole panorama sulla città e sul Rio Mondego. Scendiamo poi fino alla Placa do Commercio passando a visitare la piccola chiesa di S. Jago, del 1183, con due bei portali romanici, a tre navate e cappella in  stile gotico fiammeggiante. E' giusto il tempo di pranzare. Troviamo un piccolo ristorante  che fa per noi: menù a base di bacalo alla portoghese e bacalao a brasa con tanti ottimi contorni.  Ottima scelta anche stavolta, si mangia bene e si beve meglio. Infine, con un po' di fatica appesantiti dal pranzo, arriviamo alla chiesa di Santa Cruz , inclusa nel monastero omonimo. Facciata in puro stile manuelino ornata all'inverosimile, del 1520,  restaurata nel settecento stravolgendone l'identità rinascimentale. Attraversando la grande sala Capitolare si entra nel Claustro do Silencio  tra i più belle visti fin'ora, del 1520 in stile  manuelino, con bei bassorilievi con la Passione di Gesù, antiche tombe e grandi azulejos seicenteschi.  La temperatura adesso è sui 37°. Molto caldo. Andiamo a riprendere i camper per andare a vedere il Monastero di Tomar. In alto sulla collina che domina la città, era l'antica sede dei Cavalieri di Cristo (Cavalieri Templari che cambiarono (solo) nome a seguito delle vicende con il Papa, mantenendo lo stesso potere). In parte fortezza, in parte monastero con una serie di chiostri uno più bello dell'altro. In quello centrale un gruppo di musicisti classici provano varie arie di Bach e di Mozart nella scenografia fantastica della luce del tardo pomeriggio. Ci fermiamo ad ammirare la famosa finestra in stile manuelino che si trova sui libri di storia dell'arte, come esempio classico di questo stile. Poi dobbiamo uscire perché alle 18,30 chiudono i portoni per le visite turistiche. Arriviamo a Batalah per una strada nuovissima a 4 corsie che il navigatore non conosce. Sorpresa! il parcheggio camper che indicano i portolani è utilizzato per una grande festa (il 14 agosto ricorre l'anniversario della vittoriosa battaglia di Giovanni I il Grande a Aljubarrota). Esiste in compenso il pozzetto di scarico di cui ne facciamo uso. Con qualche difficoltà ci sistemano in un parcheggio auto. E' caldo e c'è una grande festa, speriamo di dormire!
P a Batalah in parcheggio vicino all'area della festa. Grande confusione e musica, anche interessante, ma a tutto volume fino alle 4 di notte.(N39 39 41,4-W8 49 23,1).
progressivo km.3540 (km.190 giorno)
 
15 gio - E' Ferragosto, festa per tutti. Alle 9,30 andiamo a visitare il Monasterio de Santa Maria da Vitoria, mentre  vicino ai camper  cominciano a montare i banchetti degli ambulanti già dalle 6 di stamani. Grande mercato di Ferragosto e grande nottata in bianco. Comunque nella nebbiolina mattutina, che ormai ci accompagna da quando siamo sulla costa portoghese, facciamo la visita al monastero. Ingresso gratis perché è Ferragosto! Molto bella la facciata, capolavoro del gotico portoghese, ricca di guglie, pinnacoli e archi rampanti al suo interno racchiude uno scrigno architettonico unico, la Capela do Fundador del 1426. Nei due sarcofaghi al centro della cappella sono le spoglie del re Giovanni I e della moglie Felipa de Lancaster che si tengono per mano. Non ci sono parole se non le foto, per descrivere  la magnificenza dell'opera, la mirabile esperienza del mastro scultore. Dalla navata si passa al Claustro Real, anch'esso in forme gotiche, bellissimo e infine si passa all'abside dove si trova la Capelas Imperfeitas iniziata nel 1438 e poi abbandonata senza copertura, ma bellissima anche nella sua incompletezza. Il sole nel frattempo ha vinto sulla nebbia e adesso è di nuovo caldo. Alle 11,30 mettiamo in moto e partiamo alla volta di Obidos. Parcheggio in AA (N39 21 22,7-W9 9 24,2) gratuita dalle 9 alle 17. Visita al bellissimo borgo cinto da mura dove il colore dominante è bianco, accecante nel sole, reso più gentile dai numerosi
cespugli di buganvillee fiorite abbarbicate ai muri delle case. Facciamo la strada centrale, ma c'è da fare a gomitate per passare, troppi turisti. Il camminamento sulle mura è più fresco e meno affollato. Assaggiamo la Ginjina con il bicchierino di cioccolato (liquore a base di ciliege) e poi torniamo ai camper per arrivare a Peniche dove troviamo parcheggio sul promontorio alto, sul mare, che spumeggia in basso sbattendo le rocce con colpi assordanti. Purtroppo la foschia non lascia ancora vedere uno spicchio di sole. Odore intenso di  mare e di alghe. Foto, foto, foto...poi prepariamo la cena ognuno sul proprio mezzo perché il vento la fa da padrone, è fresco e poi dobbiamo recuperare il sonno perso la notte passata.
P a Peniche sul promontorio di Punta  Papoa, insieme a tanti altri camper. (N 39 22 19,5 - W 9 22 35). Serata fresca.
progressivo km 3632 (km.92 giorno)
 
