Viaggio in laguna, alla ricerca di suggestioni che credevamo perdute.
Venezia da dimenticare.
Venezia che abbiamo perso, sommersa da un turismo incontrollabile, da montagne di rifiuti, da orde di giapponesi con la macchina fotografica, da iniziative più o meno discutibili.
Il ricordo di una città d'incanto, sbiadito ed irrimediabilmente perso; immolato ad un vorticoso "progresso" che spiana omogeneizza ed uniforma ogni sensazione.
Ed allora... allora via, via dalla pazza folla, via alla ricerca di ritmi antichi, di angoli tranquilli, dove ancora senti risuonare il cantilenante idioma veneto, dove lo sciabordio dell'acqua lungo i canali è ancora cadenza d'un tempo che trascorre immutabile, dove i colori gli odori ed i sapori restano (ancora per quanto?) quelli di sempre.
In laguna, là dove terra e mare si combattono e si cercano da sempre; dove persino il cielo sembra fondersi con questi elementi per dar vita ad un paesaggio davvero unico ed irripetibile.
Purtroppo dovremo scegliere accuratamente il periodo in cui effettuare questo tuffo nel passato: è fondamentale scegliere la "bassa stagione" (autunno od inverno) e possibilmente un periodo "infrasettimanale".
Come spostarsi
Non ci si scappa: con il "vaporino" (non chiamatelo vaporetto, per carità o peggio ancora traghetto!!!) dell'ACTV
Lasciamo stare motoscafi, taxi ed altro, oltretutto costosissimi ed immergiamoci nel microcosmo lagunare!
Per raggiungere Murano dalle Fondamenta Nuove (Venezia): Linea 52 o 52 barrato ogni 10/15 minuti
Per raggiungere Burano e Torcello dalle Fondamenta Nuove: Linea 6 o 12 o 14
Dove alloggiare
Qui cadiamo... Noi Venezia in realtà non l'abbiamo mai "dimenticata": come si fa?
Tramite un'agenzia abbiamo affittato un appartamento ed abbiamo vissuto lì per cinque giorni: solo, abbiamo provato a dedicare a Venezia i ritagli di tempo, quando il flusso turistico cala, per cercare di averla un po' per noi; di giorno in laguna ed il tardo pomeriggio a "fare i veneziani"... Ma questa è un'altra storia!
In cucina
Non vogliamo darvi un elenco delle trattorie o dei ristoranti che trovate in laguna: lo potete reperire praticamente ovunque su ogni guida... una sola avvertenza: purtroppo non è facile, qui meno che altrove, coniugare qualità ed economicità.
Cucina di mare, quindi, che prevale, ma non solo: la laguna è anche terra, seppur sui generis!!
Immancabili i risotti: "risoto a la ciosota" con ghiozzi della laguna, regalo della vicinissima Chioggia, risotto con anguilla e gamberi, "risoto de caparozzoli" (molluschi), ma anche risotto con le quaglie e la strepitosa "pasta e fasoi", piatto semplicissimo ma delizioso, comune a tutta la tradizione veneta.
Tra i secondi il "bisato su l'ara" (letteralmente anguilla sulla pietra) specialità Muranese per eccellenza, le "moleche", quando è stagione (granchi in muta, dotati cioè di un guscio molle eccezionali fritti o pastellati o ancora in frittata), le sarde "in saor", retaggio dell'antica cucina veneziana, e poi le seppie, i gamberi, i peoci (cozze), le cape (capesante) e quant'altro ancora, senza naturalmente scordare il fegato alla veneziana.
Tra i dolci vale la pena di provare i biscotti di Burano, i Buranelli.
Da non perdere
La laguna
Centinaia di isole, grandi o minuscole, abitate o disabitate, alcune stabili, altre in disfacimento, altre ancora in formazione. L'acqua lavora continuamente la terra, la permea e la modella, creando un mondo altamente instabile, in cui la presenza umana è fortemente avvertibile ed al tempo stesso ti appare come un qualcosa di aleatorio, qualcosa di passeggero strappato, o meglio concesso, dalle acque. Tutta la laguna sarebbe da vedere e da gustare palmo a palmo, con le sue isole minori e poco conosciute; noi abbiamo tuttavia scelto le tre isole più famose vicine a Venezia: Murano, Burano e Torcello.
