BARCELLONA A 4 ZAMPE

Exploring Barcelona With Your Four-Legged Friend

BARCELLONA A QUATTRO ZAMPE

Barcellona a quattro zampe perché oltre a me e mia moglie Catia è venuto con noi Messi, il nostro piccolo bassotto.
E per un quadrupede chiamato Messi in quale altra città europea se non Barcellona portarlo?
Era la prima volta per lui e prima della partenza c’era un po’ di apprensione riguardo a quelle che potevano essere le sue reazioni rispetto a tanti eventi nuovi.
Ma quando è con noi si sente tranquillo e potrebbe venire in capo al mondo, e così è stato.
Il rumore dei motori, il decollo, l’atterraggio li ha vissuti tra uno sbadiglio e una leccata ai padroni.
Volo Vueling Firenze Barcellona, 6 dicembre 2014.
Atterriamo a El Prat, l’aeroporto principale di Barcellona alle porte della città.
Servizio navetta efficientissimo, tempi di attesa vicini allo zero, si fa il biglietto direttamente sopra (€ 5,90 a persona) e in venti minuti siamo a Plaza Catalunya, il cuore di Barcellona.
5 minuti a piedi ed arriviamo al Catalonia Ramblas Hotel, un 4 stelle all’altezza della situazione, personale gioviale e disponibile, camera molto spaziosa e pulita e una sorpresa per il canino: in un angolo un morbidissimo materassino-cuccia con tanto di ciotola per l’acqua.
Per chi vuol portare gli amici a quattro zampe in Spagna è assolutamente consigliabile informarsi prima perché pochi alberghi li accolgono.
Sarà perché si chiama Messi, sarà perché indossava il cappottino azul-grana, di fatto in questi quattro giorni è diventato la mascotte dell’hotel, gli ultimi giorni girellava da sé tra i corridoi tra le risate dei clienti.
Siamo a metà pomeriggio e abbiamo tutta una giornata davanti, quindi riposte le nostre cose in albergo partiamo subito per un primo giro.
Scorcio di Plaza Catalunya, il “cuore” di Barcellona

Plaza Catalunya è l’inizio delle famose ramblas, un chilometro e mezzo di viale pedonale fino ad arrivare alla zona portuale dominata dal monumento dedicato a Cristoforo Colombo.
Le ramblas sono proprio come me le ricordavo, ero venuto una ventina di anni fa in occasione delle Olimpiadi. Strapiene di gente, chioschi di ogni tipo, soprattutto ristorantini e le famose mega-edicole in cui i giornali francamente sono l’oggetto di contorno, tanti sono gli articoli che vendono.
Ci avevano messo un po’ in guardia sul fatto che soprattutto sulle ramblas girassero truffatori e scippatori. Non abbiamo riscontrato niente del genere.
Due curiosità: una si riferisce alle code letteralmente interminabili per acquistare biglietti della lotteria. Queste code si trovano disseminate un po’ dappertutto ed è una curiosità che non sono riuscito a togliermi, perché fare un’ora di fila per un biglietto? Forse sono contati? Forse sono poche le ricevitorie? Boh, fatto sta che in Italia mai vista una cosa del genere.
L’altra è la cultura spagnola per il prosciutto. Proprio sulle ramblas c’è il Museo del Jamòn, il museo del prosciutto, uno spettacolo per la vista e per l’olfatto. In vetrina sono esposti vari tipi di jamòn iberico con targhetta esplicativa del prodotto e della regione d’origine. In base a questo il prosciutto assume sapore e consistenza diverse. All’interno il personale ti spiega tutto questo, compresi vari assaggi a richiesta.

Las Ramblas di notte con l’illuminazione prenatalizia

Il famoso Patanegra proviene dal “bellota”, il celebre maiale nero che deve sottostare a rigide regole, come quella per cui ne devono vivere al massimo due per ettaro di terreno e mangiare rigorosamente solo i prodotti di quel terreno.
I costi di questi prosciutti sono elevati, ne ho visti alcuni da 17/18 € l’etto! Va detto, noi lo abbiamo provato, che però hanno un sapore ottimo.
Proseguendo per le ramblas ci fermiamo ad un bar per un aperitivo, ora oltre alle tapas, vanno di moda i “montaditos” piccoli assaggini di ogni tipo che, accompagnati a una coppa di sangria, sono veramente ottimi.
Proseguendo nella camminata ci troviamo infine nella zona portuale, entriamo in un grande centro commerciale chiamato Maremagnum molto bello con al secondo e ultimo piano un sacco di ristorantini che si affacciano sul mare, una vista bellissima. Ci ripromettiamo di tornarci con più calma.
Sulla via del ritorno, ripercorriamo al contrario le ramblas. Dalla parte destra delle ramblas inizia il quartiere del Barri Gotic, la vera e propria Barcellona vecchia, ed in particolare per il momento ci soffermiamo in una splendida piazza, non molto grande a dispetto del nome: Plaza Reyal. E’ una chicca, un salottino, attorniata da palazzi d’epoca e da ristoranti alcuni dei quali di pregio. Illuminata per il prossimo Natale è veramente uno spettacolo.