16 ven - Partenza alle 9 per andare a vedere il faro di Cabo Corvoeiro a due km sul vicino promontorio. Panorama spettacolare e vento teso. Ancora foto. Ci fermiamo ancora dopo pochi km sulla spiaggia di Consolacao, ma è deserta perché è presto e tira ancora un forte vento che ci costringe a riparare nel baretto della spiaggia a prendere un bel caffè mattutino. Il sole ancora non fa capolino dalla foschia. Non fa proprio caldo, anzi! Riprendiamo strada mandando a quel paese il navigatore  che ci mette in difficoltà più di una volta facendoci attraversare strade di paese strettissime quando a pochi metri scorre la strada nazionale. Arriviamo a Porto Novo senza badare alle indicazioni del navigatore ma seguendo la segnaletica stradale. Sosta nel grande parcheggio sulla spiaggia e visita al piccolissimo borgo di pescatori che arrivano con le barche cariche di pesce. Le tirano sulla spiaggia con argani a motore e poi scaricano le ceste piene di orate, branzini, gronghi e razze. Ora di pranzo sul camper a causa del vento che non lascia tregua. Raggiunta Ericeira troviamo subito il campeggio prima del paese giungendo da nord. Ci sistemiamo e poi visita alla cittadina alquanto distante. Molto turistica con case bianche e fasce alle porte e finestre di colore giallo o azzurro. E' la patria dei surfisti, infatti tira vento ed è freschino. Verso le 16 il sole riesce a bucare la foschia, ma non riesce a scaldare ancora. Indossiamo la felpa. In basso il piccolo porticciolo turistico pieno di barche colorate è protetto dai marosi da un lungo pontile. Rientriamo ai camper infreddoliti. Diamo una spolveratina ai camper ricoperti di antica polvere e poi a cena dentro perché è freddo!
P a Ericeira, Ericeira  Camping (N38 58 40,2 - W9 25 7,1)
progressivo km.3704 (km.72 giorno)
 
17 sab - Partenza dal camping alle 9. Facciamo rotta sul faro di Cabo da Roca. Tira, come al solito, un bel vento. Nel park cominciano ad arrivare bus carichi di gente e il sito si affolla rapidamente.
Tanti italiani. Siamo arrivati al faro seguendo l'auto di un gentilissimo signore portoghese che ci ha tratto da una situazione grave: il navigatore ci ha fatto passare all'interno di Ulgueira, paesino con strade sempre più strette. Con 5 camper la situazione è degenerata. Il traffico locale si è bloccato e per fortuna è intervenuto il signore suddetto che ci ha scortato fino al faro. E' entrato in ufficio ed ha cominciato a fare il suo lavoro di operatore turistico del faro! Parla correttamente l'italiano, Scambio di indirizzi, foto di rito e certificato di passaggio dal punto più occidentale del continente europeo. Riprendiamo strada passando stavolta dalla comoda tangenziale per arrivare a Lisbona dove troviamo subito il camping Monsanto. Sistemazione senza problemi di sovraffollamento. Pranzo e poi con il bus 714 andiamo a fare visita alla città. Bella come sempre la Placa do Commercio, la Rua Augusta e la Placa do Rossio, poi rientriamo al campeggio per la cena. Siamo stanchi, ma comunque mettiamo i tavoli fuori e ceniamo tutti assieme. Poi a nanna  presto.
P a Lisbona al Camping Monsanto (N38 43 29 - W9 12 28). Serata fresca.
progressivo km.3800 (km.96)
 
18 dom - Nuova visita alla città. Castello S. George con l'eletrico 28, Il mirador de Santa Luz, la Sé e infine l'Alfama per l'ora di pranzo. Scegliamo un bel localino nel Largo do Chafariz de Dentro, menù a base di bacalao come al solito e come al solito scegliamo giusto perché si mangia proprio bene. Poi nel pomeriggio con il tram raggiungiamo il Monastero di S. Jeronimo con il suo meraviglioso chiostro, la Torre di Belem e il Monumento Los Descobridore sul fiume Tejo. Rientriamo al campeggio con il bus, stanchi morti. Oggi è stato tutto il giorno caldo. Cena e a letto.
P a Lisbona al Camping Monsanto.
progressivo km.000 (km.000 giorno)
 
