Non sarà facile per me descrivere l’emozione che ho provato di fronte alle meraviglie dei tempi khmer di Angkor.
Provenivo dal Vietnam, paese che mi era piaciuto moltissimo, soprattutto per la natura e le relazioni umane, e non pensavo di rimanere così folgorata proprio alla fine del viaggio.
In realtà le emozioni sono state molte, e molto contrastanti.
Siem Reap, la città più vicina ai siti archeologici, punto di partenza di tutte le escursioni, è un mondo a parte che credo abbia pochissimo a che vedere con la Cambogia. Ormai il turismo ha contaminato tutto e le relazioni umane sono completamente falsate dal denaro. La cosa buffa è che tutto qui costa un dollaro, dalle magliette alle cartoline, dall’acqua minerale al passaggio in motorino che un ragazzo mi offre. E io che mi sono riempita il borsello di moneta locale! A dire il vero ho cambiato solo 10 dollari ma ho ricevuto un gran pacco di banconote, a quanto mi pare di capire abbastanza inutili.Noi siamo andate alla fine di Maggio, cioè proprio all’inizio della stagione del monsone ma devo dire che gli sporadici acquazzoni non hanno disturbato più di tanto le nostre visite, anzi il fatto di essere immersi nella vegetazione tropicale aumenta sensibilmente il fascino dei templi e forse anche la pioggia ci fa la sua figura.
Cosa dire dei templi? Magnifici! Avrei quasi voluto non averne saputo nulla, non avere mai visto neanche una foto prima d’ora, per tentare di capire che razza di pugno allo stomaco deve essere stato per i primi che sono arrivati qui.
Le torri di Angkor Wat sembrano merletti, castelli di sabbia, il castello incantato delle fate…
E poi ti volti e trovi un gruppo di ragazzi che suonano e qualcuno ti spiega che sono mutilati, che hanno perso gambe o mani sulle mine e questo ti riporta bruscamente alla realtà. Pensare che un giapponese in aereo mi spiegava convinto che i cartelli che segnalano zone minate in realtà sono messi qui per i turisti che vogliono sentirsi avventurosi! Beata ignoranza!
Un po’ immalinconita al pensiero che la guerra qui è finita solo da pochi anni (e non dappertutto purtroppo), mi arrampico fino al Bakheng, un tempio in cima a una collina dal quale si gode di uno splendido panorama. Aspettare il tramonto quassù mi riconcilia un po’ col mondo anche se soffro di vertigini e sono un po’ preoccupata al pensiero di dover ridiscendere quelle cinque rampe di scale veramente vertiginose.
L’ascesa alla collina del Bakheng viene effettuata a piedi oppure a dorso di elefante. Noi eravamo molto stanche e ci siamo dibattute un po’, incerte sul da farsi, poi abbiamo deciso di andare a piedi. Capisco che l’uso degli elefanti permetta a tanta gente di guadagnarsi da vivere ma la mia coscienza rifiuta certe cose e non c’è niente da fare!
Per tre giorni abbiamo scorrazzato beate in questa specie di paese delle meraviglie. Non posso descrivere la bellezza del Bayon, un labirinto di corridoi, terrazze, archi, dominato da 54 giganteschi volti con i loro sorrisi così enigmatici che sembrano cambiare espressione a seconda di come la luce del sole li colpisce.
E non posso descrivere la “Terrazza degli elefanti” o quella “del Re Lebbroso” con pareti completamente ricoperte da bassorilievi di ogni foggia.
E cosa dire del Tempio di Banteay Srey, il più lontano, incantevole, con migliaia di bassorilievi scolpiti nella roccia rosa, oppure di Ta Prohm, completamente immerso nella foresta che tenta di inghiottirlo di nuovo con le radici possenti di giganteschi alberi di tek che si aggrovigliano e insinuano tra le pietre?
Su suggerimento dei nostri fidi accompagnatori il quarto giorno abbiamo visitato il villaggio di pescatori vietnamiti sul lago Tonle Sap.
Apparentemente non c’è niente da vedere se non un gruppo di casette sulle rive del lago ma il bello secondo me sta proprio nell’osservare la vita quotidiana, il mercato, fare un giro in barca e comunicare a suon di sorrisi con i bambini che fanno il bagno. Indimenticabile!
No, non riesco a spiegare le sensazioni che ho provato.
Spero solo di aver incuriosito qualcuno che poi al ritorno sappia raccontare meglio di me com’è il paradiso.Non avevo idea di cosa avrei trovato in Cambogia e per non correre rischi avevamo prenotato una camera in hotel via Internet.