Murano è per tutti "l'isola del vetro" ma sbaglierebbe chi si facesse l'idea di un'isola tutta votata all'industria produttiva; diciamo piuttosto che in Murano convivono due anime: una dedicata appunto al lavoro ed alla produzione di vetri artistici, l'altra più calma, tranquilla, quasi levantina e governata da ritmi d'altri tempi. Chi giunge a Murano viene colpito subito dal grande canale che l'attraversa e la caratterizza e riconosce subito una "piccola Venezia" costruita solamente con più parsimonia, quasi con sobrietà: d'altra parte Murano prese origine nel 1291, quando a seguito di un incendio che distrusse buona parte di Venezia, il Maggior Consiglio decise il trasferimento su quest'isola di tutte le vetrerie e delle loro fornaci.
Colpisce la mescolanza tra i turisti (ancora loro, sempre loro ma non lo siamo anche noi? insanabile contraddizione!!) frettolosi, determinati nella ricerca dei loro itinerari e della miglior foto da scattare ed i Muranesi che riconosci a volo, con il loro caratteristico eloquio, dediti tranquillamente alle loro attività, quasi impassibili .
Di Murano ti rimane un carico di immagini e sensazioni, le più svariate: dallo stereotipo del soffiatore di vetro che nel negozietto plasma il solito cavallino multicolore al ricordo del Canale dei Vetrai ricco di fermenti commerciali, dall'immagine del possente Faro in pietra a quella di due vecchietti che "ciacolano" davanti ad un'ombra.
Dimenticavo: per coloro che non masticano il veneziano "ciacolare" significa parlare, discutere animatamente; quale modo migliore per farlo se non davanti ad un'"ombra de vin", un bicchiere di vino??
Burano
Una delicata leggenda introduce Burano, splendida isola in posizione centrale nella laguna, annunciata dallo sbilenco campanile della Chiesa di S.Martino. Si racconta che un giovane buranello (così si chiamano gli abitanti dell'isola) dovette partire per commercio, con la sua nave, per il lontano Oriente, lasciando a casa l'amata fidanzata.
Durante il viaggio incontrò,novello Ulisse, le sirene ammaliatrici e legò se stesso ed i compagni di viaggio all'albero della nave per non cadere in tentazione. La regina delle sirene, stupefatta dalla fedeltà del giovane e dalla sua forza di volontà per premiarlo sollevò con un colpo di coda la spuma del mare, che cadendo ai piedi del marinaio si trasformò in un incantevole velo da sposa. Quando tempo dopo il giovane fece ritorno a casa, le donne dell'isola, ammirate da siffatta bellezza, iniziarono a cercare di riprodurla: da qui la tradizione, tutta buranella, della lavorazione dei merletti.
Tuttavia Burano non è solo l'isola dei merletti: Burano è anche e soprattutto l'isola dei colori, un'esplosione infinita di colori che pennella le case di questo borgo. Facciate azzurre, rosso scarlatto, gialle ed altro ancora, da cui occhieggiano le caratteristiche finestre contornate, a mo' di vezzo, da una bianca cornice. A volte i colori sono stinti, consunti dalla salsedine e dall'aria della laguna, altre volte li percepisci ravvivati da una sapiente e recente mano di vernice.
Nei cortili delle case, attorno al pozzo che spesso campeggia al centro, si radunano ancora gli anziani: li senti, forse li percepisci o solamente ti piace immaginarli mentre passo dopo passo, tra stretti vicoli e ponti, ti perdi nel sogno.
Torcello
Sbarcare a Torcello è accedere ad un angolo della nostra memoria che avevamo scordato: i tuoi passi risuonano sul viottolo in mattoni che ti accompagna in un luogo irreale tra campi incolti ed orti fino alla grande piazza che sorge nel cuore dell'isola, vestigia e testimonianza di un passato grandioso.
E mai come a Torcello il passato ti appare davvero "passato", nell'atmosfera irreale cogli fantasmi e suggestioni antiche.
L'isola, come risulta dagli scavi archeologici, era forse il centro più importante della laguna e venne abitata dai Romani sin dal I secolo d.C.; due sono i gioielli che ancor oggi campeggiano a Torcello: la chiesa di S.Fosca e la cattedrale di Maria Assunta. Quest'ultima risale al VII sec. ed è a pianta romanica, austera all'esterno con le sue pareti in mattoni, splendente all'interno di marmi e mosaici; la prima risale al XII sec. ed è a pianta centrale di origine bizantina.
Nell'isola anche un piccolo museo archeologico e due "locande": una, famosa e nominata in tutto il mondo...