19 lun - Partiamo dal camping alle 9 e andiamo in direzione di Evora. Ci fermiamo ad un supermarket per fare spesa, gasolio e abbondante colazione al bar interno. A 10 km da Evora facciamo sosta pranzo perché è già tardi. Una grossa quercia ci offre ospitalità sotto le sue fronde. Temperatura oltre 38°, ma all'ombra si sta bene. Ripartiamo e poco dopo siamo nel grande parcheggio della città (N38 34 0.2 - W7 54 25,3). Il caldo è opprimente, solo i turisti girano accaldati per le vie del centro. Molto bello il giardino pubblico con fontane ed il bellissimo Palacio di Dom Manuel, in stile eclettico con archi moreschi, pinnacoli e l'immancabile simbolo dei Cavalieri di Cristo. Poi a seguire la chiesa di S. Francesco, romanico-gotico, con il profondo nartece su colonne e l'adiacente Capela dos Ossos, con miglia di ossa umane disposte ad arte sulle pareti. Poi lungo le vie strette piene di negozietti di souvenir fino alla Sé mastodontica di forme romanico primitivo con influssi gotici, con alta e possente torre campanaria. Poco distante  i bellissimi resti del tempio romano dedicato a Diana, su una spianata che domina la città. Ripartiamo in direzione di Porto Covo che raggiungiamo per strade ordinarie alle 20. Sistemazione sulla scogliera alta sul mare, con altri camper. Paesaggio da cartolina nella luce dorata del tardo pomeriggio. Cena in paese a base di baccalà alla nata (crema), molto buono, fritto misto e tanti contorni. Caraffa di Vino Verde freschissimo e caffè.  Rientriamo ai camper per andare a dormire (N37 52 12,2 - W8 47 36,8). Alle 2 di notte passano le guardie del parco per mandare via tutti i camper parcheggiati sulla scogliera perché essendo parco protetto si può sostare solo dall'alba al tramonto! ma nessun cartello avverte di questo. Comunque grande girandola di mezzi che a quest'ora cercano parcheggio nel centro di Porto Covo. Così facciamo anche noi, parcheggiando in una strada tranquilla a lato dell'AA per finire di passare la notte (AA- N37 51 8,65 - W8 47 20).
P a Porto Covo in parcheggio vicino alla AA - N37 51 8,65 - W8 47 20
progressivo km.4090 (km.290)
 
20 mar - Alle 9 ritorniamo sulla scogliera fronte mare. Relax e passeggiate lungo la spiaggia in bassa marea. Scenario bellissimo e acqua di mare calda. Prendiamo poi le bici e andiamo in paese. Passeggiate tra le tante trattorie e negozi. Bel paese con case basse, bianche ordinate e pulite con i contorni delle porte e finestre di un bell'azzurro mare. Rientriamo alle 13,30 per aprire i tendalini fronte mare e pranzare fuori alla leggera brezza marina. Pennichella fino alle 17 poi verso Cabo Sao Vicente (130 km). Bella strada che passa attraverso boschi di pini e eucalipti. Teniamo una buona media di velocità. Fondo ottimo e strada semideserta, territorio poco antropizzato. Arrivo a Cabo S. Vicente alle 19,30. C'è una folla strabocchevole nel parcheggio del faro e dietro di noi una lunghissima fila di auto che hanno tutte la stessa meta: il faro! Sulla scogliera c'è una notevole folla seduta ad aspettare (cosa?). Ci chiediamo se alle 20 comincia uno spettacolo, una festa, un concerto, il passaggio di cetacei. Niente di tutto questo, sono tutti rivolti verso il sole in attesa del suo tramonto in mare! E' un mito quello di trovarsi tutti insieme a vedere lo spettacolo del sole che si tuffa in mare da questa posizione estrema, la punta più protesa in mare della penisola iberica. Al di là c'é l'America. Quando il sole cala sull'orizzonte, si accende la lanterna del faro e tutti partono contemporaneamente mettendo in moto creando un lungo serpentone di fanalini rossi fino alla cittadina di Sagres. Così facciamo anche noi fermandoci nel bel parcheggio del fortino a Sagres per passare la notte. Ci sono già numerosi camper, ma c'è posto per tutti. Cena, un po' di TV, quattro chiacchiere e poi a nanna.
P a Sagres nel parcheggio del forte. Gratuito e illuminato. No acqua ne scarico(N37 0 16,1 - W8 56 41,4)
progressivo km.4236 (km.146 giorno)
 