Plaza Reyal illuminata a festa

E’ arrivata l’ora di cena e ce ne torniamo in albergo, dato che alla reception ci avevano proposto di cenare da loro. Il ristorante è al pian terreno dello stabile dell’hotel ma ha una gestione separata e i ragazzi della reception ignoravano che il ristorante non accetta cani.
E qui apro una parentesi: la Spagna è per ora molto molto indietro rispetto a noi sulla legislazione riguardo agli animali da compagnia. In pratica questi non sono accettati nei ristoranti e in generale in tutti i luoghi dove ci sono generi alimentari, neanche se tenuti in braccio. Addirittura ci hanno spiegato che fino all’estate scorsa nella metro di Barcellona non potevano neanche starci. Da pochi mesi sì, anche se in braccio.
Che facciamo? Ce ne torniamo sulle ramblas dove avevamo notato abbondanza di proposte culinarie. Poi, ormai mi e ci conosco: questo no, quest’altro è caro, quest’altro ha poca varietà, in pratica le abbiamo di nuovo ripercorse quasi per intero, ci siamo seduti per disperazione alle 22,30 all’esterno sotto uno dei quei caloriferi che abbondano a Barcellona in questo periodo, agli spagnoli piace mangiare all’aria aperta anche d’inverno. Una paella ai mariscos (frutti di mare) e un arroz negro (sempre paella con il riso al nero di seppia) due sangrie: 66 € ! Ci avevano messi in guardia sul cercare di non mangiare sulle ramblas ma era la prima sera e ci siamo cascati, non risuccederà. Ci rifacciamo il chilometro abbondante per tornare in albergo ormai letteralmente esausti, Messi poverino non si reggeva neanche più in piedi, per fortuna pesa solo 5 kg e me lo son portato in braccio.
La mattina dopo Barcellona ci dà il benvenuto con una splendida giornata di sole anche se fredda, e sarà così per tutti e 4 i giorni. Scendiamo in metropolitana è acquistiamo direttamente lì un biglietto da 10 corse, 10,30 €. Destinazione Sagrada Familia. L’uscita della metro è proprio lì, appena usciti ce la troviamo all’improvviso in tutta la sua austera bellezza. L’opera gotica di Gaudì è esattamente come me la ricordavo, dopo 20 anni non sembra cambiato niente, sempre in costruzione, sempre con le gru attaccate ma veramente unica nel suo genere.

La Sagrada Familia in tutta la sua austera maestosità

Da qui ci mettiamo in marcia per andare sul Passeig de Gracia dove ci sono due tra le più famose case di Gaudì. Siamo sulla Avinguda Diagonal l’arteria che divide appunto diagonalmente la città di Barcellona. Un viale maestoso e signorile in cui le distanze sembrano brevi ma vi assicuro, non lo sono.
Passiamo davanti alla maestosa Casa Terrades (o Casa de les Punxes), sembra una fortezza medievale con torri imponenti e punte aguzze che ricordano un po’ quei sinistri castelli dell’Europa centrale.

Casa Terrades

Ed eccoci arrivati al Passeig de Gracia, una sorta di via Montenapoleone di Milano o via Tornabuoni a Firenze, o via Condotti a Roma ma molto più ampia e lunga. Per voi donne che amate il fashion non fatevi mancare una passeggiata in questo viale, un marciapiede all’andata e l’altro al ritorno, non manca assolutamente nulla.
E’ in Passeig de Gracia che troviamo prima Casa Milà detta la Pedrera una delle più famose opere di Gaudì, un’imponente massa di pietra ondeggiante, purtroppo ci sono lavori di rifacimento proprio della facciata, le impalcature coprono quasi totalmente la vista.
Dopo qualche centinaio di metri troviamo sull’altro lato del viale il capolavoro Casa Batllò. E’ difficile descriverla, ha una facciata riccamente decorata che offre splendidi effetti cromatici che cambiano nelle diverse ore del giorno e un tetto che ha le sembianze di un drago corpulento senza testa né coda, elemento caratteristico nell’arte di Gaudì. Coda lunghissima per visitare gli interni ancor più spettacolari ma noi sorvoliamo anche perché i cani non sono accettati.