In realtà una volta sul posto io e la mia amica Paola, compagna di tanti viaggi, ci siamo rese conto che la sistemazione migliore era in una delle tante “guest houses” della zona, se non altro per cercare un approccio un po’ più diretto con la gente del luogo, così il giorno dopo abbiamo lasciato l’albergo zeppo di giapponesi e ci siamo trasferite al “La Noria Guesthouse”.Anche per mangiare non abbiamo mai incontrato il minimo problema: la cucina cambogiana secondo me è ottima e c’è veramente solo l’imbarazzo della scelta.Per visitare i templi occorre un pass che può essere per uno, tre o sette giorni al costo di 20/40/60 dollari a testa e direi che tre giorni sono proprio il minimo per potersi avvicinare ad un mondo tanto particolare.
Il sito è enorme, 400 monumenti sparsi in circa 250 Km quadrati, ed è necessario munirsi di un mezzo di trasporto, cosa facilissima già all’arrivo all’aeroporto.
Noi abbiamo trovato due ragazzi molto gentili e disponibili che con i loro mototaxi ci hanno scarrozzato per 6 dollari al giorno fornendoci anche di notizie storiche, archeologiche, pratiche e consigli utili di ogni genere, nonché di mantelline impermeabili ogni volta che cominciava a piovere.
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Cambogia: le meraviglie di Angkor
Strappati all'”abbraccio” della foresta, si offrono oggi in tutto il loro incanto!
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10 commenti in “Cambogia: le meraviglie di Angkor”
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Viaggiatore: BRIGANTESSA
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Ciao, volendo fare un tour in cambogia secondo te potrei quindi prenotare solo il volo ed arrivare a phoen pehn e li all'aeroporto trovare ragazzi disponibili a farci fare tour? Mi consigli come muoversi? Vorrei andare la meta di luglio,.grazie ciao
No, si dorme a Siem Reap. Tra l'altro per visitare i vari templi di Angkor non è che si faccia solo "su e giù" ma anche "qua e là", tanto è vasto il sito, quindi in ogni caso ci si sposta ogni giorno.
WOW! Anche io sarò da quelle parti tra un mesetto. Qualcuno mi saprebbe consigliare un fidato e cheap noleggiatore di moto da Siem Reap? Ma ad Angkog c'è modo di alloggiare o bisogna fare su&giù da S.R? aspetto risposte e suggerimenti... cheers!
x laux io e un mio amico abbiamo fatto il big.aereo a saigon x siem reap con vietnam airlines ed è andato tutto ok.l importante è fare il visto esteso alla cambogia dall italia
che fascino!!!! ci sono sto la scorsa estate e lo consiglio a tutti. Eravami in 5 (tutti over 50 anni)da Bangkok in Laos (treno) poi a nord, per scendere lungo il "grande fiume", e dopo circa 20 ggiorni arrivare ad Angkor, tre giorni meravigliosi, sebbene l'estate monsonica (per altro ....prevista) ha quest'anno dato il suo importante contributo. Se la statistica non mente, il prossimo anno potrebbe essere più clemente! Andateci.
Certo che è possibile, è esattamente quello che ho fatto io: una ventina di giorni in Vietnam e gli ultimi giorni a Siem Reap (quindi ad Angkor). Per risparmiare tempo ho fatto il viaggio in aereo (Saigon - Siem Reap e poi per il ritorno in Italia Siem Reap - HongKong ed HongKong - Roma). L'unica perplessità è sulla scelta del periodo. L'estate è la stagione delle piogge e non è esattamente il momento ideale per visitare sia il Vietnam che la Cambogia. Comunque vedrai dei paesi meravigliosi e spero che al tuo ritorno vorrai raccontarci il tuo viaggio. :-)))
Ciao!ho letto del tuo viaggio,veramente affascinante.Questa estate ho intenzione di andare 3 settimane in Vietnam e volevo sapere se secondo te e' possibile includere qualche giorno ad Angkor nell'itinerario.Grazie
Hai ragione, non è facile descrivere l'emozione che si prova davanti ad Angkor. Un bel racconto che mi ricorda uno dei miei viaggi più belli.
Caro Andrea, ti garantisco che a Siem Reap mangiare e dormire non costituiscono assoltamente un problema. Il turismo è l'unica risorsa economica della zona e ormai ci sono alloggi di ogni tipo e per ogni tasca e nei ristoranti trovi sia la cucina locale, veramente molto gustosa, che quella internazionale, compreso il sushi. E non sono sicura che questo mi abbia fatto piacere! Però è vero che nei templi ci si senta sul serio fuori dal mondo e questo si che è meraviglioso!
Bellissimo! Ma davvero non avete avuto problemi x mangiare o dormire? Non so, mi sembra un posto così sperduto e fuori dal mondo... Però bellissimo.