21 mer - Visita alla Fortaleza de Sagres. Apertura alle 10. Quella attuale è una fortezza  costruita nel XVIII sec. a difesa di un gruppo di case dove più anticamente sorgeva la Vila do Infante, cioè la casa di Henriques, figlio minore di quel Giovanni I e di Felipa de Lancaster sepolti nella chiesa monumentale di Batalah. Nelle intenzioni di Henriques all'interno dei bastioni doveva sorgere una cittadina da fare concorrenza a Cadice in Spagna, ma penuria d'acqua, terreni intorno aridi e poco fertili fecero naufragare rapidamente questa idea. Le pareti rocciose del tavoliere dove sorge  il fortino sono a picco sul mare e tutto l'insieme doveva essere imprendibile per qualsiasi attaccante. La piccola chiesa con campanile a vela è una ricostruzione della originale che a suo tempo conteneva le reliquie di Sao Vicente, martirizzato a Valencia. La fruizione turistica comunque è molto interessante, la lunga passeggiata interna lungo il sentiero organizzato con pannelli esplicativi sia della storia sia della flora e fauna di questo sito è molto suggestiva perché corre sul bordo del promontorio alto sul mare e con una sola occhiata si vede sia la costa verso est sia verso ovest dove chiaramente  domina il faro di Sao Vicente poco lontano. I bastioni sono percorribili in tutta la loro ampiezza e antichi pezzi di artiglieria sono posizionati dove un tempo dovevano essere. Ripartiamo in direzione della Spagna, quasi tutta autostrada a pagamento: si paga tramite carta di credito che viene registrata al primo ingresso dopo il confine portoghese e ogni 10 km circa questa viene caricata tramite lettura ottica della targa quando il mezzo passa sotto i varchi elettronici, all'uscita dal Portogallo l'ultimo varco telematico interrompe questa prassi. Entriamo in Spagna attraversando il ponte sul fiume Guadiana che fa da confine tra i due stati. Adesso è Autovia, quindi superstrada gratuita. Oltrepassiamo Huelva e subito dopo la laguna deviamo per andare a vedere il monastero de Nostra Segnora de la Rabida, dove Cristoforo Colombo fu ospitato per un anno dai monaci francescani, che avevano promosso il suo viaggio presso la Regina Isabella di Castiglia e Alfonso d'Aragona suo consorte, e che approntò le tre caravelle nel porto di Palos de la Frontera (adesso insabbiato a tre km dal mare). Visita interessante (con audioguida) perché all'interno del monastero, oltre la bellezza del sito, c'è un interessante museo dedicato ai viaggi di Colombo e alla scoperta del Nuovo Mondo, con documenti e oggetti appartenutigli, compreso la vecchia spada, ormai ferrosa, che portava allora. Ad un km più in basso, sulla riva dell'attuale laguna, è allestito un interessante centro turistico interattivo dove  nel porticciolo artificiale sono ancorate  le tre caravelle (riprodotte in scala reale) in posizione navigabile, sulle quali si può salire e assimilare l'emozione del viaggio pensando alle mille difficoltà ed incognite che presentava questa idea folle. Sono ormai le 19,30 quando prendiamo la bella strada litoranea che attraversa la folta pineta del Parque Natural de Coto Dognana, per raggiungere Matalascagna e quindi El Rocìo, la meta di oggi. Entriamo nel campeggio e dopo le formalità di rito andiamo a cenare nel ristorante "Toruno" nel villaggio. Tanti cavalli e cavalieri, calessi e calessini a passeggio per le strada sabbiose del centro. In questo paese l'asfalto termina alla periferia. Tutte le strade  hanno il fondo sabbioso e quindi in teoria gli unici veicoli dovrebbero essere quelli trainati da cavalli oppure più agevole con cavalli da sella. Anche i bar hanno l'uso di servire i clienti che  rimanendo seduti sulla sella o sul calesse hanno a disposizione tavoli ad altezza opportuna. E' la caratteristica di questo piccolo centro religioso che poi culmina con la Romeria del Rocìo una festa in onore della Vergine del Rocìo che riunisce più di un milione di pellegrini il secondo giorno di Pentecoste. La chiesa assai moderna, del 1964, è
comunque molto suggestiva, posta nella piazza principale, luogo di ritrovo serale di molti cavalleggeri e calessi a pariglia. E' un continuo turbinio di polvere che viene sollevata anche dalle auto dei residenti che purtroppo percorrono queste strade di sabbia e che sminuiscono a volte il fascino della originalità. La sera è il culmine del fascino quando l'oscurità rischiarata dalla discreta illuminazione pubblica nasconde molte cose facendone risaltare altre. E' come un villaggio messicano visto nei molti film di cow-boy dove ad ogni strada compaiono all'improvviso  cavallerizze con montatura  a donna e cavalieri  nei vestiti tipici andalusi cavalcando in passeggiate senza meta o diretti ai molti bar con la stanga per il cavallo, a prendere l'aperitivo serale. Rientriamo a piedi ai camper. E' mezzanotte passata. Doccia per levare la polvere di dosso. Siamo soddisfatti.
P a El Rocìo al Camping Aldea (N37 8 30 - W6 29 28). Tempo bello tutto il giorno con temperatura piacevole.
progressivo km.4541 (km.305 giorno)
 