La stupenda Casa Batllò dell’architetto Gaudì

Il Passeig de Gracia sfocia in Plaza Catalunya e prima di arrivarvi ci fermiamo a pranzare alla Taverna Euskal a base di montaditos .
Riprendiamo la metro per recarci a Barceloneta, il quartiere balneare della città. Sembra di essere in un paesino a sé stante tantissimi ristorantini e poi la spiaggia, è una bellissima giornata ma fa discretamente freddo. E’ una spiaggia artificiale ed un quartiere sviluppatosi soprattutto in occasione delle Olimpiadi del 1992.

La spiaggia nel quartiere di Barceloneta

Passiamo la seconda parte del pomeriggio a vagare senza meta come più ci piace e a scoprire le viuzze antiche del Barri Gotic. Poi, respinti come al solito da un paio di ristoranti, che facciamo? Compriamo una baguette appena sfornata, un paio di etti del miglior Patanegra e ci gustiamo il tutto in camera d’albergo con i ringraziamenti di Messi a cui abbiamo evitato l’ennesima camminata della sera.
La prima tappa del giorno seguente è la Boquerìa, il mercato ortofrutticolo vera esplosione di odori e colori. Un dedalo di bancarelle con le varietà più disparate di ortaggi, frutta esotica e non e gli immancabili stand del prosciutto. Consigliabile sia per uno spuntino leggero di metà mattina che per il pranzo.

L’entrata de La Boquerìa, il principale (e affollatissimo) mercato ortofrutticolo della città

Torniamo in zona Barceloneta passando però prima dal Barri Gotic e le sue stradine caratteristiche. Visitata Plaza del Pi, con la splendida chiesa Santa Maria del Pi, famosa anche per l’imponente rosone sulla sua facciata.
A pranzo scegliamo uno dei tantissimi ristorantini sul lungomare di Barceloneta e cioè El Rey de la Gamba (gamba significa gambero), porzioni molto abbondanti, consigliabile ordinare una portata sola, io ho preso una paella che secondo me era per tre persone! Inoltre, caso eccezionale, hanno accolto a braccia aperte Messi, gli hanno portato subito una ciotolina per l’acqua e ci avrebbero fatto mangiare anche all’interno del ristorante, ma la giornata era talmente bella che era un peccato chiudersi fra quattro mura.
Dopo pranzo le nostre strade si separano. Catia si dedica allo shopping passando 2/3 ore nel megastore della Sephora vicino a Plaza Catalunya, io prendo la metro, destinazione Camp Nou, il mitico stadio del Barcellona. Per un amante del calcio come me e un ammiratore delle gesta della squadra azulgrana (perché mai altrimenti avrei dato il nome di Messi al mio bassotto?) era un appuntamento assolutamente imperdibile da gustare con calma e tranquillità.
Il mitico Camp Nou, lo stadio del Barcellona

Il Camp Nou Experience, così si chiama la visita guidata, è un’esperienza unica nel suo genere, il museo con le 4 Coppe dei Campioni, i 4 palloni d’oro di Messi decine di trofei, memorabilia come le maglie o le scarpe dei campioni di 50 anni fa, gli spogliatoi, la sala conferenze stampa, la scalinata che ti fa scendere al campo e poi…..l’uscita vera e propria sul campo da gioco ….da brividi.
A fine pomeriggio ci ritroviamo in Plaza Catalunya e facciamo visita a El Corte Inglès, il bellissimo centro commerciale. Il piano terra è dedicato a profumerie e bigiotterie e non ha niente da invidiare ai vari Printemps di Parigi o Harrods a Londra, inoltre siamo all’inizio del periodo natalizio, è tutto bellissimo.
E così siamo già arrivati all’ultimo giorno ma abbiamo ancora una mezza giornata abbondante da sfruttare in assoluta libertà, ripercorriamo le ramblas, un’ultima occhiata a Plaza Reyal all’interno del Barri Gotic, il quartiere a cui ci siamo più affezionati, arriviamo di nuovo al mare, io salgo sul monumento a Cristoforo Colombo, una colonna alta ben 60 metri in cima alla quale si vede un panorama mozzafiato a 360° della città. Non consigliabile a chi soffre l’altezza, la giornata è molto ventosa e lassù in cima si ondeggia visibilmente!

Le Ramblas viste dalla sommità del monumento a Cristoforo Colombo

La nostra vacanza a Barcellona finisce qui, avremmo potuto vedere molte altre cose, la collina del Montjuic o il Parc Guell altra creatura di Gaudì o altri quartieri come Raval ma insieme a noi c’era un canino che non era giusto sacrificare più di quanto non abbiamo fatto. Ed è stato giusto così per la nostra gioia e per la sua a cui è bastato avere noi vicino a lui.

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