22 gio - Torniamo in paese a vedere l'effetto che fa con la luce del sole. E' più "magico" la sera. Sempre affascinante, ma di giorno perde l'incanto del buio che nasconde le incongruenze della quotidianità. Rientriamo per il pranzo perché entro le 14 dobbiamo lasciare libere le piazzole del camping. Dopo una settantina di km siamo a Siviglia. Andiamo all'area di sosta "Dos Hermanos" segnalata da Arcipelagoverde (N37 18 37,5 - 5 57 29,8W) e troviamo solo un rimessaggio camper, camion e roulotte. Il gestore gentile, apre il cancello e ci sistemiamo con qualche perplessità. Siamo gli unici occupanti. Non c'è un albero sotto cui ripararsi dal sole. La temperatura si aggira sui 38°. C'è elettricità, acqua e scarico ed il  bus per la città passa ogni 20 minuti, 12€ a notte. Visto che sono sole 15,30 decidiamo di andare subito in centro e ci mettiamo in attesa del bus.. E' caldo. Passa un'ora, ne passa un'altra di ore, ma alle 17,30 ormai è tardi e chiediamo spiegazioni al gestore dell'area che prontamente telefona alla compagnia. Dopo il 15 agosto le corse pomeridiane sono abolite! Bella roba. Domattina quindi prendiamo quello delle 8,30 così siamo in città presto. Ci mettiamo all'ombra dei camper con le sedie e tra chiacchierate, docce, aperitivi e cena passiamo la giornata, un po' contrariati per aver perso un pomeriggio aspettando chi non viene. La temperatura serale scende rapidamente sui 30°, ma il clima è secco.
P all'AA "dos Hermanos" una decina di km a sud di Siviglia N37 18 37,5 - 5 57 29,8W. In effetti è un rimessaggio di mezzi vari con una piccola zona per autocaravan di passaggio con servizi minimi.
progressivo km.4637 (km.96 giorno)
 
23 ven - Alle 8 siamo in attesa del bus per la città. Alle 9 non è ancora passato nessun bus! Decidiamo di uscire da questa AA e andare a parcheggiare a Siviglia dove c'è un riferimento conosciuto da precedenti visite "Aparcamento Los Pinos"(N37 23 28 - W6 0 52). Recintato, illuminato e controllato 24/24 a 10€ a notte, oppure a ore. Non ci sono servizi, ma siamo più che autosufficienti. Inoltre il centro si raggiunge in pochi minuti. Infatti tiriamo giù le bici e prestamente siamo nella piazza dell'Alcazar e della cattedrale. Adesso sono le 10, orario di apertura, quindi visitiamo subito l'Alcazar visto che non c'è ancora la fila chilometrica . E' bellissimo come sempre e la sua descrizione in questo diario sarebbe sempre insufficiente per cui si rimanda alle guide ufficiali. Finita questa visita entriamo nella cattedrale, (descritta meglio di me sulla guida) e saliamo fin sulla sommità della Giraglia ( il campanile) per vedere la città dall'alto. Non ci sono scalini per salire, ma un agevole piano inclinato che facilita la salita anche ai genitori con passeggini per bambini. Quando discendiamo è ora di pranzo che andiamo a consumare in un ristorantino nel quartiere Santa Cruz. Scegliamo il menù a base di tapas e scegliamo bene perché ci arriva una serie di piattini saporiti costituiti da paella, spezzatino di carne con patate in umido, insalata russa, calamari fritti, gamberi impanati e fritti con contorni vari che a mala pena ce la facciamo a finire, dolce e caffè per concludere. Andiamo poi all'ombra delle grandi magnolie nel parco pubblico li vicino per fare un riposino. Sempre con la bici arriviamo in Plaza de Espana. Bene, dopo tre volte, in anni diversi, che vediamo questa  piazza  senza l'acqua nel canale che la cinge, stavolta  c'è. E' possibile anche prendere una delle piccole barchette per fare un giro come a Venezia. Rimandiamo le notizie storiche e la descrizione alle guide ufficiali. Quindi facendo la ciclabile lungo il fiume Guadalquivir vediamo in successione la Torre de Oro, la Plaza de Toros, fino ad arrivare, stanchi, ai camper. Sono ormai le 18, paghiamo 4€ di parcheggio e partiamo in direzione di Granada. Tutta Autovia gratuita fino al camping "Reina Isabel" a 7 km a sud della città. Ci sistemiamo e poi tavoli fuori e cena comune, poi a nanna. Temperatura sui 36° di giorno, ma dopo le 21 siamo già a 27°.
P a Seviglia al camping Reina Isabel (N37 7 28,7 - W3 35 9,3) Quartiere della Zubia.
progressivo km.4923 (km.286)
 
24 sab - Ore 10,30, partenza con il bus per Granada. In 15 minuti siamo vicino alla cattedrale. Le strada per arrivare in Plaza de las Plasiegas dove si innalza la cattedrale, sono vive e piene di gente e di negozi. La facciata della chiesa è molto difficile da fotografare  intera perché le case intorno sono a ridosso della chiesa stessa. Le navate interne sono rimarcate profondamente anche all'esterno con profonde strombature concluse con arco a tutto sesto. E' un miscuglio di stili, nata come gotica, fu continuata in epoca rinascimentale e conclusa nel 1703. Merita una visita interna per vedere anche la Capilla Major, grandiosa di forma cilindrica di 22m metri di diametro e 45 m di altezza. Giriamo per la città arrivando fino al convento di S.Jeronimo e ritornando poi in centro per andare a pranzo in Plaza Pescadoria (gazpacho, crocchette insalata frittura di pescados, o filetto di lomo (maiale) con contorni vari, bibite a scelta e caffè a parte, per 8,90 €). Dopo pranzo ancora giri senza meta a fare shopping nei vicoletti intorno alla cattedrale. Riprendiamo il bus per il rientro al campeggio. Un po' di relax, cena presto perché alle 20,30 andiamo a vedere lo spettacolo di flamenco al Sacro Monte,  il vecchio  quartiere   dell'Albaicin   dove  si notano le cuevas, case scavate nella montagna, abitate ancora da gitani. Bello spettacolo di flamenco eseguito in un ambiente seducente a diretto contatto con il pubblico. Alle 23,30 finita l'esibizione, una guida accompagna il gruppo in una passeggiata suggestiva , nella notte lungo le strette vie in salita del "barrio" con lo spettacolo di Granada illuminata e l'Alhambra proprio di fronte sull'altro versante della valle. A  mezzanotte il bus ci riporta al camping per il meritato riposo. Bella serata!.
P a Granada camping " Reina Isabel" nel quartiere della Zubia. Temperatura sui 37/38° di giorno, ma clima asciutto per cui la percezione del caldo è mitigata. Serata fresca.
progressivo km.000
 
25 dom - Visita all'Alhambra per gli altri del gruppo, mentre noi rimaniamo al camping in completo relax perché già vista tre volte. Qualche lavoretto di riassetto camper e piccole pulizie. Al rientro degli amici dalla visita, pranziamo, paghiamo il camping e poi prendiamo l'Autovia A92 (gratuita) direzione Guadix (bel villaggio con cuevas scavate nel fianco della collina). Usciamo dalla A92 per andare a vedere il castello di La Calahorra, che svetta nella luce del pomeriggio sulla collina.
Bell'edificio del 1500, possente con quattro torri angolari di forma cilindrica con copertura a cupola. Rapido percorso a piedi fino alla porta, ma è chiuso, apre solo il mercoledì!  Breve giro intorno alle mura perimetrali e poi ridiscendiamo a piedi e ripartiamo per la A92 fino a Cabo de Gata. Ci sono tante auto e tanti camper parcheggiati fronte mare, ma un posto lo troviamo anche noi. Un paio d'ore di mare e di sole sulla spiaggia, poi cena, chiacchiere e alle 23 a nanna.
P a Cabo de Gata Alamadraba, spiaggia de la "Fabriquilla" park libero. (N36 44 22,8 - W 2 12 31,7). Non c'è acqua ne scarichi
progressivo km.5134 (km.211 giorno)
 
26  lun - Mattinata sulla spiaggia. Sistemiamo meglio i camper a forma di U con i tendalini aperti. Acqua trasparente, cristallina e calda che invoglia a fare finalmente il bagno (siamo nel Mediterraneo!). Il cielo è leggermente nuvoloso, ma la temperatura gradevole. Pranzo sotto i tendalini tutti insieme. Pennichella pomeridiana, poi alle 18 partenza per un'altra bella spiaggia, la Playa dos Palmas, a sud di Aguilas (N37 22 28 - W1 38 17,6). Sito da plein-air e spiaggia da cartolina. Non ci sono descrizioni sufficienti. Sono ormai le 20,30, sistemiamo i camper in area libera, dove alcuni mezzi sono già in posizione. Camper a 10 metri dall'acqua, palme sul mare, tramonto sull'orizzonte. Apriamo i tendalini, come gli altri, e ceniamo fuori tutti insieme.
P a Playa dos Palmas alcuni km a ovest di Aguilas. Gratis, non c'è acqua ne illuminazione,  ma lo scarico si può effettuare in un wc chimico mobile, disposto dall'Amministrazione al bordo della spiaggia. N37 22 28 - W1 38 17,6
progressivo km.5258 (km.124 giorno).
 
27 mar - Al mare tutto il giorno in questo ambiente magico. Passeggiate e bagni nell'acqua limpida e calda. Pranzo all'ombra delle palme e dei tendalini. Ventilazione naturale piacevole.  Ottima temperatura  sui 27°. Aspettiamo la cena riparati dalla brezza fresca del mare. Stappiamo una bottiglia di spumante italiano, il sito se lo merita! Poi a nanna.
P alla Playa dos Palmas. Stesso posto di ieri sera.
progressivo km.000
 
28 mer - Partenza alle 8,30 per Valencia. Sosta al supermarket di Lorca dove tra spese varie e colazioni perdiamo più di un'ora e mezzo. Ripartiamo e dopo Alicante entriamo in Autopista AP 7(a pagamento), quindi dopo solo 9 km deviamo sulla N340, bella strada che si inerpica in un paesaggio desertico, senza  alberi,  di notevole fascino. Passiamo Xixona e quindi si sale al passo  di "Port de la Carrasqueta", a quota 1024 dove facciamo pausa pranzo in posizione panoramica con vista fino al mare. Rientriamo sulla Autovia A7 (gratuita) e ci becchiamo un fortissimo acquazzone che ci costringe a ridurre notevolmente la velocità. In compenso porta via tanta polvere dai camper. Arriviamo a Valencia e dirigiamo al El Saler dove entriamo nel camping "Coll Vert". Sono le 16,30. Cielo plumbeo. Il campeggio ospita una festa rave ! musica a tutto volume. Ci Mettono in una zona appartata tra giovani con capelli rasta e con i corpi tatuati  che bevono birra a tutto spiano. Si prospetta  un'altra nottata in bianco come a Batalha! Comincia a piovere e questo smorza un po' i bollenti spiriti, ma ai ragazzi dell'acqua non sembra proprio importare molto. Speriamo che piova tutta la notte!!!Alle 2 di notte, come promesso dal gestore, finisce tutto, improvvisamente e così possiamo concludere la notte tranquillamente.
P a El Saler, a sud di Valencia, al Camping "Coll Vert" (N39 23 46,5 - W0 19 57).
progressivo km.5623 (km.365)
 
29 gio - Partenza con il bus alle 9,20 per la visita a Valencia. Fermata al capolinea, abbastanza vicino al centro storico. Passeggiata verso la Plaza del Caudillo" il nodo nevralgico della città. Bella piazza con Ajuntamiento e palazzo delle poste. Bella fontana che cambia continuamente i getti d'acqua e si illumina di diversi colori di notte. Arriviamo allo stupefacente Palacio del Marquées de Dos Aguas, con il fastoso portale barocco e visitiamo il "Museo Nacional de Ceramica" al suo interno. Merita una visita solo questo!.Arriviamo fino in Plaza de la Reina per vedere la Cattedrale con la sua bella facciata barocca e il suo bel campanile. Pranzo sulla via principale Calle de San Vicente, prendiamo il menù del dia a base di paella e altre cosette appetitose. Andiamo quindi a vedere il Mercado Central, grandi strutture in ferro a vista e cupola centrale in stile Liberty, e la Lonja, grande edificio in stile gotico fiammeggiante. Prendiamo il bus per arrivare alla Ciutat de les Arts i le Ciences. Grande complesso edificato nell'antico letto del Rio Turia, a suo tempo deviato in altro luogo per evitare continue inondazioni della città. Edifici modernissimi con funzione pubblica, (alcuni di Santiago Calatrava), quali L'Hemisferic (cinema planetario), Museo de las Ciencias Principe Felipe, l'Oceanografic (acquario) e il Palacio de la Musica Reina Sofia e tanti altri edifici di architettura d'avanguardia, come l'Ombraque, giardino pubblico con forme e decorazioni che ricordano Gaudì. Prendiamo il bus del ritorno alle 18,30 stanchi morti. Cena e poi a nanna perché domani avremo tanta strada da fare per il rientro in Italia.
P a El Saler a sud di Valencia al camping "Coll Vert" stesso di ieri sera. Questa sera calma piatta!
progressivo km.000
 
30 ven - Paghiamo (ci ha fatto lo sconto del 20% per il disagio della festa rave). Prendiamo la Autovia a pagamento e arriviamo vicini al confine tra Spagna e Francia, alla Jonquera. Sosta al supermarket per gli ultimi acquisti e poi ancora via sulla Autoroute francese. Solito ingorgo a Montpellier, usciamo a Lattes per disperazione, ma ci sono lunghe file anche qui. Arriviamo comunque a Saintes Maries de la Mer alle 19,30. Andiamo a mangiare la solita paella in centro, poi breve giretto per le vie del paese e quindi a letto. Domani ci aspetta l'ultima tappa per l'Italia.
P a S.tes Maries de la Mer in AA (N43 27 19 - E4 25 39) a pagamento.
progressivo km.6390 (km.767)
 
31 sab - Tutta Autoroute da Saintes Maries e poi autostrada italiana fino a Lucca.
progressivo km.7040 (km.650 giorno).
FINE VIAGGIO
TOTALE Km. 7040
PERCORSO: ITALIA-FRANCIA-SPAGNA-PORTOGALLO-SPAGNA-ITALIA
 
Considerazioni generali:
Il viaggio è stato suddiviso in quattro parti:
FRANCIA - Percorso alla ricerca di alcuni villaggi e castelli che hanno subito la Crociata contro l'eresia Catara nel Medioevo:
Carcassonne (châteaux)
Montréal  (village)
Mirepoix  (village)
Montségur  (châteaux)
Puivert  (châteaux)
Rennes-les-Chateau  (village)
Puilaurens  (châteaux)
Peyrepertuse  (châteaux)
Queribus  (châteaux)
Arques  (châteaux)
Termes  (châteaux)
Villerouge-Termenes  (châteaux)
Lagrasse  (abbaye)
Fontfroide  (abbaye)
Narbonne  (cité)
 
SPAGNA - Città e paesi del nord
Bardenas Reales
Fitero
Soria
El Burgo de Osma
Segovia
Avila
Salamanca
Astorga
Ponferrada
Las Medulas
 
PORTOGALLO città e paesi
Guimaraes
Braga
Porto
Aveiro
Praya da Poco
Praya de Mira
Coimbra
Tomar
Batalha
Obidos
Peniche
Cabo Corvoeiro
Ericeira
Porto Novo
Cabo da Roca
Lisbona
Evora
Porto Covo
Cabo Sao Vicente
Sagres
 
SPAGNA città e paesi del sud
Monastero La Rabìda
El Rocìo
Siviglia
Granada
La Calhorra
Cabo de Gata
Aguilas
Valencia
 
In Francia le Autoroute sono abbastanza care ed hanno i caselli che interrompono continuamente il percorso con perdite di tempo notevoli, specie d'estate. In compenso ogni paese o città ha l'opportunità di accogliere camper con aree attrezzate o semplici piazze. Le strade hanno un ottimo fondo asfaltato privo di buche o sobbalzi, a parte le cunette dissuasori all'ingresso di ogni paese. I prezzi del carburante sono inferiori a quelli italiani, quelli dentro i supermercati sono ancora più bassi, ma attenzione perché durante i giorni festivi il rifornimento si fa solo con alcuni tipi di carta di credito con il PIN. La visita agli edifici religiosi sono a pagamento. I prezzi dei generi alimentari e dei ristoranti sono in genere inferiori a quelli italiani, quello degli alcolici, vino, birra ecc sono invece più cari.
 
In Spagna le autostrade gratuite si chiamano Autovie, quelle a pagamento Autopiste. Il carburante costa un po' di più di quello francese, ma comunque meno di quello italiano. Il fondo stradale della maggior parte della rete stradale è ottimo. I prodotti alimentari e i ristoranti costano meno che in Italia. I bar invece sono più cari. Gli alcolici sono meno cari. Le chiese sono  tutte a pagamento escluso l'ora della funzione. Sulle spiagge libere spesso c'è la doccia gratuita per i bagnanti. I negozi e in genere gli ingressi ai musei e quant'altro aprono  alle 10 di mattina. Generalmente città e paesi sono molto puliti e ordinati. Non si vedono clochard o indigenti a chiedere elemosina. C'è sempre il sole!
 
In Portogallo le autostrade sono tutte a pagamento senza caselli  tramite carta di credito che viene registrata al primo ingresso dopo il confine portoghese e ogni 10/12 km circa questa viene caricata tramite lettura ottica della targa quando il mezzo passa sotto i varchi elettronici, all'uscita dal Portogallo l'ultimo varco telematico interrompe questa prassi. Il fondo  di quasi tutta la rete stradale è ottimo. Ottime tutte le segnalazioni con cartelli e pannelli esplicativi. Negli ultimi anni il paese è molto cambiato, la pulizia dei luoghi è quasi maniacale ed il verde pubblico e privato è molto  curato; non si vedono cartacce o rifiuti lungo il ciglio stradale.  Negozi e musei non aprono prima delle 10 (ora locale). Gli edifici religiosi sono tutti a pagamento. Il prezzo dei generi alimentari, dei bar e dei ristoranti è assai inferiore  rispetto a quelli italiani. Gli alcolici sono meno cari. La temperatura è generalmente accettabile, ma spesso lungo la costa la nebbia oscura il sole fino alla tarda mattinata. L'interno è molto più caldo della costa ma la sua percezione  è forse inferiore a causa dell'aria più asciutta. 
 
 

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